Dal senso comune alla psicologia
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 Qual è la nostra idea
«ingenua» di percezione?
 Comunemente si pensa
che la percezione sia un
meccanismo con cui
“catturiamo” la realtà
circostante,
“introducendola”, con
tutte le sue caratteristiche
e qualità, all’interno della
nostra mente.
Dal senso comune alla psicologia
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 Come stanno le cose in realtà?
 La percezione è la rielaborazione
delle informazioni sensoriali operata
dalla nostra mente; tale
rielaborazione ci permette di
“ricostruire” la realtà e di produrre
una sua rappresentazione coerente
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i nostri sensi sono in grado di
recepire solo una parte di quello
che chiamiamo “realtà” (per es.
solo una piccola porzione delle
onde luminose e sonore può essere
registrata dai canali della vista e
dell’udito);
ciascuno dei nostri sensi è in grado
di darci solo un certo tipo di
informazioni della realtà che ci
circonda, ad es. sensazioni solo
visive o uditive o olfattive, ecc.
La percezione come rielaborazione
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 Dire che la percezione è una
rielaborazione significa affermare che:
1.
la nostra mente unifica (rende
omogenei) le informazioni
provenienti da molteplici e
diversi canali sensoriali (visivo,
uditivo, olfattivo, tattile, ecc.);
2.
la nostra mente interpreta le
informazioni che riceve,
“decidendo” a quale oggetto esse
si riferiscono.
Questi meccanismi sono automatici e
inconsapevoli, ce ne rendiamo conto
solo in presenza di “intoppi”, come nel
caso delle “figure impossibili”, davanti
alle quali la nostra mente sembra
impazzire nel tentativo di trovare un
senso.
La psicologia della Gestalt
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 La psicologia della Gestalt (la
parola tedesca Gestalt
significa forma, schema,
rappresentazione), detta
anche psicologia della forma,
è una corrente psicologica che
si è occupata della
percezione.
 Nacque e si sviluppò in
Germania (nel periodo tra gli
anni '10 e gli anni '30), per poi
proseguire la sua
articolazione negli USA, dove
i suoi principali esponenti si
erano trasferiti nel periodo
delle persecuzioni naziste.
 Per la psicologia della
Gestalt «L'insieme è più
della somma delle sue
parti»: noi percepiamo gli
oggetti come forme
unitarie e non come
semplice insieme di parti
 Nella realtà tendiamo a
identificare forme
seguendo determinati
schemi e ciò avviene di
solito del tutto
inconsapevolmente.
La psicologia della Gestalt
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 Le leggi della
formazione delle Unità
fenomeniche, dette anche
leggi di segmentazione
del campo visivo, sono,
in psicologia della
percezione, quei fattori
che favoriscono il
raggruppamento o
l'unificazione degli
elementi percettivi in un
assieme unitario.
 Il primo ad elaborare queste
leggi fu Max Wertheimer, che
le definì come i Principi di base
figurale. Nella nostra realtà
percettiva il mondo appare
costituito da oggetti distinti
presenti in numero discreto e
questi non dipendono
necessariamente dall’esistenza
di corrispondenti oggetti
fisici. L’articolarsi del campo
visivo in zone con carattere
di figura e altre con carattere
di sfondo segue precise leggi
di stimolazione.
Le leggi della percezione
 Che cosa vedi nella figura
sottostante?
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 Come mai vediamo un
quadrato e non
semplicemente 12 puntini
separati?
 La risposta è nel meccanismo
della percezione (la quale
come vedremo tende a
unificare, cioè a considerare
insieme, elementi che sono
tra loro separati).
 Ogni oggetto è fonte per noi
di moltissimi stimoli
sensoriali: come è possibile
che a partire da questa
moltitudine di stimoli
arriviamo a percepire un
unico oggetto? Che cosa fa
in modo che questa
molteplicità (gli stimoli)
diventi un’unità (l’oggetto)?
 La risposta sta nella natura
della percezione, la quale
organizza i dati separati
seguendo delle leggi
precise
Legge della vicinanza
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 tendiamo a unire
(considerare insieme) gli
elementi vicini nello
spazio e nel tempo.
 Per questo nell’immagine a
sinistra vediamo 4 coppie di
linee (e non semplicemente 8
linee) e in quella a destra
vediamo 3 colonne di
puntini (e non
semplicemente 15 puntini).
Legge della somiglianza
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 tendiamo a unire gli
elementi tra loro
simili.
 Per questo nell’immagine
qui sotto vediamo righe di
puntini neri alternate a
righi di punti bianchi.
Legge della continuità di direzione
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 una serie di elementi posti
uno di seguito all’altro,
vengono uniti in forme in
base alla loro continuità di
direzione. In una
configurazione tendono a
unificarsi le linee con la
stessa direzione
(orientamento, movimento),
secondo l’andamento più
coerente.
 Nella figura percepiamo come
unità AB e XY e non AY e XB
o ancora AX e YB.
Legge della chiusura
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 tendiamo a vedere
complete le forme,
ignorando idealmente
le eventuali
interruzioni.
 Nelle due figure vediamo
ugualmente dei quadrati
anche se non sono
completi.
Legge dell’esperienza passata
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 elementi che per la
nostra esperienza
passata sono
abitualmente associati
tra di loro tendono ad
essere uniti in forme.
 Un osservatore che non
conosce il nostro alfabeto
non può vedere la lettera
E in queste tre linee
spezzate.
Legge della pregnanza
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 Alla base di tutte le
leggi precedenti c’è la
legge della pregnanza
(o buona forma):
tendiamo a vedere le
forme più semplici,
regolari, simmetriche,
eleganti.
Il rapporto figura sfondo
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 Cerca altre figure in cui il rapporto
figura sfondo può essere capovolto
 Raggruppando secondo i vari
principi illustrati gli stimoli che le
derivano dai sensi, la nostra
mente costruisce delle figure, cioè
delle entità aventi forma e colore
propri, in grado di stagliarsi su
una base di riferimento che
possiamo chiamare sfondo
 Es. un libro su un tavolo, una
persona appoggiata a un muro
 La capacità di “estrarre” la figura
dallo sfondo è una proprietà
immediata della nostra
percezione, ma talvolta può
diventare un’operazione
problematica, come nella figura a
sinistra
Le costanze percettive
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 La percezione degli oggetti
che vediamo non cambia a
dispetto delle modificazioni
che possono avvenire nella
retina al variare delle
condizioni di osservazione.
Esistono delle costanti
cosiddette percettive che
aiutano il cervello a
riconoscere allo stesso modo
gli oggetti che vediamo anche
se essi per esempio si
allontanano, ruotano,
subiscono delle variazioni di
luminosità ecc.
1.
Invariabilità delle dimensioni:
Tendenza a percepire come
costanti le dimensioni di un
oggetto anche se esso ci appare
più piccolo per effetto della
distanza.
Le costanze percettive
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2.
Invariabilità della forma:
A dispetto delle variazioni subite
dall'angolo di visualizzazione la forma
resta costante.
3.
Invariabilità dei colori:
I colori variano con la luminosità
circostante ma continuiamo a
percepirli alla stessa maniera.
4.
Invariabilità della posizione:
Quando camminiamo o cambiamo
direzione le immagini cambiano nella
retina ma non per questo la stanza ci
sembra muoversi per esempio.
Le illusioni percettive
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 Può capitare che la nostra mente, proprio nel
tentativo di rielaborare e correggere i dati
sensoriali, cada in errore, distorcendo la realtà. Si
parla in questo caso di illusioni percettive. Ecco
alcuni esempi.
Le illusioni percettive
Frecce di Muller-Lyer
Binari di Ponzo
Illusione di Ebbinghaus
L’illusione si spiega ricorrendo
alla legge della prospettiva, per
cui la prima figura sembra
l’angolo esterno di una casa, la
seconda invece l’angolo interno di
una stanza.
Le linee che convergono danno
l’impressione della profondità, per
cui automaticamente suscitano
l’idea che il rettangolo più in alto
sia più distante; reputandolo più
lontano, riteniamo pure che sia
più grande (meccanismi di
costanza percettiva).
Si spiega considerando
l’importanza che il contesto ha
nella percezione (ad es. un
individuo ci sembra più alto se ha
accanto una persona di bassa
statura).
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La stanza di Ames
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Altre illusioni percettive
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 http://www.segnalidivita.com/illusioni/
Le percezioni subliminali
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 Si chiamano così le percezioni che non giungono alla
soglia della consapevolezza, cioè che si verificano senza
che ce ne rendiamo conto (per via del tempo ridotto, o
per la bassissima intensità, o perché lo stimolo è
mascherato da altri stimoli che lo sovrastano).
 Sono stati fatti numerosi esperimenti per valutare
l’efficacia di questi messaggi, ma le opinioni degli esperti
in merito non sono concordi.
 Vance Packard, nel suo famoso libro I persuasori occulti
(1957), denuncia l’impiego manipolatorio dei messaggi
subliminali in pubblicità.
I disturbi della percezione
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 Tra i disturbi della percezione più
tipici ci sono le allucinazioni,
definibili come “percezioni senza
oggetto”, ossia percezioni che
avvengono in assenza di reali stimoli
sensoriali (per es. la sensazione dell’
“arto fantasma”).
 I sogni sono allucinazioni normali,
non patologiche; mentre nello stato di
veglia le allucinazioni sono spesso
sintomo di un problema grave.
 Le allucinazioni si possono verificare
per gravi lesioni cerebrali o per seri
disturbi mentali (per es. la
schizofrenia), ma anche in seguito ad
assunzione di sostanza “allucinogene”
o in caso di stress psicofisico.
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Un altro grave disturbo della percezione
è l’agnosia, definibile come l’incapacità
di riconoscere oggetti, persone, suoni,
forme, odori già noti, conseguente
perlopiù a lesioni cerebrali (vedi il saggio
di Oliver Sacks L’uomo che scambio sua
moglie per un cappello).