Il neurone Il tessuto nervoso è formato da due tipi di cellule: i neuroni e gli elementi gliali, cellule di sostegno che aiutano i neuroni nello svolgimento delle loro funzioni. Che cos’è? Sono le cellule che svolgono la funzione del tessuto nervoso. Sono cellule altamente specializzate e che, una volta giunte allo stato maturo, non si dividono più. A cosa serve? I neuroni raccolgono lo stimolo , lo trasformano in impulso nervoso e dopodiché avviene la sinapsi ( cioè dai dendriti di un neurone, i neurotrasmettitori trasportano l'impulso nervoso ai dendriti dell’altro neurone). La comunicazione I neuroni comunicano tra loro tramite la sinapsi, una complessa struttura che permette il trasferimento dell’impulso nervoso. Le sinapsi possono essere divise in due tipi principali: sinapsi elettrica e sinapsi chimica. Sinapsi elettrica La sinapsi elettrica consiste nel collegamento diretto tra una cellula stimolabile e un neurone inoltre tra le due è la sinapsi che permette il trasferimento in entrambe le direzioni essendo perciò più adatta per le azioni riflesse dove è necessaria una trasmissione rapida. La sinapsi chimica La sinapsi chimica, più complessa, è quella più diffusa nel nostro corpo e la trasmissione delle informazioni avviene tramite l’utilizzo dei neurotrasmettitori. Il sistema nervoso periferico Il sistema nervoso periferico è una delle due grandi parti in cui è diviso il sistema nervoso. A sua volta si divide in: sistema nervoso autonomo sistema nervoso somatico Che cos'è il sistema nervoso periferico? Il sistema nervoso periferico è formato dall'insieme delle fibre nervose e dei gangli del sistema nervoso somatico e del sistema nervoso autonomo. A cosa serve il sistema nervoso periferico? La funzione principale del sistema nervoso periferico è mettere in connessione il sistema nervoso centrale con gli arti e con i vari organi e tessuti presenti nell'organismo. Recettori e stimoli sensoriali I recettori sensoriali rappresentano i canali di comunicazione tra il mondo esterno e il sistema nervoso. I recettori di senso sono strutture eccitabili specializzate, capaci di rilevare forme specifiche di energia presenti nell’ambiente circostante, cioè gli stimoli, e trasformarne il contenuto informativo in segnali elettrici che rappresentano l’input sensoriale per il sistema nervoso centrale. I recettori sensoriali funzionano da trasduttori attivi grazie al fatto che dispongono di un’energia propria, derivante dal metabolismo cellulare, che consente loro di mantenere un proprio potenziale di riposo sul quale si inscrive l’azione dello stimolo Gli stimoli sensoriali interagiscono con l’organizzazione e le proprietà del sistema nervoso, ereditate geneticamente, e in tal modo forniscono all’animale tutto il patrimonio delle sue conoscenze. “Nulla vi è nella mente che non passi attraverso i sensi”. Esistono cinque tipi principali di recettori : 1. I termocettori, sensibili alla temperatura, trasmettono le sensazioni di caldo e freddo. 2. I nocicettori sono sensibili al dolore. Nel corpo umano sono presenti ovunque, ad eccezione del cervello. La sensazione del dolore è fondamentale per la sopravvivenza degli organismi che vengono così avvertiti della pericolosità di una lesione. 3. I meccanocettori sono sensibili a diversi tipi di pressione. Alcuni recettori meccanici particolari fanno parte degli organi dell’udito e dell’equilibrio. 4. I chemiocettori sono sensibili alla presenza di determinate sostanze chimiche. Il senso dell’olfatto e del gusto sono dovuti alla presenza di chemiocettori. 5. I recettori elettromagnetici sono sensibili all’energia legata a fenomeni quali l’elettricità o il magnetismo. Gli occhi degli animali sono dotati di fotocettori, il più comune tipo di recettori elettromagnetici, sensibili alla luce. L'OCCHIO COME FUNZIONA ? Immaginiamo l'occhio umano come una macchina fotografica. La cornea e il cristallino sono lenti naturali tra le quali si trova l'iride.Al centro dell'iride la pupilla, il nostro diaframma, si stringe e si dilata a seconda dell'intensità luminosa ambientale. La funzione del cristallino è quella di far convergere i raggi luminosi sulla retina, una sottile membrana posta nella parte posteriore dell'occhio: si generano così gli stimoli visivi che, trasformati in impulsi elettrici, raggiungono il cervello attraverso il nervo ottico. Per refrazione si intende il modo in cui i raggi luminosi vanno a fuoco sulla retina; in presenza di un difetto di refrazione, la messa a fuoco dell'occhio è imperfetta e le immagini appaiono sfuocate o distorte. Quando fissiamo un oggetto, la luce che da esso proviene entra nei nostri occhi, attraversa una serie di lenti naturali, che sono in sequenza la cornea, l'umor acqueo, il cristallino ed il corpo vitreo e la retina. La retina eccitata dalla luce che la colpisce trasmette informazioni al cervello, attraverso un cavo elettrico, il nervo ottico. Il cervello studia e sfrutta le informazioni visive avvalendosi di esse per decidere il comportamento e le reazioni dell’intero organismo. ANATOMIA DELL'OCCHIO Sclera La sclera, è la membrana più esterna e robusta dell’occhio composta da tessuto fibroso connettivale; nella parte anteriore dell’occhio diventa trasparente e curva come un vetro d’orologio e prende il nome di cornea. Cornea È la prima lente naturale che la luce incontra.La cornea è una membrana trasparente priva di vasi ma ricchissima di fibre nervose. Essa è bagnata continuamente dal film lacrimale che aderisce alla sua superficie. L’interfaccia film lacrimale-superficie corneale costituisce la lente convergente più potente dell’occhio umano. La cornea ha uno spessore di circa 1 mm ed è composta dall’esterno all’interno da 5 strati: 1) un epitelio pavimentoso (stratificato), 2) la membrana di Bowman, 3) lo stroma, 4) la membrana di Descemet, 5) l’endotelio. La stabilità del film lacrimale e la trasparenza della cornea sono essenziali per la visione. Dietro la cornea si trova la camera anteriore che è riempita di un fluido chiaro chiamato umor acqueo. Trauma od infezioni possono causare la formazione di opacità permanenti di questa lente naturale, che perdendo la trasparenza limita la visione. Iride L’iride è la parte più anteriore dell’uvea che dà il colore ai nostri occhi. la pupilla è composta da uno stroma, un foglietto pigmentato posteriore, da vasi e da 2 muscoli: il muscolo radiale (dilatatore) ed il muscolo sfintere (costrittore) dell’iride. Può essere chiara o bruna ma in realtà la sua colorazione dipende sia dalla quantità di pigmento che da fenomeni ottici di riflessione e di diffrazione della luce nello stroma irideo. L’iride circonda la pupilla che si allarga o si restringe a seconda della quantità di luce che la raggiunge, agendo così come il diaframma di una macchina fotografica che regola la quantità di luce che deve raggiugere la retina. Dietro l’iride c’è il cristallino. Cristallino Il cristallino è una lente convergente di forma biconvessa che focalizza i raggi luminosi sulla retina.. L’occhio mette a fuoco a distanze variabili con una strategia diversa: il cristallino ha la capacità di modificare continuamente la sua forma e di variare la sua curvatura in modo da aumentare o diminuire il suo potere di convergenza. Questo processo dinamico così particolare, meglio conosciuto come accomodazione è regolato da un anello di fibre muscolari disposte intorno al cristallino chiamato corpo ciliare. Così quando l’occhio guarda un oggetto in lontananza il cristallino si appiattisce e diminuisce la sua curvatura. Al contrario quando guarda un oggetto vicino diventa più convesso ed aumenta la sua curvatura. Retina La retina, riveste la superficie interna del globo oculare. Essa appare come una sottile membrana trasparente suddivisa in due aree: un’area centrale chiamata macula che contiene la fovea centrale, ricca di coni; un’area media e periferica, dove prevalgono le cellule dei bastoncelli, che serve a mediare la visione crepuscolare e notturna. Dopo aver attraversato la cornea, la camera anteriore, la pupilla, il cristallino ed il vitreo, i raggi luminosi vengono fatti convergere sulla retina ed in particolare in quella piccolissima area chiamata fovea centrale: una struttura altamente specializzata che presiede, in condizioni di alta luminosità, alla massima acuità visiva per lontano e per vicino, alla percezione dei colori e alla sensibilità al contrasto. Nella retina avvengono i meccanismi più complessi della visione. La luce passa l’intero spessore della retina e colpisce immediatamente i fotorecettori, coni e bastoncelli, che costituiscono la parte più esterna della retina nervosa a contatto con lo strato delle cellule dell’epitelio pigmentato retinico .L’integrità dell’EPR è essenziale per la funzione di mediare gli scambi metabolici tra fotorecettori e coroide sottostante. Nervo ottico Il nervo ottico è costituito da oltre un milione di fibre nervose che originano dalle cellule gangliari della retina. La sua funzione è quella di collegare l’occhio al centro visivo del cervello chiamato corteccia visiva occipitale. Qui arrivano gli impulsi nervosi che vengono elaborati e trasformati nella percezione visiva di un’immagine. Il collegamento retina-cervello tramite il nervo ottico è così stretto che la visione è un fenomeno complesso che avviene principalmente a livello cerebrale. L'ORECCHIO L'organo dell'udito è costituito dall'orecchio, situato nella regione auricolare del capo, in parte all'esterno e in parte nello spessore dell'osso temporale con l'orecchio medio e quello interno. Suddiviso in tre parti: orecchio esterno, che ha il compito di raccogliere le onde sonore; orecchio medio, deputato a ricevere e a trasmettere le vibrazioni prodotte dalle onde sonore all'orecchio interno, il quale trasmette gli stimoli derivanti dalle vibrazioni all'encefalo e presiede al senso dell'equilibrio. Come percepiamo il suono Le onde sonore esterne vengono percepite e raccolte dal padiglione auricolare, entrano nel condotto uditivo esterno dove vengono amplificate e colpiscono la membrana timpanica , che vibra. Le vibrazioni vengono convogliate agli ossicini dell'orecchio medio, i quali trasmettono gli impulsi alla chiocciola che è costituta da una delicata struttura a spirale ripiena di un fluido. Gli impulsi giunti all'orecchio interno, viaggiando lungo terminazioni nervose, raggiungono il nervo acustico che li trasporta al cervello, dove vengono riconosciuti come suoni. Orecchio esterno L’orecchio esterno è formato da: padiglione auricolare: ha la funzione di trasportare il suono verso il canale uditivo Condotto uditivo :canale che collega l’esterno del timpano Timpano: membrana clastica Orecchio medio È formato da : incudine, staffa e martello che collegati tra loro aumentano le vibrazioni del timpano Dalla finestra ovale che è una membrana elastica posta sulla chiocciola Dalla tomba uditiva che collega la cassa timpanica alla faringe Orecchio interno E formato da : canali semicircolari dai quali dipende l’equilibrio Dalla cloclea che contiene l’endorfina , l’organo del Corti e i recettori acustici Naso È costituito da naso esterno, da una parte interna cavità nasale. Il naso esterno è in continuazione diretta con la fronte. Il suo scheletro osseo è formato dalle ossa nasali dal processo frontale e dal processo palatino del mascellare: queste ossa limitano l'apertura piriforme.Le cartilagini del naso si articolano in dietro con le ossa che formano l'apertura piriforme. Distinguiamo rispettivamente: una cartilagine impari detta cartilagine del setto, le cartilagini laterali, le cartilagini alari e cartilagini accessorie tenute insieme da una membrana fibrosa. La cute che riveste il naso esterno si continua in alto con quella della fronte, lateralmente con quella delle palpebre e delle guance, in basso con quella del labbro superiore. A livello delle narici si introflette per tappezzare il vestibolo del naso. Le cavità nasali formano la parte interna del naso e sono alte e profonde. Anteriormente si aprono nel naso esterno mediante le narici; posteriormente, terminano in una fessura verticale a lato della porzione superiore della faringe, sopra il palato molle e vicino agli orifizi delle trombe di Eustachio che portano alla cavità timpanica dell'orecchio. Sia le cavità nasali sia le narici sono rivestite da mucosa, che produce muco, e le seconde anche da peli duri, detti vibrisse. Sia il muco che le vibrisse impediscono il passaggio a sostanze estranee, quali la polvere o piccoli insetti, che altrimenti potrebbero penetrare nelle vie respiratorie insieme all'aria inspirata Ciascuna cavità nasale è suddivisa in 4 aree: il vestibolo, l'atrio, la zona olfattiva e la porzione respiratoria. Il vestibolo è la porzione iniziale allargata dell'apertura anteriore di ciascuna fossa nasale. Lateralmente è limitata dalle cartilagini alari, dalle cartilagini nasali laterali e medialmente dalla parete inferiore del setto. Il vestibolo è ricco di ghiandole sebacee e sudoripare, e nell'uomo adulto presenta peli detti vibrisse. La zona olfattiva è costituita dalla parete superiore della fossa nasale. La lamina cribrosa dell'etmoide ne è il tetto. La zona respiratoria riguarda tutta la zona restante. Nella regione del naso deputata alla percezione olfattiva, la mucosa è molto spessa; essa si presenta scura a causa della presenza di un pigmento bruno. I recettori dell'olfatto inviano gli stimoli al cervello attraverso il nervo olfattivo, che si dirama nelle cavità nasali con numerose piccole fibre. Le cavità nasali esercitano una triplice funzione: respiratoria, olfattoria e fonatoria. Funzione respiratoria: durante l'inspirazione, l'aria attraversa le fosse, di lì si divide in due flussi, di cui uno passa a contatto con la mucosa olfattoria, ed entrambi giungono alla rinofaringe. L'aria umidificata e scaldata viene ulteriormente filtrata per mezzo di grossi peli e le secrezioni nasali. Funzione olfattoria: le particelle odorose convogliate verso la mucosa olfattiva ne stimolano le ghiandole che trasmettono tramite il nervo olfattivo ai centri olfattivi cerebrali e diventano sensazioni di odore. Funzione fonatoria: le fosse nasali contribuiscono alla corretta pronuncia e modulazione delle consonanti nasali (appunto dette). Bocca o Cavità Orale La bocca (anche detta cavità orale), è localizzata nella testa. Il limite anteriore, tramite il quale comunica con l’esterno, sono le labbra, il limite posteriore è formato dal palato molle e dall’istmo delle fauci (comunicazione con la faringe). Il tetto della cavità orale è formato dal palato (duro anteriormente e molle posteriormente), le pareti laterali sono formate dalle guance. Nella bocca troviamo le arcate dentarie e la lingua. Le arcate dentarie sono 2, una superiore alloggiata sulle ossa mascellari e una inferiore alloggiata sulla mandibola. Tra le labbra e le arcate dentarie si trova uno spazio a forma di ferro di cavallo, detto vestibolo della bocca. La cavità orale, quando teniamo la bocca chiusa, è una cavità virtuale, poiché è occupata quasi completamente dalle arcate dentarie e dalla lingua, diventa invece una cavità reale quando si abbassa la mandibola. Alla bocca sono annesse le ghiandole salivari, che producono saliva sia per mantenere costantemente umettata la cavità orale, che per digerire gli alimenti durante la masticazione. La bocca appartiene sia all'apparato digerente, poiché serve per introdurre il cibo nel corpo, per compiere la masticazione, ma anche all'apparato respiratorio, sia perché fornisce passaggio all'aria, sia perché è implicata nella fonazione. La bocca è in contatto con l'esterno del corpo e può essere soggetta a diversi processi patologici ma anche avere difetti di natura congenita. La MMN e la SLA La neuropatia motoria multifocale, comunemente la MMN, è una rara patologia autoimmune che blocca i nervi motori ma non quelli sensori La SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) è una grave malattia che colpisce la capacità di muoversi e colpisce tutti i nervi MALATTIE OCULARI CATARATTA Una opacità del cristallino che riduce il visus a £20/30. Il cristallino, normalmente, è trasparente fino a dopo i 40 anni, quando possono comparire opacità non specifiche. Poiché il fattore di rischio maggiore di sviluppo di cataratta è l’età, quasi ogni individuo che vive abbastanza lo svilupperà. Altri fattori di rischio comprendono il fumo, una cattiva alimentazione, la terapia corticostero .La causa della cataratta si ritiene sia il danno ossidativo alle proteine del cristallino che riducono la solubilità; infine, opacità insolubili si formano nel tessuto altrimenti trasparente. Le cataratte sono state classificate a seconda della loro localizzazione all’interno del cristallino. Sintomi, segni e diagnosi La caratteristica di tutte le cataratte è l’assenza di dolore, la perdita progressiva della visione, ma il grado di perdita non è lineare e variabile. Sia la visione da vicino sia quella da lontano devono essere testate e dev’essere controllata la rifrazione per valutare lo spostamento del grado di rifrangenza. Quando l’opacità del cristallino si sviluppa per prima, in particolare nel nucleo, il visus è relativamente non influenzato, ma l’indice di rifrazione e poi il potere di rifrazione del cristallino aumentano . Per ogni paziente, comunque, le opacità del cristallino progrediscono e, infine, interferiscono con la visione, così che la lettura diventa difficile, anche con gli occhiali. GLAUCOMA Disturbo caratterizzato da un’aumentata pressione intraoculare che può portare a danni irreversibili al nervo ottico e, quindi, a un visus danneggiato. Il glaucoma spiega circa il 10% di tutti casi di cecità negli USA. La pressione intraoculare normale varia da 11 a 21 mm Hg; comunque, questo livello può non essere necessariamente normale per tutte le persone. L’aumentata pressione intraoculare è secondaria o all’aumentata produzione o al ridotto efflusso di umor acqueo. L’umor acqueo è prodotto costantemente nell’occhio ed è drenato continuamente. Dei due meccanismi patogenetici del glaucoma, l’efflusso ridotto è di gran lunga il più comune. Il danno al nervo ottico può derivare in parte dalle relazioni tra la pressione sanguigna all’interno del nervo ottico (pressioni di perfusione) e la pressione intraoculare. Fintanto che la pressione di perfusione eccede adeguatamente la pressione intraoculare, il nervo ottico riceve sufficiente nutrizione. PERDITA DELL’UDITO (SORDITÀ) La perdita dell’udito impedisce alle persone di avere una comunicazione efficace e può isolarle socialmente dai membri della propria famiglia e dagli amici. La perdita dell’udito contribuisce ai problemi psicosociali; può causare o aggravare la depressione, l’ansia e i sentimenti di inadeguatezza, che concorrono a una ridotta capacità funzionale. Eziologia e classificazione La perdita dell’udito può essere classificata come neurosensoriale, di conduzione, mista, centrale o retrococleare. La sordità neurosensoriale, è dovuta a una perdita di sensibilità nell’orecchio interno (coclea). Questo tipo include la presbiacusia, la perdita dell’udito dovuta all’esposizione ai rumori e la perdita dell’udito dovuta all’uso di farmaci ototossici .La presbiacusia è stata classificata come sensitiva, neuronale, metabolica o meccanica, ma questi termini non sono usati abitualmente nella pratica clinica. La perdita dell’udito per conduzione è dovuta a un blocco meccanico o fisico del suono. La perdita dell’udito mista include la presenza sia di perdita neurosensoriale che di conduzione La perdita centrale dell’udito si verifica quando i centri più alti del cervello non percepiscono normalmente il rumore. La perdita dell’udito retrococleare è causata da una lesione tra il cervello e la coclea. Sintomi e segni La perdita dell’udito può interessare la soglia dell’udito , la discriminazione o entrambe. Frequenze di suono differenti possono essere interessate. La perdita dell’udito può interessare un orecchio o entrambe le orecchie. Può colpire le orecchie in modo uguale (simmetrica) o in modo diseguale (asimmetrica). Il tinnito spesso accompagna la perdita dell’udito. I pazienti con presbiacusia più comunemente riferiscono che essi possono ascoltare, ma non comprendere. Essi possono riferire che tutti borbottano. I pazienti con presbiacusia hanno difficoltà a comprendere il linguaggio, poiché il loro udito è scarsissimo ad alta frequenza. Le droghe e i loro effetti Una cosa molto comune al giorno d oggi specialmente tra i giovani È la droga, la quale è altamente dannosa e le conseguenze dovute al suo utilizzo sono irreversibili. Essa agisce in modo distruttivo sul sistema nervoso, alterando la trasmissione degli impulsi nervosi, e causando così comportamenti negativi quali l incapacità di reagire agli stimoli o di valutare e controllare le proprie azioni. L’assunzione delle droghe causa un bisogno sempre maggiore fino ad arrivare al punto di non ritorno: la dipendenza, che a sua volta porta alla morte per overdose.