lezioni 1-2 inquadramento generale

Corso di “Politiche sociali e sistemi di welfare”
Scopo principale del corso è fornire le basi concettuali e
metodologiche per analizzare i sistemi di welfare nelle società
contemporanee, nonché le loro trasformazioni dal
dopoguerra ad oggi, delineandone le potenziali prospettive
future in relazione ai nuovi rischi sociali.
Al termine del corso lo studente sarà in grado di analizzare ed
elaborare il disegno istituzionale dei sistemi di welfare,
identificandone pregi e criticità.
Infine, sarà in grado di progettare interventi di contrasto
all’esclusione sociale e a sostegno di persone, gruppi,
comunità.
– Inquadramento generale: i sistemi di welfare state nelle
società contemporanee (5 ore)
– Processi in corso e nuovi rischi (5 ore)
– Il caso italiano: la politiche sociali partecipate (5 ore)
– Legislazione sociale (15 ore)
Con il termine Politica Sociale o Policy si fa
riferimento ad una vasta gamma di politiche
pubbliche che cambiano a seconda dei
periodi storici e dei paesi.
Ma cosa sono le politiche pubbliche?
Le politiche pubbliche sono azioni politiche
attuate dai diversi sistemi politici (in
particolare dai governi) per rispondere a
problemi di rilevanza collettiva
A causa dell’elevata influenza di agenti esterni il
concetto di Politica Sociale non può avere un
unico significato perche è soggetto a mutamenti
storici, temporali e culturali.
Inoltre non esiste una sola Policy o un solo
settore di Politica Sociale.
Per questo si parla di Politiche Sociali
Cosa si intende per Politica Sociale?
- Si intende la protezione della popolazione dai
rischi sociali, ossia una questione di cui lo
stato si deve occupare, in questo senso
Politica Sociale è la gestione pubblica dei rischi
sociali.
- Una PS si rivolge a tutti o solo a gruppi
svantaggiati?
- Fino a che punto può incidere sulle
disuguaglianze create dal mercato?
Definizione:
Le PS possono quindi essere definite come
un’insieme di interventi pubblici con scopi ed
effetti sociali variabili, che vanno da una più
equa distribuzione societaria di risorse e
opportunità, alla promozione di benessere e
qualità della vita e che hanno lo scopo di
ridurre o limitare le conseguenze sociali
prodotte da altre politiche.
Le
PS
rappresentano
quella
parte
di
politiche pubbliche che, con l’obiettivo di risolvere
problemi e raggiungere obiettivi di carattere sociale,
hanno a che fare con il benessere dei cittadini.
Cosa intendiamo con “benessere”?
I problemi e gli obiettivi che caratterizzano le
politiche sociali riguardano il benessere dei
cittadini, ovvero le condizioni di vita degli
individui, le risorse e le opportunità a loro
disposizione nelle varie fasi della loro
esistenza (fasi del ciclo di vita).
I problemi e gli obiettivi di PS:
Norme e regole relative alla distribuzione di
particolari risorse e opportunità ritenute
rilevanti per le condizioni di vita e per questo
meritevoli di essere garantite dallo Stato
Consapevolezza che i diritti civili e politici sono
una garanzia di democrazia solo se
accompagnati dai diritti sociali: sulle vecchie
solidarietà di classe iniziavano a prevalere i
diritti sociali di cittadinanza
Diritti civili +
(XVIII sec.) attengono alla personalità dell’individuo (libertà personale,
economica, di pensiero, di religione, di riunione). Lo stato non interviene,
se non per garantire che il comportamento del singolo non leda le libertà
altrui (libertà da)
Diritti politici +
(XIX sec.) attengono alla sfera dell’azione collettiva (libertà di associazione
nei partiti, diritti elettorali, implicano una libertà attiva di partecipazione
alla formazione di uno stato democratico, che interviene per incoraggiarli
(libertà di)
Diritti sociali +
(XX sec.) attengono al benessere dei singoli e dei gruppi (diritto al lavoro,
all’assistenza, allo studio, alla tutela della salute, alla libertà dalla miseria e
dalla paura). Lo stato interviene (libertà da)
= Cittadinanza sociale
Dallo stato assenteista, solo garante delle “libertà da”,
siamo passati allo stato democratico basato sulle
“libertà di” e allo stato assistenziale garante, ma
attivamente, di nuove “libertà da”
NB:
mentre la tendenza degli ultimi due secoli sembrava
dominata dalla lotta per i diritti sociali, ora si assiste
ad una inversione di tendenza e si riprende la
battaglia per i diritti civili
Due prospettive di cittadinanza:
1. CITTADINANZA come STATUS che identifica la prospettiva
marshalliana e del liberalismo classico. In questo caso
l’attenzione è rivolta in primo luogo ai diritti formali e alle
condizioni socio-economiche per l’esercizio di questi diritti
da parte del singolo cittadino.
1. CITTADINANZA come PRATICA, prospettiva questa che è
più legata al repubblicanesimo ed è caratterizzata da
un’enfasi rispetto alla dimensione attiva della cittadinanza,
intesa come partecipazione alla vita e al governo della
societa.
Nell’interpretazione “marshalliana” di cittadinanza si
evidenziano 3 componenti principali che vedono il loro
affermarsi in tre periodi storici ben definiti:
1. Diritti civili (XVIII sec)
2. Diritti politici (XIX sec)
3. Diritti sociali (XX sec)
Per Marshall questi 3 elementi si sono succeduti nel tempo
definendo la struttura della cittadinanza moderna. La
cittadinanza, per Marshall, è elemento strutturante per
l’integrazione sociale ed e completa solo con la presenza dei
diritti sociali.
Cittadinanza e forme di potere
Per molto tempo l’idea dominante di cittadinanza si
basava sul solo riconoscimento dei diritti sociali dando
per scontata la presenza di una cultura comune tra i
membri della medesima comunità. Solo recentemente il
dibattito si è esteso introducendo il tema della non
appartenenza ad un territorio o ad un comunità o ad
uno stato.
La questione allora si sposta e si incentra sul se e sul
come estendere i diritti ai non cittadini (si pensi al tema
dell’immigrazione).
I confini del concetto di cittadinanza sociale
interagiscono con le varie forme di potere presenti nella
società: con la lotta di classe, con il razzismo, con il
patriarcato.
Il concetto di cittadinanza, sia nel senso di
dotazione di diritti, di status e di pratica,
tende a definire cittadini e non cittadini,
escludendo chi cittadino non è. Anche per
questo motivo sono molti i dibattiti che si
sviluppano intorno a tale concetto.
Due dibattiti principali:
1. Il concetto di cittadinanza è contestato sia nel suo significato sia nella
sua applicazione politica, per le forti valenze in termini normativi e per le
implicazioni che questa nozione ha in rapporto al tipo di società a cui si
aspira.
1. La seconda questione fa riferimento alla cittadinanza come ad un
concetto che va contestualizzato. La definizione classica di Marshall
risente infatti molto del contesto socio-politicoeconomico in cui si è
sviluppata.
- Il concetto e il significato di cittadinanza varia a seconda del contesto
sociale politico e culturale di ciascun paese.
- Parlare di cittadinanze incorpora in sé una rappresentazione
paradigmatica dell’idea di cittadinanza: di ciò che è “nazionale” e di
quale sia e debba essere il modello di cittadinanza, cosi come dei
cittadini e del loro differente livello di riconoscimento in un’ipotetica
scala di cittadinanza: dai cittadini a pieno titolo ai non cittadini.
Nella caratterizzazione delle PS si
possono evidenziare altri due
temi rilevanti oltre a quelli di
benessere e di cittadinanza:
•BISOGNO
•RISCHIO
Bisogno
indica la carenza o la mancanza di qualcosa
necessario per la realizzazione del benessere. Un
bisogno sanitario nasce ad esempio da un deficit di
salute (carenza) che crea l’esigenza di un’assistenza
(per rispondere alla carenza e realizzare il
benessere).
Rischio
indica l’esposizione a determinati eventi che possono
accadere (es. la malattia) che quando si realizzano
minano il benessere generando un bisogno.
Tutte le assicurazioni vorrebbero avere a che fare con
cittadini giovani, istruiti e in buona salute. Epperò, abbiamo
a che fare con situazioni e problemi che, come la
disoccupazione, mettono a repentaglio le opportunità di
vita non solo di una persona, ma di una collettività.
Fonti di rischio:
•Classe
•Ciclo di vita
•Rapporti intergenerazionali (Esping-Andersen, 2000, 74 e
245).
Secondo un elenco più dettagliato (Colozzi, 2012, 9) i rischi
fondamentali dell’esistenza di cui si è occupato il welfare
sono:
•Salute
•Vecchiaia
•Infortuni sul lavoro
•Disoccupazione
•Disabilità
Mentre invece i nuovi rischi:
•Non autosufficienza
•Precarietà lavorativa
•Mancato sviluppo o obsolescenza del capitale
umano
•Esclusione sociale
•Difficoltà di conciliazione tra responsabilità
lavorative e familiari
Come finanziare le risposte ai nuovi rischi?
Come il welfare può portare risorse aggiuntive
per coprire i nuovi rischi?
Come rispondere a Bisogni e Rischi?
•Attraverso il mercato
•Attraverso la famiglia
•Attraverso il terzo settore
A partire da questi elementi e dai concetti che
definiscano la nozione di politiche sociali è
possibile definire la struttura e la natura del
concetto di
WELFARE STATE
Origine del termine
Il termine inglese di welfare state è
stato coniato dall’Arcivescovo di York
al tempo della seconda guerra
mondiale, con lo scopo di indicare un
antidoto programmatico allo stato
finalizzato alla guerra (warfare state)
della Germania nazista (EspingAndersen, 2000, 21-22).
Gli attori principali affrontano i
rischi sociali seguendo principi
diversi:
• Famiglia → reciprocità
• Stato → redistribuzione
• Mercato → rapporti monetari
Diversa capacità di stato, mercato e famiglia di
affrontare e socializzare i rischi sociali.
“…le principali cause della crisi attuale dello
stato sociale sono tutte esogene: sono scosse
la cui origine deve essere cercata nei mercati
del lavoro e nella minore stabilità delle
famiglie. Ma quando a “fallire” dal punto di
vista del welfare sono entrambe queste
istituzioni è ovvio che le crescenti pressioni
finiscano con il gravare sul solo pilastro
rimasto – lo stato sociale” (Esping-Andersen,
2000, 242).
Ancora sulla definizione di WELFARE STATE:
-“L'essenza del welfare state risiede nella protezione da parte
dello stato di standard minimi di reddito, alimentazione, salute e
sicurezza fisica, istruzione e abitazione, garantiti ad ogni
cittadino come diritto politico” (Wilenski, 1975).
- Il WELFARE STATE definisce un’insieme di interventi pubblici
connessi al processo di modernizzazione i quali forniscono
PROTEZIONE sotto forma di ASSISTENZA, ASSICURAZIONE E
SICUREZZA SOCIALE, introducendo specifici DIRITTI SOCIALI e
specifici DOVERI DI CONTRIBUZIONE FINANZIARIA (Ferrera,
1993).
Il WELFARE STATE va collocato sullo sfondo di un processo
di trasformazioni economiche, sociali e politicoistituzionali che le scienze sociali definiscono come
processo di modernizzazione.
Questo processo ha interessato, con tempi e modalità
differenti, le società occidentali a partire dal XIX secolo,
trasformando la loro struttura produttiva e occupazionale
(industrializzazione), i loro modelli di organizzazione
sociale (urbanizzazione, trasformazione della famiglia,
miglioramento del tenore di vita e alfabetizzazione di
massa) e i loro sistemi politici e amministrativi.
Il WELFARE STATE nasce come risposta alla nuova
configurazione di rischi e bisogni originati dal processo di
modernizzazione.
In termini generali si può affermare
che lo studio delle PS, analizzando
ciò che lo Stato fa per i cittadini,
consente di individuare, in parte,
una sovrapposizione tra i concetti
di WELFARE STATE e di POLITICHE
SOCIALI.
Le principali politiche sociali
• Le politiche pensionistiche (interessano
principalmente la vecchiaia).
• Le politiche sanitarie (interessano il rischio di
malattia)
• Le politiche del lavoro (interessano il rischio
di disoccupazione)
• Le politiche di assistenza sociale (interessano
vari ambiti del vivere sociale e varie figure)
• Le politiche per la casa
• Le politiche educative
Riassumendo, i concetti chiave:
 BENESSERE
 CITTADINAZA
 BISOGNI
 RISCHI
 DIRITTI/DOVERI
 ASSISTENZA
 ASSICURAZIONE
 SICUREZZA SOCIALE
Il concetto di WELFARE STATE si definisce a partire
dall’evoluzione dei processi di modernizzazione.
Nella strutturazione delle differenti politiche sociali è
fondamentale e determinate il ruolo del contesto sociale,
politico, economico e culturale.