L*equilibrio di breve periodo nella Concorrenza Perfetta

Facoltà di Scienze economiche e giuridiche
Economia aziendale
Corso di economia industriale
Prof. Provenzano C.
La concorrenza perfetta nel breve periodo
Realizzato da:
Erika Bellavia
Mattia Rampello
Alessia Zambito
La Concorrenza Perfetta:
Nel mondo reale la concorrenza perfetta si verifica raramente, essa viene studiata
perché rappresenta un ideale riferimento con cui paragonare vari mercati.
Definiamo concorrenza perfetta una situazione di mercato in cui tutte le imprese
realizzano un output omogeneo perfettamente divisibile.
Dunque i principali presupposti della concorrenza perfetta sono:
- bene omogeneo perfettamente divisibile. Tutte le imprese vendono un prodotto
identico;
- informazioni perfetta;
- assenza di costi di transazione;
- le imprese non fissano il prezzo ( sono price taker);
- assenza di esternalità.
Questo mercato è caratterizzato da un gran numero di venditori, che non possono
influenzare il prezzo, e da un gran numero di acquirenti; il prodotto è standardizzato
e non esistono barriere all’entrata.
Il gran numero di venditori, fa si che essi non possono imporre un prezzo superiore
rispetto a quello stabilito dal mercato senza perdere tutti i clienti.
Concorrenza perfetta nel breve periodo (caso
P I: PROFITTO)
PROFITTO
S
MC
Pe
AVC
D
Qe
Q
Q*
L’impresa in concorrenza perfetta, prende il prezzo come dato che è stabilito dall’incontro della
Domanda e dell’offerta di mercato.
Il prezzo di mercato rappresenta il prezzo di vendita della singola impresa, e coincide con i suoi MR e
con la sua curva di domanda.
La singola impresa in concorrenza perfetta massimizza i suoi profitti, nel breve periodo, nel punto in
cui P=MC.
A livello microeconomico, l’eguaglianza di P=MC, e quindi la
massimizzazione del profitto, per la singola impresa, è data dalla
massima distanza tra la curva dei RT e quella dei CT.
In concorrenza perfetta, la singola impresa, produce fintanto che riesce a coprire i
suoi costi variabili medi (AVC), anche se soffre una perdita.
Supponiamo che il prezzo di mercato scenda a P1.
( caso II: PERDITA)
Ad un prezzo basso pari a P1, le imprese producono Q1, subendo una perdita economica. Se il
prezzo fosse stato ancora più basso, fino a essere uguale ai costi variabili medi(AVC), si sarebbe
raggiunta la situazione di cessazione attività in cui le imprese possono decidere di
abbandonare il mercato, poiché rischiano di non coprire i costi variabili.
Come detto precedentemente, nel mondo reale, la
concorrenza perfetta non è molta diffusa.
Uno dei rari casi è rappresentato dal mercato delle
matite, le quali risultano un prodotto perfettamente
omogeneo.
Analizziamo il caso di un’impresa che
opera in tale mercato.
Esempio reale:
La Karnak ha sede a Torino e opera, fra gli altri, nel
mercato delle matite, in Italia.
Il mercato delle matite è un mercato perfettamente
concorrenziale.
In questo mercato operano 60 imprese.
IPOTESI:
-
AC = 0.13 €
Prezzo di vendita unitario, Pe = 0.50 €
AVC = 0.03€  prezzo cessazione attività
RT mercato = 3 000 000 €
CT mercato = 1 200 000 €
AVC = 15 000€
RT (karnak) = 250 000 €  500 000 Q x 0.50 P
PROFITTO KARNAK = 250 000 – 25 000= 225 000€
GRAFICAMENTE:
Da questa tabella si rileva che il punto di equilibrio di
mercato, in cui la domanda è uguale all’offerta, si
trova nel punto in cui P è 0.50€ e Q è pari a 6 000 000
di matite.
Mercato
Karnak S.a.
MC
AC
AVC