Uscita didattica in occasione della giornata della Terra. 20 aprile 2016 Si trova nelle vicinanze di Punta Palascia. E’ un ex giacimento di estrazione mineraria, in cui, ormai, si è formato un laghetto. La sua formazione è avvenuta per via delle infiltrazioni d’acqua provenienti dalle falde nel sottosuolo della zona. L’estrazione di Bauxite nella cava di Otranto ha avuto inizio nel 1940 per finire nel 1976. La Bauxite veniva utilizzata per l’estrazione dell’alluminio. La Bauxite è una roccia sedimentaria di colore rosso. La scoperta del giacimento si rivelò meno importante di quanto si credesse, poiché non era una vera e propria bauxite, ma bensì Pisoliti , che presentano un tenore di allumina piuttosto scarso. Le pisoliti sono delle concrezioni di materiale bauxitico formatasi a strati concentrici. Torre del Serpe Si ritiene che la sua costruzione risalga al periodo romano e che la torre avesse la funzione di faro. Fu restaurata in età federiciana, in seguito ad un potenziamento strategico voluto dallo stesso Federico II. Il nome è legato ad un'antica leggenda che racconta di un serpente che ogni notte saliva dalla scogliera per bere l'olio che teneva accesa la lanterna del faro. Un'altra leggenda narra che pochi anni prima della presa di Otranto nel 1480 i Saraceni si erano diretti verso la città salentina per saccheggiarla, ma anche in quell'occasione il serpente, avendo bevuto l'olio, aveva spento il faro. I pirati senza punti di riferimento passarono oltre e attaccarono la vicina Brindisi. 1° Tappa: La costa tra Otranto e Santa Maria di Leuca è dominata da una superficie che, corrisponde più o meno al fianco di una scogliera corallina. La morfologia della costa Otranto-Leuca offre tratti da utilizzare come punti di approdo. La formazione dell’insenatura di Porto Badisco è dovuta alla parziale sommersione di una valle fluviale, chiamata Canalone. E’ stata modellata da condizioni climatiche più umide di oggi, quando il livello marino era più basso. Il rapido scioglimento delle calotte glaciali produsse il veloce innalzamento del livello del mare che si trovava a 50 metri più in basso rispetto a quello attuale. 2° Tappa: Nella spiaggetta di Porto Badisco è possibile intuire la presenza di una piccola sorgente costiera. La sorgente è una delle tante che caratterizzano il perimetro costiero del Salento ed è alimentata da una falda carsica presente nel sottosuolo. La penisola salentina è costituita da rocce calcaree di età mesozoica. Esse sono permeabili per fratturazione e carsismo tant’è che le acque s’infiltrano molto velocemente sottoterra, dando vita a una falda carsica profonda. .Le acque dolci, meno dense delle acque marine, sono costrette a interrompere il loro moto verso il basso e a dirigersi lateralmente, verso la riva, formando una sorgente. Più avanti, il sentiero supera tramite un ponticello un canale scavato dall’uomo. Questo fu necessario dopo i persistenti allagamenti nella zona di Minervino a seguito del nubifragio avvenuto nell’ottobre 1957. Le acque di ruscello, dopo un breve percorso, s’infiltrano nel sottosuolo in punti di assorbimento presenti sul fondo di depressioni tettoniche che possono essere anche carsiche. 3°Tappa: Sulla sponda dell’insenatura possiamo osservare diversi tipi di roccia. Queste sono tutte sedimentarie di origine marina, ma si differenziano tra loro per litologia, età e fossili. Le rocce più antiche affiorano verso la riva. Sono costituite da calcari bianchi. 25 milioni di anni fa una scogliera corallina si sviluppò lungo il tratto di costa tra Otranto e Leuca. La scogliera proteggeva dal mare aperto un’ampia laguna interna. Le condizioni climatiche dovevano essere di tipo tropicale. Milioni di anni dopo sui calcari a coralli si vennero a formare delle sabbie calcaree che si sono poi trasformate in rocce calcarenitiche, tramite un processo di diagenesi. Su queste rocce è possibile ammirare la presenza di noduli algali. 4° Tappa: Nei pressi della pineta si trova la Chianca liscia, si tratta di un’ampia superficie rocciosa regolare e articolata da deboli ondulazioni. Essa è una microforma carsica epigea, prodotta da un’intensa dissoluzione del substrato roccioso carbonatico. Le acque meteoriche sono generalmente caratterizzate da un debole tenore di CO2 e quindi sono poco aggressive nei confronti del carbonato di calcio. La debole azione di dissoluzione delle acque meteoritiche mette perciò in risalto i granuli più resistenti. Quando le acque meteoriche penetrano sotto il suolo invece si arricchiscono di anidride carbonica e diventano più aggressive sulla roccia calcarea. L’asportazione successiva del suolo fa emergere la Chianca liscia. 5°Tappa: C’è un ampio terrazzo marino che caratterizza la fascia costiera di Porto Badisco. Esso è un fondale marino modellato dal moto ondoso che a causa del livello del mare, e dell’innalzamento tettonico dell’area, viene a trovarsi in un ambiente subaereo. Un terrazzo marino si forma durante un periodo di stazionamento del livello del mare che determina l’arretramento di una falesia. Questo si è formato, molto probabilmente, in un periodo interglaciale. L’incisione fluviale del Canalone si è sviluppata con un livello del mare di circa 20 metri più in basso di adesso. La costa estesa tra Torre santa Sabina e Leuca mostra gli effetti dell’impatto di un maremoto verificatosi nel febbraio del 1743. Hanno riconosciuto un blocco pesante 70 t. che è stato trascinato e capovolto da un maremoto. I blocchi di grosse dimensioni si trovano sulla superficie rocciosa prodotta dal distacco dei blocchi. Il terremoto del 1743 fu responsabile di distruzione e morte in numerosi centri del Salento, ma anche della formazione di due distinte onde di maremoto che si abbatterono con molta violenza lungo la costa tra Otranto e Leuca * Una dolina è una conca chiusa, tipica dei pianori costituiti da rocce calcaree, formatasi in seguito alla dissoluzione del carbonato di calcio costituente le rocce; è una morfologia tipica di aree in cui si manifesta il carsismo superficiale. * Idrologicamente è un piccolo bacino idrografico, con un reticolato idrografico centripeto, il cui centro si riempirebbe d'acqua originando un laghetto se le sue pareti ed il suo fondo fossero impermeabili; invece, di solito, l'acqua viene scaricata attraverso vie sotterranee, questo in quanto sul fondo delle doline è quasi sempre presente un inghiottitoio (imbuto naturale) attraverso il quale l' acqua meteorica penetra nelle cavità sotterranee. * Dato che lo studio del carsismo superficiale si è sviluppato proprio dalle osservazioni effettuate nella regione del Carso, il termine dolina è diventato di uso universale per indicare una valle carsica. Presentazione realizzata da Sara De Luca della classe 2°C Bibliografia: Le acque del Salento di Paolo Sansò e Andrea Vitale Lo scrigno di pietra Guida geologica di Porto Badisco di Paolo Sansò