Farmaci generici e biosimilari in
pediatria: risorsa o rischio?
Mario Moi
Cagliari, 31 Maggio 2014
Cambiare solo è eterno,
perpetuo, immortale.
Arthur Schopenhauer
SEXTANTFARMA 2013
I FARMACI EQUIVALENTI – ATTUALITÀ E PROSPETTIVE
Ristorante “ALLA SALUTE”
CONSUMA
ma non
conosce
PAGA
paziente
Stato
Conosce e
ORDINA
OFFRE
medico
azienda
PREMESSA
Due medicinali, per essere perfettamente uguali devono essere licenziati dallo stesso impianto
di produzione, avere un'identica composizione in princìpi attivi (i quali devono avere la
stessa granulometria e non devono presentare significative differenze percentuali in termini
di eventuali polimorfi) ed in eccipienti; infine devono essere state sottoposte alla stessa
lavorazione tecnologica.
Un paziente che deve assumere un farmaco, sia come farmaco
originatore sia in una o più alternative generiche, così come un
medico che deve prescriverlo, si pongono essenzialmente una
domanda: i diversi prodotti sono veramente equivalenti in termini di
efficacia e sicurezza?
Farmaco generico: bioequivalente
•
•
•
Definizione AIFA: un medicinale equivalente ( generico) è una
copia del suo medicinale di riferimento ( brand) presente sul
mercato da molti anni ( 10 in Italia), il cui brevetto sia scaduto.
Direttiva 2001/83/CE, codice dove sono contenute tutte le norme
che regolano il settore farmaceutico europeo.
Italia: Decreto Legislativo24/04/2006, art.10 comma 5 lettera b:
Un medicinale che ha la stessa composizione qualitativa e
quantitativa di sostanze attive e la stessa forma farmaceutica del
medicinale di riferimento nonché una bioequivalenza con il
medicinale di riferimento dimostrata da studi appropriati di
biodisponibilità.
Requisiti di un medicinale equivalente
Stesso principio attivo
Libero da brevetto
Stessa forma farmaceutica e via di somministrazione
Stesso dosaggio unitario
Bioequivalenza col medicinale di riferimento: azione
terapeutica sovrapponibile tra due farmaci di uguale
composizione forma e dosaggio
• Costo inferiore teorico del 20% rispetto al
riferimento ( la media è 51%)
Qualità: norme di buona fabbricazione (NBF)
Contenuto: 95% - 105% di principio attivo dichiarato
•
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•
Quando un prodotto si definisce equivalente
Farmaceutico?
Due prodotti che contengono lo stesso principio attivo in termini qualitativi
( molecola) e quantitativi (dose) e che, come preparazione farmaceutica,
sono destinati alla stessa via di somministrazione si definiscono
equivalenti farmaceutici.
Un equivalente può differire dall’originatore in molte caratteristiche: forma,
meccanismo di rilascio, impacchettamento, eccipienti (tra cui coloranti,
conservanti, edulcoranti ecc), data di scadenza, foglietto illustrativo e,
entro certi limiti, etichettatura.
È importante precisare che gli equivalenti farmaceutici
non sono necessariamente bio equivalenti .
Studio di bioequivalenza
• Serve a dimostrare che la differenza di
biodisponibilità tra due prodotti simili non
superi un certo intervallo di variabilità ritenuto
compatibile con la equivalenza terapeutica.
• la Comunità scientifica è concorde nel
sostenere che due farmaci sono bioequivalenti
quando le differenze riscontrate dal confronto
della loro biodisponibilità non superano il limite
prefissato di +/- 20%. (differenza minima
per l’adulto, ma per i bambini?)
Quando un prodotto si definisce Bioequivalente?
Per dimostrare la bioequivalenza di un prodotto, si ricorre allo
studio farmacocinetico di bioequivalenza (in vivo).
Il quesito scientifico non riguarda l’efficacia della molecola, che è
già nota, ma la performance farmaceutica e quindi il profilo
farmacocinetico.
Per dimostrare la bioequivalenza, si confronta il
valore medio di alcuni parametri
farmacocinetici ottenuti dalla misurazione
delle concentrazioni ematiche del farmaco
in un gruppo di volontari sani (24-36), ai quali
viene somministrata in due periodi successivi (studio crossover) una singola dose a digiuno dei due prodotti a confronto .
Non esistendo alcun metodo statistico per dimostrare
l’uguaglianza di due prodotti, gli studi di bioequivalenza
si propongono di verificare l’assenza di una differenza
clinicamente rilevante attraverso la stima di una
differenza minima ammissibile (cioè “essential
similarity”).
Quando un prodotto si definisce Bioequivalente?
I parametri farmacocinetici che vengono studiati sono l’area sotto la curva delle
concentrazioni plasmatiche (AUC) e la concentrazione di picco (Cmax).
I due parametri devono essere sovrapponibili con un margine di tolleranza del 20%.
Il valore ± 20% è stato scelto perché i fenomeni biologici sono variabili, infatti due unità posologiche dello
stesso farmaco, somministrate a due differenti soggetti o in diversi momenti, danno curve di
biodisponibilità differenti.
Con accordi internazionali, si è stabilito che gli intervalli di confidenza del 90% dei quozienti fra la media
delle AUC e delle Cmax tra il riferimento e l'equivalente rientri nel limite prefissato del +/-20%, che
equivale ad un limite da 0,8 a 1,25 in scala logaritmica, in questo modo l'intervallo 0,80 - 1,25 esprime la
variabilità della risposta farmacocinetica che è caratteristica intrinseca del farmaco, normalmente simile
tra Test e Riferimento.
La scala logaritmica è necessaria in quanto la distribuzione di probabilità è di tipo logaritmico. Così,
l'intervallo 80 - 120% rispetto all'originator diviene ln 0,80 = - 0,223 e quindi, per simmetria, all'estremo
superiore (120%) deve essere di segno opposto, che in numeri naturali porge exp(0,223) = 1,25 .
Teoricamente la variazione fra un prodotto e l’altro potrebbe raggiungere il 45%;
Limiti della definizione di bioequivalenza
Gli studi di bioequivalenza non utilizzano parametri clinici
di efficacia, bensì si limitano a confrontare la
biodisponibilità Farmacologica di due prodotti (cioè
AUC e Cmax).
L’intervallo di bioequivalenza è uno standard stabilito
convenzionalmente attribuendo maggior rilievo alla
variabilità del comportamento in vivo della
formulazione piuttosto che alla variabilità della
risposta terapeutica nella popolazione dei pazienti.
Un intervallo di bioequivalenza così ampio, non
differenziato per categoria terapeutica e per classe
farmacologica, tende a trascurare le altre variabili
farmacologiche e cliniche che possono incidere
significativamente sull’equivalenza terapeutica di due
prodotti.
(Per alcuni prodotti l’intervallo potrebbe essere troppo
largo, mentre per altri troppo stretto).
Due distinte distribuzioni teoriche
normali (gaussiane) che pur
presentando la stessa media (μ)
hanno variabilità molto differenti:
la curva A mostra una variabilità (σ
= deviazione standard) molto più
ridotta (σ = 0,7) della curva B (σ =
1,4).
Limiti della definizione di bioequivalenza
La procedura matematico-statistica adottata negli studi di
bioequivalenza consente di stimare una
bioequivalenza “media”, calcolata su una
popolazione.
Al medico interessa disporre di una bioequivalenza
“individuale”, che si riferisce al paziente al quale
somministrare il farmaco.
Oltre al valore medio, si dovrebbe considerare la
distribuzione dei parametri di biodisponibilità .
La bioequivalenza “media” coinciderebbe con la
bioequivalenza “individuale” se gli indici di
distribuzione di AUC e Cmax per i due prodotti a
confronto fossero uguali.
In caso contrario, le due formulazioni, anche se
bioequivalenti dal punto di vista statistico, potrebbero
non essere terapeuticamente equivalenti per il singolo
paziente a causa della diversità di distribuzione delle
biodisponibilità.
Seppur difficilmente praticabile, occorre stimare la bioequivalenza
individuale, ossia entro soggetto (anche in diverse condizioni),
e valutare in quale percentuale i singoli soggetti rispondono a
entrambi i prodotti, generico e originatore. La biodisponibilità
individuale si configura, quindi, come il criterio fondamentale
per poter applicare la norma della sostituibilità tra
formulazioni nel corso di un trattamento in atto, senza
pregiudicare il profilo terapeutico e la sicurezza.
Limiti della definizione di bioequivalenza
Il concetto di bioequivalenza non gode della proprietà
transitiva: non è possibile concludere, senza una
verifica diretta, che due prodotti, ciascuno
bioequivalente con lo stesso standard di riferimento
(originatore), siano bioequivalenti tra di loro- BioCreep.
Per esempio, supponendo che un generico abbia
una biodisponibilità (valutata in AUC) +16%
ed un secondo generico -14%, entrambi sono
bioequivalenti rispetto allo standard con cui
sono stati confrontati (originatore), ma non
sono tra loro bioequivalenti essendo la
differenza tra loro superiore al 20%.
I medicinali equivalenti sono (su base normativa!)
confrontati unicamente con il medicinale
originatore e così l’interscambiabilità fra
equivalenti è solo supposta.
Paul è poco più basso di Tony e poco più alto di
John, ma Tony è molto più alto di John!
Epilessia: Limiti della definizione di bioequivalenza
Sebbene gli antiepilettici non siano farmaci particolarmente
costosi rispetto ad altri, a causa dell’elevata prevalenza
della malattia e la lunga durata del trattamento, la spesa
farmaceutica relativa all’epilessia non è trascurabile.
Epilessia: Limiti della definizione di bioequivalenza
In linea generale si può ragionevolmente accettare che i controlli preposti all'AIC (Autorizzazione
Immissione in Commercio) dei medicinali equivalenti forniscano una sufficiente garanzia ad
assicurare la loro interscambiabilità con il farmaco brand. Tuttavia, non si possono nascondere
alcuni problemi che sono stati sottostimati o del tutto trascurati. I test di bioequivalenza, come
vengono attualmente effettuati, consentono di stimare una "bioequivalenza media di
popolazione", e non una "bioequivalenza individuale".
La maggior parte dei farmaci antiepilettici è caratterizzata da un ristretto indice
terapeutico. È plausibile che riduzioni modeste dei livelli plasmatici, ad esempio,
dell’ordine del 20%, possano essere sufficienti a determinare la ricomparsa di una crisi
epilettica in pazienti precedentemente controllati dalla terapia .
Una simile situazione può presentarsi dopo sostituzione di un prodotto farmaceutico con
un altro, anche se bioequivalente
Questo principio è riconosciuto a livello normativo in alcuni Paesi Europei, come la
Germania, che non permettono, per farmaci a ridotto indice terapeutico, la
sostituibilità “automatica” con generici da parte del farmacista.
Health Canada ha adottato un intervallo di bioequivalenza più stringente (cioè 90-112%)
per i farmaci a dose critica.
RISORSA
I farmaci equivalenti non sono di
qualità inferiore rispetto ai branded
Non contengono meno principio attivo
Gli eccipienti non interferiscono
sull’assorbimento
Se il paziente è ben controllato è
possibile la switch therapy
LE NORMATIVE SUGLI EQUIVALENTI
SEXTANTFARMA 2013
1.
I FARMACI EQUIVALENTI – ATTUALITÀ E PROSPETTIVE
Lo spostamento dei volumi dall’anno 0 all’anno varia sensibilmente da
paese a paese. Uk e Germania mostrano un erosione a favore del
generico molto veloce già il primo anno. In paesi come Italia e Francia
non solo l’erosione è più lenta, ma è evidente la capacità dell’industria
brand di tenere l’effetto switch verso il generico molto basso nel tempo.
Come è cambiata l’assistenza:
Territorio
Come è cambiata l’assistenza:
ospedale
Trend QdM Generici puri su Mkt Etico Retail
25%
QdM gx puri su tot mkt etico retail
Unità
Valori
20%
17,2%
18,0%
18,5% 18,9%
19,3%
15,9%
14,1%
15%
11,5% 11,9%
10,8%
9,7%
10%
7,9%
6,6%
5%
5,4%
4,7%
12,9%
9,6%
8,1%
3,9%
11,7%
12,4%
6,5% 6,1%
6,9%
4,0%
2,9%
3,4%
0%
1,5%
2,0% 2,3%
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Spesa
• In Germania, GB il mercato dei Farmaci
Generici copre il 70% delle quote
• Negli USA 80%
• Italia 15% circa
Effectiveness and safety of generic formulation of
piperacillin/tazobactam (Astaz-P) for treatment
of infected patients at Siriraj Hospital
J Med Assoc Thai 2013
Charoenpong
Il farmaco generico ha una efficacia sovrapponibile al
farmaco brand per la terapia delle infezioni ospedaliere
The role of generic medicine and biosimilars in oncology in
low income countries
Ann Oncol 2013
Renner
L’alto costo dei farmaci anticancro spesso fa
interrompere l’uso della terapia. La presenza del
farmaco generico può essere un aiuto in quanto il suo
costo è spesso inferiore di sette volte. La sfida è
quella di garantire la qualità e la sicurezza del
farmaco stesso, in particolare nelle patologie
oncologiche pediatriche.
Seizure outcomes following the use of generic versus brand name
antiepilectic drugs: a systematic review and meta- analysis
.
Kesselheim, Drugs 2010
Clinical equivalence of generic and brand name drugs used in cardiovascular
disease; a sistematic review and meta-analysis.
Kesselheim, Jama 2008
Whereas evidence does not support the notion that brand –name drug used are superior to
generic drugs.
I 15 principi attivi più prescritti in
Pediatria
Amoxicillina + ac.clav
Beclometasone
Amoxicillina
Salbutamolo
Claritromicina
Azitromicina
Betametasone
Cefixima
Budesonide
Flunisolide
Salbutamolo+ altri
Cefpodoxima
Cetirizina
Fluticasone
Cefacloro
Punti critici
Agenzie istituzionali
Liste di sostituibilità
Controlli post AIC
Aziende farmaceutiche
Attenzione all’utente finale (eccipienti)
Segnalazione del sito di produzione
Prescrittori
Orientarsi verso aziende di riferimento
con importanti realtà produttive
Selon moi, le médicament générique est une arnaque, une
escroquerie intellectuelle et une tromperie économique. Le
seul moyen d’échapper au pharmacien est de demander au
médecin d’écrire en toutes lettres sur l’ordonnance : non
substituable à côté de chaque médicament.
Dr. Saveur Boukris
• Chi non deve prendere farmaci generici?
Coloro che hanno malattie croniche
• Chi può prendere i generici?
Sono adatti a pazienti giovani che stanno bene
per un periodo di tempo breve e per una
patologia facilmente risolvibile
rischio
• La qualità: la maggior prescrizione degli equivalenti
non dovrebbe derivare da obblighi prescrittivi
conseguenti a una legge “calata dall’alto”, bensì dalla
convinzione in chi prescrive, proprio della loro
equivalenza in termini di efficacia e innocuità rispetto
ai griffati.
Quella che va promossa è una campagna di controllo e
verifica sui generici (che non c’è!) e di informazione
presso i prescrittori e i pazienti (che non c’è!). Ne
consegue che i dubbi rimangono e spesso sono
giustificati. Il medico perciò prescriverà il principio
attivo e poi scriverà su ricettario bianco il farmaco
griffato di cui si fida senza di fatto cambiare nulla!
La spesa
• Se la spesa è l’unica ragione per prescrivere il
farmaco equivalente, questo può essere
motivo di confusione e di scarsa qualità,
soprattutto nel paziente anziano e cronico
che ha spesso la tendenza a fare confusione e
basta il colore della scatola a creare problemi.
LA NORMATIVA NON OBBLIGA IL MEDICO A
PRESCRIVERE IL FARMACO GENERICO:
deve prescrivere il principio attivo! Questo, quando riferito a
farmaci dal brevetto scaduto, potrebbe innescare il
circolo virtuoso di abbassamento prezzi; quando,
viceversa, riferito a farmaci senza equivalenti generici,
provoca sfacelo: non è più il medico, che conosce il
paziente, a indicare il farmaco, bensì il farmacista che non
conosce il paziente a darlo!
Oltre a eventuali errori a scapito della salute del paziente, si
innesca un meccanismo perverso che può andare dal
consegnare i farmaci sui quali si ha maggior sconto (legge
di mercato) al comparaggio vero e proprio da parte di
alcune farmacie. Se questo era quanto si voleva evitare
togliendone la possibilità ai medici, fermiamoci a
considerare che il medico “movimentava” 30 confezioni/
mese di un dato brand, mentre la farmacia ne può
“movimentare” 3000!
Da chi va la casa farmaceutica per l’informazione?
Generic and brand name L-thyroxine are not bioequivalent
for children with severe congenital hypothyroidism.
Carswell , J Clin Endocrinol Metab 2013
31 pz il farmaco generico non è sovrapponibile per efficacia e
bioequivalenza soprattutto nei bambini con età inferiore ai tre
anni
Changed constitution without change in brand name - the
risk of generics in epilepsy
Patel, Epilepsy res 2012
Il livello del farmaco può fluttuare se si passa dal brand al generico
Original salbutamol versus similar salbutamolin children with
asthma exacerbation: a randomized, controlled, double blind
study
Molise, Arch Argent Pediatr 2012
Nessuna differenza fra i FEV1 tra il brand e l’equivalente
?
• Plasma efavirenz in HIV infected children treated
with generic antiretroviral drugs in India.
Ramachandran, Indian Pediatr 2010
La maggioranza dei bambini trattati col generico
EFV alle dosi raccomandate avevano un livello
ematico al’interno del range terapeutico.
E gli altri?
Rischio : la qualità
• Da dove arriva il principio attivo?
Grandi aziende del farmaco commercializzano i
farmaci generici: Sandoz Novartis, Winthrop
Sanofi, Merck, Doc Chiesi etc.
Il controllo è rigoroso….
Ma le Aziende molto piccole, quelle “locali” hanno
lo stesso grado di controllo e quindi di qualità?
Il basso costo influisce sulla confezione e in
Pediatria può essere un problema per il Dosaggio
Rischio: la responsabilita’
• Sostituire un farmaco, anche generico, ma di
una azienda conosciuta con un altro di una
azienda sconosciuta lascia al medico solo la
responsabilità giuridica…
SOSTITUIBILI
Ragionando a contrario sui doveri imposti dall’art. 15, comma
11-bis, L. 135/2012, il medico è esente da responsabilità
quando:
• curi un paziente, per la prima volta, per una patologia cronica
ovvero per un nuovo episodio di patologia non cronica
• ha informato il paziente della presenza in commercio di
medicinali aventi lo stesso principio attivo,
• perché non ha esperienza diretta o non ha avuto occasione di
esperienza negativa sulla qualità e bioequivalenza del farmaco
farmaci sostituibili-responsabilità
Sempre ragionando a contrariis, il medico è
sempre responsabile per eventuali danni
lamentati dagli assistiti e derivanti dalla
dispensazione di farmaci “generici” dei
quali non è accertata la bioequivalenza,
ovvero contengono altri eccipienti e
comunque sono diversi dal farmaco da loro
prescritto o in uso abituale dell’assistito
• Perché la prescrizione presume una
specifica competenza professionale
“Sostituibile con farmaco equivalente
per principi attivi ed eccipienti ”
• Una soluzione per evitare in giudizio l’accusa di
non aver apposto l’annotazione “non
sostituibile” a tutela dell’assistito, in caso di
danno riferibile al generico dispensato in
sostituzione dal farmacista,
potrebbe essere quella di apporre invece
l’annotazione “sostituibile con farmaco
equivalente per principi attivi ed eccipienti ”.
“Sostituibile con farmaco equivalente
per principi attivi ed eccipienti ”
• Così il medico dimostra la propria chiara volontà
di prescrizione a tutela dell’assistito,
• senza sollevare il sospetto di voler favorire col
timbro “non sostituibile” un marchio in
particolare,
• senza assumersi la responsabilità per la
dispensazione discrezionale operata in farmacia
di medicinali generici della cui qualità e
bioequivalenza il medico non ha esperienza
diretta o ha avuto esperienza negativa
“Sostituibile con farmaco equivalente
per principi attivi ed eccipienti ”
• Il medico ha infatti piena facoltà di dettagliare
la propria prescrizione sulla ricetta e questa
nuova annotazione non è vietata da alcuna
norma;
• Con l’effetto che il farmacista, pur non
essendovi obbligato, si deve uniformare ad
essa, per evitare la responsabilità personale in
caso di dispensazione difforme dalla
prescrizione medica.
Il Farmaco biosimilare
• Definizione EMA 2012: per medicinale biosimilare si
intende un medicinale sviluppato in modo da risultare
simile a un medicinale biologico già autorizzato.
• QS differiscono dal farmaco generico che ha una struttura
più semplice e sono considerati identici al riferimento. Il
biosimilare è, invece la stessa sostanza biologica ma come
questa può presentare minime variabilità naturale. Un
biosimilare viene approvato quando questa variabilità non
influisce sulla sicurezza e sulla efficacia. Qualche volte, se le
tecniche di produzione sono più innovative addirittura il
biosimilare può essere persino migliore dell’originale. Alla
normativa Europea si sono rifatte anche Usa, Canada
Australia e Giappone
Farmaci biosimilari
• Dal 2006 al 2008 immissione in commercio dei
biosimilari di GH, Epoetine e fattori di crescita
dei granulociti, filgrastim
• Giugno 2013: autorizzazione all’immissione in
commercio di due biosimilari dell’infliximab.
Risparmio tra 2007 – 2020 in 8 paesi (D, GB, F,
SPA, I, PL, ROM, SVE) per l’uso di biosimilari di
filgrastim e epoetine : 11.8 – 33.4 mld di €
nei prossimi anni si assisterà ad una serie di scadenze brevettuali
nel settore biotech: 45 farmaci biologici con vendite per 58
miliardi di $ perderanno il brevetto entro il 2015:
Tra queste
QUINDI
• OCCHIO ALLA SPESA
• OCCHIO ALLA QUALITA
• OCCHIO ALL’ AVVOCATO
Darwin’s theory confirms the need
to Change for survival….
It is not the strongest
species that survives
nor the most intelligent
but the ones most
responsive to CHANGE
C.Darwin
GRAZIE
Epilessia: Limiti della definizione di bioequivalenza
• Poiché gli studi di bioequivalenza sono condotti con la somministrazione di
una singola dose in soggetti adulti sani volontari, per definizione sono esclusi
i pazienti affetti dalla patologia di interesse (epilessia), che, nella realtà
clinica, possono presentare comorbidità o essere in trattamento con altri
farmaci, che possono introdurre variabilità nel profilo farmacocinetico del
prodotto equivalente, contenente differenti eccipienti rispetto al prodotto
originatore.
• Sebbene il disegno dello studio di bioequivalenza sia statisticamente valido,
sorge il dubbio se questo approccio normativamente regolamentato sia
anche clinicamente appropriato
• In particolare, si ritiene ragionevole domandarsi se i dati generati dagli studi
di bioequivalenza non possano essere generalizzati a tutti i gruppi di pazienti,
come per esempio la popolazione geriatrica in cui, come è noto, si osserva
un’alterazione di molti parametri farmacocinetici.
• L’estrapolazione dei risultati di uno studio di bioequivalenza in singola dose
non predice necessariamente il profilo farmacocinetico del farmaco che,
somministrato cronicamente, ha raggiunto lo steady-state. Un prodotto
equivalente (farmacocineticamente poco performante perché si discosta dal
prodotto originatore) può rientrare nell’ (ampio) intervallo di bioequivalenza
se somministrato in singola dose, ma non in dosi multiple
Similarità farmacocinetica
In attesa di risultati scientificamente validati, la proposta di
considerare la similarità farmacocinetica come valore
aggiunto per differenziare e quindi selezionare
l’antiepilettico equivalente più confacente alle
necessità del singolo paziente può essere accolta
favorevolmente dai medici che intendono beneficiare
del (consistente) risparmio economico.
Il concetto di “similarità farmacocinetica” può costituire un
criterio aggiuntivo che il medico può adottare.
Questo problema non è stato ancora affrontato in Italia, a
differenza degli Stati Uniti, dove un Red Book
periodicamente aggiornato, riporta tutte le
bioequivalenze studiate.
La pubblicazione dei parametri farmacocinetici e dei
rapporti di bioequivalenza dei prodotti generici nella
scheda tecnica dovrebbe essere resa normativamente
obbligatoria.
Tenuto conto della maggiore variabilità che si osserva
generalmente nel confronto dell’area sotto la curva si
potrebbe fare riferimento esclusivamente airisultati
ottenuti dal confronto dei livelli di concentrazione
massima.
Biodisponibilità
Rappresenta la percentuale di farmaco che
è reso disponibile all’organismo
 L’iniezione intravenosa del farmaco determina una
biodisponibilità del 100%
 Nelle altre vie di somministrazione la biodisponibilità
può essere inferiore al 100%
BIOEQUIVALENZA
Un medicinale viene definito equivalente quando ha la stessa composizione
qualitativa e quantitativa in termine di sostanze attive e la stessa forma
farmaceutica di un medicinale di riferimento, nonchè una bioequivalenza (BE)
con il medicinale di riferimento dimostrata da studi appropriati di
biodisponibilità (medicinale equivalente e medicinale di riferimento possono
differire nella formulazione in eccipienti).
Due prodotti sono considerati "bioequivalenti" se le loro biodisponibilità,
ovvero la quantità di farmaco che passa nella circolazione generale dopo
somministrazione per qualsiasi via e la velocità con cui avviene tale
passaggio, dopo somministrazione della stessa dose molare, sono così
simili da far sì che i loro effetti, in termini di efficacia e sicurezza, siano
essenzialmente gli stessi.
• Per ottenere l’autorizzazione alla immissione
in commercio il produttore non è tenuto a
presentare studi di efficacia e sicurezza in
quanto la molecola è già nota.
• Deve invece produrre dati che dimostrino la
bioequivalenza e la qualità con il “branded.
Il richiedente non è tenuto a fornire i
risultati delle prove precliniche e delle
sperimentazioni cliniche se può
dimostrare che il medicinale è un
medicinale generico di un medicinale
di riferimento che è autorizzato o è
stato autorizzato da almeno 8 anni in
Italia o nella Comunità europea.