Disturbi specifici dell’apprendimento
Come il sistema educativo israeliano si misura con bambini che
soffrono dei diversi disturbi specifici dell’apprendimento.
Dr. Emad Gith
Docente presso il reparto di psicologia, diritto e etica, centro
internazionale di salute, diritto e etica, facoltà di giurisprudenza –
Università di Haifa – Israele.
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Direttore del servizio psicologico educativo – Arraba – istituto
riconosciuto di specializzazione in psicologia educativa
Nell’incontro di oggi, cercherò di presentare la necessità che guida
il sistema educativo nella cittadina di Arraba, per mezzo del
metodo usato per misurarsi con la popolazione degli scolari dall’età
prescolare fino all’età della scuola elementare.
Nel secondo incontro, che avrà luogo domani, mi concentrerò sul
sistema usato per misurarsi e preparare gli studenti che affrontano
gli esami di maturità e soffrono di disturbi dell’apprendimento.
Come si individuano gli studenti in vista degli esami di maturità?
Quali sono gli adattamenti e le facilitazioni date agli studenti che
soffrono di disturbi specifici dell’apprendimento?
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• In breve desidero dire che Arraba, il luogo dal quale arrivo, è una
cittadina arabo-israeliana che si trova vicino a Nazaret. Gli arabi
che vivono in Israele costituiscono circa il 20% dei residenti in
Israele e di questi quasi il 10% sono cristiani, l’85% musulmani e ci
sono appartenenti alla religione Bahai, drusi e circassi.
• Su di noi vige pienamente la legge israeliana. Quando parliamo
delle leggi del Ministero della Pubblica Istruzione queste sono
applicate pienamente sia nella società araba che nella società
israeliana nello Stato.
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Desidero dire che come cittadino arabo nello Stato
di Israele godo di tutti i diritti come ogni residente
israeliano ebreo, non ci sono differenze fra ebrei e
arabi nella circolare del direttore generale del
Ministero della Pubblica Istruzione.
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Nella cittadina di Arraba nella quale vivono circa 24 mila persone e nella
quale lavoro, esistono sistemi educativi che comprendono:
 18 asili obbligatori normali
 35 asili pre-obbligatori normali
 2 asili per educazione speciale – linguistico
 Un asilo per educazione speciale – curativo.
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 6 scuole elementari – una classe di educazione speciale in ogni
scuola
 3 scuole medie – una classe di educazione speciale in ogni scuola
 3 scuole superiori, ore di integrazione per studenti definiti come
ragazzi che richiedono educazione speciale in ogni scuola.
 Una scuola per educazione speciale. Scuola di zona, studenti che
soffrono di ritardo medio – 36 ragazzi.
 Azienda agricola che offre servizi educativi relativi all’argomento a
scuole elementari e per l’età delle scuole medie.
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Il servizio psicologico da me diretto è stato fondato nel 1994 e vi
lavorano 10 psicologi.
Diamo una risposta terapeutica e formativa a tutto il sistema
educativo della cittadina. In ogni scuola elementare entra uno
psicologo due giorni la settimana.
Da circa un decennio si è creato un legame amministrativo e
professionale fra il servizio psicologico e il Ministero della Pubblica
Istruzione; il Ministero della Pubblica Istruzione impiega presso il
servizio psicologico una logipedista e una terapista occupazionale.
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L’integrazione professionale che si è creata in seguito all’integrazione di
professioni paramediche ha consentito immediatamente un tipo di intervento
inter-disciplinare. Questo lavoro integrativo riesce a dare una risposta terapeutica
e formativa – consultiva. Una gran parte dell’operato di questa terapia consiste
nell’enfatizzare l’individuazione e il trattamento di bambini definiti come
sofferenti di disturbi specifici dell’apprendimento. Questa collaborazione
professionale è stata creata per dare una risposta adeguata ai bambini di giovane
età – fra i tre e i sette anni.
È importante dire che noi come centro professionale curiamo bambini che
soffrono di ritardi dello sviluppo più complessi rispetto ai reparti per lo sviluppo
infantile rappresentati negli ospedali della zona.
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Prima di procedere è importante per me ricordare che nello Stato di Israele
i disturbi specifici dell’apprendimento comprendono quattro tipi:
 DISLESSIA
 DISGRAFIA
 DISCALCULIA
 A.D.H.D
Ma io essendo influenzato dall’Italia, aggiungo altre definizioni, come:
 DISPRASSIA
 DISTURBO SPECIFICO DEL LINGUAGGIO
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Qual è la via amministrativa per individuare bambini
che soffrono di disturbi specifici dell’apprendimento
nel sistema educativo?
Esiste un procedimento stabilito in conformità con la circolare del
direttore generale il Ministero della Pubblica Istruzione in Israele
la quale stabilisce il procedimento di individuazione:
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• Nell’età pre-scolastica i genitori devono aggiornare l’insegnante
fornendo le informazioni mediche rilevanti. Inoltre la maestra d’asilo
deve essere sufficientemente qualificata per individuare e indicare
una calo funzionale nel percorso di studio, è corretto dire e
sottolineare che chiediamo alla maestra d’asilo di indicare il divario
di apprendimento se esistente nel bambino.
In altre parole vogliamo individuare i bambini per i quali esiste una buona
probabilità di sviluppo di un disturbo specifico dell’apprendimento all’inizio
degli studi nella scuola elementare.
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Il disturbo specifico del linguaggio è parte della
definizione generale di disturbo specifico
dell’apprendimento. Dalla letteratura professionale in
Italia ho notato che i disturbi di questo tipo
appartengono alla definizione di disturbi specifici
dell’apprendimento.
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Si continua a parlare dell’età fra i tre e gli otto anni – bambini che
frequentano ogni giorno l’asilo obbligatorio o pre-obbligatorio, i
quali sono stati individuati dalla maestra d’asilo perchè il livello
delle loro prestazioni di studio è inferiore al livello della loro età,
sono portati all’attenzione del comitato inter-disciplinare
all’interno dell’asilo, cioè la maestra d’asilo presenta al comitato
un questionario (che è stato redatto dal Ministero della Pubblica
Istruzione a livello nazionale).
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Con l’aiuto di questo questionario presenta per scritto tutti i dati
relativi alla motorica, linguistici, comportamentali, cognitivi e
emotivi e inoltre ovviamente esprime per scritto il suo parere
relativamente allo sviluppo educativo generale. Il comitato interdisciplinare è composto dalla maestra d’asilo come presidente, sono
invitati i genitori, lo psicologo dell’asilo e un assistente sociale. Nel
caso secondo il parere della maggioranza sia emersa l’esigenza di
qualche tipo di intervento terapeutico questo comitato scrive il suo
parere e il trattamento del caso del bambino è inoltrato a un
comitato di grado più elevato, il comitato di integrazione.
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Il comitato di integrazione è il corpo competente per stabilire
inequivocabilmente è necessario qualche tipo di terapia, la sua
competenza deriva dalla diagnosi e dalla valutazione psicologica
eseguite da uno psicologo, e presentate al momento della seduta del
comitato. Lo psicologo educativo esperto può dire se scopre segni di
disturbi specifici di apprendimento e in caso affermativo questi
bambini sono mandati da noi al centro per la preparazione di un
programma terapeutico integrativo che dia una risposta alle esigenze
individuali di ogni bambino. Quando il bambino arriva al nostro
centro, si riunisce il team multidisciplinare, e questo team può dare a
ogni bambino un massimo di 24 incontri terapeutici.
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Viene eseguito un procedimento di valutazione e nuova diagnosi, da parte dei
professionisti, in genere da parte della logopedista e della terapista occupazionale.
Dopo due o tre incontri il personale inter-disciplinare da me diretto si incontra e
stabilisce il processo di cura.
È importante menzionare che questo trattamento è essenzialmente interdisciplinare e vi partecipano molte persone: i genitori, un rappresentante della
scuola, un rappresentante del servizio sociale, uno psicologo, una terapista
occupazionale, una logopedista e in caso di bisogno vi è integrato un altro
professionista come terapista dell’arte, terapista del dramma o a volte di musica.
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Quando il trattamento finisce, viene concluso con un incontro
multidisciplinare nel corso del quale si definisce dove abbiamo
sbagliato e dove abbiamo avuto più successo.
Bambini per i quali insorge la necessità di integrazione in un
contesto che fornisca una risposta a bambini con educazione
speciale passano un comitato di inquadramento. Il presidente del
comitato è il direttore del reparto educativo. Partecipa al
comitato uno psicologo educativo esperto, un assistente sociale,
l’ispettore dell’educazione speciale, i genitori e personale medico
rilevante nel caso si risvegli la necessità.
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Il comitato stabilisce il suo trasferimento a un ambiente che sappia
misurarsi con le questioni educative adeguate ai bambini di
educazione speciale. Questo comitato deve riunirsi ogni anno non
più tardi di fine maggio.
*****
*****
*****
Concentriamoci sul lavoro della logopedista nel corso
dell’intervento terapeutico; faremo la stessa cosa anche per tutto
quanto riguarda la terapista occupazionale.
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Lavoro della logopedista nel centro
Nel centro di cura la logopedista lavora con bambini il cui caso è stato
esaminato dal comitato di integrazione e il comitato ha indicato un ritardo
linguistico che richiede un intervento terapuetico.
DISTURBO SPECIFICO DEL LINGUAGGIO
Qual è il legame fra il disturbo del linguaggio e il disturbo specifico
dell’apprendimento?
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C’è chi sostiene che il disturbo del linguaggio e il disturbo
specifico dell’apprendimento costituiscono lo stesso
problema, che si esprime in modi diversi in periodi diversi:
bambini più piccoli diagnosticati prima dell’età scolastica,
sono diagnosticati come sofferenti di disturbo del
linguaggio; mentre i più grandi, in età scolastica, sono
diagnosticati come sofferenti di disturbo specifico
dell’apprendimento.
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Altri sostengono che il disturbo specifico dell’apprendimento è un
concetto generico, che comprende gruppi secondari, e il disturbo del
linguaggio è uno di questi. La difficoltà è allora chiamata “disturbo
specifico dell’apprendimento- del linguaggio”. Il terzo approccio
sostiene che una gran parte della popolazione dei bambini
diagnosticata come sofferente di disturbo specifico
dell’apprendimento (35-60%) soffre anche di difficoltà del linguaggio.
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In quali compiti scolastici un bambino che soffre di disturbo specifico
dell’apprendimento-del linguaggio incontrerà difficoltà?
Un bambino che soffre di disturbo specifico dell’apprendimento-del linguaggio
incontrerà difficoltà in compiti scolastici diversi che richiedono competenze
linguistiche, sia in lingua parlata che scritta. Le difficoltà più diffuse: difficoltà
nell’imparare a leggere e nella comprensione di testi scritti, difficoltà nella
soluzione di problemi di aritmetica, difficoltà a completare parole mancanti in
una frase/brano, difficoltà nel riassunto/riepilogo di un brano, difficoltà a trarre
conclusioni da un testo, difficoltà a dare definizioni, difficoltà nelle lezioni di
grammatica, Bibbia, inglese, difficoltà nella comprensione di linguaggio figurato,
proverbi, idiomi, allegorie, difficoltà a studiare un testo a memoria, difficoltà a
dare le risposte che richiedono un ampliamento teorico.
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La lingua è un sistema di codici arbitrari e concordati che servono per il
pensiero, l’espressione, lo studio e la comunicazione fra le persone. Il
canale uditivo è molto significativo per l’acquisizione della lingua
parlata. La lingua è formata da tre elementi che agiscono in modo
combinato: forma – sistema di suoni usato per la lingua e regole per la
combinazione di questi suoni in parole e frasi. Contenuto – significato
(semantica) – si riferisce al vocabolario e al significato delle parole e
delle frasi. Uso – (pragmatica) – la capacità di usare la lingua con
elasticità secondo le circostanze. Di conseguenza la difficoltà in uno dei
componenti suddetti secondo l’età cronologica è chiamato ritardo o
ostacolo linguistico che richiede un intervento terapeutico.
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Chi ha bisogno di aiuto nel settore dello sviluppo del linguaggio?

Bambini deboli di udito

Bambini che soffrono di disturbo del linguaggio primario (Specific Language Impaired - SLI) e
non hanno un ritardo o un danno primario in altri settori dello sviluppo, come: bambini che
hanno difficoltà di percezione uditiva, bambini che hanno difficoltà a attribuire nomi o
bambini che hanno difficoltà nella programmazione dell’espressione e nel parlare.

Bambini nei quali le difficoltà del linguaggio costituiscono parte di problemi allo sviluppo
più vasti come ritardo mentale, autismo o cerebrolesione.

Bambini nei quali la lingua non si sviluppa a causa di fattori ambientali, per esempio:
bambini che soffrono di disagio sociale-culturale o bambini che hanno sperimentato un
trauma psicologico.
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Come curiamo i disturbi del linguaggio nei bambini nel centro?
Il programma di trattamento è personale e viene costruito secondo
le capacità del bambino nei diversi settori linguistici (forma,
contenuto e uso); e nel settore della funzione uditiva, come appare
nel corso della diagnosi. Il trattamento può comprendere lavoro
individuale con il bambino, e/o attività in un piccolo gruppo di
bambini, e inoltre formazione per i genitori e la maestra d’asilo.
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Tutto il lavoro con un bambino deve essere eseguito in modo vivo, interessante e
piacevole. Un sentimento positivo porta sempre a uno studio più efficiente. Il
bambino che soffre di difficoltà del linguaggio ha bisogno come ogni altro
bambino dell’ammirazione di chi gli sta intorno e di esperienze derivanti
dall’affrontare con successo i problemi. In pratica, a causa di diverse difficoltà,
prova molti insuccessi. Di conseguenza lo scopo importante di tutti coloro che
lavorano con lui individualmente è innanzitutto dargli una sensazione che è in
grado di riuscire.
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Inoltre, deve essere eseguito un lavoro sistemico con la scuola
e i genitori, per tenere conto delle difficoltà specifiche del
bambino. Il bambino ha bisogno di aspettative adatte alle sue
capacità. Il suo progresso è relativo a lui stesso ed ha bisogno
del riconoscimento dei molti sforzi che investe e
dell’ammirazione per i suoi risultati che possono essere piccoli
relativamente a quelli dei suoi coetanei, ma gli sono costati
molta fatica. Nello stesso tempo chi gli sta intorno deve
riconoscere e tenere in considerazione il suo ritmo lento. Ha
bisogno di aiuto in parte dei casi e di considerazione del suo
ritmo in altri casi.
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Nel programma terapeutico con la logopedista ci si concentra su aree linguistiche che
influenzeranno il rendimento scolastico dello scolaro come seguire istruzioni verbali in
classe, difficoltà a elaborare e ricostruire informazioni importanti, difficoltà a capire
parole e concetti nuovi, difficoltà a “tirare fuori” parole conosciute; difficoltà a creare
sillogismi verbali; difficoltà a pensare in modo elastico; difficoltà a essere ricettivo di
informazioni verbali; difficoltà a ricordare informazioni verbali; difficoltà a seguire le
leggi della comunicazione in classe; difficoltà a capire racconti e brani informativi;
difficoltà a capire/usare in modo corretto strutture grammaticali/sintattiche
complesse; uso di vocabolario generico e con sufficientemente chiaro; difficoltà a
adattare la lingua a diverse situazioni sociali.
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In molti casi il disturbo del linguaggio diminuisce e cessa nel corso degli anni.
D’altro lato, ci sono difficoltà neurologiche che rimangono nonostante il
miglioramento nella lingua. Il misurarsi con le diverse difficoltà dipende dalle forze
emotive del bambino. Di conseguenza, non è meno importante sostenere il lato
emotivo che tutti gli altri aspetti. Come ogni altro bambino, il bambino deve
provare una sensazione di soddisfazione e ammirazione da parte di chi gli sta
intorno (terapeuti, insegnanti e genitori). Queste sensazioni saranno assimilate e
diventeranno una sensazione positiva del proprio valore che contribuisce alle forze
per misurarsi con i problemi.
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Nel caso provi impazienza e critica da parte di chi lo circonda, queste sensazioni
saranno assimilate e si trasformeranno in auto-critica e in una sensazione bassa
del proprio valore, i quali porteranno a impotenza e mancanza a misurarsi con i
problemi. Cioè, il modo in cui chi lo circonda gli riflette le sue capacità è
assimilato e diventa un modo di misurarsi attivamente con problemi, o
alternativamente impotenza e mancanza a misurarsi. Di conseguenza, è
necessario ricordare che ci sono condizioni che contribuiscono allo sviluppo del
bambino e ci sono condizioni che danneggiano.
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In particolare è pericolosa una situazione in cui si crea un cerchio magico nel
quale il bambino viene criticato per gli insuccessi e la sua mancanza a misurarsi
con i problemi, in seguito a questo smette di agire e regredisce, e allora prova
una critica più aspra da parte di chi lo circonda per la mancanza a agire, cosa che
porta a un regresso ancora più grave. Chi circonda il bambino deve far sì che lui
agisca in modo positivo e allora ammirarlo, e non il contrario. È necessario
assicurarsi che si trovi in un ambiente che sostiene il suo valore proprio a scuola,
dalla logopedista, a casa e in compagnia dei bambini.
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La terapista occupazionale nel nostro centro:
I criteri per la definizione dei bambini che soffrono di disprassia e ritardo motorio:
 Bassa coordinazione motoria sostanziale per l’età e per il livello di intelligenza.
 Bassa capacità motoria che disturba in modo significativo il rendimento
accademico o funzioni di tutti i giorni.
 Il fenomeno non è parte di un problema medico ampio o di un grave disturbo allo
sviluppo.
 Il fenomeno non è parte di una situazione di ritardo mentale.
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Segni e lamentele:
 Basso livello di prestazioni motorie.
 Astensione da attività.
 Difficoltà di comportamento.
 Bassa motivazione.
 Isolamento sociale.
 Bassa autostima.
 Ritardo nell’acquisizione di abilità fino-motorie e grosso-motorie.
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 Camminata goffa.
 Cadute, scontri con oggetti, movimenti lenti.
 Difficoltà in abilità funzionali che comprendono abilità fino-motorie e grossomotorie:
Grosso-motorie: salto, giochi a palla, giochi da cortile e attività sportive.
Fino-motorie: tagliare, infilare, scrivere, giochi a carte, mangiare in modo dispersivo e
mangiare con le mani.
 Sono possibili difficoltà nell’adempiere a impegni personali nel contesto della
famiglia / l’ambiente – incarichi casalinghi, riordinare la camera, rispetto dei
tempi.
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Come viene eseguito il trattamento nel
nostro centro?
Non sempre si riconosce la disprassia motoria in una fase
precoce, a volte questo accade in età relativamente avanzata a
causa della mancanza di consapevolezza dei genitori che nella
maggior parte dei casi arrivano da un contesto socio-economico
basso e di conseguenza si creano molte ulteriori difficoltà a
livello scolastico e emotivo. Una diagnosi in giovane età può
migliorare significamente la situazione del bambino.
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Approcci di trattamento:
Approccio: la famiglia al centro
L’approccio “la famiglia al centro” vede l’unicità di ogni famiglia e sottolinea
che la famiglia del bambino è la cosa più stabile nella vita del bambino, e
quini la famiglia è la più esperta per tutto quanto riguarda la comprensione
delle sue capacità e esigenze; di conseguenza ha molta importanza la
creazione di una collaborazione genitori-terapeuti a tutti i livelli e sotto tutte
le forme: nella cura personale, nello stabilire il programma di sviluppo e
nella sua implementazione.
Inoltre il terapeuta deve trovare l’equilibrio fra le speranze della famiglia e
quello che ritiene significativo e la situazione clinica rilevante e reale.
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Approccio dello studio motorio:
Il modello si riferisce alle capacità del singolo a risolvere problemi
collegati con il moto per eseguire compiti di tutti i giorni nei settori:
la cura di sè, la mobilità, lo studio, il gioco e la comunicazione.
L’approccio si basa sulle teorie del sistema dinamico – il moto è il
prodotto di interazione fra tre sistemi principali: persona, compito,
ambiente.
Il processo di studio motorio è composto di tre fasi: acquisizione,
ricostruzione e trasmissione.
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Approccio dell’intervento comportamentale:
Questo approccio si occupa soprattutto dello studio
dei funzionamenti sociali necessari per una persona
in un determinato ambiente ed è destinato a persone
che provano difficoltà nel passaggio a un incarico
nuovo; tratta direttamente il comportamento di tutti
i giorni e alza il livello di motivazione.
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Approccio della percezione visiva e
elaborazione delle informazioni:
L’approccio è composto di 3 parti: il modello di
elaborazione delle informazioni (input elaborazione – output), capacità di analisi cognitiva
(attenzione visiva, memoria visiva, analisi visiva), il
presupposto è che alla base dello sviluppo delle
capacità è lo studio.
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Approccio dell’integrazione sensitiva:
È la capacità di organizzare l’input sensoriale nel cervello con efficienza, in
modo che possa essere usato. Per mezzo di un processo di integrazione, molte
parti del cervello lavorano insieme e consentono alla persona di creare
interazioni adattive con il suo ambiente e di conseguenza provare
soddisfazione.
La teoria si basa sulla conoscenza teorica neurologica che si basa sulla capacità
del nostro cervello di studiare, svilupparsi e imparare a lavorare con efficienza
adattandosi all’ambiente se gli viene fornito lo stimolo sufficiente e adatto alla
sua capacità di elaborare le informazioni.
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scuola elementare:
Nella scuola elementare, in modo naturale vengono enfatizzati tipi diversi di
disturbi specifici dell’apprendimento e soprattutto:
 DISLESSIA
 DISGRAFIA
 DISCALCULIA
 A.D.H.D
L’insegnante della classe individua il bambino e compila un questionario sullo
scolaro, simile al questionario adattato ai bambini dell’asilo (sempre un questionario
redatto dal Ministero della Pubblica Istruzione israeliano).
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Nel caso si scopra nel bambino un divario nelle funzioni di studio la
maestra lo presenta a un comitato inter-disciplinare; il presidente
di questo comitato è il preside della scuola. Partecipa a questo
comitato lo psicologo della scuola, il consulente scolastico,
l’assistente sociale della scuola, la maestra della classe, la maestra
che ha indirizzato lo scolaro; inoltre partecipano i genitori.
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Questo comitato stabilisce un programma di lavoro scolastico e nel caso si
risvegli la necessità di diagnosi in seguito a un sospetto ragionevole di
disturbi specifici dell’apprendimento il comitato consiglia di svolgere un
dibattito nel contesto del comitato di integrazione.
Il comitato di integrazione è composto dagli stessi membri ma oltre a loro
partecipano altre due persone: la maestra di educazione speciale della scuola
e una persona per conto dell’ispettorato all’educazione che fa parte del
Ministero della Pubblica Istruzione.
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Questo comitato di integrazione stabilisce la necessità di intervento terapeutico e si
basa sul parere dell’esame psico-didattico fatto allo scolaro nella maggior parte dei
casi quando si risveglia la necessità di sostegno a causa di disturbi specifici
dell’apprendimento. Lo scolaro comincia a ricevere aiuto idoneo alle sue esigenze
personali come aggiunta di tempo, un foglio più grande per scrivere, formulario per
matematica, lettura a voce alta ma soprattutto riceve un sostegno di tre ore la
settimana eseguito dalla maestra di educazione speciale nella classe principale
dello scolaro con lo scopo di aiutare lo scolaro stesso a integrarsi da un punto di
vista dello studio e a chiudere il divario.
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Nel caso l’aiuto di questo tipo non abbia dato frutti, il caso dello
scolaro è presentato a un comitato di inquadramento che
controlla se la scuola normale è in grado di misurarsi con il tipo di
disturbo di cui soffre. Altrimenti il suo caso è esaminato da un
comitato di inquadramento con lo scopo di delineare la direzione
per trasferirlo a una scuola che dia una risposta a bambini che
hanno bisogno di educazione speciale.
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È importante dire che il sistema scolastico si prepone l’obiettivo
di integrare ogni studente nel sistema normale ma quando si
uniscono disturbi specifici dell’apprendimento con una funzione
intellettuale bassa e limitata la realtà impone un intervento
terapeutico che sappia misurarsi con i disturbi mentali in
aggiunta ai disturbi specifici dell’apprendimento di routine.
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Difficoltà significative nelle quali ci si imbatte nel processo
di individuazione, diagnosi e trattamento.
 Le conoscenze scarse e limitate dei genitori nel collaborare attivamente
con i metodi terapeutici stabiliti dai professionisti.
 Le conoscenze scarse e limitate della maggior parte dei maestri e presidi
in materia di disturbi specifici dell’apprendimento. È importante
menzionare che quasi ogni anno riunisco il personale scolastico di ogni
scuola e rinfresco le conoscenze teoriche nel settore.
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 Situazione socio-economica bassa che a volte costituisce un fattore
che influenza le funzioni carenti da parte dei genitori.
 Non sempre la maestra di educazione speciale sa lavorare con la
professionalità necessaria.
 Non sempre esiste una buona connessione fra tutti coloro che sono
coinvolti, soprattutto fra il sistema municipale e quello scolastico; il
servizio psicologico spesso si ritrova a dover coordinare le posizioni
fra i diversi organismi nel sistema.
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Noi nel centro siamo convinti che è necessario lavorare con un
approccio integrativo, il bambino è al centro ma a volte i genitori
sono posto al centro al suo posto mentre altre volte la maestra
diventa il punto focale.
L’inter-disciplinarità fra tutti gli psicologi, i maestri, gli assistenti
sociali e il personale paramedico insieme, possono creare
secondo me un intervento terapeutico di successo.
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Di nuovo scopriamo le caratteristiche complesse del sistema
interdisciplinare nel trattamento ma senza dubbio noi come
personale interdisciplinare siamo convinti che le proprietà
del sistema sono di lungo superiori ai suoi punti deboli.
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