ppt 1 a - Istituto B. Pascal

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I SERVIZI E L’OPERATORE
SOCIOSANITARIO
I servizi socio-sanitari sono quelli che nella società si prendono cura della persona nelle fasi
della vita in cui è più debole (nidi, case di riposo) o in caso di problematiche che riguardano
il soggetto stesso e/o il suo nucleo familiare. Essi esistono grazie al Welfare State (Stato che
punta al BENESSERE dei cittadini) e la Costituzione si fa portavoce del dovere della
Repubblica di garantire a tutti la solidarietà e la sicurezza sociale.
L’operatore socio-sanitario è una delle figure che lavorano in questi servizi. Egli istituisce
una RELAZIONE con gli utenti e deve essere pronto a far fronte, con creatività, a problemi
personali e/o familiari esposti dagli utenti stessi.
LA COMUNICAZIONE VERBALE
La comunicazione è la trasmissione di un messaggio codificato da un emittente a un
destinatario per mezzo di un canale e inserito in un contesto.
Elementi fondanti della comunicazione:
• Emittente = colui che invia il messaggio
• Destinatario= colui al quale è inviato un messaggio
• Contesto = luogo e circostanze
• Canale = mezzo che collega emittente e destinatario (voce umana, cavi del
telefono….)
• Codice = sistema di segni in cui viene tradotto il messaggio (parole, lettere o
alfabeto Morse)
• Feedback = è un messaggio di ritorno, una risposta verbale o non verbale
Lo studio della lingua riguarda alcune sue caratteristiche:
• Morfologia = studia la parola e la sua flessione (sing/plurale, maschile/femminile
….)
• Sintassi = studia le relazioni fra le singole parti del discorso (soggetto, verbo,
pronomi, aggettivi ….) nel loro strutturarsi e combinarsi
• Semantica = studia i significato della parola e della combinazione di parole
• Pragmatica = studia le relazioni che le parole istituiscono con l’intenzione di chi le
usa.
I DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE
I disturbi della comunicazione possono essere esterni o interni: esterni se
provenienti da ciò che ci circonda (forte rumore, telefono che non funziona,
connessione internet altalenante), interni se sono collegati alla non decodificazione
(abbiamo detto che la lingua è un codice e se qualcuno parla una lingua che non
capisco il disturbo è a livello del codice) o a pregiudizi di vario tipo.
COMUNICAZIONE NON VERBALE
Per comunicazione non verbale si intende tutto ciò che va al di là del semplice significato delle
parole: il tono o la modalità di pronuncia e, soprattutto, i messaggi corporei che possono
confermare o smentire quelli verbali.
LO SPAZIO NELLA COMUNICAZIONE
La prossemica studia il rapporto tra la disposizione dello spazio e il suo significato psicologico e
sociale.
Si possono distinguere quattro tipi di spazio:
• Spazio prossimale: quello che circonda il corpo a contatto con la pelle (molto intimo)
• Spazio assiale: si estende dal corpo al limite raggiungibile allargando gli arti (amicizia)
• Spazio distale: si estende fin dove può giungere la percezione del soggetto aiutato dai suoi sensi
• Spazio limbico: inaccessibile alla percezione del soggetto
La relazione che abbiamo con un’altra persona determina lo spazio «adatto» nel quale ella può
situarsi (un contatto fisico è gradito da amici o dal proprio partner, ma non da meri conoscenti e, me
che meno, da estranei).
La cinesica studia la comunicazione che si attua attraverso il corpo e i
suoi movimenti.
La pantomima è la mimica corporale attraverso cui informiamo gli altri
del nostro stato d’Animo attraverso occhi, sguardo, cenni del capo….
La gestualità è una formidabile metacomunicazione dovuta in gran
parte all’istintività, ma anche condizionata dalla cultura di
appartenenza (gli Italiani comunicano molto con i gesti, ma persone
provenienti da altri Paesi potrebbero non capirli)
L’operatore socio-sanitario dovrà prestare grande attenzione alla
comunicazione non verbale, più immediata e istintiva, perché spesso
essa è differente, se non opposta, a quella verbale e ci comunica
messaggi che l’utente non comunica verbalmente.
INTERVENTI E SERVIZI PER I MINORI
I minori, essendo persone in piena età evolutiva, hanno bisogno di molte cure da parte della società. Gli
interventi mirano ad inserire i minori che hanno disagi familiari in un nucleo accogliente che gli garantisca il
benessere fisico, psichico e sociale.
I servizi per i minori sono essenzialmente i seguenti:
• Asilo nido: regolamentato da legge n. 1044/1971. Nell’asilo nido viene accolto il bambino dai tre mesi ai tre
anni ai fini della custodia e dell’assistenza mentre i genitori sono impegnati.
• Ludoteca: per bambini dai due ai dieci anni dove possono trascorrere il loro tempo giocando
• Centri diurni: si distinguono tra:
 Centri di aggregazione giovanile che si propongono di svolgere attività educative, culturali,
ricreative e sportive per prevenire l’emarginazione e la devianza giovanile
 Centri ricreativi per minori nei periodi di sospensione delle attività scolastiche
 Comunità per minori semiresidenziale: accoglie i minori segnalati dai servizi sociali nelle ore che
vanno dall’uscita da scuola alle 19.00 circa
• Comunità residenziali per minori tolti alle famiglie
IL NIDO
L’asilo nido è un servizio molto importante per i genitori che devono
lavorare e non hanno nessuno a cui lasciare il bambino. La legge a cui i
nidi fanno riferimento è la 1044/1971.
Se però prima i nidi erano una sorta di «parcheggio» per i bambini, da
alcuni anni si è affermata sempre più l’importanza del nido come
servizio educativo in vista di una buona socializzazione e
dell’acquisizione di competenze.
Vediamo ora un aspetto fondamentale nel nido: l’inserimento
L’inserimento
Il bambino che si inserisce al nido deve separarsi dalla figura di riferimento principale
(solitamente la madre), conoscere nuovi adulti ed altri bambini e scoprire un nuovo
ambiente. Questo fa sì che il bambino viva l’evento come un’esperienza molto importante
che deve essere condotta e gestita dal personale del nido con molta delicatezza e sensibilità.
L’inserimento del bambino al nido si fonda su un rapporto a tre: famiglia-bambino-educatori,
in cui è indispensabile che si instauri un rapporto di fiducia tra la famiglia e gli educatori.
Solitamente l’inserimento dura due o tre settimane, nelle quali aumenta la presenza del
bambino e diminuisce quella del genitore in modo graduale fino a quando il bambino non
piange più (o quasi) quando il genitore si allontana, si relaziona con i compagni e l’educatore,
mangia e si addormenta senza difficoltà.
ESEMPIO DI INSERIMENTO
Prima Settimana
Lunedì dalle 9.00 alle 10.30
il bambino si fermerà a giocare al nido con la sua mamma
Martedì dalle 9.00 alle 10.30
il bambino si fermerà a giocare al nido con la sua mamma
Mercoledì dalle 9.00 alle 11.00
ci sarà un breve distacco di 10 minuti, la mamma rimarrà all’intern
o della struttura
Giovedì dalle 9.00 alle 11.00
ci sarà un distacco di 20 minuti, la mamma rimarrà all’interno dell
a struttura
Venerdì dalle 9.00 alle 11.00
ci sarà un distacco di 30 minuti, la mamma rimarrà all’interno dell
a struttura
Seconda Settimana
Lunedì dalle 9.00 alle 11.00
come venerdì
Martedì dalle 9.00 alle 12.00
il bambino si fermerà a pranzo senza la sua mamma
Mercoledì dalle 9.00 alle 12.30
il bambino si fermerà a pranzo
Giovedì dalle 9.00 alle 13.00
il bambino si fermerà a pranzo
Venerdì dalle 9.00 alle 15.00
il bambino si fermerà a dormire, al suo risveglio andrà a casa
Terza Settimana
Lunedì dalle 9.00 alle 15.00
come venerdì
Martedì il bambino potrà frequentare l’orario richiesto dal genitore.
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