I SERVIZI E L’OPERATORE SOCIOSANITARIO I servizi socio-sanitari sono quelli che nella società si prendono cura della persona nelle fasi della vita in cui è più debole (nidi, case di riposo) o in caso di problematiche che riguardano il soggetto stesso e/o il suo nucleo familiare. Essi esistono grazie al Welfare State (Stato che punta al BENESSERE dei cittadini) e la Costituzione si fa portavoce del dovere della Repubblica di garantire a tutti la solidarietà e la sicurezza sociale. L’operatore socio-sanitario è una delle figure che lavorano in questi servizi. Egli istituisce una RELAZIONE con gli utenti e deve essere pronto a far fronte, con creatività, a problemi personali e/o familiari esposti dagli utenti stessi. LA COMUNICAZIONE VERBALE La comunicazione è la trasmissione di un messaggio codificato da un emittente a un destinatario per mezzo di un canale e inserito in un contesto. Elementi fondanti della comunicazione: • Emittente = colui che invia il messaggio • Destinatario= colui al quale è inviato un messaggio • Contesto = luogo e circostanze • Canale = mezzo che collega emittente e destinatario (voce umana, cavi del telefono….) • Codice = sistema di segni in cui viene tradotto il messaggio (parole, lettere o alfabeto Morse) • Feedback = è un messaggio di ritorno, una risposta verbale o non verbale Lo studio della lingua riguarda alcune sue caratteristiche: • Morfologia = studia la parola e la sua flessione (sing/plurale, maschile/femminile ….) • Sintassi = studia le relazioni fra le singole parti del discorso (soggetto, verbo, pronomi, aggettivi ….) nel loro strutturarsi e combinarsi • Semantica = studia i significato della parola e della combinazione di parole • Pragmatica = studia le relazioni che le parole istituiscono con l’intenzione di chi le usa. I DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE I disturbi della comunicazione possono essere esterni o interni: esterni se provenienti da ciò che ci circonda (forte rumore, telefono che non funziona, connessione internet altalenante), interni se sono collegati alla non decodificazione (abbiamo detto che la lingua è un codice e se qualcuno parla una lingua che non capisco il disturbo è a livello del codice) o a pregiudizi di vario tipo. COMUNICAZIONE NON VERBALE Per comunicazione non verbale si intende tutto ciò che va al di là del semplice significato delle parole: il tono o la modalità di pronuncia e, soprattutto, i messaggi corporei che possono confermare o smentire quelli verbali. LO SPAZIO NELLA COMUNICAZIONE La prossemica studia il rapporto tra la disposizione dello spazio e il suo significato psicologico e sociale. Si possono distinguere quattro tipi di spazio: • Spazio prossimale: quello che circonda il corpo a contatto con la pelle (molto intimo) • Spazio assiale: si estende dal corpo al limite raggiungibile allargando gli arti (amicizia) • Spazio distale: si estende fin dove può giungere la percezione del soggetto aiutato dai suoi sensi • Spazio limbico: inaccessibile alla percezione del soggetto La relazione che abbiamo con un’altra persona determina lo spazio «adatto» nel quale ella può situarsi (un contatto fisico è gradito da amici o dal proprio partner, ma non da meri conoscenti e, me che meno, da estranei). La cinesica studia la comunicazione che si attua attraverso il corpo e i suoi movimenti. La pantomima è la mimica corporale attraverso cui informiamo gli altri del nostro stato d’Animo attraverso occhi, sguardo, cenni del capo…. La gestualità è una formidabile metacomunicazione dovuta in gran parte all’istintività, ma anche condizionata dalla cultura di appartenenza (gli Italiani comunicano molto con i gesti, ma persone provenienti da altri Paesi potrebbero non capirli) L’operatore socio-sanitario dovrà prestare grande attenzione alla comunicazione non verbale, più immediata e istintiva, perché spesso essa è differente, se non opposta, a quella verbale e ci comunica messaggi che l’utente non comunica verbalmente. INTERVENTI E SERVIZI PER I MINORI I minori, essendo persone in piena età evolutiva, hanno bisogno di molte cure da parte della società. Gli interventi mirano ad inserire i minori che hanno disagi familiari in un nucleo accogliente che gli garantisca il benessere fisico, psichico e sociale. I servizi per i minori sono essenzialmente i seguenti: • Asilo nido: regolamentato da legge n. 1044/1971. Nell’asilo nido viene accolto il bambino dai tre mesi ai tre anni ai fini della custodia e dell’assistenza mentre i genitori sono impegnati. • Ludoteca: per bambini dai due ai dieci anni dove possono trascorrere il loro tempo giocando • Centri diurni: si distinguono tra: Centri di aggregazione giovanile che si propongono di svolgere attività educative, culturali, ricreative e sportive per prevenire l’emarginazione e la devianza giovanile Centri ricreativi per minori nei periodi di sospensione delle attività scolastiche Comunità per minori semiresidenziale: accoglie i minori segnalati dai servizi sociali nelle ore che vanno dall’uscita da scuola alle 19.00 circa • Comunità residenziali per minori tolti alle famiglie IL NIDO L’asilo nido è un servizio molto importante per i genitori che devono lavorare e non hanno nessuno a cui lasciare il bambino. La legge a cui i nidi fanno riferimento è la 1044/1971. Se però prima i nidi erano una sorta di «parcheggio» per i bambini, da alcuni anni si è affermata sempre più l’importanza del nido come servizio educativo in vista di una buona socializzazione e dell’acquisizione di competenze. Vediamo ora un aspetto fondamentale nel nido: l’inserimento L’inserimento Il bambino che si inserisce al nido deve separarsi dalla figura di riferimento principale (solitamente la madre), conoscere nuovi adulti ed altri bambini e scoprire un nuovo ambiente. Questo fa sì che il bambino viva l’evento come un’esperienza molto importante che deve essere condotta e gestita dal personale del nido con molta delicatezza e sensibilità. L’inserimento del bambino al nido si fonda su un rapporto a tre: famiglia-bambino-educatori, in cui è indispensabile che si instauri un rapporto di fiducia tra la famiglia e gli educatori. Solitamente l’inserimento dura due o tre settimane, nelle quali aumenta la presenza del bambino e diminuisce quella del genitore in modo graduale fino a quando il bambino non piange più (o quasi) quando il genitore si allontana, si relaziona con i compagni e l’educatore, mangia e si addormenta senza difficoltà. ESEMPIO DI INSERIMENTO Prima Settimana Lunedì dalle 9.00 alle 10.30 il bambino si fermerà a giocare al nido con la sua mamma Martedì dalle 9.00 alle 10.30 il bambino si fermerà a giocare al nido con la sua mamma Mercoledì dalle 9.00 alle 11.00 ci sarà un breve distacco di 10 minuti, la mamma rimarrà all’intern o della struttura Giovedì dalle 9.00 alle 11.00 ci sarà un distacco di 20 minuti, la mamma rimarrà all’interno dell a struttura Venerdì dalle 9.00 alle 11.00 ci sarà un distacco di 30 minuti, la mamma rimarrà all’interno dell a struttura Seconda Settimana Lunedì dalle 9.00 alle 11.00 come venerdì Martedì dalle 9.00 alle 12.00 il bambino si fermerà a pranzo senza la sua mamma Mercoledì dalle 9.00 alle 12.30 il bambino si fermerà a pranzo Giovedì dalle 9.00 alle 13.00 il bambino si fermerà a pranzo Venerdì dalle 9.00 alle 15.00 il bambino si fermerà a dormire, al suo risveglio andrà a casa Terza Settimana Lunedì dalle 9.00 alle 15.00 come venerdì Martedì il bambino potrà frequentare l’orario richiesto dal genitore.