Anatomia del ginocchio
L’articolazione del ginocchio è costituita da 2
articolazioni:
• femoro-tibiale;
• femoro-rotulea.
E’ un’articolazione complessa e poco stabile. Essa permette
movimenti di flessione/estensione (trocleare) e rotazione
interna/esterna (rotazione solo a ginocchio flesso).
E’ costituita da:
• l’estremità distale del femore;
• l’estremità prossimale della tibia;
• la faccia posteriore della rotula.
La fibula è completamente esclusa da questa articolazione.
Le Strutture Anatomiche
I Menischi
Sono due cuscinetti fibro-cartilaginei con forma simile a una
“C”, che si trovano tra due le superfici femoro-tibiali.
Il loro spessore è maggiore lateralmente che medialmente.
Le funzioni dei menischi sono:
•
•
•
•
•
assorbire gli urti;
trasmettere il peso corporeo su tutta l'area dei piatti tibiali;
diffondere il liquido sinoviale;
migliorare la congruenza articolare tra tibia e femore;
limitare la rotazione.
I Menischi
I Legamenti
Sono sette i legamenti che stabilizzano l’articolazione del
ginocchio:
• Legamento rotuleo;
• Legamenti alari (mediale e laterale);
• Legamenti collaterali (tibiale e fibulare);
• Legamento crociato anteriore;
• Legamento crociato posteriore.
Il Legamento Rotuleo
Il legamento rotuleo (LR) è molto robusto,
appiattito, e va dal margine inferiore della
rotula alla tuberosità anteriore della tibia.
I Legamenti Alari
Il legamento alare mediale e il legamento alare
laterale hanno la funzione di mantenere la rotula
in sede, accompagnandola negli spostamenti
verso l’alto e verso il basso e centrandola.
Essi originano prossimalmente dal terzo medio
superiore della rotula e si inseriscono sui condili,
arrivando fino al corpo meniscale.
I Legamenti Collaterali
Il legamento collaterale mediale (LCM) origina dall’epicondilo
mediale femorale e si inserisce sulla porzione mediale della
tibia; la sua funzione è quella di limitare il valgo.
Il legamento collaterale laterale (LCL) origina dall’epicondilo
laterale del femore e si inserisce sul capitello del perone; la
sua funzione è quella di limitare il varo.
I legamenti collaterali agiscono come stabilizzatori
del ginocchio in piena estensione.
Il Legamento Crociato Anteriore
Il legamento crociato anteriore (LCA) origina dalla
faccia interna del condilo laterale femorale e si
inserisce sulla superficie prespinale tibiale (in
corrispondenza dell’inserzione del corno anteriore
del menisco interno). Esso agisce come un perno
per il movimento di avvitamento della tibia e limita
lo spostamento indietro del femore, impedendo
eccessive rotazioni.
IL Legamento Crociato Posteriore
Il legamento crociato posteriore (LCP) origina dalla faccia
interna del condilo mediale femorale (incisura
intercondiloidea) e si inserisce sulla parte più arretrata
della superficie retro-spinale (esso deborda anche sul
contorno posteriore del piato tibiale). Esso blocca lo
scivolamento in avanti del femore durante i movimenti
di flesso-estensione. Alla fine del movimento di
estensione articolare il ginocchio acquista la completa
stabilità.
Pivot Centrale
Il punto di incrocio dei legamenti crociati è chiamato
pivot centrale.
E’ il fulcro mobile del movimento del ginocchio,
infatti quando la gamba si flette sulla coscia, il fulcro
si sposta indietro impedendo al piatto tibiale di
scivolare rispetto ai condili.
Pivot Centrale
L’azione combinata dei
legamenti crociati limita la
rotazione interna, ma non
vincola quella esterna.
Capsula Fibrosa e Membrana Sinoviale
La capsula fibrosa. Origina sulla parte posteriore del
femore. La capsula è più spessa in certi tratti dove si
collega ai legamenti del ginocchio e connette le ossa
dello stesso.
La membrana sinoviale. Riveste la superficie interna
della capsula ed è composta da tessuto connettivo
fibroso e produce liquido sinoviale. Ci sono numerose
borse sinoviali tra ossa e cute o tra legamenti e muscoli.
Altre Strutture Importanti
PAPI, punti d'angolo posteriore interno e PAPE, punti d'angolo
posteriore esterno: strutture formate da legamenti, tendini e capsula
articolare ed hanno un’azione congiunta con i legamenti crociati per
stabilizzare il ginocchio in senso antero-posteriore e durante la
rotazione; inoltre evitano la sublussazione della tibia durante la
flessione o l’estensione.
Zampa d’Oca: tendine che s’inserisce sulla faccia interna dell’epifisi
prossimale della tibia. I muscoli sono il sartorio, il semitendinoso e il
gracile. Stabilizza il ginocchio nella rotazione esterna.
Il corpo di Hoffa: un pannicolo adiposo al di sotto del legamento
rotuleo e ha una doppia funzione: attutire gli urti e facilitare lo
scorrimento.
La Biomeccanica Articolare
Meccanicamente l'articolazione del ginocchio deve
assolvere a due imperativi:
• possedere una grande stabilità in estensione
completa;
• acquistare una grande mobilità a partire da un
determinato angolo di flessione;
Nella flessione, posizione di instabilità, il ginocchio è
esposto maggiormente a lesioni legamentose.
In estensione, invece sono più frequenti fratture
articolari o dei legamenti. Importante è inoltre la
stabilità in rotazione.
Flessione
Può esser distinta in:
• Flessione assoluta;
• Flessione relativa.
L’ampiezza angolare è differente nel caso in cui vi sia una:
• Flessione attiva: arriva fino a 140° se l'anca è stata
precedentemente flessa e solo a 120° se l'anca è in estensione.
• Flessione passiva: ha un'ampiezza di 160°.
In condizioni normali, la flessione viene limitata dal contatto elastico
tra le masse muscolari del polpaccio e della coscia.
Patologicamente è limitata dalla retrazione dell'apparato
estensore o dalle retrazioni capsulari.
Estensione
• Estensione assoluta: in realtà non esiste, poiché nella
posizione di riferimento, l’arto inferiore è già in
allungamento massimo. Passivamente si può compiere
un movimento d'estensione da 5° a 10°.
• Estensione attiva: supera di poco la posizione di
riferimento e questa possibilità dipende dalla posizione
dell'anca.
• Estensione relativa: è il movimento che completa
l'estensione del ginocchio a partire da qualsiasi
posizione di flessione.
Rotazione
• La rotazione della gamba attorno al suo asse
longitudinale, può essere effettuata a ginocchio è
flesso; quando il ginocchio è esteso, il blocco
articolare rende la tibia solidale con il femore.
• Rotazione attiva: per misurarla il ginocchio deve
essere flesso a 90° a soggetto seduto con le gambe
che pendono dal bordo di un tavolo: la flessione
esclude la rotazione dell'anca. In questa posizione, la
punta del piede è diretta leggermente in fuori.
Rotazione
• La rotazione esterna è di 40° contro i 30° di quella
interna. Questa ampiezza varia con il grado di
flessione dato che la rotazione esterna è di 32°
quando il ginocchio è flesso a 30°; mentre è di 42°
quando è flesso a 90°.
• La rotazione assiale passiva: la misurazione si
effettua sul soggetto in decubito prono, con il
ginocchio flesso a 90°.
• La rotazione assiale detta “automatica”:
strettamente connessa, anche se in modo
involontario, ai movimenti di flesso-estensione. Si
verifica al termine dell'estensione o all'inizio della
flessione.
La Stabilizzazione:
in senso antero-posteriore
• La stabilizzazione in leggera flessione è data dalla
contrazione statica del quadricipite; indispensabile in
posizione eretta.
• La limitazione in iperestensione è data dagli
elementi capsulo-legamentosi (il piano fibroso
posteriore della capsula, i legamenti collaterali ed il
legamento crociato posteriore). Posteriormente sono
rinforzati dal ventaglio fibroso costituito dai due
fasci del legamento popliteo arcuato.
La Stabilizzazione:
in rotazione
• Nell’estensione
completa,
la
rotazione
longitudinale è impossibile, essendo impedita
dalla tensione dei legamenti collaterali e crociati;
• Nella rotazione interna della tibia sul femore:
tensione dei legamenti crociati e conseguente
avvicinamento delle superfici di tibia e femore.
I legamenti collaterali non si oppongono a questo
movimento nella rotazione interna.
• Durante la rotazione esterna della tibia sul femore
i legamenti crociati tendono a divenire paralleli.
I muscoli
I muscoli che interessano l’articolazione del
ginocchio possono esser suddivisi in base alla
localizzazione sul piano frontale:
• mm. anteriori;
• mm. mediali;
• mm. posteriori.
Muscoli anteriori
Sono tre:
• Tensore della fascia lata: fusiforme, si trova nella regione
supero-laterale della coscia. Il suo tendine d’inserzione si
fonde con la fascia femorale formando la benderella
ileotibiale;
•
Sartorio: il suo tendine d’inserzione è comune a quello del
gracile e semitendinoso, prendendo il nome di zampa d’oca;
•
Quadricipite femorale: è il muscolo più voluminoso, formato
da 4 capi. Si raccolgono in un tendine formato dalla
sovrapposizione di tre lamine: il tendine inserzionale
patellare. Ai suoi lati si trovano due benderelle di rinforzo,
che vanno dalla patella ai condili tibiali.
Muscoli mediali
Sono cinque:
• Gracile: occupa il lato mediale della coscia. Il suo
tendine concorre a formare la zampa d’oca;
• Pettineo: s’inserisce sulla linea pettinea del femore;
• Adduttore Lungo: è piatto, di forma triangolare e ad
apice supero-mediale. S’inserisce nel terzo medio del
ramo mediale della linea aspra femorale:
• Adduttore Breve: anch’esso triangolare, è profondo
all’add. lungo e superficiale al grande;
• Grande Adduttore: la sua base occupa l’altezza della
linea aspra e il suo apice volge verso l’ischio. È
anch’esso piatto e triangolare. È in rapporto con i
mm. flessori del ginocchio.
Muscoli posteriori
Definiti anche flessori della coscia:
• Bicipite femorale: costituito da un capo lungo e uno
breve. Il tendine inserzionale è comune e si trova sulla
testa della fibula e sul condilo laterale tibiale. Costituisce
il margine supero-laterale della fossa poplitea;
• Semitendinoso: il suo tendine concorre a formare la
zampa d’oca. Come il bicipite, si rapporta, in alto, al
grande gluteo;
• Semimembranoso: nel suo terzo superiore è costituito da
una lamina tendinea. Il tendine inserzionale si divide in
tre fasci: discendente (condilo mediale posteriore tibiale),
ricorrente (condilo laterale posteriore del femore, forma il
legamento popliteo obliquo) e anteriore (tendine
riflesso, condilo mediale anteriore tibiale).