1. condizioni generali per la progettazione esecutiva e l`esecuzione

esi.pro
s. r. l.
servizi di architettura ed ingegneria
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
DELLE
OPERE IMPIANTISTICHE
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1.
CONDIZIONI GENERALI PER LA PROGETTAZIONE ESECUTIVA
E L'ESECUZIONE DEGLI IMPIANTI
1.1
PRECISAZIONI SULL’OGGETTO DELL'APPALTO
Il presente "Capitolato speciale d'appalto delle opere impiantistiche", facente parte
integrante del progetto definitivo posto a base di gara, ha per oggetto la progettazione
esecutiva e l’esecuzione, sulla base del progetto definitivo posto a base di gara dalla
stazione appaltante, degli impianti (idrico sanitari, idrici antincendio, di acclimazione,
elettrici e speciali) in una porzione del complesso edilizio “ex IPAB Doria” da ristrutturare
per realizzarvi la nuova “Piastra ambulatoriale Val Bisagno e Val Trebbia”.
Il complesso edilizio “ex IPAB Doria” presenta un fronte principale con andamento estovest, costituito da tre edifici rispettivamente denominati “Corpo Est”, “Corpo Centrale” e
“Corpo Ovest”, paralleli al corso del torrente Bisagno.
Dal fronte principale si staccano posteriormente altri tre edifici; i due laterali appartengono
ad un altro Ente, mentre quello centrale ospita la chiesa. I tre suddetti edifici sono estranei
al presente appalto, fatta eccezione per quanto interessa gli impianti provvisori più avanti
descritti.
Il Corpo Ovest del fronte principale appartiene ad un altro ente, ed è anch’esso estraneo al
presente appalto, fatta eccezione per quanto interessa gli impianti provvisori più avanti
descritti.
La porzione dell’immobile “ex IPAB Doria” appartenente alla stazione appaltante ed
interessata dall’intervento di ristrutturazione oggetto del presente appalto è costituita
quindi da:
 corpo Est, a quattro piani fuori terra;
 corpo Centrale, a quattro piani fuori terra;
 area esterna di pertinenza.
L’appalto comprende tutto quanto occorre, a partire dal progetto definitivo posto a base di
gara e dalle condizioni iniziali dei luoghi, per redigere la progettazione esecutiva, eseguire
l'opera e renderla finita a perfetta regola d'arte, funzionante, del tutto rispondente alle
finalità della stazione appaltante e da questa immediatamente e pienamente fruibile senza
alcun ulteriore onere.
Per gli impianti s'intendono sempre compresi, a titolo esemplificativo e non limitativo:
 tutto ciò che è prescritto dalla legislazione in materia di opere pubbliche, dal
regolamento, dal capitolato generale, dal contratto, dai capitolati speciali d'appalto, dai
piani di sicurezza, dalla normativa applicabile alle opere da realizzare;
 tutto ciò che è necessario per eseguire i lavori secondo le regole della buona tecnica;
 la messa in esercizio degli impianti, le prove di funzionamento, le verifiche iniziali, la
documentazione costruttiva, la documentazione finale, le pratiche presso gli enti
interessati;
 le assistenze murarie;
 i trasporti, i carichi, gli scarichi, le movimentazioni e i tiri in opera.
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1.2
DESIGNAZIONE DELLE OPERE IMPIANTISTICHE
Le opere impiantistiche che l’appaltatore deve realizzare, dopo l’approvazione del progetto
esecutivo, possono riassumersi come qui sotto elencato, fatte salve le più precise
indicazioni contenute negli atti contrattuali e nel progetto posto a base di gara, e le
disposizioni che potranno essere impartite dalla Direzione dei lavori in fase di esecuzione:
Impianti idrico sanitari:
 messa in sicurezza, smantellamento degli impianti esistenti e realizzazione degli
impianti provvisori;
 rete di tubazioni di adduzione dell’acqua, apparecchi sanitari, macchine;
 collettori di scarico delle acque nere;
 collettori di scarico delle acque bianche;
Impianti idrici antincendio:
 rete a naspi uni 25 e idrante uni 45
Impianti di acclimazione:
 messa in sicurezza, smantellamento degli impianti esistenti e realizzazione degli
impianti provvisori;
 impianto di ventilazione della radiologia e degli ambulatori;
 impianto a radiatori e a pannelli radianti;
 centrale termica;
 collettori solari e relativi circuiti;
 locali di accumulo e collettori per acqua di riscaldamento;
 centrale frigorifera e impianto ventilconvettori.
Impianti elettrici e speciali:
 messa in sicurezza, smantellamento degli impianti esistenti e realizzazione degli
impianti provvisori;
 cabina elettrica di trasformazione e gruppo elettrogeno;
 rete di canalizzazioni per energia e correnti deboli;
 linee elettriche principali;
 quadri elettrici secondari;
 dorsali, quadretti di locale, distribuzione terminale, UPS;
 impianto d’illuminazione normale e d’emergenza;
 impianto forza motrice;
 impianto di terra e di protezione contro le scariche atmosferiche;
 impianto telefonico e trasmissione dati (TD);
 impianto manuale e automatico allarme incendio;
 impianti diffusione sonora;
 impianto di chiamata d’emergenza reparto salute mentale;
 impianto di chiamata zona preparazione antiblastici;
 impianti citofonici;
 impianto TV;
 impianto regolacode per il centro prelievi (CUP).
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1.3
ONERI PARTICOLARI PER GLI IMPIANTI
In aggiunta agli oneri comunque previsti negli atti contrattuali e nel progetto posto a base
di gara, per gli impianti del presente appalto sono a carico dell'appaltatore gli oneri e gli
obblighi seguenti, che s’intendono compresi nel prezzo d’appalto.
1.3.1
ALLESTIMENTO E L’ESERCIZIO DEL CANTIERE
Sono a carico dell'appaltatore:
 l'acquisizione tempestiva di tutte le autorizzazioni o licenze necessarie per l'impianto, il
servizio e la gestione del cantiere, nonché, in genere, di quelle comunque necessarie
per l'esecuzione delle opere oggetto dell'Appalto;
 la tempestiva richiesta e l'ottenimento degli allacciamenti per l'approvvigionamento
dell'acqua, dell'energia elettrica e del telefono necessari per l'esercizio del cantiere e
per l'esecuzione dei lavori appaltati, nonché tutti gli oneri relativi a contributi, lavori e
forniture per l'esecuzione di detti allacciamenti provvisori, oltre alle spese per le utenze
e i consumi dipendenti dai predetti servizi;
 il ricorso, in caso di ritardo o impossibilità negli allacciamenti da parte degli enti
erogatori o di insufficienza delle erogazioni, a mezzi sussidiari che consentano la
regolare esecuzione dei lavori;
 le prestazioni di un capo cantiere impiantista presente in modo continuativo durante i
lavori, che provvederà all’apertura ed alla chiusura del cantiere, alla compilazione
quotidiana del Giornale di cantiere, al controllo delle maestranze, al controllo degli
accessi al cantiere in modo che sia consentito l’ingresso delle sole maestranze
autorizzate e sia impedito l'ingresso di estranei, ad assicurare il rispetto delle condizioni
di sicurezza, alla gestione dei rapporti verso l’esterno.
1.3.2
RETI DI IMPIANTI PRESENTI SULL'AREA D’INTERVENTO
L'appaltatore dovrà :
 accertare la presenza, sull'area di intervento, di reti di impianti, aeree, superficiali o
incassate. Qualora risulti necessario, dovrà tempestivamente inviare ai competenti
uffici le richieste di spostamento.
 accertare preventivamente, anche mediante indagini dirette, la presenza, sull'area di
intervento, di scoli e canalizzazioni. Qualora risulti necessario, dovrà tempestivamente
adottare i provvedimenti necessari per consentire la regolare esecuzione dei lavori
affidati con il presente Appalto;
 mantenere e conservare l'integrità delle vie di accesso, delle reti, degli impianti, degli
scoli delle acque e delle canalizzazioni esistenti sull'area di intervento.
1.3.3
PRESENZA DI EDIFICI E/O ZONE INTERESSATE DA ALTRI INTERVENTI
Gli edifici del complesso appartenenti ad altre Ditte saranno interessati, nella fase di
esecuzione dei lavori del presente appalto, da altri interventi.
L'appaltatore dovrà organizzare il cantiere ed eseguire i lavori in appalto senza impegnare
le zone interessate da altri interventi.
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L'appaltatore dovrà adottare ogni necessaria cautela, misura ed apprestamento per
garantire l'incolumità delle persone a qualsiasi titolo presenti, e per limitare al massimo il
disturbo all’attività delle altre Imprese contemporaneamente presenti nel complesso,
facendo scrupoloso riferimento alle prescrizioni del coordinatore per la sicurezza in fase di
esecuzione.
1.3.4
SVOLGIMENTO DELLA NORMALE ATTIVITÀ IN ALCUNE ZONE DURANTE
L’ESECUZIONE DEI LAVORI
Durante l’esecuzione dei lavori del presente appalto la normale attività dovrà regolarmente
proseguire nelle seguenti zone:
 a) zone appartenenti al presente appalto:
- alloggio del parroco al piano secondo del corpo centrale;
- uffici al piano primo del corpo centrale;
- reparto di radiologia al piano rialzato del corpo centrale;
- accettazione al piano rialzato del corpo centrale
 b) zone non appartenenti al presente appalto ma comunque interessate perché le loro
linee di alimentazione elettriche, idriche e termofluidiche sono asservite ai nostri edifici:
- ala posteriore ovest (altra ditta);
- ala posteriore centrale (chiesa);
- cantiere dell’ala posteriore est (altra ditta);
- corpo ovest (altra ditta).
I lavori provvisori necessari per garantire l’alimentazione ed il funzionamento di tali zone
sono descritti nel presente capitolato speciale; in aggiunta a quanto più avanti descritto
l'appaltatore dovrà:
 anticipare o differire, rispetto al programma, una o più lavorazioni, nonché provvedere
allo spostamento delle proprie attrezzature, mezzi d'opera e maestranze da una zona
ad un'altra per non creare disturbo a tali attività. L'appaltatore dovrà organizzare il
lavoro prevedendo che in determinati orari e su determinate aree non si potrà lavorare
per vari motivi (per esempio, per consentire il transito dei mezzi, o per l'impossibilità di
provocare rumori o vibrazioni, o per ottemperare a specifiche esigenze o prescrizioni
dell'ente appaltante).
 adottare tutti gli accorgimenti necessari ad assicurare il normale funzionamento degli
edifici e/o delle zone, operando quando necessario in orario serale o notturno e/o
festivo;
 limitare al massimo il disturbo; rumori e vibrazioni dovranno essere inferiori ai limiti di
legge e comunque compatibili con lo svolgimento delle normali attività;
 allestire allacciamenti provvisori, costruire ripari, barriere e/o isolamenti, con eventuale
fornitura di condutture ed apparecchiature provvisorie;
In particolare l'appaltatore accetta la condizione che, per i suddetti motivi, sia necessario
talvolta organizzare i lavori in modo intermittente e non continuativo.
Firmando il contratto l'appaltatore dichiara d’essere consapevole delle condizioni in cui si
svolgeranno i lavori e rinuncia a chiedere per questo ulteriori compensi o proroghe.
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1.3.5
DOCUMENTAZIONE COSTRUTTIVA
La documentazione costruttiva sarà basata sui disegni del progetto esecutivo, via via
aggiornati tenendo conto della esatta tipologia dei materiali, delle apparecchiature e delle
macchine che, approvati dal direttore dei lavori, saranno effettivamente utilizzati.
I disegni suddetti, redatti in scala adeguata e illustranti i vari impianti in pianta, dovranno
essere integrati con sezioni, dettagli e particolari di montaggio, in modo che il direttore dei
lavori possa comprendere e valutare i criteri con i quali l'appaltatore intende procedere alla
posa ed al montaggio delle singole apparecchiature ed alla stesura delle reti di
collegamento.
Nella redazione di tali disegni l'appaltatore dovrà attenersi, nella misura il più possibile
fedele, alle indicazioni riportate sui disegni di progetto nonché ai seguenti criteri
informativi:
 rispetto delle distanze stabilite dalle vigenti normative tecniche;
 accessibilità di manutenzione e possibilità di agevole sostituzione per tutte le
apparecchiature;
 massima facilità di manovra delle apparecchiature ;
 ordinato percorso delle linee, canalizzazioni e tubazioni degli impianti.
La documentazione comprenderà inoltre le caratteristiche tecniche e i disegni costruttivi di
tutti i materiali, di tutte le macchine e di tutte le apparecchiature
Sarà facoltà del direttore dei lavori chiedere, a proprio insindacabile giudizio, tutti i disegni
e i documenti che riterrà necessari per la miglior rappresentazione delle opere da
realizzare.
Non sarà consentito d'iniziare alcuna lavorazione in assenza della documentazione
costruttiva.
1.3.6
DISPOSIZIONI DELLA DIREZIONE LAVORI
L’appaltatore è tenuto ad osservare tutti gli ordini e disposizioni impartiti dal direttore dei
lavori ed a sottoporre alla sua approvazione tutti i documenti integrativi di quelli
contrattuali:
 disegni costruttivi di cantiere;
 particolari;
 documenti attestanti la qualità dei materiali e forniture impiegati;
senza che il tempo impiegato per la redazione di questi possa essere portato a
giustificazione di eventuali ritardi o maggiori oneri.
L’approvazione di suddetti da parte del direttore dei lavori non solleverà l’appaltatore dalla
piena responsabilità contrattuale su quanto andrà ad eseguire.
1.3.7
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
E' a carico dell'appaltatore la fornitura mensile alla stazione appaltante delle fotografie
digitali necessarie per documentare lo stato di avanzamento dei lavori.
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Inoltre dovrà essere fornita una esauriente documentazione fotografica delle lavorazioni
eseguite sulle parti che non saranno più visibili alla fine dei lavori, come per esempio le reti
di scarico, l’impianto di terra, i collegamenti equipotenziali supplementari, gli impianti entro
i vani tecnici sopra ai controsoffitti, gli impianti in cunicolo e quelli interrati.
1.3.8
DOCUMENTAZIONE FINALE E CERTIFICAZION
Per quanto di pertinenza del presente appalto, all’ultimazione dei lavori e prima che sia
redatto lo stato finale, per ciascuno dei lavori realizzati l'appaltatore dovrà consegnare al
direttore dei lavori una documentazione tecnica aggiornata “come costruito” comprendente
almeno:
Per gli impianti di acclimazione
 tutti gli adempimenti relativi alle prescrizioni della legge 46/90, completi degli allegati;
 planimetrie in scala non inferiore a 1:100 con la chiara rappresentazione di tutti gli
impianti, di tutte le condutture e di tutte le canalizzazioni, comprese eventuali parti
esistenti che si integrino con i lavori in oggetto;
 cataloghi tecnici illustrativi di tutte le macchine, apparecchiature e materiali impiegati;
 manuali d’uso e manutenzione di tutte le macchine, apparecchiature e materiali
impiegati, e di tutti gli impianti realizzati;
 aggiornamento del piano di manutenzione dell'opera;
 lista dei ricambi consigliati;
 omologazioni (ad es. Certificato Sistema Qualità, Certificato EUROVENT, Certificato di
fabbricazione, documenti attestanti il rispetto delle norme UNI e ISO, ecc.).
Per gli impianti idrico sanitari
 planimetrie in scala non inferiore a 1:100 con la chiara rappresentazione di tutti gli
impianti, di tutte le condutture e di tutte le canalizzazioni, comprese eventuali parti
esistenti che si integrino con i lavori in oggetto;
 tutti gli adempimenti relativi alle prescrizioni della legge 46/90, completi degli allegati;
 cataloghi tecnici illustrativi di tutte le apparecchiature e materiali impiegati;
 manuali d’uso e manutenzione di tutte le apparecchiature e materiali impiegati, e di tutti
gli impianti realizzati;
 aggiornamento del piano di manutenzione dell'opera;
 lista dei ricambi consigliati.
Per gli impianti elettrici e speciali
 di tutti i quadri elettrici, schemi elettrici di potenza e ausiliari redatti su formato UNI A3
completi di vista frontale, distinta dei componenti e schema delle morsettiere.
 di tutti i quadri elettrici, gli adempimenti relativi alla norma CEI 17.13/1.
 planimetrie in scala non inferiore a 1:100 con la chiara rappresentazione di tutti gli
impianti e tutte le condutture, comprese eventuali parti esistenti che si integrano con i
lavori in oggetto, su formato normalizzato UNI e utilizzando la simbologia delle norme
CEI.
 cataloghi tecnici illustrativi di tutte le macchine, apparecchiature e materiali impiegati.
 manuali d’uso e manutenzione di tutte le macchine, apparecchiature e materiali
impiegati, e di tutti gli impianti realizzati.
 aggiornamento del piano di manutenzione dell'opera;
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 lista dei ricambi consigliati per tutti i quadri e per tutti gli impianti realizzati;
 tutte le denunce che la stazione appaltante dovrà inoltrare agli organi competenti,
redatte sui modelli regolamentari nel numero di copie prescritto ed accompagnate dalle
istruzioni per il loro invio.
 tutti gli adempimenti relativi alle prescrizioni della legge 46/90, con espresso riferimento
all’avvenuta verifica iniziale dell’impianto secondo le prescrizioni delle norme CEI.
 indipendentemente dagli adempimenti relativi alla L. 46/90, che sono di competenza
esclusiva dell'appaltatore relativamente ai soli impianti realizzati, è richiesta, in
aggiunta, la certificazione di conformità alle prescrizioni della legge 186/68
dell’impianto elettrico nel suo complesso (comprendente sia gli impianti realizzati nel
presente appalto sia eventuali parti già esistenti ma interessate dall'inserimento dei
nuovi impianti), debitamente sottoscritta da un Professionista abilitato.
Tutti gli elaborati grafici dovranno essere realizzati con sistema CAD compatibile con
quello utilizzato dalla stazione appaltante, secondo quanto sarà indicato dal responsabile
del procedimento, e consegnati al direttore dei lavori in una copia informatica e tre copie
cartacee, trenta giorni prima della data prevista per il collaudo.
Tutta la documentazione dovrà essere raccolta in buste trasparenti entro dossier ad anelli.
L'onere di quanto sopra è a carico dell'appaltatore e s’intende compreso nei prezzi offerti;
l’appaltatore dovrà quindi tenere conto dell’onere aggiuntivo dei suddetti adempimenti.
1.3.9
ONERI ALLA FINE DEI LAVORI
All'ultimazione dei lavori compete ancora all'appaltatore, senza diritto ad alcun compenso
particolare oltre a quant’altro indicato negli atti contrattuali:
 la pulizia di tutti i locali e degli spazi esterni nonché lo sgombero di ogni opera
provvisoria, detriti, smontaggio di cantiere, ecc., entro il termine indicato dal direttore
dei lavori;
 l'onere della guardiania e della buona conservazione delle opere realizzate, fino ad
approvazione del certificato di collaudo provvisorio, o fino alla consegna delle opere
alla stazione appaltante, se antecedente.
Resta stabilito che per ciò che concerne gli impianti l'appaltatore, fino alla presa in
consegna dell’opera da parte della stazione appaltante, dovrà avere cura di mantenerli in
perfetto stato di conservazione nel loro insieme e nelle singole parti, senza che ciò legittimi
lo stesso a richiedere indennità e compensi aggiuntivi.
1.3.10
VERIFICHE E PROVE
Tutti gli oneri per le verifiche e le prove sono a carico dell'appaltatore, ed in particolare:
 la fornitura, al direttore dei lavori ed al Collaudatore, di strumenti e materiali necessari
per rilievi, determinazione di quote, misurazioni, tracciamenti, prove di carico e/o di
qualificazione su terreni, su strutture in fondazione e in elevazione;
 la messa a disposizione di fornitori di servizi muniti di certificazione UNI EN ISO 9003
per l'esecuzione di controlli, misure, prove e/o verifiche;
 la messa a disposizione di personale d'aiuto e della mano d'opera occorrente, fino al
termine delle operazioni di verifica e prova.
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1.3.10.1
SUGLI IMPIANTI DI ACCLIMAZIONE
Verifiche e prove preliminari
Durante l’esecuzione dei lavori, e prima che le tubazioni siano coibentate e\o chiuse in
tracci, in cavedio od interrate, dovranno essere effettuate le verifiche e le prove preliminari
sotto elencate:
a) Verifica preliminare intesa ad accertare che la fornitura del materiale costituente gli
impianti corrisponda in linea qualitativa e quantitativa alle prescrizioni contrattuali.
b) Prova Idraulica a freddo, da eseguire se possibile durante l’avanzamento in esecuzione
degli impianti, ed in ogni caso ad impianti ultimati, prima e dopo l’effettuazione delle prove
di cui alla seguente lettera c) .La prova consisterà nel portare gli impianti gli impianti ad
una pressione non inferiore ad 1,5 volte la massima pressione di esercizio, con un minimo
di 8 kg/cmq, mantenendola per un periodo non inferiore a 6 ore consecutive. La prova
sarà ritenuta positiva quando non si verificheranno perdite, trasudazioni e deformazioni
permanenti.
c) Prova di circolazione, di dilatazione e di tenuta, da eseguire di norma ad impianti
ultimati. La prova di circolazione verrà effettuata alla temperatura dell’acqua di 70°;
l’ispezione consisterà nel verificare che per tutti i corpi scaldanti avvenga una uniforme
distribuzione del fluido di riscaldamento ,alla temperatura prevista . La prova di dilatazione
sarà ritenuta positiva quando le dilatazioni non avranno dato luogo a perdite e
deformazioni permanenti . Le verifiche e le prove preliminari saranno eseguite dalla DL in
contraddittorio con l’appaltatore e dei risultati ottenuti si dovrà compilare regolare verbale
nel quale saranno esposti i rilievi fatti e le eventuali osservazioni e prescrizioni . Il Direttore
dei Lavori, ove trovi da eccepire in ordine ai risultati ottenuti , perché non conformi alle
prescrizioni del presente capitolato, emetterà il verbale di ultimazione lavori solo dopo aver
accertato, facendone esplicita dichiarazione nel verbale stesso, che da parte della ditta
assuntrice sono state eseguite tutte le modifiche, aggiunte riparazioni e sostituzioni
necessarie. Resta comunque inteso che, nonostante l’esito favorevole delle verifiche e
delle prove preliminari suddette, l’appaltatore rimarrà sempre unico responsabile delle
deficienze che abbiano a riscontrarsi in seguito, anche dopo il collaudo e fino al termine
del periodo di garanzia.
Verifiche e prove definitive
Il collaudo definitivo degli impianti dovrà essere effettuato entro e durante la prima
stagione invernale ed estiva successiva all’ultimazione dei lavori e dovrà essere iniziato in
un periodo di tempo che va dal 10 dicembre al 28 febbraio e dal 10 giugno al 31 luglio e
comunque non prima che siano trascorsi almeno 60 gg. dal completamento dell’opera.
Il collaudo verrà eseguito dopo un periodo di funzionamento nelle condizioni normali di
regime della durata di almeno 7 giorni.
I locali dovranno trovarsi in condizioni normali di abitabilità con porte ed infissi principali
completamente chiusi.
Costituirà principale oggetto del collaudo definitivo dell’impianto da effettuarsi ai sensi
delle norme UNI 5364, il controllo, effettuato anche a mezzo di misurazioni:
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 dei valori delle temperature e umidità raggiunte nell’interno dei locali in corrispondenza
di determinati valori della temperatura esterna e delle temperature dell’acqua all’uscita
ed all’entrata nei collettori di distribuzione.
 del funzionamento della centrale di trattamento aria e di tutti i restanti apparecchi e
macchinari in questa non compresi, facendo particolare riferimento alla capacità delle
varie parti di soddisfare le esigenze di funzionamento in condizioni di portata massima
garantita (in particolare del funzionamento delle apparecchiature di sicurezza,
controllo, misura e regolazione automatica, in modo che risultino tecnicamente
razionali e sufficienti allo scopo ed alle prestazioni) ;
 che siano state eseguite tutte le opere accessorie a regola d’arte e contrattualmente si
sia provveduto agli adempimenti previsti nel presente Capitolato.
Il collaudo dovrà essere fatto in un periodo nel quale la temperatura media esterna non
discosti molto da quella di progetto e non subisca notevoli variazioni .
Tutti gli impianti ed apparecchi comunque soggetti per legge alla sorveglianza dell’
ISPESL. dovranno avere subito con esito positivo le verifiche e le prove regolamentari di
omologazione previsti dalla legge e particolarmente normate.
L'appaltatore è impegnato a fornire, in sede di collaudo, tutte le apparecchiature di prova
richieste dai collaudatori e tutti gli elementi tecnici che i medesimi riterranno opportuni .
1.3.10.2
SUGLI IMPIANTI IDRICOSANITARI
Le verifiche e le prove dell’impianto si articoleranno in tre distinte fasi operative (verifica
quantitativa e qualitativa delle varie parti ed elementi – prove preliminari – accertamento
definitivo di funzionamento) e sarà condotto secondo le modalità generali ed i metodi di
misurazione di cui alle norme UNI, salvo riferimenti particolari
Tutti gli impianti ed apparecchi soggetti per legge alla sorveglianza dell’ISPESL dovranno
avere subito con esito positivo le verifiche e le prove regolamentari di omologazione
previsti dalla legge e particolarmente normate.
L'appaltatore è impegnato a fornire, in sede di collaudo, tutte le apparecchiature di prova
richieste dai collaudatori e tutti gli elementi tecnici che i medesimi riterranno opportuni .
1.3.10.3
SUGLI IMPIANTI ELETTRICI
Sugli impianti elettrici e speciali saranno eseguite tutte le verifiche iniziali previste dalle
norme CEI.
1.4
PRESCRIZIONI PER I MATERIALI DA IMPIEGARE NEGLI IMPIANTI
Ogni materiale dev'essere corrispondente alle disposizioni del capitolato generale, alle
specifiche tecniche e a quanto sotto riportato.
Le caratteristiche qualitative dei materiali e dei componenti sono indicate in diversi
documenti di progetto; s'intende accettato fin d'ora che in caso di non perfetta
corrispondenza ai fini contrattuali in ogni caso prevarrà, nell’interesse della stazione
appaltante, la caratteristica di superiore qualità.
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Tutti i materiali ed i componenti forniti dall'appaltatore dovranno corrispondere alle
prescrizioni di legge ed a quelle di progetto, dovranno essere nuovi, delle migliori qualità e,
nelle rispettive loro specie, dovranno risultare di perfetta lavorazione.
Può presentarsi l'eventualità che nel progetto definitivo siano indicate, a titolo puramente
esemplificativo e/o per consentire una più agevole individuazione della tipologia del
materiale previsto dal progettista, marche e prodotti di primaria qualità; l'appaltatore ha
comunque la più ampia facoltà di proporre al direttore dei lavori apparecchiature di diversa
provenienza purché abbiano caratteristiche dimensionali, di funzionamento, di qualità, di
durata ed affidabilità nel tempo equivalenti o migliorative rispetto a quelle indicate in
progetto.
E' a carico dell'appaltatore provvedere con la necessaria tempestività, di propria iniziativa
o, in difetto, per richiesta del direttore dei lavori, alla preventiva campionatura di
componenti, materiali, e accessori.
Ogni campione sarà accompagnato dalla documentazione tecnica atta a individuarne
caratteristiche e prestazioni e la conformità alle prescrizioni di progetto, ai fini
dell'approvazione, prima dell'inizio della fornitura, da parte dello stesso direttore dei lavori.
Qualora la marca prescelta dall'impresa, per le intrinseche caratteristiche dei materiali,
comportasse la revisione di alcuni dati di progetto, tali dati dovranno essere aggiornati
direttamente dall'impresa, sottoscritti da professionista abilitato e sottoposti al direttore dei
lavori per l'approvazione unitamente ai campioni.
Il direttore dei lavori si riserva di valutare l'adeguatezza di quanto proposto ed ha la facoltà
di rifiutare in qualunque momento i materiali e le forniture che non abbiano i requisiti
prescritti, o comunque necessari, che abbiano subito deperimenti dopo l’introduzione nel
cantiere o che per qualsiasi causa non risultassero conformi alle condizioni contrattuali.
In tale evenienza, l’appaltatore dovrà provvedere all'immediata rimozione dal cantiere dei
materiali non accettati ed alla pronta sostituzione, a proprie spese, con altri idonei.
I campioni e le relative documentazioni, accertati e controfirmati dal direttore dei lavori e
dall'appaltatore, devono essere conservati a cura e spese dell'appaltatore nel luogo
indicato dal direttore dei lavori.
Non sarà consentito d'iniziare alcuna lavorazione prima della presentazione ed
approvazione dei campioni.
1.5
VERIFICHE NEL CORSO DI ESECUZIONE DEI LAVORI
Sugli impianti saranno eseguite in corso d'opera attività di verifica, controllo e prove
preliminari intese ad accertare che:
 la fornitura dei materiali e/o dei componenti, sia dal punto di vista quantitativo sia da
quello qualitativo, corrisponda alle prescrizioni contrattuali;
 il montaggio delle varie parti sia accuratamente eseguito;
 il perfetto funzionamento di ogni singolo organo, dispositivo ed apparecchio.
L’esito favorevole delle verifiche non esonera l’appaltatore dai propri obblighi e dalle
proprie responsabilità.
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Le verifiche e le prove preliminari dovranno essere eseguite dal direttore dei lavori in
contraddittorio con l'appaltatore; dei risultati ottenuti si dovrà compilare di volta in volta
regolare verbale.
Il direttore dei lavori, ove trovi da eccepire in ordine a tali risultati perché non conformi alle
prescrizioni del presente Capitolato Speciale d’Appalto, non emetterà il verbale di
ultimazione dei lavori fin quando non avrà accertato, facendone esplicita dichiarazione nel
verbale stesso, che da parte dell'appaltatore siano state eseguite tutte le modifiche,
aggiunte, riparazioni e sostituzioni necessarie.
1.6
PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI
Tutti i testi citati devono essere complementati dalle eventuali modifiche ed integrazioni.
Strutture sanitarie
 D.P.R. del 14 gennaio 1997: requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi che
devono essere posseduti dalle strutture pubbliche e private per l’esercizio delle attività
sanitarie, con lo scopo di garantire all’utente prestazioni e servizi di buona qualità.
 Legge Regione Liguria 30 luglio 1999 n. 20.
Sicurezza dei lavoratori
 DPR 547 del 27-04-1955
Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro ed
aggiornamenti successivi.
 D. Lgs. n. 494 del 14 agosto 1996: prescrizioni minime di sicurezza e di salute da
attuare nei cantieri temporanei o mobili.
 D. Lgs. 626 del 19-09-1994 Attuazione delle direttive CEE, riguardanti il miglioramento
della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro e successive integrazioni
D. Lgs. 242 del 19-1-03-0-1996.
Impianti in genere
 Legge n. 46 del 5 marzo 1990: norme per la sicurezza degli impianti.
 DPR 447 del 06-12-1991
Regolamento di attuazione della legge 5 marzo 1990 n.46,
in materia di sicurezza degli impianti.
Rumore
 D.P.C.M. 1 marzo 1991: limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi
e nell'ambiente esterno.
 Legge n. 447 del 26 ottobre 1995: legge quadro sull’inquinamento acustico.
 D.P.C.M. 14 novembre 1997: valori limite delle sorgenti sonore.
 Norma UNI 8199 “Misura in opera e valutazione del rumore prodotto negli ambienti
dagli impianti di riscaldamento, condizionamento e ventilazione”.
Impianti di acclimazione
 Legge n. 615 del 13 luglio 1966: provvedimenti contro l'inquinamento atmosferico e
successivi regolamenti di esecuzione.
 D.M. 1 dicembre 1975: norme di sicurezza per apparecchi contenenti liquidi caldi sotto
pressione e successivi aggiornamenti.
 Legge n. 319 del 10 marzo 1976: norme per la tutela delle acque dall'inquinamento.
 Leggi n. 9 e n. 10 del 9 gennaio 1991: norme per l'attuazione del piano energetico
nazionale e successivi regolamenti di esecuzione.
12
 Decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 192 (g.u. 23-9-2005, n. 222 - suppl.): attuazione
della direttiva 2002/91/ce relativa al rendimento energetico nell’edilizia.
 D.P.R. n. 412 del 26 agosto 1993: progettazione, installazione, esercizio e
manutenzione degli impianti termici degli edifici e successivi regolamenti di
esecuzione.
 Direttiva PED 97/23/CE: ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia
di attrezzature a pressione.
 Norma UNI 10339 e norme correlate.
 Circolari applicative ISPESL.
 Specifiche ASHRAE per il calcolo del carico termico estivo degli edifici.
 Norme UNI-CIG.
 Decreto Presidente Giunta Regione Liguria 16 aprile 2003 N. 8/REG (regolamento di
attuazione della legge regionale 2 luglio 2002, n. 24 - Disciplina per la costruzione,
installazione, manutenzione e pulizia degli impianti aeraulici).
Impianti idrico sanitari e antincendio
 Legge n. 319 del 10 marzo 1976: norme per la tutela delle acque dall'inquinamento.
 D.P.R. n. 236 del 24 maggio 1988: qualità delle acque destinate al consumo umano.
 D.M. Sanità n. 443 del 21 dicembre 1990: disposizioni tecniche concernenti
apparecchiature per il trattamento domestico di acque potabili.
 Legge n. 36 del 5 gennaio 1994: disposizioni in materia di risorse idriche.
 Norme UNI-CIG.
 Norme UNI-VVF.
 Concordato Italiano Incendi.
 Normativa e legislazione antincendio e regolamenti specifici dei comandi locali dei
VV.FF.
Impianti elettrici e speciali
 Legge n. 186 del 1 marzo 1968: disposizioni concernenti la produzione di materiali,
apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici.
 Tutte le Norme del comitato elettrotecnico Italiano (CEI), In particolare la Norma CEI
64-8/7;V2 3° edizione: impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a
1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua - parte 7: ambienti e
applicazioni particolari - sezione 710: locali ad uso medico.
 legge 791 Attuazione della direttiva del consiglio delle Comunità europee
(n.73/23/CEE) relativa alle garanzie di sicurezza che devono possedere il materiale
elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione.
 DLgs 493 del 14.08.1996
Attuazione della direttiva 92/58 della Segnaletica di
Sicurezza.
 Norma Europea EN 50173 sulla tecnologia dell’informazione e sui sistemi di cablaggio
generici.
 Norma UNI 9795:
Sistemi fissi di segnalazione manuale e di allarme incendi.
 Norma EN 12464-1: Illuminazione posti lavoro interni.
 Norma UNI 1838:
Illuminazione di emergenza.
13
1.7
MODALITÀ DI ESECUZIONE E DI CONTROLLO DEL PROGETTO
ESECUTIVO DEGLI IMPIANTI
1.7.1
GENERALITÀ
Il progetto esecutivo costituisce l’ingegnerizzazione di tutte le lavorazioni e, pertanto,
definisce compiutamente ed in ogni particolare impiantistico, compresi i coinvolgimenti
architettonici e strutturali, l'intervento da realizzare, inclusi i piani operativi di cantiere, i
piani degli approvvigionamenti, nonché i calcoli e i grafici relativi alle opere provvisionali.
Il progetto esecutivo dev’essere redatto nel pieno rispetto del progetto definitivo, e deve
recepire sia eventuali prescrizioni di cui alla conferenza di servizi sia eventuali migliorie
proposte dall’appaltatore in sede di gara.
Il progetto esecutivo degli impianti dev’essere composto dai documenti seguenti:
 relazione generale;
 relazioni specialistiche degli impianti;
 elaborati grafici e particolari costruttivi;
 calcoli esecutivi delle strutture e degli impianti;
 piani di manutenzione dell'opera e delle sue parti;
 piani di sicurezza e di coordinamento;
 computo metrico estimativo
 cronoprogramma dei lavori con indicazione delle fasi lavorative suddivise divise per
categoria, sottovoce, edificio e piano.
1.7.2
REQUISITI DEL PROGETTISTA
L'appaltatore deve possedere i requisiti progettuali previsti dalla legislazione relativamente
alle opere in oggetto, oppure deve avvalersi di un progettista qualificato alla realizzazione
del progetto esecutivo, individuato come prescritto dalla legislazione.
1.7.3
STUDI E INDAGINI DI DETTAGLIO
Il responsabile del procedimento dispone fin da ora che l'appaltatore provveda
all'effettuazione di studi o indagini di maggior dettaglio o verifica rispetto a quelli utilizzati
per la redazione del progetto definitivo, senza che ciò comporti compenso aggiuntivo
alcuno a favore dell'appaltatore.
1.7.4
TEMPI DELLA PROGETTAZIONE ESECUTIVA
Intervenuta la stipulazione del contratto il responsabile del procedimento, con apposito
ordine di servizio, disporrà che l'appaltatore inizi immediatamente la redazione del
progetto esecutivo.
La progettazione dovrà essere completata nel tempo indicato negli atti contrattuali.
14
1.7.5
SEDE DI REDAZIONE DEL PROGETTO ESECUTIVO
Il progetto esecutivo potrà essere redatto nella sede dell'appaltatore.
Per ogni fase delle attività di controllo della progettazione l'appaltatore o il progettista da
questi incaricato dovrà invece recarsi, con tutta la documentazione fino al quel momento
prodotta, o presso la sede della stazione appaltante o presso qualsiasi altra sede, sul
territorio italiano, da questa indicata.
1.7.6
MODALITÀ DI CONTROLLO DEL RISPETTO DELLE INDICAZIONI DEL
PROGETTO DEFINITIVO.
Ai sensi e per gli effetti dell'articolo 47, comma 1, del regolamento, il responsabile del
procedimento procederà, in contraddittorio con il protagonista del progetto esecutivo, a
verificare la conformità con il progetto definitivo, al fine di accertare l'unità progettuale.
Al contraddittorio parteciperà anche il progettista titolare dell'affidamento del progetto
definitivo, che si esprimerà in ordine a tale conformità.
La verifica riguarderà fra l'altro, per quanto applicabile nello specifico:
 la corrispondenza dei nominativi dei progettisti a quelli titolari dell'affidamento e la
sottoscrizione dei documenti per l'assunzione delle rispettive responsabilità;
 la completezza della documentazione relativa agli intervenuti accertamenti di fattibilità
tecnica ed economica dell'intervento;
 l'esistenza delle indagini nell'area di intervento e la congruenza dei risultati di tali
indagini con le scelte progettuali;
 la completezza, adeguatezza e chiarezza degli elaborati progettuali, grafici, descrittivi e
tecnico-economici, previsti dal regolamento;
 l'esistenza delle relazioni di calcolo degli impianti e la valutazione dell'idoneità dei
criteri adottati;
 l'esistenza dei computi metrico-estimativi e la verifica della corrispondenza agli
elaborati grafici, descrittivi ed alle prescrizioni capitolari;
 la rispondenza delle scelte progettuali alle esigenze di manutenzione e gestione;
 l'esistenza delle dichiarazioni in merito al rispetto delle prescrizioni normative, tecniche
e legislative comunque applicabili al progetto;
 l'acquisizione di tutte le approvazioni ed autorizzazioni di legge, necessarie ad
assicurare l'immediata cantierabilità del progetto;
 il coordinamento tra le prescrizioni del progetto e le clausole dello schema di contratto
e del capitolato speciale d'appalto nonché la verifica della rispondenza di queste ai
canoni della legalità.
1.7.7
TERMINI DI APPROVAZIONE DEL PROGETTO ESECUTIVO
In caso di esito favorevole di tale verifica, il progetto esecutivo sarà approvato dalla
stazione appaltante entro il termine di trenta giorni consecutivi a partire dal completamento
della consegna degli elaborati progettuali da parte dell'appaltatore.
15
1.7.8
MANCATA APPROVAZIONE DEL PROGETTO ESECUTIVO
Qualora il progetto esecutivo redatto dall'impresa non sia ritenuto meritevole di
approvazione, il contratto è risolto per inadempimento dell'appaltatore.
In ogni altro caso di mancata approvazione del progetto esecutivo, la stazione appaltante
recede dal contratto e, in deroga a quanto previsto dall'art. 122 del regolamento,
all'appaltatore è riconosciuto unicamente quanto previsto dal capitolato generale in caso di
accoglimento dell'istanza di recesso per ritardata consegna dei lavori.
1.7.9
VARIAZIONI RISPETTO AL PROGETTO DEFINITIVO
L'appaltatore risponde dei ritardi e degli oneri conseguenti alla necessità di introdurre
varianti in corso d'opera a causa di carenze del progetto esecutivo.
Il progetto esecutivo non può prevedere alcuna variazione alla qualità e alle quantità delle
lavorazioni previste nel progetto definitivo, salvo quanto segue:
 nel caso in cui si verifichi una delle ipotesi di cui all' art. 132 del codice appalti, ovvero
nel caso di riscontrati errori od omissioni del progetto definitivo, le variazioni da
apportarsi al progetto esecutivo sono valutate in base ai prezzi contrattuali con le
modalità previste dal capitolato generale e, se del caso, a mezzo di formazione di
nuovi prezzi, ricavati ai sensi dell'art. 136 del regolamento. La stazione appaltante
procede all'accertamento delle cause, condizioni e presupposti che hanno dato luogo
alle variazioni nonché al concordamento dei nuovi prezzi secondo quanto previsto dal
capitolato speciale allegato al progetto definitivo.
16
2.
DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI
2.1
IMPIANTO IDRICO SANITARIO
Le caratteristiche di dettaglio delle reti, dei materiali, dei componenti, degli apparecchi e
delle macchine sono indicate nei disegni di progetto e nelle specifiche tecniche, che
integrano la presente descrizione e non sono da questa scindibili.
2.1.1
MESSA IN SICUREZZA, SMANTELLAMENTO DEGLI IMPIANTI ESISTENTI E
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI PROVVISORI
Attività da mantenere in servizio
Le zone da mantenere in attività per tutta la durata dei lavori sono indicativamente:
 l’accettazione (attualmenteal piano rialzato del corpo centrale);
 la radiologia (attualmente al piano rialzato del corpo centrale);
 gli uffici (attualmente al piano primo del corpo centrale);
 la casa del parroco (attualmente al piano secondo del corpo centrale);
 l’intero corpo Ovest, appartenente ad altro ente, che ospita attualmente anche il CUP
della stazione appaltante;
 l’edificio posteriore centrale, che ospita la chiesa;
 l’edificio posteriore laterale più a ovest, e la sua centrale termica, appartenenti ad altro
ente;
 il cantiere dell’edificio posteriore laterale più a est, appartenente ad altro ente,
attualmente in ristrutturazione.
Nella prima fase, della durata di 10 mesi, i lavori saranno finalizzati a:
 ristrutturazione della galleria-corridoio al piano rialzato, per tutto il corpo est e, al corpo
centrale, fino all’accesso della radiologia;
 ristrutturazione del piano rialzato del corpo est.
Quest’ultima, una volta completata consentirà di trasferirvi:
 il CUP;
 l’accettazione;
 gli uffici;
 la casa del parroco.
Il corpo centrale sarà quindi libero al termine della prima fase, fatta eccezione per la
radiologia ed il suo accesso preliminarmente ristrutturato, che dovrà funzionare per un
ulteriore periodo, finché sarà chiusa per consentire il completamento dei lavori al corpo
centrale.
Durante la chiusura il servizio di radiologia sarà svolto da altre strutture territoriali.
Dopo il decimo mese e fino al termine dei lavori dovranno comunque continuare a
funzionare, oltre ai servizi trasferiti ed alla radiologia, anche:
 l’intero corpo Ovest;
 l’edificio posteriore centrale, che ospita la chiesa;
 l’edificio posteriore laterale più a ovest, appartenente ad un altro ente, e la sua centrale
termica;
17
 il cantiere dell’edificio posteriore laterale più a est, appartenente ad un altro ente,
attualmente in ristrutturazione.
Messa in sicurezza
Gli impianti idrico sanitari esistenti nei locali di volta in volta da demolire e da ristrutturare
dovranno essere disalimentati, intercettati e tappati prima che sia iniziata qualsiasi altra
lavorazione.
Allacci provvisori
Dovranno essre attuati tutti gli interventi necessari per garantire l’alimentazione ed il sicuro
funzionamento degli impianti a servizio delle zone di volta in volta da mantenere in attività
durante l’esecuzione dei lavori.
Indicativamente:
La rete di alimentazione acqua fredda sarà intercettata nella galleria al piano terra in
corrispondenza dell’attacco con il corpo ovest.
Per l’alimentazione provvisoria delle utenze sopra descritte sarà realizzata una rete
esterna in facciata (facciata nord) in PEAD, a partire dal punto di intercettazione, con
formazione di punti provvisori di alimentazione nei servizi.
I servizi necessari al funzionamento delle zone da mantenere in attività saranno solo quelli
con affaccio verso nord.
Per la fornitura dell’acqua calda sanitaria saranno invece predisposti, in adiacenza ai punti
acqua fredda descritti, dei bollitori elettrici: almeno 5 da 10 l per l’alimentazione dei
lavandini (radiologia, uffici piano primo, accettazione) ed indicativamente 1 da 80 l per
l’abitazione del parroco.
Lo smantellamento della rete acqua calda sanitaria e ricircolo nella galleria nord del corpo
centrale al piano terra sarà possibile solo dopo aver accertato che non siano collegate
utenze relative ad altri corpi di fabbrica non interessate da questo cantiere; i bollitori delle
cucine o di altre utenze al di fuori del cantiere oggetto di appalto dovranno essere al più
presto ricollegati alla nuova rete riscaldamento a servizio dei corpi di fabbrica non in
cantiere (vedere paragrafo riscaldamento).
Per quanto riguarda le reti di scarico a servizio delle utenze “provvisorie” si opererà nel
seguente modo:
 sarà mantenuta in funzione la fognatura nera esistente nel retro del corpo centrale (lato
nord) passante adiacente alla galleria nel tratto compreso tra la ex palestra ed il
sottopasso carraio confinante con il corpo ovest e tutto il tratto a valle dello stesso.
In questo modo i servizi igienici prospicenti la facciata nord ai vari piani, facenti parti delle
utenze “provvisorie” manterrano lo scarico in questo tratto di fognatura: sarà necessario
realizzare una colonna di scarico con allaccio provvisorio per i servizi della radiologia che
attualmente scaricano a monte della linea descritta.
Questo scarico sarà esterno e realizzato in modo da dare il minor intralcio possibile alle
lavorazioni da realizzarsi nella galleria tecnica del corpo centrale.
Tutte le rimanenti linee fognarie a servizio degli edifici corpo centrale ed ovest saranno
smantellate per far posto alle nuove tubazioni previste in progetto, con i relativi pozzetti.
18
Le nuove tubazioni degli scarichi “provvisori” saranno posate a fianco di quelle esistenti
per poi poter “ribaltare” gli scarichi delle relative utenze nel minor tempo possibile.
---ooo--Tutte le tubazioni a vista, gli apparecchi, le macchine ecc. dovranno essere demoliti fino al
vivo della muratura e smaltiti in discarica.
Le apparecchiature che la stazione appaltante vorrà recuperare saranno consegnate ai
magazzini di Genova della stazione appaltante a cura dell’appaltatore; i materiali di risulta
saranno conferiti per il loro regolare smaltimento alla più vicina discarica autorizzata.
S’intendono inoltre compresi tutti gli oneri per lo smantellamento degli impianti e lo
smaltimento del materiali di risulta.
Si ricorda che i fuori servizio necessari per eseguire in sicurezza le lavorazioni potranno
essere effettuati solo se autorizzati dalla stazione appaltante; prima di prendere in
consegna gli impianti da smantellare l’appaltatore non potrà effettuare manovre sugli
impianti esistenti, e dovrà prestare la necessaria assistenza al personale della stazione
appaltante preposto a tali manovre.
Per l'esatta valutazione della consistenza degli impianti da smantellare, dei
provvisori e delle particolari condizioni di lavoro è prescritta all'Installatore, in sede
di offerta, l'esecuzione di un dettagliato sopralluogo.
2.1.2
TUBAZIONI DI ADDUZIONE DELL’ACQUA, APPARECCHI SANITARI,
MACCHINE
Le tubazioni idriche principali per acqua fredda, calda e ricircolo saranno in acciaio
zincato.
La coibentazione sarà realizzata con materiale avente λ = 0,041 w/m °C. e spessori della
tabella "1" proporzionati alla tabella "2" dell'art. 12 DPR 20 giugno 1977 n. 1052, il tutto
eseguito con idonea barriera vapore e nastratura in PVC.
La distribuzione verticale avverrà mediante colonne uscenti dalla sottocentrale
tecnologica.
La distribuzione orizzontale ai piani passerà nel vano tecnico sopra al controsoffitto dei
corridoi, e da essa avranno origine le derivazioni dirette ai singoli locali.
Previa interposizione delle tre valvole sugli stacchi, e del circuito chiusura del ricircolo,
ciascuna derivazione sarà realizzata con tubo multistrato posato orizzontalmente nel vano
tecnico sopra al controsoffitto del locale; le discese verticali verso i punti di allaccio
saranno incassate nella parete.
I vari locali saranno equipaggiati con gli apparecchi sanitari previsti nel progetto
architettonico.
Tutti gli apparecchi sanitari sono previsti del tipo sospeso, con apposito telaio metallico
zincato di sostegno.
In particolare i WC avranno la cassetta di cacciata ad incasso in un vano ricavato con una
controparete a debita distanza dalle murature esistenti; nel vano così ricavato avverrà
anche il passaggio dello scarico del WC.
19
Gli apparecchi, nelle diverse tipologie ed esecuzioni per utenti comuni e diversamente
abili, saranno completi di idonea rubinetteria monocomando e di tutti gli accessori di
collegamento e di fissaggio.
2.1.3
COLLETTORI DI SCARICO DELLE ACQUE NERE
Le reti di scarico saranno realizzate in polietilene nero ad alta densità.
La posa dei tratti orizzontali dovrà essere realizzata con pendenza adeguata; negli edifici
in oggetto normalmente non è possibile il transito a pavimento, per l’insufficiente spessore
del sottofondo, ogni scarico dovrà essere portato al piano inferiore, ed il tratto orizzontale
di raccordo alla colonna dovrà essere realizzato nel vano tecnico sopra al controsoffitto,
avendo cura di coordinare i percorsi con quelli degli altri servizi correnti nel suddetto vano.
Tutti i passaggi attraverso i solai e le pareti REI saranno sigillati con materiale o collari
termoespandenti certificati con caratteristica REI non inferiore a quella della
compartimentazione attraversata.
Il posizionamento ed il dimensionamento delle colonne di scarico è legato alla
sistemazione planimetrica dei WC, per i quali è opportuno compiere brevi tratti orizzontali
per raggiungere la colonna stessa, che non potrà avere diametro interno inferiore ai 100
mm.
Il materiale con cui saranno realizzate le colonne di scarico e quelle di ventilazione
primaria, che sono il naturale prolungamento delle prime con egual diametro sino al
cappello esalatore posto in copertura, è costituito dal polietilene nero ad alta densità, con
tutti i pezzi speciali che occorrono (braghe semplici o doppie, curve, ispezioni ecc).
Per facilitare la posa delle reti di scarico orizzontali, all’interno dei servizi sarà preferita la
braga doppia nella giunzione dei tratti verticali della colonna di scarico; tale braga può
essere utilizzata per una seconda futura immissione, per un’ispezione e per una eventuale
modifica in tempi successivi.
Alla base di ogni colonna verticale di scarico sarà previsto un sifone con ispezione.
Le colonne verticali di scarico confluiranno, infine, in un collettore di raccolta che andrà a
gettarsi (con ispezione) nell’impianto fognario generale.
Nel passaggio delle colonne di scarico in ambienti ove necessario mantenere un elevato
confort acustico, è prescritto l’impiego di tubazioni in PEAD fonoisolato, a doppia parete,
sia verticali che orizzontali.
La rete di ventilazione secondaria e antisifonica ha lo scopo di preservare la guardia
d’acqua dei sifoni delle apparecchiature sanitarie, ed impedire il collegamento degli
scarichi con l’atmosfera; sono pertanto previste la ventilazione secondaria di tutti i sifoni
delle apparecchiature, nonché la ventilazione di quei tratti di collettori di scarico orizzontali
che presentino un percorso eccessivamente lungo.
A servizio degli scarichi neri del corpo est è prevista l’installazione di una stazione di
sollevamento interrata.
Come si evince dai disegni di progetto, il rilancio dovrà essere di circa 1.20 m.
20
La stazione di sollevamento sarà realizzata con un manufatto di cemento armato
prefabbricato, a pianta circolare, con all’interno almeno due pompe trituratrici adatte a
liquidi con corpi in sospensione, una di riserva all’altra, alimentate dalla rete sotto gruppo
elettrogeno e dotate di allarme.
La vasca sarà posta tra i corpi est e centrale, e sarà dotata di coperchio atto a sopportare
il traffico incontrollato di automezzi.
2.1.4
COLLETTORI DI SCARICO DELLE ACQUE BIANCHE
All'impianto di scarico delle acque meteoriche saranno condotte le acque raccolte dalle
coperture e dalle superfici esterne non permeabili.
E’ prevista la sostituzione di tutti i pluviali di facciata con altri nuovi pluviali in rame dotati di
gambale in ghisa.
Le reti di defluenza, rispettivamente a partire dal piede dei pluviali e dalle caditoie, saranno
realizzate in tubo di PVC con diametri e pendenze adeguate, e faranno capo al punto di
conferimento alla rete esistente, come indicato negli elaborati di progetto.
Ove necessario saranno previsti pozzetti speciali per la separazione dei grassi e degli oli.
Per consentire l’evacuazione delle acque meteoriche dall’intercapedine che sarà realizzata
sul perimetro del corpo est, è prevista l’installazione di una stazione di sollevamento
interrata.
Come si evince dai disegni di progetto, il rilancio dovrà essere di circa 1.20 m.
La stazione di sollevamento sarà realizzata con un manufatto di cemento armato
prefabbricato, a pianta circolare, con all’interno almeno due pompe per acque chiare, una
di riserva all’altra, alimentate dalla rete sotto gruppo elettrogeno e dotate di allarme.
La vasca sarà posta tra i corpi est e centrale, e sarà dotata di coperchio atto a sopportare
il traffico incontrollato di automezzi.
2.2
IMPIANTO IDRICO ANTINCENDIO
Le caratteristiche di dettaglio delle reti, dei materiali, dei componenti, degli apparecchi e
delle macchine sono indicate nei disegni di progetto e nelle specifiche tecniche, che
integrano la presente descrizione e non sono da questa scindibili.
La rete antincendio già esistente nel complesso Doria è costituita da una tubazione ad
anello, in parte interrata ed in parte visibile lungo la recinzione di via Struppa e in alcuni
altri punti delle aree esterne.
Dall’anello sono derivati gli stacchi che, con percorso interrato e poi a vista in facciata,
raggiungono gli idranti, del tipo UNI 45 in cassetta a parete.
Vi sono inoltre idranti a colonna esterni UNI 70.
Per l'esatta valutazione della consistenza degli impianti da smantellare, dei
provvisori e delle particolari condizioni di lavoro è prescritta all'Installatore, in sede
di offerta, l'esecuzione di un dettagliato sopralluogo.
21
La nuova rete antincendio a servizio del corpo centrale e del corpo est sarà indipendente
da quella esistente grazie ad un nuovo allaccio alla rete idrica corrente lungo via Struppa.
La nuova rete antincendio alimenterà una serie di naspi UNI 25, distribuiti ai vari piani dei
due edifici nelle posizioni indicate sui disegni di progetto coerentemente con il progetto di
prevenzione incendi.
Sarà inoltre installato un nuovo idrante UNI 45, da posizionare in prossimità del deposito
della farmacia, al piano terra, lato nord, del corpo centrale.
Tutta la rete sarà realizzata con tubazioni in acciaio zincato, che nei tratti orizzontali
saranno staffate al soffitto nei corridoi; le colonne verticali passeranno nei nuovi cavedi
impiantistici.
Ove richiesto dalla normativa saranno inserite intercettazioni piombate in posizione aperta.
I naspi saranno del tipo a parete.
L’idrante sarà del tipo a parete, in cassetta con spigoli antinfortunistici, con manichetta
flessibile imputrescibile e lancia a tre effetti.
Tutta l’installazione avverrà secondo i dettami della norma UNI 10779.
Durante le lavorazioni dovrà essere sempre mantenuta in esercizio la rete esistente,
indispensabile per garantire la sicurezza antincendio negli edifici del complesso “Doria”
non interessati dal presente appalto.
22
2.3
IMPIANTO DI ACCLIMAZIONE
Le caratteristiche di dettaglio delle reti, dei materiali, dei componenti, degli apparecchi e
delle macchine sono indicate nei disegni di progetto e nelle specifiche tecniche, che
integrano la presente descrizione e non sono da questa scindibili.
2.3.1
MESSA IN SICUREZZA, SMANTELLAMENTO DEGLI IMPIANTI ESISTENTI E
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI PROVVISORI
Attività da mantenere in servizio
Le zone da mantenere in attività per tutta la durata dei lavori sono indicativamente:
 l’accettazione (attualmenteal piano rialzato del corpo centrale);
 la radiologia (attualmente al piano rialzato del corpo centrale);
 gli uffici (attualmente al piano primo del corpo centrale);
 la casa del parroco (attualmente al piano secondo del corpo centrale);
 l’intero corpo Ovest, appartenente ad altro ente, che ospita attualmente anche il CUP
della stazione appaltante;
 l’edificio posteriore centrale, che ospita la chiesa;
 l’edificio posteriore laterale più a ovest, e la sua centrale termica, appartenenti ad altro
ente;
 il cantiere dell’edificio posteriore laterale più a est, appartenente ad altro ente,
attualmente in ristrutturazione.
Nella prima fase, della durata di 10 mesi, i lavori saranno finalizzati a:
 ristrutturazione della galleria-corridoio al piano rialzato, per tutto il corpo est e, al corpo
centrale, fino all’accesso della radiologia;
 ristrutturazione del piano rialzato del corpo est.
Quest’ultima, una volta completata consentirà di trasferirvi:
 il CUP;
 l’accettazione;
 gli uffici;
 la casa del parroco.
Il corpo centrale sarà quindi libero al termine della prima fase, fatta eccezione per la
radiologia ed il suo accesso preliminarmente ristrutturato, che dovrà funzionare per un
ulteriore periodo, finché sarà chiusa per consentire il completamento dei lavori al corpo
centrale.
Durante la chiusura il servizio di radiologia sarà svolto da altre strutture territoriali.
Dopo il decimo mese e fino al termine dei lavori dovranno comunque continuare a
funzionare, oltre ai servizi trasferiti ed alla radiologia, anche:
 l’intero corpo Ovest;
 l’edificio posteriore centrale, che ospita la chiesa;
 l’edificio posteriore laterale più a ovest, appartenente ad un altro ente, e la sua centrale
termica;
23
 il cantiere dell’edificio posteriore laterale più a est, appartenente ad un altro ente,
attualmente in ristrutturazione.
Messa in sicurezza
Gli impianti di riscaldamento esistenti nei locali da demolire e da ristrutturare dovranno
essere disalimentati, intercettati e tappati prima che sia iniziata qualsiasi altra lavorazione.
Allacci provvisori
Dovranno essre attuati tutti gli interventi necessari per garantire l’alimentazione ed il sicuro
funzionamento degli impianti a servizio delle zone di volta in volta da mantenere in attività
durante l’esecuzione dei lavori.
Indicativamente:
Le tubazioni esistenti hanno le coibentazioni contenenti amianto; la bonifica sarà eseguita
dalla stazione appaltante prima della consegna dei lavori, e non è pertanto compresa nel
presente appalto.
Lo smontaggio delle tubazioni esistenti avverrà non appena sarà terminata la stagione di
riscaldamento, ed inizierà dalle reti principali correnti nella galleria al piano terra del corpo
centrale, per poi proseguire con i locali interni.
Effettuate le demolizioni si comincierà ad allestire le reti interne di distribuzione orizzontale
a soffitto tenendo conto che la singola rete di piano alimenterà i radiatori del piano
superiore: quindi sarà possibile lavorare al piano terra mentre al piano rialzato (es.
radiologia) sarà necessario lavorare in un numero limitato di locali alla volta, sigillati per
mantenere in funzione la radiologia stessa o le altre utenze “provvisorie”.
All’approssimarsi della stagione del riscaldamento dovranno essere riallacciati i radiatori
nei locali mantenuti in servizio, collegati alla rete nuova nel frattempo allestita.
In una fase successiva, fuori dalla stagione del riscaldamento o, durante tale stagione,
operando locale per locale, , dagli stacchi nel frattempo predisposti e valvolati al piano
inferiore saranno alimentati i radiatori nelle nuove posizioni.
Il servizio cucina esistente al piano terra del corpo ovest, non è compreso nell’oggetto
dell’appalto; tuttavia i bollitori dell’acqua calda sanitaria a servizio di tale utenza dovranno
essere mantenuti in attività anche al di fuori della stagione di riscaldamento.
A tal fine si dovrà realizzare uno stacco provvisorio dalla rete di riscaldamento esistente
che proviene dalla centrale termica già esistente nel complesso; lo stacco, dotato di
proprio circolatore, avverrà in prossimità dell’ex locale palestra al piano terra del corpo
centrale, e rialimenterà la rete riscaldamento a servizio dei bollitori e delle altre utenze del
corpo ovest e della chiesa.
Il circuito provvisorio avrà un percorso tale da non interferire con le fasi lavorative e con le
attività nella galleria del corpo centrale, e sarà dismesso quando entrerà in funzione la
nuova rete di distribuzione di riscaldamento a servizio del complesso (rete che sarà
separata da quella degli edifici ASL).
---ooo--Tutte le macchine, le tubazioni a vista, i tronchi di collegamento, i radiatori ecc. dovranno
essere demoliti fino al vivo della muratura e smaltiti in discarica.
24
Le apparecchiature che la stazione appaltante vorrà recuperare saranno consegnate ai
magazzini di Genova della stazione appaltante a cura dell’appaltatore; i materiali di risulta
saranno conferiti per il loro regolare smaltimento alla più vicina discarica autorizzata.
S’intendono inoltre compresi tutti gli oneri per lo smantellamento degli impianti e lo
smaltimento del materiali di risulta.
Si ricorda che i fuori servizio necessari per eseguire in sicurezza le lavorazioni potranno
essere effettuati solo se autorizzati dalla stazione appaltante; prima di prendere in
consegna gli impianti da smantellare l’appaltatore non potrà effettuare manovre sugli
impianti esistenti, e dovrà prestare la necessaria assistenza al personale della stazione
appaltante preposto a tali manovre.
Per l'esatta valutazione della consistenza degli impianti da smantellare, dei
provvisori e delle particolari condizioni di lavoro è prescritta all'Installatore, in sede
di offerta, l'esecuzione di un dettagliato sopralluogo.
2.3.2
IMPIANTO DI VENTILAZIONE DELLA RADIOLOGIA E DEGLI AMBULATORI
Radiologia
L’impianto a servizio della radiologia sarà di climatizzazione invernale ed estiva a tutta aria
esterna, e garantirà, nel pieno rispetto della normativa, le condizioni di confort, di ricambio
d’aria e di filtrazione necessari all’attività svolta.
Al piano terra, nei locali tecnici sottostanti il reparto di radiologia sarà installata la
macchina di trattamento dell’aria (UTA) da 10.000 mc/h, a sezioni componibili, con
recuperatore di calore aria/aria a flussi incrociati, sezioni di mandata e ripresa sovrapposte
al fine di sfruttare al meglio gli spazi disponibili.
La presa dell’aria esterna e l’espulsione saranno canalizzate in un cavedio REI e portate in
copertura.
La presa dell’aria esterna dovrà essere distanziata di almeno 6 m dall’espulsione dell’UTA
stessa, da altre espulsioni e dalle canne fumarie; lo spostamento avverrà nel sottotetto
mediante idonei tronchi di canale.
Dalla macchina partiranno i canali di mandata e ripresa in lamiera zincata che, salendo in
un altro cavedio, raggiungeranno i locali radiologia al piano rialzato.
La distribuzione in reparto prevede che la mandata, debitamente coibentata, sia suddivisa
su due zone a regolazione indipendente, ciascuna dotata di batteria di post riscaldo.
La ripresa sarà unica.
Il sistema di canalizzazioni dovrà essere conforme anche al Decreto Presidente Giunta
Regione Liguria 16 aprile 2003 N. 8/REG (regolamento di attuazione della legge regionale
2 luglio 2002, n. 24 - Disciplina per la costruzione, installazione, manutenzione e pulizia
degli impianti aeraulici).
Trattandosi di un impianto a tutta aria esterna, alla ripresa saranno collegate anche le
estrazioni dei servizi igienici.
Dalle canalizzazioni in lamiera zincata si staccheranno i condotti flessibili fonoassorbenti,
del diametro di 250 mm, per alimentare i diffusori di mandata e gli apparecchi di ripresa.
25
Nei servizi igienici saranno installati radiatori in ghisa per il riscaldamento invernale.
Ambulatori
Sono inoltre previsti due diversi impianti autonomi di immissione ed estrazione aria per
l’ambulatorio odontoiatrico al piano rialzato del corpo est ed il locale preparazione
antiblastici al piano secondo del corpo centrale.
In entrambi i casi si prevede l’installazione di una macchina con recuperatore di energia,
da controsoffitto, con canalizzazione di mandata comprendente un contenitore specifico
per filtri a tasche rigide ad alta efficienza (99.8%) e diffusori a flusso laminare.
La rete di ripresa consisterà in 1 apparecchio per l’ambulatorio odontoiatrico ed in più
apparecchi nell’area antiblastici.
Essendo tale ultimo reparto organizzata su più locali (vestizione, svestizione ecc.) dovrà
garantire una opportuna distribuzione delle pressioni.
Nei due corpi di fabbrica interessati dai lavori sono inoltre previste piccole reti di estrazione
d’aria da portare in copertura, realizzate con canali di lamiera zincata, valvole di estrazione
del diametro di 150 mm, condotti flessibili fonoassorbenti ed estrattori a più velocità nel
sottotetto.
2.3.3
IMPIANTO A RADIATORI E A PANNELLI RADIANTI
Pannelli radianti
Al piano terra, nelle zone in cui sarà costruito il nuovo solaio, saranno realizzati impianti di
riscaldamento a pannelli radianti, sia nel corpo centrale sia nel corpo est.
La rete di alimentazione sarà distinta da quella dei radiatori, e avrà origine dal locale
collettori con apposita valvola miscelatrice a controllo climatico.
Nell’area servita dai pannelli radianti saranno previsti i collettori di distribuzione in
cassetta, nel quantitativo indicato negli elaborati grafici.
Dev’essere possibile l’inserimento di teste elettrotermiche nei collettori di distribuzione, al
fine di poter regolare indipendentemente i singoli ambienti.
Radiatori
A tutti gli altri piani è prevista la realizzazione di un impianto di riscaldamento a radiatori.
La rete di distribuzione per i radiatori di un ciascun sarà realizzata al piano inferiore
rispetto alla posizione del terminale da alimentare, nel vano tecnico sopra al controsoffitto,
lungo i percorsi più idonei al fine di non interferire con le carpenterie metalliche di rinforzo
dei solai e con gli altri impianti.
La rete, in acciaio nero saldato e coibentato, sarà staffata a soffitto, e dovrà essere dotata
di intercettazioni per ogni radiatore o gruppo di radiatori servito localmente dalla stessa
rete (vedere tavola di esempio).
Il tratto finale dell’alimentazione di ciascun corpo scaldante, che salirà nel solaio ed entro
crena fino al traccia al radiatore, potrà essere in rame precoibentato.
26
Tutti i radiatori nei locali orientati a sud e ovest dovranno essere equipaggiati con testa
termostatica, dotata di sensore a gas.
Al piano terra i servizi igienici non avranno i pannelli radianti, ma saranno invece riscaldati
da radiatori; l’alimentazione ai corpi scaldanti sarà sottesa alla rete radiatori che passerà
nel controsoffitto del piano terra per servire i radiatori del piano primo.
Poiché è previsto che la parete retrostante i radiatori (verso l’esterno) sia coibentata con
pannello isolante ed intonacata, dovranno prevedersi staffe di adeguata lunghezza e
robustezza, atte a sostenere il radiatore facendo presa sulla parete preesistente dietro
all’isolante, e a mantenere almeno 2 cm di intercapedine d’aria fra il radiatore e l’intonaco.
2.3.4
CENTRALE TERMICA
La nuova centrale termica a servizio del corpo centrale e del corpo est sarà realizzata al
piano terra del corpo centrale, con accesso dal lato sud.
Il locale avrà altezza superiore a 260 cm, sarà opportunamente compartimentato REI 120
ed avrà un controsoffitto ermetico a filo della griglia di aerazione.
Nel locale saranno installati due generatori di calore da 270 kW ciascuno, con produzione
dell’acqua di riscaldamento a temperatura scorrevole, ed un generatore di vapore a gas
metano da 30 kW, che produrrà il vapore necessario per l’umidificazione invernale
dell’UTA della radiologia.
Oltre ai generatori di calore la centrale termica conterrà i canali da fumo in acciaio inox di
tipo coibentato, da collegarsi alle canne fumarie, e le elettropompe gemellari dei circuiti
primari.
Le tubazioni del riscaldamento seguiranno un percorso in cunicolo per collegarsi al locale
collettori adiacente, che a sua volta sarà collegato, sempre in cunicolo, con il locale
accumulo al di là della galleria del piano terra.
Tutti i passaggi attraverso i solai e le pareti REI saranno sigillati con materiale o collari
termoespandenti certificati con caratteristica REI non inferiore a quella della
compartimentazione attraversata.
2.3.5
COLLETTORI SOLARI E RELATIVI CIRCUITI
Sulla copertura dei due edifici interessati dall’appalto è prevista l’installazione di collettori
solari termici, posati sul piano di falda e raggruppati in aree precise a formare un disegno
d’insieme conforme alle prescrizioni della Sovrintendenza ai beni architettonici.
I collettori solari dovranno essere del tipo a tubo di vetro sottovuoto, a moduli di circa 3 mq
di superficie captante.
E’ prevista la realizzazione di due circuiti idraulici a servizio dei collettori dei due edifici;
entrambi faranno capo al locale “serbatoi di accumulo termico” sito al piano terra del corpo
centrale, lato nord (ex palestra).
In questo locale saranno installate le elettropompe di funzionamento e gli accessori, ed
avverrà il collegamento dei due circuiti idraulici ai serbatoi generali di accumulo termico.
27
Le reti a servizio dei gruppi di collettori saranno realizzate nel sottotetto dei due edifici, con
discesa, nei cavedi predisposti, fino al piano terra.
2.3.6
LOCALI DI ACCUMULO E COLLETTORI PER ACQUA DI RISCALDAMENTO
Tutti gli impianti di produzione del calore dovranno immettere l’acqua riscaldata in appositi
serbatoi di accumulo previsti al piano terreno, per un totale di 12.000 litri.
Sono previsti 4 serbatoi da 3.000 litri caduno, opportunamente coibentati e rifiniti, i
collettori di alimentazione e di distribuzione, le intercettazioni e gli accessori.
Da questi serbatoi sarà spillata l’acqua di riscaldamento per i collettori dei circuiti
secondari.
Nello stesso locale saranno installati anche il gruppo frigorifero ad assorbimento ed i
collettori di distribuzione dell’acqua refrigerata.
I collettori per l’attestamento dei circuiti di alimentazione del riscaldamento delle varie
utenze saranno collocati in un altro apposito locale, sito al piano terra del corpo centrale,
nelle vicinanze della centrale termica.
In tale locale saranno installate tutte le elettropompe dei circuiti secondari di
riscaldamento, le regolazioni climatiche, il bollitore e l’addolcitore per acqua calda
sanitaria, secondo gli schemi funzionali di progetto.
2.3.7
CENTRALE FRIGORIFERA E IMPIANTO VENTILCONVETTORI
La centrale frigorifera sarà ubicata nello stesso che ospiterà i serbatoi di accumulo, al
piano terra del corpo centrale, lato nord, ex locale palestra..
Il gruppo ad assorbimento dovrà avere una potenza frigorifera resa di 204 kW.
Nello stesso locale saranno posizionati il serbatoio di accumulo da 750 lt per l’acqua
refrigerata e la pompa a basamento per il circuito di raffreddamento dell’assorbitore
stesso: tale circuito collegherà il condensatore del gruppo alla torre evaporativi, da
installare sulla copertura del corpo scala posto tra il corpo centrale ed il corpo est.
La produzione dell’acqua refrigerata servirà i ciruiti di alimentazione della batteria fredda
dell’UTA e quelli dei ventilconvettori previsti in alcune aree definite.
E’ prevista infatti l’installazione di ventilconvettori a 2 tubi, del tipo a cassetta da incassare
nel controsoffitto, nei locali del CUP e nel reparto di oncologia al piano secondo del corpo
centrale.
Nel salone polivalente del corpo centrale, vista la discontinuità dell’utilizzo, è prevista
l’installazione di ventilconvettori a parete per il riscaldamento invernale.
Il collegamento alla rete dell’acqua refrigerata darà la possibilità di usufruire del
raffrescamento estivo in caso di bisogno.
Tutti i ventilconvettori saranno serviti da una rete in PEAD per lo scarico della condensa,
che sarà conferita alla rete di scarico delle acque bianche.
28
2.4
IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI
Le caratteristiche di dettaglio delle reti, dei materiali, dei componenti, degli apparecchi e
delle macchine sono indicate nei disegni di progetto e nelle specifiche tecniche, che
integrano la presente descrizione e non sono da questa scindibili.
2.4.1
SMANTELLAMENTO DEGLI IMPIANTI ESISTENTI E REALIZZAZIONE DEGLI
IMPIANTI PROVVISORI
Attività da mantenere in servizio
Le zone da mantenere in attività per tutta la durata dei lavori sono indicativamente:
 l’accettazione (attualmenteal piano rialzato del corpo centrale);
 la radiologia (attualmente al piano rialzato del corpo centrale);
 gli uffici (attualmente al piano primo del corpo centrale);
 la casa del parroco (attualmente al piano secondo del corpo centrale);
 l’intero corpo Ovest, appartenente ad altro ente, che ospita attualmente anche il CUP
della stazione appaltante;
 l’edificio posteriore centrale, che ospita la chiesa;
 l’edificio posteriore laterale più a ovest, e la sua centrale termica, appartenenti ad altro
ente;
 il cantiere dell’edificio posteriore laterale più a est, appartenente ad altro ente,
attualmente in ristrutturazione.
Nella prima fase, della durata di 10 mesi, i lavori saranno finalizzati a:
 ristrutturazione della galleria-corridoio al piano rialzato, per tutto il corpo est e, al corpo
centrale, fino all’accesso della radiologia;
 ristrutturazione del piano rialzato del corpo est.
Quest’ultima, una volta completata consentirà di trasferirvi:
 il CUP;
 l’accettazione;
 gli uffici;
 la casa del parroco.
Il corpo centrale sarà quindi libero al termine della prima fase, fatta eccezione per la
radiologia ed il suo accesso preliminarmente ristrutturato, che dovrà funzionare per un
ulteriore periodo, finché sarà chiusa per consentire il completamento dei lavori al corpo
centrale.
Durante la chiusura il servizio di radiologia sarà svolto da altre strutture territoriali.
Dopo il decimo mese e fino al termine dei lavori dovranno comunque continuare a
funzionare, oltre ai servizi trasferiti ed alla radiologia, anche:
 l’intero corpo Ovest;
 l’edificio posteriore centrale, che ospita la chiesa;
 l’edificio posteriore laterale più a ovest, appartenente ad un altro ente, e la sua centrale
termica;
29
 il cantiere dell’edificio posteriore laterale più a est, appartenente ad un altro ente,
attualmente in ristrutturazione.
Messa in sicurezza
Gli impianti elettrici e speciali esistenti nei locali da demolire e da ristrutturare dovranno
essere disalimentati, intercettati e tappati prima che sia iniziata qualsiasi altra lavorazione.
Allacci provvisori
Per le zone da mantenere di volta in volta in attività sara' realizzato un nuovo quadro di
bassa tensione provvisorio, posizionato in modo da consentire il successivo
smantellamento del quadro di bassa tensione esistente.
Per poter alimentare il quadro provvisorio, nelle more del rifacimento della cabina elettrica
sarà necessario gestire le fasi lavorative in stretto coordinamento con quelle dell’ente
distributore.
In sede di progetto definitivo sono state individuate, durante sopralluoghi congiunti con i
tecnici del distributore, le seguenti fasi:
 rimozione del gruppo elettrogeno (e suo ricondizionamento)
 sistemazione del locale gruppo elettrogeno
 costruzione del quadro provvisorio di bassa tensione
 installazione del quadro provvisorio di bassa tensione nel locale lasciato libero dal
gruppo elettrogeno
 alimentazione del quadro provvisorio di bassa tensione da un trasformatore MT/BT con
secondario trifase a 220-127 V esistente nella cabina del distributore. Per eventuali
parti d’impianto a 380-220V sarà riutilizzato l’autotrasformatore esistente, adeguando
di conseguenza lo schema del quadro provvisorio..
In sostituzione delle linee esistenti che verranno successivamente smantellate, dal quadro
di bassa tensione provvisorio avranno origine le nuove linee di alimentazione provvisorie
per ciascuna delle zone da mantenere in attività; tali linee saranno posate lungo nuovi
percorsi scelti in modo da non intralciare le attivita' di cantiere.
S’intendono compresi tutti i quadri, i materiali, le opere provvisionali ed i lavori occorrenti
per la messa in sicurezza e per le alimentazioni provvisorie.
Si evidenzia che per consentire il funzionamento provvisorio del CUP nel corpo est
l’appaltatore dovrà trasferire l’impianto elimina code esistente.
---ooo--Gli impianti dovranno essere smantellati, scollegando e rimuovendo:
 tutti i quadri, le centraline e le apparecchiature con i relativi staffaggi, basamenti e
collegamenti;
 tutti gli apparecchi illuminanti, gli apparecchi di comando e le prese;
 tutti i terminali degli impianti speciali;
 tutte le linee per energia e per correnti deboli;
 tutte le tubazioni e tutte le canalizzazioni in vista, compresi i relativi staffagli e le
graffette;
 tutte le cassette di derivazione e/o di transito in vista;
 qualsiasi altra parte appartenente agli impianti elettrici e speciali.
30
Lo smantellamento sarà completo, in modo che non rimanga alcuna traccia di qualsiasi
impianto preesistente.
Potranno rimanere in sito solo le tubazioni incassate; le parti emergenti dalle tubazioni
dovranno essere tagliate non a filo dell’intonaco, ma ad almeno 2 cm di profondità, previa
rottura della parte di muratura interessata.
Per l'esatta valutazione della consistenza degli impianti da smantellare, dei
provvisori e delle particolari condizioni di lavoro è prescritta all'Installatore, in sede
di offerta, l'esecuzione di un dettagliato sopralluogo.
2.4.2
CABINA ELETTRICA DI TRASFORMAZIONE E GRUPPO ELETTROGENO
Collegamento al punto di consegna
L'alimentazione elettrica normale sarà fornita dall'ente distributore in media tensione; il
punto di consegna è individuato nel locale cabina dell’ente distributore, adiacente alla
cabina di trasformazione, che sarà ristrutturato e dotato di idonei serramenti, cunicoli
portacavi e tubazioni interrate verso l’esterno e verso la cabina utente.
Il locale cabina di trasformazione utente sarà ristrutturato e dotato di cunicoli portacavi e
tubazioni interrate verso la cabina dell’ente fornitore.
Il collegamento in media tensione fra il punto di consegna ed il quadro media tensione
sarà realizzato con tre cavi unipolari di tipo RG7H1R 15/20 kV, sezione 95 mmq, posati
nei cunicoli e nelle tubazioni sopra citati.
L'infilaggio dei cavi, debitamente intestati con terminali omologati, ed il loro collegamento
al punto di consegna dovranno essere eseguiti dall’appaltatotre sotto la direzione del
personale dell’ente fornitore di energia elettrica, al quale la Ditta appaltatrice darà tutta
l'assistenza necessaria.
I cavi provenienti dalla cabina fornitore saranno attestati allo scomparto ARRIVO E
RISALITA del quadro di media tensione “QMT”.
Quadro generale di media tensione “QMT”
Il quadro di media tensione sarà del tipo protetto con isolamento in aria, sezionatori in aria
ed interruttore in SF6, prefabbricato a scomparti indipendenti, ampliabile su un lato, e
comprenderà:
 uno scomparto “ARRIVO E RISALITA”;
 uno scomparto “INTERRUTTORE GENERALE E PROTEZIONE TRASFORMATORE”
con interruttore in esafluoruro di zolfo, protezioni generali conformi alle specifiche
(ENEL DK 5600 V edizione e/o specifiche del fornitore), protezioni trasformatore,
sezionatore d'isolamento lato sbarre, sezionatore di terra e attacchi per la linea in cavo
diretta al trasformatore.
Esecuzione normale (non a prova d’arco interno).
Collegamenti di media tensione fra il QMT ed il trasformatore
Il collegamento fra gli attacchi di uscita dello scomparto protezione trasformatore ed i
morsetti di media tensione del trasformatore dovrà essere realizzato con cavi unipolari di
tipo RG7H1R/15-20 kV, posati in parte entro i cunicoli e le tubazioni predisposte, ed in
31
parte entro passerelle a griglia in filo di acciaio zincato a fuoco fissate a parete alle spalle
dei trasformatori.
Alle estremità ogni cavo dovrà essere dotato di:
 terminali unipolari per interno per il collegamento;
 collari di fissaggio in corrispondenza delle lamiere di chiusura inferiori degli scomparti;
 staffe intermedie di sostegno eventualmente necessarie;
 accessori di siglatura.
Trasformatore MT/BT
E’ prevista la fornitura di un trasformatore trifase con rapporto 15.000 ± 2x2,5% / 400,
potenza nominale di 400 kVA, Po =1000 W, Pcc 120° = 5200 W, isolato in resina
epossidica, contenuto in armadio metallico IP31 realizzato in fabbrica dal costruttore
del trasformatore, con nucleo realizzato con lamierini magnetici a grani orientati in ferro
silicio e basse perdite specifiche tranciati a 45°, avvolgimento M.T. in nastro di alluminio
inglobato in resina mediante trattamento sottovuoto in autoclave, attacchi MT ad innesto
per terminali sconnettibili a norme DIN 47637, avvolgimento B.T. in lastra di alluminio
impregnato ed essiccato in forno, ventilazione naturale in aria per servizio normale
Il trasformatore dovrà essere completo di ruote orientabili ortogonalmente, golfari di
sollevamento, attacchi per messa a terra, targa caratteristiche, 4 termoresistenze PT 100
più 4 di scorta, cassetta di centralizzazione servizi ausiliari.
A corredo del trasformatore dovrà essere fornita una centralina termometrica, da montare
nel quadro MT, con possibilità di lettura della temperatura di ogni colonna e del nucleo,
alimentazione universale e contatti di allarme e sgancio
L’appaltatore dovrà costruire ed installare anche le rotaie di scorrimento dei trasformatori,
costituite da profilati in lamiera di acciaio da mm. 4 pressopiegata zincati a fuoco; le ali del
profilato dovranno essere sufficientemente basse per non ostacolare il passaggio dei
mozzi delle ruote.
Queste ultime dovranno poggiare su fazzoletti di materiale antivibrante, e dovranno essere
mantenute in posizione con appositi arresti imbullonati alle rotaie.
Collegamento di bassa tensione fra trasformatore e QGBT
La linea sarà realizzata con cavi unipolari di tipo FG7OM1 0,6-1 kV posati su passerelle a
griglia in filo di acciaio zincato a fuoco.
Quadro generale di bassa tensione "QGBT"
Il quadro generale di bassa tensione "QGBT", installato nel locale cabina di trasformazione
sarà di tipo prefabbricato a scomparti componibili, ampliabili su entrambi i lati.
L'esecuzione sarà in forma 3a secondo CEI 17.13/1 e dovrà garantire la completa
segregazione della zona sbarre.
Gli interruttori di tipo aperto saranno estraibili, mentre gli scatolati dovranno essere di tipo
rimovibile; le principali caratteristiche elettriche sono indicate sugli schemi elettrici.
Gli interruttori saranno tutti dotati di contatti ausiliari privi di tensione per segnalare a alla
futura gestione a distanza la condizione di aperto e chiuso e l'avvenuto intervento del relè
di protezione; ove necessario il comando sarà motorizzato.
32
Tutti i contatti e tutti i comandi degli interruttori dovranno essere cablati in morsettiera per
consentirne il collegamento con le future sottostazioni dell'impianto di telecontrollo.
L’appaltatore dovrà costruire e posare inoltre i ferri di base per l'appoggio a pavimento del
quadro; sono da prevedere profilati ad "U" mm. 80x45 UNI 727-728, disposti
longitudinalmente, di lunghezza pari allo sviluppo frontale del quadro maggiorata di un
pannello per eventuali futuri ampliamenti.
La posizione, lo schema e l'equipaggiamento del quadro sono indicate sui disegni di
progetto.
Sull'arrivo del trasformatore sarà installato un rifasatore fisso, protetto con fusibili ACR,
con ripari imbullonati e con adeguata segnaletica antinfortunistica.
Quadro di rifasamento "QRIF"
Il quadro di rifasamento sarà del tipo prefabbricato con involucro metallico, dotato di
cassetti estraibili modulari della potenza di 30kVAR ciascuno; la potenza rifasante dovrà
essere di 120 kVAR.
Il quadro sarà provvisto di interruttore di manovra-sezionatore generale.
Ogni cassetto estraibile sarà equipaggiato con i condensatori di tipo long-life a dielettrico
misto dimensionati per tensione più elevata di quella nominale, contattore di inserimento,
reattore antiarmoniche accordato a 190Hz, dispositivo di scarica in 20", protezione termica
con sonda PTC.
Il segnale amperometrico, fornito da un TA sommatore già predisposto sul QGBT, sarà
portato alla centralina del quadro con un cavo di tipo FG7OM1 0,6-1 kV con formazione
2x6 mmq.
La Ditta appaltatrice dovrà costruire e posare inoltre i ferri di base per l'appoggio a
pavimento del quadro; sono da prevedere profilati ad "U" mm. 80x45 UNI 727-728,
disposti longitudinalmente, di lunghezza pari allo sviluppo frontale del quadro.
Sorgente ausiliaria di cabina
Per l'alimentazione ausiliaria di cabina sarà installato un soccorritore automatico monofase
con uscita a onda sinusoidale, potenza 3kVA, commutazione entro 0,5 secondi, completo
di batterie atte a garantire autonomia di un'ora a pieno carico in assenza di rete.
Quadro servizi ausiliari “QSA”
Per l'alimentazione degli impianti luce e FM di cabina e per la distribuzione
dell'alimentazione ausiliaria 230 Vca fornita dal soccorritore sarà realizzato un quadro
servizi ausiliari di cabina, equipaggiato come indicato sui disegni di progetto.
Canalizzazioni di cabina
La Ditta appaltatrice dovrà realizzare una rete di canalizzazioni aeree di cabina formata da
passerelle a griglia in filo di acciaio zincato a fuoco, larghe mm. 500, raccordate ai quadri
elettrici e ai cunicoli.
Lo staffaggio delle canalizzazioni dovrà essere del tutto indipendente dai quadri e fissato
esclusivamente alle strutture murarie.
Alimentazione del quadro di rifasamento, del quadretto QSAC/P e della sorgente
energia ausiliaria di cabina
33
Per ciascuna utenza la Ditta appaltatrice dovrà installare, dal quadro QGBT, un cavo di
tipo FG7OM1 0,6-1 kV con la formazione indicata sui disegni di progetto posato nelle
canalizzazioni di cabina.
I cavi dovranno essere posati nelle canalizzazioni di cabina.
Collegamenti ausiliari di cabina
Da ciascun trasformatore al QGMT:
La Ditta appaltatrice dovrà fornire e posare n° 1 cavo per segnalamento e comando di tipo
FG7OM1 0,6-1 kV, con formazione 12x2,5 mmq., fra la cassetta di centralizzazione dei
circuiti ausiliari posta sul trasformatore e la corrispondente centralina di temperatura
montata sul QGMT/P.
Il cavo dovrà essere posato nelle canalizzazioni di cabina.
Dal QMT al QGBT:
La Ditta appaltatrice dovrà fornire e posare n° 2 cavi per segnalamento e comando di tipo
FG7OM1 0,6-1 kV con formazione 12x2,5 mmq per il trascinamento fra interruttori MT e
BT.
I cavi dovranno essere posati nelle canalizzazioni di cabina.
Alimentazioni ausiliarie ai quadri della cabina
Le alimentazioni a 230 Vca provenienti dal quadretto QSAC/P saranno portate, con cavi di
tipo FG7OM1 0,6-1 kV con formazione 3x4 mmq, a:
 QMT;
 QGBT;
 quadro rifasamento.
Impianto di ventilazione della cabina di trasformazione
Per la ventilazione della cabina di trasformazione dovrà essere fornito ed installato un
elettroestrattore elicoidale con portata di 2.500 mc./ora, complete di serranda a gravità,
griglia di protezione antinsetto, apparecchiatura elettrica, termostato ambiente e
collegamenti.
L'alimentazione sarà sottesa a protezione sul QSAC.
L’appaltatore dovrà fornire con il progetto esecutivo il calcolo di verifica per il
dimensionamento dell’elettroestrattore in relazione alle potenze effettivamente dissipate in
ambiente.
Impianto di illuminazione normale e di sicurezza della cabina
All'interno della cabina la Ditta appaltatrice dovrà realizzare, secondo le indicazioni
riportate sui disegni di progetto, l'impianto di illuminazione normale e di sicurezza.
L'alimentazione sarà sottesa ad una protezione sul QSAC.
Le linee dovranno essere realizzate con cavi unipolari N07G9-K posati in tubazioni di PVC
pesante IMQ graffettate in vista; le curve, i manicotti e la raccorderia saranno del tipo atto
a garantire un grado di protezione non inferiore a IP44.
Impianto prese FM della cabina
34
Nella cabina di trasformazione la Ditta appaltatrice dovrà realizzare, secondo le indicazioni
riportate sui disegni di progetto, l'impianto prese FM.
L'alimentazione sarà sottesa ad una protezione sul QSAC.
Le linee dovranno essere realizzate con cavi unipolari N07G9-K posati in tubazioni di PVC
pesante IMQ graffettate in vista; le curve, i manicotti e la raccorderia saranno del tipo atto
a garantire un grado di protezione non inferiore a IP44.
La posizione ed il tipo delle prese sono indicati sui disegni di progetto.
Impianto di terra della cabina
Lungo tutto il perimetro della cabina di trasformazione dovrà essere fissata a parete, a 20
cm dal pavimento una sbarra equipotenziale in rame, con sezione di 40x5 mm; in
corrispondenza delle porte la sbarra equipotenziale dovrà aggirare le aperture oppure
essere ponticellata utilizzando due corde di rame nudo da 50 mmq in parallelo annegate
sottopavimento.
All'anello equipotenziale così realizzato dovranno essere attestate:
 i conduttori provenienti dal dispersore;
 le sbarre di terra di tutti i quadri MT e BT;
 la carcassa ed il neutro del trasformatore;
 i telai delle porte e delle griglie, se metallici;
 le passerelle portacavi;
 i telai metallici dell’elettroestrattore e della relativa serranda, e le griglie di ventilazione
qualora non fossero in vetroresina;
 le rotaie di scorrimento del trasformatore;
 l’armadio di contenimento solidale al trasformatore;
 tutte le altre masse e/o masse estranee presenti nel locale.
Accessori di cabina
La cabina dovrà essere completata con una dotazione di accessori comprendente almeno:
 tutti i cartelli di segnalazione, di avviso e di divieto occorrenti;
 una lampada autoalimentata portatile;
 una pedana isolante antiribaltamento ed antiscivolo;
 un paio di guanti isolanti in cassetta da parete;
 un fioretto allontana persone con supporto a parete;
 una rastrelliera porta attrezzi contenente le attrezzature occorrenti per l'esercizio e la
manovra della cabina;
 un estintore a polvere da 6 kg con supporto a parete;
 uno schema unifilare di cabina in cornice con policarbonato;
 un dossier ad anelli con le istruzioni per la manovra della cabina ed i cataloghi tecnici
di tutte le apparecchiature installate a bordo dei quadri con le relative istruzioni di
installazione, uso e manutenzione.
Gruppo elettrogeno
Per l’alimentazione di riserva, nel corpo centrale è già esistente in gruppo elettrogeno della
potenza di 220 kVA, tensione 220-127V.
Dovranno essere eseguiti:
35
 la revisione completa del gruppo elettrogeno esitente;
 la modifica della tensione di uscita dalla attuale 220-127 V trifase a 380-220 V trifase.
In alternativa riavvolgimento dell’alternatore del gruppo elettrogeno per portare la
tensione a 400 V trifase.
 il nuovo quadro di comando e controllo da interfacciare alla commutazione prevista sul
quadro generale di bassa tensione;
 la sostituzione del silenziatore esistente con uno di tipo residenziale;
 la sostituzione del tubo di scarico con un nuovo condotto inox a doppia parete
coibentato;
 eventuale sistema di controllo stato GE con riporto allarmi in punto remoto attraverso
modem.
 lo smantellamento, lo smaltimento e la sostituzione dell'attuale serbatoio interrato e di
tutto il circuito di carico del gasolio, con un serbatoio a doppia camera da 1.000 l, le
tubazioni in acciaio nero, le sonde e tutti gli accessori;
 quant'altro necessario per rendere la centrale diesel elettrica finita e perfettamente
funzionante.
Sgancio dell’alimentazione elettrica
All’esterno della cabina e del locale GE saranno previsti due pulsanti di sgancio
dell’alimentazione elettrica (normale e di riserva).
2.4.3
RETE DI CANALIZZAZIONI PER ENERGIA E CORRENTI DEBOLI
Sistema di canalizzazioni per energia
Sarà costituito da canaline portacavi del tipo a griglia in filo di acciaio zincato, senza
coperchio per installazione all'interno, con coperchio zincato a fuoco per installazione
all'esterno.
Dovranno essere realizzati, a partire dalla cabina elettrica, la distribuzione orizzontale ai
piani, i montanti verticali, la distribuzione nelle varie centrali tecnologiche al piano terra e
quella, all'aperto, per la sottocentrale della torre in copertura.
I tratti orizzontali saranno posati generalmente nel vano tecnico sopra il controsoffitto dei
corridoi; nelle centrali tecnologiche ed all'aperto saranno posati in vista.
I montanti saranno installati nei cavedi, e dovranno essere resi adeguatamente
ispezionabili.
In radiologia le canaline dovranno essere posate al di sotto delle canalizzazioni dell'aria, in
modo che sia possibile accedervi agevolmente.
Gli attraversamenti delle compartimentazioni antincendio dovranno essere dotati setti
tagliafuoco certificati, atti a mantenere le caratteristiche della separazione.
Sistema di canalizzazioni per correnti deboli (impianti speciali)
Sarà costituito da canaline portacavi del tipo a griglia in filo di acciaio zincato, senza
coperchio, per installazione all'interno.
Dovranno essere realizzati, a partire dall'arrivo del cavidotto interrato, la distribuzione
orizzontale ai piani ed i montanti verticali.
36
Le altre caratteristiche saranno come quelle del sistema di canalizzazioni per energia.
2.4.4
LINEE ELETTRICHE PRINCIPALI
Le linee principali sono quelle che dal quadro generale di bassa tensione alimentano:
 i quadri secondari;
 i carichi concentrati e utenze specifiche (ascensori, ecc.).
Le linee per "energia normale", per le utenze delle quali si prevede la disconnessione in
caso di funzionamento sotto gruppo elettrogeno, saranno realizzate con cavi isolati con
guaina e sottoguaina di materiale termoplastico, non propaganti l'incendio e a bassa
emissione di fumi e gas tossici e corrosivi tipo FG7(O)M1 0,6-1kV, posati nel sistema di
canalizzazioni per energia.
Le linee per "energia privilegiata", che resteranno in servizio durante il funzionamento
sotto gruppo elettrogeno, saranno realizzate con cavi isolati con guaina e sottoguaina di
materiale termoplastico, non propaganti l'incendio e a bassa emissione di fumi e gas
tossici e corrosivi tipo FG7(O)M1 0,6-1kV, posati nel sistema di canalizzazioni per energia.
Eventuali linee di sicurezza dovranno essere realizzate con cavi resistenti al fuoco,
conformi alla norme CEI 20-45, tipo FTG10 (O) M1 2045-0,6/1kV.
2.4.5
QUADRI ELETTRICI SECONDARI
Dovranno essere realizzati i seguenti quadri elettrici secondari:
 quadro ambulatorio piano rialzato (qambpr), equipaggiato come da tavola el02.
 quadro ambulatorio odontoiatrico (qao), equipaggiato come da tavola el02.
 quadro antiblastici, equipaggiato come da tavola el02.
 quadro autoclave, equipaggiato come da tavola el02.
 quadro centrale idrica (qci) comprensivo di carpenteria aggiuntiva per sistema di
regolazione, equipaggiato come da tavola el02.
 quadro centrale termica (qct) comprensivo di carpenteria aggiuntiva per sistema di
regolazione, equipaggiato come da tavola el02.
 quadro educazione (qcemp), equipaggiato come da tavola el02.
 quadro centro prelievi (qpr), equipaggiato come da tavola el02.
 quadro consultorio (qcons), equipaggiato come da tavola el02.
 quadro cup (qcup), equipaggiato come da tavola el02.
 quadro luce esterna (qle), equipaggiato come da tavola el02.
 quadro oncologia ambulatoriale (qoam), equipaggiato come da tavola el02.
 quadro parroco (qparr), equipaggiato come da tavola el02.
 quadro pompe centrale termica (qpct) comprensivo di carpenteria aggiuntiva per
sistema di regolazione, equipaggiato come da tavola el02.
 quadro pompe esistenti , equipaggiato come da tavola el02.
 quadro radiologia (qrad), equipaggiato come da tavola el02.
 quadro servizio salute mentale (qssm), equipaggiato come da tavola el02.
 quadro torre evaporativa (qtev), equipaggiato come da tavola el02.
 quadro uffici distretto (qudis), equipaggiato come da tavola el02.
37
 quadro uffici piano primo (qup1), equipaggiato come da tavola el02.
 quadro uffici piano secondo (qup2), equipaggiato come da tavola el02.
 quadro UTA (quta) compresinvo di carpenteria aggiuntiva per sistema di regolazione,
equipaggiato come da tavola el02.
 quadro farmacia protesica (qfp), equipaggiato come da tavola el02.
I quadri elettrici secondari saranno realizzati con carpenterie metalliche normalizzate ed
espandibili, e saranno conformi alla norma CEI 17.13 per quadri AS o ANS.
Ciascun quadro secondario sarà accompagnato dalla dichiarazione CE e da tutta la
documentazione di cui alla norma CEI 17.13.
Le esecuzioni previste sono quelle per appoggio a pavimento e per fissaggio a parete;
ciascuna esecuzione può inoltre essere caratterizzata da:
 forma costruttiva 2;
 grado di protezione scelto in base alle caratteristiche del luogo d'installazione, minimo
IP3X negli ambienti normali e IP55 nelle centrali tecnologiche e nei locali umidi;
 ampio canale cavi laterale;
 presenza o meno di controporte, trasparenti o cieche;
 dotazione di multimetro digitale ed accessori.
Il quadro CUP dovrà avere una sezione separata predisposta per la distribuzione
dell'energia di continuità proveniente da UPS.
Per quanto possibile si useranno carpenterie realizzate dallo stesso costruttore delle
apparecchiature in esse montate.
Le caratteristiche delle apparecchiature montate sui quadri saranno quelle indicate nelle
tabelle degli schemi unifilari.
Gli interruttori generali di ciascun quadro secondario saranno dotati di sganciatore di
apertura a lancio di corrente, utilizzati per realizzare gli sganci antincendio.
Per i quadri delle per le centrali tecnologiche valgono inoltre le seguenti prescrizioni:
 tutte le partenze motore saranno dotate di pulsanti marcia-arresto, lampade spia di
marcia-arresto-scatto protezione, e, ove necessario, di selettore O/aut/man e di
selettore 1/2;
 ciascun quadro dovrà essere dotato di PLC con display luminoso per la gestione delle
utenze, per la rotazione automatica delle pompe servizio/riserva, ecc;
 ciascun quadro dovrà essere dotato di schema sinottico serigrafato su pellicola adesiva
illustrante le utenze servite inserite in uno schema grafico funzionale facilmente
leggibile;
 dovrà essere prevista almeno una carpenteria separata per potervi montare gli apparati
di regolazione previsti negli impianti meccanici;
 l'installatore elettrico ha l'onere di interfacciarsi con l'installatore meccanico sia per la
stesura della documentazione costruttiva sia in fase di realizzazione.
dorsali, quadretti di locale, distribuzione terminale, ups
A partire dai quadri secondari di piano, la distribuzione sarà costituita da linee dorsali
passanti nei corridoi, dalle quali saranno staccate le alimentazioni per i quadretti di locale.
38
Tali quadretti, che consentono di dare all'impianto una flessibilità utile nella futura gestione
del servizio, sono previsti per ogni ambiente, fatta eccezione per gli ambienti definiti come
"comuni":
 corridoi;
 depositi, ecc.
Sono previsti normalmente i seguenti quadretti di locale:
 quadretti tipo QL0 per locali non classificati e per locali ad uso medico di gruppo 0;
 quadretti tipo QL1 per locali ad uso medico classificati di gruppo 1.
Nel caso specifico del presente appalto si è scelto di equipaggiare tutti i locali con
quadretti di tipo QL1.
Dorsali
Le dorsali comprendono le linee di alimentazione che dai quadri secondari vanno ai
quadretti di locale; saranno realizzate con cavi flessibili isolati con gomma sottoguaina di
materiale termoplastico non propagante l'incendio, a bassa emissione di fumi e gas tossici
e corrosivi, conforme alle norme CEI, 20-38 tipo FG7(O)M1-0,6/1 kV ordinatamente posati
nel sistema di canalizzazioni per energia.
I depositi e eventuali altri locali classificati "a maggior rischio in caso di incendio" saranno
dotati di interruttore generale posto all'esterno in modo che sia possibile togliere tensione
stando al di fuori dell'area a rischio specifico.
Quadretti QL1 per locali ad uso medico di gruppo 1
Ciascun quadretto sarà costituito da una scatola (centralino) in materiale isolante
autoestinguente, in esecuzione da incasso, dotata di accessori costituenti un sistema
idoneo ad ospitare apparecchi modulari su guida DIN.
Ogni centralino presenterà anteriormente una portella trasparente apribile con chiave, a
protezione del fronte funzionale costituito da pannellini in resina opportunamente forati per
lasciar passare la parte anteriore degli interruttori e dei vari apparecchi; il grado di
protezione dovrà essere adeguato all'ambiente di installazione, e comunque non inferiore
ad IP40.
Ciascun centralino dovrà contenere anche una barretta di rame già predisposta con i fori
necessari per collegare sia il conduttore di protezione in arrivo che quelli diretti
all'impianto.
Ogni componente sarà identificato, all'interno del centralino, con una chiara scritta
indelebile sia sulla sottostante guida DIN che sul componente medesimo; la funzione degli
apparecchi dovrà essere indicata sul pannello frontale con targhette a doppio strato incise
o utilizzando le strisce di marcatura facenti parte del sistema accuratamente compilate.
I quadretti saranno equipaggiati con protezioni differenziali di classe "A".
Distribuzione terminale nei locali dotati di quadretto
La distribuzione terminale comprende le linee uscenti dai quadretti di locale, fino alle
cassette di derivazione dalle quali si staccano i singoli punti luce ed i singoli punti presa;
sarà realizzata tutta nella parte alta delle pareti, non essendo possibile la distribuzione
sottopavimento.
Tutte le linee in tubo saranno realizzate mediante conduttori isolati di tipo N07G9-K.
39
Locali senza controsoffitto con impianto a vista:
 la salita dal quadretto alla parte alta delle pareti e i tratti orizzontali saranno realizzati
con tubazioni a vista in PVC rigido di tipo pesante, con curve rigide o flessibili, scatole
di derivazione sporgenti da parete in resina autoestinguente grigia, il tutto con grado di
protezione IP40 nei locali generici e IP65 nei locali tecnici e/o umidi;
Locali senza controsoffitto con impianto incassato:
 la salita dal quadretto alla parte alta delle pareti e i tratti orizzontali saranno realizzati
con tubazioni di PVC pesante flessibile, incassate sotto traccia o nel pavimento del
piano superiore, scatole di derivazione incassate in resina autoestinguente con
coperchio di colore avorio;
Locali dotati di controsoffitto:
 la salita dal quadretto alla parte alta delle pareti sarà realizzata con tubazioni di PVC
pesante flessibile incassate sotto traccia, uscenti fuori intonaco sopra al controsoffitto;
 i tratti orizzontali saranno realizzati con tubazioni a vista in PVC rigido di tipo pesante,
complete di curve rigide o flessibili, scatole di derivazione sporgenti da parete in resina
autoestinguente grigia, il tutto con grado di protezione IP40 e posato appena sopra al
controsoffitto, in modo da risultare facilmente accessibile.
Dorsali e distribuzione terminale per gli ambienti "comuni"
Le dorsali luce e forza motrice per ambienti "comuni" saranno sottese al quadro
secondario di pertinenza non essendo previsti, per tali ambienti, quadretti di locale; le linee
giungeranno fino alle cassette di derivazione dalle quali si staccano i singoli punti luce e
presa e saranno realizzate:
 lungo le canaline dei corridoi, come già descritto per le linee dorsali dedicate per
l'alimentazione dei quadretti di locale:
 all'interno degli ambienti, come già descritto per la distribuzione terminale nei locali
dotati di quadretto.
UPS
Al CUP sarà installato un gruppo di continuità statico da 5 kVA.
2.4.6
IMPIANTO D’ILLUMINAZIONE NORMALE E D’EMERGENZA
2.4.6.1
ILLUMUNAZIONE MORMALE
Punti luce
I singoli punti luce avranno origine dalle cassette di derivazione di cui sopra e saranno
realizzati come di seguito illustrato.
Locali senza controsoffitto con impianto a vista:
 le discese ai portafrutti e le condutture dirette agli apparecchi illuminanti saranno
realizzate con tubazioni a vista in PVC rigido di tipo pesante, complete di curve rigide o
flessibili, eventuali ulteriori scatole di derivazione sporgenti da parete in resina
autoestinguente di colore grigio, il tutto con grado di protezione IP40 nei locali generici,
IP65 nei locali tecnici e/o umidi;
 le linee saranno realizzate mediante conduttori isolati di tipo N07G9-K;
40
 i portafrutti per gli apparecchi di comando saranno del tipo sporgente da parete, idonei
per l'installazione di apparecchi civili, con grado di protezione IP40 nei locali generici,
IP65 nei locali tecnici e/o umidi.
Locali senza controsoffitto con impianto incassato:
 le discese ai portafrutti e le condutture dirette agli apparecchi illuminanti saranno
realizzate con tubazioni corrugate di PVC pesante flessibile, incassate sotto traccia,
(per gli apparecchi, eventualmente nel pavimento del piano superiore) eventuali
ulteriori scatole di derivazione incassate in resina autoestinguente con coperchio di
colore avorio;
 le linee saranno realizzate mediante conduttori isolati di tipo N07G9-K;
 i portafrutti saranno del tipo a tre o più posti da incasso, idonei per l'installazione di
apparecchi civili, con placca in tecnopolimero nei locali generici, con coperchio a
membrana nei locali tecnici e/o umidi.
Locali dotati di controsoffitto:
 le discese ai portafrutti saranno realizzate con tubazioni corrugate di PVC pesante
flessibile, incassate sotto traccia;
 le condutture dirette ai singoli apparecchi illuminanti saranno realizzate con tubazioni a
vista in PVC rigido di tipo pesante, possibilmente in un sol pezzo con curve sagomate,
fissate a parete sopra la scatola di derivazione e poi a soffitto fin sopra l'apparecchio;
dal termine della tubazione ogni cavetto cadrà, libero, fino all'apparecchio
corrispondente; si prevede una tubazione separata per ogni apparecchio;
 le linee saranno in cavetto multipolare 3G1,5;
 i portafrutti saranno del tipo a tre o più posti da incasso, idonei per l'installazione di
apparecchi civili, con placca in tecnopolimero nei locali generici, con coperchio a
membrana nei locali umidi.
Accensioni
Le accensioni saranno:
 comandate da pulsanti, con relè sul corrispondente quadro secondario, per il corridoio;
 comandate da interruttori, pulsanti o deviatori unipolari posti nei vari locali.
L'altezza dei comandi sarà di 1,10 m dal piano di calpestio tranne che nei WC per disabili,
in cui sarà di 0,90 m.
Apparecchi d'illuminazione
Gli apparecchi d'illuminazione per i vari ambienti dovranno essere dotati di marchio di
qualità IMQ e certificato di conformità alle vigenti normative.
Nei vari ambienti saranno impiegate principalmente le tipologie di apparecchi sotto
illustrate.
77.51.30.25
Plafoniera stagna, classe di isolamento I, grado di protezione IP65 per
lampade fluorescenti, struttura portante e coppa di policarbonato, completa di reattore
elettromeccanico a bassissime perdite, rifasatore e fusibile, cablata, della potenza di: 2x36
W (locali tecnici)
PAEL27 Apparecchio illuminante da incasso in controsoffitto con struttura in vista
600x600, distribuzione indiretta e riflessa. Recuperatore parabolico superiore in acciaio
verniciato bianco ad alta riflessione, tegolo inferiore in acciaio verniciato bianco, grado di
41
protezione IP40 (solo vano ottico). Cablaggio con alimentatore elettronico regolabile 110V, 230V-50/60Hz, fattore di potenza >0,95, fusibile, accensione a caldo della lampada,
potenza costante in uscita, classe I. ENEC - IMQ. Dotazione lampade fluorescenti
compatte da 2x40 W, attacco lampada 2g11, con film di copertura vano lampada.
(corridoi)
PAEL28 Apparecchio con corpo recuperatore parabolico superiore in acciaio verniciato
di colore bianco idoneo al montaggio su controsoffitti modulari 600x600 a pannelli con
struttura in vista. Distribuzione luminosa diretta e riflessa di tipo darklight con ottica
parabolica ad alto rendimento in alluminio a specchio, con trattamento superficiale al
titanio e magnesio, assenza di iridescenza. Cablaggio con alimentatore elettronico
regolabile 1-10V, 230V-50/60Hz, fattore di potenza >0,95, fusibile, accensione a caldo
della lampada, lampade fluorescenti compatte da 2x40W attacco lampada 2g11. Grado di
protezione IP 40. (uffici )
PAEL29 Apparecchio illuminante, da incasso in controsoffitto con struttura in vista
600x600 mm, corpo in acciaio zincato a caldo, verniciato in poliestere di colore bianco.
vetro stampato, temprato, con cornice in alluminio verniciato bianco, apertura a cerniera.
Cablaggio con alimentatore elettronico regolabile 1-10V, 230V-50Hz, fattore di potenza
>0,95, fusibile, accensione a caldo della lampada. Grado di protezione IP43,
equipaggiamento con lampade 4x14 W T5 (ambulatori )
PAEL30 Apparecchio illuminante, da incasso in controsoffitto con struttura in vista
600x600, distribuzione diretta simmetrica. corpo in acciaio zincato a caldo, verniciato in
poliestere di colore bianco. Vetro stampato stratificato, con cornice in acciaio inox
verniciato bianco, apertura a cerniera. Cablaggio con alimentatore elettronico regolabile 110V, 230V-50Hz, fattore di potenza >0,95, fusibile, accensione a caldo della lampada.
Grado di protezione IP65, equipaggiamento con lampade 4x14 W T5 (oncologia)
PAEL31 Apparecchio illuminante, da incasso in controsoffitto con struttura in vista
600x600, corpo in acciaio zincato a caldo, verniciato in poliestere di colore bianco.
Schermo piano in metacrilato trasparente, con cornice in alluminio verniciato bianco,
apertura a cerniera. Cablaggio con alimentatore elettronico regolabile 1-10V, 230V-50Hz,
alimentatore trilampada, fattore di potenza >0,95, fusibile, accensione a caldo della
lampada. Grado di protezione IP43, equipaggiamento con lampade 3x14W T5 (spogliatoi
depositi)
PAEL32 Faretto da incasso diam. 220 mm, con corpo in policarbonato autoestinguente
V2 privo di alogenuri. Staffe di fissaggio in acciaio zincato. Ottica dodecagonale realizzata
con lamine in alluminio con trattamento superficiale al titanio e magnesio, assenza di
iridescenza. Vetro di chiusura grado di protezione IP44. Unità di cablaggio separata.
Cablaggio con alimentatore elettronico regolabile 1-10V, 230V-50/60Hz, fusibile,
accensione a caldo della lampada, versione monolampada 1x42 W attacco lampada
GX24Q-4. (WC)
PAEL33 Faretto da incasso diam. 220 mm a luce diretta con corpo in policarbonato
autoestinguente V2 privo di alogenuri. Staffe di fissaggio in acciaio zincato. Ottica
dodecagonale ad alto rendimento realizzata con lamine in alluminio con trattamento
superficiale al titanio e magnesio, assenza di iridescenza. Con lampade fluorescenti
compatte 2x26W attacco lampada G24Q-3, Unita' di cablaggio separata. Cablaggio con
42
alimentatore elettronico regolabile 1-10V, 230V-50/60Hz, fusibile, accensione a caldo
della lampada. Grado di protezione IP43 (soggiorno oncologia).
PAEL34 Apparecchio illuminante, fissaggio a plafone, colore bianco, realizzato in resina
termoplastica, con emissione della luce diffusa mediante diffusore realizzato in vetro
soffiato opalino. Equipaggiato con lampade tipo QT32 150W. (Galleria piano rialzato)
PAEL35 Apparecchio ad applique, illuminazione indiretta, costituito da un vano ottico
realizzato in fusione di alluminio, dotato di un riflettore asimmetrico a 45° in alluminio
superpuro con filtro di protezione per raggi ultravioletti e di una carcassa in fusione di
alluminio, alla quale è fissato il vano ottico. L'installazione avviene tramite un'apposita
basetta fissata a parete. Grado di protezione IP 20. Classe di isolamento I. Cablaggio
costituito da reattore, accenditore, condensatore di rifasamento e soppressore dei disturbi
radio, con lampada ad alogenuri metallici da 1x250 W (Salone e Galleria piano rialzato)
PAEL36 Apparecchio illuminante, per fissaggio a parete e/o a plafone, con schermo
realizzato in materiale termoplastico, supporto per il cablaggio in lamiera di acciaio
verniciato bianco, grado di protezione IP40, con cablaggio elettronico, isolamento classe
II, equipaggiato con lampade fluorescenti compatte 2x18 W.
2.4.6.2
ILLUMINAZIONE D’EMERGENZA
Gli apparecchi illuminanti, indipendenti da quelli dell'impianto di illuminazione normale,
dovranno essere forniti completamente equipaggiati, cablati e certificati direttamente dal
Costruttore.
Descrizione del sistema -Centralina di controllo
Il principio del sistema a controllo centralizzato dovrà essere basato su un colloquio
domanda/risposta tra la centralina e ogni singolo apparecchio, eseguito in modo
sequenziale.
Le plafoniere saranno suddivise su due linee di trasmissione segnale comprendenti al
massimo 96 unità ciascuna; le due linee di segnale faranno capo alla centralina di
controllo.
Ad intervalli di tempo prestabiliti il microprocessore della centralina invierà un messaggio
sulle due linee di trasmissione segnale. il messaggio raggiungerà tutti gli apparecchi ma
sarà riconosciuto, di volta in volta, solo da un apparecchio, grazie alla codifica eseguita al
momento dell'installazione.
Il microprocessore dell'apparecchio interrogato invierà un messaggio di risposta che sarà
analizzato dalla centralina.
Il sistema a controllo centralizzato controllerà non solo lo stato degli apparecchi ma anche
le condizioni dell'intero impianto; eventuali guasti alle linee di trasmissione segnale o ai
cavi di alimentazione da rete dovranno essere immediatamente rilevati e riportati dalla
stampante.
Pur avendo un controllo di tipo centralizzato gli apparecchi resteranno comunque di tipo
autonomo, ed eventuali guasti alle linee di trasmissione segnale o alla centralina non
dovranno pregiudicare il funzionamento automatico in emergenza dei corpi illuminanti.
La centralina sarà dotata inoltre di una batteria incorporata che le consentirà, anche in
mancanza di rete, di svolgere le proprie funzioni.
43
Una volta programmata la centrale dovrà consentire, previa codifica delle plafoniere, tutte
le operazioni sotto descritte:
 test di funzionamento, programmabile per l’esecuzione automatica, con il controllo di
avvenuta commutazione in emergenza, corretto funzionamento del circuito di
accensione, accensione del tubo fluorescente, segnalazione di anomalie sul display
della centralina e stampa con giorno, ora, tipologia dei guasti e identificazione degli
apparecchi;
 test di autonomia, programmabile per l’esecuzione automatica, con verifica
dell’autonomia dei singoli apparecchi, segnalazione di anomalie sul display della
centralina e stampa con giorno, ora, tipologia dei guasti e identificazione degli
apparecchi.
Qualora il numero degli apparecchi d'illuminazione di sicurezza fosse maggiore di 192, alla
centralina principale dotata di stampante dovranno essere affiancate altre centraline
secondarie, di tipo identico ma prive di stampante.
I disegni di progetto consentono di individuare:
 la posizione degli apparecchi, che saranno disposti prevalentemente lungo le vie di
esodo, in corrispondenza delle uscite di sicurezza e nei locali degenze/studi medici
ambulatoriali;
 attraverso la simbologia, il tipo, il grado di protezione e le condizioni di posa di ogni
apparecchio illuminante.
La centralina sarà dotata di stampante e predisposta per essere interfacciata con altre
della stessa tipologia.
Modalità di derivazione delle linee terminali
Negli ambienti equipaggiati con il quadretto di locale le linee dirette agli apparecchi
d'illuminazione di sicurezza saranno derivate da quelle dell'impianto di illuminazione
normale, avendo cura di derivare il conduttore di fase a valle della protezione ma a monte
dell'apparecchio di comando.
Lo stesso sistema sarà utilizzato negli ambienti in comune privi del quadretto di locale ma
con gli apparecchi di comando disposti localmente.
Per i corridoi, comandati da relè passo-passo installato sul quadro di reparto, saranno
realizzate dorsali dedicate alla sola illuminazione di sicurezza (v. sopra), e gli stacchi ai
relativi apparecchi saranno realizzati come quelli degli apparecchi dell'illuminazione
normale.
Caratteristiche delle linee terminali
Saranno identiche a quelle già descritte per l'impianto d'illuminazione normale.
Linee di trasmissione segnale
Ogni linea di trasmissione segnale andrà dalla centralina fino all'ultimo apparecchio di
pertinenza.
Le caratteristiche delle linee di trasmissione segnale saranno analoghe a quelle delle linee
di alimentazione.
Apparecchi
44
Saranno impiegati apparecchi autoalimentati per illuminazione di sicurezza, fissaggio a
parete, con corpo in materiale plastico autoestinguente, grado di protezione minimo IP40,
batteria al NiCd 6V 4Ah, ricaricabile, autonomia tre ore, equipaggiati con lampada
fluorescente lineare da 18W attacco G13, di tipo interfacciabile con la sopradescritta
centrale di controllo, previste per funzionare sia come SE che come SA ma configurate
come indicato sui disegni di progetto.
2.4.7
IMPIANTO ILLUMINAZIONE ESTERNA
All’esterno dell'edificio saranno disposti in facciata, generalmente in sostituzione degli
apparecchi esistenti, dei proiettori da esterno con le caratteristiche sotto indicate.
PAEL78 Proiettore per esterni con corpo in alluminio pressofuso, resistente alla
corrosione; staffa in alluminio estruso anodizzato; vetri di sicurezza temperati resistenti
all'urto meccanico e allo sbalzo termico, con guarnizioni in gomma ai siliconi, riflettore in
alluminio purissimo, isolamento in classe II, gruppo elettrico incorporato, grado di
protezione IP 66, completo di lampada da 150 W a ioduri metallici.
2.4.8
IMPIANTO FORZA MOTRICE
Punti presa e prese a spina
I punti presa saranno realizzati come segue:
Locali senza controsoffitto con impianto a vista:
 le discese ai portafrutti o alle prese di tipo industriale saranno realizzate con tubazioni
a vista in PVC rigido di tipo pesante, complete di curve rigide o flessibili, eventuali
ulteriori scatole di derivazione sporgenti da parete in resina autoestinguente di colore
grigio, il tutto con grado di protezione IP40 nei locali generici, IP65 nei locali tecnici e/o
umidi;
 le linee saranno realizzate mediante conduttori isolati di tipo N07G9-K;
 i portafrutti per le prese a spina saranno del tipo sporgente da parete, idonei per
l'installazione di apparecchi civili, con grado di protezione IP40 nei locali generici, con
coperchio a membrana a cerniera IP65 nei locali tecnici e/o umidi; le prese industriali
saranno del tipo per montaggio sporgente a parete.
Locali senza controsoffitto, con impianto incassato:
 le discese ai portafrutti o alle prese di tipo industriale saranno realizzate con tubazioni
corrugate di PVC pesante flessibile, incassate sotto traccia, eventuali ulteriori scatole di
derivazione incassate in resina autoestinguente con coperchio di colore avorio;
 le linee saranno realizzate mediante conduttori isolati di tipo N07G9-K;
 i portafrutti saranno del tipo a tre o più posti da incasso, idonei per l'installazione di
apparecchi civili, con placca in tecnopolimero nei locali generici, con coperchio a
membrana nei locali tecnici e/o umidi; le prese industriali saranno del tipo da incasso.
Locali dotati di controsoffitto:
 le discese ai portafrutti o alle prese di tipo industriale saranno realizzate con tubazioni
corrugate di PVC pesante flessibile, incassate sotto traccia, eventuali ulteriori scatole di
derivazione incassate in resina autoestinguente con coperchio di colore avorio;
 le linee saranno realizzate mediante conduttori isolati di tipo N07G9-K;
45
 i portafrutti saranno del tipo a tre o più posti da incasso, idonei per l'installazione di
apparecchi civili, con placca in tecnopolimero nei locali generici, con coperchio a
membrana nei locali tecnici e/o umidi; le prese industriali saranno del tipo da incasso.
Per usi di servizio saranno realizzati dei gruppi di prese a spina composti da:
 1 interruttore bipolare 16A
 2 presa UNEL bipasso;
entro scatola da incasso a tre posti con supporto di materiale isolante e placca.
Per le postazioni di lavoro normali saranno realizzati dei gruppi di prese a spina P1
composti da:
 1 interruttore bipolare 16A
 1 presa di serie civile tipo schuko universale 2x16A+T (atte a ricevere sia spine schuko
con terra laterale sia spine UNEL con terra centrale, sia da 10 sia da 16A), di colore
bianco;
entro scatola da incasso a tre posti con supporto di materiale isolante e placca.
Per le postazioni di lavoro saranno inoltre realizzati dei gruppi di prese a spina PL
composti da:
 1 interruttore bipolare 16A
 2 presa di serie civile tipo schuko universale 2x16A+T (atte a ricevere sia spine schuko
con terra laterale sia spine UNEL con terra centrale, sia da 10 sia da 16A), di colore
bianco;
 1 copriforo;
entro scatola da incasso a sei posti con supporto di materiale isolante e placca.
Impianto FM per le utenze tecnologiche
Sarà eseguita l'alimentazione di potenza di tutte le macchine e di tutti i componenti
installati nelle centrali tecnologiche al piano terra, nelle sottocentrali antiblastici e
odontoiatria, nella sottocentrale in copertura (torre evaporativa, estrattori) e negli ambienti
(ventiloconvettori).
Le alimentazioni saranno realizzate con cavi FG70M1 0,6-1kV, posati per quanto possibile
nei sistemi di canalizzazioni per energia, e in tubazione di PVC IP65 per i tratti terminali.
L'installatore elettrico ha l'onere di interfacciarsi con l'installatore meccanico sia per la
stesura della documentazione costruttiva sia in fase di realizzazione.
Regolazione
Il sistema di regolazione elettronica del nuovo impianto dovrà essere telegestibile e
compatibile con lo standard della stazione appaltante.
Il software dovrà essere dotato con delle pagine grafiche necessarie.
I componenti previsti sono tutti quelli indicati negli impianti meccanici.
---ooo--Gli apparecchi del sistema di regolazione e supervisione (centraline, servomotori delle
valvole, servomotori delle serrande, sonde di ogni tipo, termostati, pressostati, rivelatori di
gas, ecc.) saranno forniti nell'ambito degli impianti meccanici.
46
Gli apparecchi da montare su quadro dovranno essere installati nei quadri elettrici delle
centrali tecnologiche (utilizzando le carpenterie lasciate libere a tale scopo) e collegati
nell'ambito degli impianti elettrici.
Gli apparecchi da montare in campo (nelle centrali tecnologiche, nella sottocentrale in
copertura e negli ambienti) dovranno essere montati meccanicamente e idraulicamente
nell'ambito degli impianti meccanici, mentre dovranno essere cablati e collegati
elettricamente nell'ambito degli impianti elettrici.
I cavi, di tipo idoneo alle condizioni ambientali ed alle caratteristiche dei componenti
impiegati, saranno posati nelle canalizzazioni per energia, ed entro stacchi in tubo con
caratteristiche uguali a quelli per servizio energia, ma indipendenti.
I collegamenti saranno conformi agli schemi elettrici ed alle istruzioni fornite dai costruttori
delle apparecchiature stesse.
Così come prescritto per i quadri delle centrali tecnologiche, l'installatore elettrico ha
l'onere di interfacciarsi con l'installatore meccanico sia per la stesura della
documentazione costruttiva sia in fase di realizzazione.
2.4.9
IMPIANTO DI TERRA E PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE
ATMOSFERICHE
Dispersore
Il dispersore sarà realizzato con:
 nuovi dispersori intenzionali;
 nuovi conduttori di interconnessione.
Ciascun dispersore intenzionale sarà costituito da due elementi a sezione circolare piena
in acciaio ramato, con diametro di 20 mm e lunghezza unitaria di 1,5 m, accoppiati con
giunzione ad innesto, infissi fino alla profondità di 3 m utilizzando gli appositi accessori
(punta e battipalo) e corredati dei morsetti di collegamento.
Per garantirne l'ispezionabilità ciascun dispersore intenzionale sarà infisso entro un
pozzetto prefabbricato in resina.
Tutti i dispersori saranno interconnessi da treccia in rame di sez. 50 mm² a 7 fili posata
nello scavo.
Nodo principale (collettore) di terra
Il nodo principale di terra sarà realizzato in cabina elettrica, e sarà collegato ai conduttori
d'interconnessione del nuovo dispersore in due punti diversi, con due diversi conduttori.
Il nodo principale di terra sarà a sua volta collegato con la rete di terra del distributore.
Conduttori di protezione
Dal collettore avrà origine la rete dei conduttori di protezione, che sarà così realizzata:
 i conduttori di protezione principali, diretti ai quadri secondari, passeranno nelle stesse
canalizzazioni delle linee principali, ed assicureranno il collegamento delle sbarre di
terra previste sui quadri elettrici secondari.
 i conduttori di protezione uscenti dai quadri elettrici secondari partiranno dalla sbarra di
terra e raggiungeranno i quadri di locale e tutte le cassette di derivazione poste lungo
47
le dorsali degli ambienti "comuni". Nelle canalizzazioni percorse da più dorsali il
conduttore di protezione sarà unico, a servizio di tutti i circuiti che vi transitano, di tipo
CEI 20-38 e di colore giallo-verde; la sezione sarà almeno pari a quella dei conduttori
di fase del maggior cavo di dorsale, con il minimo di 16 mmq;
 i conduttori di protezione terminali avranno origine dai quadri di locale e dalle cassette
di derivazione poste lungo le dorsali degli ambienti "comuni". Negli stacchi alle singole
utenze il conduttore di protezione sarà posato con i conduttori attivi, ed avrà pari
caratteristiche e pari sezione.
Per gli impianti tecnologici, ciascun conduttore di protezione terminale avrà origine dalla
sbarra di terra posta sul quadro della centrale, e sarà costituito da un'anima isolata in
colore giallo-verde del cavo multipolare diretto alla rispettiva utenza.
Conduttori equipotenziali
I conduttori equipotenziali avranno origine da piastre equipotenziali disposte nelle posizioni
più idonee per consentire il collegamento delle masse estranee.
I conduttori, di colore giallo-verde e sezione non inferiore a 6 mmq, dovranno assicurare il
collegamento di tutte le masse estranee come per esempio, a titolo indicativo e non
limitativo:
 tubazioni idrosanitarie, nel punto del loro ingresso in ciascuno dei locali interessati;
 tubazioni dell'impianto di riscaldamento/raffrescamento, in corrispondenza dell'uscita
dai collettori;
 guide degli impianti elevatori;
 canalizzazioni d'aria dell'impianto termomeccanico.
Provvedimenti per l'egualizzazione del potenziale nei locali ad uso medico
Il nodo equipotenziale da installare nei locali per uso medico, dovrà rispettare le
prescrizioni delle norme CEI ed in particolare della norma CEI 64-8/7 oltre alle seguenti
indicazioni:
 essere ubicato in prossimità del relativo locale ed essere facilmente accessibile;
 essere costituito da una robusta bandella di rame alla quale verranno fissati
singolarmente, mediante capicorda, bulloni e rondelle elastiche, i conduttori;
 i singoli conduttori attestati sul nodo dovranno essere contraddistinti per funzione e per
provenienza con cartellini da apporre sia sul lato nodo sia sul lato impianto, ed avranno
la sezione prevista dalle Norme CEI; il nodo dovrà essere installato in una cassetta da
incasso munita di coperchio trasparente fissato con viti, o di coperchio cieco con
idonea targhetta indicatrice;
 i conduttori equipotenziali dovranno collegare tutte le masse e le masse estranee a
portata di mano (dal piano pavimento fino all'altezza di 2,50 m su tale piano) esistenti
nei locali;
 la formazione di nodi intermedi è ammessa solo per il collegamento delle tubazioni
idriche di un medesimo sanitario.
A fine lavori compete all’Appaltatore la misura di tutti i collegamenti e la compilazione del
registro, secondo quanto disposto dalle norme CEI.
Protezione contro le scariche atmosferiche
Si fa riferimento a:
48
 CEI EN 62305-1: "Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 1: Principi Generali"
Marzo 2006;
 CEI EN 62305-2: "Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 2: Gestione del
rischio" Marzo 2006;
 CEI EN 62305-3: "Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 3: Danno fisico e
pericolo di vita" Marzo 2006;
 CEI EN 62305-4: "Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 4: Impianti elettrici
ed elettronici interni alle strutture" Marzo 2006;
 CEI 81-3 : "Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per kilometro
quadrato dei Comuni d'Italia, in ordine alfabetico." Maggio 1999.
Sarà realizzato un impianto LPS di classe III sui due edifici del corpo centrale e del corpo
Est, con captatore e calate tondo di acciaio zincato, il tutto con caratteristiche conformi alle
prescrizioni delle normative sopra citate.
Saranno installati idonei scaricatori di sovratensione sulle linee di energia entranti e sui
quadri, (scaricatori di livello I sul QGBT coordinati con scaricatori di II sui quadri
secondari).
Saranno inoltre installati idonei scaricatori di sovratensione sulle linee di segnale.
2.4.10
IMPIANTO TELEFONICO E TRASMISSIONE DATI (TD)
Cablaggio strutturato
E' previsto un nuovo cablaggio strutturato comprendente:
 l’installazione dei portafrutti, delle tubazioni a vista e delle tubazioni incassate
raccordate alle canalizzazioni per correnti deboli;
 l’equipaggiamento dei portafrutti con supporti a tre posti, 3 prese tipo RJ45 per ogni
scatola portafrutti e placche di materiale e colore a scelta della Direzione Lavori;
 fornitura e posa di cavi tipo UTP in Cat. 6, non propaganti l'incendio e a bassa
emissione di fumi e gas tossici e corrosivi, con collegamento da ogni punto in campo
sino all'armadio fonia-dati.
Ciascun connettore dovrà essere provvisto di un cartellino indelebile recante la sigla di
individuazione del connettore stesso.
Ogni cavo sarà dotato, alle estremità, di un cartellino indelebile riportante la stessa sigla
sul connettore in campo e sull’armadio di attestamento.
Le singole tratte saranno provate e certificate in categoria 6.
L’armadio del centro stella sarà del tipo a rack da 42 unità 19" con:
 controporta trasparente;
 pannello di alimentazione con interruttore magnetotermico differenziale e prese;
 unità di ventilazione con filtri antipolvere;
 q.b. pannelli passacavi;
 n° 2 striscie per cavo multicoppia 100 cp per l’attestamento dei cavi telefonici
provenienti dal centralino e dei cavi telefonici diretti agli armadi ai vari piani;
 n° 13 pannelli di attestamento (permutatore) con 24 connettori RJ45 a 4 coppie
ciascuno;
49
 n° 3 cassetti ottici per fibra e relativi connettori pre lappati tipo ST per l'attestamento dei
cavi dati a fibra ottica diretti agli armadi ai vari piani;
 q.b. apparati attivi switch a 48 porte RJ45, del tipo standard della stazione appaltante,
in numero sufficiente per tutti i punti dati cablati (indicativamente uno per ogni
portafrutto a tre posti) più uno di riserva;
 q.b. apparati attivi scheda ottica;
 q.b. ripiani per apparati attivi;
 q.b. patch-cord di lunghezza sufficiente.
Gli armadi dei vari piani saranno del tipo a rack da 24 unità 19" con:
 controporta trasparente;
 pannello di alimentazione con interruttore magnetotermico differenziale e prese;
 unità di ventilazione con filtri antipolvere;
 q.b. pannelli passacavi;
 n°1 striscia per cavo multicoppia 100 cp per l’attestamento del cavo telefonico
proveniente dal centro stella;
 n° 5 pannelli di attestamento (permutatore) con 24 connettori RJ45 a 4 coppie
ciascuno;
 n°1 cassetto ottico per fibra e relativi connettori pre lappati tipo ST per l'attestamento
del cavo a fibra ottica proveniente dal centro stella;
 q.b. apparati attivi switch a 48 porte RJ45, del tipo standard della stazione appaltante,
in numero sufficiente per tutti i punti dati cablati (indicativamente uno per ogni
portafrutto a tre posti) più uno di riserva;
 q.b. apparati attivi scheda ottica;
 q.b. ripiani per apparati attivi
 q.b. patch-cord di lunghezza sufficiente.
Collegamenti per la rete telefonica
Una volta pronto il nuovo cablaggio, il centralino telefonico esistente sarà spostato nella
nuova posizione vicino all’armadio del centro stella al piano terra (con fuori servizio
durante un fine settimana, a cura della stazione appaltante). In alternativa la stazione
appaltante si riserva di approvvigionare un nuovo centralino.
Il cavo multicoppia esistente, proveniente dalla rete telefonica dovrà essere prolungato
fino alla nuova posizione del centralino telefonico (con fuori servizio durante un fine
settimana, a cura della stazione appaltante).
Il centralino dovrà essere contestualmente collegato al centro stella con nuovi cavi
telefonici multicoppia (a cura dell’appaltatore).
Il centro stella dev’essere collegato con gli armadi ai vari piani con nuovi cavi telefonici
multicoppia (a cura dell’appaltatore).
Collegamento per la rete dati
Il cavo dati a fibra ottica esistente, proveniente dalla rete esterna e passante nella galleria
al piano terra, dovrà essere prima riattestato direttamente al CUP con un percorso diverso,
ed infine riattestato definitivamente al nuovo al nuovo centro stella (a cura della stazione
appaltante). Le lavorazioni saranno eseguite dal fornitore del servizio dati.
Il centro stella dev’essere collegato con gli armadi ai vari piani con nuovi cavi a fibra ottica
multimodali a 12 fibre (a cura dell’appaltatore).
50
2.4.11
IMPIANTO MANUALE E AUTOMATICO ALLARME INCENDIO
Centrale antincendio di tipo analogico
La nuova centrale sarà di tipo analogico, con capacità massima di 16 loops da 99 rivelatori
più 99 moduli ciascuno, per un totale di 3.168 dispositivi collegabili, equipaggiata con 2
schede da 4 loops ciascuna e 2 slot di riserva per poter aggiungere in futuro altre 2
schede da 4 loops ciascuna.
Poiché la presente applicazione deve effettuarsi secondo la normativa EN-54, si deve
tener presente il limite di 512 dispositivi per ogni centrale (quindi per ogni scheda da 4
loops) imposto dalla normativa, per cui la capacità effettiva massima sarà di 2048
dispositivi collegabili, e l’equipaggiamento iniziale di 1024 dispositivi collegabili.
La centrale sarà completa di batterie atte ad assicurarne il funzionamento in assenza di
rete per il tempo prescritto dalla normativa antincendio.
Pulsanti analogici di allarme
I pulsanti di allarme con vetro a frangere dovranno controllare e comunicare alla Centrale
lo stato di un interruttore azionato dopo la rottura del vetro. Dovranno essere azionabili
mediante la pressione del pollice, e non richiedere il ricorso ad un martello.
Dovranno essere del tipo interattivo ad autoindirizzamento.
I pulsanti dovranno essere corredati con un LED, chiaramente visibile, atto a indicare
l’attivazione dell'allarme, nonché essere muniti di isolatori anti corto circuito.
I pulsanti di allarme dovranno essere dotati di dispositivi di autoverifica, e dovranno poter
essere programmati in modo da attivare da parte della Centrale una risposta sia di
preallarme, sia di allarme evacuazione.
I pulsanti di allarme dovranno essere verificabili ricorrendo ad una speciale "chiave",
senza dover procedere alla rottura del vetro.
Rivelatori analogici di fumo ottici
I rivelatori analogici di fumo ottici dovranno essere del tipo intelligente, ovvero interattivi ad
autoindirizzamento, e dovranno conglobare dispositivi di filtraggio DYFI nonché di auto
apprendimento ambientale in grado di variare le proprie funzioni quando fossero presenti
elementi contaminanti nell'aria.
Per una migliore e più sicura verifica del funzionamento di tutto il sistema , anche questi
rivelatori dovranno essere dotati di funzioni di autoverifica.
I rivelatori dovranno essere corredati di un LED, chiaramente visibile, atto a fornire
indicazione della attivazione dell'allarme, nonché essere muniti di isolatori anticorto
circuito.
I rivelatori di fumo ottici dovranno essere corredati di retini atti ad impedire anche ai più
piccoli insetti di penetrare nella camera di rivelazione.
La camera dei rivelatori di fumo ottici dev'essere progettata in maniera da ridurre al
minimo, per un certo periodo, gli effetti dei depositi di polvere
I rivelatori di fumo ottici devono essere conformi alle EN54, Pt. 7.
51
Rivelatori analogici termici
I rivelatori termici e termovelocimetrici dovranno essere in grado di rilevare i rapidi aumenti
della temperatura nonché la temperatura assoluta costante.
Dovranno rispondere ai requisiti sia delle norme EN54, Pt.5 per quelli destinati ad ambienti
normali, sia delle norme EN54, Pt. 8 per quelli destinati ad alte temperature ambientali.
Onde garantire la protezione ambientale, gli elementi sensibili alla temperatura ed i
collegamenti elettrici dovranno essere rivestiti di resina epossidica.
Per soddisfare le varie applicazioni dovranno essere di grado 1,2 e 3
Dovranno essere del tipo intelligente, ovvero interattivi ad autoindirizzamento.
I rivelatori dovranno inoltre essere corredati di un LED, chiaramente visibile, atto a indicare
l’attivazione dell'allarme, nonché essere muniti di isolatori anticorto circuito.
Ripetitori per rivelatori installati in posizione non visibile
Il ripetitore consiste in una segnalazione abbinata al rivelatore installato in posizione non
visibile (sotto pavimento o nel contro soffitto), attivata ed alimentata dallo stesso rivelatore.
Quando il rivelatore andrà in allarme, anche il led intermittente del ripetitore dovrà attivarsi
segnalando all’esterno che uno o più rivelatori, in quel locale o in quella zona sono in
allarme.
Caratteristiche tecniche:
 alimentazione: da loop di rivelazione;
 esecuzione PVC auto estinguente;
 dimensioni: 110 x 110 mm.
Rivelatori lineari
Dispositivi di uscita e ingresso montati sul loop
Dovranno essere disponibili i seguenti I/O montati su loop:
 unità ad ingresso monitorato NC o NO con autoverifica ed isolatori per corto circuito
 I/O monitorata con 2 ingressi ed 1 uscita, con autoverifica ed isolatori per corto circuito.
Le unità devono essere alimentate dal loop e montate in contenitori con protezione IP67.
Pannelli avvisatori d’allarme ottico-acustici
Pannelli costituiti da una targa luminosa con pittogramma “ALLARME INCENDIO” a luce
fissa o lampeggiante, dotati di segnalatore sonoro che si attiverà in caso di allarme
incendio, e di segnalatore luminoso a led che si attiverà solo in presenza di allarme
incendio nell’area di competenza.
Caratteristiche tecniche
 alimentazione:
12Vcc, 1A / 24Vcc, 500mA
 dimensioni:
300 x 200 x 75
 pressione sonora:
96db a 1mt
 materiale di costruzione corpo: policarbonato
 grado di protezione:
IP65
 autoalimentazione con inverter e batteria ove previsto dalla descrizione.
52
Magneti per porte REI
Sulle porte REI che nel normale esercizio del reparto dovranno rimanere aperte saranno
installati, coerentemente con il progetto di prevenzione incendi ed in conformità a quanto
indicato dalla norma UNI 9795, gli elettromagneti di ritenuta per le porte REI.
I magneti saranno interfacciati con la centrale mediante moduli di comando con isolatore
di guasto, e saranno debitamente alimentati.
Il pulsantino di sgancio montato su ciascun magnete rimane spesso poco accessibile a
porta chiusa; per facilitare lo sgancio manuale di ciascun magnete dovrà essere incassato
a parete un pulsante della stessa serie civile usata per i comandi di accensione e le prese
a spina, collagato in parallelo al pulsantino del magnete.
Impianto serrande tagliafuoco
Ogni serranda tagliafuoco, di tipo motorizzato, sarà dotata di microinterruttori per
segnalarne lo stato di aperto/chiuso; per il comando ogni serranda sarà debitamente
alimentata, e sarà interfacciata con la centrale mediante moduli di comando dotati di
isolatore di guasto.
In corrispondenza di ciascuna serranda tagliafuoco sarà posizionato in ambiente, al di
sotto del controsoffitto, un quadretto da incasso per la segnalazione dello stato della
soprastante serranda tagliafuoco.
Per la segnalazione dello stato di aperto/chiuso ogni serranda dovrà essere collegata al
corrispondente quadretto.
Ciascun quadretto avrà due lampade per segnalazione aperto / chiuso della serranda, un
pulsante per la prova delle lampade, oltre ai relè necessari per la prova delle lampade e
per realizzare la logica di fermata dei corrispondenti ventilatori di mandata / estrazione in
caso di chiusura della serranda.
I quadretti saranno collegati, per l’alimentazione ed i circuiti ausiliari, con il quadro QUTA.
2.4.12
IMPIANTI DIFFUSIONE SONORA
Nel salone sarà installato un impianto di diffusione sonora, composto da:
 n° 1 amplificatore;
 ingresso rca per fonte sonora esterna;
 n° 4 diffusori da parete 40 W 8 ohm;
il tutto comprensivo apparecchi, collegamenti, collaudo e messa in servizio.
Nell’area didattica vicino al salone sarà installato un impianto di diffusione sonora
composto da:
 n° 1 amplificatore
 ingresso rca per fonte sonora esterna;
 n° 2 diffusori 40 W 8 ohm;
il tutto comprensivo apparecchi, collegamenti, collaudo e messa in servizio.
Ciascun impianto sarà realizzato utilizzando componenti appartenenti allo stesso sistema
di apparecchi civili componibili utilizzato per i comandi e per le prese, montati su scatola
da incasso a tre o più posti.
53
Collegamenti
I collegamenti saranno realizzati con cavi multipolari per segnalamento, non schermati, a 2
e a 3 conduttori, sezione 1,5 mmq.
Le linee saranno installate nella rete di canalizzazioni per correnti deboli con stacchi in
tubo di PVC pesante che, a seconda dei casi, saranno rigide o flessibili, a vista o
incassate.
2.4.13
IMPIANTO DI CHIAMATA DAY HOSPITAL ONCOLOGICO E REPARTO
SALUTE MENTALE
Sono previsti due impianti di chiamata indipendenti.
2.4.13.1
DAY-HOSPITAL
a) Chiamata da letto:
Il paziente effettuerà la chiamata dal suo letto premendo il pulsante a perella in sua
dotazione installato in prossimità del letto.
All'atto della chiamata si dovrà:
 accendere la luce (fissa) di tranquillizzazione nell'unità di servizio del paziente in
camera;
 accendere la luce rossa (fissa) in corridoio sopra la porta della camera chiamante.
Alla centrale principale, installata in locale presidiato, si dovrà visualizzare sul display il
numero della camera che ha chiamato.
Questa chiamata richiederà la presenza diretta del personale di servizio e quindi dovrà
essere annullata solo dal lungo stesso di provenienza.
b) Chiamata da bagno, WC o doccia:
La chiamata verrà attivata tramite gli appositi pulsanti a tirante o pneumatici.
All'atto della chiamata si dovrà:
 accendere la luce (lampeggiante) di tranquillizzazione nel pulsante a tirante;
 accendere la luce bianca (lampeggiante) in corridoio sopra la porta della camera
chiamante.
Alla centrale principale, installata in locale presidiato, si dovrà visualizzare sul display il
numero della camera che ha chiamato.
Questa chiamata richiederà la presenza diretta del personale di servizio e quindi dovrà
essere annullata solo dal lungo stesso di provenienza.
2.4.13.2
CHIAMATA EMERGENZA REPARTO SALUTE MENTALE
L’operatore effettuerà la chiamata dal suo posto di lavoro premendo un pulsante “discreto”
in sua dotazione installato sotto la scrivania.
All'atto della chiamata, sulla centrale principale, installata in locale presidiato (segreteria),
si dovrà attivare un allarme acustico e si dovrà visualizzare sul display il numero della
postazione che ha chiamato.
54
La tacitazione sarà possibile con un pulsante “discreto” in ambiente, alle spalle
dell’operatore.
2.4.14
IMPIANTO DI CHIAMATA ZONA PREPARAZIONE ANTIBLASTICI
Impianto di comunicazione a vivavoce costituito da:
 stazione interfonica per ambienti sterili o soggetti ad acidi, corpo in abs ad alta
resistenza, frontale in lexan resistente ai piu' comuni acidi e sterilizzanti, cornice
integrata, altoparlante, microfono panoramico;
 stazione interfonica da parete in abs antiurto, con altoparlante, microfono, regolatore di
volume;
 cavo collegamento utp cat.6.
 alimentatore;
 accessori, collaudo e messa in servizio.
2.4.15
IMPIANTI CITOFONICI
Al piano terra è previsto un impianto citofonico con 1 postazione interna e 3 postazioni
esterne (segreteria educazione motoria).
Al piano rialzato sono previsti:
 un impianto citofonico con 1 postazione interna e 1 postazione esterna (principale, in
accettazione);
 un impianto citofonico con 1 postazione interna e 2 postazioni esterne (radiologia);
 un impianto citofonico con 1 postazione interna e 3 postazioni esterne (UTAP).
Al piano primo è previsto un impianto citofonico con 1 postazione interna e 1 postazione
esterna (uffici distretto).
Ciascun impianto sarà del tipo digitale audio.
Ciascun impianto sarà dotato di alimentatori, posti interni a parete o da tavolo, posti
esterni da incasso con pulsantiera illuminata, dispositivi a relè, derivatori, linee e
quant’altro necessario a dare il sistema completamente finito e funzionante.
2.4.16
IMPIANTO TV
L’impianto, di tipo solo terrestre, è previsto nel corpo centrale, a servizio del day hospital
oncologico, della casa del parroco, del salone e dell’area didattica.
Sulla copertura del fabbricato sarà installato un sistema di antenne per la ricezione dei
programmi terrestri.
Le antenne saranno connesse con cavi coassiali ad un amplificatore di segnale a larga
banda con uscita unica .
La distribuzione verrà realizzata utilizzando cassette di derivazione resistive a valle
dell'amplificatore e partitori di segnale ai piani interessati.
Da ciascun partitore avranno origine le dorsali del piano interessato, realizzate con cavo
coassiale 75 Ohm posato nelle canalizzazioni per correnti deboli; gli stacchi per ciascuna
55
presa TV verranno derivati mediante cassette per linee passanti a cui saranno collegati,
con cavo da 75 Ohm, i gruppi da incasso composti da n. 1 presa TV e n. 2 tappi copriforo.
Il cavo coassiale sarà del tipo in polietilene compatto a bassissimo indice di
invecchiamento, con calza in rame stagnata.
Tutti i componenti elettronici saranno del tipo a lunga durata.
2.4.17
IMPIANTO REGOLA CODE PER IL CENTRO PRELIEVI (CUP)
Al centro unificato prenotazioni (CUP) è previsto un impianto elimina code, comprendente:
 1 unita' di prenotazione costituita da un dispositivo per l'emissione di biglietti a 2 servizi
statici con mobile a colonna;
 5 terminali di sportello con commutatore;
 5 dispay di sportello 4 digit e numero sportello;
 1 pannello riepilogativo, installato in posizione ben visibile da tutte le sedute della zona
di attesa, a 2 righe alfanumeriche.
Funzionamento
Premendo uno dei pulsanti dell'emettitore di biglietti si dovrà ottenere il rilascio di uno
scontrino riportante almeno:
 nome o logo della struttura;
 ora e data del rilascio;
 numero progressivo di chiamata;
 numero di persone in attesa per tale servizio;
 indicazione della zona di attesa da raggiungere.
A questo punto gli utenti si accomoderanno nella zona di attesa assegnata in attesa della
"chiamata".
Le “chiamate” appariranno sul pannello riepilogativi della zona di attesa.
Sulla riga del pannello saranno indicati, su display luminosi, il numero progressivo di
chiamata ed il numero di stanza.
Ogni cambio di numero sarà enfatizzato dal lampeggio dei display e da un segnale
acustico a din don.
Ogni sportello sarà dotato di un display posto all'esterno, e di un terminale da tavolo
completo di display retroilluminato e tastierino multifunzione.
Ogni terminale di sportello consentirà ad ogni operatore di:
 effettuare le chiamate progressive nell’ambito della linea di servizio ( coda ) per la
quale sta lavorando, verificando il numero chiamato;
 verificare il numero di persone in attesa per la stessa coda;
 spostarsi agevolmente sulle altre code ed operare allo stesso modo ( 1 e 2 ) per tali
linee;
 trasferire un numero/utente su altra coda (preventivamente programmata);
 attivare o disattivare il rilascio degli scontrini per una o tutte le code;
 lanciare un segnale di allarme.
56
Tutto il sistema dovrà essere gestito da una centralina atta a memorizzare le varie fasi di
ogni scontrino:
 numero, ora e data del rilascio, da quale postazione è stato chiamato, ora della
chiamata,
 tempo di attesa e numero di coda per la quale la postazione stava lavorando.
Collegando la centralina ad un PC, dovrà essere possibile scaricare quotidianamente tutti i
dati memorizzati, salvandoli in una tabella esportabile su qualsiasi foglio di calcolo.
La visualizzazione e lo scarico dei dati dovranno essere possibili in continuo su PC
dedicato, o quotidianamente su PC non dedicato.
57
3.
SPECIFICHE TECNICHE E MODALITÀ DI ESECUZIONE
3.1
IMPIANTO IDRICO SANITARIO
3.1.1
COMPONENTI PER SISTEMA DI TRATTAMENTO DELL'ACQUA
3.1.1.1
POMPE DOSATRICI DI PRODOTTI CHIMICI
 pompa a dosaggio automatico proporzionale, a comando elettronico, grado di
protezione IP 54
 contatore di impulsi
 serbatoio standard da 100 litri, in materiale plastico
 tubazioni di aspirazione e iniezione del prodotto, canna di iniezione in rete
 quadro elettronico di comando e regolazione e collegamenti da questo alla pompa
 confezione da 20 kg di prodotto trattante
 corredo analisi concentrazione
3.1.1.2
FILTRO PER ACQUA
 filtro per acqua potabile tipo a calza filtrante
 corpo in bronzo con attacchi flangiati
3.1.1.3
ADDOLCITORE AUTOMATICO A COLONNA SINGOLA
Addolcitore automatico del tipo a scambio ionico a controllo volumetrico a colonna singola,
capacità 2500 l/h.
Dati tecnici
L'addolcitore dovrà essere del tipo automatico con controllo volumetrico e batteriostatico
computerizzato a scambio di basi; il serbatoio dovrà essere predisposto per contenere una
riserva di sale e preparare la salamoia per le singole rigenerazioni.
 colonna in resina poliestere rinforzata con fibra di vetro.
 resine a scambio di ioni del tipo batteriostatico specifica per uso alimentare per
mantenere il corpo addolcitore in perfette condizioni di funzionamento anche dal punto
di vista igienico.
 dispositivo di disinfezione automatico da applicare sull'addolcitore con addizione
proporzionale di cloro e totale disinfezione del letto di resine.
 testata automatica elettronica con comando computerizzato per effettuare la
rigenerazione in base al consumo effettivo di acqua rilevato dal contatore incorporato.
 automatismi elettronici per far partire la rigenerazione in base alla statistica di consumo
giornaliero e settimanale, tenendo conto di conferire alla capacità di erogazione di
acqua addolcita una sufficiente riserva di scambio per raggiungere l'ora di
rigenerazione preimpostata.
 batteria tampone per mantenere l'alimentazione delle memorie anche in caso di
mancanza di corrente.
 tastiera per variare in ogni momento il programma rigenerativo preimpostato in base
alla necessità di esercizio.
 valvola di miscelazione dell'acqua addolcita con acqua non trattata incorporata nella
testata automatica con valvola di non ritorno.
58
 by-pass integrato per l'eventuale esclusione dell'addolcitore nel caso di lavori di
manutenzione.
Materiali resistenti alle corrosioni e corrispondenti alle normative per il trattamento delle
acque potabili e delle acque di processo.
Accessori
L'addolcitore deve essere accompagnato dal serbatoio della salamoia in materiale plastico
antiurto con coperchio e collegamenti.
L'addolcitore deve essere consegnato con la carica di prodotto e certificato di avviamento
e taratura.
Normativa di riferimento
UNI 8065
Documentazione da consegnare per approvazione
L'Appaltatore dovrà consegnare una documentazione adeguata sotto forma di scheda
tecnica comprovante i dati tecnici sopra indicati per l'apparecchiatura in oggetto. La
documentazione dovrà consentire di individuare univocamente l'apparecchiatura proposta.
L'apparecchiatura dovrà essere dotata di marcatura CE e accompagnata dalla
dichiarazione "CE" di Conformità per la macchina; tale dichiarazione dovrà essere
consegnata al termine dei lavori alla Committenza.
3.1.1.4
GRUPPO DI SURPRESSIONE ACQUA FREDDA POTABILE
Sistema automatico di pressurizzazione equipaggiato con pompe verticali in acciaio inox
AISI 304: configurazione con una pompa principale più una pilota. Alimentazione trifase.
Portata massima 12 mc/h alla prevalenza di 65 mca.
Valvole di intercettazione per ciascuna pompa, in mandata ed aspirazione, del tipo wafer
PN16 con anello di tenuta in EPDM; valvole di ritegno per ciascuna pompa in mandata a
clapet PN16; collettori in acciaio zincato in aspirazione e mandata predisposti per il
collegamento al serbatoio/autoclave.
Telaio: in profilato metallico ad U ad elevata rigidità/indeformabilità, con trattamento
antiruggine, verniciato RAL 5002 e viteria in acciaio zincato.
Strumentazione: pressostati con differenziale per ciascuna pompa, con taratura
modificabile o con scala graduata e taratura modificabile montati su un collettore
intercettabile con compensatore in rilasn e protetto dal colpo d’ariete tramitre disframma
tarato. Manometro in glicerina montato sul gruppo pressione, range 0-16 bar.
Quadro di comando: cassetta IP55 in lamiera d’acciaio con sezionatore generale con
bloccoporta e selettore MAN-0-AUT per cadauna pompa; dispositivo elettronico per lo
scambio pompe e/o il funzionamento contemporane; ingressi per ogni pressostato;
ingresso per galleggiante o pressostato anti marcia a secco; spia segnalazione presenza
rete; contatti puliti per segnalazione allarmi.
59
3.1.2
RETI DI ADDUZIONE E RICIRCOLO
3.1.2.1
TUBAZIONI IN POLIETILENE PER RETI INTERRATE
Per condotti di acqua interrata all'esterno dovranno essere utilizzate tubazioni in
polietilente ad alta densità con raccordi a compressione con corpo in polipropilene, ghiere
ad anelli di serraggio di policacetale, anelli di tenuta O-ring di gomma nitrilica.
Per condotta di acqua potabile in pressione dovranno essere utilizzate le condotte
secondo le norme UNI 7611-76 e 7615-76 Tipo 312 rispondenti alle prescrizioni igienico
sanitarie del Ministero della Sanità relative a manufatti per liquidi alimentari.
Le tubazioni dovranno essere interrate ad una profondità minima di 0,8 m per protezione
contro il gelo, coperte con almeno 0,20 m di sabbia e quindi con terreno argilloso.
Dovranno essere posate ad almeno 1 m di distanza misurato fra le superfici esterne
rispetto alle tubazioni collettrici di scarichi di qualunque natura.
Tabella dimensioni tubazioni
3.1.2.2
Ø
PN 10
mm
Spess. mm
16
1,6
20
1,9
25
2,3
32
3,0
40
3,7
50
4,6
63
5,3
75
6,9
90
8,2
TUBI IN ACCIAIO ZINCATO E RACCORDERIA
Le tubazioni che convogliano l'acqua in circuiti a consumo del tipo aperto in acciaio zincato
non legato FE 330 ottenuto per trafilatura senza saldature.
Dati tecnici
Le caratteristiche della fornitura, anche ai fini della contabilizzazione delle opere, dovranno
essere conformi alla seguente tabella:
diametro
diametro
interno
peso unitario
nominale
diametro in diametro
pollici
esterno
superficie
unitaria
[DN]
[inch]
[mm]
[mm]
[kg/m]
[m²/m]
15
1/2"
21.4
16.7
1.15
0.07
20
3/4"
26,7
22.1
1.47
0.08
60
25
1"
33.6
27.8
2.31
0.11
32
1 1/4"
42.3
36.5
2.95
0.13
40
1 1/2"
48.2
42.4
3.39
0.15
50
2"
60,2
53.7
4.68
0.19
65
2 1/2"
75,8
69.3
5.97
0.24
80
3"
88,7
81.4
7.83
0.28
100
4"
114,0
105.9
11.1
0.36
Tutte le tubazioni da impiegare nella realizzazione dell'impianto dovranno pervenire al
Cantiere in ottimo stato di conservazione. Non saranno accettate le tubazioni che
presentino anche solo localmente fenomeni di ossidazione superficiale.
Le giunzioni delle tubazioni di acciaio saranno realizzate mediante raccordi di ghisa
malleabile, con manicotto di acciaio zincato o mediante saldatura autogena. In
quest'ultimo caso la superficie esterna della giunzione deve essere opportunamente
protetta con verniciatura.
Per la vite e la madrevite sono previste filettatura gas secondo UNI 339-66 (filettature
stagne sul filetto).
Come misura cautelativa la tenuta sui filetti è maggiormente assicurata mediante
applicazione di canapa con mastici adatti e inalterabili o nastro di tetrafluoruro di etilene.
E' assolutamente da escludere l'uso di biacca, minio o altri materiali simili.
Le guarnizioni saranno di gomma sintetica o di altri prodotti aventi caratteristiche di
elasticità e inalterabilità nei confronti del fluido distribuito.
Normativa di riferimento
 UNI 5745
 UNI 8863 - serie leggera
 ISO 65 - serie leggera I
 UNI 9182
Prove e collaudi
Ultimata la stesura della rete di distribuzione dovrà essere eseguita una prova idraulica a
freddo dell'impianto secondo UNI 9182 ad una pressione di prova maggiore di 1.5 volte
rispetto a quella corrispondente alla condizione di normale esercizio, con un minimo di 6
bar,. La prova verrà considerata positiva se l'impianto, mantenuto alla pressione stabilita
per sei ore consecutive, non subirà diminuzioni di pressione.
Documentazione da consegnare per approvazione
Le tubazioni dovranno essere marchiate UNI, con passo non superiore 1.5 m, e dovrà
essere fornita per ogni partita di materiale il certificato del costruttore comprovante la PN
nominale.
3.1.2.3
TUBI MULTISTRATO
Tubazioni multistrato in polietilene reticolato, protetto con tubo di alluminio esterno e
rivestito da polietilene reticolato coestruso, adatto all’utilizzo per impianti sanitari con
61
temperature fino ai 95° C, con montaggio tramite raccorderie a pressione in ottone
stampato.
Caratteristiche:
 massa volumica:
 conduttività termica:
3.1.2.4
circa 0,94 g/cm³
circa 0,45 W/mK
COIBENTAZIONE TERMICA TUBAZIONI ACQUA FREDDA
Tipo di isolante
Tutte le tubazioni convoglianti acqua potabile fredda fatta eccezione delle tubazioni
antincendio dovranno essere coibentate con isolante tubolare in materiali vinilico sintetico
a cellula chiusa aventi conducibilità termica a 50 °C non maggiore di 0,04 W/m/°C.
Lo spessore previsto è pari a 9 mm.
La D.A. deve fornire alla D.L. i certificati di prova attestanti le caratteristiche fisiotecniche
del materiale isolante che intende adottare.
Prescrizioni per la posa in opera
I materiali isolanti dovranno essere posti a regola d'arte, nelle parti in cui sono presenti
giunzioni e saldature potranno essere applicati solo quando siano state eseguite le prove
di tenuta dei circuiti. La posa in opera avverrà dopo che tutti i materiali estranei come
scorie o sporco dovranno essere stati rimossi e le superfici dovranno essere pulite ed
asciutte .
Il suddetto isolante tubolare dovrà essere posto in opera, ove è possibile, infilando sulla
tubazione dall'estremità libera e facendolo quindi scorrere sul tubo stesso. La giunzione tra
i vari tubolari dovrà essere effettuata con l'uso dell'apposito adesivo.
Nei casi in cui la posa in opera sopradescritta non sia possibile si dovranno tagliare i tratti
tubolari di isolante longitudinalmente, applicarli sulle tubazioni e saldare i due bordi con
l'adesivo.
A giunzioni effettuate (sia trasversali che longitudinali) sulle stesse dovrà essere applicato
l'apposito nastro adesivo.
3.1.2.5
ISOLAMENTI TERMICI TUBAZIONI ACQUA CALDA
Tipo di isolante
 guaine in materiale elastomerico
- tipo a cellula chiusa di colore nero, con classe di reazione al fuoco CLASSE 1;
- conduttività termica : 0 °C - 0,038 W/mK;
- conduttività termica: + 50 °C - 0,040 W/mK;
Sistema di posa:
 tutto l'infilaggio delle guaine dovrà avvenire mediante scorrimento sui tubi prima della
relativa posa con la sola esclusione delle zone vicine alle saldature,
 incollaggio con apposito adesivo per la realizzazione delle giunzioni di testa dei vari
tronchi di guaina;
 per il rivestimento dei tubi già posati infilaggio tramite taglio longitudinale della guaina e
ricongiungimento con adesivo;
62
 dovranno comunque essere rispettate le modalità di lavorazione indicate dal
fabbricante.
Prescrizioni per la posa in opera
I materiali isolanti dovranno essere posati a regola d'arte e nelle parti in cui sono presenti
giunzioni a saldatura potranno essere applicati solo quando siano state eseguite le prove
di tenuta dei circuiti. La posa in opera avverrà dopo che tutti i materiali estranei come
scorie o sporco dovranno essere stati rimossi e le superfici dovranno essere pulite ed
asciutte.
In corrispondenza degli staffaggi l'isolamento dovrà essere continuo, non sono ammesse
discontinuità di alcun genere.
3.1.3
VALVOLAME DI MANOVRA E ACCESSORI
3.1.3.1
GENERALITÀ
Tutte le valvole installate sulle tubazioni dovranno essere conformi alle Norme UNI 6884.
Le valvole di intercettazione dovranno essere del tipo a sfera a passaggio totale.
Le valvole di ritegno dovranno essere del tipo ad otturatore conico, a profilo idrodinamico
con chiusura a molla.
3.1.3.2
FILTRI
 corpo e coperchio in ottone stampato;
 cestello e filtrante in acciaio inox;
 pressione di esercizio PN 10;
 temperatura di esercizio 100 °C;
 flange dimensionate secondo UNI PN 16 con gradino di tenuta.
3.1.3.3
VALVOLE A SFERA
 corpo in ottone stampato;
 sfera in ottone cromato o acciaio inox;
 guarnizioni delle sedi e guarnizioni di tenuta dello stelo in teflon;
 pressione di esercizio 10 bar;
 giunzioni filettate.
3.1.3.4
VALVOLE DI RITEGNO
 tipo "EUROPA";
 corpo e otturatore in bronzo;
 idonee per montaggio orizzontale o verticale;
 pressione di esercizio 10 bar;
 giunzioni filettate.
3.1.3.5
RUBINETTI DI SCARICO
 a sfera con attacco maschio-portagomma;
 corpo e coperchio in ottone stampato;
 sfera in ottone cromato;
 guarnizioni di tenuta in teflon;
63




pressione di esercizio 10 bar;
dotati di taglio per azionamento a cacciavite;
completi di tappo e catena;
giunzioni filettate.
3.1.3.6
AMMORTIZZATORE IDROPNEUMATICO
 esercizio: per ammortizzare colpi di pressione fino a 10 bar;
 corpo di acciaio inox - sacca di ammortamento di perbunan a carica di azoto.
 attacco a manicotto 3/4".
3.1.3.7
GIUNTO A CANNOCCHIALE
Giunto a cannocchiale di bronzo con premistoppa di bronzo, guarnizione di amianto e
attacchi a manicotti filettati gas.
Pressione di esercizio 16 bar.
3.1.3.8
RUBINETTI DI ATTINGIMENTO
Rubinetto di attingimento cromato con bocchettone portagomma con calotta di chiusura a
catenella, attacco a perno con chiave asportabile completo di lancia corta, forcella per
sostegno a parete e manichetta.
3.1.3.9
RIDUTTORE DI PRESSIONE IN BRONZO
Riduttore di pressione a membrana in bronzo, filetti interni dalle due parti filtro incorporato
e sede in acciaio inossidabile allacciamento per manometro PN 16.
3.1.3.10
CONTATORE PER ACQUA FREDDA
Contatore per acqua fredda a rulli numeratori, a quadrante asciutto, revisionabile,
rispondente alla norma della direttiva CEE n° 75/33 e del D.M. 21/7/76, a getto multiplo e
pressione di esercizio 10 bar a 30°C:
 corpo in ottone stampato;
 turbina di materiale termoplastico;
 alteri, perni di rotazione a meccanismo di demoltiplicazione in acciaio inox;
 filtro interno a cestello.
3.1.4
DISPOSITIVI DI CONTROLLO
3.1.4.1
MANOMETRO
 caratteristiche conformi alla specifica tecnica ISPESL D.M. 1/12/75;
 tipo a molla di Bourdon;
 attacchi filettati Ø 1/2";
 indicatore radiale della pressione di riferimento;
 quadrante diametro 80 mm;
 assa in ottone cromato;
 scala graduata in metri di colonna d'acqua o in bar;
 fondo scala adatto alle pressioni del circuito comunque non superiore a una volta e
mezza la massima pressione riscontrabile nel circuito;
 completi di ricciolo, rubinetto a tre vie in rame e flangetta di prova ISPESL.
64
3.1.4.2
TERMOMETRO
 caratteristiche conformi alla specifica tecnica ISPESL D.M. 1/12/1975 ( cap. R2C);
 tipo a quadrante a dilatazione di mercurio;
 gambo sensibile in guaina rigida di ottone immerso in pozzetto Ø 1/2";
 scala graduata in gradi centigradi;
 cassa in ottone cromato, diametro Ø 100 mm;
 scala:
circuito acqua calda 0 ÷ 120 °C
circuito acqua refrigerata -20 ÷ 50 °C.
3.1.5
APPARECCHI SANITARI, RUBINETTERIE E ACCESSORI
3.1.5.1
LAVELLO PER CUCINA
Lavello in gres e n° 1 gocciolatoio di prima scelta completo di mensola di appoggio.
L'apparecchio dovrà essere di facile pulizia ed il bacino di raccolta dovrà essere tale da
sfavorire la proiezione di spruzzi ed il ristagno di acqua al suo interno a scarico aperto e
dovrà essere completato da:
 miscelatore meccanico monocomando a leva e bocca di erogazione girevole, con
variazione progressiva e lineare sia della portata che della temperatura; del tipo a
tenuta su disco di ceramica durissima assolutamente indeformabile che appoggia su
due sedi affiancate dal medesimo materiale; completo di meccanismo anticalcare con
bocca fissa;
 paraspruzzi;
 piletta per lavabo con griglia;
 tubicini di allacciamento;
 valvoline di intercettazione apparecchiature.
3.1.5.2
LAVELLO PER LABORATORI
Lavello in gres e n° 1 gocciolatoio di prima scelta completo di mensola di appoggio.
L'apparecchio dovrà essere di facile pulizia ed il bacino di raccolta dovrà essere tale da
sfavorire la proiezione di spruzzi ed il ristagno di acqua al suo interno a scarico aperto e
dovrà essere completato da:
 rubinetto a parete con manopola cromata e bocca di erogazione girevole;
 piletta per lavello con griglia.
3.1.5.3
LAVABO DA INCASSO
Lavabo in porcellana vetrificata bianca di prima scelta del tipo ad incasso rispondente alle
norme UNI 4542 e UNI 8951/1.
L'apparecchio dovrà essere di facile pulizia ed il bacino di raccolta dovrà essere tale da
sfavorire la proiezione di spruzzi ed il ristagno di acqua al suo interno a scarico aperto.
Dovrà essere completo di rubinetteria rispondente alla Norma UNI 9054 ed accessori per
lo scarico rispondenti alla Norma UNI EDIL 117.
Più precisamente dovrà essere completato da:
 miscelatore meccanico monocomando per lavabo a leva lunga, con variazione
progressiva e lineare sia della portata che della temperatura; del tipo a tenuta su disco
65




di ceramica durissima assolutamente indispensabile che appoggia su due sedi
affacciate del medesimo materiale; completo di meccanismo anticalcare con bocca
fissa;
paraspruzzi;
piletta per lavabo con griglia;
tubicini di allacciamento;
valvoline di intercettazione apparecchiature.
3.1.5.4
LAVABO CON MENSOLE DI APPOGGIO
Lavabo in porcellana vetrificata bianca di prima scelta del tipo rispondente alle norme UNI
4542 e UNI 8951/1 completo di mensola di appoggio in ghisa.
L'apparecchio dovrà essere di facile pulizia ed il bacino di raccolta dovrà essere tale da
sfavorire la proiezione di spruzzi ed il ristagno di acqua al suo interno a scarico aperto.
Dovrà essere completo di rubinetteria rispondente alla Norma UNI 9054 ed accessori per
lo scarico rispondenti alla Norma UNI EDIL 117.
Più precisamente dovrà essere completato da:
 miscelatore meccanico monocomando per lavabo a leva lunga, con variazione
progressiva e lineare sia della portata che della temperatura; del tipo a tenuta su disco
di ceramica durissima assolutamente indispensabile che appoggia su due sedi
affacciate del medesimo materiale; completo di meccanismo anticalcare con bocca
fissa;
 paraspruzzi;
 piletta per lavabo con griglia;
 tubicini di allacciamento;
 valvoline di intercettazione apparecchiature.
3.1.5.5
LAVABO PER DISABILI
Lavabo in porcellana vetrificata bianca di prima scelta rispondente alle Norme UNI 4542 e
UNI 8951/1, in opera su mensola di ferro o di ghisa, montato secondo quanto prescritto
dalla Legge 30-03-1971 n° 118 art. 27.
L'apparecchio dovrà essere di facile pulizia ed il bacino di raccolta dovrà essere tale da
sfavorire la proiezione di spruzzi ed il ristagno di acqua al suo interno a scarico aperto.
Dovrà essere completo di rubinetteria rispondente alle Norme UNI 9054 e UNI EN 200 ed
accessori per lo scarico rispondenti alle Norme UNI EDL 117.
 miscelatore meccanico monocomando a leva per lavabo, con variazione progressiva e
lineare sia della portata che della temperatura; del tipo a tenuta su disco di ceramica
durissima assolutamente indeformabile che appoggia su due sedi affiancate dal
medesimo materiale; completo di meccanismo anticalcare con bocca fissa;
 paraspruzzi;
 piletta per lavabo con griglia;
 tubicini di allacciamento;
 valvoline di intercettazione apparecchiature.
66
3.1.5.6
WC SOSPESO
Vaso igienico sospeso (a cacciata) con scarico a parete in porcellana vetrificata bianca
(vetrochina) di prima scelta rispondente alle Norme UNI 4542 e UNI 8949/1, allettato con
cemento e fissato con viti e borchie cromate su appositi tasselli, comprese le guarnizioni,
l'anello di gomma, i collarini metallici per il raccordo all'esalatore ed al tubo dell'acqua di
lavaggio, con cassetta di scarico completa di tubo di cacciata in acciaio zincato, di
apparecchiatura di regolazione e doppio comando a pulsante per differenziare i volumi di
scarico.
Le superfici interne visibili dal WC dovranno risultare completamente pulite dall'azione del
flusso dell'acqua.
Non dovranno fuoriuscire schizzi all'esterno durante l'uso e la detersione.
Il sedile dovrà essere di materiale non assorbente, con apertura frontale.
3.1.5.7
BIDET
Bidet in porcellana vetrificata bianca di prima scelta del tipo rispondente alle norme UNI
4542 e UNI 8951/1 con appoggio a pavimento.
L'apparecchio dovrà essere di facile pulizia ed il bacino di raccolta dovrà essere tale da
sfavorire la proiezione di spruzzi ed il ristagno di acqua al suo interno a scarico aperto.
Dovrà essere completo di rubinetteria rispondente alla Norma UNI 9054 ed accessori per
lo scarico rispondenti alla Norma UNI EDIL 117:
 miscelatore meccanico monocomando per bidet, con variazione progressiva e lineare
sia della portata che della temperatura; del tipo a tenuta su disco di ceramica durissima
assolutamente indispensabile che appoggia su due sedi affacciate del medesimo
materiale; completo di meccanismo anticalcare con bocca fissa;
 paraspruzzi;
 piletta per bidet con griglia;
 tubicini di allacciamento;
 valvoline di intercettazione apparecchiature.
3.1.5.8
WC BIDET SOSPESO PER DISABILI
Vaso igienico sospeso per disabili con scarico a parete in porcellana vetrificata bianca
(vetrochina) di prima scelta rispondente alle Norme UNI 4542 e UNI 8949/1, allettato con
cemento e fissato con viti e borchie cromate su appositi tasselli, comprese le guarnizioni,
l'anello di gomma, i collarini metallici per il raccordo all'esalatore ed al tubo dell'acqua di
lavaggio.
Dovrà avere profilo frontale ribassato e posizione cassetta ergonomica monoblocco con il
vaso.
I pulsanti di azionamento atti a differenziare i volumi di scarico dovranno essere
posizionabili ad adeguata distanza per essere facilmente raggiungibili.
Sarà inoltre completo di doccetta con tubo flessibile di collegamento e di miscelatore di
tipo sporgente da parete.
Il sedile dovrà essere di materiale poliuretanico morbido
67
3.1.5.9
PIATTO DOCCIA
Secondo le indicazioni degli elaborati grafici l'esecuzione potrà essere a filo pavimento o
soprapavimento.
Piatto doccia in porcellana vetrificata bianca di prima scelta del tipo rispondente alle norme
UNI 4542 e UNI 8951/1 con appoggio a pavimento.
L'apparecchio dovrà essere di facile pulizia ed il bacino di raccolta dovrà essere tale da
sfavorire l’uscita degli spruzzi ed il ristagno di acqua al suo interno a scarico aperto.
Dovrà essere completo di rubinetteria rispondente alla Norma UNI 9054 ed accessori per
lo scarico rispondenti alla Norma UNI EDIL 117:
 miscelatore meccanico monocomando da incasso
per doccia, con variazione
progressiva e lineare sia della portata che della temperatura; del tipo a tenuta su disco
di ceramica durissima assolutamente indispensabile che appoggia su due sedi
affacciate del medesimo materiale; completo di meccanismo anticalcare e uscita di
collegamento filettata con tubazione flessibile, con i seguenti accessori;
 saliscendi per scorrimento soffione;
 sifone anticalcare;
 sifone a pavimento;
 box doccia a più ante in resina con robusto telaio portante.
3.1.5.10
VUOTATOIO
Vuotatoio in porcellana vetrificata bianca di prima scelta del tipo rispondente alle norme
UNI 4542 e UNI 8951/1 con appoggio e scarico a pavimento.
Dovrà essere completo di rubinetteria rispondente alla Norma UNI 9054 ed accessori per
lo scarico rispondenti alla Norma UNI EDIL 117:
 rubinetto a parete, con variazione progressiva e lineare della portata;
 griglia acciaio inox.
3.1.5.11
DOTAZIONE DI AUSILI PER WC DISABILI
Ausili realizzati in tubo di acciaio da un pollice, rivestito e verniciato con materiale plastico
antiusura, comprendenti:
 corrimano orizzontale continuo da installare lungo l’intero perimetro del locale ad
eccezione dello spazio interessato dal lavabo e dalla porta, ad un’altezza di 0,80 m dal
pavimento e ad una distanza di 5 cm dalla parete;
 corrimano da installare all’altezza di 0,80 m nella faccia interna della porta in modo da
consentire l’apertura a spinta verso l’esterno;
 maniglione ribaltabile fissato al muro e opportunamente controventato, posto a sinistra
della tazza WC ad una distanza dall’asse di 40 cm e ad un’altezza di 80 cm dal
pavimento;
 corrimano verticale fissato al pavimento ed al soffitto e opportunamente controventato
alla parete posto a destra della tazza WC ad una distanza di 30 cm dal bordo anteriore
della tazza e di 15 cm dalla parete laterale destra.
3.1.5.12
PRESCRIZIONI GENERALI PER LA RUBINETTERIA
Tutte le rubinetterie saranno in ottone di tipo pesante, con forte cromatura della parte in
vista.
68
Ogni bocca di erogazione deve essere dotata di aeratore rompigetto anticalcare.
I lavabi degli ambulatori dovranno essere dotati di rubinetteria con comando a pedale.
3.1.5.13
BOILER ELETTRICO
Riscaldatore elettrico delle migliori marche in commercio ad accumulazione con bollitore in
acciaio zincato da 20/10, isolante in sughero espanso, camicia esterna, in alluminio
smaltata, completa di valvola di sicurezza, termostato bimetallico graduabile, valvola di
ritegno, termometro, anche in ferro ed attacchi alla rete idrica ed a quella elettrica.
3.1.6
RETI DI SCARICO
3.1.6.1
TUBI IN POLIETILENE AD ALTA DENSITA' (PEAD)
Tubazioni, curve, raccordi e pezzi speciali in polietilene duro per reti di scarico e reti di
smaltimento condensa.
Dati tecnici
 densità secondo prova DIN 53479 = 0,955 g/cm³
 indice di pressione secondo prova DIN 53735 = 0,3 g/10 min
 tensione di snervamento secondo prova DIN 53455 = 240 kg/cm²
 durezza alla sfera di acciaio, valore a 30 sec. secondo prova DIN 52328 E = 360
kg/cm²
 coefficiente di dilatazione lineare tra 20 e 90°C secondo prova DIN 52328 = 2 x 10
m/°C
 spessori:
- diam.
75 mm
s = 3 mm
- diam.
90 mm
s = 3,5 mm
- diam.
110 mm s = 4,3 mm
- diam.
125 mm s = 4,8 mm
- diam.
140 mm s = 5,8 mm
- diam.
160 mm s = 6,2 mm
- diam.
200 mm s = 6,2 mm
Le giunzioni fisse dei vari pezzi di tubazioni devono essere eseguite per saldatura testa a
testa, con apposita attrezzatura, tenendo presente che:
 la temperatura allo specchio deve essere pari a 210 °C
 il taglio dei tubi deve essere effettuato ad angolo retto
 le parti da saldare devono essere pulite accuratamente
 le tubazioni di diam. maggiore di 75 mm devono essere tenute in posizione di saldatura
mediante appositi accessori
Le varie fasi delle operazioni di saldatura (riscaldamento, congiunzione assiale,
raffreddamento) devono essere accuratamente eseguite.
Il raffreddamento deve avvenire in modo naturale senza l'impiego di mezzi artificiali.
Le colonne ed i collettori dovranno essere opportuni manicotti di dilatazione in modo da
consentire il libero movimento delle tubazioni.
69
Le tubazioni devono essere sostenute da apposite staffe e collari aventi un passo inferiore
a 10 diametri per le tubazioni orizzontali e a 15 diametri per le verticali.
Normativa di riferimento:
 UNI 7611 tipo 312
 UNI 7612
Accessori
Le tubazioni dovranno essere corredate di tutti gli accessori ed i pezzi speciali necessari
per il montaggio a "regola d'arte".
Documentazione da consegnare per approvazione
Le tubazioni dovranno essere marchiate UNI, con passo non superiore 1.5 m, e dovrà
essere fornita per ogni partita di materiale il certificato del costruttore comprovante la PN
nominale.
3.1.6.2
TUBI DI PVC RIGIDO
Tubazioni in PVC rigido aventi le seguenti caratteristiche:
 minima scabrezza, al fine di opporre la minima resistenza al movimento dell'acqua;
 impermeabilità all'acqua ed ai gas per impedire i fenomeni di trasudamento e di
fuoriuscita odori;
 resistenza all'azione aggressiva esercitata dalle sostanze contenute nelle acque di
scarico, con particolare riferimento a quelle dei detersivi e delle altre sostanze chimiche
usate per lavaggi;
 resistenza all'azione termica delle acque aventi temperature sino a 90 °C circa;
 resistenza agli urti accidentali.
In generale i prodotti ed i componenti devono inoltre rispondere alle seguenti
caratteristiche:
 conformazione senza sporgenze all'interno per evitare il deposito di sostanze
contenute o trasportate dalle acque;
 minima emissione di rumore nelle condizioni di uso;
Caratteristiche
 densità secondo prova DIN 53479 = 0,955 g/cc.
 indice di pressione secondo prova DIN 53735 = 0,3 g/10 min.
 tensione di snervamento secondo prova DIN 53455 = 240 Kg/cmq.
 tensione di rottura secondo prova DIN 53455 = 350 Kg/cmq.
 durezza alla sfera di acciaio, valore a 30 sec secondo la prova DIN 53456 E = 360
kg/cmq.
 coefficiente di dilatazione lineare tra 20 e 90° C secondo prova DIN 52328 = 2 x 0,0001
x 1/°C.
3.1.6.3
CONDOTTI IN PVC PER FOGNATURE STRADALI
Le tubazioni per il convogliamento delle acque reflue nere e bianche dovranno essere in
cloruro di polivinile stabilizzato (PVC) e pigmentato del tipo 303/1 e 303/2 secondo quanto
prescritto dalle Norme UNI 7447.
La giunzione fra gli elementi costituenti la condotta di otterrà con giunto a bicchiere del tipo
scorrevole e sigillato mediante idonea guarnizione elastomerica.
70
Il collegamento tra le condotte e il pozzetto per la perfetta tenuta dovrà essere utilizzata
una guarnizione elastica.
Caratteristiche generali

Massa volumica
1,37 ÷ 1,45 g/cm³

Carico unitario e snervato
480 kgf/cm²

Alluminio a snervamento
10%

Modulo di elasticità
30000 kg L/cm²

Resistenza elettrica superficiale
10¹² n

Coefficiente di dilatazione termica lineare 60 ÷ 80 x 10-6 °C-1

Conduttività termica
0,13 kcal/mh °C
Letto di posa e rinfianco
Il terreno sul quale la tubazione è destinata a poggiare dovrà avere una consistenza tale
da escludere cedimenti differenziali da punto a punto.
Per le dimensioni della trincea, il rinfianco e il ricoprimento totale della condotta vedere il
dettaglio costruttivo.
Tabella dimensioni tubazioni
UNI 7447 - TIPO 303/1
Øe
[mm]
110
125
160
200
250
315
400
500
630
Spessore
[mm]
3,4
3,0
3,6
4,5
6,1
7,7
9,8
12,2
15,4
UNI 7447 - TIPO 303/2
Øe
[mm]
110
125
160
200
250
315
400
500
630
Spessore
[mm]
3,0
3,0
3,2
3,9
4,9
6,2
7,8
9,8
12,3
3.1.6.4
POZZETTO D'ISPEZIONE
Pozzetti d'ispezione alla base dei tubi di discesa
Dovranno essere del tipo prefabbricato in cls, ispezionabili con chiusini in ghisa. Il fondo
del pozzetto dovrà essere costituito da una soletta in calcestruzzo dello spessore di 10
cm.
Per i pozzetti senza braga con tappo d'ispezione e per i soli collettori della rete bianca, il
fondo dovrà trovarsi ad un livello più basso del tubo onde ricavare un'area di
decantazione.
Pozzetti d'ispezione intercalati lungo la tubazione collettrice dovranno essere inseriti
sull'asse della canalizzazione.
71
Per la rete acque nere i pozzetti dovranno essere intercalati a distanza fra loro di 20 ÷ 25
m, mentre per la rete acque bianche a distanza fra loro di 40 ÷ 50 m.
Dovranno essere intonacati a cemento e il fondo del pozzetto dovrà essere eseguito con
gettata di calcestruzzo. Lo spessore minimo del fondo varierà secondo le circostanze, da
10 a 20 cm.
Per l'accesso al fondo del pozzo, nel caso di notevoli profondità dovranno essere murati
gradini consistenti in tondini di ferro del diametro di 3 cm di larghezza da 40 a 50 cm con
un intervallo da gradino di 30 cm.
Se il profilo della condotta ha pendenza assai forte, i pozzi d'ispezione verranno costruiti in
modo da introdurre una caduta, necessaria per superare il dislivello. In questo caso
almeno il fondo del pozzetto e la parete di fronte al getto d'acqua devono esser rivestiti
con lastre di gres dello spessore di 6 † 8 cm, per evitare fenomeni di erosione.
72
3.2
IMPIANTO IDRICO ANTINCENDIO
3.2.1
VALVOLAME IMPIANTO ANTINCENDIO
Le valvole di intercettazione da utilizzare con gli idranti per estinzione incendi dovranno
essere conformi alla norma UNI 6884-71 per gli idranti a muro, mentre quelle installate
nelle tubazioni dovranno essere conformi alla norma UNI 7125.
Per i diametri superiori a DN 40 e per pressione nominale PN 10 dovranno essere
provviste di flange di accoppiamento conformi alle norme UNI 2236-67.
3.2.2
NASPO
Ciascun naspo sarà costituito da una cassetta con nastro rotante completa di sportello in
lamiera con verniciatura epossidica rossa, rullo girevole verniciato rosso, tubo semirigido
"UNI 25" in nylon gommato e armato con spirale, valvola di intercettazione in entrata in
ottone, lancia regolabile a tre effetti (chiuso, getto pieno, getto nebulizzato) in lega leggera
con ugello e cono di scarico in plastica resistente agli urti, completa di velo protettivo.
Il tubo, semirigido, avrà lunghezza di 20 m.
3.2.3
IDRANTE A PARETE
L'idrante a parete dovrà essere costituito da una valvola posta a circa 1,2 m dal pavimento
e conforme alla Norma UNI 6884-71.
L'idrante a parete comprende:
 cassetta antincendio con profilo di alluminio da incasso completo di tutti gli accessori
vetro compreso;
 lancia UNI 45 in ottone con bocchello di 10 mm munita di attacco a madrevite costruito
secondo Norme UNI 811 e di congegno a leva per la regolazione del getto;
 rubinetto idrante di ottone 1½ x UNI 45;
 tubo flessibile lunghezza 20 m conforme alle norme UNAV 5401.1-1967 oppure UNAV
5404-1967 con legature conformi alla Norma UNI 7422-75.
3.2.4
ESTINTORE A POLVERE
Estintore a polvere pressurizzato ad azoto, con manometro incorporato per il controllo
della carica.
La polvere impiegata non deve essere né tossica né nociva; deve mantenere la
caratteristiche estinguenti sia al caldo che al freddo; non deve essere conduttrice di
corrente.
L'estintore deve essere approvato secondo il D.M. 20/12/82.
Caratteristiche tecniche estintore da 6 kg.
 Polvere
6 kg
73




Pressione d'esercizio
Pressione di scoppio
Classe di Fuoco
Volume involucro
3.2.5
1.5 MPa
10,8 MPa
13A 89B C
7 lt.
CARTELLI ANTINCENDIO
Segnali che indichino:
 la posizione dei mezzi di estinzione quali estintori, idranti, attacchi motopompa VV.F.,
valvole di manovra.
 tubazioni e apparecchiature che devono essere potetti da urti;
 percorsi di fuga;
 apparecchiature di soccorso;
 quant'altro indicato per il buon funzionamento dell'impianto di estinzione e per la
sicurezza delle persone
Dovranno essere posati in bella vista e dovranno corrispondere ai segnali secondo la
normativa del DPR 524 dell'8-6-82 CEE 79/640 - UNI 7543.
I cartelli dovranno essere su supporto autoadesivo o su supporto in alluminio spessore 0,7
con 4 fori agli angoli.
74
3.3
IMPIANTO DI ACCLIMAZIONE
3.3.1
TARGHETTE DI IDENTIFICAZIONE, FRECCE DI DIREZIONE E
COLORAZIONI DISTINTIVE DELLE TUBAZIONI E DELLE CANALIZZAZIONI
Dovunque siano installate apparecchiature relative agli impianti tecnologici devono essere
installate targhette indicatrici che consentano la corretta individuazione dei singoli circuiti e
dei componenti.
Devono essere indicate con pannelli schematici le posizioni che dovranno assumere le
valvole, gli interruttori, i selettori, ecc., nella stagione estiva ed in quella invernale.
Le targhette dovranno consentire una chiara interpretazione del funzionamento e guidare
le manovre di gestione anche di personale non esperto.
In linea generale le targhette dovranno essere in lamiera di alluminio anodizzato con
scritta pantografata ad incisione.
Non è accettato il fissaggio con autoadesivi e per incollaggio in genere.
Tutte le tubazioni in centrale o comunque in vista, dovranno essere contraddistinte da
colorazione convenzionale tramite apposizione di fascia anulare autoadesiva di altezza
mm 50 almeno ogni 6 m di lunghezza di tubazione ed applicata sopra il rivestimento di
finitura della coibentazione.
Per le tubazioni in vista non coibentate le fasce di colore distintivo dovranno essere
apposte mediante verniciatura.
Per individuare la direzione di flusso dei fluidi dovranno essere applicate (in
corrispondenza delle fasce distintive) delle frecce direzionali in materiale autoadesivo
applicato sulla superficie di finitura della coibentazione.
Per le tubazioni in vista non coibentate le frecce di flusso dovranno essere verniciate con
l'uso di apposita mascherina.
Le colorazioni da adottare per le tubazioni sono le seguenti:
 acqua calda:
rosso
 acqua refrigerata:
blu
 acqua di torre:
viola
 distribuzione gas:
giallo
 gasolio/olio:
marrone
 acqua potabile:
verde
 acqua potabile trattata:
azzurro
Qualora sia presente un impianto idrico di spegnimento il colore rosso sarà da destinarsi
all'impianto antincendio e pertanto le tubazioni convoglianti acqua calda dovranno risultare
di colore arancione.
Le colorazioni da adottare per le canalizzazioni risultano le seguenti:
 presa aria esterna:
verde
 immissione aria calda:
rosso
 immissione aria raffrescata:
blu
 ricircolo:
arancione
75
 estrazione/espulsione:
giallo
Le varie indicazioni dovranno essere concordate e verificate nella fase di approvazione
dall'Appaltatore con la Direzione Lavori del Committente.
3.3.2
STAFFAGGI E SUPPORTI PER TUBAZIONI E CANALIZZAZIONI
Staffaggi e supporti per le tubazioni, il valvolame e le canalizzazioni da eseguire in acciaio.
Dati tecnici
Tutti gli staffaggi, i sostegni e gli ancoraggi dovranno essere eseguiti in profilati di acciaio
fissati alle strutture dell'edificio senza produrre danno a queste ultime. E' fatto
espressamente divieto fissare tramite saldatura degli staffaggi e dei sostegni alle eventuali
strutture metalliche presenti nell'edificio.
Gli staffaggi e i sostegni delle tubazioni potranno essere di due tipologie:
 di tipo prefabbricato in serie (collari pensili regolabili, profilati, mensole sospensioni,
slitte e rulli)
 costruiti in cantiere e/o in officina con normali profili in acciaio
Gli staffaggi prefabbricati sono da prevedere per le tubazioni di piccolo diametro (<DN 50).
Gli staffaggi allestiti in officina "ad hoc" sono da utilizzare per le tubazioni di grande
diametro (> DN 50), le quali dovranno appoggiare su opportuni supporti a rullo.
Gli staffaggi dovranno essere realizzati in modo da guidare correttamente le tubazioni
impedendo i movimenti laterali e consentendo solo lo spostamento assiale.
I punti fissi dovranno essere realizzati con profilati in ferro saldati ai tubi e rigidamente
collegati ad una struttura fissa dell'edificio. I supporti e gli ancoraggi dovranno essere
disposti ad un interesse non superiore a quello indicato nella tabella seguente:
Diametro nominale [DN]
Interesse massimo [m]
15 - 32
2,50
40 - 80
3,00
110 - 150
4,50
oltre 150
5,50
Supporti dovranno comunque essere previsti in prossimità di valvole, cambiamenti di
direzione od altri apparecchi che possono dar luogo a flessioni. Nell'installazione di
compensatori di dilatazione i supporti saranno realizzati secondo le raccomandazioni del
costruttore.
L'incidenza della fornitura e della posa di tutti gli staffaggi relativi ad una tubazione si
intende compensata nel prezzo riconosciuto al kg delle tubazioni; non verrà pertanto
effettuata alcuna contabilizzazione indipendente per lo staffaggio.
Per la verniciatura degli staffaggi valgono le stesse regole dettate per le tubazioni.
Documentazione da consegnare per approvazione
Per gli staffaggi di tipo prefabbricato sono richiesti per l'approvazione i dati costruttivi e le
specifiche di montaggio del costruttore.
76
La verifica delle spinte agenti sui punti fissi e dei carichi sugli staffaggi dovrà essere
effettuata dall'Appaltatore e sottoposta tramite apposita relazione alla D.L. per
approvazione.
3.3.3
VASO DI ESPANSIONE DI TIPO CHIUSO A MEMBRANA CON PRECARICA
DI AZOTO.
Esecuzione in lamiera di acciaio di spessore adeguato alla pressione di progetto, per
montaggio pensile fino alla capacità di 50 litri, a pavimento con base di appoggio per
grandezze superiori.
I serbatoi di capacità superiore a 25 l dovranno essere omologati ISPESL, per capacità
inferiori dovrà essere fornita certificazione del buon esito della prova idraulica di pressione
ad un valore non inferiore a 1,5 volte la pressione di progetto, con indicazione del valore
della pressione di precarica e dell'idoneità della membrana.
I recipienti esenti a norma di legge dal collaudo dovranno comunque essere muniti di targa
con sopra indicati il costruttore, il numero di fabbricazione, l'anno di costruzione, la
capacità, la pressione di progetto.
Il vaso di espansione dev'essere completo di una valvola di sicurezza a membrana, di
taratura e capacità di scarico adeguate, collegata stabilmente ad una tubazione di scarico
del tipo a scarico libero.
Il vaso di espansione dev'essere corredato del sistema di carico automatico costituito da:
 eventuale separatore di aria
 valvola automatica di riempimento dell'impianto autoazionata sulla membrana,
completa di riduttore di pressione, valvola di ritegno con otturatore dotato di tenuta con
guarnizione intercambiabile in materiale sintetico e filtro ad Y di tipo pulibile
 rubinetto di intercettazione e circuito di by-pass intercettabile per la valvola di
riempimento
 contatore volumetrico di portata del tipo meccanico a mulinello
Normativa di riferimento: D.M. 1/12/1975 e Raccolta R ISPESL
3.3.4
TERMOMETRI E MANOMETRI
Posizionamento su ogni collettore, a monte e a valle di ogni trattamento di fluidi e su
ciascun circuito di utenza.
Normativa di riferimento: DM 1/12/1975.
Termometri per acqua
 caratteristiche conformi alla specifica tecnica ISPESL D.M. 1/12/1975 (cap. R2C).
 tipo a quadrante a dilatazione di mercurio.
 gambo sensibile in guaina rigida di ottone immerso in pozzetto 1/2".
 scala graduata in gradi centigradi.
 cassa in ottone cromato, diametro 100 mm.
 scala: circuito acqua calda 0 ÷ 120 °C.
 scala: circuito acqua refrigerata -20 ÷ 50 °C.
77
Termometri per aria
 tipo a quadrante a carica di mercurio a capillare.
 cassa in ottone cromato.
 diametro 100 mm.
 scala 0 ÷ 50 °C.
Pozzetto termometrico
 In ottone per termometro di controllo ISPESL.
 Diametro interno = 10 mm lunghezza = 50 mm.
 Attacco 1/2".
Manometri per acqua
 Caratteristiche conformi alla specifica tecnica ISPESL D.M. 1/12/1975.
 Tipo a molla di Bourdon.
 Attacchi filettati 1/2".
 Indicatore radiale della pressione di riferimento.
 Quadrante diametro 100 mm.
 Cassa in ottone cromato.
 Scala graduata in metri di colonna d'acqua o in bar.
 Fondo scala adatto alle pressioni del circuito comunque non superiore a una volta e
mezza la massima pressione riscontrabile nel circuito.
 Completi di ricciolo ammortizzatore in rame o acciaio, rubinetto a tre vie in rame e
flangetta di prova ISPESL.
3.3.5
VALVOLAME IN OTTONE (VALVOLE A SFERA, FILTRI, VALVOLE DI
RITEGNO, RUBINETTI DI SCARICO, VALVOLE DI SFOGO DELL'ARIA)
Fino a DN 40 con attacchi filettati con corpo in OT 58.
Valvole a sfera
 corpo in ottone cromato.
 sfera diamantata e cromata.
 guarnizioni delle sedi in teflon e guarnizioni di tenuta dello stelo in P.T.F.E.
 pressione di esercizio 16 bar.
 temperatura di esercizio 100 °C.
 giunzioni filettate.
Filtri raccoglitori di impurità
 corpo in bronzo.
 tappo in ottone.
 elemento filtrante in lastra di acciaio inox perforata spessore 0,5 mm, fori 0,1 mm.
 pressione di esercizio 16 bar.
 temperatura di esercizio 100 °C.
 giunzioni filettate.
Valvole di ritegno
 tipo "EUROPA".
 corpo e otturatore in bronzo.
78
 idonee per montaggio orizzontale o verticale.
 pressione di esercizio 16 bar.
 temperatura di esercizio = 100 °C.
 giunzioni filettate.
Rubinetti di scarico
 a sfera con attacco maschio-portagomma.
 corpo e coperchio in bronzo di fusione.
 sfera in ottone cromato.
 guarnizioni di tenuta in teflon.
 pressione di esercizio 16 bar.
 temperatura di esercizio 100 °C.
 dotati di taglio per azionamento a cacciavite.
 completi di tappo e catena.
 giunzioni filettate.
Valvole automatiche sfogo aria a galleggiante
 tipo ispezionabile con smontaggio del coperchio.
 corpo e coperchio in ottone.
 galleggiante in polipropilene.
 pressione max 16 bar.
 temperatura max 100 °C.
Accessori
Tutte le valvole sono dotate di leva di comando del tipo in acciaio plastificato di colore
appropriato al fluido convogliato. Dove lo spazio lo richiede la leva di comando può essere
sostituita dal comando a farfalla. Dove necessario il valvolame deve essere dotato di
prolunga di manovra.
Normativa di riferimento
 UNI 5705-65
Documentazione da consegnare per approvazione
Ogni tipo di valvola deve essere sottoposta a campionamento.
valvola sicurezza a membrana
Del tipo a membrana con corpo e calotta in ottone, qualificate e tarate a norme ISPESL.
 pressione nominale: 10 bar.
 temperatura max. 140 °C.
 sovrapressione max: 10%.
 scarto di chiusura max. 20%.
Lo scarico della valvola di sicurezza dovrà risultare in ogni caso convogliato e non dovrà
provocare danni alle cose o alle persone.
Il numero ed il dimensionamento delle valvole di sicurezza è evidenziato sui disegni di
progetto in funzione della potenzialità del generatore di calore.
79
3.3.6
VALVOLAME IN GHISA (VALVOLE DI INTERCETTAZIONE, RITEGNO E
REGOLAZIONE, FILTRI)
Valvole di intercettazione, filtri, di ritegno e regolazione dal diametro DN 50 con attacchi
flangiati in ghisa.
Dati tecnici
In generale tutte le valvole installate sulle tubazioni dovranno essere idonee ad una
pressione di esercizio non inferiore ad una volta e mezza la pressione di esercizio
dell'impianto e comunque non é ammesso l'impiego di valvole con pressione di esercizio
inferiore a PN 10.
Fino al diametro nominale DN 40 le valvole saranno in bronzo con attacco a manicotto;
per i diametri superiori saranno in ghisa e acciaio con attacchi flangiati ed avranno le
seguenti caratteristiche:
Valvole a sfera flangiate
In generale le valvole di intercettazione saranno del tipo a sfera a passaggio totale.
Se la funzione della valvola oltre che di intercettazione é quella di taratura e bilanciamento
dovrà essere del tipo a flusso avviato.
 corpo e flangia in ghisa.
 sfera in ottone cromato.
 sedi di tenuta in P.T.F.E.
 volantino di manovra in alluminio verniciato (in funzione del fluido convogliato);
 pressione di esercizio PN 16.
 temperatura di esercizio = 100 °C.
 flange dimensionate secondo UNI 2282 - PN 16 con gradino di tenuta.
Filtri
 corpo e coperchio in ghisa.
 cestello e filtrante in acciaio inox.
 pressione di esercizio PN 16.
 temperatura di esercizio 100 °C.
 flange dimensionate secondo UNI 2282 - PN 16 con gradino di tenuta.
 I filtri raccoglitori di impurità saranno del tipo a Y con cestello estraibile in acciaio inox.
I filtri andranno sempre installati avendo cura che siano intercettabili immediatamente a
monte ed a valle affinché non si dia luogo a sensibili svuotamenti dell'impianto per la loro
pulizia. Deve essere inoltre garantito un agevole smontaggio e sfilamento del cestello.
Valvole di ritegno
Le valvole di ritegno dovranno essere del tipo ad otturatore conico, a profilo idrodinamico
con chiusura a molla.
 corpo in ghisa.
 organi di tenuta e molla in acciaio inox.
 otturatore in ghisa con guarnizione in gomma nitrilica come ammortizzare in chiusura.
 pressione esercizio PN 16.
 temperatura di esercizio 100 °C.
 flange dimensionate secondo UNI 2223 - PN 16 con gradino di tenuta.
80
 La valvola deve risultare idonea per il montaggio orizzontale e verticale.
Giunti antivibranti
 corpo elastico di forma sferica, in gomma, con rete di rinforzo in nylon e filo d'acciaio.
 pressione di esercizio PN 16.
 temperatura di esercizio 100 °C.
 flange dimensionate secondo UNI 2282 - PN 16 con gradino di tenuta.
Le caratteristiche chimiche del corpo devono risultare completamente compatibili con le
condizioni di esercizio, sia di temperature che di pressione e di eventuale aggressività del
fluido convogliato.
Valvole a flusso avviato per regolazione
 corpo e coperchio a cavalletto in ghisa.
 otturatore a profilo parabolico e premistoppa in acciaio forgiato.
 asta e sedi di tenuta in acciaio inox 18/8 con filettatura a passo fine onde permettere la
regolazione.
 pressione esercizio PN 16.
 temperatura esercizio 100 °C.
 flange dimensionate secondo UNI 2293 PN 16.
 attacchi per misura di pressione differenziale.
La valvola deve risultare dotata di fermo meccanico e scala graduata per la
visualizzazione e memoria del grado di chiusura.
Accessori
Le valvole dovranno essere fornite con controflange di accoppiamento a saldate del tipo
unificato, della bulloneria di fissaggio e delle guarnizioni che dovranno risultare esenti da
amianto con apposita Dichiarazione a carico dell'Appaltatore.
Le valvole che possono dar luogo a gocciolamenti e vengono installate in controsoffitti o
pavimenti galleggianti debbono essere dotate di vaschetta di contenimento in acciaio
zincato.
Le valvole posizionate in cavedio, controsoffitto o sottopavimento, anche se non
espressamente indicato, devono essere ispezionabili e pertanto si intendono sempre
fornite di sportello di ispezione.
Normativa di riferimento
 UNI 2229
 UNI 2281/82
 UNI 7554
Documentazione da consegnare per approvazione:
Ogni tipo di valvola deve essere sottoposta a campionamento e attestazione del
Costruttore circa la pressione nominale ed i materiali di esecuzione.
Le valvole di taratura devono essere corredate di diagramma di perdita di carico per
l'utilizzo nel bilanciamento idraulico.
81
3.3.7
ELETTROPOMPE A ROTORE VENTILATO – TIPO VERTICALE
Elettropompa centrifuga monostadio del tipo a rotore ventilato per fluidi caldi o freddi per
montaggio "in line" o a basamento, in esecuzione singola o gemellare.
Le pompe gemellari saranno ammesse solo se esplicitamente prescritte in Capitolato.
Dati tecnici
Le elettropompe dovranno essere del tipo con rotore ventilato in esecuzione singola o
gemellare ad accoppiamento diretto tra pompa e motore con albero unico avente:
 corpo in ghisa GG25 con bocche in linea, minimo PN 16, attacchi filettati o flangiati
 cuscinetti in carbografite lubrificati dal liquido convogliato, tenuta a soffietto esente da
manutenzione
 albero in acciaio inossidabile con tenute mediante O-ring inseriti sul setto di
separazione
 girante in ghisa equilibrata staticamente e dinamicamente al fine di ridurre le
sollecitazioni sui cuscinetti
Motore asincrono ad alta efficienza a 2 o 4 poli con velocità costante:
 grado di protezione:
IP55
 classe di isolamento:
F
 frequenza:
50 Hz.
 velocità di rotazione:
3 velocità selezionabili da 1450 a 2.900 giri/minuto
in alternativa motore a velocità regolabile
 tensione
trifase 400 V
Nell'esecuzione gemellare l'elettropompa dovrà essere dotata di Clapet d'intercettazione
della pompa a riposo.
Per l'esecuzione gemellare è richiesta l'installazione con il Clapet rivolto verso l'alto
rispettando comunque la direzione del flusso indicato sul corpo pompa.
L'elettropompa dovrà essere idonea per il convogliamento di acqua chimicamente e
meccanicamente non aggressiva per i materiali costruttivi nelle seguenti situazioni:
 temperatura:
da - 10 °C a 130 °C
 pressione:
16 bar
 temperatura ambiente:
< 40 °C
 pressione statica minima: 2 poli  10 mcA
 pressione statica minima: 4 poli  10 mcA
La scelta dovrà essere operata in modo che il rendimento in funzionamento non risulti
inferiore al 65%.
Accessori
Ogni elettropompa dovrà essere corredata di una coppia di manometri da installare uno a
monte e l'altro a valle di fondoscala adeguato per il controllo delle prestazioni.
Il montaggio dovrà sempre essere effettuato tra due controflange o bocchettoni
immediatamente intercettabili mediante apposito valvolame in modo che le operazioni di
manutenzione non diano origine a svuotamenti significativi di impianto.
82
Le elettropompe di tipo gemellare dovranno essere fornite con guarnizione e controflangia
di accecamento del foro del motore, in modo che risulti possibile mantenere la pompa in
funzionamento con uno dei due motori smontati.
Normativa di riferimento
 Norme CEI
 DIN 24255
 DIN 2533
Documentazione da consegnare per approvazione
L'Appaltatore dovrà consegnare una documentazione adeguata sotto forma di scheda
tecnica comprovante i dati tecnici sopra indicati per l'apparecchiatura in oggetto; per ogni
elettropompa dovrà essere fornito il diagramma caratteristico con l'indicazione della
prevalenza, della potenza impegnata e del rendimento al variare delle portata.
I dati tecnici forniti dovranno consentire di valutare la compatibilità della elettropompa
proposta con il fluido da convogliare sia come condizioni fisiche (temperatura e pressione
sia come condizioni chimiche.
La documentazione dovrà consentire di individuare univocamente l'apparecchiatura
proposta e dovranno essere evidenziate le caratteristiche di peso ed ingombro della
stessa.
L'apparecchiatura dovrà essere dotata di marcatura CE e accompagnata dalla
dichiarazione "CE" di Conformità per la macchina; tale dichiarazione dovrà essere
consegnata al termine dei lavori alla Committenza.
3.3.8
ELETTROPOMPE A ROTORE VENTILATO – ASSE ORIZZONTALE
Elettropompa centrifuga monostadio del tipo a rotore ventilato per fluidi caldi o freddi per
montaggio su basamento.
Le pompe gemellari saranno ammesse solo se esplicitamente prescritte in Capitolato.
Dati tecnici
Le elettropompe dovranno essere normalizzate del tipo con rotore ventilato con giunto
elastico di accoppiamento tra pompa e motore con albero unico avente:
 corpo in ghisa GG25 con bocche in linea, minimo PN 16, attacchi filettati o flangiati;
 cuscinetti in carbografite lubrificati dal liquido convogliato, tenuta a soffietto esente da
manutenzione;
 albero in acciaio inossidabile con tenute mediante O-ring inseriti sul setto di
separazione;
 girante in ghisa equilibrata staticamente e dinamicamente al fine di ridurre le
sollecitazioni sui cuscinetti.
Motore asincrono ad alta efficienza a 2 o 4 poli con velocità costante:
 grado di protezione:
IP55
 classe di isolamento:
F
 frequenza:
50 Hz.
 velocità di rotazione:
3 velocità selezionabili da 1450 a 2.900 giri/minuto
83
in alternativa motore a velocità regolabile
 tensione:
trifase 400 V con partenza in corto circuito;
L'elettropompa dovrà essere idonea per il convogliamento di acqua chimicamente e
meccanicamente non aggressiva per i materiali costruttivi nelle seguenti situazioni:
 temperatura:
da - 10 °C a 130 °C
 pressione:
16 bar
 temperatura ambiente:
< 40 °C
La scelta dovrà essere operata in modo che il rendimento in funzionamento non risulti
inferiore al 65%.
Accessori
Ogni elettropompa dovrà essere corredata di una coppia di manometri da installare uno a
monte e l'altro a valle di fondoscala adeguato per il controllo delle prestazioni.
Il montaggio dovrà sempre essere effettuato tra due controflange o bocchettoni
immediatamente intercettabili mediante apposito valvolame in modo che le operazioni di
manutenzione non diano origine a svuotamenti significativi di impianto.
Le elettropompe di tipo gemellare dovranno essere fornite con guarnizione e controflangia
di accecamento del foro del motore, in modo che risulti possibile mantenere la pompa in
funzionamento con uno dei due motori smontati.
Dovrà essere previsto il collegamento del gocciolatoio alla rete di scarico con tubazione in
acciaio zincato; è da è prevedersi una vaschetta di raccolta condensa collegata alle reti di
scarico per tutte le elettropompe convoglianti fluidi freddi.
Le elettropompe debbono essere installate su appositi basamenti in calcestruzzo o su
intelaiature di acciaio, con l'interposizione di sospensioni elastiche o a molla; le
connessioni alle tubazioni sia sull'aspirante che sul premente debbono essere realizzate a
flange con l'interposizione di giunti antivibranti e con sospensioni antivibranti, così da
ottenere un isolamento alle vibrazioni 95%.
Normativa di riferimento
 Norme CEI
 DIN 24255
 UNI 2278
Documentazione da consegnare per approvazione
L'Appaltatore dovrà consegnare una documentazione adeguata sotto forma di scheda
tecnica comprovante i dati tecnici sopra indicati per l'apparecchiatura in oggetto; per ogni
elettropompa dovrà essere fornito il diagramma caratteristico con l'indicazione della
prevalenza, della potenza impegnata e del rendimento al variare delle portata.
I dati tecnici forniti dovranno consentire di valutare la compatibilità della elettropompa
proposta con il fluido da convogliare sia come condizioni fisiche (temperatura e pressione
sia come condizioni chimiche.
La documentazione dovrà consentire di individuare univocamente l'apparecchiatura
proposta e dovranno essere evidenziate le caratteristiche di peso ed ingombro della
stessa.
84
L'apparecchiatura dovrà essere dotata di marcatura CE e accompagnata dalla
dichiarazione "CE" di Conformità per la macchina; tale dichiarazione dovrà essere
consegnata al termine dei lavori alla Committenza.
3.3.9
ELETTROPOMPE A ROTORE BAGNATO
Elettropompa di circolazione del tipo a rotore immerso per fluidi caldi o freddi a più velocità
selezionabili, in esecuzione singola o gemellare.
Le pompe gemellari saranno ammesse solo se esplicitamente prescritte in Capitolato.
Dati tecnici
I circolatori dovranno essere del tipo con rotore a bagno d'acqua in esecuzione singola o
gemellare ad accoppiamento diretto tra pompa e motore con albero unico avente:
 corpo in ghisa con bocche in linea, minimo PN 10, attacchi filettati o flangiati
 cuscinetti in carbografite lubrificati dal liquido convogliato
 albero in acciaio inossidabile con tenute mediante O-ring inseriti sul setto di
separazione
 girante in ghisa equilibrata staticamente e dinamicamente al fine di ridurre le
sollecitazioni sui cuscinetti
Motore asincrono tropicalizzato ad alta efficienza con rotore d'acqua in corto circuito a 2 o
4 poli con 4 stadi di velocità aventi:
 grado di protezione:
IP55
 classe di isolamento:
F
 frequenza:
50 Hz.
 velocità di rotazione:
3 velocità selezionabili da 1450 a 2.900 giri/minuto
in alternativa motore a velocità regolabile
 tensione
trifase 400 V
Nell'esecuzione gemellare il circolatore dovrà essere dotato di Clapet d'intercettazione
della pompa a riposo.
L'installazione dovrà avvenire direttamente sulle tubazioni e la posizione del circolatore
dovrà essere esclusivamente con asse orizzontale.
Per l'esecuzione gemellare è richiesta l'installazione con il Clapet rivolto verso l'alto
rispettando comunque la direzione del flusso indicato sul corpo pompa.
Il circolatore dovrà essere idoneo per il convogliamento di acqua chimicamente e
meccanicamente non aggressiva per i materiali costruttivi nelle seguenti situazioni:
 temperatura:
da - 10 °C a 130 °C
 pressione:
10 bar
 temperatura ambiente:
< 40 °C
 pressione statica minima: 2 poli  10 mcA
 pressione statica minima: 4 poli  8 mcA
La scelta del circolatore dovrà essere effettuata garantendo che le prestazioni nominali
siano raggiunte sulla 2a o sulla 3a velocità di rotazione. Non è consentita la scelta di
85
circolatori che raggiungano le prestazioni nominali alla 1a o alla 4a velocità di
funzionamento.
La scelta dovrà essere operata in modo che il rendimento in funzionamento non risulti
inferiore al 65%.
Accessori
Ogni elettropompa dovrà essere corredata di una coppia di manometri da installare uno a
monte e l'altro a valle di fondoscala adeguato per il controllo delle prestazioni.
Il montaggio dovrà sempre essere effettuato tra due controflange o bocchettoni
immediatamente intercettabili mediante apposito valvolame in modo che le operazioni di
manutenzione non diano origine a svuotamenti significativi di impianto.
Le elettropompe di tipo gemellare dovranno essere fornite con guarnizione e controflangia
di accecamento del foro del motore, in modo che risulti possibile mantenere la pompa in
funzionamento con uno dei due motori smontati.
Normativa di riferimento
Norme CEI
Documentazione da consegnare per approvazione
L'Appaltatore dovrà consegnare una documentazione adeguata sotto forma di scheda
tecnica comprovante i dati tecnici sopra indicati per l'apparecchiatura in oggetto; per ogni
elettropompa dovrà essere fornito il diagramma caratteristico con l'indicazione della
prevalenza, della potenza impegnata e del rendimento al variare delle portata.
I dati tecnici forniti dovranno consentire di valutare la compatibilità della elettropompa
proposta con il fluido da convogliare sia come condizioni fisiche (temperatura e pressione
sia come condizioni chimiche.
La documentazione dovrà consentire di individuare univocamente l'apparecchiatura
proposta e dovranno essere evidenziate le caratteristiche di peso ed ingombro della
stessa.
L'apparecchiatura dovrà essere dotata di marcatura CE e accompagnata dalla
dichiarazione "CE" di Conformità per la macchina; tale dichiarazione dovrà essere
consegnata al termine dei lavori alla Committenza.
3.3.10
SERBATOIO DI ACCUMULO ACQUA FREDDA
Serbatoio costruito in acciaio zincato a bagno caldo dopo lavorazione.
Dovrà essere prevista la protezione catodica dell'apparecchio con anodi al magnesio.
Quadro di controllo usura dell’anodo.
Trattamento interno anticorrosivo VIDROFLON, adatto agli shocks termici ed adatto ad
uso igienico sanitario secondo le direttive CEE76/893 .
Saranno previsti sul serbatoio manicotti zincati filettati di attacco per:
 ingresso e uscita fluido
 ricircolo
86
 attacco valvola di sicurezza
 attacco termometro
 attacco manometro
 scarico di fondo
 attacco anodo al magnesio.
 capacità come indicato sui disegni di progetto
Caratteristiche tecniche generali:
 pressione di esercizio serbatoio min.: kPa 600
 pressione di esercizio scambiatore min.:
kPa 600
Il serbatoio sarà fornito completo di isolamento termico eseguito con polistirolo ad alta
densità classe 1, di spessore minimo 60 mm, e finitura esterna in lamierino di alluminio
fissato mediante viti autofilettanti agli anelli distanziatori di supporto precedentemente
fissati al serbatoio.
Sarà inoltre completo di valvole di sicurezza.
3.3.11
STAZIONE DI SOLLEVAMENTO ACQUE NERE
Costituita da vasca prefabbricata a pianta circolare in cemento armato, diametro indicativo
120 cm per una profondità di 180 cm, completa di soletta carrabile e chiusino in ghisa
classe D400 kN.
All’interno saranno posizionate 2 pompe sommergibili a basamento per sollevamento
acque nere, con catena di recupero allacciata alla soletta superiore: le pompe saranno in
acciaio inox e ghisa a girante arretrata, idonee al sollevamento delle acque nere con corpi
in sospensione; completa di quadro elettrico e comando a galleggiante.
Caratteristiche tecniche:
 portata
 prevalenza
 grado di protezione
3.3.12
180 l/min
6m
IP68
STAZIONE DI SOLLEVAMENTO ACQUE INTERCAPEDINI
Costituita da vasca prefabbricata a pianta circolare in cemento armato, diametro indicativo
120 cm per una profondità di 180 cm, completa di soletta carrabile e chiusino in ghisa
classe D400 kN.
All’interno saranno posizionate 2 pompe sommergibili a basamento per sollevamento
acque chiare, con catena di recupero allacciata alla soletta superiore: le pompe saranno in
acciaio inox idonee al pompaggio delle acque piovane, moderatamente sabbiose, con
doppia tenuta meccanica; completa di quadro elettrico e comando a galleggiante
Caratteristiche tecniche:
 portata
250 l/min
 prevalenza
6m
 grado di protezione
IP68
87
3.3.13
TUBI IN ACCIAIO PREISOLATO
Tubo in acciaio di qualità standard St 37.0 secondo EN 253, EN 448, EN 449, DIN 1626,
1629 o ISO 559 con certificato di collaudo secondo DIN 50049/3.1.
Spessore a partire da 2.3 mm, con preparazione delle giunzioni di estremità secondo DIN
2559.
Lunghezze standard sino a DN 200 = 6 m
Non saranno accettate verghe di lunghezza inferiore a quella indicata.
Caratteristiche tubazioni serie normalizzata 1
diametro
spessore
nominale
diametro
esterno
area acciaio
diametro esterno guaina
[DN]
[mm]
[mm]
[mm²]
[m]
20
26,9
2,3
178
0,090
25
33,7
2,6
254
0,090
32
42,4
2,6
325
0,110
40
48,3
2,6
373
0,110
50
60,3
2,9
523
0,125
65
76,1
2,9
667
0,140
80
88,9
3,2
862
0,160
100
114,3
3,6
1252
0,200
125
139,7
3,6
1539
0,225
150
168,3
4,0
2065
0,250
parete
Coibentazione termica
Schiuma rigida in poliuretano di densità 80-90 kg/m³. Coefficiente di conducibilità termica
pari 0,025-0,027 W/mK ad una temperatura media Tm = 50 °C.
Senza giunzioni e iniettata in maniera omogenea e regolare.
Estremità non ricoperte da isolamento per circa 200 mm.
Tubo di protezione in polietilene alta densità
Sarà realizzato in polietilene ad alta densità, densità nominale oltre 940 kg/m3 (gruppo
MFR da 0,4 a 0,8 g/10 mm, secondo ISO 1133, condizioni 18), estruso da granulo vergine
in lavorazione speciale per ottenere la compatibilità tra il tubo di protezione e la schiuma
rigida in poliuretano.
Curve preisolate
Saranno simmetriche con lati di lunghezza uguale: 15°, 30°, 45°, 60°, 75° e 90°.
Normalmente vengono utilizzate curve simmetriche con lati uguali prolungati 90°.
Per montaggi particolari si possono installare curve asimmetriche con lati di lunghezza
diversa.
88
Il materiale delle curve sarà in acciaio St 37.0 secondo DIN 1629 senza saldatura,
collaudate.
Fino a DN 150 sono ricavate da un tubo in un solo pezzo (formatura a freddo).
Pezzi speciali
Gli sfiati e gli scarichi, ove necessari, saranno costituiti da saracinesche e saranno
posizionati in pozzetti o camerette prefabbricate ispezionabili, complete di chiusino
carrabile, anelli passamuro, cuscinetti di dilatazione, organi di manovra e coibentazione
antigelo.
Elementi per punti fissi
Verranno utilizzati ancoraggi, ove necessario, nella esecuzione a disco.
Essi saranno isolati termicamente ed elettricamente.
La costruzione sarà in acciaio con protezione anticorrosiva, della piastra.
Manicotti di giunzione
Mantello esterno di protezione e muffole
Polietilene rigido (HDPE) senza saldatura, resistente alla corrosione avente le seguenti
caratteristiche:
 Resistenza agli urti fino ad una temperatura di - 50 °C
 Resistenza ai raggi ultravioletti
 Tenuta stagna assoluta
Isolamento con schiumatura in PUR muffole
Dovrà essere realizzato da tecnici specializzati e consisterà nelle seguenti operazioni:
 Schiumature e sigillatura con espanso rigido in poliuretano delle muffole di
collegamento
 Posa dei cuscinetti di compensazione in espanso elastico antinvecchiamento
Guarnizioni di tenuta
In tutti gli attraversamenti murali, negli allacciamenti delle utenze e nei passaggi in pozzetti
di ispezione, saranno installati anelli passamuro in neoprene a profilo speciale
Prescrizioni per la posa
Opere di scavo
Nell'esecuzione degli scavi saranno rispettate le normative e ridotte al minimo necessario
le operazioni in scavo aperto o cunicolo là dove questo implichi interruzioni o difficoltà di
carattere operativo.
Lo scavo dovrà essere mantenuto asciutto per tutta la durata delle operazioni di
montaggio.
Nelle zone di saldatura i tubi dovranno essere posati su sacchi di sabbia o supporti di
espanso a distanza di 1 m.
Dopo la posa, il tubo deve essere ricoperto con uno strato di sabbia (granulometria 0 - 3/4
mm) di almeno 10 cm.
89
Successivamente si dovrà riempire e compattare lo scavo con il materiale di scavo fino a
30 cm sotto la superficie del suolo.
Infine occorrerà posare il nastro di segnalazione e poi ricoprire con naturale lo scavo
ripristinando il fondo stradale.
Posa delle tubazioni
La posa delle tubazioni e la loro saldatura non dovrà avvenire a temperature inferiori a +10
°C.
In questa fase è molto importante fare attenzione a non danneggiare il mantello esterno in
PEH. Le operazioni successive sono le seguenti:
 inserire i manicotti delle muffole su una delle estremità dei tubi prima di eseguire le
saldature di giunzione. Al termine posizionarli correttamente.
 nella posa dei tubi assicurarsi che i cavetti di controllo siano sempre posizionati verso
l'alto.
 controllare che vi sia spazio sufficiente (min. 15 cm attorno ai manicotti) per consentire
la sigillatura e schiumatura finale delle muffole.
Allo scopo di eseguire le saldature ed il montaggio delle muffole con maggiore libertà e
sicurezza, può essere necessario ampliare lo scavo in queste zone.
Ampliamento scavo in zona cuscinetti
Lo scavo deve essere allargato di almeno 10 cm da ambo i lati nelle zone di posa dei
cuscinetti di compensazione.
Questi ultimi devono essere fissati alla tubazione in modo da impedire l'introduzione dei
materiali di reinterro tra essi e la tubazione stessa con incremento dell'attrito fra gli strati in
scorrimento.
Muffole di giunzione
Muffole di giunzione in PEHD (Tubolare)
Per le giunzioni tra tubazioni aventi lo stesso diametro esterno del mantello in PEHD, il
tubo-muffola deve essere infilato su uno dei due tubi, prima di eseguire la saldatura del
tubo di servizio. Nel caso la muffola disponibile sia più corta del tratto da ripristinare, è
possibile impiegarne due, oppure si possono ordinare della misura occorrente.
Schiumatura in cantiere PUR
Prima della sigillatura la muffola deve essere schiumata, mediante i due componenti
miscelati per la schiuma PUR, per il ripristino dell'isolamento. La schiumatura non può
essere eseguita in caso di forti piogge o nevicate e a basse temperature (sottozero).
Muffole a saldare
Si prevede di usare muffole del tipo a saldare nei casi ove il terreno si compatto ed in
presenza di acque sotterranee.
La parte interna della fascia è costituita da due sistemi indipendenti di sigillatura; una zona
elasto-viscosa nella zona centrale, ed una speciale, molto resistente posta ai bordi della
fascia con uno strato termo-adesivo per fusione a caldo. Mediante riscaldamento con
fiamma morbida la fascia ritrae aderendo al mantello della tubazione ed alla muffola,
sigillando a tenuta stagna.
90
Montaggio
Nei casi dove per un qualsiasi motivo la muffola tubolare non può essere infilata sulla
tubazione prima della saldatura del tubo di servizio (2 curve a braccia corte, ecc.), essa
può essere tagliata e le due metà infilate separatamente sulle estremità delle tubazioni da
collegare. E' anche possibile tagliare longitudinalmente, e poi in cantiere saldarle per la
loro lunghezza.
Il ripristino delle giunzioni verrà effettuato con fasce termoretraibili.
Nelle eventuali giunzioni saldate tra tubi e relativi pezzi speciali in acciaio deve essere
ripristinato l'isolamento dopo l'avvenuta saldatura, questa operazione è sempre eseguita
sul posto di montaggio mediante sigillatura opportuna del mantello esterno in PEHD e
schiumatura con PUR. Il sistema dispone di differenti tipi di muffole di giunzione.
Normativa di riferimento:
 UNI 8863 - serie media
 ISO 559
 DIN 2559
 EN 259
 EN 448
 EN 449
 DIN 1626
 DIN 1629
Prove e collaudi:
Ultimata la stesura della rete di distribuzione deve essere seguita una prova idraulica a
freddo dell'impianto ad una pressione di prova maggiore di 1 bar rispetto a quella
corrispondente alla condizione di normale esercizio con un minimo di 5 bar. La prova verrà
considerata positiva se l'impianto, mantenuto alla pressione stabilita per sei ore
consecutive, non subirà diminuzioni di pressione.
La prova dovrà essere ripetuta a caldo ad una temperatura non inferiore a quella di
esercizio aumentata di 5°C.
Documentazione da consegnare per approvazione:
Le tubazioni dovranno essere marchiate EN, con passo non superiore 1.5 m, e dovrà
essere fornita per ogni partita di materiale il certificato del costruttore comprovante la PN
nominale.
3.3.14
TUBI IN ACCIAIO NERO
Le tubazioni per il convogliamento del fluido termovettore in circuito chiuso dovranno
essere in acciaio FE 330 dei seguenti tipi:
 tubazioni in acciaio nero, senza saldatura, tipo gas serie media, UNI 8863 - manicotto
UNI-ISO 50 fino al diam. nominale DN 40 (compreso)
 tubazioni in acciaio nero, senza saldatura, tipo liscio commerciale, UNI 7287, a partire
dal diametro DN 50 (compreso)
 curve stampate e raccordi speciali con le stesse caratteristiche delle tubazioni
dimensionate secondo norme UNI e ISO
91
Dati tecnici
diametro
nominale
diametro in diametro
pollici
esterno
diametro
interno
peso
unitario
superficie
unitaria
[DN]
[inch]
[mm]
[mm]
[kg/m]
[m²/m]
15
1/2"
21.4
16.7
1.21
0.07
20
3/4"
26,7
22.1
1.56
0.08
25
1"
33.6
27.8
2.41
0.11
32
1 1/4"
42.3
36.5
3.10
0.13
40
1 1/2"
48.2
42.4
3.56
0.15
50
2"
60,3
54.5
4.14
0.19
65
2 1/2"
76,1
70.3
5.28
0.24
80
3"
88,9
82.5
6.81
0.28
100
4"
114,3
107.1
9.90
0.36
125
5"
139,7
131.7
13.50
0.44
150
6"
168,3
159.3
18.10
0.52
200
8"
219.1
207.3
31.00
0.69
250
10"
273.0
260.4
41.60
0.86
300
12"
323.9
309.7
55.6
1.02
350
14"
355.6
339.6
68.3
1.16
Tutte le tubazioni da impiegare nella realizzazione dell'impianto dovranno pervenire al
Cantiere in ottimo stato di conservazione. E' accettabile solo la presenza di una leggera
patina di ossidazione molto superficiale.
Le giunzioni per le tubazioni di acciaio nero liscio devono essere eseguite da saldatori
qualificati con saldatura autogena di norma fino a DN 50 e saldatura ad arco elettrico a
corrente continua in doppia passata fino a DN 200 e tripla passata oltre DN 200 previa
adeguata preparazione delle testate da saldare con bisellatura a 45° per metà dello
spessore.
Per quanto riguarda le curve, devono essere usate esclusivamente curve in acciaio
stampato, non sono ammesse curvature eseguite a caldo, sono ammesse curvature a
freddo con macchina curvatubi per i diametri DN 15 e DN 20.
Le giunzioni fra tubi di differente diametro dovranno essere effettuate mediante idonei
raccordi conici, e assolutamente, mai mediante innesto diretto di un tubo di diametro
inferiore entro quello di diametro maggiore.
I cambiamenti di sezione potranno avere raccordi assiali, solo nel caso di colonne verticali,
mentre fra le tubazioni orizzontali il raccordo tra due differenti diametri dovrà essere di tipo
eccentrico con allineamento sulla generatrice superiore per evitare formazione di sacche
d'aria.
92
Le derivazioni verranno eseguite utilizzando curve a saldare tagliate a scarpa o tee
stampati. Le curve saranno posizionate in maniera che il loro verso sia concordante con la
direzione di convogliamento dei fluidi.
Nelle derivazioni nelle quali i tubi vengono giuntati mediante saldatura non sarà comunque
ammesso per nessuna ragione l'innesto del tubo di diametro inferiore entro quello di
diametro maggiore.
Nei collettori di distribuzione, i tronchetti di raccordo alle tubazioni potranno essere giuntati
o con l'impiego di curve tagliate a scarpa o con innesti diritti. In tal caso tuttavia i fori sul
collettore dovranno essere svasati ad imbuto esternamente ed i tronchetti andranno
saldati di testa sull'imbuto di raccordo. I tronchetti di diametro nominale inferiore ad 1"
potranno essere giuntati con innesti diritti senza svasatura ma curando ovviamente che il
tubo di raccordo non penetri entro il tubo del collettore.
Le tubazioni collegate a tutte le valvole dovranno essere supportate in modo da evitare
sforzi eccessivi, deformazioni nel collegamento e consentire la rimozione delle
apparecchiature in modo agevole, senza richiedere supporti provvisori ad avvenuto
smontaggio.
Negli attraversamenti di strutture, per diametri superiori a DN 50 le tubazioni dovranno
essere intubate all'interno di spezzoni di tubo in materiale plastico atti a consentire
all'interno di essi il libero passaggio delle tubazioni e del relativo rivestimento isolante
previsto.
Sotto ogni valvola od accessorio
che nell'usuale funzionamento dia origine a
gocciolamenti (comunque dannosi alle strutture sottostanti) sarà installata una bacinella di
protezione con scarico.
Dovranno essere previsti compensatori di dilatazione e punti fissi in relazione al percorso
(o con eventuali autocompensazioni naturali), alla lunghezza del tratto rettilineo e alla
escursione di temperatura.
In generale i compensatori di dilatazione dovranno essere del tipo assiale con soffietto
metallico a doppia parete in acciaio inox e con le estremità dei raccordi del tipo a flangia.
Ogni compensatore dovrà essere compreso fra due punti fissi di ancoraggio della
tubazione.
La spinta agente sui punti fissi ed il numero dei compensatori dovrà essere
preventivamente verificata con calcoli da presentare alla D.L. che controllerà se il valore
indicato é compatibile con la resistenza delle strutture di supporto: in caso contrario
dovranno essere impiegati giunti del tipo compensato senza che questo costituisca una
variante economica al progetto.
Qualora l'Appaltatore ritenga superfluo l'inserimento di compensatori di dilatazione sulle
reti dovrà dimostrare tale teoria attraverso un'apposita relazione di calcolo; la scelta finale
sarà comunque demandata alla D.L. il cui giudizio sarà insindacabile.
I punti di sostegno intermedi fra i punti fissi dovranno permettere il libero scorrimento del
tubo e nel caso di giunti assiali le guide non dovranno permettere alla tubazione degli
spostamenti disassati che potrebbero danneggiare i giunti stessi.
Tutti i punti alti delle reti di distribuzione dovranno (anche se non indicati sui disegni di
progetto) essere dotati di barilotti di sfogo aria realizzati con tubi di acciaio, con fondi
93
bombati, e dotati in sommità di valvole automatiche di sfogo aria, complete di rubinetto a
sfera di intercettazione con volantino a galletto.
Tutti i punti bassi dovranno essere dotati di dispositivi di scarico e spurgo costituiti da
rubinetti a sfera con imbuto di raccolta e scarico convogliato.
Le tubazioni dovranno essere sottoposte alla seguente preparazione a pié d'opera:
 spazzolatura per asportazione delle tracce di ossidazione formatesi durante la
permanenza più o meno lunga in cantiere, premettendo che all'arrivo in loco i tubi si
dovranno presentare in ottimo stato
 esecuzione della prima mano di antiruggine rossa accuratamente stesa su tutta la
superficie del tubo
 asportazione della vernice con energica spazzolatura nei punti di giunzione da saldare
Dopo la posa in opera delle tubazioni le tubazioni dovranno essere sottoposte al:
 ripristino della prima mano di vernice sui tratti interessati dalle saldature
 esecuzione della seconda mano di antiruggine grigia
Normativa di riferimento
 UNI 8863 - serie media
 ISO 65 - serie media
 UNI 7287
 UNI 5364
 UNI 4633
 UNI5770-66
 UNI 2280-84
 UNI 2229
 UNI 5727-65
 UNI 5788-66
Prove e collaudi
Ultimata la stesura della rete di distribuzione deve essere seguita una prova idraulica a
freddo dell'impianto ad una pressione di prova maggiore di 1 bar rispetto a quella
corrispondente alla condizione di normale esercizio con un minimo di 5 bar. La prova verrà
considerata positiva se l'impianto, mantenuto alla pressione stabilita per sei ore
consecutive, non subirà diminuzioni di pressione.
La prova dovrà essere ripetuta a caldo ad una temperatura non inferiore a quella di
esercizio aumentata di 5°C.
Documentazione da consegnare per approvazione
Le tubazioni dovranno essere marchiate UNI, con passo non superiore 1.5 m, e dovrà
essere fornita per ogni partita di materiale il certificato del costruttore comprovante la PN
nominale.
3.3.15
TUBI IN ACCIAIO ZINCATO E RACCORDERIA
Le tubazioni che convogliano l'acqua in circuiti a consumo del tipo aperto in acciaio zincato
non legato FE 330 ottenuto per trafilatura senza saldature.
94
Dati tecnici
Le caratteristiche della fornitura, anche ai fini della contabilizzazione delle opere, dovranno
essere conformi alla seguente tabella:
diametro
nominale
diametro in diametro
pollici
esterno
diametro
interno
peso unitario
superficie
unitaria
[DN]
[inch]
[mm]
[mm]
[kg/m]
[m²/m]
15
1/2"
21.4
16.7
1.15
0.07
20
3/4"
26,7
22.1
1.47
0.08
25
1"
33.6
27.8
2.31
0.11
32
1 1/4"
42.3
36.5
2.95
0.13
40
1 1/2"
48.2
42.4
3.39
0.15
50
2"
60,2
53.7
4.68
0.19
65
2 1/2"
75,8
69.3
5.97
0.24
80
3"
88,7
81.4
7.83
0.28
100
4"
114,0
105.9
11.1
0.36
Tutte le tubazioni da impiegare nella realizzazione dell'impianto dovranno pervenire al
Cantiere in ottimo stato di conservazione. Non saranno accettate le tubazioni che
presentino anche solo localmente fenomeni di ossidazione superficiale.
Le giunzioni delle tubazioni di acciaio saranno realizzate mediante raccordi di ghisa
malleabile, con manicotto di acciaio zincato o mediante saldatura autogena. In
quest'ultimo caso la superficie esterna della giunzione deve essere opportunamente
protetta con verniciatura.
Per la vite e la madrevite sono previste filettatura gas secondo UNI 339-66 (filettature
stagne sul filetto).
Come misura cautelativa la tenuta sui filetti è maggiormente assicurata mediante
applicazione di canapa con mastici adatti e inalterabili o nastro di tetrafluoruro di etilene.
E' assolutamente da escludere l'uso di biacca, minio o altri materiali simili.
Le guarnizioni saranno di gomma sintetica o di altri prodotti aventi caratteristiche di
elasticità e inalterabilità nei confronti del fluido distribuito.
Normativa di riferimento
 UNI 5745
 UNI 8863 - serie leggera
 ISO 65 - serie leggera I
 UNI 9182
Prove e collaudi
Ultimata la stesura della rete di distribuzione dovrà essere eseguita una prova idraulica a
freddo dell'impianto secondo UNI 9182 ad una pressione di prova maggiore di 1.5 volte
rispetto a quella corrispondente alla condizione di normale esercizio, con un minimo di 6
95
bar,. La prova verrà considerata positiva se l'impianto, mantenuto alla pressione stabilita
per sei ore consecutive, non subirà diminuzioni di pressione.
Documentazione da consegnare per approvazione
Le tubazioni dovranno essere marchiate UNI, con passo non superiore 1.5 m, e dovrà
essere fornita per ogni partita di materiale il certificato del costruttore comprovante la PN
nominale.
3.3.16
TUBI MULTISTRATO
Tubazioni multistrato in polietilene reticolato, protetto con tubo di alluminio esterno e
rivestito da polietilene reticolato coestruso, adatto all’utilizzo per impianti sanitari con
temperature fino ai 95° C, con montaggio tramite raccorderie a pressione in ottone
stampato.
Caratteristiche:
 massa volumica:
 conduttività termica:
3.3.17
circa 0,94 g/cm³
circa 0,45 W/mK
TUBI IN RAME RIVESTITI
Tubazione in rame disossidato al fosforo con alto tenore di fosforo residuo in rotoli
commerciali senza saldatura prerivestito per l'esecuzione di allacciamenti idrotermosanitari
sottotraccia.
Dati tecnici
Per il convogliamento di acqua calda, limitatamente a quanto riguarda gli allacciamenti ai
corpi scaldanti, dovranno essere utilizzate tubazioni in rame ricotto in rotoli di pezzatura e
diametri commerciali.
Le giunzioni dovranno essere effettuate mediante raccordi a tenuta meccanica del tipo ad
anello tagliente e "O-ring" a compressione per le tubazioni in rame flessibile in rotoli.
Non saranno accettate né saldature né raccordi nei tratti incassati a pavimento o nelle
murature.
Le tubazioni dovranno essere munite di isolamento termico in polietilene a cellule chiuse
ricoperto da polietilene compatto di protezione alla lacerazione e abrasione.
Le tubazioni in rame dovranno essere secondo UNI 6507-86 di serie pesante con
spessore 1 mm per i seguenti diametri:
diametro tubo e spessore
spessore
isolamento
peso
rame
diametro
esterno
[mm] x [mm]
[mm]
[g]
[mm]
10 x 1
7
252
24
12 x 1
7
308
26
14 x 1
7
363
28
96
15 x 1
8.5
391
32
16 x 1
8.5
420
33
18 x 1
9.5
475
37
Normativa di riferimento
 UNI 5649-71
 UNI 6507-86
Accessori
Le tubazioni dovranno essere corredate di tutti i raccordi necessari per il montaggio a
"regola d'arte".
Documentazione da consegnare per approvazione
Le tubazioni dovranno essere marchiate UNI, con passo non superiore 1.5 m, e dovrà
essere fornita per ogni partita di materiale il certificato del costruttore comprovante la PN
nominale.
3.3.18
TUBI IN POLIETILENE RETICOLATO
Dati tecnici
Per la realizzazione di pannelli radianti a pavimento con convogliamento di acqua calda
e/o refrigerata.
Tubazioni in polietilene alta densità reticolato nella sua massa per via elettrofisica con
reticolazione omogenea e permanentemente stabile, da fornirsi in rotolo minimo 100 m.
Non saranno accettate né giunzioni né raccordi nei tratti incassati a pavimento o nelle
murature; le giunzioni saranno effettuate soltanto nelle cassette di alloggiamento dei
collettori.
Le tubazioni in polietilene dovranno avere diametro interno minimo 16 mm ed il passo
indicato sui disegni di progetto.
Accessori
Le tubazioni dovranno essere corredate dei seguenti accessori indispensabili:
 graffette di fissaggio sul pannello isolante o sulla rete elettrosaldata in materiale
plastico
 foglio di barriera all'umidità in PVC
 cornice perimetrale in polietilene espanso con banda adesiva di fissaggio
 curve di sostegno in materiale plastico per sostenere le tubazioni nell'accesso ai
collettori
 separatori d'aria specifici per la disaerazione dell'acqua
 additivo termofludificante riduttore di acqua per migliorare la conducibilità termica e le
caratteristiche meccaniche del massetto
Documentazione da consegnare per approvazione
97
Le tubazioni dovranno essere marchiate per identificarne l'esatta provenienza, con passo
non superiore 1.5 m, e dovrà essere fornita per ogni partita di materiale il certificato del
costruttore comprovante la PN nominale.
Tutti gli accessori sopra indicati dovranno essere campionati singolarmente.
3.3.19
TUBI IN POLIETILENE AD ALTA DENSITA' (PEAD)
Tubazioni, curve, raccordi e pezzi speciali in polietilene duro per reti di scarico e reti di
smaltimento condensa.
Dati tecnici
Densità secondo prova DIN 53479 = 0,955 g/cm³
Indice di pressione secondo prova DIN 53735 = 0,3 g/10 min
Tensione di snervamento secondo prova DIN 53455 = 240 kg/cm²
Durezza alla sfera di acciaio, valore a 30 sec. secondo prova DIN 52328 E = 360 kg/cm²
Coefficiente di dilatazione lineare tra 20 e 90°C secondo prova DIN 52328 = 2 x 10 m/°C
Spessori:
 diam. 75 mm
s = 3 mm
 diam. 90 mm
s = 3,5 mm
 diam. 110 mm s = 4,3 mm
 diam. 125 mm s = 4,8 mm
 diam. 140 mm s = 5,8 mm
 diam. 160 mm s = 6,2 mm
 diam. 200 mm s = 6,2 mm
Le giunzioni fisse dei vari pezzi di tubazioni devono essere eseguite per saldatura testa a
testa, con apposita attrezzatura, tenendo presente che:
 la temperatura allo specchio deve essere pari a 210 °C
 il taglio dei tubi deve essere effettuato ad angolo retto
 le parti da saldare devono essere pulite accuratamente
 le tubazioni di diam. maggiore di 75 mm devono essere tenute in posizione di saldatura
mediante appositi accessori
Le varie fasi delle operazioni di saldatura (riscaldamento, congiunzione assiale,
raffreddamento) devono essere accuratamente eseguite.
Il raffreddamento deve avvenire in modo naturale senza l'impiego di mezzi artificiali.
Le colonne ed i collettori dovranno essere opportuni manicotti di dilatazione in modo da
consentire il libero movimento delle tubazioni.
Le tubazioni devono essere sostenute da apposite staffe e collari aventi un passo inferiore
a 10 diametri per le tubazioni orizzontali e a 15 diametri per le verticali.
Normativa di riferimento:
 UNI 7611 tipo 312
 UNI 7612
98
Accessori
Le tubazioni dovranno essere corredate di tutti gli accessori ed i pezzi speciali necessari
per il montaggio a "regola d'arte".
Documentazione da consegnare per approvazione
Le tubazioni dovranno essere marchiate UNI, con passo non superiore 1.5 m, e dovrà
essere fornita per ogni partita di materiale il certificato del costruttore comprovante la PN
nominale.
3.3.20
TUBI DI PVC RIGIDO
Tubazioni in PVC rigido aventi le seguenti caratteristiche:
 minima scabrezza, al fine di opporre la minima resistenza al movimento dell'acqua;
 impermeabilità all'acqua ed ai gas per impedire i fenomeni di trasudamento e di
fuoriuscita odori;
 resistenza all'azione aggressiva esercitata dalle sostanze contenute nelle acque di
scarico, con particolare riferimento a quelle dei detersivi e delle altre sostanze chimiche
usate per lavaggi;
 resistenza all'azione termica delle acque aventi temperature sino a 90 °C circa;
 resistenza agli urti accidentali.
In generale i prodotti ed i componenti devono inoltre rispondere alle seguenti
caratteristiche:
 conformazione senza sporgenze all'interno per evitare il deposito di sostanze
contenute o trasportate dalle acque;
 minima emissione di rumore nelle condizioni di uso;
Caratteristiche
 densità secondo prova DIN 53479 = 0,955 g/cc.
 indice di pressione secondo prova DIN 53735 = 0,3 g/10 min.
 tensione di snervamento secondo prova DIN 53455 = 240 Kg/cmq.
 tensione di rottura secondo prova DIN 53455 = 350 Kg/cmq.
 durezza alla sfera di acciaio, valore a 30 sec secondo la prova DIN 53456 E = 360
kg/cmq.
 coefficiente di dilatazione lineare tra 20 e 90° C secondo prova DIN 52328 = 2 x 0,0001
x 1/°C.
3.3.21
COIBENTAZIONE DELLE TUBAZIONI IN ACCIAIO
Le tubazioni convoglianti acqua calda e refrigerata caldi dovranno essere coibentate con
guaina e lastra di materiale elastomerico espanso a cellule chiuse.
Dati tecnici
Le guaine tubolari o lastre in materiale elastomerico espanso dovranno presentare le
seguenti caratteristiche:
 tipo a cellule chiuse di colore nero
 conduttività termica:
0 °C
0,038 W/mK
99




conduttività termica:
+ 40 °C 0,042 W/mK
reazione al fuoco:
CLASSE 1
fattore di resistenza alla diffusione del vapore: µ  2500
modalità di posa: mediante l'infilaggio delle guaine con scorrimento sui tubi prima della
relativa posa con la sola esclusione delle zone vicine alle saldature; mediante
avvolgimento delle lastre sulle tubazioni dopo la posa in opera
 incollaggio con apposito adesivo per la realizzazione delle giunzioni di testa dei vari
tronchi di guaina
 per il rivestimento dei tubi già posati infilaggio tramite; taglio longitudinale della guaina
e ricongiungimento con adesivo
 dovranno comunque essere rispettate scrupolosamente le modalità di lavorazione
indicate dal fabbricante
Gli spessori previsti per le tubazioni convoglianti unicamente refrigerata con percorso
interno sono:
 fino diametro 1½"
= spessore nominale 13 mm
 dal 2" al 6"
= spessore nominale 19 mm
 per i diametri oltre 6", l'isolamento potrà essere eseguito con lastre spessore 25 mm in
luogo della guaina.
Per le tubazioni convoglianti anche acqua calda è richiesto il rispetto del DPR 412 del
26/08/93 ed in particolare per le tubazioni percorse da acqua calda per riscaldamento lo
spessore dell'isolamento dovrà risultare non inferiore ai valori riportati nelle seguenti
tabelle che fanno riferimento alle tre possibili condizioni di posa:
 spessore x 1:
da considerarsi per le tubazioni con percorso esterno o in cunicolo
 spessore x 0,5: da considerarsi per tubazioni poste oltre la faccia interna
dell'isolamento
 spessore x 0,3: da considerarsi per tubazioni correnti entro strutture non affacciate
né all'esterno, né su locali non riscaldati
CATEGORIA A
Spessore x 1,00
diametro tubazione
spessore minimo isolamento
3/8"
20 mm
1/2"
30 mm
3/4"
30 mm
1"
30 mm
1" 1/4
40 mm
1" 1/2
40 mm
2"
50 mm
2" 1/2
50 mm
3"
55 mm
4"
60 mm
100
CATEGORIA B
Spessore x 0,5
diametro tubazione
spessore minimo isolamento
3/8"
10 mm
1/2"
15 mm
3/4"
15 mm
1"
15 mm
1" 1/4
20 mm
1" 1/2
20 mm
2"
25 mm
2" 1/2
25 mm
3"
28 mm
4"
30 mm
CATEGORIA C
Spessore x 0,3
diametro tubazione
spessore minimo isolamento
3/8"
6 mm
1/2"
9 mm
3/4
9 mm
1"
9 mm
1" 1/4
12 mm
1" 1/2
12 mm
2"
15 mm
2" 1/2
15 mm
3"
17 mm
4"
18 mm
I valori sopra riportati sono riferiti ad una conduttività di 0,040 W/m K valutati a 40 °
I materiali isolanti dovranno essere posti a regola d;arte; nelle parti in cui sono presenti
giunzioni e saldatura potranno essere applicati solo quando siano state eseguite le prove
di tenuta dei circuiti. La posa in opera avverrà dopo che tutti i materiali estranei come
ruggine, scorie o sporco saranno stati rimossi e le superfici saranno verniciate, pulite ed
asciutte.
101
In generale, come detto, l'isolante tubolare deve essere posto in opera infilandolo sulla
tubazione dall'estremità libera e facendolo quindi scorrere sul tubo stesso; la giunzione tra
i vari tubolari é effettuata con l'uso dell'apposito adesivo.
Unicamente nei casi in cui la posa in opera sopra descritta non sia possibile si devono
tagliare i tratti tubolari di isolante longitudinalmente, applicarli sulle tubazioni e saldare i
due bordi con l'adesivo.
Solo in casi di sagomature particolari sarà accettato il rinforzo dell'incollaggio con appositi
nastri adesivi.
Tutto il valvolame ed i pezzi speciali facenti parte delle rete di tubazioni ad acqua
refrigerata e comunque soggetti a condensazione atmosferica, andranno coibentati e
rifiniti con gusci preformati smontabili della stessa tipologia di finitura delle tubazioni
connesse.
Il materiale di rivestimento dovrà essere in materassino in fibra di vetro adeguatamente
conformato al guscio di contenimento.
L'isolamento in corrispondenza delle flange dovrà consentire la rimozione dei bulloni
senza danneggiamenti e l'isolamento delle valvole, dove previsto, deve essere eseguito
fino al premistoppa.
Sistema di finitura
Si prevede:
 per tubazioni in cavedio, controsoffitto o sottopavimento, le guaine devono essere
rifinite con lamina rigida autoavvolgente di PVC grigio (tipo ISOGENOPAK o similare) e
le curve dovranno essere rivestite con gusci prestampati dello stesso materiale
 per le tubazioni con percorso in Centrale Tecnologica o locale di pompaggio ed in
generale per i percorsi a vista è prevista la finitura in lamierino di alluminio
Modalità di posa della lamina PVC rigida autoavvolgente
Il laminato deve avere uno spessore di 5 ÷ 6/10 di mm ed una tendenza duratura
all'autoavvolgimento.
Gli elementi di laminato per tubazione rettilinea devono essere tagliati considerando un
sormonto di almeno 3 cm nella cavalcatura perimetrale. Identico sormonto deve essere
rispettato nella successione longitudinale degli elementi.
Il bloccaggio é assicurato da appositi rivetti di nylon.
Tutte le linee di giunzione sia longitudinali che trasversali devono essere sigillate con
nastro adesivo (largh. mm 30 min.) di colore identico a quello della lamina di rivestimento.
Modalità di posa della finitura a lamierino di alluminio
Il rivestimento a lamierino di alluminio, dello spessore minimo di 6/10 di mm, deve essere
eseguito con gusci calandrati e curve a spicchi dotati di profilatura a sormonto sia in senso
longitudinale che trasversale. Il fissaggio tra i vari pezzi deve essere eseguito medianti viti
autofilettanti di tipo inossidabile.
Per le tubazioni correnti all'esterno la protezione esterna dovrà risultare impermeabile e
pertanto i vari pezzi dovranno essere opportunamente sigillati in modo da scongiurare
infiltrazioni d'acqua.
102
Normativa di riferimento
 D.M.I 26/6/84
 Legge n.10 del 9/01/1991
 D.P.R. n.412 del 26/8/1993
 UNI 6665
 UNI 8804
 DIN 52612/13
 DIN 53122/2
Accessori
Le coibentazioni dovranno essere dotate di tutti gli accessori e materiali di fissaggio e
sigillatura necessari per il montaggio "a regola d'arte".
Documentazione da consegnare per approvazione
L'Assuntore dovrà fornire alla D.L., per il materiale isolante prescelto, i certificati di prova
attestanti le caratteristiche fisico-tecniche dei materiali stessi.
La classificazione della reazione al fuoco dovrà essere prodotta in certificato originale o
conforme all'originale accompagnato dalle bolle di accompagnamento che testimonino
l'omogeneità del materiale utilizzato in cantiere rispetto al Certificato prodotto.
3.3.22
GENERATORI DI CALORE
Generatore di calore a condensazione a gas metano, scambiatori di calore e camera fumi
in acciaio inox disposti verticalmente con effetto autopulente.
Caratteristiche tecniche:
 Potenzialità nominale
 produzione acqua calda fino
 pressione massima di esercizio
 rendimento stagionale 40/30°C
270 kW
90 °C
4 bar
109%
 rendimento stagionale 80/60°C
106%
 perdita di carico lato fumi
140 Pa
Produzione acqua calda a temperatura scorrevole pilotata da sonda esterna in inverno e
sonde dell’accumulo termico o del PLC assorbitore in estate; quadro comando e controllo
per il funzionamento in cascata ed in alternanza.
Bruciatore modulante a gas a basse emissioni di NOx e CO secondo classe III della
norma EN676; portata termica 270 kW, rampa gas monoblocco modulante con controllo di
tenuta valvole UNI-CIG, presa d’aria comburente con dispositivo per la regolazione della
portata, cuffia insonorizzante, quadro elettrico di comando e controllo, costruzione IP40.
I generatori di calore saranno installati su basamento in calcestruzzo alto 10 cm da terra
con dimensioni maggiori di 10 cm rispetto all’ingombro delle macchine.
103
3.3.23
CANNE FUMARIE
Sistema di scarico fumi per caldaie a condensazione atto allo scarico in copertura dei fumi
di 2 generatori di calore da 270 kW di potenza nominale, con bruciatore ad aria soffiata e
combustione pressurizzata.
Canali da fumo diametro 200 mm a doppia parete in acciaio inox Aisi 316L in interno e Aisi
304 in esterno, interposto isolante di spessore 25 mm di lana di roccia ad alta densità, con
resistenza termica globale in classe B secondo UNI 9731.
Canali da fumo e canne fumarie diametro 200 mm, doppia parete in acciaio inox Aisi 316L
in interno e Aisi 304 in esterno, interposto isolante di spessore 25 mm di lana di roccia ad
alta densità, con resistenza termica globale in classe B secondo UNI 9731; composti da
moduli rettilinei, curve a 45°, innesti, raccordi, staffaggi, prese prelievo fumi, camera
raccolta scorie, scarico della condensa e neutralizzatore relativo, termometri e quant’altro
necessario al completamento dell’installazione secondo l enormative vigenti.
Le canne fumarie sfoceranno sulla copertura del corpo centrale con terminali antivento in
acciaio inox: saranno previste le apposite faldalerie in rame o acciaio inox a
completamento dell’installazione. La sporgenza delle canne oltre il piano di falda sarà di
1.2 m.
3.3.24
PRODUTTORE DI VAPORE A GAS
Per la produzione invernale del vapore necessario all’umidificazione dell’aria immessa
nella radiologia è prevista l’installazione di un produttore a gas.
Tramite uno scambiatore in acciaio inox viene convertita in vapore la potenza termica
generata dalla combustione del gas; il bruciatore sarà di tipo atmosferico ad infrarossi,
abbinato ad un ventilatore a velocità variabile e ad una valvola modulante per l’immissione
del gas: in questo modo sarà garantita la modularità di funzionamento 0-100%; sono
compresi sistemi di sicurezza sul gas.
L’acqua di alimento sarà presa dalla linea addolcita nel locale collettori del riscaldamento;
la macchina disporrà di un sistema di controllo con logica PID per una totale gestione di
tutti i parametri di funzionamento come sonde, allarmi, sicurezza, autodiagnosi.
Caratteristiche tecniche:
 portata di vapore
 potenza al focolare
 n. bruciatori
3.3.25
34 kg/h
30 kW
1
COLLETTORI SOLARI
Collettori solari a tubi sottovuoto adatti al libero montaggio su tetti inclinati; in ogni tubo
sottovuoto è integrato un assorbitore in rame con rivestimento in composto al titanio per
garantire un elevato assorbimento della radiazione solare ed una bassa emissione di
radiazioni termiche.
104
Il modulo è composto da tubi assorbitori e dal condensatore, al quale sono collegati con
giunzione “a secco” intendendosi che è possibile sostituire i tubi assorbitori anche ad
impianto carico e sotto pressione (principio “heat pipe”)
Il tubo termovettore è riempito con liquido ad evaporazione che, tramite il condensatore a
tubo doppio, trasmette il calore al circuito di utilizzo.
Caratteristiche tecniche:
 superficie lorda del modulo
 superficie captante del modulo
 dimensioni del modulo LxAxP
 grado di rendimento ottico
 coefficiente di dispersione termica k1
 coefficiente di dispersione termica k2
 capacità termica
 peso del modulo
 pressione massima di esercizio
 temperatura massima di inattività
3.3.26
4.24 mq
3 mq
2126x1996x122 mm
82.5%
1.19 W/mqK
0.009 W/mqK
5.4 kj/(mq/k)
68 kg
6 bar
150 °C
RADIATORE IN GHISA A PIASTRA
Radiatore ad elementi verticali componibili in ghisa del tipo a piastra radiante.
Dati tecnici
I radiatori dovranno essere costruiti in ghisa di prima qualità ad elevata resistenza alla
corrosione ed avere il mozzo di misura standard 60 mm. Le potenzialità dei corpi scaldanti
dovranno essere quelle definite da prove effettuate secondo le Norme del Comitato
Termotecnico Italiano divenute Norme UNI-6514-69. Elemento qualificante sarà
considerato il marchio Ecomar.
I radiatori dovranno essere in ghisa del tipo a piastra radiante, con altezze idonee per
montaggio a muro o per montaggio sottofinestra:
Dove l'installazione richieda altezze utili inferiori a 55 cm potranno essere installati i
radiatori in ghisa del tipo a colonna anziché a piastra.
Il radiatore dovrà essere installato su staffe a murare con rosone di finitura; la posizione
delle staffe dovrà risultare baricentrica rispetto al radiatore e valvole e detentori dovranno
risultare installati in orizzontale rispetto al muro di appoggio.
Accessori
Ogni radiatore dovrà essere equipaggiato con:
 detentore in bronzo a doppia tenuta in PTFE per la regolazione micrometrica della
portata
 valvola di intercettazione a squadra in bronzo cromato con attacchi per tubi in acciaio
del tipo termostatizzabile
 valvola sfogo aria di tipo manuale
 staffe di sostegno
 tappi, nippli e riduzioni
105
 ove richiesto, testina termostatica a dilatazione di liquido con scala di temperatura
graduata; nell'installazione in ambienti collettivi la testina dovrà essere con scala
interna del tipo antimanomissione. La testina potrà essere montata a bordo della
valvola solo se il radiatore non si trova in condizioni di irraggiamento diretto o dietro a
tendaggi o schermi; in queste altre situazioni dovrà essere prevista l'installazione a
muro in posizione idonea dell'elemento sensibile del tipo a dilatazione di liquido
Anche dove non espressamente indicato le valvole ed i detentori dovranno essere idonei
per il montaggio sulla tubazione di alimentazione.
Normativa di riferimento
 UNI 6514
Documentazione da consegnare per approvazione
Ogni elemento deve essere sottoposto a campionamento.
3.3.27
VALVOLINE TERMOSTATIZZABILI
Corpo e otturatore in ottone nichelato o cromato. Tenuta a O-ring in gomma sintetica.
Esecuzione con attacchi diretti o a squadra, idonea al collegamento a tubazioni in ferro,
rame o polietilene.
Omologazione certificata secondo leggi vigenti.
Ogni valvola dovrà essere disponibile per testa termostatica a regolazione automatica con
elemento termostatico incorporato o a distanza intercambiabile.
Elemento termostatico e molle di richiamo in acciaio inox.
Dispositivo di blocco del volantino incorporato.
Campo di regolazione 526°C, banda proporzionale 2°C;pressione differenziale massima
100 kPa, pressione nominale 10 bar.
Attacchi filettati gas M.
Completa di raccordi e guarnizioni e ogni altro onere per dare l’opera compiuta.
Le caratteristiche prestazionali dovranno comunque garantire le funzionalità dei dati
progettuali e di installazione.
3.3.28
GRUPPO FRIGORIFERO AD ASSORBIMENTO
Gruppo ad assorbimento ad alimentazione indiretta, a singolo effetto per la produzione di
acqua refrigerata per raffrescamento, con le seguenti caratteristiche:
 fonte di alimentazione: acqua calda a 90 °C
 fluido refrigerante/assorbente: acqua/bromuro di litio
 condensazione: acqua riciclata da torre evaporativa.
Descrizione:
 circuito frigorifero ad assorbimento ad alimentazione indiretta ad acqua calda
funzionante con una miscela di acqua e bromuro di litio (già precaricata all’interno del
gruppo), raffreddato ad acqua riciclata;
106
 telaio di contenimento con struttura auto-portante e adatto all’installazione in centrale
contenente i fasci tubieri dell’assorbitore, concentratore, evaporatore e condensatore;
 il gruppo sarà completamente assemblato in fabbrica e sottoposto alla prova di tenuta
con azoto caricato alla pressione di 0.01-0.02 MPa, con controllo di pressione tramite
manometro installato a bordo macchina,
 tutti i tubi sono mandrinati alle piastre tubiere e sostituibili singolarmente da entrambi i
lati del gruppo;
 testate del circuito acqua refrigerata ed acqua raffreddamento amovibili per consentire
l’accesso ad ogni fascio tubiero, progettati per una presisone massima di 8 bar;
 fascio tubiero del concentratore dotato di sistema di supporti longitudinali fissi
intervallati da supporti mobili per assicurare l’omogenea dilatazione dei tubi;
 valvola motorizzata in grado ri regolare la portata dell’acqua di alimentazione in modo
che vi sia la modulaizone automatica della potenza frigorifera, con filtro dell’acqua
sull’ingresso dalla fonte di calore;
 sistema automatico di rilevazione della temperatura dell’acqua di alimento del gruppo
finalizzato ad evitare che il frigo assorbitore venga alimentato con acqua alla
temperatura non adatta al suo corretto funzionamento,
 sistema automatico di decristallizzazione, con diagnosi automatica della
cristallizzazione; in caso di arresto dell’alimentazione o errori nel sistema di controllo il
PLC spegne automaticamente la pompa dell’acuqa raffreddante con aumento della
temperatura della soluzione diluita ed inizio della decristallizzazione; il funzionamento
dell’assorbitore deve essere ripristinato automaticamente al termne del processo di
decristallizzazione;
 sistema di spurgo automatico con pompa del vuoto a bordo macchina caricata con olio;
 pompe di circolazione per la soluzione di bromuro di litio addizionata con inibitore di
corrosione e pompa del refrigerante fornita con l’opportuna carica di refrigerante;
 inverter pompa soluzione;
 fornito a corredo della macchina il box in alluminio contenente parti di ricambio,
utensileria ed accessori;
 inclusa documentazione: lista dell’imballaggio, certificato di qualità e manuale d’uso
 quadro di potenza ventilato contenente tutti i componenti di controllo a bordo macchina
 touch screnn assemblato e cablato in fabbrica completo di cavo lunghezza standard 30
m, costituito da: quadro di potenza in esecuzione IP54 (quadro controllo dotato di
PLC, modem, visualizzatore alfanumerico, tastiera per il controllo a distanza dei
parametri di funzionamento del gruppo e per la segnalazione degli allarmi e dei
blocchi)
 modulazione automatica del carico: avviene tramite la modulazione del flusso della
soluzione e della fonte di calore in ingresso all’assorbitore;
 il quadro di controllo comanda le pompe dei sistemi esterni: dell’acqua refrigerata, della
pompa dell’acqua di raffreddamento, del ventilatore della torre di raffreddamento, della
valvola di by pass dell’acqua di raffreddamento e dello stabilizzatore dell’acqua di
alimentazione.
Caratteristiche tecniche:
 potenza frigorifera
204 kW
 salto di temperatura acqua refrigerata: 7/12°C

minima temperatura ammessa
5°C

portata
35,1 mc/h
107







acqua di raffreddamento torre
portata raffreddamento torre
alimentazione acqua calda
portata di alimentazione
campo di modulazione carico
massimo consumo elettrico
dimensioni LxPxH
3.3.29
TORRE EVAPORATIVA
28/33°C
82.3 mc/h
80/90°C
24.5 mc/h
5-115%
1.8 kW
3.09x1x2.24
Costruita in pannelli di lamiera zincata tipo “sendzimir” avente una protezione superficiale
di 300 g/mq di zinco. Successiva protezione con sistema anticorrosione composto dai
seguenti cicli:
 Pulizie delle superfici metalliche, sgrassaggio ed asciugatura
 Rivestimento delle superfici con zinco freddo
 Verniciatura dei pannelli con polvere poliestere di 60 micron di spessore, polimerizzata
in forno a 180°C
Minuteria in acciaio AISI 304 e guarnizioni in mastice butilico. La sezione del bacino è
costruita con una struttura in lamiera di grosso spessore ed è munita di filtro estraibile di
tipo anticavitazionale e valvola di reintegro con corpo in acciaio inoxe galleggiante in
polipropilene.
Ventilatori assiali con pale in lega di alluminio ad alta efficienza, mozzo, bussola e
bulloneria in acciaio zincato. Rete di protezione ventilatori in acciaio zoncato. Motori con
protezione termica IP55 tropicalizzati per funzionamento in atmosfera umida, isolamento in
classe F, servizio continuo S1, forma V6, calettati direttamente ai ventilatori assiali.
L’acqua è distribuita uniformemente da tubazioni in acciaio zincato con protezione
anticorrosione e da ugelli spruzzatori non intasabili in ABS. I separatori di gocce saranno
in PVC, divisi in più pezzi per facilitare la rimozione.
Il pacco di scambio sarà costituito da fogli in PVC a canali diagonali.
Caratteristiche tecniche:
 portata d’acqua totale
 temperatura ingresso acqua
 temperatura in uscita acqua
 temperatura aria bulbo umido
 potenzialità termica
 perdita d’acqua per evaporazione
 perdita d’acqua per trascinamento
 tiraggio tipo
 potenza installata totale elt
 n. ventilatori
 portata d’aria
 peso in esercizio
 livello di pressione sonora laterale a 5 m
108
82 mc/h
33 °C
28 °C
24 °C
476 kW
0.85 %
0.002 %
indotto
4.4 kW
2
11.1 mc/sec
1795 kg
67 db(A)
 livello di pressione sonora laterale a 10 m
3.3.30
63 db(A)
VENTILCONVETTORI A CASSETTA
Ventilconvettori del tipo a cassetta, costituiti da struttura portante, batteria di scambio
termico, filtro, gruppo elettroventilante, bacinella di raccolta condensa, pompa scarico
condensa.
Basamento
Macchina caratterizzata da un basamento portante in lamiera imbutita (12/10) al quale
sono fissati tutti i componenti dell’unità: batteria/e, motore e ventola, pompa scarico
condensa, piastra attacchi, gruppo morsettiera e bacinella raccogli condensa (fissata sulle
staffe della batteria).
Al basamento sono fissate le due staffe per l’installazione della macchina. Basamento
isolato con polietilene espanso reticolato di spessore 5 mm internamente e con isolante in
PVC espanso da 2 mm esternamente.
La resistenza al fuoco del lato interno è di classe 1 secondo RF3/77 e CSE RF2/75/A; la
parte interna ha propagazione lenta della fiamma secondo US FMVSS 302.
Batteria Di Scambio Termico
Realizzata in tubo di rame con alettatura, corrugata o turbolenziata, a pacco continuo in
alluminio bloccata mediante espansione meccanica dei tubi, adatta per impianti a due tubi
o in alternativa per impianti a quattro tubi.
Collettori con attacchi filettati femmina e valvola di sfiato aria nella parte alta della batteria,
valvola di drenaggio nella parte inferiore.
Gruppo Elettroventilante
Ventilatore, in ABS, caratterizzato da 11 pale curve indietro, accoppiato direttamente al
motore elettrico a quattro (4) velocità, tramite una vite e una rondella quadra.
Le velocità disponibili all’utente sono in ogni modo sempre tre.
Ventola bilanciata dinamicamente e staticamente secondo la normativa UNI ISO 1940.
Motore elettrico, protetto contro i sovraccarichi di corrente, a quattro velocità con
condensatore di marcia sempre inserito, direttamente accoppiato al ventilatore e
ammortizzato con supporti elastici.
Valvola Tre Vie
Due valvole di regolazione acqua. Ventilazione sempre inserita e controllo temperatura
ambiente mediante comando diretto della valvola. Valvola di tipo on/off.
Griglia di aspirazione e mandata
Realizzata in materiale termoplastico facilmente apribile per consentire l'accesso al filtro
per la pulizia. L'aspirazione avviene dalla parte centrale, la mandata attraverso le aperture
laterali, ciascuna con aletta orientabile.
Griglia di forma particolare che consente il funzionamento del ventilatore anche con alette
chiuse.
109
Filtro Aria
Filtro precaricato elettrostaticamente dello spessore di 5 mm; bloccato meccanicamente e
facilmente asportabile per pulizia. Filtro conforme alla Classe due secondo la UL900 del
test di infiammabilità.
Bacinella Raccogli Condensa
In polistirolo espanso con densità 70 kg/m3. Tolta la bacinella c’è completa accessibilità a
tutta la macchina.
Pompa Smaltimento Condensa
Alimentata in parallelo all'elettroventilatore è dotata di valvola di non ritorno e di un
galleggiante a tre livelli: ON, OFF, ALLARME. Prevalenza disponibile massima di 80 cm.
Bacinella di polistirolo con foro di troppo pieno, ad un’altezza di 30,5 mm dal fondo,
assicura la fuoriuscita dell’acqua di condensa in caso di non funzionamento del dispositivo
pompa-galleggiante.
Scatola Elettrica
Per contenere la scheda di controllo per il collegamento con il pannello comandi.
Accessori:
Pannello comandi da installare a parete, completo di termostato ambiente di tipo
meccanico per il controllo della temperatura, pulsante acceso/spento, commutatore della
velocità di funzionamento, commutatore delle fasi di funzionamento (estate/inverno).
Dimensioni massime: 575 x 575.
3.3.31
COLLETTORI DI DISTRIBUZIONE
Collettore di distribuzione in OT 58 tipo modul per la distribuzione di acqua calda o
refrigerata munito di attacchi per tubazioni in rame o polietilene.
Dati tecnici
Nelle singole unità saranno previsti collettori orizzontali di tipo singolo e sovrapposti,
completi di due raccordi a bocchettoni e raccorderie di collegamento alle tubazioni del tipo
a tenuta meccanica.
Saranno costituiti in OT58 ricavato da fusione. Tutti i collettori saranno collaudati per
tenuta ad aria a 6 bar. Saranno installate le valvoline automatiche di sfogo aria di tipo
automatico.
Ogni vano di contenimento dovrà essere dotata di sportello di accesso e telaio di sostegno
con serratura di chiusura.
Ogni collettore sarà fornito ed installato con la seguente dotazione:
 valvolame di intercettazione a sfera con comando a farfalla;
 raccordi e riduzioni per tubazioni in rame
 isolamento termico in materiale elastomerico espanso a cellula chiusa;
 zanche di sostegno e fissaggio;
 regolazione micrometrica della portata sugli attacchi.
 serie completa di etichette adesive colorate per l'identificazione dei circuiti.
110
 cassetta di contenimento in lamiera di acciaio completa del telaio di fissaggio,
profondità 15 cm;
 sportello di chiusura con finitura dello stesso tipo della parete con chiusura.
Tutti i collettori dovranno essere posizionati come indicato sui disegni di progetto e
comunque dovrà essere garantita la completa accessibilità della zona condominiale al
vano di contenimento.
I collettori dovranno rispettare le seguenti dimensioni minime:
 collettore fino a 3 attacchi 1/2": diam. 3/4"
 collettore 4 attacchi 1/2": diam. 1"
 collettore 5 attacchi 1/2": diam. 1"
 collettore 6 attacchi 1/2": diam. 1" 1/4
 collettore 7 o più attacchi 1/2": diam. 1" 1/4
Accessori
Ogni collettore dovrà disporre degli accessori sopra indicati; in particolare la raccorderia
dovrà essere di prima scelta e specifica per il tipo di tubazioni in uso.
Normativa di riferimento
UNI 5705-65
Documentazione da consegnare per approvazione
Ogni tipologia di collettore dovrà essere sottoposta a campionatura nel suo insieme;
pertanto l'Appaltatore dovrà eseguire un collettore di campione completo in tutte le sue
parti e sottoporlo ad approvazione da parte della D.L.
3.3.32
UNITÀ DI TRATTAMENTO DELL'ARIA
Unità di trattamento aria del tipo monoblocco ad elementi componibili per esterno, tipo
ospedaliero, realizzata con struttura portante in profilati di alluminio montati senza
saldature e doppia pannellatura tipo sandwich smontabile in lamiera di acciaio zincata; le
varie sezioni debbono essere collegate a mezzo di flangiature, fra le quali devono essere
interposte guarnizioni di tenuta in neoprene con bulloneria trattata contro la corrosione e la
formazione della ruggine (tenuta superiore a 2500 Pa).
Portata richiesta: 10.000 mc/h
Le pannellature si dovranno presentare internamente perfettamente levigate ed idonee a
garantire la massima igiene non permettendo l'insediamento di microorganismi e la
formazione di muffe batteriche.
Dove necessario le pannellature devono diventare portine per l'ispezionabilità delle varie
apparecchiature interne, mediante aggiunta di maniglie e cerniere.
Ogni sezione sarà dotata di portelle di ispezione con maniglie di chiusura.
Isolamento delle pannellature del tipo termoacustico, classe 0 di reazione al fuoco,
spessore minimo 50 mm densità 35 kg/mc, parete esterna in peralluman (spessore 8/10
mm) con foglio plastificato di protezione per il cantiere (spessore minimo 20 micron),
parete interna in alluminio lucidato (spessore minimo 8/10 mm).
111
Profili di alluminio sui bordi dell’unità, telaio di base a supporto dell’unità; le varie sezioni
debbono essere collegate a mezzo di flangiature, fra le quali devono essere interposte
guarnizioni di tenuta in neoprene.
Velocità di attraversamento delle batterie 2,5 m/s.
L’unità di trattamento sarà completa di:
 sezioni ventilanti con ventilatore centrifugo a doppia aspirazione, pale rovesce e profilo
alare, con girante equilibrata staticamente e dinamicamente; motore elettrico asincrono
trifase, a corrente alternata, di tipo chiuso, ventilato, accoppiato con il relativo
ventilatore a mezzo di pulegge e cinghie trapezoidali, con azionamento ad inverter ove
indicato.
 basamento di sostegno del gruppo motore-ventilatore su supporti antivibranti;
 serrande di regolazione a profilo alare autolubrificanti;
 serranda di presa aria esterna di acciaio zincato ad alette predisposta per
l'applicazione di servocomando, serranda di mandata per la taratura ad alette
contrapposte e guarnizioni di tenuta in neoprene;
 giunti antivibranti fra canale di mandata e sezione ventilante in tela olona
impermeabilizzata con attacchi a flangia.
 silenziatori su mandata e ripresa.
Filtri:
 sezione di prefiltro efficienza classe 4 UNI 10339 per mandata e ripresa
 filtro a tasche rigide efficienza classe 9 UNI 10339 per mandata e ripresa
Sezioni di scambio termico, con batterie di scambio estraibili a più ranghi in tubi di rame
espansi in pacco lamellare di alluminio. I tubi debbono essere espansi meccanicamente, in
modo da garantire un perfetto contatto tra essi e le alette. Il gruppo dovrà presentare tutti
gli attacchi idraulici dallo stesso lato.
Bacinella inclinata di raccolta della condensa in acciaio inox AISI 304 e foro di scarico.
Rampa per umidificatore a vapore in acciaio inox AISI 304, costituito da due tubi
concentrici per la distribuzione del vapore e lo scarico condensa.
Separatore di gocce in acciaio INOX AISI 304.
Attacchi di tutti i circuiti idraulici a flangia, corredati di controflange, guarnizioni di tenuta,
bulloni e dadi;
Supporti antivibranti in elastomero per l'appoggio a pavimento del basamento dell'unità.
Sistema di umidificazione del tipo isotermo alimentato a vapore sterile.
Basamento di sostegno del gruppo motore-ventilatore su supporti antivibranti;
Recuperatore di calore a piastre in alluminio con telaio in alluminio estruso, del tipo a flussi
incrociati. Le piastre saranno di tipo nervato per garantire rigidità e distanza in modo da
evitare la formazione di percorsi preferenziali del flusso. Le piastre dovranno essere
accoppiate con una doppia piegatura, sigillata con resina sintetica, per garantire la
rigidezza dell'insieme.
Gli angoli del pacco saranno sigillati, ai profilati estrusi di alluminio che formano il telaio,
con resina sintetica permanentemente elastica.
Le pareti laterali saranno avvitate ai profili.
112
L'efficienza minima di scambio dovrà essere pari al 50%.
Giunti flessibili in tela olona gommata su raccordi di presa ed espulsione aria.
Manometri differenziali predisposti per segnalazione di mancanza di flusso o filtri intasati;
Sezione laterale di contenimento valvole.
Lo spettro di emissione di potenza sonora (LwdBA) alla bocca dei ventilatori non dovrà
essere superiore ai seguenti valori, per le varie frequenze:
Hz
63
125
250
500
1000
2000
4000
8000
dB(A)
61
73
85
82
85
84
83
76
Eventuale gestione a distanza.
3.3.33
SISTEMA DI REGOLAZIONE
Il complesso di regolazione a servizio dell’impianto di condizionamento sarà costituito da
una regolazione digitale in grado di migliorare la regolazione degli impianti, facilitare l’uso
operativo, elevare il grado di sicurezza.
Il sistema realizza le funzioni di regolazione tramite un controllore di processo completo di
programma utente contenuto in EPROM, che si interfaccia con i vari componenti in campo
per mezzo di bus di comunicazione.
Nella fornitura dovrà essere incluso ogni onere di Engineering, programmazione e startup,
e tutti gli schemi elettrici.
I componenti del sistema sono i seguenti:
Materiale periferiche
 n° 1 Modulo 4 ingressi analogici sonde LG-Ni 1000;
 n° 1 Modulo 2 ingressi analogici sonde LG-Ni 1000;
 n° 3 Modulo 2 ingressi analogici segnale 0…10 Vdc;
 n° 3 Modulo 4 ingressi digitali;
 n° 2 Modulo 2 uscite digitali (comandi);
 n° 2 Modulo 4 uscite analogiche;
 n° 1 Controllore Unigyr CIECO;
 n° 1 set montaggio da 14 moduli;
 n° 4 pop card in plastica;
 n° 1 set di indirizzi da 1 a 16;
 s.q. Cavi e accessori di montaggio.
Materiale in campo
 n° 4 Pressostato differenziale per aria scala 50-500 Pa completo di accessori;
 n° 1 Termostato antigelo a 2 posizioni capillare 1.6 m a dilatazione di liquido scala
5…65 °C;
 n° 1 servocomando per serrande aria ad azione ON-OFF, alimentazione a 24 V
rotativo, 16 Nm, con ritorno a molla e contatti ausiliari;
113












n° 3 Termosonda ambiente con modifica valore prescritto;
n° 2 sonda UR+T 0-10 V canale;
n° 2 Sonda velocità aria 0-5; 0-10; 0-15 m/s impostabili;
n° 1 Valvola a 3 vie ad otturatore PN16, corpo in bronzo corsa 5,5 mm per motore
SQS;
n° 4 Servocomando elettromeccanico per valvole corsa 5.5 mm, tempo 35 secondi
alimentazione 24 V, segnale 0-10;
n° 3 Raccordo per valvola dado filettato F 2”1/2 codolo F 1”1/2 in ghisa completo di
guarnizioni;
n° 1 Valvola a 3 vie ad otturatore PN10 flangiata;
n° 1 Servocomando elettromeccanico per valvole corsa 20 mm, tempo 35 secondi
alimentazione 24 V, segnale 0-10;
n°1 Convertitore di frequenza (Inverter) potenza massima 7.5 kW tensione 380 V con
filtro integrato classe B, IP 54;
n° 1 Convertitore di frequenza (Inverter) potenza massima 5.5 kW tensione 380 V con
filtro integrato classe B, IP 54;
n° 3 Valvola a 3 vie ad otturatore PN16, corpo in bronzo corsa 5,5 mm per motore
SQS;
n° 9 Raccordo per valvola dado filettato F 1” codolo F 1”1/2 in ghisa completo di
guarnizioni.
3.3.34
BATTERIE POSTRISCALDAMENTO
E’ prevista l’installazione di 2 batterie di post riscaldo a canale a servizio di 2 zone
specifiche, con relativa regolazione locale; il canale principale sarà al servizio della zona
esterna, finestrata verso sud e est, mentre il canale secondario andrà a servire le zone
interne come il corridoio e gli altri locali affacciati sulla galleria.
Le batterie saranno del tipo a pacco con alette in alluminio e tubi in rame, contenute in
apposito vano in acciaio zincato, coibentato e ispezionabile: saranno staffate a soffitto
nelle posizioni indicate sugli elaborati grafici.
Complete di:
 valvola 3 vie con servomotore nei diametri riportati sugli schemi grafici.
 attuatore 24V corsa 5mm;
 sonde di temperatura ambiente;
 pannello di regolazione a parete.
3.3.35
SILENZIATORI PER ARIA
Descrizione
Silenziatore per aria a sezione rettangolare o quadrangolare, lineare ad assorbimento
acustico, in esecuzione in lamiera di acciaio zincato.
Dati tecnici
114
Silenziatori a sezione quadrangolare, lineare ad assorbimento acustico, costituito da un
cassone metallico in lamiera di acciaio zincato con spessore minimo di 1 mm, con flange
alle due estremità forate nei quattro angoli.
Possono essere di sezione rettangolare o quadrata in differenti dimensioni con le seguenti
lunghezze standard: 900, 1200, 1500, 1800, 2100 mm.
All'interno sono alloggiati i setti fonoassorbenti regolarmente spaziati e dallo spessore da
100 o 200 mm.
Il telaio dei setti è costruito in lamiera zincata e il materiale fonoassorbente è in lana
minerale atossica di densità non inferiore a 40 kg/m³ ad elevato coefficiente di
assorbimento acustico e con rivestimento in lana di vetro per impedirne lo sfaldamento.
La resistenza allo sfaldamento dovrà essere garantita fino ad una velocità dell'aria di 20
m/s.
Normativa di riferimento
 UNI 8199
Documentazione da consegnare per approvazione
L'Appaltatore dovrà fornire i dati tecnici di attenuazione acustica per ogni silenziatore che
intende installare indicando il livello di abbattimento sonoro prodotto dal silenziatore.
Il materiale di assorbimento dovrà essere corredato di certificato di atossicità e il
costruttore dovrà dichiarare la resistenza meccanica allo sfaldamento offerta dal proprio
prodotto.
3.3.36
MACCHINA DI VENTILAZIONE LOCALE ANTIBLASTICI
Unità di recupero calore da controsoffitto, con struttura portante a doppia pannellatura con
isolamento termico ed acustico in polietilene ed in poliestere spessore 10 mm. Tutti i
componenti interni devono essere ispezionabili e facilmente rimossi dal basso.
Gruppo motoventilante a pale in avanti a doppia aspirazione, direttamente accoppiato al
motore, montato su supporti antivibranti, a 2 velocità selezionabili da comando a parete.
Scambiatore di calore a piastre di tipo statico a flussi incrociati ad alto rendimento: piastre
in alluminio con flussi separati da apposite sigillature. Sotto lo scambiatore deve essere
alloggiata una bacinella di acciaio inox con tubo di scarico.
Batteria di riscaldamento ad acqua calda con valvola on-off di esclusione comandata da
termostato ambiente integrato nel pannello a parete.
Filtro aria in fibra sintetica classe G3 (efficienza 85% ponderale).
Caratteristiche tecniche:
 portata nominale
 prevalenza utile alla portata nominale
 efficienza scambiatore
 pressione sonora
 grado di protezione/isolamento
 potenza termica batteria
1400 mc/h
140 Pa
52%
59 db(A)
IP 55/F
6.2 kW
115
Sulla canalizzazione di mandata aria sarà installato un secondo ventilatore per dare la
prevalenza aggiuntiva necessaria a vincere le perdite di carico del filtro a canale da
installarsi in serie: tale ventilatore avrà portata pari a 1400 mc/h e prevalenza di almeno
250 Pa e sarà del tipo centrifugo in linea per canali rettangolari.
Dopo il ventilatore sarà quindi installato un contenitore specifico per filtri a canale tipo
“canister” per alloggiare il filtro classe F8 (EN779) Em 90-95% di efficienza, del tipo a
piccole pieghe in fibra di vetro, telaio in acciaio zincato.
Il diffusore terminale sarà del tipo a flusso laminare.
3.3.37
MACCHINA DI VENTILAZIONE AMBULATORIO ODONTOIATRICO
Unità di recupero calore da controsoffitto, con struttura portante a doppia pannellatura con
isolamento termico ed acustico in polietilene ed in poliestere spessore 10 mm. Tutti i
componenti interni devono essere ispezionabili e facilmente rimossi dal basso.
Gruppo motoventilante a pale in avanti a doppia aspirazione, direttamente accoppiato al
motore, montato su supporti antivibranti, a 2 velocità selezionabili da comando a parete.
Scambiatore di calore a piastre di tipo statico a flussi incrociati ad alto rendimento: piastre
in alluminio con flussi separati da apposite sigillature. Sotto lo scambiatore deve essere
alloggiata una bacinella di acciaio inox con tubo di scarico.
Batteria di riscaldamento ad acqua calda con valvola on-off di esclusione comandata da
termostato ambiente integrato nel pannello a parete.
Filtro aria in fibra sintetica classe G3 (efficienza 85% ponderale).
Caratteristiche tecniche:
 portata nominale
600 mc/h
 prevalenza utile alla portata nominale 80 Pa
 efficienza scambiatore
55%
 pressione sonora
56 db(A)
 grado di protezione/isolamento
IP 44/F
 potenza termica batteria
2.8 kW
Sulla canalizzazione di mandata aria sarà installato un secondo ventilatore per dare la
prevalenza aggiuntiva necessaria a vincere le perdite di carico del filtro a canale da
installarsi in serie: tale ventilatore avrà portata pari a 600 mc/h e prevalenza di almeno 250
Pa e sarà del tipo centrifugo in linea per canali rettangolari.
Dopo il ventilatore sarà quindi installato un contenitore specifico per filtri a canale tipo
“canister” per alloggiare il filtro classe F8 (EN779) Em 90-95% di efficienza, del tipo a
piccole pieghe in fibra di vetro, telaio in acciaio zincato.
Il diffusore terminale sarà del tipo a flusso laminare.
3.3.38
COMPRESSORE D’ARIA AMBULATORIO ODONTOIATRICO
Compressore per aria compressa con stantuffo di tipo alternativo, della portata di circa 500
l/min, funzionante alla pressione di 8-12 atm, completo di serbatoio da l 300,
116
apparecchiatura di controllo, regolazione e sicurezza, posizionato sulla terrazza al piano
rialzato, in corrispondenza dell’ambulatorio odontoiatrico.
3.3.39
CANALE IN LAMIERA DI ACCIAIO ZINCATO
Condotti aria in lamiera di acciaio di prima scelta zincato a caldo con sistema Sendzimir e
zincatura pari a 125 gr/m² su entrambi i lati secondo UNI-EN 10142 e UNI-EN 10147.
Le canalizzazioni dovranno essere idonee per classe di pressione non superiori a 2 WG
(da  250 Pa a  500 Pa).
Dati tecnici
Condotti aria a sezione quadrangolare
Essi dovranno essere eseguiti in lamiera zincata (sistema SENDZIMIR) con zincatura pari
a 125 gr/mq su entrambi i lati. Le canalizzazioni dovranno si presentare con aggraffatura
su ciascun spigolo del condotto.
Sono accettati 2 angoli con piegatura per dimensioni di condotto in cui la sagoma dei due
lati piegati non superi i 450 mm.
Le giunzioni tra i vari tronchi le curve, i raccordi e i pezzi speciali potranno essere di tipo
flangiato e imbullonato o a baionetta scorrevole. Il sistema da adottare potrà essere scelto
in funzione delle dimensioni del condotto, della robustezza necessaria o determinato da
esigenze di montaggio. Resta inteso che il sistema prescelto deve essere omogeneo per
intere zone di impianto e il sistema di giunzione dovrà essere sottoposto a campionatura
prima dell'inizio dei lavori.
Le giunzioni a baionetta dovranno essere perimetralmente sigillate con prodotti di
caratteristiche adeguate ed inalterabili nel tempo. Le giunzioni flangiate dovranno essere
guarnite con nastro in elastomero espanso larghezza min. mm 30, spessore mm. 5.
Le baionette non dovranno essere ripiegate sul lato adiacente bensì tagliate di misura,
ribattute e rivettate sulle estremità e quindi sigillate.
I pezzi speciali (curve, raccordi, diramazioni e cambi di sezione) relativi ai canali di
distribuzione dell'aria dovranno essere realizzati secondo i migliori accorgimenti costruttivi
in grado di garantire un corretto flusso dell'aria e ridotte perdite di carico.
Tutte le curve avranno un raggio minimo interno uguale al lato, del canale, complanare al
raggio di curvatura. Qualora per mancanza di spazio non fosse possibile realizzare curve
con raggio come sopra detto, si dovranno installare alette deflettrici in lamiera zincata.
Gli spessori da prevedere risultano i seguenti:
Senza nervature di rinforzo:
 lato maggiore condotto fino a 300 mm:
spessore mm 0,6
 lato maggiore condotto da 300 mm a 450 mm: spessore mm 0,6
 lato maggiore condotto da 450 mm a 750 mm:
spessore mm 0,8
 lato maggiore condotto da 750 mm a 900 mm:
spessore mm 1,0
Con nervature trasversali parallele passo 200 ÷ 250 mm:
 lato maggiore condotto fino a 500 mm
spessore mm 0,6
117
 lato maggiore condotto da 500 a 900 mm
spessore mm 0,8
Per dimensioni superiori a quelle indicate nelle rispettive tipologie costruttive si impone
l'impiego di rinforzi trasversali eseguiti in profilati di lamiera nervata spessore mm 1,5 e
fissati con razionale rivettatura.
Nei suddetti casi inoltre dovrà essere adottato esclusivamente il sistema di giunzione a
flangia.
Per quanto riguarda le flange, sono da preferirsi quelle in profilato di lamiera stampata,
saldata con puntatura elettrica e preforate con passo adeguato al lato, di tipo prefabbricato
di serie.
Condotti aria a sezione circolare
Le canalizzazioni potranno essere eseguite in lamiera zincata col sistema "spirotubo" a
fascia spiroidale con aggraffatura elicoidale continua sul lato esterno, con superficie liscia
all'interno del condotto, oppure con costruzione tramite lamiera calandrata e giunzione
longitudinale a puntatura elettrica.
La scelta dei due sistemi di costruzione deve essere concordata con la D.L. per una
armonizzazione tra i problemi costruttivi e quelli architettonico-estetici.
Le giunzioni tra i tronchi, le curve, i raccordi e i pezzi speciali dovranno essere eseguite
con l'impiego degli appositi manicotti interni cilindrici con nervature di rinforzo. Il fissaggio
sarà eseguito con rivettatura a duplice filare alternato per ciascuno dei lati di giunzione.
Le giunzioni dovranno essere perimetralmente sigillate con prodotti di caratteristiche
adeguate ed inalterabili nel tempo.
Le giunzioni a flangia devono essere dotate di guarnizione di tenuta in nastro di
elastomero espanso larghezza mm. 30, spessore mm. 5.
I raccordi ed i pezzi speciali saranno realizzati mediante elementi adeguatamente tagliati,
preformati ed assemblati mediante puntatura elettrica.
Lo spessore delle lamiere dovrà risultare il seguente:
 fino al Ø 300 mm: spessore mm. 0,6
 dal Ø 300 al Ø 600 mm:
spessore mm. 0,8 con giunzione a manicotto
 dal Ø 600 al Ø 1000 mm: spessore mm 1,0 con giunzione a manicotto
In generale la zincatura dovrà essere omogenea e non potrà presentare alcun tipo di
infiorescenza, neppure se causata da una lunga permanenza in cantiere.
Le condotte saranno installate su staffaggi realizzati con profilati in acciaio zincato. I tiranti
di sostegno delle staffe saranno in tondino di acciaio zincato ancorati ai solai mediante
tasselli.
Il fissaggio delle staffe ai tiranti sarà effettuato sulla estermità inferiore di questi e dovrà
essere assicurata la possibilità di regolazione in altezza delle staffe.
Le condotte verticali saranno staffate mediante ancoraggi in profilati analoghi a quelli detti,
fissati ai canali ed alle murature in modo da scaricare il peso su quest'ultime.
In tutte le parti che richiedano manutenzioni ed ispezioni all'interno dei condotti dovranno
essere previste portine di ispezione a tenuta.
118
Qualora problemi di spazio impedissero di realizzare i pezzi speciali così come indicato a
progetto, si dovrà fare uso di alette deflettrici e serrande captatrici. Le serrande saranno
del tipo ad alette multiple (a farfalla per i canali circolari) con comando dall'esterno. Il
dispositivo di manovra dovrà sporgere dall'eventuale rivestimento coibente dei canali.
Dove i condotti verranno collegati a sezioni di ventilazione occorrerà installare un giunto
flessibile di tipo commerciale prefabbricato con fasci flessibili di fissaggio ai condotti in
lamiera zincata e fasce antivibrante in tela gommata neoprenica.
Prove e collaudi
Gli oneri per le opere relative alle seguenti predisposizioni devono essere compresi nel
prezzo esibito in sede di offerta.
Nei punti dei canali o dei plenum ove la D.L ritiene di eseguire misure di portata, dovranno
essere praticati dei fori protetti da tappi.
I fori nei condotti rivestiti con isolamento verranno forniti di un tubetto di estensione e di
tappo.
A valle e monte del ventilatore di mandata e nelle diramazioni principali, dovrà essere
praticato un foro con tubetto di estensione e beccuccio portagomma con chiusura, per
l'allacciamento di misuratori di pressione statica.
Normativa di riferimento
 UNI 5741
 UNI-EN 10142
 UNI-EN 10147
 SMANCA
 ASAPIA
Accessori
Dovranno essere previsti tutti gli accessori quali serrande captatrici, deflettori, serrande,
pezzi speciali, giunti e supporti antivibranti, etc. che si rendano necessari per l'esecuzione
delle canalizzazioni a "regola d'arte" e per un ottimale funzionamento delle reti stesse.
Documentazione da consegnare per approvazione:
I disegni di progetto hanno il compito di indicare le dimensioni dei condotti da eseguire ed
il loro percorso.
In corso d'opera costituirà un onere per l'Appaltatore procedere, attraverso minuzioso
rilievo dello stato di fatto, alla redazione dei disegni costruttivi necessari per la
realizzazione dell'impianto. Tali disegni dovranno rispecchiare le indicazioni riportate sui
disegni di progetto.
Qualora per cause di forza maggiore e/o per varianti intercorse nella esecuzione delle
opere, i disegni costruttivi si discostino dai disegni di progetto, le relative variazioni
dovranno essere evidenziate alla D.L.
L'Appaltatore é tenuto a richiedere almeno 15 gg prima dell'esecuzione delle opere,
l'approvazione dei disegni in argomento da parte della D.L.. Senza tale approvazione non
potrà procedere alla posa delle canalizzazioni.
119
3.3.40
COIBENTAZIONE PER CANALI D'ARIA
Isolamento termico per condotti aria percorsi unicamente da aria calda realizzato in
materassino di fibra di vetro rivestito con barriera vapore in carta kraft-alluminio.
Dati tecnici
La coibentazione termica deve essere realizzata in rotoli di feltro in fibra di vetro trattata
con resine termoindurenti, rivestito su una faccia con carta kraft-alluminio retinata, su:
 tutti i canali di espulsione aria installati a monte del recuperatore di calore;
 tutti i canali di presa aria esterna valle del recuperatore di calore.
 tutti i canali di immissione aria in ambiente con percorso in locale non riscaldato;
 tutti i canali di immissione aria in ambiente con percorso in locale riscaldato (se non
diversamente indicato).
Il materiale isolante dovrà presentare una conducibilità termica a 50°C non superiore a
0.045 W/m K, la densità non dovrà superare il valore di 30 kg/mc; gli spessori da
prevedere, in conformità a quanto previsto dal DPR 412 del 26/08/94, risultano i seguenti:
 per percorso interno in locale riscaldato e comunque all'interno rispetto dell'isolamento
termico dell'edificio: spessore 25 mm.
 per percorso esterno in locale non riscaldato (compresi i locali tecnici) e comunque
all'esterno rispetto dell'isolamento termico dell'edificio: spessore 50 mm.
In generale gli altri canali di presa aria esterna, di espulsione o di ventilazione meccanica,
non saranno coibentati a meno che lungo il percorso non diano luogo a condensazioni
superficiali. In tal caso dovrà essere previsto un rivestimento isolante anticondensa
adeguato.
La coibentazione termica dovrà essere installata esclusivamente all'esterno dei canali e
pertanto da escludere qualsiasi forma di coibentazione interna, con la solo esclusione di
quella relativa ai condotti afonizzanti e ad eventuali plenum silenziatori.
Il materassino dovrà essere applicato ai condotti per incollaggio con adesivi consigliati dal
fabbricante.
Nelle giunzioni di spigolo i pannelli delle superfici orizzontali devono sormontare lo
spessore dei pannelli delle superfici verticali. Anche il sormonto deve essere trattato con
adesivo. Le superfici dei pannelli devono essere accuratamente rifilate con appositi utensili
di taglio.
I materiali impiegati, dovranno presentare stabilità dimensionale, essere imputrescibili ed
avere almeno Classe 1 di reazione al fuoco.
L'isolamento dovrà essere installato in modo da consentire la manovrabilità delle serrande,
l'apertura delle portine di ispezione e l'accesso ad eventuali apparecchiature, quali
termometri, sonde, ecc., installate sui condotti stessi. I fori per l'inserimento degli strumenti
(tubi di Pitot) dovranno avere una adeguata prolunga per sporgere dall'isolamento termico
ad un diametro adeguato per poter inserire gli strumenti.
Finitura esterna:
Si prevede la finitura esterna dell'isolamento nei seguenti casi:
 per canalizzazioni con percorso esterno il materassino deve essere rifinito sempre con
finitura in lamierino di alluminio;
120
 per le canalizzazioni con percorso a vista all'interno dei locali il materassino deve
essere rifinito sempre con finitura in lamierino di alluminio; in alternativa, ove
specificato, il materassino deve essere rifinito con lamierino di acciaio zincato
opportunamente smaltato dall'Appaltatore con RAL da definire in corso d'opera dietro
le indicazioni della D.L..
 per le canalizzazioni con percorso in Centrale Tecnologica ed in cavedi tecnici
(controsoffitti e pavimenti) non è prevista la finitura esterna dell'isolamento;
Il rivestimento a lamierino di alluminio, dello spessore minimo di 6/10 di mm, deve essere
eseguito con lamiere preformate dotate di profilatura a sormonto sia in senso longitudinale
che trasversale. Il fissaggio tra i vari pezzi deve essere eseguito medianti viti autofilettanti
di tipo inossidabile.
Per le canalizzazioni correnti all'esterno la protezione esterna dovrà risultare impermeabile
e pertanto i vari pezzi dovranno essere opportunamente sigillati in modo da scongiurare
infiltrazioni d'acqua.
Normativa di riferimento
 D.M.I 26/6/84
 Legge n.10 del 9/01/1991
 D.P.R. n.412 del 26/8/1993
 UNI 6665
 UNI 8804
Accessori
Le coibentazioni dovranno essere dotate di tutti gli accessori e materiali di fissaggio e
sigillatura necessari per il montaggio "a regola d'arte".
Documentazione da consegnare per approvazione
L'Assuntore dovrà fornire alla D.L., per il materiale isolante prescelto, i certificati di prova
attestanti le caratteristiche fisico-tecniche dei materiali stessi.
La classificazione della reazione al fuoco dovrà essere prodotta in certificato originale o
conforme all'originale accompagnato dalle bolle di accompagnamento che testimonino
l'omogeneità del materiale utilizzato in cantiere rispetto al Certificato prodotto.
3.3.41
CANALIZZAZIONI FLESSIBILI
Serviranno in linea di massima per i collegamenti da canalizzazioni rigide ad unità
terminali.
A seconda di quanto prescritto e/o necessario, i tipi di canali flessibili da impiegare
potranno essere:
 condotto flessibile realizzato in spirale di acciaio zincato, aggraffata meccanicamente
ad un nastro in tessuto plastico autoestinguente, tale da dare una superficie interna
liscia,
 condotto flessibile formato da un nastro ondulato di alluminio (o acciaio inox, secondo
quanto richiesto), avvolto elicoidalmente ed aggraffato lungo le giunzioni elicoidali con
un giunto di tipo e forma adeguati, tale da garantire tenuta all’aria e flessibilità,
121
Tutti i raccordi e le giunzioni dei raccordi flessibili fra loro. o a condotti rigidi, saranno del
tipo a manicotto, con fascetta stringitubo a vite, montata con interposizione di gomma o
altro materiale di tenuta, così da ottenere perfetta tenuta all’aria.
3.3.42
DIFFUSORI, GRIGLIE, UGELLI, SERRANDE
Griglie di transito
Saranno costruite in alluminio anodizzato con alette fisse antiluce.
Saranno dotate di controtelaio sempre in alluminio per il montaggio su porta.
Nel caso di montaggio su parete in muratura le bocchette saranno due per ogni apertura di
transito e complete di cannotto passante in lamiera per finitura del foro a parete e per il
fissaggio delle bocchette stesse.
Nel caso in cui il transito dell'aria deve essere subordinato esclusivamente al
funzionamento dell'impianto di ventilazione le suddette bocchette dovranno essere dotate
di serranda automatica e gravità ad alette multiple in alluminio.
Griglie di aspirazione
In alluminio anodizzato o verniciato con cornice ed alette in alluminio dotate di serranda di
taratura ad alette contrapposte con movimento micrometrico, manovrabili dall'esterno; la
bocchetta presenterà anodizzazione colore alluminio naturale; la serranda sarà verniciata
in color nero con essiccazione a forno. La bocchetta sarà fornita completa di controtelaio.
Valvole di ventilazione
Saranno costituite da valvole di ventilazione in polipropilene, con albero e dado in acciaio
zincato.
Il disco sarà piatto e coprirà interamente l'apertura della valvola. Il montaggio sarà
effettuato mediante viti in vista su apposito collarino.
Nella fase di avviamento dell'impianto le singole bocchette dovranno essere tarate
mediante la rotazione del disco centrale dalla posizione di massima apertura a quella di
completa chiusura fino a raggiungere la portata di progetto.
Serrande di regolazione portata aria
Saranno in acciaio ad alette parallele a movimento contrapposto con perno ruotante su
boccole di bronzo o teflon o nylon, levismi esterni alla serranda per unione delle alette
protetti da carter, leve per comando manuale con robusto settore di guida per fissaggio
della leva in qualsiasi punto della corsa, guarnizioni, controflange, bulloni con dado in
ottone, targhette di posizione in apertura e chiusura.
Presa di aria esterna e di espulsione
Saranno costruite in ferro zincato, con semplice fila di alette para-pioggia e rete anti-foglia.
Saranno provviste inoltre di un robusto telaio in profilato metallico per l'applicazione sui
canali di aspirazione aria o direttamente sulla muratura.
Bocchette di mandata
122
Saranno in allumino anodizzato, con cornice ed alette in alluminio, provviste di doppia fila
di alette direzionali manovrabili manualmente, e di serranda di taratura ad alette
contrapposte, con movimento micrometrico, manovrabili all'esterno; le bocchette
presenteranno anodizzazione colore alluminio naturale; la serranda sarà verniciata in color
nero con essiccazione a forno. Le bocchette installate direttamente o tramite raccordo in
lamiera alla canalizzazione principale saranno dotate di captatori.
Griglie di ripresa a barre fisse
In alluminio anodizzato con cornice e barre fisse verticali in alluminio dotate di serranda di
taratura ad alette contrapposte con movimento micrometrico, manovrabili dall'esterno; la
bocchetta presenterà anodizzazione colore alluminio naturale; la serranda sarà verniciata
in color nero con essiccazione a forno. La bocchetta sarà fornita completa di controtelaio e
verrà fissata sul canale montante mediante raccordo in acciaio.
3.3.43
SERRANDA TAGLIAFUOCO
Serranda tagliafuoco a sezione circolare o quadrangolare con attacco a ghiera o a
manichetta del tipo normalmente aperto.
Dati tecnici
Le serrande tagliafuoco sono costituite da un involucro metallico esterno con all'interno la
pala di otturazione rotante su un asse orizzontale e sono garantiscono la tenuta ad una
pressione di esercizio non inferiore a 500 Pa.
Le serrande tagliafuoco devono risultare Certificate alla resistenza al fuoco minimo REI
120, se non diversamente indicato in altra parte dei documenti contrattuali, secondo la
Circolare n.91 del Ministero dell'Interno.
I principali elementi costruttivi saranno:
 involucro a tunnel in lamiera d'acciaio zincato di 2 mm di spessore, provvisto di flange
perimetrali di raccordo; il tunnel avrà profondità minima 300 mm.
 flangia intermedia posizionata all'esterno del tunnel per l'allineamento al muro
tagliafuoco;
 pala interna di otturazione in materiale refrattario rigido con piastre di supporto in
lamiera d'acciaio zincato munite di perni ruotanti su boccole attorno ad un asse
orizzontale;
 cornice perimetrale interna in materiale refrattario rigido;
 sistema di comando esterno all'involucro costituito da un disgiuntore termico che tiene
la pala di otturazione normalmente aperta;
 sgancio termico automatico effettuabile mediante fusibile metallico in trazione tarato a
70 °C;
 leva di riarmo manuale completa di dispositivo di bloccaggio in posizione di fermo a
serranda chiusa;
 kit di contatti per la segnalazione di posizione di inizio e fine corsa.
Accessori
Gli accessori richiesti dovranno essere premontati in officina.
123
Nel caso specifico la fornitura sopra indicata deve essere integrata con l'apposito kit per lo
sgancio elettromagnetico asservito all'impianto di rivelazione fumi e la motorizzazione al
riarmo con servocomando a 24 Vcc. Nella fornitura della serranda si intende sempre
compreso il collegamento elettrico di segnalazione di fine corsa che dovrà essere
luminosa e singola su quadro elettrico; quando è richiesto l'asservimento al sistema di
rivelazione fumi si intendono compresi sia i collegamenti elettrici tra la centralina di
rivelazione fumi e la serranda e sia quelli necessari per il riarmo con apposito motore
sopra descritto.
Normativa di riferimento:
 Circolare 91
Documentazione da consegnare per approvazione:
All'atto dell'approvazione l'Appaltatore dovrà produrre copia del Certificato di resistenza al
fuoco per il modello di serranda che intende installare.
All'atto dell'installazione dovrà essere prodotto il Certificato di resistenza al fuoco, in
originale o in copia conforme all'originale, per ciascuna serranda installata; con ciò si
intende che il Certificato potrà essere genericamente relativo al modello installato ma
l'Appaltatore dovrà dimostrare con apposita Dichiarazione per ogni serranda installata il
modello di appartenenza ed accompagnarlo col certificato di cui sopra.
124
3.4
IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI
3.4.1
TRASFORMATORE MT/BT, TRIFASE, IN RESINA
Normativa di riferimento
Il trasformatore dev'essere progettato, costruito e collaudato in conformità alle norme CEI
(Comitato Elettrotecnico Italiano) e IEC (International Electrical Commission) in vigore.
Caratteristiche costruttive
Struttura meccanica
La struttura meccanica dev'essere costruita in modo tale da permettere il sollevamento e
la traslazione del trasformatore completo senza che si verifichino deformazioni
permanenti, nonché il superamento di qualsiasi regime di funzionamento prevedibile, sia
nominale che di guasto, senza che vi sia degradamento delle caratteristiche nominali.
Tutti i volumi ed i componenti soggetti ad ispezione e manutenzione, sia ordinaria sia
straordinaria, devono essere accessibili e smontabili con normali attrezzi.
Tutte le minuterie e gli accessori metallici devono essere trattati con zincatura a fuoco.
Verniciatura
Le parti metalliche devono essere verniciate con ciclo per clima mediterraneo e
continentale, essenzialmente consistente in:
 una mano di fondo con pittura di tipo epossidico con catalizzatore, con pigmenti
anticorrosivi;
 una mano intermedia con pittura vinilalchidica con pigmenti anticorrosivi;
 due mani di finitura con il colore normalizzato del costruttore con pittura
alchidico/siliconica, con pigmenti anticorrosivi.
Nucleo
Il nucleo dev'essere costituito da lamierini magnetici al silicio laminati a freddo e a grani
orientati, singolarmente isolati da ambo i lati con un sottile rivestimento inorganico (ossidi
minerali).
Il circuito magnetico dev'essere composto da tre colonne disposte su uno stesso piano e
collegate alle loro estremità da due gioghi rettilinei.
L'unione tra colonne e i gioghi dev'essere del tipo a giunti intercalati, taglio a 45°, per
consentire una migliore utilizzazione delle caratteristiche magnetiche del lamierino
ottenendo minori perdite e una minore corrente a vuoto.
La sezione delle colonne e dei gioghi dev'essere a gradini, in numero variabile a seconda
della potenza del trasformatore.
Nastrature con materiali isolanti speciali devono garantire un pressaggio uniforme, rigidità
e compattezza delle colonne, mentre la pressatura dei gioghi dev'essere ottenuta con
profilati in acciaio ben dimensionati collegati tra loro da tiranti verticali atti a garantire un
perfetto ammaraggio degli avvolgimenti sottoposti a sollecitazioni elettrodinamiche di
cortocircuito.
125
L'accurata scelta dei valori di induzione, unitamente ai sopra citati criteri di legatura delle
colonne e di serraggio dei gioghi, nonché l'utilizzo di particolari vernici antirombo, deve
garantire un basso livello di rumorosità.
Il nucleo magnetico dev'essere messo a terra in almeno un punto.
Avvolgimenti
Gli avvolgimenti di MT e BT devono essere realizzati con isolamenti in classe come
indicato nella scheda tecnica della fornitura.
Gli avvolgimenti isolati nel loro complesso e nelle effettive condizioni di installazione
devono essere di tipo autoestinguente (Norme ASTM D220 metodo 1).
L'avvolgimento di bassa tensione dev'essere realizzato con una o più piattine di rame in
parallelo oppure in lastra di alluminio (V. scheda tecnica della fornitura) opportunamente
isolate.
L'avvolgimento di alta tensione dev'essere composto da gallette in filo di rame oppure in
alluminio (V. scheda tecnica della fornitura) collegate in serie, posizionate in un apposito
stampo e inglobate sottovuoto in resina.
Gli isolatori di MT e le prese per la regolazione della tensione primaria devono essere
ricavati sulle colonne inglobate.
Le resine impiegate per incapsulare gli avvolgimenti devono essere del tipo epossidico,
additivate con cariche minerali.
Il sistema deve presentare caratteristiche di estrema stabilità tali da tollerare temperature
relativamente alte con bassi valori di perdita di massa.
La miscela dev'essere preparata con mescolatori ad alta velocità, sotto vuoto e a caldo.
A colata avvenuta, il processo di indurimento dev'essere effettuato per tempi e con livelli di
temperature differenziati onde ottenere una perfetta polimerizzazione.
Il prodotto così ottenuto deve garantire un'ottima resistenza all'invecchiamento e agli
sbalzi termici, un'eccellente resistenza agli acidi e all'acqua nonché un'elevata tenuta alla
fiamma.
Rumore
Il trasformatore, alimentato a tensione e frequenza nominali sulla presa centrale, sia a
vuoto che a carico, non deve superare i livelli medi di pressione acustica indicati (V.
Scheda tecnica della fornitura.
Frequenze di risonanza
I trasformatori sono da inserire in una rete MT che in presenza di manovre può generare
delle oscillazioni a frequenze elevate (decine di kHz).
L'avvolgimento di MT deve presentare frequenze di risonanza proprie, rilevate sui punti
critici dell'avvolgimento stesso (esempio: prese di regolazione fuori carico) al di fuori dal
campo sopra citato di frequenza tipico di una rete pubblica e con guadagni di tensione tali
da non superare i livelli di isolamento previsti tra spire e verso massa.
Disposizione dei terminali
126
I terminali devono essere disposti sul lato superiore del trasformatore e contrassegnati in
modo che guardando il trasformatore lato media tensione, sia rispettata la sequenza:
 lato MT
1U 1V 1W
 lato BT
2N 2U 2V 2W
I terminali devono essere sopportati da isolatori con linea di fuga allungata.
Il collegamento lato MT dev'essere predisposto per capocorda; il collegamento BT
dev'essere in piatto di rame.
Raffreddamento
Il raffreddamento deve avvenire con aria a circolazione naturale e forzata in base a quanto
indicato nelle schede tecniche delle forniture.
Commutatore di prese
Sull'avvolgimento primario di ogni colonna dev'essere installato un commutatore a prese,
montato su basetta, con piastrine di connessione imbullonate.
L'aumento e la diminuzione delle spire devono essere ottenibili mediante lo spostamento
delle piastrine, da eseguire esclusivamente con il trasformatore completamente disinserito
dalla rete.
Contrassegni
Oltre alla targa delle caratteristiche, prescritta dalle Norme CEI, ogni trasformatore ed ogni
suo componente dev'essere contrassegnato da una targhetta metallica inossidabile incisa,
avvitata o rivettata, riportante il codice di riferimento univoco riportato sui relativi schemi;
ogni targhetta dev'essere.
Tutti i terminali devono portare il contrassegno della fase di appartenenza e della funzione
di neutro.
Circuiti ausiliari
I circuiti ausiliari devono essere centralizzati in una cassetta morsettiera con grado di
protezione IP55 installata sul trasformatore.
Tutta la cavetteria relativa ai circuiti ausiliari deve avere l'isolante adatto a resistere a
temperature fino a 140°C e non propagante l'incendio, e dev'essere protetta contro
danneggiamenti accidentali.
Caratteristiche funzionali
Dati funzionali
Il trasformatore deve poter funzionare in servizio continuo su qualunque presa alla
potenza nominale e alle seguenti condizioni:
 con sovratemperature entro i limiti stabiliti dalle Norme CEI per la classe B: a
frequenza nominale ed alla tensione corrispondente a quella della presa alimentata;
 con sovratemperature eccedenti di non oltre 5 gradi centigradi i limiti stabiliti dalle
Norme CEI per la classe B: a frequenza nominale e tensione pari a 95% di quella della
presa alimentata.
Funzionamento a tensione aumentata
127
Il trasformatore, alimentato sulla presa principale con tensione pari a 110% della nominale,
deve assorbire una corrente a vuoto non superiore al 200% di quella misurata in sede di
prova a tensione nominale.
Corto circuito
I trasformatori devono sopportare le sollecitazioni termiche e dinamiche conseguenti ad un
corto circuito franco su terminale BT per la durata di 2 secondi con una tensione primaria
pari al 10% della nominale.
Prove di accettazione
 misura della resistenza degli avvolgimenti;
 misura del rapporto di trasformazione e controllo della polarità e dei collegamenti;
 misura della tensione di corto circuito (presa principale), della impedenza di corto
circuito e delle predite di carico;
 misura delle perdite e delle correnti a vuoto;
 prove di isolamento sui circuiti di potenza;
 prove di isolamento sui circuiti ausiliari;
 misura delle scariche parziali;
 prove sui commutatori sottocarico, se installati;
 misura del livello di rumore;
 esame a vista;
 controllo dimensionale.
 Le prove devono essere eseguite in conformità alle Norme CEI con le seguenti
puntualizzazioni:
Misura della resistenza ohmica degli avvolgimenti
La misura dev'essere effettuata col metodo voltamperometrico e con una precisione non
inferiore allo +0,5%.
Misura dei rapporti di trasformazione
Devono essere eseguite la misura dei rapporti di trasformazione e la verifica dei
diagrammi di connessione e dello spostamento angolare in corrispondenza di tutte le
prese.
La misura dev'essere effettuata col metodo potenziometrico e con una precisione non
inferiore allo +0,2%.
Misura delle perdite a carico e della tensione di corto circuito
La misura delle perdite dev'essere effettuata mediante tre wattmetri con basso fattore di
potenza e di classe non inferiore a 0,5; le loro indicazioni devono essere corrette per
tenere conto degli errori di misura.
La tensione e le correnti devono essere misurate con strumenti almeno di classe 0,2.
I trasformatori di misura devono essere di classe 0,2 e i loro errori di rapporto e d'angolo
devono essere noti con una precisione superiore a +0,02%.
Misura delle perdite a vuoto e delle correnti a vuoto
Per la prova devono essere usati strumenti e trasformatori di misura delle stessa classe di
precisione prevista per la misura delle perdite a carico.
128
La forma d'onda della tensione di alimentazione dev'essere sinusoidale; la distorsione
massima emessa dev'essere 5%.
Prove di isolamento a frequenza industriale
Sono prescritte la prova di tensione applicata e la prova di tensione indotta.
La prova di tensione applicata dev'essere conforme ai livelli indicati nelle prescrizioni
costruttive.
Misura delle scariche parziali
La misura delle scariche parziali dev'essere eseguita in conformità alla norma CEI 42-3; il
volume misurato non deve superare 10 % alla tensione di prova di 1,1 Um.
Misura del livello di rumore
Si deve accertare che con il trasformatore alimentato a tensione e frequenza nominali
(presa centrale), i livelli medi per bande di ottava di pressione acustica, misurati secondo
la norma IEC 551 del 1987 non superino i valori indicati nelle schede tecniche.
Esame a vista
Dev'essere controllata la buona esecuzione della macchina, la corrispondenza delle
targhe, le prese di terra.
Controllo dimensionale
Devono essere controllate tutte le dimensioni verificando la rispondenza al disegno.
Prove di tipo e speciali
Il trasformatore deve inoltre essere sottoposto alle seguenti prove di tipo:
 prova ad impulso atmosferico
 misura del livello di rumore
 prova di riscaldamento e determinazione della temperatura superficiale del ferro. la
prova di riscaldamento dev'essere effettuata con riferimento alla potenza nominale
garantita;
 prova ad impulso - la prova dev'essere eseguita in conformità alle prescrizioni IEC 726
parte IV ed i valori applicati devono essere quelli della tabella V, colonna 1.
Le prove sono da eseguirsi in conformità alle norme CEI.
Documentazione
 disegno di assieme completo di tutte le quote più significative e dei vari pesi e carichi
necessari per il calcolo delle fondazioni;
 dettagli delle connessioni MT/BT;
 schemi elettrici funzionali dei circuiti ausiliari e delle morsettiere;
 copia della specifica tecnica compilata e firmata per accettazione;
 manuali di manutenzione, uso ed installazione della macchina, con i settaggi standard
delle temperature per allarme e sgancio da impostare sulla centralina elettronica;
 Certificati di marchi nazionali e/o europei;
 Marcatura "CE" per il recepimento della direttiva europea MACCHINE 89/392;
 Certificati delle prove e collaudi come sotto indicato.
Condizioni ambientali
129
 temperatura ambiente Max + 40 °C, min - 10 °C;
 umidità relativa Max 95 %;
 presenza di atmosfera: umida e salina.
Tenuta alle sollecitazioni sismiche
Il luogo di installazione non prevede particolari accorgimenti per le sollecitazioni sismiche.
Equipaggiamenti ausiliari
Il trasformatore dev'essere equipaggiato con rilevatori di temperatura del tipo a
termosonda, antinduttiva, Pt 100 a 0°C, in accordo con IEC 751 con elemento doppio (1 di
riserva), classe di precisione A installate come segue:
 n. 6 negli avvolgimenti BT.
 n. 2 nel nucleo.
Tutti i collegamenti delle termosonde devono essere riportati nella cassetta di
centralizzazione da installare nella parte bassa del trasformatore.
La connessione dei conduttori alle morsettiere devono essere eseguiti con terminali
preisolati a compressione.
Apparecchiatura per la protezione contro il sovraccarico termico, in grado di fornire le
seguenti prestazioni:
 visualizzazione della temperatura di ciascuna colonna;
 invio di un segnale di allarme a una centralina apposita e contemporaneo distacco del
trasformatore dalla rete per la temperatura oltre i limiti;
 pilotaggio del sistema di raffreddamento forzato;
 autodiagnosi dei circuiti elettronici.
I rulli di scorrimento del trasformatore devono essere smontabili ed orientabili e devono
avere l'interasse fissato dalle Norme UNEL 21002-74.
Il trasformatore dev'essere inoltre dotato di:
 golfari di sollevamento;
 anelli di traino;
 morsetti di messa a terra;
 targa caratteristiche.
Altre dotazioni
 esecuzione con ventilatori comandati automaticamente da termosonde per la
ventilazione forzata del trasformatore onde consentire un aumento di potenza
continuativo pari al 30%;
 esecuzione in armadio metallico in versione IP31 realizzato dal costruttore del
trasformatore a protezione dei morsetti MT/BT contro i contatti accidentali e contro gli
agenti atmosferici.
3.4.2
QUADRO DI MEDIA TENSIONE IN ESECUZIONE PROTETTA PER
INTERNO, CON ISOLAMENTO IN ARIA E INTERRUTTORI IN SF6
Limiti di fornitura
Il quadro dev'essere completo di:
130
 ferri di base da annegare nel pavimento ;
 attacchi per collegamento cavi di potenza ;
 morsettiera per collegamento cavi ausiliari esterni .
Norme di riferimento
Il quadro e le apparecchiature devono essere progettati, costruiti e collaudati in conformità
alle norme CEI e IEC in vigore.
Devono inoltre essere conformi anche alle normative previste per la prevenzione degli
infortuni.
Caratteristiche di progetto
Dati ambientali (riferiti al locale ove è installato il quadro)
 temperatura ambiente Max + 40 °C, min - 10 °C;
 umidità relativa Max 95 %;
 presenza di atmosfera: umida e salina.
Dati elettrici
 tensione di esercizio: 15 kV;
 tensione nominale: 24 kV;
 tensione di isolamento: 24 kV;
 tensione di prova a frequenza industriale per 1 minuto:
 50 kV circuiti di potenza;
 2,5 kV circuiti ausiliari;
 tensione di tenuta ad impulso: 125 kV;
 frequenza: 50 Hz;
 stato del neutro: isolato;
 corrente nominale sbarre: 400 A;
 corrente di breve durata per 1 secondo: 12,5 kA;
 corrente limite dinamica (valore di cresta): 31,5 kA;
Caratteristiche costruttive
Generalità
La struttura del quadro dev'essere formata da scomparti di tipo normalizzato affiancati,
ognuno costituito da elementi modulari componibili e standardizzati.
Il quadro dev'essere realizzato in esecuzione protetta adatta per installazione all'interno;
pertanto tutte le operazioni di comando e di manutenzione devono potersi effettuare dal
fronte del quadro (addossabilità a parete).
La struttura di ciascuno scomparto dev'essere autoportante, realizzata con lamiera
prezincata e pressopiegata di 2 mm. I pannelli e le porte devono essere realizzati con
lamiera pressopiegata dello spessore di 2 mm e 1,5 mm.
Il grado di protezione meccanica degli scomparti dev'essere almeno IP3X (IP2X all'interno
del quadro).
Gli scomparti devono essere realizzati in modo da permettere eventuali futuri ampliamenti
sui lati del quadro, con l'aggiunta di ulteriori scomparti.
131
A tale proposito, il quadro dev'essere chiuso sui lati con pannelli di lamiera facilmente
asportabili per acconsentire l'eventuale succitato ampliamento.
Ciascuno scomparto dev'essere realizzato e costituito da celle contenenti i vari
componenti elettrici e meccanici come a seguito descritto e separate tra loro con lamiere
di segregazione od apparecchi.
Nell'ambito dei vari scomparti si devono individuare le seguenti celle tipiche:
 cella sbarre;
 cella linea;
 cella strumenti.
Nel dettaglio le celle tipiche devono avere le caratteristiche costruttive seguenti.
Cella sbarre
La cella sbarre dev'essere situata nella parte superiore del quadro, e deve contenere il
sistema di sbarre principali sostenuto dagli isolatori portanti superiori del componente di
derivazione (sezionatore controsbarre o interruttore di manovra sezionatore) al cui
terminale le sbarre devono essere imbullonate.
La chiusura superiore e laterale della cella dev'essere realizzata con lamiere o pannelli
asportabili per consentire interventi straordinari che richiedano l'ispezionabilità delle
sbarre.
Cella linea ( per scomparti dotati di interruttore o contattore)
La cella linea dev'essere dotata di portella di chiusura incernierata munita di maniglia per
l'apertura e per consentire l'accesso alle apparecchiature interne.
Nella cella linea devono poter essere montati i seguenti componenti:
 interruttore ad esafluoruro di zolfo o contattore con portafusibili;
 sezionatore rotativo controsbarra;
 sezionatore di terra;
 trasformatori di corrente;
 divisori capacitivi;
 fusibili protezione motore/trasformatore (se richiesti abbinati al contattore);
 resistenza anticondensa 60 W controllata da termostato.
Dev'essere lasciato sufficiente spazio per i terminali dei cavi.
La portella della cella dev'essere provvista di oblò per consentire il controllo visivo della
posizione meccanica dei sezionatori (controsbarre e di terra). Tali oblò devono essere di
materiale ad elevata resistenza meccanica pari almeno a quella della portella su cui sono
montati.
Dev'essere prevista sulla base della cella un'apertura per il passaggio dei cavi ausiliari
provenienti dall'esterno per il riporto di eventuali segnalazioni e per i collegamenti con le
tensioni ausiliarie esterne.
Cella linea (per scomparti dotati di interruttore di manovra sezionatore o di solo
sezionatore controsbarre)
La cella linea, situata nella parte inferiore del quadro, dev'essere dotata di portella
incernierata munita di maniglia per l'apertura, per consentire l'accesso alle
apparecchiature interne.
132
Nella cella linea devono essere montati i seguenti componenti:
 fusibili M.T. e relativo telaio portafusibili;
 divisori capacitivi;
 trasformatori di corrente alla sbarra;
 trasformatori di tensione;
 terminali per cavi (esclusi dalla fornitura);
 resistenza anticondensa da 60 W, controllata da termostato unico per ogni sezione di
quadro (se richiesto);
La portella della cella linea dev'essere provvista di oblò per il controllo visivo della
posizione meccanica dei sezionatori. Tali oblò devono essere di materiale ad alta
resistenza meccanica pari almeno a quella della portella su cui sono montati.
Dev'essere prevista sulla base della cella un'apertura per il passaggio dei cavi ausiliari
provenienti dall'esterno per il riporto di eventuali segnalazioni (da definire
successivamente) e per i collegamenti con le tensioni ausiliarie esterne.
Cella strumenti
La cella strumenti, situata nella parte frontale superiore del quadro, dev'essere dotata di
portella incernierata, munita di viti a testa godronata per l'apertura, per consentire
l'accesso alle apparecchiature interne.
Nella cella strumenti si devono montare le apparecchiature di BT ed in particolare:
 dispositivi di comando e segnalazione;
 relè, strumenti;
 fusibili, interruttori ausiliari;
 morsettiere.
Una lamiera fissa deve segregare la cella sbarre dalla cella strumenti.
Nella cella strumenti dello scomparto dev'essere installata una morsettiera di appoggio per
il riporto dei segnali a distanza (posizione ap/ch. interruttore, posizione ap/ch. sezionatori,
segnali da trasduttore, intervento relè di protezione).
Sbarre e connessioni
Le sbarre omnibus e le sbarre di derivazione devono essere realizzate in piatto di rame
elettrolitico, con distanza tra fase e fase di 300 mm.
Il sistema di sbarre dev'essere dimensionato per sopportare le seguenti correnti di corto
circuito, (limite termico per 1 s / dinamico di cresta):
12,5 / 31,5 kA
Le giunzioni delle sbarre e delle connessioni devono essere ravvivate.
Le sbarre principali devono passare da uno scomparto a quello adiacente senza
interposizione di diaframmi, in modo da costituire un condotto continuo.
Impianti di terra nel quadro
Il quadro dev'essere percorso longitudinalmente da una sbarra di terra in rame con
sezione minima di 75 mmq, solidamente imbullonata alla struttura metallica.
Tutta la struttura e gli elementi di carpenteria devono essere francamente collegati fra loro
mediante viti, per garantire un buon contatto elettrico fra le parti.
133
Le porte devono essere collegate alla struttura metallica tramite trecciole flessibili in rame,
aventi sezione minima di 16 mmq (solo partenza aux.).
La messa a terra dell'interruttore dev'essere assicurata anche durante l'estrazione.
La messa a terra del telaio dei sezionatori rotativi e degli interruttori di manovra-sezionatori
dev'essere assicurata mediante collegamento diretto al circuito di terra; gli stessi, in
posizione di aperto devono avere i passanti inseriti in pinze collegate a terra.
Tutti i componenti principali devono essere collegati a terra.
Su ciascuna estremità della sbarra di terra si devono prevedere morsetti adatti per il
collegamento in cavo all'impianto di terra della cabina.
Interblocchi
Il quadro dev'essere dotato di tutti gli interblocchi necessari per prevenire errate manovre
che possano compromettere oltre che l'efficienza e l'affidabilità delle apparecchiature, la
sicurezza del personale addetto all'esercizio dell'impianto.
In particolare:
Scomparti con interruttore in esaluoruro di zolfo
Dev'essere realizzato un sistema di interblocchi meccanici ed a chiave tra interruttore,
sezionatore rotativo controsbarre, sezionatore di terra e porte, tale da garantire le
sequenze di manovra:
Messa in servizio:
 chiudere la porta della cella interruttore;
 aprire il sezionatore di terra;
 chiudere il sezionatore rotativo controsbarra;
 liberare la chiave dalla manovra del sezionatore e sbloccare il comando
dell'interruttore;
 dev'essere possibile chiudere l'interruttore.
Messa fuori servizio:
 aprire l'interruttore e bloccarlo con la chiave;
 liberare la chiave e sbloccare la manovra del sezionatore rotativo;
 aprire il sezionatore con un'unica manovra;
 chiudere il sezionatore di terra;
 dev'essere possibile aprire la porta della cella interruttore.
Dev'essere previsto un opportuno blocco a chiave che impedisca la manovra del
sezionatore di terra ad interruttore estratto.
Scomparti con sezionatore di linea (interruttori di manovra o rotativo)
Messa in servizio:
 chiudere la porta;
 aprire il sezionatore di messa a terra;
 dev'essere possibile chiudere l’interruttore di manovra sezionatore / il sezionatore di
sbarra.
Messa fuori servizio:
 aprire l'interruttore di manovra sezionatore / il sezionatore di sbarra;
134
 chiudere il sezionatore di messa a terra;
 dev'essere possibile aprire la porta.
Unita' arrivo cavi con sezionatore di terra
Messa in servizio:
 chiudere la porta;
 dev'essere possibile aprire il sezionatore di terra.
Messa fuori servizio:
 chiudere il sezionatore di terra;
 dev'essere possibile aprire la porta.
Verniciatura
La struttura metallica non zincata degli scomparti dev'essere opportunamente trattata e
verniciata in modo da offrire una ottima resistenza all'usura secondo il seguente ciclo:
 presgrassatura e sgrassatura alcalina tensioattiva calda (60/70°C)
 doppio lavaggio;
 attivazione;
 fosfatazione;
 lavaggio;
 passivazione;
 essicazione.
 verniciatura elettrostatica a polvere 180 °C tipo epossi-poliestere spessore 60 micron
(-0 + 20) film secco, mano a finire goffrato.
L'aspetto delle superfici dev'essere goffrato. Il punto di colore dev'essere RAL 7035
(interno/esterno).
Lo spessore minimo della finitura dev'essere di 50 micron.
Il grado di protezione dev'essere pari a circa 8 corrispondente al grado Re2 della scala
europea del grado di arrugginimento (SVENK STANDARD SIS 185111) nell'arco di 5 anni.
Le superfici verniciate devono superare la prova di aderenza secondo le norme DIN
53.151.
In alternativa il costruttore, in sede di offerta, deve indicare il proprio ciclo standard di
verniciatura; sarà comunque motivo di preferenza un ciclo di verniciatura alle polveri
epossidiche.
Apparecchiature
Le apparecchiature principali, montate nel quadro, devono essere adeguate alle
caratteristiche di progetto indicate al precedente punto 3 e devono rispondere alle
seguenti prescrizioni particolari.
Gli interruttori e le apparecchiature di manovra e sezionamento devono essere di un
medesimo costruttore al fine di garantire un perfetto accoppiamento e la massima
affidabilità degli interblocchi meccanici.
Interruttori in SF6
Gli interruttori devono essere del tipo in esecuzione asportabile (per le unità con semplice
sezionamento) o sezionabile (per le unità con doppio sezionamento) montati su carrello.
135
Tutti gli interruttori di uguale portata e pari caratteristiche devono essere fra loro
intercambiabili.
Gli interruttori devono essere predisposti per ricevere i blocchi previsti alla posizione 4.4,
inoltre devono essere dotati di accessori come più avanti descritto.
Gli interruttori asportabili devono poter assumere le seguenti posizioni rispetto al relativo
scomparto:
 inserito: circuiti principali e circuiti ausiliari collegati;
 estratto: circuiti ausiliari e principali disinseriti, interruttore completamente fuori dalla
cella.
Gli interruttori sezionabili devono poter assumere le seguenti posizioni rispetto al relativo
scomparto:
 inserito: circuiti principali e circuiti ausiliari collegati;
 sezionato: circuiti principali disinseriti - circuiti ausiliari inseriti (posizione di prova)
circuiti principali disinseriti - circuiti ausiliari disinseriti (totalmente sezionato):
 estratto: circuiti ausiliari e principali disinseriti, interruttore completamente fuori dalla
cella.
L'estrazione dell'interruttore dev'essere resa possibile dopo l'apertura del sezionatore
rotativo.
Il comando degli interruttori dev'essere del tipo ad energia accumulata a mezzo molle di
chiusura precaricate.
Le manovre di chiusura ed apertura devono essere indipendenti dall'operatore.
Il comando dev'essere a sgancio libero assicurando l'apertura dei contatti principali anche
se l'ordine di apertura viene dato dopo l'inizio di una manovra di chiusura.
Il gas impiegato dev'essere conforme alla norme IEC 376/Norme CEI fascicolo 410.
Sezionatori rotativi
I sezionatori rotativi a vuoto devono essere tripolari con portata adeguata alle esigenze di
carico degli scomparti per i quali sono previsti.
L’apparecchiatura deve sopportare le seguenti correnti di corto circuito (limite termico per
1 secondo/limite dinamico):
12,5 / 31,5 kA
I sezionatori rotativi devono poter essere corredati dei seguenti dispositivi ed accessori:
 comando manuale sul fronte quadro;
 segnalazione meccanica di aperto e chiuso inserita nello schema sinottico riportato sul
fronte quadro;
 blocco meccanico a chiave;
 eventuali altre applicazioni come più avanti indicato.
I sezionatori rotativi devono assicurare la segregazione fra celle contigue, quali ad
esempio la cella sbarre e quella interruttore, con il sezionatore, sia in posizione di aperto
che in posizione di chiuso senza che si renda necessario l'uso di serrande addizionali.
Interruttori di manovra sezionatori e fusibili
136
Negli scomparti in cui sia richiesto, devono essere installati interruttori di manovrasezionatori di tipo rotativo con isolamento in aria e caratteristiche elettriche adeguate alle
esigenze di carico degli scomparti per i quali sono previsti. Inoltre devono sopportare le
seguenti correnti di corto circuito (limite termico per 1 secondo/limite dinamico):
12,5 / 31,5 kA
Gli interruttori di manovra-sezionatori devono assicurare la segregazione nei confronti
della cella sbarre, sia con il sezionatore in posizione di aperto che in posizione di chiuso,
senza che si debba rendere necessario l'uso di serrande addizionali.
Le manovre di chiusura ed apertura devono essere realizzate tramite molla, in modo da
renderle indipendenti dall'azione dell'operatore.
Gli interruttori di manovra devono essere corredati dei seguenti dispositivi ed accessori:
 comando manuale sul fronte quadro;
 segnalazione meccanica di aperto e chiuso riportata sul fronte quadro;
 eventuali altre applicazioni come più avanti indicato;
I fusibili devono essere del tipo a limitazione di corrente in accordo alle raccomandazioni
delle vigenti norme IEC 282-1, ed avere dimensioni conformi alle DIN 43625.
Ciascun fusibile associato ad interruttore di manovra dev'essere provvisto di un dispositivo
a percussione, indicante l'avvenuta fusione e per l'apertura dell'interruttore di manovra
stesso.
La corrente nominale e la caratteristica di intervento dei fusibili devono essere
accuratamente scelte in base al carico da proteggere.
Dev'essere possibile montare diversi tipi di fusibili.
Sezionatori di terra (per scomparti dotati di interruttore di manovra sezionatore o di solo
sezionatore controsbarre)
I sezionatori di terra, previsti per la messa a terra dei cavi e delle apparecchiature di M.T.
accessibili dall'operatore, devono essere tripolari di costruzione particolarmente compatta
e robusta con contatti mobili a lama e pinze autostringenti, idonei a sopportare una
corrente di corto circuito avente i seguenti limiti (termico per 1 secondo/limite dinamico):
12,5 / 31,5 kA
La manovra dei sezionatori di terra deve avvenire dal fronte del quadro con comando a
manovra manuale dipendente sia in chiusura che in apertura.
La porta dello scomparto dev'essere interbloccata con il sezionatore di terra secondo la
seguente logica:
 sezionatore di terra aperto porta bloccata in chiuso;
 sezionatore di terra chiuso porta libera;
 porta aperta sezionatore bloccato in chiuso;
 porta chiusa sezionatore libero.
I sezionatori di terra devono essere predisposti per ricevere i blocchi previsti alla pos. 4.4,
ed inoltre devono potere essere equipaggiati con i seguenti accessori:
 comando manuale sul fronte quadro;
 segnalazione meccanica di aperto e chiuso riportata sul fronte del quadro;
137
 eventuali altre applicazioni.
Sezionatori di terra (per scomparti con interruttore automatico rimovibile)
I sezionatori di terra, previsti per la messa a terra dei cavi e delle apparecchiature di M.T.
accessibili dall'operatore, devono essere tripolari di costruzione particolarmente compatta
e robusta con contatti mobili a lama e pinze autostringenti, idonei a sopportare una
corrente di corto circuito avente i seguenti limiti (termico per 1 secondo/limite dinamico):
12,5 / 31,5 kA
e con potere di stabilimento pari a 40 kAp.
La velocità di manovra del sezionatore di terra dev'essere indipendente dall’operatore
durante la chiusura, potrà essere dipendente dall’operatore per l’apertura.
Il sezionatore di terra dev'essere interbloccato con la porta dello scomparto secondo la
seguente logica:
 sezionatore di terra aperto porta bloccata in chiuso;
 sezionatore di terra chiuso porta libera;
 porta aperta sezionatore bloccato in chiuso;
 porta chiusa sezionatore libero.
I sezionatori di terra devono essere predisposti per ricevere i blocchi previsti alla pos. 4.4,
ed inoltre devono potere essere equipaggiati con i seguenti accessori:
 comando manuale sul fronte quadro;
 segnalazione meccanica di aperto e chiuso riportata sul fronte del quadro;
 eventuali altre applicazioni.
Trasformatori di corrente e di tensione
I trasformatori di corrente e di tensione devono avere prestazioni e classe di precisione
indicati in seguito. I TA in particolare, devono essere dimensionati per sopportare una
corrente di guasto pari a:
12,5 kA per 1 sec. Arrivi
12,5 kA per 1 sec. Partenze
I trasformatori di corrente e tensione, devono avere isolamento in resina, essere adatti per
installazione fissa all'interno degli scomparti ed essere esenti da scariche parziali.
Dev'essere possibile montare all'interno dei vari scomparti diversi modelli costruttivi di
TA/TV.
Apparecchiature ausiliarie ed accessori
Il quadro dev'essere completo di tutti gli apparecchi di protezione, misura e segnalazione
indicati e necessari per renderlo pronto al funzionamento.
Il relè di protezione e gli strumenti di misura devono essere adatti per montaggio incassato
e muniti di guarnizione per renderli a tenuta di polvere.
Il quadro, inoltre, dev'essere completo dei seguenti accessori:
 targhette in plexiglas;
 targhe di pericolo e di istruzione per l'esecuzione delle manovre;
 golfari di sollevamento;
 serie di leve e di attrezzi speciali;
138
 2 chiavi di blocco per ogni tipo previsto.
Cavetteria e circuiti ausiliari
Tutti i circuiti ausiliari di comando e segnalazione devono essere realizzati con conduttori
flessibili in rame, isolati in PVC non propagante l'incendio, grado di isolamento minimo 3
kV, sezione di 1,5 mmq (escluso interruttore per cui è ammessa una sezione di 1 mmq per
i propri circuiti ausiliari).
I circuiti amperometrici devono essere realizzati con conduttori con caratteristiche come
sopra, ma aventi sezione di 2,5 mmq.
Tutti i circuiti ausiliari che attraversino le zone di media tensione, devono essere protetti da
condotti metallici opportunamente messi a terra.
I conduttori dei circuiti ausiliari, in corrispondenza delle apparecchiature a cui si collegano,
devono essere contrassegnati con numerini riportanti il numero del filo indicato sullo
schema funzionale.
Ciascuna parte terminale dei conduttori dev'essere provvista di adatti terminalini.
Tutti i conduttori dei circuiti, relativi alle apparecchiature contenute nei quadri, devono
essere attestati a morsettiere componibili numerate.
Il supporto isolante dei morsetti dev'essere in materiale incombustibile e non igroscopico.
Il serraggio dei terminali nel morsetto, dev'essere del tipo antivibrante per il collegamento
lato cliente.
I morsetti di consegna dei circuiti amperometrici devono essere del tipo cortocircuitabile,
munito di attacchi per inserzione provvisoria di strumenti.
I morsetti di consegna dei circuiti voltmetrici devono essere muniti di attacchi per
derivazioni provvisorie di strumenti.
Le morsettiere, destinate ai collegamenti con cavi esterni al quadro, devono essere
proporzionate per consentire il fissaggio di un solo conduttore a ciascun morsetto. Deve
inoltre essere previsto un numero di morsetti aggiuntivi di numero pari al 5% dei morsetti
utilizzati.
Tutte le apparecchiature comunemente in tensione aventi grado di protezione > IP20,
montate nella cella controlli strumenti, devono essere munite di uno schermo isolante,
facilmente asportabile, che eviti contatti accidentali con i circuiti in tensione da parte del
personale addetto alla manutenzione e controlli.
Composizione quadro
Il quadro sarà composto come indicato negli elaborati di progetto.
Prove e certificazioni
Il quadro dev'essere sottoposto alle prove di accettazione e collaudo presso la fabbrica del
costruttore previste dalle relative norme CEI/IEC, alla presenza del cliente o di un suo
rappresentante.
Devono inoltre essere forniti i certificati relativi alle seguenti prove di tipo eseguite su
scomparti simili a quelli della presente fornitura:
 prova di corrente di breve durata;
139
 prova di riscaldamento;
 prova di isolamento;
Varie
Dati e documentazione da fornire in sede di documentazione costruttiva:
 informazioni sul tipo di quadro e apparecchiatura;
 certificati di prove di tipo (numero di identificazione);
 lista di referenze per quadri simili;
 lista dei subfornitori;
 schema unifilare;
 schemi elettrici circuitali di cablaggio;
 disegno d'assieme con dimensioni di ingombro e pesi statici e dinamici;
 disegno delle fondazioni del quadro con sistema di fissaggio a pavimento e forature
soletta;
 manuale di installazione e manutenzione del quadro;
 manuale di manutenzione ed installazione delle apparecchiature principali;
 certificati di collaudo del quadro.
Garanzia
Durata della garanzia: 12 mesi dalla messa in servizio, ma non oltre 18 mesi dalla
consegna.
Dev'essere garantita la buona qualità e costruzione dei materiali, si devono sostituire o
riparare durante il periodo sopracitato gratuitamente nel più breve tempo possibile quelle
parti che, per cattiva qualità di materiale, per difetto di lavorazione o per imperfetto
montaggio, si dimostrassero difettose.
Tali lavori devono essere eseguiti sul luogo di installazione.
3.4.3
QUADRO GENERALE DI BASSA TENSIONE
Caratteristiche principali del quadro
 Tensione nominale:
 Tensione esercizio:
 Frequenza:
 Numero fasi:
 Tensione di prova a frequenza industriale:
per i circuiti di potenza
per i circuiti ausiliari
 Tenuta al c.to c.to simmetrico per 1":
 Tenuta al c.to c.to di cresta:
 Corrente nominale sbarre principali:
 Sezione sbarra orizzontale di terra:
 Sezione conduttori circuiti ausiliari
 Alimentazione:
 Partenze:
140
690V
400/220 V
50Hz
3+N
2.5kV per 1"
2kV per 1"
fino a 100 kA
fino a 220 kA
(vedi schemi)
200 mmq. minimo
1.5 mmq. (com. segnal.)
1.5 mmq. (voltmetriche)
2.5mmq.(amperometriche)
dall'alto con cavi
dal basso con cavi
 Installazione:
all'interno
 Temperatura progetto:
40° C
 Forma di segregazione:
3a
 Grado di protezione meccanica:
IP 30
 Dimensioni di ingombro:
come da disegno fronte quadro
Norme e prescrizioni
 quadro:
Norma CEI 17.13/1 Norma IEC 439.1
 interruttori:
Norma IEC 947.2
 interruttori di manovra-sezionatori:
Norma IEC 947.3
 gradi di protezione:
Norma CEI 70.1 Norma IEC 529
Sono inoltre rispettate le normative ed i regolamenti previsti dalla Legislazione Italiana per
la prevenzione degli infortuni e le Direttive comunitarie.
Caratteristiche costruttive
Per le caratteristiche costruttive si intendono le caratteristiche strutturali, di protezione
meccanica, di segregazione, di accessibilità delle apparecchiature, di sicurezza e di
realizzazione dei collegamenti elettrici all'interno dei quadri.
Struttura metallica
I quadri devono essere costituiti da un insieme continuo di unità modulari verticali
prefabbricate, denominate pannelli, fissate le une alle altre tramite bulloni, in modo da
realizzare una struttura rigida che possa essere sollevata a mezzo di appositi golfari.
Ciascun pannello dev'essere formato da una struttura metallica autoportante rigida ed
indeformabile, costituita da profilati a "C" in lamiera di acciaio con fori ad intervallo di
25mm secondo le norme DIN 43660, racchiusa completamente da lamiera metallica
anche su fianchi e sul tetto.
Il fronte di ogni quadro dev'essere realizzato con porte incernierate dotate di serrature con
chiavi asportabili, unificate.
Porte e lamiere di copertura devono poter avere una o più aperture per ventilazione; le
lamiere di copertura devono essere ventilate in accordo con il grado di protezione.
I quadri devono aver grado di protezione meccanica contro l'ingresso di corpi estranei,
adeguato all'ambiente di installazione. Tale grado di protezione dev'essere come minimo
IP30.
I quadri devono risultare ampliabili da entrambe le estremità, senza che sia necessario
eseguire adattamenti particolari.
I quadri devono essere infine provvisti di ferri di base.
La carpenteria, preventivamente trattata con zincatura sendzimir, deve avere lo spessore
di:
 20/10 mm. per la struttura portante;
 15/10 mm. per le portelle frontali.
Configurazione di base del quadro
La configurazione di base del quadro deve consentire di suddividere il pannello in una
zona barre collettrici, una zona apparecchi ed una zona cavi di collegamento.
141
Questa suddivisione offre le migliori premesse per la massima sicurezza sul lavoro.
Zona barre collettrici
Le barre principali e di distribuzione devono essere situate sul retro del pannello per
garantire:
 possibilità di inserimento di due sistemi barre principali;
 realizzazione di un solo sistema di sbarre nelle installazioni doppio fronte;
 equa distribuzione della corrente grazie alla alimentazione al centro delle barre di
distribuzione.
Zona apparecchi
La dimensione base della griglia di montaggio tridimensionale dev'essere di 25 mm in
modo da offrire le premesse per combinare tra di loro moduli di diversa grandezza, per
facilitare future modifiche od ampliamenti.
Dev'essere prevista un'ulteriore suddivisione della zona apparecchi per mezzo di ripiani
supplementari orizzontali per ridurre i pericoli derivanti dalla caduta di minuteria (arco
elettrico) o dal contatto con componenti vicini sotto tensione.
Separazione apparecchiature
Per ragioni di continuità di servizio e di sicurezza i pannelli verticali devono essere, per
quanto possibile, suddivisi in celle e vani tramite setti o pareti in lamiera, al fine di
separare le principali apparecchiature (grado di protezione meccanica IP20).
In particolare dev'essere prevista la separazione tra:
 vani terminali dei cavi di potenza ed ausiliari
 celle strumenti ed apparecchiature ausiliarie
 celle contenenti apparecchiature di interruzione e comando
 vani sbarre
In tale caso la segregazione dev'essere tale da permettere:
 l'accesso alle varie celle, escludendo ogni possibilità di contatto accidentale con le
sbarre o altre parti in tensione
 la possibilità di effettuare, in condizioni di assoluta sicurezza, il collegamento dei cavi in
una determinata cella con tutto il resto del quadro in tensione.
Accessibilità apparecchiature
Tutte le normali operazioni di esercizio devono essere eseguibili dall'esterno.
Zona cavi di collegamento
La zona cavi di collegamento garantisce:
 separazione rispetto alle altre zone operative
 inserimento cavi dall'alto e dal basso
 buona accessibilità durante l'installazione ed eventuali ampliamenti, in zone di
dimensioni sufficienti grazie ad un'opportuna disposizione dei morsetti
 protezione supplementare contro eventuali contatti tra i collegamenti e/o morsetti fino
al grado di protezione IP20.
Impianti di terra del quadro
142
Il quadro dev'essere percorso longitudinalmente da una sbarra elettrica di terra in rame
solidamente imbullonata alla struttura metallica avente sezione minima di 200mmq.
Tutta la struttura e gli elementi di carpenteria devono essere francamente collegati fra loro
mediante viti speciali, per garantire un buon contatto elettrico fra le parti.
Le porte devono essere collegate alla struttura metallica tramite trecciole flessibili in rame,
aventi sezione minima di 16mmq.
La messa a terra degli interruttori aperti sezionabili su carrello dev'essere assicurata
durante l'estrazione per mezzo di una pinza strisciante su un piatto di rame collegata
direttamente alla sbarra di terra.
Tutti i componenti principali devono essere collegati a terra.
Su ciascuna estremità della sbarra di terra si devono prevedere fori adatti al collegamento,
con cavo, all'impianto di messa a terra della cabina (sezione minima del cavo di terra 16
mmq).
Collegamenti per le unità di potenza
Le connessioni principali all'interno del quadro devono essere realizzate in cavo o con
sbarre, in funzione della potenza in gioco.
Tali sbarre devono essere irrigidite da opportuni supporti in materiale isolante.
Le sbarre devono essere in rame elettrolitico dimensionate, secondo quanto indicato sulla
normalizzazione UNEL 1433-72.
La sezione delle sbarre sarà determinata in base ai valori di portata, applicando i criteri su
CEI 7-4.
In aggiunta, sia le sbarre principali, sia quelle di derivazione, devono essere dimensionate
in modo da sopportare la corrente limite dinamica e la corrente simmetrica di c.to c.to per
1 secondo.
La sbarra del neutro dev'essere isolata elettricamente dalla struttura del quadro e
dimensionata sulla base di un valore di portata non inferiore al 50% della portata di fase.
Inoltre le sbarre ed i loro supporti devono avere dimensioni tali da sopportare gli sforzi
elettrodinamici causati dalle correnti di corto circuito di picco.
In relazione alle esigenze di sicurezza contro eventuali effetti dell'arco interno, le sbarre di
distribuzione devono essere segregate e/o rivestite con materiale isolante.
Nel caso si usino conduttori per i collegamenti di potenza, gli stessi devono essere in cavo
unipolare con tensione nominale Uo/U=450/750V del tipo non propagante l'incendio.
Per tali unità la larghezza del pannello equipaggiato con interruttori scatolati e/o aperti
automatici ed estraibili non deve superare i 1000 mm.
Circuiti ausiliari
I circuiti ausiliari devono essere realizzati con cavi per lo più unipolari, con sezione minima
1,5mmq, tensione nominale Uo/Uc450/740V del tipo non propagante l'incendio, per il
collegamento tra le apparecchiature e le morsettiere.
Ciascun conduttore dev'essere identificabile alle due estremità mediante anelli di plastica
trasparenti portanumerini o simili riportanti la numerazione indicata sugli schemi.
143
I conduttori ausiliari devono essere fatti passare in canaline chiuse, ampiamente
dimensionate, per consentire aggiunte future di almeno il 50% di ulteriori cavi.
Interblocchi
Il quadro dev'essere dotato di tutti gli interblocchi necessari per prevenire errate manovre
che possano compromettere oltre che l'efficienza e l'affidabilità delle apparecchiature, la
sicurezza del personale addetto all'esercizio dell'impianto.
Gli interruttori devono in particolare essere provvisti di blocchi meccanici atti ad impedire:
 qualsiasi manovra dell'interruttore qualora lo stesso avesse i contatti saldati dopo corto
circuito;
 l'estrazione o l'inserzione di un interruttore quando è chiuso;
 l'apertura delle serrande mobili della cella interruttore quando l'interruttore è estratto e
fuori dal quadro.
Verniciatura
Tutta la tamponatura metallica degli scomparti dev'essere opportunamente trattata e
verniciata in modo da offrire una ottima resistenza all'usura secondo il seguente ciclo:
 sgrassatura;
 decappaggio;
 fosfatazione;
 passivazione;
 essicazione;
 verniciatura a smalto epossidica a forno.
L'aspetto delle superfici esterne dev'essere bucciato fine.
Il punto di colore dev'essere per l'esterno GRIGIO RAL 7O30.
L'interno dev'essere trattato con vernice anticondensa.
Lo spessore minimo della finitura dev'essere di 60 micron.
Il grado di protezione dev'essere pari a circa 8 corrispondente al grado Re2 della scala
europea del grado di arrugginimento (SVENK STANDARD SIS 185111) nell'arco di 5 anni.
Le superfici verniciate devono superare la prova di aderenza secondo le norme
DIN.53.151.
Apparecchiature di bassa tensione
Le apparecchiature principali montate nel quadro devono essere adeguate alle
caratteristiche di progetto riportate negli schemi elettrici e devono rispondere alle seguenti
prescrizioni particolari.
Interruttori
Generalità
Tutti gli interruttori di uguale portata e pari caratteristiche devono essere fra loro
intercambiabili in modo da assicurare la massima continuità di servizio; per tale motivo gli
interruttori di arrivo devono avere lo stesso potere di interruzione di quelli di partenza.
Il congiuntore deve avere caratteristiche uguali agli interruttori di arrivo.
Tipi
144
Gli interruttori di arrivo dai trasformatori, dai gruppi elettrogeni con i relativi congiuntori, con
corrente superiore a 1250 A, devono essere di tipo aperto.
Gli interruttori di partenza devono essere di tipo scatolato fino a 1250 A, oltre devono
essere di tipo aperto salvo differenti indicazioni poste sullo schema unifilare, mentre quelli
con corrente inferiore o uguale a 63 A possono essere di tipo modulare.
Tutti gli interruttori di tipo APERTO devono avere la custodia esterna in materiale metallico
e la gamma deve coprire un range da 800 A a 6300 A con la stessa profondità ed altezza.
Gli interruttori nella versione a quattro poli, devono avere la taratura del neutro
normalmente al 50% della taratura delle fasi, con possibilità di regolazione al 100% (per
correnti fino a 3200 A). Ai fini della sicurezza, tali interruttori devono avere la netta
separazione tra il circuito di potenza ed il circuito di comando, garantire il doppio
isolamento, avere la segregazione delle fasi e permettere l’ispezionabilità delle camere
d’arco e dei contatti principali. Negli interruttori selettivi, la Icw (corrente ammissibile di
breve durata) a 1s dev'essere almeno il 75% della I cu (potere di interruzione nominale in
corto circuito) per correnti inferiori a 4000 A.
Gli interruttori di tipo SCATOLATO devono avere i circuiti ausiliari segregati elettricamente
dai circuiti di potenza e devono poter essere installati ed ispezionati dal fronte
dell'apparecchio senza togliere il coperchio di protezione. I circuiti di potenza, e quindi le
camere di interruzione, devono poter essere a loro volta ispezionati togliendo il suddetto
coperchio in modo da poter rendere visibile lo stato di usura dei contatti. Tutti gli altri
accessori installabili anche in seguito alla messa in opera del quadro devono poter essere
applicati senza comportare alcuna sostituzione dei componenti base dell'interruttore e del
quadro stesso. Per i limitatori il potere di interruzione nominale di servizio in corto circuito
Ics dev'essere uguale al potere di interruzione nominale Icu che è pari a 200 kA a 400 V.
Gli interruttori di tipo MODULARE devono avere involucro autoestinguente certificato UL94
carta gialla per il massimo grado di autoestinguenza (grado V 0 a spessore di 1,6 mm) ed
essere stati sottoposti al controllo dell’istituto DARMSTAD; inoltre dev'essere stata
verificata l’opacità dei fumi e l’atossicità dei gas. Essi devono avere meccanica
autoportante che comporta la mancanza di vincolo meccanico tra l'involucro ed i
componenti meccanici interni.
Tutti gli interruttori devono essere predisposti per ricevere i blocchi necessari e devono
essere dotati di accessori come più avanti descritto; quelli in esecuzione estraibile devono
essere “estratti” con apposito attrezzo a portella del quadro chiusa per garantire la
massima sicurezza dell’operatore.
Esecuzioni
Tutti gli interruttori devono essere in esecuzione estraibile.
Gli interruttori in esecuzione estraibile devono poter assumere le seguenti posizioni
rispetto alla relativa parte fissa, determinate da altrettante posizioni fisiche dell’interruttore:
 inserito: circuiti principali di potenza e circuiti ausiliari collegati;
 estratto: circuiti principali e ausiliari scollegati, l’interruttore è ancora nella cella;
 rimosso: circuiti principali e circuiti ausiliari scollegati, l’interruttore è asportato dalla
cella.
Unità di protezione e misure
145
Tutti gli interruttori devono essere dotati di protezione di massima corrente sulle tre fasi e,
quando previsto, in egual misura anche sul neutro.
Gli interruttori di tipo APERTO devono essere dotati di sganciatori di protezione da
sovracorrente a microprocessore sensibili al vero valore efficace della corrente di guasto
ed essere autoalimentati, poter funzionare cioè senza alimentazione ausiliaria. Le
prestazioni dei suddetti sganciatori devono essere le seguenti:
 protezione L
range
I1 = 0.4  1 In

Tint
t1 = 3s  144s a 3 I1
 protezione S
range
I2 = 0.6  10 In

Tint t2 = 0  0.75 s a 10 In

tempo dipendente/indipendente
 protezione I
range
I3 = 1.5  15 In
 protezione G
range
I4 = 0.2  1 In

Tint t4 = 0.1  1s a 4 In

tempo dipendente/indipendente
Dev'essere possibile la selettività di zona in caso di cortocircuito e guasto a terra al fine di
garantire una minima sezione di impianto fuori servizio.
Gli sganciatori di protezione degli interruttori aperti devono poter essere dotati di unità di
dialogo, alimentata da sorgente esterna e di unità di misura (allocata sul fronte
dell’apparecchio) delle principali grandezze meccaniche (molle, aperto, chiuso, usura
contatti ecc.) e delle correnti.
Gli interruttori di tipo SCATOLATO con corrente nominale ininterrotta superiore a 160 A
devono essere dotati di sganciatori di protezione elettronici, o superiore e uguale a 250 A
nel caso che siano limitatori con p.i. pari a 200 kA a 400 V, devono essere dotati di
sganciatori di protezione da sovracorrente a microprocessore sensibili al vero valore
efficace della corrente di guasto. Inoltre quelli con corrente nominale superiore a 400 A
devono appartenere alla categoria di utilizzazione B secondo la norma EN 60947-2. Le
prestazioni dei suddetti sganciatori devono essere le seguenti:
 protezione L
range
I1 = 0.4  1 In

Tint
t1 = 3s  18s a 6 I1
 protezione S
range
I2 = 1  10 In

Tint t2 = 0.05  0.5 s a 8 In

tempo dipendente/indipendente
 protezione I
range
I3 = 1.5  12 In
 protezione G
range
I4 = 0.2  1 In

tempo dipendente/indipendente
Tali relè di protezione devono essere alimentati dai trasformatori di corrente interni
all'interruttore ad eccezione dei moduli con funzione di misura e dialogo i quali potranno
essere alimentati da sorgente ausiliaria.
I moduli per le funzioni di misura e dialogo, come più avanti descritto, devono essere
montati all'interno del relè di protezione per interruttori scatolati con In maggiore o uguale
630 A, mentre per gli interruttori scatolati con I n minore di 630A devono poter essere
montati separatamente (mantenendo comunque le stesse dimensioni) ma ad essi collegati
146
per mezzo di un apposito cavetto di alimentazione e comunicazione con l'unità di
protezione.
La funzione di dialogo sia degli interruttori aperti che di quelli scatolati, abilitabile
direttamente dall'unità di protezione, deve rendere disponibili dal bus di campo (uscita
RS485 con velocità di trasmissione max 19200 baud) tutte le informazioni di misura
presenti sull'unità di controllo e/o di protezione e di tutte le informazioni sullo stato sia
dell'interruttore che dello sganciatore (preallarme/ allarme/ scattato relè). Deve inoltre
essere in grado di ricevere dal sistema centrale le informazioni di parametrizzazione dello
sganciatore di protezione ed i comandi apertura e chiusura dell'interruttore. I relè
protezione a microprocessore devono essere conformi alle norme IEC 801/3 riguardanti
l'immunità elettromagnetica delle apparecchiature di protezione.
Gli interruttori di tipo SCATOLATO con corrente nominale minore a 250 A devono essere
dotati di sganciatori di protezione da sovracorrente termomagnetici.
Le prestazioni dei suddetti sganciatori devono essere le seguenti:
protezione termica
range
Ith = 0.7 ÷ 1 In

tempo dipendente

 protezione magnetica
range
10 Ith (o 5 Ith)
Gli interruttori di tipo MODULARE devono essere dotati di relè di protezione
termomagnetici.
Là dove richiesto dagli schemi unifilari, gli interruttori scatolati termomagnetici tradizionali e
gli interruttori modulari devono essere dotati di protezione differenziale.
Per gli interruttori di tipo scatolato dotati da sganciatore termomagnetico la protezione
differenziale deve poter essere scelta tra quelle “non selettiva” e quella selettiva avendo
così a disposizione cinque differenti possibilità (come da schemi unifilari):
 a) sganciatore differenziale polarizzato istantaneo per montaggio affiancato sugli
interruttori tetrapolari in esecuzione fissa e corrente nominale massima di 125 A, con
soglie di intervento IDn = 300 - 500 mA e di classe AC (idoneo per correnti sinusoidali)
dotato inoltre di tasto di prova. Lo sganciatore agisce direttamente sul meccanismo di
sgancio dell’interruttore tramite un pistone e viene fissato al corpo dell’interruttore
con opportuni leverismi per rendere solidale il corpo interruttore + differenziale;
 b) sganciatore differenziale elettronico non selettivo con regolazione della corrente
differenziale 0.03 - 0.1 - 0.3 A adatto per montaggio affiancato o sottoposto sugli
interruttori scatolati tetrapolari e funzionante con una sola fase alimentata;
 c) sganciatore differenziale elettronico selettivo con regolazione della corrente
differenziale 0.03 ÷ 3 A e con tempi di intervento regolabili tra 0 e 1.5 s, adatto per
montaggio affiancato o sottoposto sugli interruttori scatolati tetrapolari e funzionante
con una sola fase alimentata;
 d) sganciatore elettronico da quadro selettivo con le seguenti caratteristiche:
IDn1 = 0.03 ÷ 0.5 A con Tint = 0 ÷ 5 s
IDn2 = 1 ÷ 30 A
Con soglia di preallarme impostabile dal 25 al 75% di I Dn ed accoppiabile a diversi
trasformatori toroidali sia chiusi che apribili con diametro variabile da 60 a 210 mm.
147
 e) sganciatore differenziale incorporato o incorporabile al corpo degli interruttori
modulari in modo affiancato con opportuni blocchi per impedire l’errato accoppiamento
dello sganciatore differenziale con interruttori di corrente nominale inferiore e opportuni
leverismi che rendono solidali i due corpi.
Comandi
Il comando degli interruttori di tipo APERTO dev'essere del tipo ad energia accumulata a
mezzo molle di chiusura precaricate, tramite motore ed in caso di emergenza con
manovra manuale. Le manovre di chiusura ed apertura devono essere indipendenti
dall'operatore. Tale comando dev'essere a sgancio libero assicurando l'apertura dei
contatti principali anche se l'ordine di apertura viene dato dopo l'inizio di una manovra di
chiusura; partendo da interruttore con molle cariche dev'essere possibile il seguente ciclo
senza dover effettuare la ricarica:
 partendo da interruttore aperto e molle cariche: chiusura-apertura;
 partendo da interruttore chiuso e molle cariche: apertura-chiusura-apertura.
Il comando degli interruttori di tipo SCATOLATO dev'essere a motore del tipo ad azione
diretta in apertura e chiusura per gli interruttori più piccoli (con I n < 630 A) e del tipo ad
energia accumulata a mezzo molle di chiusura precaricate tramite motore per interruttori
più grandi (con In maggiore o uguale a 630 A).
Contattori
Tutti i contattori di uguale portata e pari caratteristiche devono essere fra di loro
intercambiabili e consentire il montaggio di contatti ausiliari sotto forma di blocchetti
aggiuntivi inseribili/asportabili anche in tempi successivi. Gli accessori devono essere
montati sul fronte ed essere intercambiabili per le diverse taglie dei contattori allo scopo di
ridurre i tempi di manutenzione. La numerazione dei morsetti dev'essere secondo la
norma EN 50012. I contattori devono essere montati indifferentemente a parete o su guida
DIN 35mm. I relé termici devono poter essere montati direttamente sui contattori o, in
caso di necessità, anche separatamente tramite apposito accessorio e devono essere
equipaggiabili con:
 contatti ausiliari:
 1 NA di segnalazione numerato 97 - 98
 1 NC di intervento numerato 95 - 96
 pulsante di test
 selettore per riarmo automatico / manuale
I relé termici devono inoltre essere compensati termicamente contro le variazioni di
temperatura ambientali tramite lamina bimetallica.
Interruttori di manovra-sezionatori
Là dove è richiesto dagli schemi unifilari, dev'essere possibile usare, come dispositivi
generali del quadro, interruttori di manovra-sezionatori che potranno essere derivati dagli
interruttori sopra descritti. In tal caso devono avere le stesse caratteristiche meccaniche di
robustezza ed affidabilità e ricevere i blocchi previsti al par. 4.9.3 e tutti gli eventuali
accessori. Gli interruttori di manovra-sezionatori devono avere potere di chiusura non
inferiore a 3 kA.
In caso contrario gli interruttori di manovra-sezionatori devono far parte di una gamma di
apparecchi con correnti nominali comprese tra 25 A e 3150 A e disponibili sia in versione
148
tetrapolare che tripolare. Di tali apparecchi, nel quadro considerato, devono essere
utilizzati solo quelli con correnti nominali superiori o uguali a 800 A. Deve inoltre essere
possibile il loro comando a distanza mediante apposito dispositivo di comando motorizzato
e ricevere i blocchi previsti al par. 4.9.3 e tutti gli eventuali accessori. Gli interruttori di
manovra-sezionatori devono avere potere di chiusura non inferiore a 80 kA.
Riduttori di corrente
Devono essere del tipo ad isolamento in aria, con le seguenti caratteristiche:
 tensione max di isolamento
690 V
 tensione di prova a 50 Hz per 1 sec. 3 KV
 corrente nominale secondaria
1A
 prestazione
10 VA in classe 0,5
Riduttori di tensione
Come i precedenti ma con rapporto 400/100 V.
Rele'ausiliari
I rele' ausiliari, quando previsti, devono essere montati all'interno delle celle strumenti, su
opportuna basetta, e devono avere sostanzialmente la funzione di moltiplicare il numero
dei contatti e di permettere ulteriori funzioni.
Strumenti
Ogni interruttore dev'essere dotato di n. 3 amperometri. Tali strumenti indicatori devono
essere montati sulla parte anteriore del quadro e devono avere in generale classe di
precisione 1,5%.
I voltmetri e gli amperometri devono rispettivamente avere un valore di fondo scala pari a
130 % e al 200 % dei valori nominali.
Commutazione automatica rete/gruppo
Il quadro, laddove indicato nel disegno del fronte quadro ("COMMUTAZIONE
RETE/GRUPPO") ossia ogniqualvolta negli schemi unifilari è riportata l’indicazione della
“commutazione automatica rete/gruppo” vicino a 2 interruttori interbloccati atti a realizzare
tale commutazione, dev'essere dotato di un dispositivo per la commutazione automatica
rete/gruppo come sotto descritto. Affinché sia possibile realizzare la commutazione
automatica, entrambi gli interruttori devono essere dotati di bobine di apertura e di
chiusura e di comando motorizzato.
Il dispositivo di commutazione automatica rete/gruppo dev'essere costituito da relè di
minima tensione, uno sul lato rete e uno sul lato gruppo, P.L.C. (controllore a logica
programmabile), commutatore a 4 posizioni (AUT., EMER., RETE, OFF), relè ausiliari e
quanto altro necessario alla realizzazione delle seguenti logiche:
Funzionamento in automatico:
Con il commutatore in posizione di AUT. si predispone l'alimentazione della linea normale
e si abilita la commutazione automatica.
Durante il funzionamento normale (presenza della tensione di alimentazione normale)
l'interruttore di rete (Q2) è chiuso e quello di gruppo (Q1) è aperto.
149
Al mancare della tensione di alimentazione normale viene lanciato il comando di
avviamento del generatore diesel e si apre Q2.
Una volta raggiunta la condizione di regime del generatore diesel (superamento del valore
di tensione impostato sul relè di minima tensione posto sul lato gruppo), si chiude Q1.
Il ritorno della tensione sulla linea di alimentazione normale provoca l'apertura di Q1, la
chiusura di Q2 e il comando di arresto del generatore diesel, ritornando così al
funzionamento normale.
Funzionamento da linea di emergenza:
Con il commutatore in posizione di EMER. si predispone l'alimentazione della sola linea di
emergenza, indipendentemente dalla presenza della tensione di alimentazione normale.
Vengono dati i comandi di apertura di Q2 (qualora sia chiuso), avviamento del generatore
diesel e, una volta raggiunta la condizione di regime del generatore diesel (superamento
del valore di tensione impostato sul relè di minima tensione posto sul lato gruppo),
chiusura di Q1.
Funzionamento da linea normale:
Con il commutatore in posizione di RETE si predispone l'alimentazione della sola linea
normale, indipendentemente dalla presenza della tensione di alimentazione sulla linea.
Vengono dati i comandi di apertura di Q1 (qualora sia chiuso), arresto del generatore
diesel (se in funzione) e chiusura di Q2.
Funzionamento in OFF:
Con il commutatore in posizione di OFF si provoca l'apertura dell'interruttore
eventualmente chiuso, l'arresto del generatore diesel (se in funzione) e viene esclusa
completamente la logica del P.L.C.. Sono pertanto eseguibili i soli comandi locali sugli
interruttori.
Dispositivo multifunzioni a microprocessore da quadro
Qualora negli schemi unifilari sia prevista l’adozione di interruttori non automatici dotati di
un dispositivo multifunzioni a microprocessore (dispositivo); tale dispositivo può costituire
un modulo in grado di autogestirsi e di realizzare in autonomia e con grande flessibilità, le
principali funzioni di protezione, misura, diagnostica, monitoraggio, comunicazione e
automazione rendendo possibile la gestione centralizzata del quadro.
Il dispositivo dev'essere dotato di:
 ingressi binari optoisolati;
 uscite binarie idonee per operare su dispositivi scelti dall'utente;
 ingressi analogigi per i rilevatori di corrente e tensione;
 comunicazione seriale.
Il pannello frontale del dispositivo dev'essere dotato di un display grafico a cristalli liquidi
retroilluminato e di alcuni pulsanti, in modo da realizzare un'interfaccia uomo-macchina
(MMI) semplice, facile da usare e completa. Il pannello deve inoltre essere dotato di led
ausiliari in grado di segnalare allarmi relativi alle protezioni, alla diagnostica e più in
generale sullo stato di qualsiasi unità esterna collegata al dispositivo multifunzioni a
microprocessore.
150
In particolare dev'essere possibile visualizzare sul display alfanumerico sia informazioni
(stato delle unità esterne, allarmi, protezioni, autodiagnostica, etc.) sia lo schema elettrico
unifilare della parte di impianto in cui è inserita l'unità indicando in tempo reale la posizione
degli organi di manovra dello scomparto.
Il dispositivo dev'essere in grado di svolgere le seguenti funzioni di protezione
opportunamente combinate a seconda delle esigenze di impianto (Codici di identificazione
in accordo con quanto prescritto dalle Norme IEEE C37.2-1996):
 21
(Distanziometrica)
 25
(Controllo sincronismo)
 27
(Minima tensione)
 32P
(Direzionale di potenza attiva)
 37
(Basso carico)
 46
(Carico non equilibrato)
 49
(Immagine termica)
 50
(Massima corrente istantanea)
 50N
(Guasto a terra istantaneo)
 51
(Massima corrente a tempo definito)
 51IDMT
(Massima corrente a tempo inverso)
 51START (Avviamento motore)
 51LR
(Rotore bloccato)
 51N
(Guasto a terra a tempo inverso)
 51NIDMT (Guasto a terra a tempo inverso)
 59
(Massima tensione istantanea)
 59
(Massima tensione a tempo definito, due soglie)
 59N
(Tensione residua a tempo definito, due soglie)
 66
(Numero di avviamenti)
 67
(Massima corrente a tempo definito direzionale, due soglie)
 67N
(Guasto a terra a tempo definito direzionale, due soglie)
 68
(Inserzione trasformatore)
 79
(Richiusura automatica)
 81
(Controllo frequenza)
 87
(Differenziale trasformatore e motore)
Il dispositivo dev'essere in grado di svolgere le seguenti funzioni di misura,
opportunamente combinate a seconda delle esigenze di impianto:
 Correnti di fase
 Correnti di guasto a terra
 Tensione di fase
 Tensioni concatenate
 Tensione residua
 Valori medi di corrente trifase (calcolati su intervallo di tempo regolabile da 1 a 30
minuti), valore massimo registrato
 Potenza attiva
 Potenza reattiva
 Fattore di potenza
 Frequenza
151
 Energia attiva
 Energia reattiva
 Energia calcolata mediante impulsi esterni (max. 15)
 Ore di servizio
 Cicli di commutazione
 Sommatoria delle correnti interrotte
Il dispositivo deve inoltre svolgere importanti funzioni di automazione di pannello, in modo
da consentire all'utente di effettuare operazioni di manutenzione in condizioni di massima
sicurezza, quali ad esempio il collegamento a terra di un tratto di linea o il distacco di un
dato carico.
In particolare l'unità dev'essere in grado di "gestire" interblocchi tra diversi organi di
manovra impedendo operazioni non ammesse dalla topologia dell'impianto. La definizione
della logica di interblocco deve poter essere modificata secondo le esigenze dell'utente
variando semplicemente il software di configurazione.
L’utilizzo di dispositivo deve poter inoltre essere adottato qualora sia richiesta una
commutazione automatica e manuale tra due diverse unità funzionali di arrivo, il tempo
necessario alla commutazione deve poter essere compreso tra 190 e 300 millisecondi
(inclusi i tempi di manovra degli interruttori). A seguito della mancanza o della
diminuzione transitoria della tensione di rete il dispositivo deve poter essere in grado di
sovrintendere autonomamente allo stacco dei motori ed eventualmente effettuare
comandi finalizzati ad eseguire la reinserzione automatica.
Il dispositivo deve poter poi essere utilizzato per realizzare protezioni di tipo logico in
grado di discriminare il guasto, localizzandolo e isolandolo mediante l’apertura del minor
numero possibile di interruttori.
Gli ultimi 100 eventi devono essere automaticamente memorizzati insieme al tempo di
acquisizione e i dati relativi devono poter essere trasferiti ad un'eventuale sistema di
controllo centralizzato. In particolare gli eventi memorizzati potranno essere:
 attivazione ed eventuale intervento delle funzioni di protezione
 cambio di stato delle uscite e degli ingressi binari
 comandi locali e remoti
 cambio di stato degli interruttori e dei sezionatori
 accensione e spegnimento unità centrale
 eventuali tentativi di dare un comando non ammesso dagli interblocchi
 allarmi provenienti dalla diagnostica
Il dispositivo deve inoltre essere in grado di monitorare ed elaborare i seguenti parametri:
 autodiagnostica unità
 contatti relè di potenza
 continuità dell'avvolgimento della bobina di apertura
 stato di carica delle molle di chiusura/apertura dell'interruttore
 numero di operazioni meccaniche
 pressione del gas
La comunicazione con un sistema di controllo centrale dev'essere realizzata con un
interfaccia SPABUS oppure LON.
152
L'alimentazione ausiliaria deve poter essere scelta tra i valori 48...230 Vcc, il consumo di
potenza non dev'essere superiore ai 30W
Serie di accessori per completamento quadri
Morsetti
Le morsettiere devono essere ad elementi componibili fissate su profilato.
I morsetti devono essere realizzati con classe di isolamento secondo IEC 85, con
materiale conduttore di ottone, rame o altro materiale ad alta conduttività e devono essere
del tipo antiallentante.
Devono essere previsti setti sulle morsettiere per separare circuiti diversi.
Targhette di identificazione
Tutte le apparecchiature devono essere contraddistinte da una targhetta di identificazione
del circuito di appartenenza, fissata sul quadro in corrispondenza dell'apparecchio stesso.
Inoltre, su ogni apparecchio dev'essere riportata la sigla prevista nello schema elettrico.
Le targhette devono essere fissate mediante viti o con adesivi.
Sulle portelle degli scomparti devono essere riportate le
apparecchi di segnalazione e comando.
targhette indicatrici per gli
Per le apparecchiature all'interno degli scomparti devono essere previste delle targhette di
tipo adesivo.
I quadri devono riportare, in luogo ben visibile, una targa metallica indicante il nome del
costruttore, il numero di serie, la data di fabbricazione ed i dati tecnici dei quadri, quali la
tensione nominale, la frequenza, la corrente delle sbarre ed anche la corrente di corto
circuito simmetrica e di picco sulle sbarre stesse.
Supervisione
Nel caso in cui tutta la rete elettrica sia MT che BT sarà gestita da centro operativo, ogni
interruttore del quadro, dove richiesto, sarà equipaggiato di dispositivi a microprocessore
dotati di dialogo che comunicheranno mediante linee seriali per la trasmissione a distanza
del segnale delle misure e delle protezioni.
Prove e certificati
Ogni quadro dev'essere sottoposto alle prove di accettazione e collaudo presso la fabbrica
del costruttore previste dalle relative norme CEI/IEC, alla presenza del cliente o di un suo
rappresentante. Il costruttore deve dimostrare di essere in possesso della certificazione
di qualità ISO 9001.
Dev’essere consegnato l’elenco dei rapporti di prova relativo al superamento delle prove di
tipo prescritte dalla norma CEI 17-13/1 (EN 60439-1):
 sovratemperatura
 tenuta alla tensione applicata
 tenuta al corto circuito
 efficienza del circuito di protezione
 distanze in aria e superficiali
 funzionamento meccanico
153
 grado di protezione
3.4.4
QUADRO SECONDARIO IN ESECUZIONE A PAVIMENTO
Quadro elettrico di distribuzione, con involucro metallico secondo la norma CEI 17-13.1,
costituito da carpenterie prefabbricate affiancabili su ambo i lati in modo da formare unità
funzionali rigide, autoportanti e sollevabili.
Caratteristiche principali
 installazione a pavimento.
 costruzione con rinforzi atti a consentire il sollevamento di più strutture affiancate
assemblate.
 addossabile a parete con accessibilità ai componenti garantita frontalmente.
 rinforzi per il sollevamento più strutture affiancate
 testate in lamiera di acciaio verniciato con epossipoliestere RAL 7035 bucciato, dotate
di flange asportabili per l’ingresso cavi.
 zoccolo pallettizzabile di altezza 100 mm sarà in lamiera di acciaio verniciato formato
da quattro angolari e quattro flange di copertura di colore grigio RAL 7012.
 colonna in lamiera di acciaio verniciato con epossipoliestere RAL 7035 bucciato,
spessore lamiera 15/10, costituita da laterali asportabili in modo da consentire
l’affiancamento di più strutture.
 porta in lamiera di acciaio verniciato completa di maniglia reversibile dotata di quattro
punti di chiusura e blocco a chiave standard di tipo doppia aletta. in caso di porta
trasparente, la finestra sarà equipaggiata con cristallo temperato di sicurezza con
spessore 4 mm.
 pannello di fondo portante equipaggiato con montanti in lamiera di acciaio zincato
preforata pressopiegati di spessore 15/10.
 sistema di barre a profilo, certificato fino a 35kA, installabile indifferentemente sul fondo
della struttura o all’interno del vano cavi. in caso di installazione nel vano cavi, dopo
aver aperto la porta del quadro le barre devono essere protette da un’ulteriore porta (in
metallo) dotata di blocco a chiave a doppia aletta.
 sezione delle barre (per grado di protezione IP65) non inferiore a 200mm2 per In
400A, 283mm2 per In 800A
 pannelli sfinestrati 45 mm, dello spessore di 12-15/10, incernierabili indifferentemente a
destra o a sinistra, dotati di sistema dimessa a terra automatica, per installazione di
apparecchiature modulari su guida DIN costituita da un profilato di alluminio ad alta
resistenza, con possibilità di agganciare supporti della canalina nella parte posteriore
del profilo
 possibilità di installare una canalina verticale per lato della misura di almeno 60x80mm
e una orizzontale tra ogni singola guida DIN della misura di 60x80mm.
 predisposizione per alloggiare sistemi di cablaggio rapido per correnti nominali fino a
400 A
 kit per installazione di interruttori scatolati fino a 630 A
 piastre di chiusura in lamiera di acciaio zincato spessore 20-25/10
 segregazioni interne verticali in lamiera di acciaio zincato preforata e pressopiegata
 portata di corrente massima delle barre:
800 A
 tensione nominale di impiego:
690 V
154
 tenuta ad impulso:
8 kV
 corrente nominale di corto circuito Icw: 35 KA per 1 s
 corrente max di picco Ipk:(esecuzione a pavimento)
74kA
 grado di protezione: IP 31/65
 larghezza utile colonna per struttura: 600/800 mm. (effettiva 724/924)
 profondità utile colonna per struttura: 250 mm
 altezza utile: 1400/2000 mm
 n° moduli DIN a pannello: 24/36
 predisposizione passaggio cavi: alto o basso
 affiancabilità strutture: laterale
 forme di segregazione: 1
Il quadro dev'essere provvisto di tasca portaschemi.
Cablaggio come da schemi elettrici di progetto.
Per le parti di cablaggio non in sbarra si deve impiegare cavo unipolare non propagante
l'incendio a norme CEI 20-22.
E' vietato alimentare gli interruttori con ponticelli da un apparecchio all'altro.
Sezione minima dei conduttori di 4 mmq. per i circuiti di potenza ed amperometrici, di 2,5
mmq. per i circuiti voltmetrici e di 1,5 mmq. per gli ausiliari.
Le morsettiere, alle quali faranno capo tutti i cavi di potenza ed ausiliari in ingresso ed in
uscita, saranno di tipo componibile per montaggio su guida DIN.
Il sistema costruttivo del quadro deve garantire la messa a terra di tutto l'involucro
metallico.
Il quadro dev'essere dotato di sbarra di terra in rame di adeguata sezione fissata alla
struttura nella parte inferiore.
Le caratteristiche dei principali componenti di potenza sono indicate nelle tavole di
progetto.
Tutti gli interruttori devono comunque essere adatti alla corrente di corto circuito nel punto
di installazione, e coordinati con le linee a valle secondo la norma CEI 64-8.
Ogni apparecchio dev'essere identificato, sia all'interno che all'esterno dei quadri, da
targhette in resina doppiostrato incise, fissate con viti o con nastro biadesivo.
Il montaggio dev'essere eseguito secondo le istruzioni del costruttore.
Realizzazione e collaudo conformi alle normative vigenti.
Corredo di accessori e tutto quanto occorre per rendere il quadro costruito ed installato a
regola d’arte.
3.4.5
QUADRO SECONDARIO IN ESECUZIONE A PARETE
Quadro elettrico di distribuzione, con involucro metallico secondo la norma CEI 17-13.1,
costituito da carpenterie prefabbricate affiancabili su ambo i lati in modo da formare unità
funzionali rigide, autoportanti e sollevabili.
Caratteristiche principali
155
 installazione a parete.
 costruzione con rinforzi atti a consentire il sollevamento di più strutture affiancate
assemblate.
 accessibilità ai componenti garantita frontalmente.
 testate in lamiera di acciaio verniciato con epossipoliestere RAL 7035 bucciato, dotate
di flange asportabili per l’ingresso cavi.
 colonna in lamiera di acciaio zincato verniciato con epossipoliestere RAL 7035
bucciato, spessore lamiera 15/10.
 pannello di fondo portante equipaggiato con montanti in lamiera di acciaio zincato
preforata pressopiegati di spessore 15/10
 porta in lamiera di acciaio verniciato completa di maniglia e blocco a chiave reversibile
e finestra con cristallo temperato spessore 4 mm.
 pannelli sfinestrati 45 mm. per installazione di apparecchiature modulari su guida DIN
 predisposizione per alloggiare sistemi di cablaggio rapido per correnti nominali fino a
100 A
 kit per installazione di interruttori scatolati fino a 250 A
 portata di corrente massima delle barre:
non sono previste sbarre
 tensione nominale di impiego:
690 V
 tenuta ad impulso:
6 kV
 corrente nominale di corto circuito Icw: 25 kA per 1 s
 corrente max di picco Ipk: 52,5kA
 grado di protezione massimo:
IP 65
 larghezza utile colonna per struttura: 600 mm. (effettiva 700)
 profondità utile colonna per struttura: 150, 200 mm
 altezza utile: 600, 1200 mm
 n° moduli DIN a pannello: 24
 predisposizione passaggio cavi: alto o basso
 forme di segregazione: 1
Il quadro dev'essere provvisto di tasca portaschemi.
Cablaggio come da schemi elettrici di progetto. per le parti di cablaggio non in sbarra si
deve impiegare cavo unipolare non propagante l'incendio a norme CEI 20-22.
E' vietato alimentare gli interruttori con ponticelli da un apparecchio all'altro.
Sezione minima dei conduttori di 4mmq. per i circuiti di potenza ed amperometrici, di
2,5mmq. per i circuiti voltmetrici e di 1,5mmq. per gli ausiliari.
Le morsettiere, alle quali faranno capo tutti i cavi di potenza ed ausiliari in ingresso ed in
uscita, saranno di tipo componibile per montaggio su guida DIN.
Il sistema costruttivo del quadro deve garantire la messa a terra di tutto l'involucro
metallico.
Il quadro dev'essere dotato di sbarra di terra in rame di adeguata sezione fissata alla
struttura nella parte inferiore.
Le caratteristiche dei principali componenti di potenza sono indicate nelle tavole di
progetto.
156
Tutti gli interruttori devono comunque essere adatti alla corrente di corto circuito nel punto
di installazione, e coordinati con le linee a valle secondo la norma CEI 64-8.
Ogni apparecchio dev'essere identificato, sia all'interno che all'esterno dei quadri, da
targhette in resina doppiostrato incise, fissate con viti o con nastro biadesivo.
Il montaggio dev'essere eseguito secondo le istruzioni del costruttore.
Realizzazione e collaudo conformi alle normative vigenti.
Corredo di accessori e tutto quanto occorre per rendere il quadro costruito ed installato a
regola d’arte.
3.4.6
PRESCRIZIONI PERQUADRI DESTINATI A LOCALI AD USO MEDICO DI
GRUPPO 1
I quadri per i locali ad uso medico di gruppo 1 avranno caratteristiche costruttive analoghe
a quelle dei quadretti per locali non classificati, ma saranno equipaggiati con protezioni
differenziali di classe "A".
3.4.7
BATTERIE DI CONDENSATORI
Dati tecnici
 Tensione nominale
 Tensione di impiego
 Frequenza nominale
 Classe di temperatura
 Tolleranza sulla capacità
 Perdite dielettriche
 Tensione di prova tra terminali
 Tensione di prova tra terminali e massa
 Installazione
 Grado di protezione
 Resistenze di scarica
Caratteristiche costruttive
450 V
380 V
50 Hz
-25 +50 °C
-5 +10 %
 0,5 W/kVAR
2,15 Vu x 10”
3 kV x 10”
interno
IP 20
incorporate
Gli elementi capacitivi sono realizzati in film di polipropilene metallizzato autorigenerante
protetti in custodia di alluminio. Sono dotati di dispositivo di protezione antiscoppio che
disattiva il condensatore in caso di sovrappressione.
Le batterie di condensatori sono ottenute collegando a triangolo elementi capacitivi
monofasi all’interno di custodia metallica.
La tensione nominale è stata scelta ad un valore più elevato rispetto a quello di esercizio
per evitare problemi dovuti a sovratensione, ma naturalmente la capacità dovrà essere
garantita alla tensione nominale.
Opportune precauzioni dovranno essere prese per impianti con elevato contenuto di
armoniche.
157
3.4.8
QUADRO DI RIFASAMENTO AUTOMATICO
Il quadro di rifasamento automatico dev'essere del tipo prefabbricato con involucro
metallico, dotato di cassetti estraibili modulari della potenza di 30kVAR ciascuno.
Ciascun cassetto dev'essere equipaggiato con:
 condensatori di tipo long- life a dielettrico misto;
 contattore di inserimento;
 reattore antiarmoniche accordato a 190Hz;
 dispositivo di scarica in 20";
 protezione termica con sonda PTC.
I contattori saranno pilotati da un regolatore automatico con logica di inserzione
selezionabile.
Il segnale amperometrico dev'essere prelevato, con eventuale interposizione di
sommatore, da appositi TA posti sulle barrature principali del quadro generale di bassa
tensione.
Ogni quadro dovrà essere corredato con voltmetro, amperometro e cosfimetro sul fronte.
Si devono cablare in morsettiera i contatti riguardanti lo stato di aperto-chiuso di ogni
contattore e, tramite appositi convertitori di misura, i segnali per la misura a distanza del
fattore di potenza.
3.4.9
SOCCORRITORE PER SERVIZI AUSILIARI DI CABINA 3KVA 230VAC
Apparecchiatura in grado di generare una tensione alternata sinusoidale con uscita
monofase 230V (110V a richiesta) prelevando energia dalla batteria interna.
Il soccorritore dev'essere fornito con due uscite:
 una connessa mediante by-pass alla rete per alimentare un carico permanente SA;
 una connessa solo all’inverter per alimentare un carico non permanente SE solo in
caso di black-out.
Deve intervenire alla mancanza rete o su comando a distanza con un tempo di intervento
massimo di 500ms (CEI 64/4).
In presenza di tensione di rete (con valore corretto) il carico sull’uscita SA dev'essere
alimentato direttamente da rete, e contemporaneamente un carica batterie elettronico
switching deve provvedere alla ricarica della batteria con un ciclo di carica a fondo seguito
da un ciclo di carica di mantenimento a tensione costante in grado di garantire la carica
della batteria in modo ottimale.
In caso di black-out sia il carico connesso all’uscita SA sia quello sull’uscita SE devono
essere commutati tramite un teleruttore sull'inverter che, utilizzando un principio di
funzionamento a PWM (Pulse With Modulation) in alta frequenza, converte la tensione dc
della batteria in una tensione alternata sinusoidale a bassa distorsione, con valori di
tensione e frequenza stabilizzati sia al variare del carico che al variare della tensione di
batteria.
158
L’inverter dev'essere protetto da eventuali sovraccarichi o cortocircuiti da una limitazione
di corrente elettronica di tipo proporzionale in grado di garantire sicurezza di
funzionamento in tutte le condizioni di utilizzazione.
Il soccorritore dev'essere dotato di funzione AUTOTEST; periodicamente
microprocessore della macchina deve effettuare test funzionali e test di autonomia.
il
Mediante apposita uscita seriale RS232 il soccorritore deve poter essere controllato a
distanza tramite un PC.
Dati tecnici:
 Potenza (VA)
 Potenza attiva (W)
 Autonomia (ore)
 Batteria
 Numero batterie
 Contenitori batterie
 Larghezza (cm)
 Profondità (cm)
 Altezza (cm)
 Peso (kg)
3.4.10
3000,00
2100,00
1
Pb 12V 50Ah
8,00
NO
80,00
40,00
140,00
300,00
CAVIDOTTI
Devono essere eseguiti sondaggi trasversali prima dell'inizio degli scavi per accertare
l'esistenza di interferenze.
Il taglio della pavimentazione va fatto solo con macchina tagliasfalto a disco.
Lo scavo a sezione obbligata deve avere la profondità minima indicata nei disegni; in
difetto si tenga presente il filo superiore dello strato di tubazioni più superficiali deve
comunque essere a profondità non inferiore a 60 cm.
Le tubazioni devono essere posate su letto di sabbia, e conglobate in un cassonetto di
calcestruzzo dosato a 250 Kg. di cemento tipo 325 per metro cubo di impasto, con
ricoprimento di 10 cm sui lati e sopra ai tubi; il cassonetto dev'essere superiormente
lisciato.
Le tubazioni devono essere tenute separate con selle di plastica o altri mezzi idonei per
consentire al calcestruzzo del cassonetto di riempire gli interstizi fra i tubi.
Le tubazioni devono avere opportuna pendenza, con punti bassi in corrispondenza dei
pozzetti, per impedire che fango e detriti le possano ostruire.
Il riempimento dello scavo dev'essere effettuato con misto naturale di fiume costipato a
vibrazione, almeno sei ore dopo il getto del cassonetto.
Sono compresi la raccolta, il trasporto ed il conferimento a discarica del materiale di
risulta.
La pavimentazione precedentemente tagliata dev'essere perfettamente ripristinata.
159
Durante la fase di scavo dei cavidotti e dei pozzetti devono essere approntati tutti i ripari
necessari per evitare incidenti ed infortuni a persone, animali o cose per effetto di scavi
aperti non protetti.
Durante le ore notturne la segnalazione di scavo aperto o di presenza di cumulo di
materiale dev'essere di tipo luminoso a fiamma o a sorgente elettrica, tale da evidenziare il
pericolo esistente per il transito pedonale e veicolare.
Per i tratti cavidotti in terreno senza pavimentazione è permesso il riempimento con il
materiale di risulta.
3.4.11
POZZETTI IN MURATURA
Lo scavo deve avere misure adeguate alle dimensioni del pozzetto.
La base dev'essere costituita da una platea in calcestruzzo dosato a 200 Kg di cemento
tipo 325 per metro cubo di impasto, con fori per il drenaggio dell'acqua
Le murature laterali del pozzetto devono essere in mattoni pieni o in calcestruzzo dosato a
250 Kg di cemento tipo 325 per metro cubo di impasto.
Nelle pareti laterali devono essere conglobate le tubazioni in plastica interessate dal
pozzetto; gli spazi fra muratura e tubo devono essere sigillati con malta di cemento.
L'interno del pozzetto dev'essere rinzaffato in malta di cemento grossolanamente lisciato
nel caso di impiego di mattoni pieni;
Su idoneo letto in malta di cemento dev'essere posato il chiusino in ghisa, completo di
telaio, per traffico incontrollato, luce netta 50x50 cm.
Il vano residuo fra pozzetto e scavo va riempito con ghiaia naturale costipata;
Sono compresi la raccolta, il trasporto ed il conferimento a discarica del materiale di
risulta.
3.4.12
TUBO FLESSIBILE PER CAVIDOTTI
Caratteristiche tecniche secondo CEI EN 50086-1-2-4, CEI 23-46
La forza verticale che provoca uno schiacciamento del tubo corrugato pari al 5% del
diametro medio interno dev'essere non inferiore a 450 N.
Il tubo deve resistere alla prova d'urto a -5° effettuata con valori di energia applicati,
variabili a seconda della dimensione nominale del tubo.
Il tubo deve resistere alla prova di piegatura effettuata sia a temperatura ambiente che alla
temperatura di -5°C, con un raggio di curvatura pari ad almeno 10 volte il diametro
nominale del tubo
Il tubo deve avere particolare resistenza agli agenti chimici e protezione contro i raggi U.V.
Conformità alla Direttiva B.T. 73/23 CEE e 93/68 CEE (Marchio CE)
L'elevata flessibilità del cavidotto deve renderne agevole la posa su fondi e pendenze di
qualsiasi tipo, evitando l'utilizzo di raccordi angolari.
Il cavidotto dev'essere fornito di manicotto di giunzione ad innesto rapido con eventuale
interposizione di guarnizione per la tenuta stagna, e dev'essere provvisto di tirafilo zincato
già inserito.
160
Ogni rotolo in tutta la sua lunghezza dev'essere metrato.
DIAMETRO
EST. mm
40
50
63
75
90
110
125
140
160
200
DIAMETRO
INT. mm
31
41
52
60
73
92
106
120
135
180
rotoli
rotoli
rotoli
rotoli
rotoli
rotoli
rotoli
rotoli
barre barre barre barre
barre
barre
barre
barre
CONFEZIONI rotoli
rotoli
Confezionamento in rotoli da m. 50 e m 25 a seconda del DN dei tubi, o in barre da m 6
Colore rosso esterno, nero interno, per servizio energia;
Colore blu esterno ed interno per servizio correnti deboli (impianti speciali):
3.4.13
PASSERELLE PORTACAVI IN FILO D’ACCIAIO
Requisiti tecnici
 la passerella portacavi deve avere un bordo di sicurezza; il filo longitudinale superiore
dev'essere saldato a T sul filo trasversale.
 il bordo di sicurezza deve tassativamente evitare ferite agli addetti al montaggio, e
danneggiamenti dei cavi durante il montaggio.
 la freccia della passerella portacavi deve essere al massimo 1/200 della distanza fra
due mensole.
 il diametro del filo della passerella portacavi deve essere almeno di 4,5 mm per ogni
larghezza inferiore/uguale a 300 mm e almeno di 6 mm per una larghezza di 400, 500
e 600 mm.
 la fabbricazione dei pezzi speciali e delle derivazioni dev'essere eseguita tagliando la
passerella portacavi su misura e piegando i fili. Per il taglio, è tassativo l’utilizzo di una
cesoia con ganasce a lame asimmetriche, indispensabile per ottenere un taglio pulito e
netto e per consentire un corretto assemblaggio.
 la giunzione delle passerelle portacavi (NF A91-102 N / DIN 50961) dev'essere
eseguita con impiego di giunti rapidi a vite.
 il sistema portacavi deve essere omologato secondo le norme IEC 1537, DIN VDE
0639 o equivalenti.
Caratteristiche costruttive
 passerella portacavi in acciaio elettrozincato secondo la norma NF A91-102 N / DIN
50961.
 diametro del filo: 4,5 mm
 altezza laterale: 54 mm
 larghezza nominale: v. disegni.
 coperchio in acciaio galvanizzato a caldo (NF A36-322 / DIN17162) ove previsto.
3.4.14
TUBO RIGIDO IN PVC
Può essere impiegato per la posa in vista a parete, a soffitto, nel vano tecnico sopra al
controsoffitto.
161
Dev'essere della serie pesante con grado di compressione minimo di 750 N conforme alle
tabelle UNEL e alle Norma CEI e provvisto di marchio italiano di qualità.
Non sono ammesse la posa interrata (anche se protetto da manto di calcestruzzo) né
quella in vista in posizioni dove possa essere soggetto a urti e danneggiamenti.
Le giunzioni e i cambiamenti di direzione dei tubi possono essere ottenuti impiegando
manicotti e curve con estremità a bicchiere conformi alle citate Norma e tabelle.
E' ammesso eseguire i manicotti e le curve sul posto di posa; in tal caso le giunzioni
devono essere eseguite in modo che le estremità siano sovrapposte per un tratto pari a
circa 1-2 volte il diametro nominale del tubo, e le curve in modo che il raggio di curvatura
sia compreso fra 3 e 6 volte il diametro nominale del tubo.
Tubazioni e accessori devono avere marchio IMQ.
Nella posa in vista la distanza fra due punti di fissaggio successivi non dev'essere
superiore a 1 m, in ogni caso i tubi devono essere fissati in prossimità di ogni giunzione e
sia prima sia dopo ogni cambiamento di direzione.
Nella posa in vista, per il fissaggio si devono impiegare collari singoli in acciaio zincato e
passivato con serraggio mediante viti trattate superficialmente contro la corrosione e rese
imperdibili, oppure collari in materiale isolante con supporto, oppure morsetti in materiale
isolante sempre serrati con viti (i tipi con serraggio a scatto sono ammessi all’interno di
controsoffitti, sotto pavimenti sopraelevati, in cunicoli o analoghi luoghi protetti).
Collari e morsetti devono essere ancorati a parete o a soffitto mediante idonei tasselli.
Nei locali umidi o bagnati o all’esterno si possono impiegare solo collari o morsetti in
materiale isolante, le viti dovranno essere in acciaio nichelato o cadmiato o in ottone.
Negli ambienti a maggior rischio d’incendio Norma CEI 64-8/7 le tubazioni devono
resistere alla prova del filo incandescente a 850 °C e devono essere a bassa emissione di
fumi opachi e gas tossici se posati in vista.
Caratteristiche tecniche:
 resistenza allo schiacciamento 750N su 5cm. lineari a 20°C;
 resistenza all'urto a freddo (-5°C) da 0,5 a 2 J;
 resistenza a temperature fra -5°C e +60°C;
 curvabilità a freddo con raggio minimo pari a 3 diametri;
 grado di protezione IP40 con manicotti e curve normali impiegati senza collanti;
 autoestinguente in meno di 30 secondi;
 rigidità dielettrica superiore a 2kV;
 resistenza di isolamento superiore a 100MOhm;
 colore grigio RAL 7035 o nero;
 piegabile a temperatura ambiente con molla piegatubo;
 diametri standard da mm. 16 a mm. 50;
 con Marchio Italiano di Qualità MIQ
 normativa di riferimento: CEI 23-8/Tabella UNEL 37118/72.
162
3.4.15
TUBO RIGIDO IN PVC FILETTABILE
Ne è previsto l'impiego in tutti gli impianti il cui grado di protezione deve essere superiore
ad IP40; l'elevata resistenza allo schiacciamento ne permette l'uso in sostituzione del tubo
metallico nelle centrali tecnologiche, nelle autorimesse ed in ambienti similari.
Dev'essere in materiale autoestinguente con estremità filettate e spessori non inferiori ai
seguenti valori (in mm) 2.2-2.3-2.5-2.8-3.0-3.6 rispettivamente per le grandezze (diam.
est.) 16-20-25-32-40-50 con una resistenza allo schiacciamento pari ad almeno 750 N
misurata secondo le modalità previste dalle Norma CEI.
Per grandezze superiori (diametri esterni maggiori di 50 mm) si deve ricorrere a tubi della
“serie filettata gas” - PN 6.
Le giunzioni sono ottenute con manicotti filettati.
I cambiamenti di direzione possono essere ottenuti sia con curve ampie con estremità
filettate internamente sia per piegatura a caldo.
Tubazioni e accessori devono avere marchio IMQ.
Nella posa in vista la distanza fra due punti di fissaggio successivi non dev'essere
superiore a 1 m, in ogni caso i tubi devono essere fissati in prossimità di ogni giunzione e
sia prima sia dopo ogni cambiamento di direzione.
Nella posa in vista, per il fissaggio si devono impiegare collari singoli in acciaio zincato e
passivato con serraggio mediante viti trattate superficialmente contro la corrosione e rese
imperdibili, oppure collari in materiale isolante con supporto, oppure morsetti in materiale
isolante sempre serrati con viti (i tipi con serraggio a scatto sono ammessi all’interno di
controsoffitti, sotto pavimenti sopraelevati, in cunicoli o analoghi luoghi protetti).
Collari e morsetti devono essere ancorati a parete o a soffitto mediante idonei tasselli.
Nei locali umidi o bagnati o all’esterno si possono impiegare solo collari o morsetti in
materiale isolante, le viti dovranno essere in acciaio nichelato o cadmiato o in ottone.
Negli ambienti a maggior rischio d’incendio Norma CEI 64-8/7 le tubazioni devono
resistere alla prova del filo incandescente a 850 °C e devono essere a bassa emissione di
fumi opachi e gas tossici se posati in vista.
Caratteristiche tecniche:
 resistenza allo schiacciamento 400 Kg su 1 dm. lineare;
 grado di protezione IP55 con gli appositi manicotti e curve filettati;
 adatto per temperatura ambiente permanente di 50°C;
 autoestinguente e non propagante;
 rigidità dielettrica superiore a 2kV;
 filettatura metrica;
 colore grigio RAL 7035;
 diametri standard da mm. 16 a mm. 50;
 normativa di riferimento: CEI 23-8.
163
3.4.16
TUBO FLESSIBILE IN PVC SERIE PESANTE (CORRUGATO)
Può essere impiegato per la posa sottotraccia a parete o a soffitto (curando che in tutti i
punti risulti ricoperto da almeno 20 mm di intonaco) oppure entro pareti prefabbricate in
cartongesso.
Dev'essere conforme alle Norma CEI e alle tabelle UNEL in materiale autoestinguente, e
provvisto di marchio italiano di qualità.
Non può essere impiegato nella posa in vista, o a pavimento, o interrata (anche se protetto
da manto di calcestruzzo).
Non possono essere eseguite giunzioni se non in corrispondenza di scatole o di cassette
di derivazione.
I cambiamenti di direzione devono essere eseguiti con curve ampie (raggio di curvatura
compreso fra 3 e 6 volte il diametro nominale del tubo).
Caratteristiche tecniche:
 resistenza allo schiacciamento 750N su 5cm. lineari a 20°C;
 resistenza all'urto a freddo (-5°C) da 0,5 a 2 J;
 curvabilità a freddo con raggio minimo pari a 3 diametri;
 autoestinguente in meno di 30 secondi;
 resistenza a temperature fra -5°C e +60°C;
 rigidità dielettrica superiore a 2kV;
 resistenza di isolamento superiore a 100MOhm;
 colore nero per energia, verde, blu, ecc. per altri servizi;
 diametri standard da mm. 16 a mm. 63;
3.4.17
GUAINA FLESSIBILE CON SPIRALE RIGIDA IN PVC
Dev'essere in materiale autoestinguente e costituita da un tubo in plastica morbida,
internamente liscio rinforzato da una spirale di sostegno in PVC.
La spirale deve avere caratteristiche (passo dell’elica, rigidezza etc.) tali da garantire
l’inalterabilità della sezione anche per il raggio minimo di curvatura (r. min. = 2x diam. int.)
ed il ritorno alla sezione originale in caso di schiacciamento.
Il campo di temperatura di impiego deve estendersi da -15 °C a + 70 °C.
Per il collegamento a tubi di altro tipo, canalette, cassette di derivazione o di morsettiere
dei motori e contenitori, devono essere impiegati esclusivamente i raccordi previsti allo
scopo dal costruttore e costituiti da: corpo del raccordo, anello di tenuta, ghiera filettata di
serraggio, controdado o manicotto filettato a seconda se il collegamento è con cassette,
canalette o contenitori oppure con tubi filettati.
Le estremità dei tubi flessibili non devono essere bloccate con raccordi del tipo a clips
serrati con viti.
Non è ammesso l’impiego di questo tipo di tubo all’interno dei locali con pericolo di
esplosione o incendio.
La resistenza allo schiacciamento non dev'essere inferiore a 350 N secondo quanto
prescritto nelle Norma CEI.
164
Negli ambienti a maggior rischio d’incendio Norma CEI 64-8/7 le tubazioni devono
resistere alla prova del filo incandescente a 850 °C e devono essere a bassa emissione di
fumi opachi e gas tossici se posati in vista.
3.4.18
CASSETTA DI DERIVAZIONE IN RESINA, DA PARETE
Cassetta di derivazione in resina per montaggio sporgente a parete, da impiegare negli
impianti realizzati con tubazione isolante posata in vista.
 corpo in materiale isolante autoestinguente (resistente alla prova del filo incandescente
a temperatura superiore a 650°C).
 resistenza al riscaldamento a temperatura superiore a 70°C.
 esecuzione con pareti piene o forate con pressacavi.
 coperchio fissato a pressione rimuovibile con attrezzo o con viti.
 grado di protezione minimo IP44 con i pressacavi di serie.
 fondo provvisto di guide per il fissaggio di morsettiere ed accessori.
 possibilità di montaggio di pressacavi filettati con grado di protezione fino ad IP66.
 possibilità di accoppiamento ad altre cassette o a canaline con apposito raccordo
stagno dotato di guarnizione, dado e controdado.
3.4.19
CASSETTA DI DERIVAZIONE IN RESINA, DA INCASSO
Cassetta di derivazione in resina per montaggio incassato a parete, da impiegare negli
impianti realizzati con tubazione isolante posata incassata.
 corpo in polistirolo isolante autoestinguente (resistente alla prova del filo incandescente
a temperatura superiore a 650°C).
 resistenza al riscaldamento a temperatura superiore a 70°C.
 coperchio piano di polistirolo colore avorio fissato con viti.
 possibilità di montaggio di coperchio antiurto in policarbonato.
 struttura rigida autoportante con anello di rinforzo e di riferimento per l'incasso;
 grado di protezione minimo IP40.
 fondo provvisto di guide per il fissaggio di morsettiere, separatori isolanti ed accessori.
3.4.20
MORSETTO ISOLATO PER DERIVAZIONI, TIPO VOLANTE
Le giunzioni e le derivazioni dei conduttori di tipo volante dovranno essere eseguite
esclusivamente con l'impiego di morsetti isolati del tipo a cappuccio.
 corpo in ottone.
 vite di serraggio antiallentamento atta a non danneggiare i conduttori.
 cappuccio isolante infrangibile autoestinguente avvitato sul corpo.
 isolamento per tensione di esercizio fino ad almeno 440V.
3.4.21
CAVI MEDIA TENSIONE
Normativa di riferimento
165
 Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica
Norma CEI 11-17/92
 Caratteristiche tecniche e requisiti di prova delle mescole per isolanti e guaine dei cavi
per energia
Norma CEI 20-11/90 e successive varianti 20-11; V1/93; V2/94
 Cavi con isolamento estruso in gomma per tensioni nominali da 1 a 30 kV
Norma CEI 20-13/92 e successive varianti 20-13; V1/94; V2/94; V3/97; V4/97
 Terminali e giunzioni per cavi MT
Norma CEI 20-24/81 e 20-28/80.
 Conduttori per cavi isolati
Norma CEI 20-29/95
Generalità’
I cavi di media tensione devono essere del tipo con isolamento solido, con formazione,
sezione, tensione di isolamento, tensione di tenuta ed eventuale armatura definiti
mediante siglatura convenzionale negli elaborati di progetto; la categoria di impiego è la
"B".
Ogni cavo deve garantire il superamento di qualsiasi regime di funzionamento prevedibile,
sia nominale che di guasto, sotto tutti i profili tecnici (meccanico, termico, chimico,
elettrico, etc.), senza degradamento delle caratteristiche nominali e senza una significativa
riduzione dell’aspettativa media statistica di vita.
I cavi ed i loro accessori devono avere elevate caratteristiche di comportamento in caso di
incendio (non propagazione della fiamma, ridotta emissione di gas e fumi corrosivi, tossici
ed opachi); l’attributo minimo previsto è la caratteristica di “autoestinguente”.
I cavi e gli accessori devono rispondere agli standard più elevati, e devono essere prodotti
da primari costruttori.
Prima della messa in esercizio ogni dovrà essere sottoposto a prova di tensione con le
modalità prescritte dalle norme CEI.
Prescrizioni per la posa direttamente interrata
Le lavorazioni da eseguire sono le seguenti:
 tracciatura ed esecuzione degli scavi secondo il percorso indicato sugli elaborati di
progetto;
 livellamento del fondo degli scavi con pulizia dei detriti, verificando quote di
installazione rispetto ai piani finiti, in modo da ottenere la planarità di quota della posa;
 rinfianco delle sponde degli scavi con tavolati per evitare il franamento di detriti durante
la posa;
 preparazione del fondo degli scavi con uno strato di circa 10 cm di sabbia fine
compattata;
 posa dei cavi MT e copertura dei medesimi con coppelle o lastre in cls
vibrocompresso;
 copertura dei complessi "cavo + copertura" con uno strato di circa 15 cm di sabbia fine
compattata e livellata;
 formazione di ulteriore strato spesso circa 20 cm di terriccio vagliato e compattato, per
la copertura dello strato di sabbia;
 stesura del nastro di segnalazione;
166
 riporto di uno strato di terreno normale (materiale scavato) fino al livello del terreno con
mezzo meccanico vibratore, e ulteriore riporto di uno strato finale per ripristinare il
piano del terreno;
 trasporto del materiale di risulta a discarica autorizzata.
Prescrizioni per la posa in tubazioni interrate e su passerelle portacavi
I cavi devono essere posati utilizzando rulli guidacavo.
I tiri devono essere applicati ai cavi per mezzo di idonea attrezzatura, e devono tenere
conto delle massime sollecitazioni meccaniche sopportate dai cavi; lo sforzo di trazione
deve comunque essere inferiore a 60 N per mm².
Durante la posa in opera si deve porre particolare attenzione per evitare abrasioni della
guaina dei cavi.
Tutti i cavi devono essere fissati alle passerelle ed alle strutture con appositi morsetti
zincati da prevedere:
 ogni 5 m di percorso sulle passerelle orizzontali
 ogni 0,5 m di percorso nei tratti verticali.
Le curvature devono rispettare il raggio di curvatura minimo indicato dal costruttore,
comunque non inferiore a 9 (D+d) (D=diametro del cavo e d=diametro del singolo
conduttore).
I cavi devono essere posati con temperatura superiore a +3°C.
Terminali e giunti
Particolare cura deve essere posta nel confezionamento dei giunti e terminali facendo
attenzione a non lasciare tracce di umidità ed a ripristinare correttamente gli isolamenti.
Il grado d'isolamento di terminali e giunti dev'essere non inferiore a quello del
corrispondente cavo.
I terminali devono essere collegati a terra su entrambi i lati del collegamento.
Identificazione dei cavi e dei terminali
Tutti i terminali devono essere identificati mediante targhe circolari in alluminio anodizzato
con spessore di 2 mm, diametro di 12 cm, scritte nere su fondo giallo, applicate sulle
briglie e riportanti i numeri 4-12-8.
Tutti i cavi posati su passerelle, ogni almeno 20 m di percorso devono essere identificati
mediante targhe in alluminio anodizzato, con fondo giallo e scritte nere, applicate con viti o
bulloni direttamente alle passerelle, con dicitura: "Cavo ...... kV - da.... a....".
Tutti i cavi direttamente interrati o posati in tubazioni interrate devono essere identificati
con masselli in ghisa parallelepipedi, dimensioni 20x20x25 cm, affioranti sulle
pavimentazioni o sul terreno, con dicitura: "Cavo ...... kV - da.... a....", installati:
 ogni 20m di percorso;
 in tutti i cambiamenti di direzione;
 in corrispondenza di eventuali giunti.
167
3.4.22
CAVO UNIPOLARE O MULTIPOLARE CON GUAINA ISOLATO IN GOMMA
TIPO FTG10 (O) M1 2045 0,6/1KV RESISTENTE AL FUOCO
Caratteristiche tecniche:
 cavo unipolare o multipolare
 non propagante la fiamma secondo CEI 20-35;
 non propagante dell'incendio secondo CEI 20.22 III;
 assenza di gas corrosivi in caso d'incendio secondo CEI 20-37 e CEI 20-38;
 ridottissima emissione di gas tossici e fumi opachi in caso d'incendio secondo CEI 2037 II, CEI 20-37 III e CEI 20-38;
 resistente al fuoco secondo CEI 20-36 e 20-45;
 conduttori a corda flessibile in rame rosso ricotto stagnato con barriera ignifuga;
 isolante in elastomerico reticolato di qualità G10;
 colore delle anime secondo la vigente normativa;
 guaina termoplastica speciale M1 in colore azzurro;
 tensione nominale Uo/U 0,6/1kV;
 tensione max Umax: 1,2 KV;
 tensione di prova 4kVca;
 temperatura minima di posa: -10°C;
 temperatura di esercizio max. 90°C
 temperatura di corto circuito max. 250°C
 sezioni normalizzate flessibile:
- unipolare da 1,5 a 150 mmq
- bipolare da 1,5 a 25 mmq;
- tripolare e quadripolare da 1,5 a 25 mmq;
- pentapolare da 1,5 a 16 mmq;
- per segnalamento e comando da 7 a 19 conduttori 1,5 e 2,5 mmq;
- stampigliatura ad inchiostro speciale CEI 20-45, CEI 20-22 III, IEMMEQU, sigla di
designazione, RF31-22, 0,6/1kV, modello, formazione, casa costruttrice.
Normativa specifica di riferimento:
 CEI 20-38
 CEI 20-35
 CEI 20-36
 CEI 20-20/II
 CEI 20-37/I
 UNEL 35370
 UNEL 35369
 UNEL 35371
 CEI 20-40
 CEI 20-45
Documentazione da consegnare per approvazione e accettazione:
 Certificati di marchi nazionali oppure europei
 Marcatura "CE" per il recepimento delle direttive europee EMC 89/336 e B.T. 73/23 e
93/68
 Campionatura:
Prescrizioni di installazione
168
La posa dovrà avvenire accuratamente in modo da prevenire abrasioni della guaina.
Il raggio minimo di curvatura non dovrà essere inferiore a 6-8 volte il diametro esterno del
conduttore.
Per le giunzioni verranno utilizzati esclusivamente morsetti componibili (nei quadri) o liste
di morsetti isolanti fissi (nelle cassette).
Le sezioni dovranno non inferiori a quelle di progetto e comunque essere coordinate con
le protezioni a monte.
3.4.23
CAVO UNIPOLARE O MULTIPOLARE CON GUAINA ISOLATO IN GOMMA
G7 TIPO FG7(O)M1 0,6-1 KV
Caratteristiche tecniche:
 cavo unipolare o multipolare
 rispondenza alle norme CEI 20.13;
 non propagante la fiamma secondo CEI 20-35;
 non propagante l'incendio secondo CEI 20.22 III;
 ridottissima emissione di fumi opachi e gas tossici, e assenza di gas corrosivi tossici
(CEI 20-37, CEI 20-38);
 conduttori in corda rotonda flessibile in rame rosso ricotto;
 isolante in HEPR ad alto modulo;
 colore delle anime secondo la vigente normativa;
 guaina in PVC speciale di qualità M1, colore verde;
 tensione nominale Uo/U 0,6/1kV;
 tensione di prova 4kVca;
 sezioni normalizzate:
- unipolare da 10 a 300 mmq;
- bipolare da 1,5 a 50 mmq;
- tripolare e quadripolare da 1,5 a 150 mmq;
- pentapolare da 1,5 a 50 mmq;
- per segnalamento e comando da 5 a 24 conduttori, da 1,5 e 2,5 mmq
 stampigliatura ad inchiostro speciale CEI 20-22 III 20-13, IEMMEQU, sigla di
designazione secondo CEI-UNEL 35011, modello, numero conduttori x sezione, anno,
casa costruttrice.
Prescrizioni di installazione
La posa dovrà avvenire accuratamente in modo da prevenire abrasioni della guaina.
Il raggio minimo di curvatura non dovrà essere inferiore a 6-8 volte il diametro esterno del
conduttore.
Per le giunzioni verranno utilizzati esclusivamente morsetti componibili (nei quadri) o liste
di morsetti isolanti fissi (nelle cassette).
Le sezioni dovranno non inferiori a quelle di progetto e comunque essere coordinate con
le protezioni a monte.
169
3.4.24
CONDUTTORE UNIPOLARE ISOLATO IN TERMOPLASTICO NON
PROPAGANTE L'INCENDIO TIPO N07G9-K
Caratteristiche tecniche
 cavo unipolare;
 non propagante la fiamma secondo CEI 20-35;
 non propagante l'incendio secondo CEI 20.22 II;
 ridottissima emissione di fumi opachi e gas tossici, e assenza di gas corrosivi tossici
(CEI 20-37, CEI 20-38);
 conduttore in corda flessibile di rame rosso ricotto;
 elastomerico reticolato di qualità "G9";
 tensione nominale: 450/750 V;
 tensione di prova 2500Vca;
 sezioni normalizzate da 1,5 a 50 mmq
 stampigliatura a inchiostro speciale sull'isolante con indicazione CEI 20-22/II, CEI 2038, IEMMEQU, N07G9-K, sezione, modello, casa costruttrice;
 temperatura minima di posa -15°C;
 temperatura di esercizio 90°C;
 temperatura di cortocircuito: 250°C.
Normativa specifica di riferimento:
 CEI 20-20/II
 CEI 20-35
 CEI 20-37
 CEI 20-38
 CEI 20-40
 UNEL 35752
Documentazione da consegnare per approvazione e accettazione:
 Certificati di marchi nazionali oppure europei
 Marcatura "CE" per il recepimento delle direttive europee EMC 89/336 e B.T. 73/23 e
93/68
 Campionatura
Prescrizioni di installazione
La posa dovrà avvenire accuratamente in modo da prevenire abrasioni dell'isolante.
Il raggio minimo di curvatura non dovrà essere inferiore a 4 volte il diametro esterno del
conduttore.
Per le giunzioni verranno utilizzati esclusivamente morsetti componibili (nei quadri) o
morsetti isolanti a cappuccio (principalmente nelle cassette).
Le sezioni dovranno non inferiori a quelle di progetto e comunque essere coordinate con
le protezioni a monte.
La colorazione dei conduttori di neutro e di protezione dovrà essere corrispondente alla
normativa vigente.
170
3.4.25
GRUPPO DI CONTINUITÀ STATICO 5 KVA
Caratteristiche principali
 Ingresso monofase-trifase/uscita monofase
 On line Doppia conversione
 Peso e dimensioni ridotti
 Circuito PFC, bassa distorsione armonica della tensione in ingresso
 Controllo a microprocessore
 Auto-dignostica
 Display per completo management dell'UPS
 Progettazione per qualsiasi tipo di applicazione
 Ampio range di tensione in ingresso
 Tensione di uscita sinusoidale stabilizzata
 By-Pass automatico e di servizio
 Test di batteria automatico e manuale
 Predisposizione estensione autonomia
 Bassa rumorosità
 Porta seriale RS-232, EPO e porta a contatti
 Soft start e auto power off
 Smart Active per la più alta efficenza
 Predisposizione slot SNMP
 CD Auto shutdown software, per le maggiori piattaforme
 Modi di funzionamento: on line, line interactive, stand by off, Smart Active
Forma d’onda sinusoidale
Dev'essere ricostruita una forma di tensione perfettamente sinusoidale controllata da un
microprocessore che governa le funzioni di PWM, in modo da assicurare la massima
compatibilità di carico, e garantire ai carichi informatici il giusto rapporto di tensione di
picco e corrente.
Consumi contenuti
Dev'essere presente la funzione Economy Mode, programmabile via software o
impostabile manualmente, per utilizzare l’UPS in versione Line-Interactive (VI) per carichi
poco sensibili con un rendimento fino al 98%.
Dev'essere presente la funzione Smart Active per aumentare l’efficienza alimentando il
carico da inverter quando la rete esce dalla tolleranza dell’UPS ed eseguendo una
diagnosi della rete al rientro dei parametri nella normalità.
Possibilità di effettuare test batterie, sia in automatico che manualmente, per contribuire
ulteriormente a contenere i costi di gestione dell’apparato.
By-pass
L'UPS dev'essere dotato di un circuito elettronico intelligente in grado di riconoscere
eventuali eccessive richieste di energia, rispetto la potenza erogabile dall’UPS, e garantire
comunque tale anomala erogazione per un periodo limitato di tempo attraverso la linea
elettrica di alimentazione principale, by-pass automatico.
Dev'essere presente inoltre il by-pass manuale per effettuare interventi o manutenzioni
preventive senza dovere scollegare i carichi connessi.
171
Installazione semplificata
Il posizionamento dev'essere facilitato dalla presenza di ruote bloccabili per mezzo di
apposito supporto in dotazione.
L’UPS deve poter essere collegato sia su rete trifase che monofase a seconda delle
necessità (modello Argo 50 e 60 MM escluso), e dev'essere dotato di morsettiera di uscita
e di due prese IEC per l'alimentazione di utenze locali.
Comunicazione
L’UPS dev'essere dotato di una porta di comunicazione seriale RS232 per la gestione
evoluta multipiattaforma di monitoring e shut-down dei maggiori sistemi operativi; di una
porta contatti a quindici poli per la remotizzazione dei segnali e di un contatto EPO per
spegnimento da pulsante remoto. L'UPS deve inoltre essere predisposto per l’inserimento
di un adattatore di rete per la gestione in SNMP.
3.4.26
APPARECCHIATURE DI TIPO CIVILE.
Prescrizioni di installazione
I componenti saranno montati entro scatole incassate nella muratura o in vista a parete.
Si dovranno rispettare le istruzioni di montaggio e le condizioni normali di impiego fornite
dal costruttore.
Gli apparecchi saranno montati ad altezze conformi a quanto stabilito dalla guida CEI.
Nel realizzare gli impianti si dovrà tener conto che:
 i tubi incassati nelle pareti devono aver percorsi orizzontali o verticali, allineati con le
scatole ad incasso, in modo che il tracciato degli impianti sia intuibile;
 i cavi appartenenti a sistemi diversi devono avere propri tubi guidacavi e proprie
scatole ad incasso (si può derogare a questa disposizione solo se tutti i cavi hanno
isolamento idoneo alla tensione maggiore e che nelle scatole si realizzino le dovute
separazioni);
 non è permesso realizzare derivazioni nelle scatole porta apparecchi;
 si dovranno prevedere tubazioni incassate di riserva per permettere eventuali future
aggiunte di componenti sulle scatole portafrutto;
 per le apparecchiature a parete, l’ingresso delle linee di alimentazione avverrà dall’alto,
mediante giunzione di tipo tubo - scatola realizzata sulla cassetta di apparecchi di
protezione su base modulare.
Schede tecniche
Le schede tecniche che seguono individuano le caratteristiche tecniche della fornitura.
I valori indicati sono considerati impegnativi ed intesi come garantiti al fine
dell’applicazione di penali sulle prestazioni tecniche.
Interruttore generico
 Numero di poli:
1
 Ingombro:
1 modulo
 Portata:
A
16
 Potere di interruzione: A
20
172
 Tenuta alla tensione di prova:
kV 2 a 50 Hz per 1’
 Resistenza di isolamento: M > 5
 Numero di manovre:
40.000 a 250 Vca e cos = 0,6
 Capacità di serraggio dei morsetti:
 conduttori flessibili:
mm² da 1x0,75 fino a 2x4
 conduttori rigidi: mm² da 1x0,5 fino a 2x2,5
 Tenuta dei morsetti alla trazione dei cavi:
N
> 50
 Grado di protezione:
IP 20
 Grado di protezione frontale supporto – interruttore:
IP XX D
 Tenuta alle sollecitazioni meccaniche: J
> 0,6
 Resistenza al calore (termo pressione con biglia): °C 125
 Resistenza al fuoco (Glow Wire Test): °C 850
Deviatore generico
 Numero di poli:
1
 Ingombro:
1 modulo
 Portata:
A
16
 Potere di interruzione: A
20
 Tenuta alla tensione di prova:
kV 2 a 50 Hz per 1’
 Resistenza di isolamento: M > 5
 Numero di manovre:
40.000 a 250 Vca e cos = 0,6
 Capacità di serraggio dei morsetti:
 conduttori flessibili:
mm² da 1x0,75 fino a 2x4
 conduttori rigidi: mm² da 1x0,5 fino a 2x2,5
 Tenuta dei morsetti alla trazione dei cavi:
N
> 50
 Grado di protezione:
IP 20
 Grado di protezione frontale supporto – interruttore:
IP XX D
 Tenuta alle sollecitazioni meccaniche: J
> 0,6
 Resistenza al calore (termo pressione con biglia): °C 125
 Resistenza al fuoco (Glow Wire Test): °C 850
Pulsante generico
 Numero di poli:
1
 Ingombro:
1 modulo
 Posizione contatto:
NA
 Portata:
A
16
 Potere di interruzione: A
20
 Tenuta alla tensione di prova:
kV 2 a 50 Hz per 1’
 Resistenza di isolamento: M > 5
 Numero di manovre:
40.000 a 250 Vca e cos = 0,6
 Capacità di serraggio dei morsetti:
 conduttori flessibili:
mm² da 1x0,75 fino a 2x4
 conduttori rigidi: mm² da 1x0,5 fino a 2x2,5
 Tenuta dei morsetti alla trazione dei cavi:
N
> 50
 Grado di protezione:
IP 20
 Grado di protezione frontale supporto - interruttore:
IP XX D
 Tenuta alle sollecitazioni meccaniche: J
> 0,6
173
 Resistenza al calore (termo pressione con biglia): °C 125
 Resistenza al fuoco (Glow Wire Test): °C 850
Pulsante a tirante
 Numero di poli:
1
 Posizione contatti:
NA + NA
 Portata:
A
16
 Potere di interruzione: A
20
 Tenuta alla tensione di prova:
kV 2 a 50 Hz per 1’
 Resistenza di isolamento: M > 5
 Numero di manovre:
40.000 a 250 Vca e cos = 0,6
 Capacità di serraggio dei morsetti:
 conduttori flessibili:
mm² da 1x0,75 fino a 2x4
 conduttori rigidi: mm² da 1x0,5 fino a 2x2,5
 Tenuta dei morsetti alla trazione dei cavi:
N
> 50
 Grado di protezione:
IP 20
 Grado di protezione frontale supporto - interruttore:
IP XX D
 Tenuta alle sollecitazioni meccaniche: J
> 0,6
 Tirante:
in cordone in materiale isolante con pomolo di lunghezza 1500 mm
 Resistenza al calore (termo pressione con biglia): °C 125
 Resistenza al fuoco (Glow Wire Test): °C 850
Rele’ monostabile
 Numero di poli:
2
 Ingombro:
1 modulo
 Posizione contatti:
in scambio NA/NC
 Portata contatti: A
10 in AC 1 a 250 Vca
 Potere di interruzione contatti:
A
12,5
 Alimentazione bobina: V
230 a 50 Hz
 Tenuta alla tensione di prova:
kV 2 a 50 Hz per 1’
 Resistenza di isolamento: M > 5
 Numero di manovre:
50.000 a 250 Vca e cos = 0,6
 Capacità di serraggio dei morsetti:
 conduttori flessibili:
mm² da 1x0,75 fino a 2x4
 conduttori rigidi: mm² da 1x0,5 fino a 2x2,5
 Tenuta dei morsetti alla trazione dei cavi:
N
> 50
 Grado di protezione:
IP 20
 Grado di protezione frontale supporto - interruttore:
IP XX D
 Tenuta alle sollecitazioni meccaniche: J
> 0,6
 Resistenza al calore (termo pressione con biglia): °C 125
 Resistenza al fuoco (Glow Wire Test): °C 850
Presa a spina universale
 Involucro:
in materiale infrangibile
 Alveoli:
protetti da schermi di sicurezza
 Numero di poli:
2P + T con terra laterale e centrale
 Tipo presa:
P30-P17 (bivalente)
174
 Diametro spinotti: mm 4/4, 8/5
 Ingombro:
2 moduli
 Portata:
A
16
 Potere d’interruzione: A
20
 Tenuta alla tensione di prova:
kV 2 a 50 Hz per 1’
 Resistenza di isolamento: M > 5
 Numero di manovre:
10.000 a 250 Vca e cos = 0,8
 Capacità di serraggio dei morsetti:
mm² 2x4
 Tenuta dei morsetti alla trazione dei cavi:
N
> 50
 Grado di protezione:
IP 20
 Grado di protezione frontale supporto - interruttore:
IP XX D
 Tenuta alle sollecitazioni meccaniche: J
> 0,6
 Resistenza al calore (termo pressione con biglia): °C 125
 Resistenza al fuoco (Glow Wire Test): °C 850
Copriforo
 Dimensioni:
1-2-3 moduli
 Grado di protezione frontale supporto - interruttore:
IP XX D
 Tenuta alle sollecitazioni meccaniche: J
> 0,6
 Resistenza al calore (termo pressione con biglia): °C 125
 Resistenza al fuoco (Glow Wire Test): °C 850
Uscita per cavo
 Dimensioni:
1 modulo
 Uscita cavo: mm diametro 4/8
 Grado di protezione frontale supporto - interruttore:
IP XX D
 Tenuta alle sollecitazioni meccaniche: J
> 0,6
 Resistenza al calore (termo pressione con biglia): °C 125
 Resistenza al fuoco (Glow Wire Test): °C 850
Placca
 Materiale:
tecnopolimero con smaltatura vetrificata antigraffio
 Dimensioni o numero di posti:
1,2,3,4,6,8 (4+4 sovrapposti) moduli
 Colori:
bianco, rosso, nero, blu, verde pastello
 Resistenza al calore (termo pressione con biglia): °C 75
 Resistenza al fuoco (Glow Wire Test): °C 650
Supporto portafrutti per scatola da incasso o da parete
 Materiale:
plastico isolante
 Dimensioni o numero di posti:
1,2,3,4,6,8 (4+4 sovrapposti) moduli
 Resistenza al calore (termo pressione con biglia): °C 75
 Resistenza al fuoco (Glow Wire Test): °C 650
Scatola portafrutti da incasso
 Materiale:
plastico
 Capienze:
3-4-6-8 (4+4 sovrapposti) moduli
 Dimensioni: mm 3 posti: bxh 119x80
 4 posti: bxh 144x80
 6 posti: bxh 194x80
175
 8 posti: bxh 131x129
3.4.27
PRESE INDUSTRIALI
 Resistenza al calore (termocompressione con biglia):°C
80
 Resistenza al fuoco (Glow Wire Test): °C 850
 Comportamento agli agenti chimici ed atmosferici:
resistenza
all’acqua,
alle
soluzioni saline, agli acidi diluiti, alle basi diluite e ai raggi UV
 Montaggio:
prese da 16 e 32A mediante cassetta di fondo oppure base modulare
con vano per installazione apparecchiature di protezione: le prese da 63A su base
modulare
Presa industriale verticale fissa
 Tensione nominale:
V
220 o 380
 Frequenza: Hz 50/60
 Poli:
 Prese a 220V:
2P + T
 Prese a 380 V:
3P+N+T o 3P+T
 Corrente nominale:
 Prese a 220 V: A
16
 Prese a 380 V: A
16, 32 o 63
 Protezione:
per mezzo di fusibili cilindrici 9G oppure mediante interruttore
modulare magnetotermico differenziale con Id = 30 mA (fino alla corrente nominale di
32; per le prese da 63 A mediante interruttore magnetotermico)
 Grado di protezione:
IP 66 (montata sull’involucro)
 Resistenza agli urti:
IK 10
Cassetta di fondo per montaggio di presa
 Materiale:
tecnopolimero
 Prese montabili:
n° 1 presa da 16 o 32 A
 Grado di protezione:
IP 66 (con la presa)
 Resistenza agli urti:
IK 10
 Resistenza al calore (termocompressione con biglia):°C
80
 Resistenza al fuoco (Glow Wire Test): °C 850
 Comportamento agli agenti chimici ed atmosferici:
resistenza
all’acqua,
alle
soluzioni saline, agli acidi diluiti, alle basi ed ai raggi UV
Cassetta di fondo per montaggio di presa
 Materiale:
tecnopolimero
 Prese montabili:
n° 1,2,3 o 4 prese 16/32 A; n° 1 presa da 63 A
 Grado di protezione:
IP 66 (con la/le presa/e)
 Resistenza agli urti:
IK 10
 Resistenza al calore (termocompressione con biglia):°C
80
 Resistenza al fuoco (Glow Wire Test): °C 850
 Comportamento agli agenti chimici ed atmosferici:
resistenza
all’acqua,
alle
soluzioni saline, agli acidi diluiti, alle basi ed ai raggi UV
176
3.4.28
RACK PER APPARECCHIATURE FONIA DATI
Caratteristiche costruttive
I quadri dovranno essere di tipo chiuso, da parete o da pavimento, di larghezza standard
tra i montanti di 19”, in acciaio verniciato con vernice epossidica colore grigio RAL 7035 e
porta in vetro temperato da 5 mm rispondente alla normativa per la sicurezza.
I quadri e gli armadi dovranno essere realizzati in conformità alle norme EN 60529, EN
50102 ed EN 60950.
Le caratteristiche meccaniche delle porte dovranno essere:
 Carico unitario di rottura e compressione x rc almeno pari 1000 N/mm²
 Carico unitario di rottura a flessione x rf = 120÷200 N/mm²
 Modulo di elasticità e = 7000 N/mm²
I materiali utilizzati per la costruzione dei quadri e degli armadi devono essere:
 Tetto e base: lamiera di acciaio di spessore 1,5 mm
 Profilati verticali: lamiera di acciaio spessore 1,5 mm
 Pannelli laterali e posteriore: lamiera di acciaio spessore 1,5 mm
 Basamento: lamiera di acciaio spessore 1,5 mm
 Copertura superiore: pannelli in lamiera di acciaio spessore 1,5 mm
 Montanti mobili: lamiera di acciaio spessore 2 mm
 Perni di massa: viti M6x12
 Verniciatura in polvere epossidica leggermente goffrata resistente alle alte temperature
e alla prova nebbia salina colore grigio RAL 7035
 Gli armadi da pavimento devono essere costituiti da:
 Porta anteriore reversibile in vetro temperato di sicurezza serigrafato, spessore 5 mm
 Porta posteriore con serratura
 Pannelli laterali rimovibili con serratura
 Pannelli per passaggio cavi sul tetto, asportabili
 Piedini regolabili
 Coppia di montanti regolabili in profondità
 Zoccolo integrato con piastra di ventilazione frontale (altezza 100 mm)
 Traversine laterali (per il posizionamento e l’atterramento dei montanti)
I quadri da parete devono essere costituiti da:
 Porta anteriore reversibile in vetro temperato di sicurezza serigrafato, spessore 5 mm
 Pannelli laterali apribili e rimovibili
 Pannello posteriore prefratturato
 Coppia di montanti regolabili in profondità
 Pannelli per passaggio cavi sul tetto e sul fondo
Tutte le parti asportabili dell’armadio devono presentare un perno di massa M6x12 che
consente di realizzare un unico nodo equipotenziale
I quadri dovranno essere disponibili nelle seguenti configurazioni standard.
Versione da parete:
 modularità 6, 9, 12 e 16 unità
 aperture superiori ed inferiori per passaggio cavi
177
 accessibilità laterale facilitata
 grigliature di aerazione sulla testata e sul fondo
 dimensioni in pianta larghezza 600 mm x profondità 380 mm
Versione da pavimento
 modularità 24, 33 e 42 unità
 pannello posteriore e fiancate asportabili
 testata rimovibile per consentire l’installazione di gruppi di ventilazione
 aperture passacavi sul tetto e sul fondo
 montanti mobili arretrabili
 completo di piedini regolabili
 equipaggiabile con zoccolini o ruote
Gli armadi da 24 e 33 unità devono essere disponibili nella versione larghezza 600 mm x
profondità 600 mm.
L’armadio da 42 unità dev'essere disponibile nelle versioni 600 x 600 mm, 600 x 800 mm,
800 x 600 mm, 800 x 800 mm (larghezza x profondità).
Accessoriabilità
Tutti gli armadi in versione standard dovranno essere completati con i seguenti
componenti ed accessori:
 pannelli per PDS 110 19” nelle versioni: 4U arretrato (o piatto) per il montaggio di 2
strisce 110 e 2 pannelli passacavi 2U; 2U arretrato per il montaggio di 2 strisce 110.
 pannelli frontali ciechi 19” in Al 99,6% ossidato spessore 4 mm, disponibili in almeno 3
altezze, da 1U a 3U
 piani a sbalzo standard 19” altezza 2 U, in acciaio 20/10 verniciato RAL 7035 con
portata standard 30 kg, disponibili in due profondità nominali: 255 e 400 mm
 piani fissi in acciaio 15/10 verniciato RAL 7035 portata standard 80 kg, profondità
425e 625 mm
 piano di lavoro estraibile 19” per montaggio su guide telescopiche, piano in acciaio
verniciato RAL 7035 e pannello in Al anodizzato, portata standard 50 kg con guide in
massima estensione. Profondità 440 e 640 mm.
 piastre di ventilazione naturale per armadi con larghezza 600 e 800 mm
 gruppo di ventilazione da 2 ventole per armadi da 600 mm e da 3 ventole per armadi
da 800 mm
 coperchio parziale con spazzola passacavo.
 blocco di alimentazione 19” per apparati attivi composto da n° 6 prese schuko, con
interruttore magnetotermico, completo di accessori di montaggio e set di collegamento
equipotenziale, barra DIN e pannello di copertura con profilo DIN (armadi da
pavimento)
178
INDICE
1.
1.1
1.2
1.3
1.3.1
1.3.2
1.3.3
1.3.4
1.3.5
1.3.6
1.3.7
1.3.8
1.3.9
1.3.10
1.4
1.5
1.6
1.7
1.7.1
1.7.2
1.7.3
1.7.4
1.7.5
1.7.6
1.7.7
1.7.8
1.7.9
2.
2.1
2.1.1
2.1.2
CONDIZIONI GENERALI PER LA PROGETTAZIONE ESECUTIVA E
L'ESECUZIONE DEGLI IMPIANTI
2
PRECISAZIONI SULL’OGGETTO DELL'APPALTO
2
DESIGNAZIONE DELLE OPERE IMPIANTISTICHE
3
ONERI PARTICOLARI PER GLI IMPIANTI
4
ALLESTIMENTO E L’ESERCIZIO DEL CANTIERE
4
RETI DI IMPIANTI PRESENTI SULL'AREA D’INTERVENTO
4
PRESENZA DI EDIFICI E/O ZONE INTERESSATE DA ALTRI INTERVENTI 4
SVOLGIMENTO DELLA NORMALE ATTIVITÀ IN ALCUNE ZONE DURANTE
L’ESECUZIONE DEI LAVORI
5
DOCUMENTAZIONE COSTRUTTIVA
6
DISPOSIZIONI DELLA DIREZIONE LAVORI
6
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
6
DOCUMENTAZIONE FINALE E CERTIFICAZION
7
ONERI ALLA FINE DEI LAVORI
8
VERIFICHE E PROVE
8
PRESCRIZIONI PER I MATERIALI DA IMPIEGARE NEGLI IMPIANTI
10
VERIFICHE NEL CORSO DI ESECUZIONE DEI LAVORI
11
PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI
12
MODALITÀ DI ESECUZIONE E DI CONTROLLO DEL PROGETTO
ESECUTIVO DEGLI IMPIANTI
14
GENERALITÀ
14
REQUISITI DEL PROGETTISTA
14
STUDI E INDAGINI DI DETTAGLIO
14
TEMPI DELLA PROGETTAZIONE ESECUTIVA
14
SEDE DI REDAZIONE DEL PROGETTO ESECUTIVO
15
MODALITÀ DI CONTROLLO DEL RISPETTO DELLE INDICAZIONI DEL
PROGETTO DEFINITIVO.
15
TERMINI DI APPROVAZIONE DEL PROGETTO ESECUTIVO
15
MANCATA APPROVAZIONE DEL PROGETTO ESECUTIVO
16
VARIAZIONI RISPETTO AL PROGETTO DEFINITIVO
16
DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI
17
IMPIANTO IDRICO SANITARIO
17
MESSA IN SICUREZZA, SMANTELLAMENTO DEGLI IMPIANTI ESISTENTI E
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI PROVVISORI
17
TUBAZIONI DI ADDUZIONE DELL’ACQUA, APPARECCHI SANITARI,
MACCHINE
19
179
2.1.3
2.1.4
2.2
2.3
2.3.1
2.3.2
2.3.3
2.3.4
2.3.5
2.3.6
2.3.7
2.4
2.4.1
2.4.2
2.4.3
2.4.4
2.4.5
2.4.6
2.4.7
2.4.8
2.4.9
2.4.10
2.4.11
2.4.12
2.4.13
2.4.14
2.4.15
2.4.16
2.4.17
3.
3.1
3.1.1
3.1.2
3.1.3
COLLETTORI DI SCARICO DELLE ACQUE NERE
20
COLLETTORI DI SCARICO DELLE ACQUE BIANCHE
21
IMPIANTO IDRICO ANTINCENDIO
21
IMPIANTO DI ACCLIMAZIONE
23
MESSA IN SICUREZZA, SMANTELLAMENTO DEGLI IMPIANTI ESISTENTI E
REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI PROVVISORI
23
IMPIANTO DI VENTILAZIONE DELLA RADIOLOGIA E DEGLI AMBULATORI25
IMPIANTO A RADIATORI E A PANNELLI RADIANTI
26
CENTRALE TERMICA
27
COLLETTORI SOLARI E RELATIVI CIRCUITI
27
LOCALI DI ACCUMULO E COLLETTORI PER ACQUA DI RISCALDAMENTO28
CENTRALE FRIGORIFERA E IMPIANTO VENTILCONVETTORI
28
IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI
29
SMANTELLAMENTO DEGLI IMPIANTI ESISTENTI E REALIZZAZIONE DEGLI
IMPIANTI PROVVISORI
29
CABINA ELETTRICA DI TRASFORMAZIONE E GRUPPO ELETTROGENO 31
RETE DI CANALIZZAZIONI PER ENERGIA E CORRENTI DEBOLI
36
LINEE ELETTRICHE PRINCIPALI
37
QUADRI ELETTRICI SECONDARI
37
IMPIANTO D’ILLUMINAZIONE NORMALE E D’EMERGENZA
40
IMPIANTO ILLUMINAZIONE ESTERNA
45
IMPIANTO FORZA MOTRICE
45
IMPIANTO DI TERRA E PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE
ATMOSFERICHE
47
IMPIANTO TELEFONICO E TRASMISSIONE DATI (TD)
49
IMPIANTO MANUALE E AUTOMATICO ALLARME INCENDIO
51
IMPIANTI DIFFUSIONE SONORA
53
IMPIANTO DI CHIAMATA DAY HOSPITAL ONCOLOGICO E REPARTO
SALUTE MENTALE
54
IMPIANTO DI CHIAMATA ZONA PREPARAZIONE ANTIBLASTICI
55
IMPIANTI CITOFONICI
55
IMPIANTO TV
55
IMPIANTO REGOLA CODE PER IL CENTRO PRELIEVI (CUP)
56
SPECIFICHE TECNICHE E MODALITÀ DI ESECUZIONE
58
IMPIANTO IDRICO SANITARIO
58
COMPONENTI PER SISTEMA DI TRATTAMENTO DELL'ACQUA
58
RETI DI ADDUZIONE E RICIRCOLO
60
VALVOLAME DI MANOVRA E ACCESSORI
63
180
3.1.4
3.1.5
3.1.6
3.2
3.2.1
3.2.2
3.2.3
3.2.4
3.2.5
3.3
3.3.1
3.3.2
3.3.3
3.3.4
3.3.5
3.3.6
3.3.7
3.3.8
3.3.9
3.3.10
3.3.11
3.3.12
3.3.13
3.3.14
3.3.15
3.3.16
3.3.17
3.3.18
3.3.19
3.3.20
3.3.21
3.3.22
3.3.23
3.3.24
DISPOSITIVI DI CONTROLLO
64
APPARECCHI SANITARI, RUBINETTERIE E ACCESSORI
65
RETI DI SCARICO
69
IMPIANTO IDRICO ANTINCENDIO
73
VALVOLAME IMPIANTO ANTINCENDIO
73
NASPO
73
IDRANTE A PARETE
73
ESTINTORE A POLVERE
73
CARTELLI ANTINCENDIO
74
IMPIANTO DI ACCLIMAZIONE
75
TARGHETTE DI IDENTIFICAZIONE, FRECCE DI DIREZIONE E
COLORAZIONI DISTINTIVE DELLE TUBAZIONI E DELLE CANALIZZAZIONI75
STAFFAGGI E SUPPORTI PER TUBAZIONI E CANALIZZAZIONI
76
VASO DI ESPANSIONE DI TIPO CHIUSO A MEMBRANA CON PRECARICA
DI AZOTO.
77
TERMOMETRI E MANOMETRI
77
VALVOLAME IN OTTONE (VALVOLE A SFERA, FILTRI, VALVOLE DI
RITEGNO, RUBINETTI DI SCARICO, VALVOLE DI SFOGO DELL'ARIA)
78
VALVOLAME IN GHISA (VALVOLE DI INTERCETTAZIONE, RITEGNO E
REGOLAZIONE, FILTRI)
80
ELETTROPOMPE A ROTORE VENTILATO – TIPO VERTICALE
82
ELETTROPOMPE A ROTORE VENTILATO – ASSE ORIZZONTALE
83
ELETTROPOMPE A ROTORE BAGNATO
85
SERBATOIO DI ACCUMULO ACQUA FREDDA
86
STAZIONE DI SOLLEVAMENTO ACQUE NERE
87
STAZIONE DI SOLLEVAMENTO ACQUE INTERCAPEDINI
87
TUBI IN ACCIAIO PREISOLATO
88
TUBI IN ACCIAIO NERO
91
TUBI IN ACCIAIO ZINCATO E RACCORDERIA
94
TUBI MULTISTRATO
96
TUBI IN RAME RIVESTITI
96
TUBI IN POLIETILENE RETICOLATO
97
TUBI IN POLIETILENE AD ALTA DENSITA' (PEAD)
98
TUBI DI PVC RIGIDO
99
COIBENTAZIONE DELLE TUBAZIONI IN ACCIAIO
99
GENERATORI DI CALORE
103
CANNE FUMARIE
104
PRODUTTORE DI VAPORE A GAS
104
181
3.3.25
3.3.26
3.3.27
3.3.28
3.3.29
3.3.30
3.3.31
3.3.32
3.3.33
3.3.34
3.3.35
3.3.36
3.3.37
3.3.38
3.3.39
3.3.40
3.3.41
3.3.42
3.3.43
3.4
3.4.1
3.4.2
3.4.3
3.4.4
3.4.5
3.4.6
3.4.7
3.4.8
3.4.9
3.4.10
3.4.11
3.4.12
3.4.13
3.4.14
3.4.15
3.4.16
COLLETTORI SOLARI
RADIATORE IN GHISA A PIASTRA
VALVOLINE TERMOSTATIZZABILI
GRUPPO FRIGORIFERO AD ASSORBIMENTO
TORRE EVAPORATIVA
VENTILCONVETTORI A CASSETTA
COLLETTORI DI DISTRIBUZIONE
UNITÀ DI TRATTAMENTO DELL'ARIA
SISTEMA DI REGOLAZIONE
BATTERIE POSTRISCALDAMENTO
SILENZIATORI PER ARIA
MACCHINA DI VENTILAZIONE LOCALE ANTIBLASTICI
MACCHINA DI VENTILAZIONE AMBULATORIO ODONTOIATRICO
COMPRESSORE D’ARIA AMBULATORIO ODONTOIATRICO
CANALE IN LAMIERA DI ACCIAIO ZINCATO
COIBENTAZIONE PER CANALI D'ARIA
CANALIZZAZIONI FLESSIBILI
DIFFUSORI, GRIGLIE, UGELLI, SERRANDE
SERRANDA TAGLIAFUOCO
IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI
TRASFORMATORE MT/BT, TRIFASE, IN RESINA
QUADRO DI MEDIA TENSIONE IN ESECUZIONE PROTETTA PER
INTERNO, CON ISOLAMENTO IN ARIA E INTERRUTTORI IN SF6
QUADRO GENERALE DI BASSA TENSIONE
QUADRO SECONDARIO IN ESECUZIONE A PAVIMENTO
QUADRO SECONDARIO IN ESECUZIONE A PARETE
PRESCRIZIONI PERQUADRI DESTINATI A LOCALI AD USO MEDICO DI
GRUPPO 1
BATTERIE DI CONDENSATORI
QUADRO DI RIFASAMENTO AUTOMATICO
SOCCORRITORE PER SERVIZI AUSILIARI DI CABINA 3KVA 230VAC
CAVIDOTTI
POZZETTI IN MURATURA
TUBO FLESSIBILE PER CAVIDOTTI
PASSERELLE PORTACAVI IN FILO D’ACCIAIO
TUBO RIGIDO IN PVC
TUBO RIGIDO IN PVC FILETTABILE
TUBO FLESSIBILE IN PVC SERIE PESANTE (CORRUGATO)
182
104
105
106
106
108
109
110
111
113
114
114
115
116
116
117
120
121
122
123
125
125
130
140
154
155
157
157
158
158
159
160
160
161
161
163
164
3.4.17
3.4.18
3.4.19
3.4.20
3.4.21
3.4.22
3.4.23
3.4.24
3.4.25
3.4.26
3.4.27
3.4.28
GUAINA FLESSIBILE CON SPIRALE RIGIDA IN PVC
164
CASSETTA DI DERIVAZIONE IN RESINA, DA PARETE
165
CASSETTA DI DERIVAZIONE IN RESINA, DA INCASSO
165
MORSETTO ISOLATO PER DERIVAZIONI, TIPO VOLANTE
165
CAVI MEDIA TENSIONE
165
CAVO UNIPOLARE O MULTIPOLARE CON GUAINA ISOLATO IN GOMMA
TIPO FTG10 (O) M1 2045 0,6/1KV RESISTENTE AL FUOCO
168
CAVO UNIPOLARE O MULTIPOLARE CON GUAINA ISOLATO IN GOMMA
G7 TIPO FG7(O)M1 0,6-1 KV
169
CONDUTTORE UNIPOLARE ISOLATO IN TERMOPLASTICO NON
PROPAGANTE L'INCENDIO TIPO N07G9-K
170
GRUPPO DI CONTINUITÀ STATICO 5 KVA
171
APPARECCHIATURE DI TIPO CIVILE.
172
PRESE INDUSTRIALI
176
RACK PER APPARECCHIATURE FONIA DATI
177
183