L’Italia nella seconda Guerra Mondiale L’entrata in guerra: Mussolini consapevole che l’Italia non possedeva le risorse militari ed economiche per partecipare alla guerra, dichiarò immediatamente la propria non belligeranza, però i travolgenti successi di Hitler fecero accelerare i tempi della prevista entrata in guerra dell’Italia. Così il 10 GIUGNO 1940 L’Italia entrò in guerra, attaccando la Francia. L’idea di Mussolini era di combattere al fianco dell’esercito tedesco. il 29 ottobre 1940 l’Italia attaccò la Grecia , ma vista la fragilità del nostro esercito, le truppe tedesche si ricongiunsero con l’esercito italiano respingendo gli inglesi, e occupando la Grecia. L’Italia fascista scontava la manifestazione dell’impossibilità di condurre una guerra autonoma dalla Germania. Nell’Africa orientale le truppe britanniche ebbero la meglio (in Somalia e in Egitto), l’impero italiano in Africa orientale era finito. IL 7 DICEMBRE 1941, avvenne l’attacco a Pearl Harbor da parte dei Giapponesi e ciò causò l’entrata in guerra degli Stati Uniti, dove si allearono con gli inglesi e i sovietici, con l’obiettivo di distruggere la Germania e i suoi alleati. Sul fronte orientale avvenne la prima ritirata dei tedeschi,che volevano occupare le ricche regioni petrolifere del Caucaso, ma furono subito bloccati a Stalingrado, qui inizia la caduta del fascismo. Il 10 luglio 1943 gli Alleati sbarcarono in Sicilia e ciò fece esplodere la crisi del regime fascista. IL 25 luglio 1943 il Gran Consigliio del fascismo votò per la destituzione di Mussolini, dove venne subito arrestato. Dopo la caduta del regime fascista, l’Italia aprì un periodo difficile e drammatico ma anche ricco di significato e nuove prospettive civili e politiche. La preoccupazione principale per Badoglio, nei 45 giorni che intercorse fra il 25 luglio e l’8 settembre, (armistizio di Cassibile con gli angloamericani) era di mantenere un ordine interno. Ma nel frattempo, divisioni tedesche entrarono in Italia occupandone il territorio. Vittorio Emanuele e Badoglio alla scoperta di questa invasione fuggirono da Roma a Brindisi. Roma e la parte centro settentrionale del paese vennero abbandonate nelle mani dell’ex alleato. MEZZA ITALIA-TEDESCA E MEZZA ITALIA-INGLESE, non c’è più un Italia italiana, moltissimi Italiani che vollero opporsi al regime fascista vennero uccisi, e oltre 700000 militari Italiani furono internati in Germania e in Polonia a lavorare per il Reich. LA RESISTENZA Questo portò alla Resistenza Italiana, che però si intrecciò in tre tipi di conflitto: Una guerra patriottica condotta per la liberazione del paese dall’occupazione tedesca; Una guerra civile che oppose partigiani e fascisti della repubblica di Salò Una guerra di classe che legava l’obiettivo della lotta contro il nazifascismo alla rivoluzione sociale . Vi era nel movimento partigiano una grande eterogeneità di provenienza sociale di appartenenza politica. Borghesi, contadini, operai, intellettuali, militari, studenti. Quindi alcuni vi videro la realizzazione di un ideale di libertà universale e altri la militanza in favore di un principio cristiano di dignità e di fratellanza e altri l’ideale patriottico, una volontà di risorgere a nazione. Ma al di sotto di queste differenza viveva un’aspirazione comune , un desiderio di riscatto, di autonomia, di libertà di scelta dopo un lungo periodo in cui avevano dominato la forzata passività, l’indifferenza verso una realtà in cui ogni cosa era decisa e determinata dall’alto. Nell’estate del 1943 si erano venuti riorganizzando anche i partiti antifascisti(partito liberale, partito socialista, democrazia cristiana, partito d’azione e partito comunista) che diedero vita al comitato di liberazione nazionale(Cln) presieduto dal socialista Bonomi con il compito di organizzare la Resistenza contro i nazifascismi e di assumere la guida politica del paese. Il Cnl trovava la sua unità nel rifiuto del fascismo e del nazismo, ma esprimeva al suo interno diversi orientamenti politici. I liberali:pensavano a un ritorno allo stato prefascista I comunisti, socialisti e azionisti: interpretavano la lotta contro il nazifascismo come il primo momento di un grande processo popolare che portava a una profonda trasformazione dello stato. La democrazia cristiana: raccoglieva uomini ed eredità del partito popolare, dove vennero progressivamente crescendo grazie all’appoggio del Vaticano. ITALIA DIVISA: Il 9 settembre 1943 gli Alleati sbarcano a Salerno, la linea del fronte venne fissata a Cassino, l’Italia risultava dunque divisa. la parte meridionale controllata dagli Alleati, il regno del sud di Vittorio Emanuele III. La parte centro-settentrionale occupata dai tedeschi, Mussolini venne liberato, e fondò un nuovo stato fascista, La repubblica sociale Italiana, che però non prese il decollo. Napoli, insorse alla fine del settembre 1944, attraverso una guerriglia contro i tedeschi, la stessa Roma fu liberata dagli Alleati. Solo nella primavera, il corpo italiano di liberazione(che combattevano al fianco degli Alleati), riuscì ad avanzare verso il nord entrando nella capitale. Glia Alleati nel sud garantirono una continuità istituzionale e politica attraverso il governo Badoglio, però il Cnl rifiutava di collaborare con il governo Badoglio che considerava un’eredità del passato regime, la monarchia. Il punto più controverso riguardava proprio la figura del re, cioè la questione istituzionale. Però la situazione politica mutò nella primavera del 1944 con il rientro in Italia dell’Urss e del segretario del partito comunista Palmiro Togliatti, dove convinse il suo partito (Cln) ad entrare nel governo Badoglio, così avvenne la svolta di Salerno, che produsse due conseguenze immediate di grande importanza: La questione istituzionale venne momentaneamente accantonata, Vittorio Emanuele III accettò di trasferire provvisoriamente i suoi poteri al figlio Umberto. Il presidente della Cln Bonomi, sostituì Badoglio alla guida di un governo che comprendeva diverse personalità di primo piano dei partiti antifascisti. LA RESISTENZA NELL’ITALIA SETTENTRIONALE Nell’Italia del nord occupata dai tedeschi la Resistenza ebbe i caratteri di una vera e propria guerra di liberazione. A metà del 1944 venne creato un comando militare unificato, il corpo volontari della libertà(Cvl). Le prime bande ancora disorganizzate agitavano prevalentemente in montagna con imboscate ai nazifascisti, in città i Gap(gruppi di azione patriottica) eseguivano azioni di guerriglia, ma dalla primavera del 1944 si passò a vere e proprie brigate(comuniste, azioniste e autonome). Gli Alleati miravano ad appoggiare la lotta partigiana nelle retrovie tedesche, evitando nel contempo che esse assumesse eccessiva importanza politica, nel timore che , a liberazione avvenuta venissero messi in discussione i tradizionali equilibri sociali e politici italiani. Solo con i protocolli di Roma essi diedero un riconoscimento ufficiale alla Clnai (il Cln dell’alta Italia), e garantendo un finanziamento alla lotta partigiana, che al momento della liberazione il potere sarebbe stato trasmesso all’amministrazione alleata e le armi sarebbero state riconsegnate. SUCCESSI E SCONFITTE DELLA LOTTA ALLA LIBERAZIONE(1944) Firenze si era liberata da sé, con un’ insurrezione. Ma nell’autunno mentre l’avanzata angloamericana si arrestava, la violenza scatenata dei nazifascismi colpì duramente le brigate partigiane, rioccupando le zone liberate. Questa difficile fase, venne superata, perché la lotta si riuscì a trasferirla in pianura, rinsaldando i legami con la popolazione delle campagne e intensificando la guerriglia nelle città. Il 25 aprile 1945 avvenne così la liberazione ufficiale dell’Italia. Mussolini, catturato sul lago di Como, venne fucilato il 28 aprile 1945