Alterazioni renali indotte o favorite dal diabete Nefropatia diabetica Nefropatia ischemica Uropatia ostruttiva (vescica neurogena) Insufficienza renale acuta (per esempio da m.d.c.) Pielonefrite ed altre infezioni del rene e della via escretrice Necrosi papillare acuta Proteinuria tubulare Alterazioni idroelettrolitiche poliuria diabetica ipoaldosteronismo iporeninemico RTA distale (tipo IV) ipokaliemica Ipercalciuria Diabete: definizione Disordine del metabolismo glicidico causato dall’assenza assoluta o relativa di insulina e da insulino-resistenza che esita nell’iperglicemia Classificazione del Diabete Mellito 1. 2. 3. 4. Diabete Tipo 1 Diabete Tipo 2 Altri Tipi specifici Diabete gestazionale (GDM) Complicanze croniche del diabete macroangiopatia microangiopatia retinopatia nefropatia neuropatia premessa Linee guida KDIGO CKD 2013 Albuminuria: “incremento moderato” ex microalbuminuria “incremento severo” ex macroalbuminuria Alterazioni dell’escrezione di albumina (in almeno 2 campioni su 3 di urine sterili e senza chetoacidosi) mg/g 1 Microalbuminuria = 3 – 30 mg/mmol creatinina Nel soggetto normale l’escrezione di albumina è < 10 mg/g creatinina Diabete : prima causa di ESRD ! Il 30-35% dei pazienti con diabete 1 o 2 sviluppa NEFROPATIA DIABETICA EUROPA 20 % ESRD sono diabetici USA 35 % ESRD sono diabetici (60% Diabete tipo 2) Prevalenza del Diabete e progressione verso l’uremia (ESRD) in assenza di trattamento della nefropatia Diabete tipo 1 (10% dei diabetici) 30-35% sviluppa nefropatia, il 75-100% di questi progredisce verso ESRD dopo 20 anni di nefropatia Diabete tipo 2 (90% dei diabetici) 30-35% sviluppa nefropatia, il 20- 30% di questi progredisce verso ESRD dopo 20 anni di nefropatia Cause di IRC terminale: incidenza e prevalenza dell’IRC in Toscana tipo 1 ≈ 33% tipo 2 ≈ 67% Nefropatia diabetica: patogenesi 1 la nefropatia diabetica è una complicanza microangiopatica del diabete (sia tipo 1 che tipo 2), alla cui patogenesi concorrono: 1. i fenomeni che attraverso l’iperglicemia cronica portano al danno microangiopatico (analogamente a quanto si verifica negli altri organi ed apparati) o in altri termini “l’effetto tossico dell’iperglicemia sulle cellule renali (podotici, cell. mesangiali, endotelio, ecc); 2. l’ipertensione glomerulare, specifica per il rene. Patogenesi della nefropatia diabetica: I - microangiopatia Iperglicemia cronica attivazione della via dei polioli formazione di AGE (prodotti terminali della glicazione) formazione di radicali liberi dell’ossigeno aumento del diacilglicerolo ed attivazione della via della proteinchinasi C Controllo glicemico Il controllo rigoroso della glicemia, se realizzato prima dell’insorgenza di danni terminali irreversibili a carico degli organi bersaglio, riduce l’incidenza delle complicanze macro- e microangiopatiche del diabetico. Dal punto di vista renale, questo approccio si è dimostrato valido in tutti i pazienti ad eccezione di quelli con nefropatia conclamata, in cui il controllo rigoroso della pressione con un bloccante del sistema renina-angiotensina sembra essere più importante. Ipertensione glomerulare La pressione glomerulare dipende dalla pressione arteriosa sistemica e dalla sua modulazione attraverso il tono delle arteriole afferente ed efferente A parità di pressione arteriosa: a) la pressione glomerulare aumenta per Vasodilatazione dell’arteriola afferente e/o Vasocostrizione dell’arteriola efferente b) la pressione glomerulare si riduce per Vasocostrizione dell’arteriola afferente e/o Vasodilatazione dell’arteriola efferente Ipertensione glomerulare Nel diabetico si verifica, fin dall’inizio della malattia, prima che insorga la microalbuminuria, un aumento del GFR. Il fenomeno, che si associa ad ipertrofia dei glomeruli ed aumento del volume dei reni, è più evidente nel diabete tipo 1. L’eccesso di glucosio filtrato a causa dell’iperglicemia viene riassorbito nel tubulo prossimale dal sistema di cotrasporto sodioglucosio. Questo fenomeno può avere due conseguenze, entrambe importanti per la patogenesi della malattia e non mutuamente esclusive 1) L’accumulo di sodio e quindi di acqua espande la volemia e provoca la stimolazione dei recettori di stiramento atriale e quindi la secrezione cardiaca del peptide natriuretico atriale (ANP) che essendo un potente vasodilatatore provoca la vasodilatazione dell’arteriola afferente e quindi l’aumento della pressione glomerulare e del GFR 2) La ridotta quantità di sodio che raggiunge la macula densa in conseguenza dell’eccessivo riassorbimento prossimale modifica il feedback tubulo-glomerulare, attivando meccanismi che portano alla vasocostrizione dell’arteriola efferente. FATTORI DETERMINANTI NELLA STORIA NATURALE DELLA ND Fattori genetici (suscettibilità alla nefropatia) Livelli di glicemia (Controllo della glicemia) Valori pressori (anche se nel range di normalità – ABPM) Dislipidemia Fumo Proteinuria Età e sesso Macro- e microangiopatia a carico di altri organi ed apparati Solo il 30-50% dei pazienti con diabete di lunga data svilupperà la ND Trigliceridi come fattore indipendente di rischio Alterazioni morfologiche 1. Aumento di volume dei reni per ipertrofia dei tubuli, aumento della componente interstiziale, aumento del volume dei glomeruli per aumento della lunghezza e del diametro dei capillari 2. Ispessimento della membrana basale glomerulare e tubulare 3. Espansione mesangiale a) diffusa b) nodulare (Kimmelstiel – Wilson) 4. Sclerosi (obsolescenza) glomerulare 5. Ialinosi dell’arteriola afferente ed efferente 6. Depositi lineari di IgG nella MBG 7. Degenerazione – atrofia tubulare e fibrosi interstiziale Renal pathologic society, 2010 Stadio II – nefropatia silente Diabete tipo I Assenza di alterazioni ematiche ed urinarie Ispessimento della GBM Aumento del mesangio Diabete tipo II Stesse alterazioni ma con diversa epoca di insorgenza La lesione di KimmestielWilson può essere già presente Sono presenti lesioni aspecifiche vascolari ed interstiziali (Età? Ischemia?) Stadio III o nefropatia incipiente Diabete tipo I Dopo 10 (5-15) anni dalla comparsa del diabete Compare albuminuria La P.A. inizia ad aumentare (predittiva di stadio IV) FG aumentato o normale Evidenti alterazioni istologiche glomerulari Diabete tipo II albuminuria ed ipertensione meno predittivi dello stadio IV Elevata mortalità cardiovascolare Stadio IV (nefropatia conclamata) Diabete tipo I Dopo 10 anni circa di nefropatia incipiente Proteinuria conclamata (Albuminuria > 300 mg/die, proteinuria > 500 mg/die) Ipertensione arteriosa Glomerulosclerosi nodulare o diffusa Progressivo declino FG (8-10 ml/min/anno) Diabete tipo II Simile sebbene meno tipico Declino del FG più lento (5-7 ml/min/anno) Elevata mortalità cardiovascolare Stadio V o ESRD Diabete tipo I Diabete tipo II 30 (20-40) anni dalla diagnosi di diabete Prevalenza più bassa Almeno 10 anni di proteinuria Prevalenza 20-30% dei diabetici (75-100% di quelli con nefropatia) Elevata mortalità cardiovascolare Storia naturale 1 Il segno più precoce della nefropatia diabetica è la comparsa di microalbuminuria (> 30 mg/die o 20 μg/min o 30 mg/g creatinina). Dati recenti indicano che il 15% circa dei pazienti normoalbuminurici con diabete tipo 1 da almeno 7 anni sviluppano microalbuminuria (nefropatia diabetica incipiente). In assenza di terapia, l’85% dei diabetici tipo 1 con microalbuminuria persistente presenta un incremento dell’escrezione urinaria di albumina pari al 10-20% all’anno fino a raggiungere lo stadio di nefropatia conclamata, con albuminuria > 300 mg/die) in 10-15 anni. Alcuni pazienti possono rimanere stazionari o ritornare normoalbuminurici . Il trattamento ovviamente modifica nettamente la storia naturale (1)! Raggiunto lo stadio di nefropatia conclamata, il paziente, in assenza di interventi specifici, presenta una graduale riduzione del GFR, ad una velocità molto variabile da individuo ad individuo (2–20 ml/min.anno); il 50% dei diabetici tipo 1 con nefropatia conclamata raggiunge l’ESRD entro 10 anni e più del 75% entro 20 anni . (1): dati recenti suggeriscono che in pratica il numero totale dei pazienti che progrediscono è molto più basso (30% circa) Storia naturale 2 Nel diabete tipo 2 la storia naturale della nefropatia è assai simile. Tuttavia molti pazienti hanno microalbuminuria, ipertensione o nefropatia conclamata fin dal momento della diagnosi di diabete tipo 2 o dopo poco tempo, poiché in realtà il diabete è spesso presente da molti anni ed anche perché in questi pazienti la microalbuminuria e l’ipertensione possono essere dovute ad altre cause. Senza terapia specifica, il 20–40% dei diabetici tipo 2 con microalbuminuria sviluppa una nefropatia conclamata, ma nei 20 anni successivi solo il 20% circa di questi pazienti raggiunge l’ESRD. Dal momento in cui il GFR comincia a ridursi, la velocità di riduzione è altamente variabile da un individuo all’altro, ma nel complesso la progressione, pur essendo più lenta, non differisce sostanzialmente da quella dei pazienti con diabete tipo 1. Altre cause di microalbuminuria nel diabete tipo 2 Ipertensione Sindrome metabolica Obesità Ipertrigliceridemia Fumo Assunzione di estroprogestinici o estrogeni (contraccezione – terapia sostitutiva) Età avanzata Sesso femminile Storia naturale 3 L’elevata mortalità CV nei pazienti con diabete tipo 2 fa si che molti diabetici con nefropatia conclamata non raggiungono l’ESRD. Peraltro, il continuo miglioramento della terapia (farmacologica e non) delle malattie CV farà si che in futuro un numero sempre più elevato di diabetici tipo 2 vivrà abbastanza da progredire fino all’ESRD. Oltre ad essere la prima manifestazione della nefropatia diabetica, nei diabetici tipo 1 e tipo 2 la microalbuminuria si associa ad un netto aumento del rischio di morbilità e mortalità CV. Pertanto, il rilievo di microalbuminuria è una precisa indicazione a ricercare accuratamente tutti gli altri fattori di rischio CV e ad a mettere in atto misure aggressive per ridurli (trattare la dislipidemia e l’ipertensione, raccomandare l’attività fisica, abolire il fumo, ecc.). A questo proposito, vi sono dati che suggeriscono che la riduzione del colesterolo (o comunque il trattamento con statine) potrebbe determinare anche una riduzione della proteinuria. Ipertensione Nel diabete tipo 1, l’ipertensione è dovuta in genere al danno renale e si manifesta entro pochi anni dalla comparsa della microalbuminuria. Nel diabete tipo 2, l’ipertensione è spesso presente al momento della diagnosi. La coesistenza, assai frequente, di ipertensione, alti livelli di colesterolo LDL e trigliceridi (il colesterolo HLD è invece ridotto), obesità e elevato rischio di malattie CV suggerisce che tutte queste alterazioni possano essere la conseguenza dello stesso meccanismo patogenetico, verosimilmente dell’insulinoresistenza. Questo complesso di fattori è noto come “sindrome metabolica”. Nel diabete tipo 2 l’aumento della pressione arteriosa può essere dovuta alla contemporanea presenza dell’ipertensione essenziale, alla nefropatia diabetica ovvero ad altre cause di ipertensione secondaria, renali (ipertensione nefrovascolare o nefroparenchimale) e non. L’ipertensione sistolica isolata è dovuta alla perdita di elasticità dei grossi vasi arteriosi (la cosiddetta arteriosclerosi). In generale, l’ipertensione del paziente con diabete sia di tipo 1 che di tipo 2 si associa ad un aumento del volume plasmatico e delle resistenze periferiche, a bassi livelli di renina ed è “sodiodipendente” Nefropatia diabetica conclamata Insorge in diabetici tipo 1 o 2 che duri in genere da almeno 20 anni (15 - 25), anche se la durata della malattia diabetica non è calcolabile nel diabetico tipo II, che può avere una nefropatia anche al momento della diagnosi di diabete Criteri diagnostici: Presenza di diabete mellito di tipo I o di tipo II proteinuria glomerulare non selettiva (AER > 300 mg/die ovvero ACR > 300 mg/g) assenza di segni clinici o di laboratorio di altre nefropatie (in particolare assenza di segni di infiammazione glomerulare o tubulo-interstiziale) presenza di retinopatia diabetica (non obbligatoria, soprattutto nel tipo 2) AER = albumin excretion rate Dal 10 al 30% dei pazienti con diabete tipo 2 e danno renale ha una nefropatia non diabetica. La concordanza retinopatia-nefropatia è quasi assoluta nel diabete tipo 1, relativa (retinopatia assente nel 20 – 40% dei casi) nel diabete tipo 2 PREVENZIONE e TERAPIA • Controllo intensivo (rigoroso) della glicemia • Controllo della pressione arteriosa • Controllo dell’ipertensione glomerulare • Restrizione dell’apporto di proteine • Abolizione del fumo • Correzione della dislipidemia (ha un effetto marcato e ben dimostrato sul rischio CV, l’effetto benefico sulla nefropatia è meno evidente, ma esistono dati a favore dell’ipotesi che la dislipidemia – in particolare l’ipertrigliceridemia - influenza la progressione del danno renale, ovvero che le statine siano comunque protettive) PREVENZIONE PRIMARIA (pazienti normoalbuminurici normo o ipertesi) Controllo glicemico stretto HbA1c < 7 % Controllo P.A. ≤ 130/80 ACEI*-ARBs * ↓ 12,5 % del rischio di sviluppare Microalbuminuria (Tipo2) Test annuale per la ricerca di microalbuminuria Micro albuminuria Nefropatia diabetica screening Nel paziente con diabete di tipo 1, lo screening inizia 5 anni dopo la diagnosi. Condizioni che invalidano il test: diabete scompensato, attività fisica, infezione urinaria, febbre, scompenso cardiaco, ipertensione severa. Raccomandazioni ADA PREVENZIONE SECONDARIA (pazienti microalbuminurici normo o ipertesi) Controllo glicemico stretto HbA1c < 7 % Controllo P.A. (< 130/80 mmHg) ACEI-ARBs Stabilizzazione Regressione microalbuminuria Proteinuria PREVENZIONE TERZIARIA (pazienti proteinurici con o senza Insufficienza Renale) Controllo P.A. ACEI -ARBs* Dieta Ipoproteica (0,8 g/Kg.die) Controllo glicemico (stretto??) End point surrogato: miglioramento/regressione proteinuria * ARBs si sono dimostrati efficaci nel ritardare la progressione del diabete tipo 2 IRC / ESRD ALTRE MISURE FONDAMENTALI PER LA PREVENZIONE PRIMARIA, SECONDARIA E TERZIARIA Modifica dello stile di vita: No Smoking ! Attività fisica ↓ Peso, Sale e Grassi ACE inibitori e antagonisti recettoriali dell’ANGIO II Farmaci di PRIMA SCELTA nei pazienti Ipertesi Farmaci di PRIMA SCELTA nei pazienti Normotesi Riducono la progressione verso la nefropatia conclamata indipendentemente dalla glicemia e dai valori di P.A. Regressione verso normoalbuminuria Altri aspetti del trattamento 1) Trattamento della nefropatia cronica e delle sue complicanze (anemia, alterazioni del metabolismo minerale, sindrome uremica) 2) Valutazione del rischio CV globale e misure atte a ridurlo (diabete = equivalente CV) 3) Prevenzione dell’esposizione a sostanze nefrotossiche (m.d.c. radiologici) e/o misure atte a ridurre il rischio legato all’esposizione. 4) Adeguamento della terapia farmacologica alla capacità del paziente di metabolizzare/eliminare i farmaci L’uso del gadolinio (m.d.c. utilizzato per eseguire la RM) è assolutamente controindicato nei pazienti con GFR < 30 ml/min per il rischio di indurre la sclerosi sistemica nefrogenica Nefropatia diabetica e trapianto 1 1. Il trapianto rappresenta il trattamento di scelta per molti pazienti diabetici in quanto determina un netto aumento della sopravvivenza, nonostante la pressoché costante ricorrenza istologica della nefropatia pochi anni dopo il trapianto. Peraltro, una nefropatia clinicamente evidente, con perdita del graft, si verifica solo in una minoranza di pazienti (soltanto l’1,8% dei trapiantati perde il rene per questa ragione). Nefropatia diabetica e trapianto 2 2. I diabetici con nefropatia terminale vanno presi in considerazione per un trapianto “preterminale” (GFR < 20 ml/min), preferibilmente da donatore vivente. Nel diabete tipo 1 il risulto migliore è dato dal trapianto di rene e pancreas. 3. Il diabete mellito è una condizione morbosa associata di estrema gravità, che influisce sul successo del trapianto e sulla morbilità e mortalità del paziente per l’aumento del rischio di infezioni e complicanze cardiovascolari. Pertanto, il candidato deve essere sottoposto ad una approfondita valutazione, soprattutto per quanto riguarda il possibile rischio cardiovascolare.