Fino a non molti anni fa il termine
<manierismo> veniva impiegato con il
significato negativo di <imitazione>.Esso
veniva riferito a tutti quegli artisti che
operavano alla maniera dei grandi artisti
rinascimentali.
Attualmente con questo termine si indicano
alcune tendenze che si diffusero in seguito al
Sacco di Roma del 1527.
Un’opera manieristica ricerca:
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La grazia,intesa per eleganza,dolcezza e facilità
dell’esecuzione;
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Il virtuosismo
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La difficoltà
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L’inusuale
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La licenzia,cioè l’allontanarsi dalle
regole.L’artista non deve essere cosrtretto a
seguire delle regole,ma deve basarsi sul
giudizio personale

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Il banchiere fiorentino Capponi fece decorare a
Pontormo la propria cappella annessa alla chiesa di
santa Felicita. Il pittore realizzò la grande pala
d'altare - sotto la quale sarebbe stata poi posta la
tomba del committente - comunemente nota come
Deposizione, ma in realtà raffigurante il trasporto del
corpo di Cristo nel sepolcro. Molte sono i modelli di
questa pala: dalla Pala Baglioni di Raffaello alla
Cappella Sistina di Michelangelo. Ma le somiglianze
si fermano a questo punto: la pala è del tutto
innovativa e anticlassica per composizione, colori,
volumi e atteggiamenti delle figure, e appare come
un'astratta visione luminosa all'interno della penombra
della cappella.
Lo scenario viene meno e la piccola nuvola in alto a
sinistra non basta a dare realtà a un cielo che sembra
una lastra di metallo. Il pittore si concentra sulle
figure umane, stipate entro i limiti della pala senza
essere scalate con chiarezza nello spazio, benchè il
corpo di Cristo portato in avanti verso lo spettatore e
quello della Vergine che sviene all'indietro creano un
forte moto divergente. I colori insoliti e chiarissimi
sono calibrati in modo da creare simmetrie fra i rosa,
i rossi e gli azzurri, ma non sono sfumati per
conferire volume alle figure, che appaiono invece come
ritagliate. Le bocche piccole e socchiuse e gli occhi
rotondi conformano i volti a un'unica espressione di
stupito dolore, mentre dalle ricercate pose precarie
dei personaggi, che sembrano avvitarsi su se stessi,
scaturisce un generale movimento rotatorio.
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L'Assunzione della Vergine è un affresco di cm 1900 x 2800,
realizzato tra il 1526 ed il 1530 (o con dubbio, il 1528) dal
Correggio, che decora la cupola del Duomo di
Parma.L'opera tratta il tema del momento dell'assunzione al
cielo della Madonna. L'intera opera si estende anche al
tamburo (forma ottagonale con gli oculi delle finestre). Le
aperture separano le figure – singole o in coppia – dei
giganteschi apostoli, dietro ai quali, stanno – al di sopra del
parapetto stesso – angeli non alati (o meglio, efebi) che
bruciano l'incenso. Più in alto, dopo un ampio 'registro" di
nuvoloni – che si fanno sempre più piccoli verso l'alto –
squarciandosi con imponenza nell'azzurro, è raffigurato il
trionfale arrivo della Madonna al cielo, provocando un
vortice di serenità in un primo coro. Qui gli angeli cantano,
suonano, danzano, si librano vertiginosamente, si
abbracciano. Più in alto sono collocati i beati, in un altro
girone, serrato in adorazione: attorno alla Madre si
identificano Adamo, Eva con il pomo", Giuditta con la testa
di Oloferne, Abramo con lsacco, David con Golia, ed altre
figure. L'opera parmense del Correggio è considerata una
delle basi più significative della pittura barocca, per il
drammatico linguaggio della scena, per l'integrazione di
componenti architettonici e pittorici, e per la grande
innovazione prospettica dal basso verso l'alto, assai
apprezzata dagli artisti del secolo successivo. I tempi per
apprezzare tali novità non erano ancora maturi e l'opera
non ebbe molto successo ...... ma tanto scalpore.Per quanto
riguarda la cronologia, è molto affidabile quella sopra
riportata: Il Ricci gli assegna il quinquennio 1526-30
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La Pietà è un dipinto a olio su tavola trasferita su tela
(270x201 cm) di Rosso Fiorentino, databile al 1537-1540
circa e conservato nel Louvre di Parigi. Si tratta
dell'unica opera sicuramente originale tra quelle
eseguite dal Rosso alla corte di Francesco I di Francia
Il corpo di Cristo è rappresentato in primo piano e,
semidisteso, occupa tutta la superficie del dipinto. Gli
fa eco Maria che, disperata, allarga le braccia arrivando
a sfiorare i bordi del dipinto e rivivendo,
simbolicamente, il martirio della crocifissione. Essa è
retta da una pia donna col capo coperto da un pesante
velo rosso, mentre Gesù è tenuto ai piedi dalla
Maddalena, dall'abbigliamento e l'acconciatura
raffinatissimi, e da Giovanni apostolo, rappresentato
inginocchiato di spalle a destra in una complessa
torsione, complementare a quella della Maddalena. Le
figure occupano praticamente tutto il campo a
disposizione, lasciando poco spazio allo sfondo scuro
che simula il sepolcro aperto. Esse hanno un tono
eroico e drammatico, evidenziato dalla gestualità, ma
tutto sommato austeramente contenuto, che Antonio
Natali ha definito "da coro di tragedia greca".
La luce si sofferma radente sul primo piano della
composizione, lasciando lo sfondo nelle tenebre, e
accendendo varie tonalità di rosso negli abbigliamenti
dei personaggi, alle quali fa da contrasto la fascia
bianca che avvolge il collo e la testa di Maria, nonché il
giallo della veste della Maddalena e il candore delle sue
trine. Le pieghe dei panni appaiono dure, quasi
scolpite, più che mai taglienti.
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L'architettura manierista è quella fase dell'architettura europea che si sviluppò
indicativamente tra il 1530 ed il 1610 cioè tra la fine del Rinascimento e l'avvento del
Barocco
Andrea Palladio fu l'architetto più importante della Repubblica di Venezia , nel cui
territorio progettò numerose ville che lo resero famoso, oltre a chiese e palazzi, questi
ultimi prevalentemente a Vicenza dove si formò e visse. Pubblicò il trattato I quattro libri
dell'architettura(1570) attraverso il quale i suoi modelli hanno avuto una profonda
influenza sull'architettura occidentale; l'imitazione del suo stile diede origine ad un
movimento destinato a durare per tre secoli, il palladianesimo, che si richiama ai principi
classico-romani. La città di Vicenza e le ville palladiane del Veneto sono uno dei
patrimoni dell'umanità UNESCO.
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Commissionata al Palladio dal Cardinale Paolo
Almerico nel 1570, era ancora non completata alla
morte dell'architetto avvenuta nel 1580. Vincenzo
Scamozzi realizza il tetto a cupola rotonda, da cui
l'appellativo della villa, e la porta a termine nel 1585.
Libero da vincoli e sfruttando mirabilmente le
simmetrie e la conformazione della lieve e
rotondeggiante altura, egli può esprimere e allo stesso
tempo concentrare tutte le sue idee. Una realizzazione
dalla simmetria perfetta, senza apparenti lati focali,
un'icona della monumentalità.
E' sicuramente l'opera più famosa del grande genio,
anche se, a detta di molti critici, non la più geniale e
nemmeno la più bella. Sicuramente non è un edificio
particolarmente adatto ad essere abitato, né,
tantomeno, a svolgere il ruolo di residenza di
campagna di un tipico proprietario terriero nell'epopea
veneziana di terraferma, come lo sono quasi tutte le
altre dimore (specie quelle non palladiane), dove la
villa padronale è punto di riferimento attivo e direttivo
delle proprietà terriere.
La 'Rotonda' è stata concepita principalmente come
prestigioso luogo di rappresentanza e tranquillo rifugio
di meditazione e studio per il ricco proprietario.
In questo sta il genio dell'artista: concretizzare le
aspirazioni di apparire e stupire, da parte del
committente, la sua cultura ed il suo concetto di
bellezza assoluta, classicheggiante, in un oggetto - la
casa - al tempo stesso simbolo di proprietà intimistica,
rifugio privatissimo.
In questo senso la 'Rotonda' è opera compiuta che
trascende le sorti del suo primo e, sotto questo aspetto,
'unico' proprietario per diventare icona di quella
filosofia, quasi una versione 'privata' degli ideali
rinascimentali.
 Il Vasari nella sua opera “Le Vite”, il termine”maniera”,inizia
ad assumere un significato più specifico e fondamentale
nell’interpretazione dei fenomeni artistici.Nella terza parte
della Vite lo storico aretino inizia a parlare “Maniera
moderna” dei suoi tempi,indicando artisti come Leonardo
Da Vinci,Michelangelo e Raffaello i fautori di un culmine
della progressione artistica.Agli artisti del primo
Cinquecento attribuisce infatti il merito di essere arrivati a
una perfezione formale e a un ideale di bello in grado di
superare gli “antichi”.Vasari si raccomandò dunque ,ai
nuovi artisti,di riferirsi a questi modello per acquisire la
“bella maniera”.Il significato di “maniera”,dunque positivo
nell’opera vasarian.a,venne poi trasformata in
“Manierismo”