progetto pilota in allevamenti da latte per l*eradicazione

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Viral Encephalopathy and Retinopathy (VER)
caused by Betanodavirus in Mediterranean
sea fish: experience of Istituto
Zooprofilattico Sperimentale of Sicily
Dr.ssa Annalisa Guercio
Virus dell’Encefalopatia e Retinopatia Virale (VER)
Responsabile di elevata mortalità in specie ittiche marine di allevamento e
selvatiche
Sintomatologia nervosa
Diminuzione del valore economico del prodotto
Il branzino (Dicentrarchus labrax) è la specie maggiormente colpita
Trasmissione tra specie ittiche di allevamento e specie selvatiche
Profilassi indiretta unico strumento disponibile per prevenire l’introduzione
della malattia in aree endemiche
Manual of Diagnostic Tests for Aquatic Animals – O.I.E.
UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005
Encefalopatia Retinopatia Virale (VER)
 Famiglia: Nodaviridae
 Genere: Betanodavirus
•ssRNA +
RNA1: RNA-polimerasi
RNA2: 42 kDa capside
•icosaedrica, 25-30 nm
•no envelope
Diagnosi diretta
»Isolamento
su colture cellulari
avannotti, midollo spinale, occhio
SSN-1 da cervello, pool
»RT-PCR
Dal 2004 al 2015 sono state effettuate 1591 analisi per
Betanodavirus
Preparazione del campione
Campioni: cervello, pool avannotti, midollo spinale, occhio
Preparazione
dell’estratto
mediante
in terreno Leibovitz’s (L-15) antibiotato 10X
omogenizzazione
Isolamento ed identificazione del Betanodavirus in
colture di cellule SSN-1
estratto
↓
Infezione su colture cellulari
↓
3 passaggi ciechi
↓
Identificazione virale
IFD, RT-PCR
Monostrato confluente di SSN-1
Effetto citopatico da Nodavirus
IBR
IPV-IBP
One Step RT-PCR
FORMA SUBCLINICA
Estrazione dell’RNA mediante l’uso di colonnine
High Pure Isolation kit (Roche)
Reazione di Retrotrascrizione-Amplificazione dell’RNA
One Step RT-PCR realizzata con l’uso di una coppia di primers specifici
per un frammento di 427 bp interno alla regione T4 del gene RNA2 che
codifica per la proteina capsidica di 42 KDa
PRIMERS
SEQUENZA
OIE-F2
5’-CGT GTC AGT CAT GTG TCG CT-
OIE-R3
5’-CGA GTC AAC ACG GGT GAA GA-
Risultati: isolamenti di Betanodavirus su colture di cellule
SSN-1 da encefali di pesce eseguiti dal 2004 al 2015
ANNO
2004
ESAMI
ESEGUITI
5
NEGATIVI
POSITIVI/SPECIE ITTICHE
3
2.
2005
369
307
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
97
99
97
11
1
57
97
99
97
3
0
4
2015
TOT
736
610
1. Pagellus erythrinus
Trisopterus minutus capellanus
50 Gobius niger
5 Sardina pilchardus
6 Mullus barbatus
1 Trachiurus trachiurus
0
0
0
8 Epinephelus marginatus
1 Epinephelus aeneus
2 Epinephelus marginatus
51 Dicentrarchus labrax
126
SPECIE ITTICA
SELVATICA/ALLEVATA
selvatica
selvatica
selvatica
selvatica
selvatica
allevata
Risultati: RT-PCR per Betanodavirus eseguite su
encefali di pesce dal 2005 al 2015
ANNO
ESAMI ESEGUITI
POSITIVI
NEGATIVI
2005
165
23
142
2006
58
0
58
2007
151
0
151
2008
225
2
223
2009
52
8
44
2010
15
0
15
2011
5
0
5
2012
3
0
3
2013
102
0
102
2014
58
53
5
2015
21
0
21
TOT
855
86
769
Specie ittiche risultate positive al Betanodavirus
Dicentrarchus
labrax
Trisopterus minutus
Trachiurus
trachiurus
Gobius niger
Pagellus
erythrinus
Epinephelus marginatus
Mullus barbatus
Sardina pilchardus
Epinephelus aeneus
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia dispone
di oltre 55 ceppi di Betanodavirus attualmente
crioconservati in azoto liquido
Risultati: RT-PCR per Betanodavirus eseguite su
molluschi e acque dal 2004 al 2015
ANNO
CAMPIONE
2006
2007
2008
MOLLUSCHI
MOLLUSCHI
MOLLUSCHI
ACQUE
MOLLUSCHI
MOLLUSCHI
MOLLUSCHI
MOLLUSCHI
2009
2010
2011
2012
TOTALE
NUMERO
ESAMI
ESEGUITI
12
11
24
2
9
22
6
5
91
NUMERO DI
POSITIVI
NUMERO DI
NEGATIVI
0
0
0
0
0
0
0
0
0
12
11
24
2
9
22
6
5
91
Conclusioni
• Specie bentoniche stanziali potrebbero costituire un serbatoio
nel quale il virus può sopravvivere per lunghi periodi
• Specie pelagiche potrebbero rivestire un più significativo
ruolo epidemiologico essendo capaci di spostarsi anche ad
ampie distanze
• Difficoltà di poter applicare in ambienti aperti, come quello
marino, rigide misure di igiene e profilassi
• Non sono a tutt’oggi disponibili validi vaccini commerciali
La vasta diffusione del patogeno rende indispensabile un
approfondimento sulle correlazioni epidemiologiche esistenti fra
infezione nelle specie allevate ed in quelle selvatiche per gli stretti
contatti fra i due ambienti e lo sviluppo di un vaccino
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
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