Copertina
Dopo la rivoluzione punk e il concomitante fenomeno della disco-music, la
scena rock internazionale era scombussolata. Quasi tutti i valori, che
avevano legittimato i fenomeni degli anni precedenti, crollavano. La ricerca
musicale "progressive" era stata abbandonata, in nome di un ritorno
all’originaria semplicità e rozzezza del rock di cantina o alla febbre del
sabato sera. L'idea hippie di una "liberazione attraverso la musica"
sembrava ormai lontanissima e quasi patetica. Negli Stati Uniti l'ex attore
hollywoodiano Ronald Reagan diventava presidente e dava da sua impronta
a tutta la cultura del decennio, incensando pubblicamente super eroi dalla
pistola facile come Rambo.
Reagan
Tirava un'aria di restaurazione anche musicale: il prodotto più indicativo del
decennio è forse Michael Jackson che metteva in piedi un pop-soul buono
per tutti i gusti e per tutte le età e nel 1982 produceva "Thriller" uno dei
dischi più venduti d’ogni tempo. Le canzoni di questo nuovo idolo erano
confezionate secondo i crismi del puro, purissimo intrattenimento, e senza
alcuna velleità d’altro genere. L'epoca della protesta e delle rivendicazioni
sociali sembrava tramontata per sempre. Con i suoi lineamenti
progressivamente ridisegnati da un numero incredibile di plastiche facciali,
col suo pallore artificiale da ex nero, Michael Jackson faceva l'uso più
radicale di quella che sarebbe stata la chiave musicale del decennio
l'immagine, tanto da diventare lui stesso un'immagine vivente, dopo aver
eliminato dal suo corpo ogni traccia residua di verità.
Jackson
Evoluzione
L'autenticità, che era stata una bandiera del movimento rock fin dalle origini,
lasciava posto ad un'accettazione quando non ha un vero e proprio culto degli
aspetti più artificiosi dello spettacolo. Negli stessi anni emergeva un'altra
rockstar che faceva dell'immagine il proprio punto di forza: Luisa Ciccone, in
arte Madonna. La sua immagine si fondava su un personaggio di ragazza
spregiudicata e sentimentale, fragile e forte, sensuale e malinconica, una
maschera che non nascondeva anzi esibiva i propri debiti verso leggenda di
Marilyn Monroe. Con la musica, il personaggio imposto da Madonna aveva a che
fare quasi quanto col cinema, con la danza, con la moda, con la fotografia, col
giornalismo, con la mondanità. Il suo trionfo era un segno dei tempi: da un pezzo
l'industria discografica curava l'immagine dei suoi artisti, e anzi più di una volta
l'aveva inventata di sana pianta, ma con dive come Madonna diventava sempre
meno chiaro se l'immagine fosse uno strumento per far vendere il disco o
viceversa.
Madonna
Evoluzione
Personaggi come Michael Jackson o
come Madonna andavano benissimo
per il grosso pubblico, ma non per la
fascia più esigente, formatasi sulla
musica di Frank Zappa, di Bob Dylan e
Jimi Hendrix . Per questo target furono
coltivati e incoraggiati quei prodotti
che vanno genericamente sotto il
nome di New wave (nuova ondata,
nuove tendenze). Con la sua tendenza
a ispirarsi a fonti diverse, con le sue
citazioni, le sue pose e la sua ironia, la
new wave (che comprendeva artisti e
gruppi a volte anche molto diversi tra
loro) rimane uno dei fenomeni più
rappresentativi dello spirito musicale
degli anni '80. Tra i prodotti emersi
sotto quest'etichetta
(ben presto
abbandonata, peraltro) il più rilevante
è senza dubbio il gruppo dei Talking
Heads formatosi nel 74 ma impostosi
definitivamente nel 1980.
Talking Heads
Di fatto, nelle punte più avanzate
della cosiddetta New Wave si
ripresentavano
sotto
nuove
spoglie le richieste del rock
“creativo” e “sperimentale” degli
anni
precedenti,
anche
se
adattate all'incombente clima di
restaurazione grazie ad una sorta
d’adattamento,
di
mimetismo
animale.
Così
un'artista
d'avanguardia
come Laurie Anderson, che aveva
cominciato
addirittura
come
scrittrice e violinista per diventare
poi performing artist, scalava a
sorpresa le classifiche del 1982
con la sua “O Superman”,
canzone d’otto minuti per sola
voce,
seppure
trattata
e
manipolata.
Laurie Anderson
C'era anche chi avanzava con lo sguardo rivolto all'indietro, al rock più
tradizionale: è il caso di Bruce Springsteen, che dopo aver lavorato quasi
ai margini per tutti gli anni 70 riuscì ad imporsi nel 1980 con "The River", il
disco che lo consacrò. (Nel 1984 pubblicherà “Born in the U.S.A.” suo
maggior successo discografico).
Bruce Springsteen
Dallo scenario inglese emergono rockstar del calibro di Sting ex leader dei
Police e poi Peter Gabriel ex cantante dei Genesis.
Sting\Peter Gabriel
Dopo lo scossone, il rock ritrova se stesso e il suo pubblico, ricomincia a
credere in una musica popolare di qualità, nella possibilità di un impegno
sociale e politico. Agli anni del nichilismo distruttivo seguono quelli dei
grandi concerti dedicati ai grandi valori, alle grandi cause:
ecco Band Aid, l'iniziativa umanitaria concepita da Bob Geldof, ecco di
nuovo le canzoni dedicate al terzo mondo, agli eroi " d’opposizione ", ai
diritti umani.
Band Aid
Logo
USA for Africa (United Support of Artists for Africa), era il nome sotto il quale
45 artisti (per la maggior parte statunitensi), che formavano un Supergruppo,
guidati da Harry Belafonte, Kenny Rogers, Michael Jackson e Lionel Richie,
registrarono il singolo "We Are the World" nel 1985.
USA for Africa
Per quanto clamorosa e indicativa neanche questa può in ogni caso
essere considerata la tendenza prevalente di questi anni. Dall'Irlanda
intanto emerge, durante i primi anni '80, il gruppo degli U2, destinato a
cavalcare l'onda del successo fino ai giorni nostri. La loro musica è una
mescolanza di pop, di folk irlandese e rock duro e grazie alla poliedricità
della voce del cantante Paul Hewson (in arte Bono Vox) riesce a fondere
più stili in uno.
U2
Possiamo senz'altro affermare che gli anni '80 sono stati gli anni del pop.
La musica pop, più facile da consumare, più orecchiabile e anche più
ballabile, è stata protagonista di una vera esplosione grazie anche allo
sviluppo e al diffondersi dell'elettronica nella composizione di un brano
musicale. Già negli anni '70 grazie all'evoluzione della prima, ma senz'altro di
qualità, musica dance vi era stato il sentore che il pop avrebbe dominato gli
anni a seguire. Il brano "Video Killed The Radio Star" dei "Buggles" chiudeva
il decennio 1970/80 ed apriva le porte all'elettropop degli anni '80. Il
decennio si apre con un brano da guinness dei primati in fatto di vendite:
"Enola Gay" degli inglesi "Orchestral Manouvres In The Dark", più facilmente
ricordati come "OMD".
Buggles\OMD
Citare qui tutti gli artisti che hanno fatto storia negli anni '80 è impossibile.
Siamo partiti dagli esponenti migliori dell'elettropop britannico ed è quindi
doveroso spendere qualche parola sui Depeche Mode. I primi successi dei DM
sono "Everything Counts" e "Just Can't Get Enough". Il loro successo è
aumentato di disco in disco tanto che oggi sono ancora in vetta alle
classifiche d'Europa grazie alla stima dei loro fans ma soprattutto grazie al
loro sound sempre innovativo e d'effetto. Ricordiamo, per citarne qualcuno, i
brani "Strangelove" (1987), "Enjoy The Silence" (1989), "Walking In My
Shoes" (1994) e "Home" (1998) fino all’ultimo disco del 2013 “Delta Machine”.
Depeche Mode
Altro grande protagonista che ha avuto un enorme successo nella decade
è il duo dei “Pet Shop Boys” con brani eccezionali come “Suburbia”,
“It's A Sin”, “Rent”, “Domino Dancing”.
Pet Shop Boys
Altro gruppo che in questo periodo riscuote un enorme successo è quello dei
“Culture Club” dell’eccentrico e ambiguo cantante Boy George. Tra i brani
ricordiamo la famosa “Do you really want to hurt me?”
Culture Club
Ma gli anni '80 sono stati pieni di brani eccellenti. Una corrente
particolare di musicisti pop è quella che nasce negli anni '70 grazie al
francese Jean Michel Jarre e al britannico Mike Oldfield. Questi artisti
hanno fatto parlare la musica. Nessun testo nei loro brani ma solo
piacevoli armonie e ritornelli facilmente assimilabili.
Di Jarre ricordiamo “Oxygene”, “Equinoxe” e “Magnetic Fields”.
Jarre\Oldfield
L'opera di Mike Oldfield è però più complessa: il suo capolavoro
strumentale "Tubular Bells" del 1973 rimane un pezzo unico nella storia
della musica internazionale. Oltre ai suoi album strumentali seguenti
dobbiamo registrare anche "dei brani cantati come “Moonlight Shadow”del
1983. In questi brani, in cui si notano le atmosfere tradizionali inglesi, la
parte vocale é affidata alla bravissima Maggie Reilly.
Tubolars Bells
Negli anni ’80, dunque, il pop era veramente apprezzato in tutte le sue
forme: dai brani strumentali ai brani cantati, dai brani più complessi a quelli
più semplici da discoteca. La qualità di questa musica pop è apprezzabile.
In discoteca si ballavano brani che oltre al ritmo avevano anche un testo
non banale (un esempio è quello dei “Bronsky Beat” e della loro “Smalltown
Boy” che racconta la storia di un ragazzo allontanato dalla propria famiglia
e dal proprio paese perché omosessuale).
Bronsky Beat
Anche la musica italiana avrà il suo momento di gloria a livello internazionale
con la Dance Made in Italy, ma della quale parleremo nella sezione dedicata
all’Evoluzione della musica italiana.
Concludiamo con i tedeschi, ed esattamente i Modern Talking che, tra l’85 e
l’88, hanno venduto più di sessanta milioni di dischi in tutto il mondo con i
brani “Cheri Cheri Lady” e “Brother Louie”.
Modern Talking
Cineforum
The Blues Brothers, USA 1980, Regia di John Landis
Trama: per procurarsi i 5.000 dollari necessari
per pagare le tasse arretrate dall'orfanotrofio in
cui sono cresciuti, e scongiurarne così la
chiusura, due fratelli decidono di riunire tutti i
vecchi componenti della loro band musicale.
Ma non è semplice avere successo e gli artisti
ne combinano di tutti i colori. Il film
conquistò il Guinness dei primati per la scena
con il maggior numero di incidenti d'auto. E’
costato circa 30 milioni di dollari,
inizialmente stentando al botteghino. In poco
tempo, tuttavia, è diventato un film di culto
degli anni 80. Nel cast figurano alcune delle
più grandi star del Soul e del R&B: James
Brown, Cab Calloway, Ray Charles e la
grande Aretha Franklin.