‘Francescanesimo’ sociale di Agostino Gemelli Il coro dei lavoratori Prima di san Francesco, la distanza tra vita attiva e vita contemplativa era irriducibile. San Benedetto le aveva conciliate con il suo armonioso ora et labora, ma la conciliazione si effettuava solo nella fortezza delle abbazie. San Francesco la riabilitò. Lui e i suoi lavoravano per i campi, per la città, nella case, in mezzo ai peccatori, non a servizio del proprio Ordine, ma di tutti… la sua originalità è di aver voluto non tanto una vita mistica, chè questa già altri santi avevano insegnata, quanto una vita di azione soprannaturale nel mondo, nella quale preghiera ed azione, più che fuse, sono due aspetti della stessa elevazione a Dio… A. Gemelli, Il francescanesimo • Premessa: francescanesimo sociale tra Otto e Novecento • 1. Profilo esistenziale: sulle tracce di una coscienza sociale francescana – Appartenenza alla modernità – Socialismo tradotto in francescanesimo – Lavoro: originalità del suo francescanesimo sociale • 2. Dall ’ esistenza alla ‘ Theoria ’ : psicologia quale antropologia... scienza totale dell’uomo – Si delinea un percorso – Dalla medicina alla psicologia.. antropologia • 3. Dalla scienza alla filosofia, alla ‘religione’ – L’unità che scioglie l’angoscia della frammentarietà moderna – Dalla riflessione accademica all’applicazione sociale, tramite il francescanesimo Francescanesimo sociale tra Otto e Novecento / a. l’organizzazione • Auspicato concessum (1882), per il centenario della nascita di san Francesco, in cui si fa appello alla forza risanatrice del terz’ordine come antidoto ai mali della società contemporanea: ‘pax domestica, tranquillitas publica, integritas morum’ • Lo stesso Leone XIII torna sui medesimi concetti con Humanum genus (1884), in cui contrappone il terz’ordine alla massoneria • Dopo la Rerum novarum (1891), Il terz’ordine francese di Léon Harmel, negli stabilimenti di Val de Bois, realizza un esperimento corporativo • Il congresso del 1921, in occasione del settimo centenario della nascita del movimento della penitenza, sarà celebrato in Italia per impulso dello stesso Gemelli Francescanesimo sociale tra Otto e Novecento /b. la pubblicistica • François Morin, Saint François d’Assise et les Franciscains, Paris 1853: “association gigantesque... dans laquelle les membres, en s’astreignant à quelques rares pratiques religieuses, s’imposaient avant tout l’obligation de travailler vigoureusement et en commun à l’oeuvre politique”. • Per Gino Capponi (1875) “Nella regola di S. Francesco era stata la consacrazione o in qualche modo il primo indizio della italiana democrazia”. Francescanesimo sociale tra Otto e Novecento /b. la pubblicistica • Da Giosuè Carducci e Giovanni Pascoli san Francesco viene letto con la lente del socialismo cristiano • Romolo Murri propone san Francesco come patrono della democrazia cristiana e così anche Domenico Conti (Francesco e la Democrazia cristiana, 1896) • Filippo Meda esprime la proposta a livello ufficiale nel convegno regionale lombardo del 1901 • La rivista La Verna riserva una rubrica alla “Democrazia sanfrancescana” • Per Alessandro Cantono, San Francesco d’Assisi e la democrazia, 1903: “Francesco fu ai suoi tempi un cristiano sociale La sua influenza non fu semplicemente religiosa, fu invece intensamente ed eminentemente sociale • Geremia Duceschi, S. Francesco e la Democrazia cristiana, 1904: “Sulla linea della più semplice e schietta democrazia, tentò un primo riavvicinamento delle varie classi sociali.. • Luigi Luzzati (1915) afferma: “Carlo Marx fondava l’emancipazione dei lavoratori solo sul fattore materiale; noi, seguendo le tracce del serafico, integriamo il fattore economico coll’ideale celeste, • Giacomo Bardi, San Francesco santo sociale, 1926: “senza essere sociologo, compiva la più alta sociologia.. consolidava la fratellanza universale, affratellando la classi sociali. • Secondo Filippo Meda “Ognuno avverte subito il duplice aspetto della propaganda, la quale si rivolgeva alle due classi, e si integrava così in un sistema non solo eticamente ma socialmente armonico: si intende che siamo sul terreno dell’armonia in senso spirituale .. • Pio Bondioli ritiene il francescanesimo antidoto ai tempi moderni “pregni di dinamismo, ebbri di velocità e rombanti di macchine” Francescanesimo sociale tra Otto e Novecento/ c. ‘lavoro’ • Ruggero Bonghi (1892), individua come temi portanti della spiritualità francescana quelli di lavoro, povertà e pace • Per Sabatier, invece, i francescani non furono un ordine medicante ma lavoratore • Semeria indica il lavoro come elemento centrale – Francesco nobilita il lavoro mostrandolo consacrato all’amore di Dio e compiuto fedelmente per la sua gloria Francescanesimo sociale tra Otto e Novecento/ ‘azione’ • Con Fortini, Mascitelli e D’Annunzio prevalgono gli aspetti di missionarietà, azione, sacrificio, eroicità • Per il centenario francescano (1926), con l’enciclica “Rite expiatis” Pio XI intende ricentrare l’immagine di s. Francesco sulla dimensione trascendente, liberandola da contraffazioni laiciste • Gemelli, quasi a commento dell’enciclica, scrive un articolo dal titolo: Il vero san Francesco nell’enciclica di Pio XI per il centenario francescano (Vita e Pensiero 1926) 1. Sulle tracce di una coscienza sociale francescana • “La generazione da cui proveniva non era solo quella dei positivisti dell’Ardigò, era pure quella disperatamente sentimentale, avventurosa, ribelle della Scapigliatura lombarda, che cercava il sublime nella sregolatezza... E quando il Turati scrisse di lui: ‘Era un irritabile e un sensitivo, indicò qualcosa che rimase sempre nell’uomo, e fu insieme sua vulnerabilità e sua forza”. • A Pavia, alunno e poi assistente del Golgi, sente il fascino per il socialismo e viene invitato da Turati ad una conferenza del Ferri subendo una sorta di folgorazione (1 maggio 1897): “vi entrò repubblicano e ne uscì socialista”. Il bacio al lebbroso • “ Alla visita serale, quel malato, un abruzzese semianalfabeta mi disse: “ senti volontario, io muoio lontano da tutti i miei. Se fosse qui mia mamma mi darebbe un bacio. Me lo vuoi dare tu? Il malato era coperto di piaghe; ad ogni istante rovesciava. Io, che ero all’inizio del processo della mia conversione, mi sono detto: ‘Sei un vile! Che cosa farebbe Gesù Cristo, che è morto per gli uomini? E abbracciai e baciai quel morente”. Socialismo tradotto in francescanesimo La scoperta: “Nel settembre 1903, mentre seguiva la grandi manovre nel Veneto, lesse per la prima volta la vita di san Francesco: quella del Sabatier, che nonostante gli errori, è fatta per innamorare del santo di Assisi gli spiriti romantici” L’adesione: “Benché, per varie ragioni a molti sembrasse indicato entrare nell’Ordine di san Domenico, o nella Compagnia di Gesù, tanto veemente mi prese l’amore per il serafico san Francesco, che deliberai di entrare nell’Ordine dei Minori” Rinuncia ai beni e rinnegamento del marxismo “Sul piano storico si può dire che il giovane medico fu molto coerente con il suo socialismo, quando vide la realizzazione perfetta dell’ideale nello spogliarsi di tutto per livellarsi ai veri proletari, non solo povero di ricchezze materiali, ma di libri e mezzi di studio, strumenti - per lui - di gloria” “Egli vedeva nel francescanesimo la possibilità di integrare quel socialismo, che, spogliato dalla impalcatura marxista, doveva esso pure restare una costante della sua vita, come chiaramente risulterà anche dalla sua stessa opera di studioso” (Bontadini). Traduzione sociale • … la ‘spiritualità francescana non uccide l’uomo, ma lo lascia vivere, lo eleva, lo fa santo, lasciandolo nella sua qualità di uomo’ (Lettera alla Barelli, 1917), il metodo francescano è il più adatto a evangelizzare le coscienze moderne. Questi due aspetti: rispetto della personalità umana e sviluppo della personalità cristiana nello sforzo incessante dell’apostolato sociale, come attrassero il giovane convertito così rimasero fari sulla rotta del condottiero” • Mentre l’elemento culturale, ossia il rapporto scienza e fede, risulta essere improntato alla neoscolastica, e si radica nell’esperienza lovaniense, l’aspetto dell’apostolato sociale, della diffusione con il ‘regno di Cristo’ di una cultura popolare cristiana da contrapporre a quella fascista, ovvero la promozione di riforma sociale per un risanamento morale etc. sembra provenire invece dalla dimensione francescana Lavoro: originalità del suo francescanesimo sociale • “L’aspetto del francescanesimo, che più rispondeva alle sue varie disposizioni naturali, era la valutazione religiosa del lavoro. Padre Gemelli lo concepì non solo secondo i noti principi della morale cristiana, ma come testimonianza dell’esistenza di Dio, ‘perché il lavoro fatto bene e con retta intenzione conduce gli altri uomini a scorgere in noi un movente soprannaturale; li conduce ad ammirare la sapienza infinita di Dio, che, da creature come noi siamo, sa cavare tesori di vita’. Il lavoro è dunque apostolato, ma è anche un inno sacro. ‘Lavoriamo per unire il canto della nostra operosità a quello di tutte le creature dell’universo, e in questa guisa lodare il creatore nelle sue magnificenze e nelle sue misericordie” (Lettera alla Barelli, 1 gennaio 1920) “Il coro dei lavoratori” • “Qui padre Gemelli ebbe uno dei suoi lampi poetici, che poi non si curò di cogliere e di approfondire. Comunque, occorre rilevare che al coro degli astri, dell’acqua, del fuoco, della terra, dell’uomo perdonante, penitente, morente, così bene sentito da san Francesco, questo suo frate del Novecento aggiunge il coro dei lavoratori, che liberamente celebrano Dio, cooperando ai suoi piani con la loro volontaria fatica” • “Non è meno geniale la concezione del lavoro come vincolo di unità fra i cristiani, desunto evidentemente da quella individualità d’iniziativa, pur nell’identità dello scopo, che aveva ammirato nella tradizione francescana: ‘per sentieri diversi con occupazioni diverse, riusciamo ad esplicare una sola attività, a realizzare un solo disegno: il Regno di Dio sulla terra… Sappiamo di tessere insieme una sola tela: quella della lode e della gloria di Dio” “...la contemplazione: un lusso dello spirito” • “ Si può dire che il cattolicesimo in padre Gemelli e negli altri che lavorano con lui, dimostra di potere stare accanto ad ogni cosa: al microscopio e al telescopio, allo schedario e alla citazione dei testi, agli studi psicologici e filosofici, ma è una vicinanza tutta esteriore, un accompagnamento senza fusione intima, e non si può dire che ne esca fuori una creatura vivente” (G. Prezzolini, 1924) • “Vicinanza esteriore? Accostamento, non fusione? Ma era proprio questo che padre Gemelli detestava. Rispose subito polemicamente impugnando l’arma che credette più efficace, la compenetrazione di preghiera e azione. Il suo apporto principale alla tradizione francescana mi sembra l’applicazione vissuta del lavoro come preghiera e apostolato, del lavoro che proprio con padre Gemelli diventa inno di battaglia: unico mezzo per sollevare cristianamente un Novecento tutto proteso all’azione”. Sembra che Gemelli non sia compreso nella sua proposta cristiana, di un cristianesimo che non è un ‘sistema di pensiero’ collaterale ad altri, non è un qualcosa da ‘ mediare ’ , da ‘ affiancare ’ , da ‘ combinare ’ , bensì una ‘concezione di vita’ che, lungi dall’alterare l’autonomia delle realtà umane, le assume e le esalta.. Per questo nel francescanesimo come ideale di vita, sistema di pensiero e istituzione, egli pare intenzionato a proporre una ‘unità organica e plurale’ oltre i collateralismi e le giustapposizioni.. 2. Dall’esistenza alla ‘theoria’: psicologia quale scienza totale dell’uomo • 1906 – convegno FUCI rapporti tra scienza e fede • 1908 – settimana sociale di Palermo: le malattie dei lavoratori delle zolfare • 1909 – fondazione della rivista di filosofia neoscolastica • 1910 – associazione pro cultura • 1910-1913 – perfezionamento in psicologia specie in Germania • 1913 – libera docenza in psicologia sperimentale • 1914 – fonda Vita pensiero: “Il medievalismo” – contro la frammentarietà del sapere moderno, caratterizzato dal culto dell’energia e del fatto bruto • 1919 – Istituto di studi superiori G. Toniolo, in collaborazione con F. Meda • 1921 – approvazione ecclesiastica dell’Università: facoltà di filosofia e scienze sociali • 1924 – riconoscimento statale: Gemelli ritiene di potere inserire i propri laureati nella carriera accademica, nelle professioni, nella pubblica amministrazione, nell’insegnamento medio, favorendo una più larga penetrazione dei cattolici nelle strutture dello stato e della società civile • 1926 – scuola di scienze politiche, economiche e sociali, poi facoltà di scienze politiche (1932) Psicologia e lavoro • Con la fondazione dell’università, le ricerche nel campo della psicologia condotte da Gemelli, prima e durante la guerra, acquistano ancor maggiore risonanza; il suo interesse per le condizioni psicofisiche del lavoratori e per le malattie professionali, si accresce ancora con gli anni trenta, in cui il G. affrontò alcuni dei più delicati problemi connessi al mondo del lavoro e al processo di modernizzazione industriale: la selezione attitudinale, i ritmi di produzione, il rapporto uomo-macchina, la formazione professionale dei lavoratori. • E questo in un’epoca in cui, specie in Italia, la psicologia sociale ed applicativa incontrava uno scarsissimo interesse da parte della cultura universitaria, dominata dall’idealismo. Il Gemelli, invece, si rese conto, lucidamente, dell’importanza che la psicologia avrebbe assunto nella vita del paese, a livello di prassi familiare, scolastica, lavorativa, e dunque della necessità di formare psicologi professionali e operatori sociali, assistenti sociali, addetti agli uffici del personale… Più che una ‘professione’ • “Parlare di padre Gemelli psicologo, vuol dire parlare della sua vita; e questo, non solo perché la sua attività scientifica in psicologia ha costituito una parte molto ampia della sua vita, ma soprattutto perché in essa si è riversato intensamente il contenuto della sua evoluzione esistenziale, delle sue battaglie, delle sue successive conquiste. Per comprendere la fisionomia scientifica di Gemelli non si può prescindere, pertanto, dalla considerazione dei momenti più significativi della sua vita” (Leonardo Ancona). • “Certamente il più significativo contributo scientifico, il Gemelli l’ha dato nel campo della psicologia. Accanto ai risultati ottenuti negli studi sulla percezione e nell’analisi elettroacustica del linguaggio, sta il vasto campo da lui aperto della psicologia clinica applicata ai problemi sociali: l’orientamento professionale, la psicologia del lavoro, le condizioni dei carcerati, la devianza giovanile, la psicopedagogia. Si può dire che egli sia arrivato così a prospettare la psicologia come una integrale antropologia, una scienza totale dell’uomo” (Nicola Raponi). Quella totalità enunciata nel medievalismo, e in seguito riproposta con la weltanschuung francescana, sembra dunque avere origine da quel monismo antropologico a cui il Gemelli pare fosse giunto mediante i suoi studi di psicologia. Ci chiediamo allora: e il ‘mondo moderno’ a cui doveva rispondere il suo francescanesimo, non potrebbe essere ravvisato in quella serie di problematiche che i suoi studi sulla psicologia sociale avevano contribuito a porre sul tappeto? 3. Dalla scienza alla ‘religione’ • “Avevo perduto la fede, proprio per opera degli uomini che, vantandomi il valore assoluto della scienza, mi avevano mostrato il positivismo come la posizione definitiva del pensiero umano. Riconquistata la fede per via diversa di quella dell’esame filosofico dei massimi problemi, nell’apprendere, per dovere di formazione sacerdotale, la filosofia scolastica… e nel seguire le armoniche costruzioni di san Tommaso d’Aquino, vidi che i dati forniti dalla scienza moderna, che io amavo come giovane cultore, era possibile ricomporre come elementi di quella visione filosofica dell’universo…” • “Aprirsi alla religione: questo è il compito, la missione essenziale della filosofia. Nel pensiero di Gemelli solo la religione risponde alla richiesta vitale dell’uomo, solo essa risolve i problemi che la filosofia elabora, solo essa sana quella crisi in cui il mondo si dibatte e della quale egli aveva già ravvisato un primo aspetto nel divorzio e nella opposizione di scienza e filosofia. Perché solo la religione dà unità. Unità di valore che si traduce, quando è praticamente conosciuta, in unità di esistenza umana. Questo è il pensiero dominante di padre Gemelli, che innerva tutte le manifestazioni della sua immensa attività” (Bontadini) “Ma io diffido della filosofia” • “Questi giovani che hanno desiderio di spendere le loro energie per un ideale, si rivolgono alla chiesa cattolica, perché sentono che la sua unità di pensiero, di morale, di azione, questa affermazione dell’assoluto che il Cristianesimo fa attraverso e grazie al soprannaturale, è una grande forza attrattiva delle anime e offre ad esse la soluzione veramente riposante di tutti i problemi angosciosi che si pongono all’anima moderna” • “Eccomi in biblioteca chino su un libro. Sfoglio, rintraccio notizie, date, dati, numeri, nomi. Entro in laboratorio. Analizzo i fenomeni della natura, ne trovo le leggi. Le formulo in linguaggio matematico. Poi vado nelle officine, negli ingranaggi della vita civile; applico le scoperte scientifiche e ne cavo condizioni di benessere. No, non basta tutto questo a me che cerco di raggiungere un fine; non basta, perché vivendo così, non posso dire di vivere. Debbo trovare un pensiero che, come un’anima, investa tutta questa mia attività, la trasformi, le dia unità, l’appunti ad un fine. E’ necessario trovare il modo di togliere alla coltura moderna il suo carattere frammentario, atomistico. Ricorrere alla filosofia! Esclamate voi. Benissimo!... Ma io diffido della filosofia….” (Agostino Gemelli Francescano) Solo alla religione • “Iniziamo una rubrica nuova della rivista… Si tratta di studiare dei problemi. I più diversi. Sociali, economici, industriali, politici, educativi, religiosi, morali. Come prospettarli? Come risolverli? C’è una indicazione di carattere generale che possa servire di guida? Una almeno c’è proprio: la soluzione di questi problemi non la dobbiamo chiedere alle scienze, nè pure, nè applicate; non la dobbiamo chiedere alla filosofia; non la dobbiamo chiedere a nessun sapere umano, ma alla religione, solo alla religione, al Cristianesimo, al Cattolicesimo. Prevedo obiezioni; è inutile che le ripetiate; sono quelle messe innanzi dalle persone che pensano con la testa altrui, con la testa di questo mondo liberale che è la tomba della libertà, e che appunto perché odia la libertà altrui, confina la religione o in chiesa o in solaio” (Fra Galdino) Il francescanesimo • “Che cosa può dirci il Francescanesimo? Proprio ciò che ci manca e che il progresso meccanico esteriore dei nostri giorni è incapace di creare, ossia il mezzo per guarire dal male che il veleno del nostro tempo ha posto nelle nostre vene. La fede assoluta nella nostre forze, la febbre del lavoro, l’appagamento del presente, il disprezzo del dolore e della morte, che sono il tormento delle anime moderne, celano un’insoddisfazione profonda che tutto il confort anglo-americano non vale a distruggere… • La civiltà moderna ottiene dalle macchine la massima velocità e il massimo benessere materiale, ma nulla che consoli veramente il cuore degli uomini; codesta civiltà non si sa dare nemmeno la bellezza dell’arte, del pensiero, perché la bellezza vuole contemplazione e si esprime mediante un laborioso processo di amore e di dolore, mentre a noi manca la calma per contemplare, il tempo per meditare, il raccoglimento e lo spirito di sacrificio per gustare la poesia dell’amore, come per godere del beneficio del dolore. Ora se pure abbiamo frammenti di gioia, se ci inorgogliamo del processo meccanico.. in realtà la nostra baldanza è una maschera sul dubbio, sull’inquietudine, sulla domanda che rampolla dal profondo nelle brevi soste tra corsa e corsa: perché?” L’azione • “Nella direzione da lui assiduamente esercitata dei suoi missionari della Regalità intese soprattutto coltivare una spiritualità che facesse centro sul soprannaturale e si modellasse sul francescanesimo, ch’egli considerava la strada più adatta per evangelizzare l’uomo contemporaneo” (Bontadini) “I quattro pilastri del nuovo edificio furono squadrati da P. Gemelli… a.. b.. c.. d) soprannaturalizzare la vita in tutti i suoi atti, vivendo nella famiglia ed esercitando la propria professione sociale. Quest’ultima era la nota dominante. Precisando il suo pensiero l’antico scienziato ribadiva: ‘Azione e cultura sotto l’aspetto religioso… Non più la fisima della scienza per la scienza o della cultura per la cultura, ma tutto per la religione”. (Sticco) L’emergenza del laicato • Erasmo/Lutero mette in evidenza il ruolo del principe, soggetto che interpreta la scrittura senza mediazione – cuius regio eius et religio • Giurisdizionalismi (Bossuet): con l’azione di re -sacrestani e una secolarizzazione della chiesa chiamata a svolgere funzione civile (costituzione civile del clero) • La rivoluzione francese taglia la testa al re cristiano: si decide per testa e non più per status L’apostolato dei laici • Il potere politico deriva dalla base e non più dal vertice: la chiesa gerarchica deve imparare a relazionarsi con il laicato • Diffidenza serpeggiante rispetto ai laici, creduti longa manus dello stato laico – USA: questioni economiche: una teologia con fondamento nel battesimo giunge solo con il Vaticano II • Si evolve gradualmente l’associazionismo laicale: assistenziale, culturale, e liturgico.. Dalla difesa della chiesa alla difesa del ‘bene comune’ • Associazioni incaricate di difendere la chiesa: Amicizie cristiane; San Vincenzo; Azione cattolica; Società Giovanile di Azione Cattolica; Opera dei congressi • Associazioni impegnate in ambito parlamentare (non expedit), poi partito cattolico che sostituisce lo stato cattolico: alleanza cattolici liberali in Belgio, Zentrum, Partito popolare • Al congresso del PPI di Bologna (1919) prevale la linea aconfessionale sponsorizzata da Sturzo – Gemelli sostiene invece il progetto Meda, favorevole ad un partito cristianamente ispirato – solo la religione salva! • Agostino Gemelli, un personaggio che non cessa di far discutere. Un convertito, un ribelle, un eroe dello spirito, un uomo libero, libero da ogni ceppo indebito e solo vincolato, “con sua gioia e fierezza, dalla verità, la verità totale”. • L’allora Card. Montini (Paolo VI) confessava: “Lo abbiamo temuto, sì, ed ammirato, prima di conoscerlo da vicino; poi, quando ci fu maestro e padre, quando lo ascoltammo e lo capimmo, quando lo vedemmo volere, creare, perseverare, soffrire, amare, lo amammo”. • Per Bedeschi egli era uno di quelli che intendeva costruire la società attraverso le leve del potere, mentre, in Europa, l’evangelismo affermava con K. Barth il potere della Parola e la Chiesa la forza della testimonianza che si oppone al compromesso. Il regno sociale • Il progetto di società e stato ideato da G. faceva appello al simbolo del regno sociale di Cristo, la regalità celebrata lo stesso 28 ottobre della marcia su Roma e in chiara alternativa ad essa; alla regalità sociale di Cristo, G. aveva dedicato un congresso internazionale, celebrato nel 1926, anno centenario della morte di S. Francesco. E per l’evangelizzazione del mondo contemporaneo, egli aveva destinato due istituti di laici francescani, perché proprio al francescanesimo aveva riconosciuto l’attitudine a costituire la risposta più adeguata alla contemporaneità. Cronologia essenziale • • • • • • • • • • • • • 19 novembre 1919: Professione della regola del Terz’Ordine 20 settembre 1920: Prime professioni 1924: Autonomia dall’OFM 1925: Missionarie della Regalità di Cristo 1928: Pio Sodalizio delle Missionarie della Regalità di Cristo 1934: Schuster approva ad experimentum la Regola e gli Statuti 1939: Gemelli pubblica Le associazioni di laici consacrati, fatta ritirare dal S. Ufficio 1945: Pio XII comunica la volontà di approvazione dell’Istituto 1947: Provida Mater Ecclesia 1948: Primo Feliciter 1952: Morte della Barelli 1953: Decreto di approvazione definitiva dell’Istituto 1959: Muore Gemelli Terz’Ordine • La nostra opera deve funzionare come funzionavano le prime congregazioni del terz’Ordine secolare, ossia riuscire a costituire persone che, pur restando ciascuna nel proprio stato e nelle propria condizione, si consacrino totalmente al Signore. (A P. Cimino 1919) • La forma è quella del terz’Ordine. E poi occorre capire bene: non il terz’Ordine come a pia opera fu ridotto, ossia men che vivente, ma il terz’Ordine come era originariamente, ossia la forma di consacrazione a Dio pur restando nel secolo.. Questo era lo spirito primitivo (Alla Barelli 1919) Stato secolare Le anime che accettano questa forma di vita si propongono di instaurare nel mondo il Regno Sociale del Cuore di Gesù e si propongono di attuare questo Regno mediante la diffusione dello spirito francescano che è spirito di amore.. Ciascuna continua, normalmente, a viere nella propria casa, nelle proprie abituali occupazioni […] Non debbono dunque le sorelle ritenere di entrare a far parte di una congregazione od ordine religioso regolare con vita conventuale, ma di entrare a far parte di una Congregazione del terz’Ordine secolare di S. Francesco.. (Regola provvisoria corretta con la Barelli a S. Damiano 1919) Carattere di laici • Inoltre la Congregazione era organizzata come un terz’Ordine ed è noto che i Terzi Ordini sono canonicamente veri Ordini. Ora in quel tempo [1929] apparve chiaro ai promotori della Congregazione essere necessario invece, sviluppare nei singoli membri il carattere di laici dedicati all’apostolato nel mondo pur essendo legati da voti. Nacque così l’idea del Pio Sodalizio come esso è attualmente costituito.. (Breve cenno sull’origine 1932) Comuni fedeli • L’idea, allora confusamente concepita, venne tradotta in atto con la formazione di un Gruppo di terziarie francescane sotto l’obbedienza del Ministro generale dei Frati Minori… Ritengo necessario che i membri del Pio Sodalizio delle Missionarie della Regalità di Cristo, siano laici, in quanto è concetto ispiratore di questo Sodalizio che esse non siano religiose consacrate in un Ordine o in una congregazione, ma laici come tutti i fedeli.. Non ritengo opportuno fare delle Religiose, per un’altra considerazione; ritengo cioè necessario che i membri del sodalizio conservino la mentalità dei comuni fedeli, onde poterne comprendere i bisogni e poter vivere in mezzo ad essi parlando il loro linguaggio, e mettendosi al loro livello.. (Appunti intorno al Pio Sodalizio 1927) • Conosco le ragioni per le quali si afferma che vi è in questa figura giuridica del sodalizio, come da me presentato, un intrinseca contraddizione; non sono i membri del sodalizio, Religiosi, si dice, mancando gli elementi necessari per essere tali; non sono semplici fedeli, perché, nel mentre si uniscono a far parte di una pia associazione, si obbligano con voto di castità. Dunque si conclude, nessun canone del vigente Diritto canonico contempla questa figura giuridica ibrida… In questi ultimi decenni si è presentata spontanea la stessa necessità; per esercitare efficacemente l’apostolato nella società contemporanea, penetrando nei suoi organismi, sono necessarie anime le quali, vivendo come tutti i comuni fedeli, avendo le stesse abitudini di vita dei buoni cristiani… possano per questa loro condizione sociale giungere ad avvicinare molte anime, esercitando un efficace apostolato.. L’efficacia di questo apostolato sta nel fatto che è esercitato da persone che vivono la stessa vita dei comuni fedeli Bidagor s.j. 1944:censore statuti CC • Hoc regimen Superiorum, de quo constanter monentur sodales huius associationis, tamquam medium unde suam vitae agendi rationem, quandoque totalem, memebra solidalitatis componanat, characterem constituit essentialem huius associationis. Ego vix intelligo, quomodo illi dicantur statu laici. • Questo regime di governo, intorno al quale si ammoniscono ripetutamente i membri di questa associazione, come si trattasse della ragione stessa della loro vita ed azione, dal momento che esso costituisce per i membri del sodalizio, il carattere essenziale dell’istituzione stessa. Io stento a comprendere, in che modo essi possano definirsi della condizione di laici. Obbedienza • L’obbedienza è povertà dell’io.. Noi più delle altre donne abbiamo un tesoro = la civiltà moderna concede alla donna l’indipendenza economica mediante il proprio lavoro, le dà una libertà che prima non aveva .. Sparita la vecchia zitella a carico dei fratelli = la donna basta a se stessa.. Noi senza obblighi di famiglia saremo liberissime = da non rendere conto a nessuno = da farci la vita che vogliamo: le maritate no; le Monache no; le une e le altre sempre controllate = Non libere.. La nostra obbedienza non è osservata né controllata = E’ quanto mai libera • • • • • • Chi è inclinata allo studio, studi Chi al lavoro d’ufficio lo continui Chi all’insegnamento, insegni Chi al lavoro di massaia, continui Chi all’arte, si perfezioni nella sua arte Insisto sul carattere di libertà che ha la nostra obbedienza perché sappiamo apprezzarla ed esserne degne