L`amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori

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Lettera ai Romani
Introduzione
rappresenta il vertice più alto della
dottrina e della teologia di Paolo
scopo apostolico e non letterario
comunicare a distanza con le comunità
cristiane per aiutarle a risolvere i loro
problemi e per continuare ad
evangelizzarle
il vangelo di Cristo è la forza di Dio per
la salvezza di chiunque crede
Tema della lettera
protagonista è Dio Padre, che vuole salvare
l’umanità comunicando la sua giustizia,
cioè la sua vita di santità
Cristo è strumento di questa universale
riconciliazione
questo palpito di vita soprannaturale è reso
più cosciente e operante dallo Spirito, che
ci è stato donato come pegno e frutto
dell’amore divino
l’uomo è invitato a dare la sua risposta
Romani 5
Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo
del Signore nostro Gesù Cristo; per suo mezzo abbiamo anche
ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale
ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. E non
soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben
sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù
provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude,
perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo
dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, mentre noi eravamo
ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a
stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può
essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio
dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora
peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati
per il suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui. Se infatti,
quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo
della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati,
saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure
in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora
abbiamo ottenuto la riconciliazione.
Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e
con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli
uomini, perché tutti hanno peccato. Fino alla legge infatti c'era peccato
nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando
manca la legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli
che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di
Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Ma il dono di grazia
non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti,
molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo
uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini. E
non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il
giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di grazia invece
da molte cadute per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno
solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli
che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia
regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per
la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così
anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la
giustificazione che dà vita. Similmente, come per la disobbedienza di
uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza
di uno solo tutti saranno costituiti giusti. La legge poi sopraggiunse a
dare piena coscienza della caduta, ma laddove è abbondato il peccato,
ha sovrabbondato la grazia, perché come il peccato aveva regnato con
la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vita eterna,
per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.
Giustificati dunque per la fede
si allude a un momento preciso della
vita dei cristiani
dal battesimo i cristiani sono giustificati
per fede
il battesimo è il sacramento della fede
perché esige la fede e conduce alla fede
nella vita si mantiene la giustificazione
ricevuta nel battesimo
noi siamo in pace con Dio
la pace non indica il nostro
comportamento pacifico
è la pace donata da Dio
è lo stato di pace che ci sorregge e del
quale siamo divenuti partecipi in quanto
giustificati per la fede
ci è data in continuità dal nostro
rapporto con il Signore Gesù
abbiamo anche ottenuto, mediante la fede,
di accedere a questa grazia
per mezzo di Cristo si è dischiusa e fatta
accessibile la grazia
la pace è una pura grazia, una
immeritata propensione di Dio verso di
noi
la grazia è l’opera compiuta da Dio in
Gesù Cristo, la quale ci avvolge nel suo
abbraccio
e ci vantiamo nella speranza della
gloria di Dio
ci gloriamo per la potenza di Dio
il gloriarsi è una fiducia profonda nella
quale l’uomo si immerge gioiosamente e
che si manifesta nella professione
solenne e nella lode
il gloriarsi di sé è gonfiarsi
il gloriarsi di Dio edifica e costruisce
l’esistenza nell’amore
noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni
l’esistenza cristiana è una vita vissuta nella speranza
anche le tribolazioni, che in definitiva servono a
rafforzare la speranza, sono motivo di vanto perché
da esse ricaviamo l’edificazione della nostra vita
2Cor 4,16-18: Per questo non ci scoraggiamo, ma
anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo,
quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti
il momentaneo, leggero peso della nostra
tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed
eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo
sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose
visibili sono d’un momento, quelle invisibili sono
eterne
la tribolazione produce pazienza, la pazienza
una virtù provata e la virtù provata la speranza
la tribolazione - intesa alla luce della
fede e della speranza - produce la
perseveranza (o pazienza)
la speranza si manifesta nella pazienza
questa pazienza, a sua volta, produce
una virtù collaudata
da questa certezza di aver dato buona
prova di sé nasce una nuova speranza
La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è
stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito
Santo che ci è stato dato
la speranza non inganna, non conduce
alla vergogna
l’amore di Dio è quello che il Padre in
Gesù Cristo, mediante lo Spirito Santo,
nutre per noi
tale amore afferra l’uomo nell’intimità
più profonda dell’essere, là dove
soltanto Dio può giungere e vedere
Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre
eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi
l’amore di Dio per noi è quello che si è
manifestato con la morte di Cristo
Cristo è morto per amore e a vantaggio dei
peccatori, dei ribelli a Dio
ciò è sconcertante, poiché a stento si può
trovare uno disposto a morire al posto di
un uomo giusto, figuriamoci per gli empi
con i nostri criteri umani quella morte
appare assurda
A maggior ragione ora, giustificati per il suo
sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui
coloro che sono giustificati nel sangue
di Gesù Cristo davvero saranno salvati
dal giudizio dell’ira di Dio
davvero coloro che sono riconciliati con
Dio tramite la morte di Gesù Cristo
verranno salvati grazie alla vita di Gesù
Cristo risorto dai morti
Cristo è l’irrevocabile per noi di Dio
ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro
Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la
riconciliazione
non ci vantiamo soltanto per tutto ciò
che abbiamo detto su Gesù Cristo e
sull’amore di Dio, che sono la garanzia
della nostra salvezza, ma ci gloriamo
anche di Dio stesso per mezzo di Gesù
Gesù, nella sua condizione di Risorto,
concede a noi la riconciliazione
in Gesù edifichiamo con vanto la nostra
vita nella speranza della sua gloria
come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel
mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha
raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato
la storia dell’umanità reca l’impronta di
Adamo e di Cristo, di ciò che l’uno e
l’altro hanno significato
un solo uomo = Adamo non è un
qualsiasi individuo umano, ma l’uomo
primordiale che lascia la sua impronta
decisiva su tutti gli uomini
attraverso il regime del peccato, è
entrata nel mondo la morte
la morte regnò da Adamo fino a Mosè
anche su quelli che non avevano peccato
anche prima di Mosè c’era il peccato, ma
non c’era ancora il peccato riconosciuto
e qualificato dalla legge
Adamo peccò violando un
comandamento, mentre gli uomini dopo
di lui, fino a Mosè, non agirono in
maniera analoga
eppure anche su di loro regnò la morte,
entrata nel mondo a causa del peccato
di Adamo
Adamo è figura di colui che doveva venire
Adamo è il tupos di Cristo, il prototipo che
rimanda a Cristo come a suo antitipo
i beni recati dall’Adamo che doveva
venire, cioè Cristo, sono
incomparabilmente superiori rispetto alla
rovina procurata agli uomini dal primo
Adamo
Cristo non rappresenta solo la
compensazione del primo Adamo, e di ciò
che questi ha prodotto, ma è molto di più
laddove è abbondato il peccato, ha
sovrabbondato la grazia
l’agire di Dio comporta sempre un
sovrappiù, e il suo dono di grazia è
giunto in misura sovrabbondante a tutti
la grazia di Dio è sovrabbondanza,
pienezza, una realtà inaudita e
inesauribile
ciò di cui ora gli uomini possono e
devono vivere è la vita offerta da Gesù
Cristo, quella vita che ci viene concessa
dalla grazia di Dio
come il peccato aveva regnato con la morte, così regni
anche la grazia con la giustizia per la vita eterna
il regime del peccato ha esercitato il suo
potere per mezzo della morte
ma questa è la situazione passata
dell’umanità
ora è venuta la grazia sovrabbondante
che ha sopraffatto il peccato e la morte
questa grazia è Gesù, che dà a tutti gli
uomini la giustificazione e la vita eterna
Romani 6
Che diremo dunque? Continuiamo a restare nel peccato perché
abbondi la grazia? È assurdo! Noi che già siamo morti al
peccato, come potremo ancora vivere nel peccato? O non sapete
che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati
battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo
dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come
Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre,
così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti
siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla
sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. Sappiamo bene
che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché
fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi
del peccato. Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato. Ma
se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui,
sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte
non ha più potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte,
egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto
che egli vive, vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti
al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
Non regni più dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì da
sottomettervi ai suoi desideri; non offrite le vostre membra come
strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a Dio come
vivi tornati dai morti e le vostre membra come strumenti di giustizia
per Dio. Il peccato infatti non dominerà più su di voi poiché non
siete più sotto la legge, ma sotto la grazia. Che dunque? Dobbiamo
commettere peccati perché non siamo più sotto la legge, ma sotto la
grazia? È assurdo! Non sapete voi che, se vi mettete a servizio di
qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale
servite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell'obbedienza che
conduce alla giustizia? Rendiamo grazie a Dio, perché voi eravate
schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quell'insegnamento
che vi è stato trasmesso e così, liberati dal peccato, siete diventati
servi della giustizia. Parlo con esempi umani, a causa della
debolezza della vostra carne. Come avete messo le vostre membra a
servizio dell'impurità e dell'iniquità a pro dell'iniquità, così ora
mettete le vostre membra a servizio della giustizia per la vostra
santificazione. Quando infatti eravate sotto la schiavitù del peccato,
eravate liberi nei riguardi della giustizia. Ma quale frutto
raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Infatti il loro
destino è la morte. Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di
Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come
destino avete la vita eterna. Perché il salario del peccato è la morte;
ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.
Che diremo dunque? Continuiamo a restare
nel peccato perché abbondi la grazia?
gli avversari di Paolo stravolgevano la
correlazione tra peccato e grazia e ne
traevano la conseguenza pratica:
aumenta il peccato se vuoi aumentare la
grazia!
l’uomo resta nella potenza del peccato
quando acconsente a questa potenza
compiendo l’azione peccaminosa e, così
facendo, ritorna sotto il regime del
peccato
È assurdo! Noi che già siamo morti al peccato,
come potremo ancora vivere nel peccato?
la risposta di Paolo a questa obiezione è
un deciso me ghènoito, non sia mai, che
in questa lettera ricorre ben sette volte
il motivo è questo: siamo morti al
peccato
l’esistenza del cristiano non si svolge
più sotto il regime del peccato e della
morte, ma sotto la signoria del Risorto
O non sapete che quanti siamo stati battezzati in
Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
nel battesimo siamo morti al peccato
essere battezzati in Cristo Gesù significa
diventare proprietà di Gesù Cristo
noi siamo morti al regime del peccato
quando nel battesimo passammo in
proprietà di Gesù Cristo e quando
fummo immersi nella sua morte e nella
sua risurrezione
Per mezzo del battesimo siamo dunque
stati sepolti insieme a lui nella morte
la conseguenza del battesimo è essere
stati sepolti con Cristo e partecipare alla
sua risurrezione
nel battesimo siamo morti e sepolti con
Cristo perché possiamo condurre una
vita nuova, conforme alla sua
risurrezione
nel battesimo, per la potenza dello
Spirito, siamo nuova creatura
il nostro uomo vecchio è stato
crocifisso con lui
il nostro uomo vecchio non è una parte
di noi, ma siamo noi prima del
battesimo
questo uomo vecchio è stato crocifisso
con Cristo
la conseguenza è la fine della nostra
soggezione al dominio del peccato
il battezzato non è più schiavo del
peccato e può non peccare
egli morì al peccato una volta per tutte; ora
invece per il fatto che egli vive, vive per Dio
Cristo ha tolto al peccato ogni potere
sugli uomini, in quanto egli stesso fu
reso peccato
la sua morte fu un evento unico,
definitivo, che non può essere ripetuto
ma può essere reso presente
come Cristo è morto al peccato, così i
battezzati sono morti al peccato, e come
Cristo vive per Dio, così i battezzati
devono vivere per Dio
non offrite le vostre membra come strumenti di
ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a Dio come
vivi tornati dai morti
proprio perché liberati, non dobbiamo
ricadere sotto i nostri vecchi padroni
la potenza del peccato può regnare solo
se le si obbedisce: il cristiano non deve
obbedirle
il peccato e la morte cercano di
ripigliare il loro potere sul battezzato
attraverso il suo egoismo e le
concupiscenze della carne
Rendiamo grazie a Dio, perché voi eravate schiavi del peccato, ma
avete obbedito di cuore a quell'insegnamento che vi è stato trasmesso e
così, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia
il battesimo è una rivoluzione personale, un
cambio di regime, un cambio di padrone
nel battesimo abbiamo preso la decisione
di obbedire a Dio una volta per tutte
ciò che il battesimo ha fatto in noi e la
nostra decisione di obbedire concorrono
nell’impegnarci a non peccare più
i battezzati, che prima erano schiavi del
peccato, ora obbediscono di tutto cuore alla
professione di fede del loro battesimo
Quando eravate sotto la schiavitù del peccato, eravate
liberi nei riguardi della giustizia. Ma quale frutto
raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate?
essere servi della giustizia significa
vivere la libertà dell’amore
i frutti della trascorsa schiavitù nel
peccato sono tali che ora c’è solo da
vergognarsene
il loro risultato è la morte eterna
ora la mente dei cristiani è rinnovata ed
essi hanno acquisito una nuova
comprensione della volontà di Dio
Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi
raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e
come destino avete la vita eterna
i cristiani godono della vera libertà e
prestano il giusto servizio, quello dei
servi di Dio, e così hanno come frutto e
risultato la vita eterna
il peccato paga col soldo della morte chi
milita per lui; Dio invece elargisce come
dono della sua grazia la vita eterna
il libero dono di grazia di Dio è la vita
eterna in Cristo Gesù nostro Signore
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