ANGIOFLOGOSI EZIOLOGIA – PATOGENESI - RISPOSTA IMMUNITARIA Marina Di Domenico INFIAMMAZIONE DEFINIZIONE È un meccanismo biologico che si attiva in risposta ad un danno tissutale TIPI DI STIMOLI LESIVI ESOGENI: ENDOGENI Fisici (traumi, ustioni) Chimici (sostanze tossiche) Biologici (parassiti, microrganismi) Disordini metabolici Alterazioni immunitarie INFIAMMAZIONE In funzione della durata nel tempo l’infiammazione può essere: ACUTA: si risolve entro qualche ora o pochi giorni CRONICA: persiste per settimane o mesi Ha scopo difensivo e favorisce l’intervento di componenti del Sistema Immunitario nelle sedi in cui si verifica un’intrusione biologica e dà avvio alla ricostruzione del tessuto ed alla riparazione del danno PROCESSO INFIAMMATORIO Il processo infiammatorio viene distinto schematicamente in : 1) Angioflogosi 2) Istoflogosi PROCESSO INFIMMATORIAO Il processo infiammatorio viene distinto schematicamente in: ANGIOFLOGOSI: caratterizzata dall’imponenza di fenomeni Vascolari-essudativi, ossia da un insieme di manifestazioni che fanno seguito a modificazioni del microcircolo (variazioni di carico o di flusso), aumento della permeabilità dei capillari e della migrazione dei leucociti. ISTOFLOGOSI: caratterizzata da quadri citologici-istologici specifici (granulomi o reazioni granulomatose). I fenomeni vascolo essudativi sono attenuati, prevale la migrazione di cellule mononucleate (monociti, linfociti) nell’interstizio e la loro moltiplicazione e differenziazione in elementi diversi (macrofagi e plasmacellule) Decorso Processo Infiammatorio NOXA ANGIOFLOGOSI ISTOFLOGOSI MANCATA RIMOZIONE NOXA RIMOZIONE DELLA NOXA ANGIOFLOGOSI PERSISTENTE RISOLUZIONE DELL’ ESSUDATO RIPRISTINO DELLO STATO STAZIONARIO ORGANIZZAZIONE DELL’ ESSUDATO ESITI (ADERENZE, BRIGLIE) RIMOZIONE DELLA NOXA MANCATA RIMOZIONE DELLA NOXA ESITI (CALCIFICAZIONI, FIBROSI) EVOLUZIONE IN ISTOFLOGOSI RIPRISTINO STATO STAZIONARIO DIFFUSIONE PROCESSO FLOGISTICO; NECROSI CELLULARE PERSISTENZA DI FOCOLAIO FLOGISTICO SILENTE Angioflogosi È caratterizzata dall’imponenza di fenomeni Vascolari-essudativi, ossia da un insieme di manifestazioni che fanno seguito a modificazioni del microcircolo (variazioni di carico o di flusso), aumento della permeabilità dei capillari e della migrazione dei leucociti dall’interno dei vasi all’interstizio. È caratterizzata dai 5 segni “cardinali” : -RUBOR - per la persistente dilatazione del letto vascolare periferico (arteriole, capillari, venule) -CALOR - conseguenza dell’aumentato flusso ematico nel microcircolo -TUMOR- aumento della permeabilità dell’endotelio e accumulo nell’interstizio di componenti del plasma e di leucociti trasmigranti per diapedesi (essudato) -DOLOR - soggettivo, emotivo, soglia-dipendente, più fattori determinano stimolazione degli algorecettori nell’ area interessata; mediatori flogistici ;tensione e compressione tessutale. FUNCTIO LESA - perdita di funzione o inbizione riflessa dei movimenti muscolari causata dal dolore e dalla limitazione meccanica conseguente alla tumefazione. MICROCIRCOLAZIONE E ANGIOFLOGOSI TIPI DI VASI ARTERIOLE COMPOSIZIONE PARETE endotelio + membrana basale + singolo strato di cellule muscolari lisce ARTERIOLE TERMINALI CANALE PREFERENZIALE connette l’arteriola terminale alla venula postcapillare, (Sfintere precapillare) CAPILLARI membrana basale + endotelio ( di tipo continuo, fenestrato o discontinuo) VENULE POSTCAPILLARI parete simile a quella capillare con un sottile strato periferico VENULA COLLETTRICE MICROCIRCOLAZIONE E ANGIOFLOGOSI La microcircolazione è costituita dai vasi interposti tra le piccole arterie e le piccole vene: Arteriole Capillari Venule Questi sistemi si differenziano per le caratteristiche della loro parete Mediatori Flogistici Le alterazioni cellulari e tessutali che si manifestano nel corso di un processo infiammatorio sono causate dall’ azione di svariate sostanze di origine cellulare o plasmatica indicate come MEDIATORI FLOGISTICI. Sono molecole distribuite nei vari tessuti in forma INATTIVA(come precursori o sequestrati nelle cellule). In seguito ad uno stimolo infiammatorio vengono “attivati” o “rilasciati” dalle cellule produttrici ( mastociti, leucociti, endoteli). Si distinguono in : Mediatori cellulari : Istamina, EDRF(Endotheline-derived relaxing factor), serotonina, citochine, enzimi lisosomiali, eicosanoidi : Sono sostanze prodotte ed accumulate in diversi tipi cellulari e rilasciate durante la FLOGOSI. Mediatori di fase fluida : Fattori del COMPLEMENTO, enzimi della coagulazione, chinine; sono componenti plasmatici proteici sintetizzati da cellule non direttamente coinvolte……………. Ruolo dei vasi nell’angioflogosi e nell’Emostasi •Nelle cellule endoteliali predominano le proprietà di controllo dei meccanismi della coagulazione e della risposta piastrinica (proprietà antitrombotiche) •Nelle cellule muscolari, nei fibroblasti, nelle componenti proteiche del sottoendotelio e nella membrana basale, prevalgono gli stimoli alla attivazione del sistema emostatico (proprietà trombofiliche) Angioflogosi ed emostasi L’endotelio è un organo con una incredibile capacità di rispondere a stimoli del microambiente con risposte esclusivamente localizzate e diversificate. Occupa circa 1000 m2 di superficie in un adulto normale di 70 Kg PROPRIETA’ DELL’ENDOTELIO La integrità dell’endotelio assicura la completa biocompatibilità tra il sangue ed il sistema circolatorio. Per questo motivo esso è più direttamente coinvolto nella omeostasi dei meccanismi fisiologici della emostasi e nella complessa fisiopatologia della trombosi L’endotelio funge da barriera tra il sangue ed i tessuti. Questa barriera è estremamente sensibile ai cambi del microambiente. L’endotelio non è in grado di attivare il Fattore XII. Proprio questa sua proprietà, cioè quella di non attivare la fase di contatto, rappresenta il meccanismo fondamentale per cui il sangue in condizioni normali non coagula nell’interno dei vasi Marginazione leucocitaria Migrazione Cellulare Migrazione Cellulare Gengivite Fagocitosi