Evoluzione e disagio in età adolescenziale
Dott. Angelo De Giorgi
Psichiatra Ambulatorio Doppia Diagnosi
Ser.T. di Manfredonia- ASL FG
L’adolescenza
Il periodo di transizione tra l’infanzia e la vita
adulta prende il nome di adolescenza e
corrisponde ad un arco di anni piuttosto
ampio, variabile da individuo a individuo, sia
per quanto riguarda l’entità e le
caratteristiche dei cambiamenti che
l’attraversano sia per quanto riguarda i limiti
temporali che ne scandiscono l’inizio e la
conclusione.
L’adolescenza
È generalmente considerata adolescenza la
fase della vita umana compresa tra i 12 e 18
anni.
La trasformazione degli stadi dei cicli di vita e
della loro durata nonché una sostanziale
modificazione sociale ha prodotto un
allungamento dell’adolescenza.
L’adolescenza come ruolo


La pubertà è un fenomeno universale che
segnala il passaggio dalla condizione
fisiologica del bambino alla condizione
fisiologica dell’adulto
L’adolescenza è il passaggio dallo status
sociale di bambino e quello di adulto, che
varia per durata, qualità e significato da una
civiltà all’altra e, all’interno della stessa civiltà,
da un gruppo sociale all’altro.
Età sospesa

Rilke: “Stavano là in uno spazio di mezzo tra il mondo e
i balocchi”

Senso di medianità… in cui si fa più forte il senso di
speranza e le paure che le attese comportano

È il momento in cui l’adolescente si pone una serie di
domande:
• Chi Sono?
• Come mi vedono gli altri?
• Qual è il mio posto nel mondo?
• Quanto valgo?
L’adolescenza
Nella fase adolescenziale, la maturazione
delle capacità di analisi e di introspezione, la
definizione della propria identità, dei valori e
delle scelte, consentono una progressiva
riorganizzazione, pur nell’ambito di situazioni
spesso ancora intricate e confuse.
L’adolescenza
Un altro aspetto della fase adolescenziale è il
suo carattere ‘relativo’ e non universale,
dovuto al fatto che essa viene diversamente
rappresentata a seconda della cultura e della
appartenenza sociale.
L’adolescenza- prospettiva psicoanalitica
Sturm und Drang
ovvero Tempesta e stress
Hall, considerato il padre della ricerca
scientifica sull’adolescenza, e gli studi di
impostazione psicoanalitica hanno contribuito
a identificare nelle trasformazioni fisiche e
biologiche e nei turbamenti emotivi che ne
conseguono il punto di avvio del passaggio
dal mondo del bambino a quello
dell’adolescente.
L’adolescenza- La dimensione sociologica
La prospettiva sociologica ha centrato l’attenzione
sul rapporto tra organizzazione sociale, gruppo di
appartenenza e classi sociali, nella loro relazioni con
la definizione dei ruoli e delle richieste normative
che definiscono i comportamenti degli adolescenti
nei loro diversi contesti di vita, chiarendo che il
modo attraverso cui si manifesta la transizione
adolescenziale risente dell’influenza del contesto
familiare, sociale e culturale.
L’adolescenza
La letteratura scientifica ha raggiunto una
visione concorde nel ritenere come la
fenomenologia adolescenziale sia influenzata
dalle interconnessioni tra fattori biologici,
psicologici, culturali e sociali.
L’adolescenza
Per la maggior parte dei ragazzi la fase
adolescenziale, al cui superamento
contribuiscono sia l’adolescente stesso con le
proprie risorse e le proprie scelte, sia le
condizioni sociali e culturali che sono un
importante terreno di crescita, si sviluppa
senza particolari opposizioni, sfide o
manifestazioni psicopatologiche.
L’adolescenza
Ormai lontani dalla rappresentazione sociale
di questa fase della vita come “crisi”
caratterizzata da conflitti e da ribellioni, gli
studi si indirizzano su una visione
dell’adolescente come protagonista e
costruttore del proprio percorso evolutivo.
L’adolescenza


Recenti ricerche epidemiologiche non hanno
confermato l’idea per cui tutti gli adolescenti
attraversino una fase di tumulto o di crisi
violenta (Coleman e Hendry,1990).
In USA si è visto che il 70% dei ragazzi ha
una relazione positiva con i genitori
(Steinberg, 2004)
L’adolescenza
Il soggetto,
a seconda della sua appartenenza
sociale o di genere,
si troverà di fronte a compiti di sviluppo
ai quali dovrà rispondere...
L’adolescenza- compiti di sviluppo
Tra i vari compiti di sviluppo che l’adolescente deve
fronteggiare ci sono:
-
-
-
Accettare il proprio corpo
Acquisire un ruolo sociale femminile o maschile
Instaurare relazioni nuove con coetanei di entrambi i
sessi;
Conseguire indipendenza emotiva dai genitori e da
altri adulti;
L’adolescenza- compiti di sviluppo
-
-
-
-
Desiderare ed acquisire un comportamento
socialmente responsabile;
Acquisire un sistema di valori ed una coscienza etica
come guida al proprio comportamento;
Prepararsi al matrimonio e alla vita familiare;
Sviluppare competenze intellettuali e conoscenze
necessarie per la competenza civile;
Orientarsi verso, e prepararsi per una professione;
Raggiungere l’indipendenza economica.
L’adolescenza
Per quanto si distinguano gli adolescenti (inferiori ai
18 anni) dai giovani adulti (superiori ai 18 anni),
attualmente si riscontrano caratteristiche dei tardoadolescenti anche nei giovani di età più avanzata:
tra queste la dipendenza economica e la
permanenza in famiglia: spesso si riscontra una
permanenza in famiglia anche quando si è
indipendenti economicamente.
L’adolescenza
Il clima affettivo in cui si dipana l’adolescenza
è radicalmente cambiato perché è mutato il
modo in cui gli adulti si trovano ad esercitare
il mestiere di padre e di madre.
L’adolescenza
Meno cultura e più natura, cioè meno
regole e norme ma più attenzione nel
sostenere la crescita del figlio.
L’adolescenza
Questo a volte comporta il venir meno di
importanti fattori di sostegno e, d’altro canto,
rende gli adolescenti attuali particolarmente
sensibili agli aspetti depressivi del processo
di separazione dalla famiglia.
L’adolescenza
Il passaggio da un’infanzia privilegiata all’età
adulta è vissuto con grande intensità
emotiva.
Noia, tristezza, paura, vergogna si alternano
come affetti capaci di governare il
comportamento dei ragazzi e il disagio che
sperimentano
L’adolescenza
Questo imprime alle loro relazioni modalità
espressive che pongono ai padri e alle madri
ardui problemi di comprensione e difficili
scelte di intervento.
Riepilogando…



Lo sviluppo non avviene attraverso strade
obbligate bensì attraverso percorsi possibili
fortemente individualizzati e differenziati
L'individuo svolge una continua azione sul
proprio mondo interno ed esterno
L'ambiente o contesto è costituito da una
pluralità di fattori di ordine fisico, relazionale,
storico e culturale, il quale è continuamente
modificato e interpretato dall'individuo stesso
(Bonino, 2001)

In tale visione sistemica le traiettorie di
sviluppo sono molto irregolari e non possono
essere previste in modo deterministico, dal
momento che a seconda delle condizioni del
sistema, piccole influenze possono produrre,
nel tempo, grandi effetti (effetto farfalla),
mentre grandi influenze possono avere effetti
ridotti (Van Geert,1994)
Lo sviluppo come "azione nel contesto"



Si sottolinea l'importanza dell'azione dell'individuo che
interagisce con un contesto che offre allo stesso tempo limiti e
restrizioni insieme ad opportunità e risorse (Silbereisen et al.,
1986; Silbereisen et al.,1998; Silbereisen et al.,1994).
L'Individuo non è un organismo reattivo, plasmato dagli eventi
ambientali o mossi da disposizioni innate ma un soggetto attivo,
in grado di autoregolarsi e riflettere su se stesso (Bandura,
2000).
L'azione è un comportamento intenzionale, volontario e
sottoposto a controllo personale, anche se queste caratteristiche
possono essere di grado molto diverso e spaziare da un minimo
ad un massimo.
L'azione


è dotata di significato
si fonda sul sistema di valori sulle credenze,
sulle norme, sugli scopi, sulle valutazioni che
l'individuo ha elaborato all'interno di una certa
cultura.
Caratteristiche dell’azione






L'azione è messa in atto all'interno di un preciso contesto che è ricco
allo stesso tempo di limiti e di risorse.
L'azione è messa in atto da un individuo con caratteristiche proprie
L'azione ha un effetto di ritorno negativo o positivo sull'individuo e un
effetto sul contesto (feedback).
L'azione è il risultato di una "razionalità vincolata" nel senso che
incidono in essa lo sviluppo del pensiero, difficoltà di decentramento,
scarsa attitudine alla riflessione, interferenze emotive.
L‘intenzionalità dell'azione non implica sempre la consapevolezza delle
motivazioni da cui parte e delle implicazioni che ha per il soggetto e
per gli altri.
Il grado di consapevolezza muta lungo lo sviluppo ed è legata
all'esercizio della riflessione metacognitiva.
Livelli di complessità dell’azione
I livelli di complessità dell'azione possono essere
diversi:
 livello alto (piani di azione a lungo termine)
 livello intermedio (un piano di azione nel presente
che facilita il piano di azione a lungo termine)
 livello basso ( decidere tra alternative nel presente)
 Per l'adolescente è difficile muoversi agevolmente in
questi tre livelli: il futuro può essere troppo lontano; il
saper rimandare la soddisfazione si scontra con la
tendenza a preferire una gratificazione immediata
nel presente (Ricci Bitti,1997).
I COMPORTAMENTI A RISCHIO



Comportamenti adolescenziali sono il risultato del
processo di sviluppo (diventar grandi) all’interno di in
una certa cultura.
Sono il frutto dell’interazione tra caratteristiche
dell’individuo, i suoi compiti evolutivi e l’ambiente
sociale della cultura occidentale.
COMPITO EVOLUTIVO concetto che ha
recentemente sostituito quello di stadio in una
lettura dello sviluppo come arco di vita
COMPITI DI SVILUPPO
Secondo Havinghurst (1953) per un adolescente i compiti sono:
 Istaurare relazioni nuove e più mature
 Sviluppare competenze intellettuali
 Acquisire comportamenti socialmente responsabili
 Acquisire un sistema di valori
 Conseguire indipendenza emotiva
 Raggiungere la sicurezza economica
 Orientarsi verso l’occupazione
 Acquisire un ruolo sessuale appropriato
 Accettare il proprio corpo ed usarlo in modo efficace
Aree di crisi






Sviluppo puberale e sessuale
Fase di transizione per il sé e l’identità dei
ragazzi
Cambiamenti nella famiglia
Controllo del proprio comportamento
Transizioni sociali nella scuola: difficoltà,
abbandoni, bocciature
Situazioni e comportamenti a rischio
La Famiglia come contesto primario
di vita degli adolescenti
Ultimamente si sono verificati numerosi cambiamenti a
livello sociale (declino delle nascite, donne più
emancipate, incremento dei divorzi, ecc.)
Nonostante tali modificazioni la famiglia comunque
assolve a compiti importantissimi quali: sostenere
ed indirizzare lo sviluppo individuale, garantire la
continuità dell’ordinamento sociale
Negli studi psicologici si è sempre data grande
importanza alle relazioni ed interazioni tra i membri
di una famiglia. Tali contatti favoriscono infatti lo
sviluppo affettivo e cognitivo, e danno le basi delle
TRANSIZIONI dei rapporti interpersonali e SOCIALI
Anche la letteratura scientifica ha riconosciuto
il valore della famiglia…



PARKE e BURIEL (1997) = il clima familiare e le
influenze reciproche tra i vari sottosistemi familiari
contribuiscono agli esiti positivi o negativi
dell’adattamento/socializzazione. Ogni
sottosistema, in diversa misura, ha un’influenza
sulle nuove generazioni.
EREL e BURMAN (1995) = i contrasti nella
relazione coniugale tendono ad espandere i loro
effetti negativi anche alla relazione con i figli.
(SPILL-OVER HYPOTHESIS).
I maschi si trovano sempre in maggiore difficoltà
rispetto alle femmine (nuovo asseto socio-culturale
all’interno della famiglia).
Adolescenza come processo
di transizione della famiglia




Adolescenza = evento più o meno critico che
coinvolge genitori e figli: è una sorta di sfida e di
RISORSA per l’intero sistema familiare..
SFIDA a causa dei tanti cambiamenti e
trasformazioni relazionali che possono essere ben
accolti o meno dalle diverse generazioni..
RISORSA perchè come in ogni evento critico, si ha
una VERIFICA dell’effettivo funzionamento
familiare…
Adolescenza: processo di transizione di tutta la
famiglia
Trasformazione dei modelli culturali di
riferimento



passaggio da modelli basati
sull’AUTORITA’/POTERE a modelli fondati sulla
NEGOZIAZIONE/DIALOGO..
Negli ultimi anni l’ADOLESCENZA ha cominciato ad
essere concepita come un “LUNGO
COMPROMESSO”, che prolunga la fase di
“MORATORIA” (infantile), creando una generazione
di giovani ADULTI con un ruolo ancora più impreciso
degli adolescenti stessi.
Tale cambiamento del clima familiare è
PARALLELO al diverso modo in cui le generazioni
adulte esercitano la loro funzione genitoriale
(PARENTING).
Da funzioni costrittive e normative
ad aspetti affettivi e fiduciari
Si hanno vantaggi e svantaggi del passaggio da modelli basati
sull’AUTORITA’/POTERE a modelli fondati sulla NEGOZIAZIONE/DIALOGO.
VANTAGGI

aumento di Apertura,
Libertà,Condivisione tra le
generazioni
SVANTAGGI
 riduzione delle Motivazioni
a cercare fuori della famiglia
contesti per mettere in
pratica il proprio progetto di
Vita e per raggiungere la
propria realizzazione
personale.
Ruolo dell’amicizia nella adolescenza


Amici per la pelle (tutto o nulla)
Le caratteristiche dei legami amicali
nell’adolescenza (qualità dei legami stessi)
Da tempesta a “normale” percorso
di maturazione

Tre domini: 1)cognitivo; 2)morale;3)interpersonale

Dominio interpersonale: competenza sociale
globale (compito di sviluppo)
Mancanza di amici nell’infanzia e nell’adolescenza:
“deficit sociale” (Sullivan,1953)
Gottman e Parker : Soggetti devianti e con problemi
delinquenziali derivano dalla mancanza di rapporti
con i coetanei nell’adolescenza


Buona qualità delle relazioni amicali
(Cattelino, 2000).


Migliora:
• La stima di sé
• Le aspettative di successo
Fattori di protezione:
• Dallo stress
• Dal senso di alienazione
• Dai sentimenti depressivi
Un amico per crescere


Adolescenza: definizione della propria
identità personale e sociale (compito di
sviluppo)
Amicizia:
1. Preadolescenza : soddisfazione dei
bisogni di confronto ed esplorazione di sé
2. Adolescenza: amici per comunicare,
parlare, discutere (dimensione relazionale)
Amici per…



Imparare i significati sociali
Acquisire e affinare le abilità per interagire
con gli altri
Conoscere e sviluppare il proprio sé e il
proprio ruolo
Funzioni dell’amicizia per lo
sviluppo delle abilità interattive



1. Area di prova per il comportamento
2. Istituzioni culturali
3. Contesto per la crescita del Sé sociale

Legami di amicizia:”zona franca” tra la
famiglia e la società più ampia

Il gruppo di amici aiuta a conservare un
senso di continuità personale nel tempo






I rapporti di amicizia assumono
nell’adolescenza caratteristiche e connotazioni
per certi versi simili a quelli dell’innamoramento:
1. Carattere simbiotico
2. Possessività
3. Esclusivismo
4. Idealizzazione dell’altro
5. Gelosia e conflitto




Il “disvelarsi” dell’amico favorisce
nell’adolescente lo sviluppo dell’autostima e il
rafforzamento del sè
Con gli amici dello stesso sesso ci si
confronta
con quelli di sesso opposto ci si distingue
scoprendo l’esistenza di un mondo
complementare al proprio:
Assunzione di un ruolo adulto (compito di
sviluppo)
La capacità di avere amici

Comporta il fatto per cui
-
Amicizia: “Una lama a doppio taglio”
-
Non è solo una fonte di benefici, ma
comporta anche effetti indesiderabili
Effetti negativi


Non avere amici:
Deprivazione dai
benefici che la
relazione di amicizia
comporta sul piano
dello sviluppo sociale,
cognitivo e affettivo.

Avere amici:

Preclude l’opportunità
di avere esperienze con
gli altri compagni
(aspetti fusionali)
Può costituire fattori di
rischio se si hanno
“cattivi” amici o se si
instaurano rapporti
sbagliati

…facciamo pausa ?
Psicopatologia dell’adolescenza
Il mutamento del ruolo genitoriale si inserisce in
un generale mutamento della società e dei
ruoli sociali.
Quanto detto determina un cambiamento delle
manifestazioni psicopatologiche
Psicopatologia dell’adolescenza
In ambito psicopatologico, rispetto a qualche
anno fa, quando lo scompenso era di tipo
prevalentemente psicotico, si assiste oggi a
un numero sempre crescente di patologie
psicopatiche, sociopatiche, di disturbi
dell’identità a carattere dissociativo, a
disabilità dell’apprendimento su base
emotiva, a disturbi del comportamento
alimentare.
Psicopatologia dell’adolescenza
Il fenomeno, che comporterebbe anche un
approfondimento di tipo sociologico, ci mette
tuttavia di fronte a un comune denominatore
presente in tutte queste manifestazioni
psicopatologiche, vale a dire una grave e
pervasiva incapacità a pensare a se stessi in
termini progettuali e con una precisa nozione
di evoluzione processuale
(autonomizzazione-assunzione di
responsabilità)
Psicopatologia dell’adolescenza
Tutto ciò determina un palese disturbo nei confronti
di un esterno (da intendersi come percezione del
mondo o relazione con le altre persone) con il quale
il ragazzo, a fronte di vissuti di estraneità, di
inappartenenza, di pericolosità generica non sa
contrattare o negoziare, maneggiando la difficoltà in
senso dissociativo, antisociale, asociale.
Psicopatologia dell’adolescenza
A fronte di quanto detto, l’operatore che si
trova di fronte a un adolescente, deve
distinguere le manifestazioni di un disagio
tipico dell’età dai segnali relativi alla presenza
di un disturbo psicopatologico preciso.
Psicopatologia dell’adolescenza
Recentemente indagini sulla percezione
sociale del disagio adolescenziale hanno
mostrato un effetto di distorsione del giudizio
(degli adulti) con una sovrastima degli
aspetti di rischio e una minore
considerazione degli aspetti protettivi,
soprattutto a carattere sociale.
Psicopatologia dell’adolescenza
Ciononostante esiste un malessere
significativo: escludendo comportamenti ad
alto rischio o gravemente psicopatologici,
numerose ricerche hanno evidenziato che i
giovani al di sotto dei 18 anni che lamentano
un disagio psicologico costituiscono una
percentuale variabile tra il 17 e il 22%.
Psicopatologia dell’adolescenza
Nei giovani esiste l’esigenza di unicità e
visibilità ricercate anche attraverso
comportamenti provocatori o eccentrici, o il
bisogno di anticipare l’età adulta mediante
comportamenti inadeguati all’età.
Psicopatologia dell’adolescenza
L’attrazione dei giovani per le emozioni forti
(sensation seeker), le condotte pericolose e
le sfide, l’impulsività, e il sentimento di
impotenza e invulnerabilità, se, da una parte,
sono funzionali alla differenziazione e alla
costruzione dell’identità personale, dall’altra
rappresentano un evidente fattore di rischio.
Psicopatologia dell’adolescenza
Sono caratteristici dell’adolescenza alcuni
errori cognitivi come la minimizzazione, cioè
l’incapacità di cogliere globalmente gli aspetti
di una situazione, il pensiero dicotomico, del
tipo tutto o nulla e la personalizzazione, cioè
il percepirsi come causa di eventi soprattutto
negativi
Psicopatologia dell’adolescenza
Gli orientamenti più attuali degli studi
convergono sull’attenzione alle ‘risorse’ degli
adolescenti.
Il problema è fornire agli adolescenti ‘risposte
più valide ai loro compiti di sviluppo, le quali
siano meno pericolose sul piano fisico e più
creative, mature ed evolute sul piano
psicologico e sociale.
Psicopatologia dell’adolescenza
Lo stress in adolescenza costituisce un
importante fattore di vulnerabilità.
Alcuni studi lo indicano in aumento anche a
causa dell’incertezza sociale che si aggiunge
alla normale incertezza dell’adolescenza.
Psicopatologia dell’adolescenza
Si distinguono: gli stress normativi
rappresentati dai generali compiti di sviluppo,
gli stress non normativi come i divorzi dei
genitori e i lutti nell’ambito familiare o la
mancanza di lavoro, gli stress quotidiani
Psicopatologia dell’adolescenza
Sono individuabili cinque grandi classi di
stressor adolescenziale:
- relativi a sé
- Alla famiglia
- Agli amici
- All’interazione tra sé e la famiglia
- All’interazione tra sé e gli amici
Psicopatologia dell’adolescenza
Le modalità con le quali i giovani fronteggiano
lo stress è più importante dell’impatto dello
stress in quanto tale (capacità di coping).
L’adolescente in consultazione
Sia i giovani che i tardo adolescenti, sia che
cerchino aiuto spontaneamente, o che
vengano inviati, arrivano alla consultazione
con un costante (espresso, nascosto o
negato) sentimento di slealtà nei confronti dei
loro genitori, perché stanno cercando nel
clinico un genitore sostitutivo
L’adolescente in consultazione
Ciò, da un lato, ha a che vedere con la
speranza di una relazione migliore motivata
da una comprensibile ma pericolosa
idealizzazione di un curante magico,
dall’altro comporta vissuti di tradimento nei
confronti della famiglia.
L’adolescente in consultazione
Se l’operatore non è in grado di riconoscere le
dinamiche interpersonali ( transfer e controtransfer),
e si lascia coinvolgere, comprometterà da subito la
possibilità dell’alleanza terapeutica. Infatti
l’investimento emotivo su di sé come oggetto
immediato di relazione altera quella distanza di
sicurezza che permette invece al clinico un
atteggiamento consulenziale, conoscitivo ed
emotivo, per cui egli si presta a svolgere una
funzione e non a stabilire da subito un
atteggiamento terapeutico
L’adolescente in consultazione
L’adolescente è diffidente non per malattia ma
per necessità evolutiva.
La diffidenza da parte dell’adolescente che
chiede una consultazione è un dato sicuro.
Il ragazzo deve mettere alla prova il clinico per
vedere se può utilizzarlo per le sue esigenze
di crescita (se sarà in grado di reggere il peso
delle sue paure).
L’adolescente in consultazione
L’operatore deve conquistarsi la fiducia del
ragazzo, rimanendo in contatto con la
diffidenza del paziente, anzi, alleandosi
esplicitamente con essa.
Se la diffidenza non è espressa o è negata dal
ragazzo, allora è l’operatore a dover diffidare
evitando l’errore fatale di sentirsi sollevato a
causa del diniego della realtà.
L’adolescente in consultazione
L’adolescente che si affida è in realtà di
difficile gestione perché nasconde con
la compiacenza un’identità “spugna”.
L’adolescente in consultazione
Anche la sfiducia è fisiologica più che in altre età
dato che il ragazzo si trova in un vortice di
cambiamenti che sconvolgono la sua vita di exbambino o di ex pubere, nel mondo interno e nel
mondo esterno; cambiamenti che fatica ad
affrontare e controllare, così come fatica ad
acquisire e integrare nuove competenze
cognitive, sessuali, emotive, affettive, relazionali
e sociali che lo sviluppo fisico e la realtà
richiedono.
L’adolescente in consultazione
L’impotenza è l’effetto di innumerevoli fattori.
L’acquisizione di capacità cognitive quali l’astrazione
(Piaget, 1955) e di riflessione su di sé e sui propri
pensieri, mette il ragazzo nella condizione di
utilizzare la metacognizione per stabilire delle
connessioni tra passato e presente e di progettare il
proprio futuro tramite personali strategie cognitive
ed emotive.
L’adolescente in consultazione
Questa capacità apre la prospettiva di
trascendere l’immediatezza della situazione
attuale, di immettersi nel senso della
processualità legato al passare del tempo e
di esplorare il nuovo, cui avvicinarsi per
successivi riaggiustamenti e per esperienze
di prove ed errori.
L’adolescente in consultazione
Se l’adolescente non riesce a credere nella
possibilità di trovare un suo stile di coping o
di problem solving non potrà usare le sue
capacità anche all’interno della consultazione
stessa
L’adolescente in consultazione
La fantasia ha un ruolo importante nella
dinamica adolescenziale, soprattutto se si
tratta di ciò che Person chiama ‘fantasia
generativa’
L’adolescente in consultazione
Le fantasie generative sono fantasie
persistenti, ma non durano tutta la vita.
Il loro contenuto riguarda spesso la
rassicurazione dell’autostima e la
gratificazione narcisistica. Esse parlano, in
linea di massima, alle nostre speranze e ai
nostri sogni, specie per quanto concerne la
carriera, la famiglia, le aspirazioni
sentimentali.
L’adolescente in consultazione
Poiché sono orientate al futuro e incentrate
su problemi di autostima, le fantasie
generative, spesso servono da guida per
iniziare certi percorsi e aiutarci ad operare gli
adattamenti necessari.
L’adolescente in consultazione
Ben altra cosa è la fantasia dissociativa, vale
a dire quella fantasia usata come strumento
per cambiare di stato, per cercare sul serio di
diventare un altro, per uscire dalla sofferenza
trasformando il proprio io in un altro con
comportamenti disfunzionali alla crescita o
addirittura con il suicidio
L’adolescente in consultazione
La fantasia perde il suo valore generativo
progettuale nel momento in cui perde la
caratteristica del possibile e quindi deve
essere messa in atto.
Ed in ultimo la paura degli
adulti…
Violenza ed antisocialità
Violenza, Devianza ed Antisocialità
Nel 1928 Stanley Hall affermava che: “ Le
statistiche criminali riportano due fatti molto
gravi: in primo luogo un notevole aumento del
crimine commesso dai ragazzi di età
compresa tra i 12 e i 14 anni, aumento che
riguarda tutti i tipi di crimine e che prosegue
negli anni successivi. In secondo luogo la
proporzione di giovani delinquenti sta
aumentando ovunque e i tipi di reati
commessi sono più gravi e più precoci. ”
DEVIANZA




Insieme eterogeneo di comportamenti accomunati
dalla loro valenza trasgressiva
Passaggio dallo studio della delinquenza allo studio
della devianza caratterizzata da atti di minore
gravità che non richiedono l’intervento diretto delle
autorità di polizia.
La maggioranza degli atti devianti non viene
scoperta, denunciata o sanzionata.
Conoscenza di questi fenomeni attraverso il
resoconto del soggetto.



Devianza : condotte che violano norme sociali o che
negano valori che in un dato momento storico sono
accettate dalla cultura
Delinquenza: violazione del codice penale –
presuppone l’esistenza di norme codificate
La devianza non ha un carattere assoluto ma è
definita sulla base della cultura dominante
Mala in se vs mala quia proibita
(Male in sé vs male perché proibito)
Distinzione tra comportamento antisociale,
disturbi della condotta, devianza, aggressività

Aggressività: “comportamento che ha lo
scopo di far male o nuocere ad una o più
persone”. (Parke e Slaby,1983)

Comportamento antisociale:
“comportamento che infligge dolore fisico o
mentale o che danneggia le proprietà altrui e
che può costituire o meno un’infrazione alla
legge” (Loeber).
Distinzione tra comportamento antisociale,
disturbi della condotta, devianza, aggressività





DISTURBI DELLA CONDOTTA
Pattern persistente e ripetitivo di comportamenti in cui i diritti
degli altri o le norme vengono costantemente violati. Questi
disturbi possono collocarsi in diversi gruppi:
• condotta aggressiva che reca danno ad una persona o animale
(criterio A8-A7: fa prepotenze, minaccia, lotta, usa armi, crudele
con animali o persone, uso di violenza sessuale)
• comportamenti che recano danni alla proprietà (A8- A9 :
Appicca il fuoco, vandalismo e altre forme di distruzione)
• Inganni e furti (A10-A12 : entrare in abitazioni, auto o proprietà
di altri, dire bugie e rubare oggetti di valore)
• gravi violazioni delle regole (A13-A15: passare fuori la notte,
scappare di casa, marinare la scuola).
Epidemiologia del comportamento
violento in adolescenza



Loeber (1985): Età adolescenziale in cui le azioni
violente più serie aumentano.
Curve evolutive dell’aggressività secondo lo studio
longitudinale sui giovani di Pittsburg (Loeber e Hay,
1997):
• aggressività strumentale -->3 -10
• aggressività ostile - bullismo--> 8 -16
• violenza--> 12-20
FORTI DIFFERENZE DI GENERE NEI DATI
EPIDEMIOLOGICI (ARRESTI RAPPORTO DI 1:8).
CAUSE DEL DISTURBO DELLA
CONDOTTA
Predisposizione biologica


cause genetiche
eventi vita intrauterina
Contesto socio-culturale



disorganizzazione
povertà
sottocultura della violenza
Ruolo delle esperienze


pratiche educative dei genitori
relazioni con i coetanei
Modello di intervento “Fast Track”.
Esso prevede due forme principali:
 1.Manipolazione di una variabile implicata nel
modello per verificare se è possibile
realizzare un cambiamento.
 2.“Field trial”(intervento sul campo ad ampio
raggio) che mira ad un cambiamento nel
contesto scolastico o nel quartiere.
INTERVENTO
Progettato per agire sui fattori di rischio, si articola in
sei componenti:
1. Migliorare le abilità educative dei genitori.
2. Stabilire buoni rapporti tra scuola e famiglia.
3. Sviluppare le abilità sociali e cognitive.
4. Recuperare delle carenze e sviluppare abilità
nelle materie scolastiche attraverso il tutoring
scolastico.
5. Migliorare le relazioni sociali utilizzando il metodo
di “coaching”(allenamento) di Asher.
6. Promuovere un clima scolastico positivo a livello
di classe tra i compagni.
Il modello sostiene che l’ influenza esercitata
dai fattori biologici e dai fattori socioculturali
sia mediata dall’ azione della famiglia, dal
gruppo dei pari e dai processi psicologici ed
emotivi che si sviluppano nelle interazioni
sociali.
Sono questi gli elementi che devono essere
modificati e ai quali deve essere indirizzato
l’intervento .
E prima che sia troppo tardi …
…sarà
meglio ringraziare tutti per l’attenzione!!!