Cinque buoni motivi per dire NO all`evasione fiscale

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Cinque buoni motivi per dire NO
all’evasione fiscale:
Se tutti pagassero le tasse…nessuno si pentirebbe di averlo fatto!!
Se tutti pagassero le tasse…il debito pubbluico diminuirebbe!!
Se tutti pagassero le tasse…i servizi pubblici migliorerebbero!!
Se tutti pagassero le tasse…le tasse stesse diminuirebbero!!
Se tutti pagassero le tasse…il tenore di vita nel nostro Stato
migliorerebbe!!
Se tutti pagassero le tasse…il debito pubblico
diminuirebbe!!
In Italia ci sono molti “FURBETTI” che non pagano le
imposte statali…questi vengono chiamati “evasori
fiscali”!!
Se anche gli evasori effettuassero il versamento delle
imposte che spettano loro, il debito dello Stato, che oggi
rappresenta il problema più urgente da risolvere in Italia,
diminuirebbe.
Chi versa le imposte allo Stato spesso si lamenta perché ci
sono molti cittadini, anche quelli più facoltosi, che non lo
fanno o che lo fanno in maniera inferiore al dovuto.
Se invece ogni cittadino pagasse le tasse che deve allo
Stato, nessuno potrebbe lamentarsi di ciò.
Se ci fossero più fondi lo Stato potrebbe offrire più servizi
ai cittadini o offrire quelli che già presta in maniera
migliore.
Per esempio la sanità, l’istruzione, i servizi sociali a causa di
scarsi mezzi oggi sono penalizzati e per fortuna a volte
intervengono associazioni private no profit che
supportano lo Stato.
Se ogni contribuente assumesse il proprio dovere di
pagare le tasse, lo Stato avrebbe più fondi e non
dovrebbe tassare i prezzi dei beni di consumo in maniera
esagerata facendoli, come oggi avviene, aumentare
eccessivamente.
In tv si parla ogni giorno di tante persone che, a causa
dell’aumento del costo della vita, si riducono a vivere in
maniera degradante, ricorrendo spesso all’aiuto di
associazioni di supporto come la Caritas.
Addirittura i più disperati ricorrono purtroppo al suicidio.
Se le tasse fossero versate da tutti,
quindi da più persone,
lo Stato avrebbe più denaro e ne chiederebbe di meno ai
singoli individui.
Soggetti
economici
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I soggetti economici (o operatori economici) sono gli operatori che effettuano le attività economiche
di consumo, produzione, risparmio e investimento all'interno di un sistema economico. I principali
soggetti economici sono i seguenti:
Famiglie. In economia politica si parla di famiglie per indicare quei soggetti economici privati, singoli
individui o comunità, che operano prevalentemente dal lato della domanda dei beni di consumo
(consumatori) e dell'offerta di lavoro (lavoro).
Imprese. In economia politica si parla di imprese per indicare quei soggetti economici privati che
operano dal lato della produzione di beni e servizi al fine di ottenere un profitto dallo scambio sul
mercato. Operano dal lato dell'offerta dei beni economici (beni di consumo e beni strumentali) e dal lato
della domanda di lavoro, materie prime e capitale. Sono caratterizzate anche da una intensa attività di
investimento.
Stato . In economia politica per operatore pubblico si intende lo Stato che ha il fine di soddisfare i
bisogni collettivi fornendo beni pubblici o erogando servizi pubblici. Lo Stato può intervenire sul mercato
tramite la spesa pubblica, i trasferimenti, la politica fiscale, la politica monetaria, ecc.
Banche. Le banche sono una particolare tipologia di aziende che raccolgono il risparmio delle famiglie
per offrirlo alle imprese sotto forma di finanziamento agli investimenti.
La tassa, nell'ordinamento tributario italiano, è una somma dovuta dai privati cittadini allo Stato cioè è legata a un
pagamento di una somma di denaro, dovuta da un soggetto quale corrispettivo per la prestazione a suo favore di
un servizio pubblico, quindi le tasse dovrebbero essere utilizzate per realizzare opere e fornire servizi, utili per i
contribuenti. Spesso il termine "tasse" viene usato nel linguaggio corrente per indicare genericamente
l'imposizione fiscale, in questo caso è più corretto il termine "tributi".
I servizi pubblici divisibili, quali ad esempio l'istruzione e la sanità, possono essere finanziati mediante tasse. Ne
sono esempi in Italia le tasse scolastiche e universitarie o i ticket sanitari. Tuttavia, non si deve confondere la
tassa con il prezzo di questi servizi. Almeno nell'ordinamento attuale italiano le tasse non coprono completamente
il costo di questi servizi, che quindi ricade sulla fiscalità generale e viene finanziato con le imposte. .
Analogamente, la proprietà di un'opera pubblica o di un servizio pagato con le tasse dei contribuenti dovrebbe
essere in capo allo Stato, che rappresenta gli stessi finanziatori-contribuenti.
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In economia con il termine spese pubbliche si indicano le somme di denaro che vengono spese
dallo Stato in beni pubblici finalizzati al perseguimento di fini pubblici, indipendentemente dalla natura
(pubblica o privata) dell'obbligazione che ne è titolo. Si tratta dunque delle uscite da parte dello Stato
e dunque una voce di passività all'interno del bilancio dello Stato. La copertura finanziaria di queste
uscite avviene tramite le entrate statali quale in massima parte il ricorso
alla tassazione dei contribuenti (gettito fiscale) secondo modalità tipiche definite dalla politica
fiscale attuata dal governo in materia di contabilità nazionale e specificate all'interno della legge di
bilancio e della legge finanziaria.
Attenzione:
Se devi pagare le tasse hai dei redditi
Chi non paga le tasse usufruisce ugualmente dei servizi pubblici
Chi non paga le tasse toglie servizi alle famiglie più bisognose.
Tipologie di spese pubbliche
Tra le principali voci di bilancio di spesa pubblica si ritrovano:
spesa per servizi pubblici primari o essenziali quali sanità, istruzione, trasporti, giustizia;
spesa per i servizi pubblici offerti al cittadino dalla pubblica
amministrazione (es. ministeri, tribunali, regioni, province, comuni, Aziende
sanitarie, governo, parlamento);
spesa previdenziale e pensionistica (e relativi enti quali INAIL, INPS, INPDAP).
spesa per copertura e interessi sul debito pubblico;
L’evasione fiscale italiana, con la sua abnorme diffusione, è tornata sotto i riflettori a causa degli
interventi previsti dalla finanziaria in corso di approvazione. Più che ai danni distributivi che essa
produce, l’attenzione del legislatore sembra però concentrata sulle crescenti esigenze di gettito e sulla
riduzione del deficit pubblica. L’evasione fiscale si manifesta in Italia con un’intensità ben maggiore
che negli altri paesi avanzati: stime recenti, anche di fonte Agenzia delle Entrate, danno l’imponibile
occultato compreso tra un quarto ed un terzo del PIL.
In Italia :
- la prima peculiarità dell’evasione è data da un atteggiamento culturale tanto diffuso;
- la seconda peculiarità è la struttura produttiva e distributiva italiana, caratterizzata da un enorme
numero di lavoratori autonomi; infatti, accade che tendano ad evadere le imposte in maggior misura,
per lo più attraverso la mancata certificazione dei corrispettivi (scontrini, ricevute, fatture).
Ne deriva da tutto questo una minore “coesione sociale” e dell’azione redistributiva dello Stato, che
per finanziare servizi risulta evidente il danno che subisce la parte che non evade.
Controlli tributari e l’evoluzione dell’ultimo decennio
Di fronte ad un fenomeno così articolato e rilevante, la strategia dell’Amministrazione finanziaria si
fonda su più filoni di intervento:
1. i controlli detti “strumentali” sulla certificazione dei corrispettivi (ricevute, fatture, scontrini fiscali)
all’atto della cessione di un bene o di un servizio;
2. i controlli “analitici” sulla contabilità, con riferimento sia alla sua veridicità, sia all’aderenza agli
adempimenti;
3. il controllo “automatizzato” (liquidazione) sulla corretta realizzazione delle dichiarazioni e dei
versamenti conseguenti;
4. il controllo “induttivo”, cioè in qualche modo statistico e forfetario, di variabile complessità.
Un lavoro di:
LORENZO BREDA e MARICA MIANO
Classe I°B indirizzo turistico
Istituto Tecnico Statale “Tito Acerbo”
Pescara
a.s. 2011/2012
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