A scuola di Guggenheim “ARTE E NATURA” NATURA COME REALTÀ Scuola primaria “G. PASCOLI” - classi II A – B – C Ins.: Carta - Milan - Vallese ISTITUTO COMPRENSIVO ROVIGO 1 Il Progetto delle nostre classi seconde ha preso ispirazione da "La Foresta" di Max Ernst, per imparare l'arte di smarrirsi nelle immagini, come ci si smarrisce nella foresta, di quest'arte il pittore è stato uno dei maestri dell'arte novecentesca. Siamo entrati in questa selva, che per l'artista era fascinazione e paura, fin da bambino, e abbiamo cercato di leggerla al di là della palizzata di alberi, scoprendo le strane creature e le magie che lì hanno luogo. Gli alunni hanno scoperto il mondo delle piante, per riconoscerle e poi disegnarle , prima come si presentano nella realtà e poi con fantasia e tecniche diverse. Ci siamo emozionati leggendo e comprendendo, anche attraverso un approfondimento lessicale, due poesie: "La Foresta" di E. Reclus e "Nella Foresta" di V. Solonchin. Abbiamo conosciuto ed apprezzato artisti come Rousseau e Tali (Nigeria - Biennale di Venezia 2013) che hanno rappresentato con le loro opere la foresta e gli alberi. Come Max Ernst abbiamo utilizzato la tecnica del frottage, strofinando sopra teli di cotone, su vari supporti di legno (cortecce), di corde, di griglie e altri oggetti con rilievi, ottenendo immagini casuali ed imprevedibili e abbiamo realizzato foreste impenetrabili dove si possono fare incontri straordinari. • Tra i percorsi del tema di quest'anno "Tra Arte e Natura" abbiamo scelto "Natura come Realtà", perché è affascinante come la visione e il bello nell'arte siano passate da rappresentazioni verosimili, realistiche, della natura esteriore ad indagine della natura interiore, in quanto nel Novecento diventa chiaro che realismo non è realtà. • Questo risulta ancora più chiaro leggendo la frase di C. David Friedrich:"Chiudi il tuo occhio fisico, per vedere il quadro con gli occhi della mente. Poi fai venire alla luce ciò che hai visto nella notte, perché agisca sugli altri, dall'esterno verso l'interno". • Questo esercizio affascina anche i bambini, perché i loro sogni sono ricchi di incubi da nascondere tra il fitto degli alberi e per questo l'opera alla base del nostro progetto è "La Foresta" del surrealista Max Ernst. Ci ha interessato il periodo centrale della sua produzione, dipinti disegni e frottage sulla foresta, tra la metà degli anni Venti e la metà degli anni Trenta. • Siamo entrati nel mondo dei surrealisti e in quello di M. Ernst, usando un linguaggio semplice, abbiamo parlato di come i sogni sembrino reali, e noi siamo più veri e sinceri. • Abbiamo realizzato, con la tecnica del frottage, alcune opere ispirandoci alle foreste "selvagge, impenetrabili, feroci e gentili, senza ieri né domani, che si fregiano della loro maestà e del loro mistero". DAL SEME ALL’ALBERO dai quaderni di Educazione all’Immagine DAL SEME ALL’ALBERO dai quaderni di Educazione all’Immagine DAL SEME ALLA PIANTA…. dai quaderni di Scienze DALLA PIANTA … ALL’ALBERO dai quaderni di Scienze L’ALBERO: LE PARTI E LE FUNZIONI dai quaderni di Scienze L’ALBERO: LE PARTI E LE FUNZIONI dai quaderni di Scienze RADICI: sostengono la pianta nel terreno; assorbono dal terreno ACQUA e SALI MINERALI; si sviluppano nel terreno e sono la parte più “misteriosa” della pianta. TRONCO-FUSTO: è la parte più robusta dell’albero (tronco = legnoso e grosso / fusto = sottile ma molto flessibile); il tronco è protetto dalla corteccia. RAMI: ricevono il nutrimento dal tronco e lo portano alle foglie (dai rami più grossi a quelli sempre più sottili). FOGLIE: assorbono anidride carbonica nell’aria; purificano l’aria perché emettono ossigeno; fanno respirare la pianta; eliminano l’acqua in eccesso; catturano la luce. PER VIVERE, le piante hanno bisogno di: ARIA TERRENO SALI MINERALI ACQUA LUCE SOLARE L’IMPORTANZA DEGLI ALBERI dai quaderni di Scienze Con le radici trattengono il terreno ed evitano le frane; frenano la potenza dell’acqua e delle valanghe. Con i tronchi ed i rami l’uomo costruisce abitazioni e mobili; utilizza la legna per scaldarsi. Gli alberi offrono riparo, rifugio e cibo agli animali in ogni stagione. Purificano l’aria ed emettono ossigeno; arricchiscono di sostanze nutritizie il terreno, utili per far crescere nuove piante (foglie secche, rametti, frutti e corteccia = TORBA-TERRICCIO - COMPOST) POESIE …. dai quaderni di Italiano La foresta d'abeti La foresta d'abeti che cresce sui declini montuosi, è d'aspetto formidabile e tetro. Sembra nascondere un segreto terribile, e sordi rumori escono dai suoi rami, poi s'estinguono e rinascono ancora come il mormorio lontano dell'onde. Il rumore si propaga soltanto nelle alte ramificazioni, ma in basso tutto è calmo, impassibile, sinistro. Ed i rami carichi di nero fogliame s'abbassano quasi al suolo. Quando l'inverno carica di neve i rami robusti, essi non si piegano e lasciano cadere sull'erba, appena una polvere d'argento. E. Reclus Nella foresta Nella foresta, in mezzo alla radura, nocchieruta, ruvida, frondosa, invecchiava placida una quercia, considerata un gigante. E nascondeva il cielo con le foglie ad una giovane betulla, C'era umido, come dentro a una prigione, sotto la sua rigida corona. In un'afosa notte di tempesta piombò sulla foresta ammutolita, come una scure di tagliente acciaio, il luccichio azzurrognolo d'un fulmine. Breve, secco, imbroccato, fu come un tiro preciso. E si anneriscono i rami, presero il volo le foglie. Trasali la quercia. Troppo tardi. Mandò un gemito e cadde tramortita. I pini al mattino la piansero, con lacrime Piene di sole. Ma la sottile giovane betulla si spolverò dai rami la rugiada e, rompendo in un riso squillante, si tese verso la luce.. V. Solouchin Dall’albero reale all’albero fantastico TALI (Senegal) Lavoro con pennarello ROUSSEAU “Il Doganiere” E' stato definito "pittore ingenuo", che si è espresso senza gli illusionismi dell'educazione. Henri Rousseau nacque il 21 maggio 1844 a Laval, cittadina del nordovest della Francia. La foresta di Rousseau contiene le forme assurde delle araucarie e liane giganti apparse nelle varie ere geologiche. Rousseau giunse tardi alla pittura, che lui definì realista, senza maestro alcuno, se non la natura. Per lavorare le foglie, andava a cercarne in giro, per boschi e giardini, di forme e varietà diverse, poi le sovrapponeva, con pazienza infinita le copiava fin nei minimi particolari. Quadro intitolato “SORPRESA”, ma conosciuto anche come “tigre nella giungla in tempesta”. Questa tigre che sorprende la sua preda è da vedere per la grande spontaneità del dipinto. A poco a poco gli alunni hanno colorato con i pastelli IL FROTTAGE Il Frottage è una tecnica pittorica già conosciuta nell'antica Cina e nella Grecia classica, dove veniva utilizzata per ricavare delle copie da dei bassorilievi su carta di riso o pergamena e venne riscoperta in epoca moderna dall'artista tedesco Max Ernst. Questa tecnica consiste nel sovrapporre un certo supporto, come un foglio di carta o un tessuto, a una superficie che abbia dei rilievi più o meno marcati, come delle pietre, delle tavole di legno, delle cortecce, delle corde o qualsiasi cosa non sia liscia. Utilizzando delle matite di varia morbidezza, dei carboncini, dei pastelli, dei gessetti, delle tempere o i colori ad olio, si sfregherà il supporto, lasciando affiorare i rilievi della superficie sottostante. Il risultato di tale procedimento consente di ottenere delle superfici chiaroscurate e sfumate delle immagini in larga misura casuali ed imprevedibili. Utilizzando questa tecnica Max Ernst attua in ambito pittorico il principio surrealista dell'automatismo psichico. Abbiamo sperimentato la tecnica del “FROTTAGE” basata sul principio dello sfregamento Max Ernst nasce a Brühl, Germania, il 2 aprile 1891. Nel 1909 si iscrive all'Università di Bonn per studiare filosofia, ma presto abbandona questo indirizzo per dedicarsi interamente all'arte. In questo periodo i suoi interessi sono rivolti alla psicologia e ai malati di mente. Inizia a dipingere e ad esporre. Dopo aver combattuto nella prima guerra mondiale, torna a Colonia nel 1918. Stringe amicizia con De Chirico, E. Munch, Paul Cesanne e Pablo Picasso. All’inizio degli anni ’30 viaggia ed espone in America. Nel 1939, torna e viene imprigionato in Francia perché considerato nemico straniero. Due anni dopo fugge negli Stati Uniti con l’aiuto di Peggy Guggenheim che sposerà nel 1941. Dopo il divorzio sposa Dorothea Tanning e si trasferisce nuovamente in Francia nel 1953. L’anno seguente vince il Primo Premio alla Biennale di Venezia. Ernst muore a Parigi il primo aprile 1976. “Natura come realtà” Dal visibile all’invisibile Abbiamo preso ispirazione da “La Foresta” di Max Ernst, per imparare l’arte di smarrirsi nelle immagini. Abbiamo provato a leggere questa Selva al di là della palizzata di alberi. Nel Novecento diventa chiaro che realismo non è realtà, l’arte contemporanea si distanzia dalla tradizione figurativa (disegno comprensibile). la tecnica del frottage I NOSTRI LAVORI …..Con abbiamo realizzato alcune opere con dei teli di cotone e vari oggetti, che abbiamo posto sotto ai teli. Abbiamo poi strofinato con colori a tempera e spugne imbevute di colore ed infine … …. con il pennello abbiamo delineato le varie forme emerse e dato vita al cielo. Ed ecco il prodotto finito GALLERIA … DELLE NOSTRE OPERE II ^ C II ^ A II ^ B