DINAMICA TERMOLOGIA TERMODINAMOICA Unità 1: le forze – il principio di inerzia Unità 2: gli altri principi della dinamica Unità 3: massa e peso; densità e peso specifico Unità 4: lavoro ed energia Unità 5: il campo gravitazionale Unità 4 : Scale termometriche. Gas perfetti Unità 5 : Il calore e i passaggi di stato Unità 6: Il primo principio della termodinamica Unità 7: Il secondo principio della termodinamica le forze Il principio di inerzia Il problema della DINAMICA Cause del moto di un corpo Causa = forza Deforma il corpo (effetto statico) Effetti di una forza Modifica lo stato di quiete o di moto di un corpo (effetto dinamico) DEFINIZIONE forza è una qualunque causa capace di produrre modificazioni nello stato di quiete o di moto di un corpo o produrre deformazioni. Le forze sono grandezze fisiche individuate da : modulo, direzione, verso. quindi LE FORZE SONO GRANDEZZE VETTORIALI s F Sotto l’azione della forza peso una molla subisce un allungamento. Tale allungamento è proporzionale alla forza applicata. 2s P 2F Legge di Hooke : F = –ks 2P Costruzione di una scala di misura per le forze 0 1 2 0 1 2 3 4 3 Unità di misura della forza nel sistema pratico: kgp 1kgp = la forza con cui la terra attrae la massa di un kg Criteri e modalità di misurazione di una forza Strumento: dinamometro Forza elastica Forza peso cioè la forza con cui la terra attrae i corpi Definizione operativa di forza Forze uguali provocano uguali allungamenti in una molla elastica (dinamometro) e gli allungamenti prodotti sono proporzionali alle forze: F = k l. Ciò permette di confrontare le forze, e di misurarle, una volta scelta l’unità di misura. Ma la sola intensità della forza non basta: Una forza è pienamente definita solo se sono noti: •Il valore rispetto ad una unità di misura; •la direzione; •il verso Le forze sono grandezze vettoriali e come tali si opera su di esse con le regole della composizione di vettori Composizione di forze Risultante di due forze aventi uguale direzione e verso: metodo punta-coda F1 F2 R Risultante di due forze aventi uguale direzione e verso opposto: metodo punta-coda Risultante di due forze aventi direzione qualunque: metodo del parallelogramma F1 F2 F2 R R F1 Risultante di più forze aventi direzione qualunque: metodo punta-coda o della poligonale R UN’ALTRA OPERAZIONE UTILE Scomposizione di una forza secondo due direzioni assegnate a e b Procedimento : a 1)si costruisce il parallelogramma mandando le parallele dalla punta di F F b 2)i punti in cui i lati intersecano le rette a e b sono le estremità delle componenti cercate. Se le direzioni sono perpendicolari F sen() si può calcolare facilmente l’intensità delle compèonenti: F F cos() Ogni corpo permane nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme se la risultante delle forze su esso agenti è nulla. Viceversa se un corpo si trova in quiete o in moto rettilineo uniforme allora la risultante delle forze agenti su di esso deve essere nulla. In simboli : R=0 v = costante Le possibilità sono due: 1) v = 0 2) v 0 1) il corpo è fermo, e quindi, non subendo alcuna accelerazione, rimane fermo 2) Il corpo è in moto. Se da un certo istante la risultante delle forze è nulla il corpo da quel momento in poi si muoverà di moto rettilineo uniforme. L’esperimento ideale di Galileo (n assenza di attrito) h v=k Il percorso è tanto più lungo quanto minore è l’inclinazione del piano, cioè la velocità diminuisce tanto più lentamente quanto minore è l’inclinazione del piano se l’inclinazione è 0 la decelerazione è zero, cioè il moto è rettilineo uniforme. 1) Scegli tra le seguenti la risposta errata : la risultante di due forze uguali in modulo a) b) c) d) e) Può essere nulla Può avere lo stesso modulo delle componenti Può avere modulo doppio delle componenti Può essere maggiore della somma dei moduli delle componenti Non può essere minore della differenza delle componenti 2) A cinque corpi di ugual massa sono applicate le forze indicate in figura (tutte di 2N eccetto quelle indicate). Quale tra le seguenti affermazioni è corretta? a) b) c) d) e) La risultante in D è doppia di quella in C Le risultanti in B e C sono uguali Le risultanti in A e E sono uguali In E e B la risultante è nulla Nessuna delle precedenti risposte è corretta. B 120 22 N A C 60 120 E D 120 Nei casi A ed E la risultante è nulla 3) Quali fra le seguenti affermazioni sono corrette? • Un corpo può rimanere in quiete anche se su di esso agiscono forze Vero, se la risultante è nulla esterne • Se, ad un certo istante, un corpo è in quiete, su di esso non agisce alcuna Falso, possono agire forze con risultante nulla forza. • Solo se un corpo è in quiete la forza risultante agente su di esso è nulla Falso • Un corpo può essere in moto anche se le forze ad esso applicate hanno Vero, se il moto è rettilineo uniforme risultante uguale a zero. a) Nessuna b) tutte e) la prima e la quarta c) solo la prima d) la prima e la seconda 4) Un’auto è in moto su un tratto rettilineo e pianeggiante di strada e la forza esercitata dal suo motore ha intensità uguale e opposta a quella della risultante delle forze di attrito. L’auto si muove con: a) velocità nulla b) velocità costante c) velocità decrescente d) accelerazione costante, dello stesso verso della velocità e) accelerazione costante ma opposta alla velocità Gli altri principi della dinamica L’effetto di forze non equilibrate: Il principio di inerzia stabilisce il legame tra forza e accelerazione quando la risultante delle forze applicate è nulla: R = 0 v = cost a = 0 R0 a0 Il secondo principio precisa quantitativamente il legame tra forza e accelerazione: Ogni forza, applicata ad un corpo libero di muoversi, produce un’accelerazione avente la stessa direzione e lo stesso verso della forza e intensità direttamente proporzionale alla sua intensità. In formule F=ma ATTENZIONE Applicando allo stesso corpo una forza doppia, tripla ecc., l’accelerazione risulterà doppia, tripla, ecc., cioè le intensità della forza e dell’accelerazione sono direttamente proporzionali. Applicando a corpi diversi una stessa forza l’accelerazione prodotta sarà diversa, perché la costante di proporzionalità che abbiamo chiamato m varia da corpo a corpo. Essa esprime la “riluttanza” del corpo a cambiare il suo stato di quiete o di moto. ritorneremo su questo più avanti. UNITA’ DI MISURA DELLA FORZA Nel sistema pratico la forza è una misura fondamentale: il chilogrammo peso (Kgp) e negli altri sistemi? Riprendiamo la formula F = ma Essa ci dà la possibilità di definire l’unità di misura della forza (grandezza derivata) basta dare a m e ad a valore unitario. Nel S.I. si ha il Newton: per m=1kgm a=1m/sec2 1N = 1kgmm/sec2 Nel sistema c.g.s. si ha la dina: per m=1gm a=1cm/sec2 1dina = 1gmcm/sec2 Per passare da un sistema all’altro: Già sappiamo che 1kgp = 9,8 N 1N = 1kgmm/sec2 = 103 gm 102 cm/sec2 = 105 gm cm/sec2 = 105dine Dimensionalmente si ha: F = m a = m l t -2 LE FORZE FONDAMENTALI DELLA NATURA Tutte le forze presenti in natura si possono ricondurre alle seguenti: •Forza gravitazionale •forza elettromagnetica •forza nucleare debole •forza nucleare forte Le prime due sono legate a due proprietà della materia:la massa e la carica elettrica. Alla carica elettrica si associa sempre la massa, e non viceversa. Il terzo principio della dinamica (di azione e reazione) Ad ogni forza che agisce su un oggetto A si oppone sempre una forza su un altro oggetto B uguale in grandezza alla prima e di verso opposto. FB FA FA= -FB Riassumendo possiamo dire che la dinamica è regolata da tre leggi: LEGGI DELLA DINAMICA I Un corpo non soggetto a forze permane nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme II Ogni forza (o sistema di forze) applicata ad un corpo produce una accelerazione di intensità ad essa proporzionale, con la stessa direzione e lo stesso verso III Ogni volta che un corpo A esercita una forza su un corpo B, questo esercita su A una forza contraria ma della stessa intensità Vediamone alcune applicazioni: Se un oggetto è assimilabile ad un punto materiale, esso può muoversi nello spazio ma non ruotare su se stesso, essendo privo di dimensioni. Applicando il I principio si ottiene che la condizione di equilibrio per un punto materiale, libero o vincolato, è che la somma di tutte le forze agenti (comprese le reazioni vincolari) sia il vettore nullo. R La palla è in equilibrio poiché per il III principio il suo peso è equilibrato dalla P reazione vincolare del piano LA FORZA PESO Un corpo in caduta libera è soggetto solo alla forza peso, e, qualunque sia la sua massa, sappiamo che si muove con accelerazione costante g. Applicando il II principio si ha: P=mg 1kgp = 1kgm g m/sec2 = g 1Newton, cioè 1kgp ≈ 9,8 N Moto su un piano inclinato privo di attrito R R R P’’ P’’ P’ P’’ P P P’ P’ P=peso P Non equilibrate Forze che agiscono sul corpo: R=reazione Decomponendo il peso secondo le direzioni parallela e perpendicolare al piano si vede che esso ha due effetti : 1)Spinge il corpo verso il piano (P’’ bilanciato dalla reazione R) 2)Fa scivolare il corpo lungo il piano (P’) Si vede anche che l’intensità di P’, a parità di P, varia con l’inclinazione α ANALISI QUANTITATIVA Per il III principio forza P’’ è equilibrata dalla reazione elastica R R P’’= R = Pcos() P’ h P’’ P l P’= Psen() = P h l Per equilibrare il peso occorre una forza nella direzione di P’, ad essa contraria e di uguale intensità cioè P h < P l La forza agente è inferiore al peso del corpo ma è comunque una forza costante che produce un moto rettilineo uniformemente accelerato. Applicando il secondo principio si ha h mg = ma l Dunque il corpo scenderà lungo il piano con accelerazione costante a tanto h maggiore quanto maggiore è il rapporto ovvero con accelerazione l direttamente proporzionale a sen (α) Moto circolare uniforme Ricordiamo le principali caratteristiche: frequenza = 1/T periodo T tempo impiegato a percorrere un giro numero di giri compiuti in un secondo La velocità ha modulo costante e direzione tangente alla traiettoria; l’accelerazione ha direzione perpendicolare alla traiettoria (centripeta) Le loro intensità sono date da: v= 2r/T= r v è proporzionale ad r ac=v2/r = ω2r2/r = 2r ac è proporzionale ad r Non c’è accelerazione tangenziale Applicando il II principio si ottiene che la forza che genera il moto è una forza centripeta di intensità mac= (mv2)/r = m 2r Moto armonico Si ottiene proiettando il moto di un punto che si muove di moto circolare uniforme sul diametro della circonferenza P P Q Q Q Q P P Mentre il punto P descrive la circonferenza di moto uniforme il punto Q si sposta sul diametro avanti e indietro con moto armonico. Il moto è un moto rettilineo vario, ovvero con velocità e accelerazioni variabili, ed è periodico. Nel moto armonico l’accelerazione è proporzionale allo spostamento, ma ha verso contrario: a = - 2 s La forza elastica è proporzionale all’allungamento, ed ha verso contrario F = - ks Ne segue facilmente che il moto armonico può essere generato da un forza elastica . Applicando il II principio si ha: -ks = - m 2s Una forza elastica produce un moto armonico di pulsazione ω = k/m IL PENDOLO SEMPLICE F:s=P:l l s - mg s = - m 2 s l Applicando il II principio si ha: F P F ha le stesse caratteristiche di una forza elastica mg F=s l P Dal confronto delle formule si ricava: 2 = g l Dunque per piccole oscillazioni il moto del pendolo è un moto armonico di pulsazione: = g l 1) Le seguenti affermazioni: • un corpo può restare in quiete solo se non è soggetto a forze esterne; • tutti i moti uniformi, qualunque sia la loro traiettoria, possono realizzarsi se la risultante delle forze agenti è nulla; • su un corpo in movimento possono agire forze a risultante nulla; sono rispettivamente: a) b) c) d) e) Vera, falsa, vera Falsa, vera, vera Vera, vera, vera Falsa, falsa, vera Falsa, falsa, falsa 2) Una forza può modificare la direzione di v e non il suo modulo? a) b) c) d) e) No,mai Solo se è perpendicolare a v Solo se è parallela a v Solo se ha una componente parallela a v Solo se ha una componente perpendicolare a v 3) Un corpo avente la massa di 5 kg si muove di moto circolare uniforme sopra una circonferenza di raggio 5 m. L’accelerazione centripeta è 20 m/s2. Quanto vale la forza centripeta agente sul corpo? a) 5 N b) 20N c) 50 N d) 100 N e) 200 N 4) Quanto vale la velocità del corpo considerato nella domanda precedente? a) 4 m/s b) 5 m/s c) 10 m/s d) 20 m/s e) 100 m/s 5) Possiamo affermare che un punto mobile si muove di moto armonico se: a) l'accelerazione è costante b) l'accelerazione è costantemente diretta nel verso dello spostamento c) l'accelerazione è proporzionale allo spostamento e di verso opposto d) l'accelerazione è proporzionale alla velocità e diretta normalmente ad essa e) L’accelerazione è proporzionale alla velocità e di verso opposto Massa e peso Densità e peso specifico Peso : forza con cui la terra attrae i corpi Massa : misura della quantità di materia Grandezza vettoriale che varia con la posizione dell’oggetto Grandezza scalare invariabile Per il II principio della dinamica l’intensità del peso è proporzionale alla massa: DEFINIZIONE DINAMICA DI MASSA Finora abbiamo considerato la massa una grandezza primitiva che esprime la quandità di materia presente in un corpo. Possiamo ora dare una nuova definizione Applicando ad uno stesso corpo, libero di muoversi, forze di diverse intensità esso assume accelerazioni di diverse intensità, ma il rapporto F/a rimane sempre lo stesso, dunque è una caratteristica del corpo, che chiamiamo massa MASSA Rapporto costante tra le intensità della forza applicata ad un corpo e dell’accelerazione da esso assunta La massa è una grandezza scalare. La sua unità di misura nel S.I. è il Kgm, nel Sistema c.g.s. è il gm. In entrambi i sistemi è assunta come grandezza fondamentale OSSERVAZIONE m=F/a Definizione di m (scalare) F=ma Proporzionalità tra le intensità di F e a (vettori) F e a hanno la stessa direzione e lo stesso verso, perciò possiamo riscrivere la seconda relazione in forma vettoriale: F=ma Legge fondamentale della dinamica. N.B. questa relazione non può essere scritta in forma fratta perché il rapporto tra due vettori non ha senso. Corpi che hanno pesi uguali hanno ugual massa: P’ = mg’ P = mg m1g = m2g m1g’ = m2g’ La bilancia misura la massa dei corpi attraverso il confronto dei loro pesi. La bilancia indica un uguale valore della massa sulla terra e sulla luna. Il dinamometro indica pesi diversi Dimensioni e unità di misura delle forze Dalla legge fondamentale della dinamica F = ma si ricavano le dimensione della forza : [F]=[mlt-2] SI : Newton 1N=1kg*m/s2 : la forza di un Newton è quella forza capace di imprimere ad un corpo di massa 1kg un’accelerazione di 1 m/s2 cgs : dine: 1 dina=1g*cm/s2 : la forza di una dina è quella forza capace di imprimere ad un corpo di massa 1g un’accelerazione di 1 cm/s2 1N = 103g*102m/s2 = 105dine Ricordando che tutti i corpi sulla terra cadono con accelerazione = 9,8 m/s2 1kgp = 1kgm 9,8 m/s2 = 9,8 N DENSITA’ASSOLUTA E DENSITA’ RELATIVA a = m/V S.I. Kg/ m3 [ml-3] Si misura Densità assoluta di un corpo Si misura c.g.s. g / cm3 [ml-3] Rapporto tra la sua massa e il suo volume r = msost/macqua Non ha dimensione Densità relativa di una sostanza Rapporto tra la massa di un dato volume della sostanza e la massa di un uguale volume di acqua È un numero puro PESO SPECIFICO ASSOLUTO E RELATIVO ps = p / V S.I. N / m3 Si misura Peso specifico assoluto di un corpo Si misura c.g.s. dina / cm3 Rapporto tra il suo peso e il suo volume psr = psost/pacqua Non ha dimensione Peso specifico relativo di una sostanza Rapporto tra il peso di un dato volume della sostanza e il peso di un ugual volume di acqua È un numero puro RELAZIONI TRA DENSITA’ E PESO SPECIFICO ps = p/ V = mg/V = a g Ricordando che a = msost/ V ps = p/ V r = msost/ macqua psr = psost/ pacqua dividendo numeratore e denominatore della seconda frazione per V si ha: r = msost /V macqua /V = a sost/ a acqua Sostituendo nella quarta a p il suo valore mg si ha ps r = msost g macquag = r 1) Le tre seguenti affermazioni : • Il dinamometro fornisce una misura diretta del peso di un corpo; • Il dinamometro fornisce una misura indiretta della massa di un corpo; • Per uno stesso corpo il dinamometro fornisce la stessa misura sulla terra e sulla luna ; sono rispettivamente a) b) c) d) e) Falsa, falsa, falsa Falsa, vera, falsa Vera, vera, falsa Falsa, falsa, vera Vera, vera, vera. 2) L’acqua ha densità a) b) c) d) e) assoluta 1 nel S.I. e 1 nel sistema c.g.s. relativa 1000 nel S.I. e 1 nel sistema c.g.s. assoluta 1000 nel S.I. e 1 nel sistema c.g.s. assoluta 1000 nel S.I. e relativa1000 nel sistema c.g.s assoluta 1 nel S.I. e relativa 1 nel sistema c.g.s. 3) La densità di un corpo che mantiene inalterato il proprio volume è maggiore al polo o all’equatore? a) Al polo b) All’equatore c) E’ indipendente dalla posizione del corpo sulla terra d) Dipende anche dall’altitudine e) Non si può rispondere senza conoscere il corpo. 4) Che dimensione ha il peso specifico? a) ml-3 b) mt -2l-2 c) mt -1l-3 d) mt-2l-3 e) non ha dimensioni 3) Con quali fra le seguenti unità di misura si potrebbe misurare una densità? kg / m3 kg /cm3 N / m3 N s2/m4 a) b) c) d) e) solo kg/m3 solo N/m3 solo kg / cm3 kg / m3 e kg /cm3 kg / m3, kg /cm3 e N s2/m4 Lavoro ed energia LAVORO DI UNA FORZA Se il punto di applicazione di una forza viene spostato si definisce lavoro il prodotto scalare della forza F per lo spostamento s: L = F × s = Fscos 0°<<90° L>0 (Lavoro motore) 90°<<180° L<0 (Lavoro resistente) F s • S.I. •sistema c.g.s. •Sistema pratico = 90° L=0 (Lavoro nullo) UNITA’ DI MISURA Joule 1J = 1N·1m erg chilogrammetro 1erg = 1dina·1cm 1Kgm = 1KgP·1m OSSERVAZIONI F Perché la definizione posta abbia senso è sottinteso che abbiamo supposto durante lo spostamento F e costanti. F·s·cos può essere interpretato come Fs·s oppure come F·sF, essendo Fs la proiezione di F su s e sF la proiezione di s su F. F Fs L s1 s s2 s s Fs= Fcos() sF= scos() F s Se durante il movimento Fs non varia possiamo rappresentarla nel piano cartesiano s,F con un segmento orizzontale, e quindi il lavoro può essere interpretato come l’area del rettangolo che ha per base lo spostamento s = s2 -s1 e per altezza Fs Se durante lo spostamento il valore di Fs varia, il lavoro può essere considerato la somma dei lavori elementari F(s)ds ottenuti dividendo la traiettoria in spostamenti elementari ds, lungo i quali Fs viene considerato costante: L = F1 ds1+ F2 ds2+ F3 ds3+….. Fs I lavori elementari sono rappresentati dalle aree dei rettangoli inscritti nella figura, il lavoro totale dunque può ancora essere interpretato come area L s1 s2 s In linguaggio matematico più rigoroso diremo: s2 L= s 1 Fsds POTENZA E’ il rapporto tra il lavoro prodotto e il tempo impiegato a produrlo. P = L/ t Lavoro e potenza sono grandezze scalari UNITA’ DI MISURA •S.I. Watt •Sistema c.g.s. •Sistema pratico 1W = 1J/ sec 1erg /sec cavallo vapore 1CV = 75Kgm/sec OSSERVAZIONI Abbiamo parlato di lavoro prodotto, ma qual è il soggetto che lo produce? Se ci riferiamo ad una forza non dobbiamo dimenticare che abbiamo considerato lavori negativi o nulli. Questo implica che quando si dice che il punto di applicazione di una forza viene spostato, si sottintende talvolta la presenza di altre forze che producono tale spostamento. Più propriamente si dice che un sistema produce lavoro. SISTEMA Insieme di corpi che interagiscono tra loro ed eventualmente con l’esterno La capacità di un sistema di compiere lavoro si dice energia: Il lavoro compiuto da un sistema misura la quantità di energia che il sistema ha impegnato Attenzione: impegnato non significa consumato, o distrutto. Come vedremo più avanti significa trasferito da un corpo ad un altro o trasformato da una forma ad un’altra. ENERGIA CINETICA Per portare un corpo di massa m dalla velocità v1 alla velocità v2 occorre applicare una forza F, la quale compirà un lavoro L. Si dimostra che tale lavoro è dato da 1 mv22- 1 mv12 . 2 Energia cinetica 2 Ec = 12 mv2 Possiamo dire che il lavoro necessario per portare la velocità di un corpo di massa m dal valore v1al valore v2 è dato dalla variazione di energia cinetica: L = Ec L’energia cinetica rappresenta in effetti il lavoro compiuto per portare il corpo da fermo alla velocità v, e anche quello necessario per fermarlo. Ovviamente si misura in Joule. ENERGIA POTENZIALE GRAVITAZIONALE A h Consideriamo un corpo di massa m, situato a quota h rispetto a un prefissato livello di riferimento. Se il corpo viene spostato dalla posizione iniziale A al livello di riferimento, la sua forza peso, qualunque sia la traiettoria, esegue il lavoro L= mgh Questo lavoro che il corpo può compiere in quanto dotato di peso e situato in una posizione P a livello hP viene detto energia potenziale gravitazionale: UP = mghP Da quanto sopra segue: LP = UP Dove LP rappresenta il lavoro compiuto dalla forza peso per portare il corpo al livello h = 0. In questo modo abbiamo associato ad ogni punto P dello spazio un valore U dell’energia potenziale gravitazionale, e in particolare per il livello di riferimento U = 0 A Se un corpo viene spostato da un punto A ad un punto B, non situato sul livello di riferimento, poiché il lavoro compiuto lungo il tratto AB può considerarsi come differenza tra i lavori da A al livello di riferimento e da B al livello di riferimento si può scrivere: hA B hB LAB = LA- LB = UA-UB ovvero, posto UAB = UB-UA LAB = -UAB Supponendo il corpo soggetto alla sola forza peso, durante la caduta mentre la sua energia potenziale diminuisce, la sua energia cinetica aumenta. Cosa dire della energia totale, cioè della loro somma? Supponiamo che in un sistema non ci sia che energia cinetica e energia potenziale gravitazionale. Per ogni spostamento di un corpo il lavoro può essere calcolato in due modi: L = Ec = -U EC2 - EC1 U1- U2 quindi EC2 - EC1 = EC2 +U2 U1-U2 oppure = U1+ EC1 Cioè, in generale Ec + U = costante OSSERVAZIONI •Il fatto che il lavoro della forza peso non dipende dalla traiettoria si esprime dicendo che la forza è conservativa. •Solo in conseguenza del fatto che la forza peso è conservativa è possibile assegnare ad ogni punto dello spazio un potenziale. •Il lavoro compiuto da una forza conservativa lungo una traiettoria chiusa è nullo. •Esistono forze conservative e forze non conservative. 1) Un corpo di massa m, posto ad una quota h da terra, può raggiungere il suolo o liberamente o scivolando lungo un piano inclinato di 30 sull’orizzontale. Il lavoro compiuto dalla forza peso: a) È sempre nullo perché la forza peso è conservativa b) È positivo in entrambi i casi ma maggiore se cade liberamente poiché maggiore è l’accelerazione a cui è soggetto c) È positivo in entrambi i casi ma minore se cade liberamente poiché minore è lo spazio percorso d) È nullo se cade liberamente, positivo se scivola lungo il piano perché c’è attrito e) È lo stesso e positivo in entrambi i casi. 2) Un corpo di massa m cade liberamente nel vuoto. Se Ec è l’energia cinetica all’istante t, quanto vale la sua energia cinetica Ec’ all’istante 3t? a) Ec’= 3Ec b) Ec’=Ec c) Ec’=(1/3)Ec d) Ec’=9Ec e) Ec’ = (1/9)Ec In un Luna Park un gioco consiste nel sospendere l’utente ad una corda (come un grande pendolo) e portarlo all’altezza di 60m per poi lasciarlo andare. La pubblicità assicura che verrà raggiunta una velocità superiore a 120 km/h. Possiamo affermare: a) Che la pubblicità è esagerata, la velocità massima sarà di circa 60 km/h b) Che la pubblicità è esagerata: la velocità non supererà i 30km/h c) Che la pubblicità è ingannevole: quella velocità verrebbe raggiunta solo se la caduta fosse verticale d) Che la pubblicità è ingannevole: non tiene conto del peso dell’avventore e) Che possiamo credere alla pubblicità 1/2 m v2 = mgh V2 1200 V 35 m/s = 0,035 km/ (1/3600 h) = 35 3,6 km/h 60 m Il campo gravitazionale IL CONCETTO IL CAMPO IN FISICA Ad ogni punto deve essere associato un numero o un vettore sorgente DEFINIZIONE in una certa regione dello spazio esiste un campo quando è possibile associare ad ogni punto di esso il valore di una determinata grandezza fisica CAMPO SORGENTE GRANDEZZA FISICA Intensità luminosa luminoso sonoro Intensità sonora gravitazionale Intensità di campo gravitazionale = g elettrostatico magnetico + Intensità di campo elettrico = E Intensità di campo magnetico = B Un modo per descrivere visivamente un campo vettoriale linea di forza Linea che in ogni punto ha per tangente la direzione del vettore associato al campo in quel punto In ogni punto del campo è applicato un vettore. Se ci spostiamo lungo la sua direzione avremo un altro vettore, in generale diverso. Ripetendo l’operazione più volte otterremo una linea spezzata (ABCDE). Più piccoli sono gli spostamenti, più questa spezzata si avvicina ad una linea di forza Convenzione di Faraday A C B D E Il numero di linee di forza che attraversano una superficie unitaria disposta perpendicolarmente ad esse è proporzionale all’intensità del campo. PROPRIETÀ DELLE LINEE DI FORZA •Per ogni punto passa una linea di forza. •Due diverse linee di forza non si incontrano mai. Per ogni punto passa una e una sola linea di forza Orienteremo le linee di forza nello stesso verso del campo La conoscenza delle linee di forza permette di conoscere punto per punto direzione, verso, intensità del campo: maggiore intensità Direzione —tangente alle linee di forza minore intensità Verso — coincidente con quello delle linee di forza Intensità — secondo la convenzione di Faraday LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE Dati due corpi qualsiasi essi interagiscono con una forza che ha • direzione della congiungente i due corpi • verso attrattivo • intensità direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza In formule: F=G Naturalmente per il III principio le forze sono due, uguali e contrarie, ma per il II principio gli effetti (le accelerazioni) sono diversi. m1m2 r2 A B È per questo che la mela cade sulla terra e non viceversa, e la luna gira intorno alla terra e non viceversa CAMPO GRAVITAZIONALE TERRESTRE Se uno dei due corpi è la Terra, di massa M, in qualsiasi punto dello spazio si consideri un altro corpo di massa m, su di esso agirà una forza F di intensità G Mm/r2 Il campo gravitazionale terrestre è individuato e descritto dal vettore g = F/m non dipende da m (massa di prova). la sua intensità è G M / r2 g = forza che agisce su una massa unitaria Noto g in un punto del campo, la forza che agisce su una massa qualunque m posta nel punto avrà la stessa direzione di g , lo stesso verso, intensità pari a gm Come abbiamo visto il campo può essere rappresentato dalle sue linee di forza. La configurazione è diversa a seconda che consideriamo una piccola zona in prossimità della superficie terrestre o tutto lo spazio circostante la Terra In prossimità della superficie terrestre Linee di forza g=F/m=GM/r2 Il campo diventa più intenso quando ci avviciniamo alla terra. (La convenzione di Faraday è rispettata) Il campo è uniforme: g è costante in intensità perché si può considerare r coincidente con il raggio della Terra, ed in direzione perché si può considerare piana la superficie della Terra FORZE CONSERVATIVE Il lavoro compiuto tra due punti A e B non dipende dal cammino ma solo dal punto di partenza e di arrivo. Il lavoro compiuto lungo un percorso chiuso è nullo Sono forze conservative: Forza peso F=mg Forza gravitazionale F= G (m1m2 )/r2 Forza elastica F= -ks Forza elettrostatica F= k0 (q1 q2)/r2 Solo quando le forze sono conservative possiamo introdurre il concetto di energia potenziale, come abbiamo fatto per la forza peso 1) Un corpo inizialmente fermo, viene lasciato cadere da una certa altezza e acquista al suolo una energia cinetica E. Se la massa viene raddoppiata e l’altezza dimezzata, quanto varrà l’energia cinetica al suolo? a) E b) E/2 c) 2E d) 3E e) 4E 2) Se la massa della Terra raddoppiasse, mantenendo uguale il volume, come varierebbe l’intensità del campo gravitazionale sulla sua superficie? a) sarebbe dimezzata b) raddoppierebbe c) quadruplicherebbe d) risulterebbe quattro colte più piccola e) rimarrebbe inalterata 3) E se invece raddoppiasse sia la massa che il volume? a) sarebbe dimezzata b) raddoppierebbe c) rimarrebbe inalterata d) risulterebbe quattro colte più piccola e) nessuna delle precedenti risposte è esatta g = G (2M) / (3 2)2 r2 = GM/r2 · 3 2 Scale termometriche – gas perfetti È un indice quantitativo dello stato termico dei corpi TEMPERATURA Si misura sfruttando la dilatazione termica acqua bollente °C °R 100 80 Temperature di riferimento: ghiaccio fondente; acqua bollente Scale termometriche °K °F 212 373 °C: l’intervallo è diviso in 100 parti °R: l’intervallo è diviso in 80 parti °F: l’intervallo è diviso in 180 parti °K: è la scala Celsius traslata di 273° Passaggio da una scala a un’altra: tC:100 = tR :80 = (tF -32):180 ghiaccio fondente 0 0 32 273 T = tc + 273 ΔT = Δt Dilatazione termica lineare lt = l0 (1 + t) cubica Vt = V0 (1 + kt) k = 3 Coefficiente di dilatazione: dipende dalla sostanza Ordine di grandezza di k: Da ricordare V nei solidi 10-6 nei liquidi 10-4 Anomalia dell’acqua V0 Il volume di una massa d’acqua raggiunge il minimo valore a 4°C; la densità il massimo 4° t pressione Gas perfetti Variabili di stato: volume ne definiscono lo stato fisico temperatura Le loro trasformazioni sono regolate dalle Leggi dei gas perfetti pV = costante Supposto t costante Trasformazione isoterma Vt = V0 (1 + t) Supposto p costante Trasformazione isobara pt = p0 (1 + t) Supposto V costante Trasformazione isocora , indipendente dal particolare gas, = 1/273 Rappresentazione grafica delle leggi dei gas perfetti p PV = costante V V Vt = V0 (1 + t) p VT = T V0 pt = p0 (1 + t) pT = T p0 T=t+273 -273 t -273 t EQUAZIONE CARATTERISTICA DEI GAS n numero delle grammomolecole = m / M p V = n R T R p 0V0/273 massa peso molecolare T temperatura assoluta Si riduce alle precedenti nei casi: T = cost. p V = cost. osservazioni All’aumentare di T l’iperbole si sposta verso destra p = cost. V = (nR/p) T Nei piani T,V e T, p le rette passano per l’origine a causa della traslazione t = T - 273 V = cost. p = (nR/V) T 1) a) b) c) d) e) Quando si aumenta la temperatura di una certa quantità di gas Aumenta necessariamente la pressione del gas Aumenta necessariamente il volume del gas Aumentano necessariamente sia la pressione che il volume del gas Se la pressione aumenta necessariamente il volume diminuisce Nessuna delle precedenti risposte è giusta 2) Vengono raddoppiati sia la pressione che il volume di un gas perfetto. Qual è il rapporto tra la temperatura finale e quella iniziale? a) 1 b) Indipendente dalla trasformazione avvenuta c) 2 d) 4 e) Nessuna delle precedenti risposte è giusta 3) In un gas ideale il prodotto della pressione per il volume a) È sempre costante b) Raddoppia passando da 10°C a 20°C c) Diventa la metà passando da 10°C a 20°C d) È proporzionale alla temperatura (misurata in K) e) È proporzionale alla temperatura (misurata in °C) Il calore e i passaggi di stato macroscopicamente Trasformabile in altre forme; passa spontaneamente da corpi più caldi a corpi meno caldi CALORE energia microscopicamente Legata all’energia cinetica delle singole molecole Somministrando calore ad un corpo, la sua temperatura aumenta c Q = cmt calore specifico (dipende dalla sostanza) m massa t variazione di temperatura Capacità termica C A parità di calore ceduto o assorbito, la temperatura varia tanto più quanto minore è la capacità termica La somministrazione di calore è anche responsabile dei cambiamenti di stato fisico Forma e volume propri solido Le molecole occupano posizioni fisse (reticolo cristallino) Stati fisici Volume proprio e forma del recipiente liquido Le molecole scivolano le une sulle altre senza allontanarsi aeriforme Volume e forma del recipiente Le molecole sono libere di muoversi e di allontanarsi fusione solido Q vaporizzazione liquido Q aeriforme condensazione solidificazione sublimazione Fusione e solidificazione t Durante la fusione la temperatura rimane costante t temp. di fusione: f dipende dalla sostanza e (poco) dalla pressione Q1 Q2 Q calore ceduto al corpo Q2-Q1 calore latente di fusione: l’energia termica non provoca aumento di temperatura. È una caratteristica della sostanza; si misura in cal/g nel sistema c.g.s. in kcal/kg nel S.I. t Fusione pastosa t2- t1 intervallo di fusione t2 t1 Durante la fusione la temperatura aumenta Q1 Q2 Q vaporizzazione evaporazione ebollizione Avviene alla superficie del liquido a qualsiasi temperatura Avviene in tutta la massa del liquido alla temperatura di ebollizione che dipende dal liquido e dalla pressione esterna Propagazione del calore Q S T = t d conduzione solidi, liquidi, senza spostamento di materia convezione liquidi, con spostamento di materia irraggiamento non necessita di un supporto materiale Coefficiente di conducibilità termica 1) Le seguenti affermazioni: Il calore passa spontaneamente • da un corpo che possiede più calore ad uno che ne possiede meno • da un corpo a temperatura maggiore a uno a temperatura minore • da un corpo a maggiore capacità termica ad uno a minore capacità termica sono rispettivamente: a) vera, vera, vera b) falsa, falsa, falsa c) vera, vera, falsa d) falsa, vera, falsa e) falsa, falsa,vera 2) A due corpi A e B di capacità termica rispettivamente C e 2C, inizialmente alla stessa temperatura viene somministrata una uguale quantità di calore. Cerca l’unica affermazione corretta: a) A raggiungerà una temperatura doppia di B b) B raggiungerà una temperatura doppia di A c) L’aumento di temperatura di A è doppio di quello di B d) L’aumento di temperatura di B è doppio di quello di A e) A e B raggiungeranno la stessa temperatura IL PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA Abbiamo visto che in un sistema nel quale c’è solo energia meccanica (cinetica e potenziale) ad ogni diminuzione di energia cinetica corrisponde un aumento di energia potenziale, perché Ec + U = costante Posto il livello di riferimento per U al suolo, man mano che la tegola cade la sua energia potenziale diminuisce con h, al suolo si sarà completamente trasformata in energia cinetica: P =mg h Ec U=0 U= mgh 0 h D’altra parte l’esperienza insegna che una palla che cade da un’altezza h rimbalza varie volte e poi si ferma a terra. h Prima dopo Ec= 0 Ec= 0 U = mgh U=0 Il principio di conservazione dell’energia meccanica non è rispettato. Infatti nel sistema ci sono altre forze oltre la forza peso, e quindi altre forme di energia. Se riuscissimo a misurare con uno strumento estremamente sensibile la temperatura della palla e dell’aria circostante prima e dopo l’esperimento,le troveremmo aumentate. L’energia meccanica si è trasformata in energia termica. Il principio di conservazione dell’energia ha infatti portata molto più vasta che il solo caso dell’energia cinetica e potenziale gravitazionale. PRINCIPIO DI EQUIVALENZA Sistema termodinamico Sistema capace di scambi di calore e lavoro sia nel suo interno che con l’ambiente esterno E’ caratterizzato dal valore delle sue Trasformazione termodinamica Variabili di stato Processo al termine del quale il sistema raggiunge un nuovo equilibrio caratterizzato da nuovi valori delle variabili di stato Trasformazione che riporta il sistema allo stato iniziale Trasformazione ciclica In ogni trasformazione ciclica il rapporto tra il lavoro acquisito e il calore ceduto è costante: L/Q=J J dipende solo dalle unità di misura: misurando L in Joule e Q in calorie J = 4,186 Calore e lavoro sono forme di energia intercambiabili. Il calore si può misurare in Joule L = JQ In altre parole una stessa trasformazione può essere realizzata con scambio di calore o di lavoro o di entrambi -L1 Q1 L2-L1= L lavoro scambiato con l’esterno. Q1-Q2= Q calore scambiato con l’esterno. Sistema termodinamico -Q2 Q può variare, L può variare, ma la somma Q-L L2 rimane costante e dipende unicamente dalla trasformazione. Essa rappresenta la variazione dell’energia interna U del sistema. (N.B. il calore è misurato in Joule) Ovvero: Q ed L non sono variabili di stato, ma lo è l’energia interna. PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA Q - L = U E’ un più ampio principio di conservazione dell’energia: La somma algebrica del calore e del lavoro scambiati con l’esterno va ad aumentare o a diminuire l’energia interna del sistema: La somma totale dell’energia rimane costante Il principio di conservazione dell’energia è universale in fisica classica: L’energia non si crea né si distrugge, può solo trasformarsi Ora possiamo interpretare correttamente l’esperimento iniziale della pallina che rimbalza: ad ogni balzo non tutta l’energia potenziale si trasforma in energia cinetica: parte di essa infatti si trasforma in energia termica; alla fine, quando la pallina giace ferma a terra tutta l’energia meccanica si è trasformata in energia termica ma l’energia totale del sistema è rimasta la stessa. Calcolo del lavoro in una particolare trasformazione V1 = Abh1 h2 h1 V2 = Abh2 V = Ab(h2 - h1) L = F s = PAb (h2 - h1) = P V Interpretazione grafica Nel piano P,V il lavoro è rappresentato dall’area del rettangolo che si trova sotto il grafico della pressione. Se P è costante Più in generale, il lavoro è sempre rappresentato dall’area della regione di piano sottostante il grafico della pressione p V1 V2 applicazione del primo principio Q L = U a particolari trasformazioni di un gas perfetto p Trasformazione ciclica: U = 0 L Q=L V p Trasformazione isobara: L = PV A Q = P V+U B L V A p Trasformazione isocora: L=0 Q = U B V A p Trasformazione adiabatica: Q = 0 -L = U B L V 1) Le seguenti affermazioni: •Lavoro e calore possono essere misurati tanto in calorie quanto in Joule •Il calore può essere misurato in Joule, ma il lavoro non può essere misurato in calorie •Il lavoro non può essere misurato in calorie e il calore non può essere misurato in Joule sono rispettivamente: a) vera, vera, vera b) falsa, vera, vera, c) falsa, falsa, vera d) vera, falsa, falsa e) falsa, falsa, falsa 2) Per innalzare la temperatura di un corpo: a) È necessario mettere il corpo in contatto termico con un corpo più caldo b) È necessario fornire calore al corpo c) Non è necessario fornire calore al corpo d) È necessario fare lavoro sul corpo e) Nessuna delle risposte precedenti 3) Quando un gas perfetto viene compresso isotermicamente a) Cede calore all’ambiente esterno d) Assorbe calore dall’esterno b) Si riscalda c) Non scambia calore e) rimane isovolumico 3) Su un sistema termodinamico viene compiuto un lavoro di 200J, mentre viene estratta da esso una quantità Q di calore = 70 cal. Qual è, secondo il I principio della termodinamica, la variazione di energia interna? a) U = 130 J d) U = -93 J b) U = -130 J e) U = 270 J c) U = 93 J 5) Un sistema termodinamico compie la trasformazione da A a B rappresentata nel grafico: Quanto vale questo lavoro? a) -100 J d) -600J b) 450J e) -450J c) 600J p (N/m2) A 200 100 B 1 2 3 4 V(m3) IL SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA OSSERVAZIONI Nell’esempio iniziale della palla che rimbalza l’energia meccanica si è spontaneamente trasformata in energia termica. È possibile che avvenga il contrario, cioè che la palla da ferma compia dei balzi, raffreddandosi? Nessuno direbbe di sì, eppure tale processo non è vietato dal primo principio. Ancora: supponiamo che, avendo la mano gelata cerchi di riscaldarla stringendo quella di un amico meno infreddolito. È possibile che la mano B a temperatura maggiore diventi ancora più calda e la A a temperatura inferiore si raffreddi ulteriormente, cioè che il calore passi spontaneamente dal corpo più caldo a quello più freddo? A Q B t2 t1 spontaneamente t2 > t1 Anche in questo caso nessuno direbbe di sì, allora evidentemente qualche altro principio regola gli scambi di calore e di lavoro IL SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA Il primo principio della termodinamica stabilisce l’equivalenza tra calore e lavoro e la loro intercambiabilità; nulla dice a proposito del verso delle trasformazioni. Abbiamo già notato, però, che l’esperienza assegna un verso privilegiato alle trasformazioni, nel senso che il lavoro si trasforma spontaneamente in calore, mentre la trasformazione opposta di calore in lavoro, prevista dal primo principio, avviene sotto una condizione: che alla fine del processo una parte del calore prelevato dalla sorgente T2 sia trasferito ad un’altra sorgente T1.(T1 < T2 ) in altre parole: Non tutto il calore prelevato dalla sorgente T2 può essere trasformato in lavoro. Una parte di esso sarà restituita, ancora sotto forma di calore, alla sorgente T1 Naturalmente tutto nel rispetto del primo principio della termodinamica Il secondo principio può essere enunciato in altri modi: MACCHINA TERMICA dispositivo che scambia calore con l’ambiente e produce lavoro perché il processo sia continuativo è necessario che la macchina funzioni ciclicamente. Mentre le quantità di calore e lavoro scambiate sono regolate dal primo principio, il verso degli scambi è regolato dal secondo principio che possiamo così enunciare: Enunciato di Lord Kelvin È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di trasformare totalmente in lavoro tutto il calore prelevato da una unica sorgente. T2 T2 impossibile Q2 Q2 ? L macchina termica realizzabile Q1 T1 L MACCHINA FRIGORIFERA dispositivo che trasferisce calore da un corpo più freddo a uno più caldo utilizzando lavoro. In pratica è una macchina termica che funziona al contrario Enunciato di Clausius È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di far passare calore da un corpo più freddo ad uno più caldo T2 Q T2 impossibile macchina frigorifera ? realizzabile Q T1 Q T2 > T1 Q L T1 I due enunciati sono equivalenti, nel senso che hanno lo stesso valore di verità RENDIMENTO Come abbiamo visto una macchina termica trasforma in lavoro solo una parte del calore prelevato dalla sorgente più calda, restituendo il calore rimanente alla sorgente più fredda, sempre, naturalmente, nel rispetto del primo principio. Conviene allora introdurre una nuova grandezza fisica che descriva quanta parte di calore assorbito viene effettivamente trasformato in calore: il rendimento: = Lavoro prodotto E poiché per il I principio L = Q2 Q1 calore assorbito = Q2 Q1 =1 Q2 Q1 Q2 Per il II Principio è certamente Q1 0 dunque è certamente 0<<1 e questo è un nuovo enunciato (equivalente) del II principio 1) Una macchina assorbe una quantità di calore QA da un sorgente ad alta temperatura e, dopo aver compiuto il lavoro L, cede il calore QB ad una sorgente a bassa temperatura. Qual è il suo rendimento? a) (QA - Q B) / L b) QA / L c) QA / QB d) (QA - Q B) / QA e) (QB - Q A) / QB 2) Una macchina in ogni ciclo assorbe una quantità di calore QA da una sorgente calda e, dopo aver compiuto il lavoro L assorbe il calore QB da una sorgente a bassa temperatura. Possiamo affermare che: b) Il lavoro L = QB QA c) Il lavoro L = QA + QB d) Il rendimento è dato da L / QA d) Il rendimento è dato da L / (QA + QB) e) Non può esistere una siffatta macchina 3) Il rendimento di una macchina termica si può esprimere in a) calorie b) kilowattora d) tutte le precedenti b) Joule e) nessuna delle precedenti