UNA VALLE DI TOPONIMI

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UNA VALLE DI
TOPONIMI
IL TERRITORIO
DI MALEGNO
Presentazione effettuata dagli alunni di classe
5^ della Scuola Primaria
Anno scolastico 2008 / 2009
Percorriamo via Marianna Vertua
e il prof. Inversini ci spiega
le caratteristiche della vicina
via Campello.
Proseguiamo e ci fermiamo di fronte
alla chiesa ex parrocchiale di S. Andrea
Sulla parete della chiesa, rivolta a Nord è raffigurato
S. Cristoforo: il protettore dei viandanti.
Giungiamo in via Castello:
anticamente era la via più comoda
per arrivare in Val di Scalve.
Ci fermiamo in via Fontana davanti alla
santella situata sul bivio tra le due antiche strade che
conducevano a Borno e a Lozio.
L’ affresco centrale raffigura la Madonna di Lourdes e
S. Bernadette.
Prendiamo il sentiero a destra della santella,
località Fiòche.
Fiòche:
- zona dove arriva la prima neve
- zona dove rimane a lungo la neve
- prende il nome dalle famiglie Fiocina
Saliamo fino ad arrivare in località “Còrnéi”.
Probabilmente la località “Còrnéi”, è così chiamata per la presenza
di “còrégn”, piccole rocce, che costeggiano il sentiero.
-
Le persone intervistate sostengono che Còrnéi significa:
località ricca di rocce che emergono dal terreno
rocce a punta
strada tracciata nella roccia
nomi di piante che lì crescono.
Percorriamo la ripida e sconnessa
strada che ci porta al “Dòh de l’Àrca.
Su un piccolo dosso si erge una santella ricca di affreschi:
l’ Immacolata Concezione con Gesù Bambino, Sacro
Cuore, S. Andrea e S. Anna, S. Marco e S. Valentino,
nella nicchia inferiore le Anime del Purgatorio e sul volto
lo Spirito Santo.
Al ritorno scendiamo per un sentiero ripido
e acciottolato, località “Viulìne”.
Sulla sinistra scorgiamo
un crocifisso ligneo.
Tornati in paese, in via Lauro, ci
soffermiamo di fronte a casa Nobili
Notiamo un portale ad arco,
datato 1668, in pietra
arenaria di Sarnico e delle
ringhiere in ferro battuto
Percorriamo via “Lauro” e …
… Arriviamo in via Piazzola dove incontriamo Piero
Furloni (nonno della nostra compagna Barbara) al quale
chiediamo informazioni relative alle figura del “campér”
Percorriamo via S.Rocco e
arriviamo in via Sergola; ci
fermiamo davanti alla casa n°. 2.
Sulla porta architravata, in arenaria grigia del
secolo XVII, si legge DOMS MISERICORDIÆ.
Proseguiamo lungo la via e sostiamo davanti al
portale della casa n° 7, costituito da conci
regolari in pietra di Sarnico.
Al centro dell’arco è applicato uno stemma a
forma di scudo dell’inizio del XVI secolo con
una pecorina che esce da una capanna.
Il “campér” veniva scelto dai proprietari dei campi,
attraverso una votazione effettuata con la “balotérå”, per
fare il guardiano ai vigneti, dalla fine di Agosto alla fine di
Ottobre, nelle zone del Redol, di Campello, di Isola e dei
Còrnéi.
Il primo giorno di lavoro doveva costruirsi, per
sorvegliare i campi, un capanno con i covoni del
frumento e con i “melghàh”del granoturco, legati con
lo spago.
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