LA MUSICA NELLA ROMA ANTICA

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LA MUSICA PROFANA
La musica presso gli antichi romani si sviluppò grazie agli influssi
della musica EBREA e GRECA . L'influenza greca divenne
preponderante quando i romani conquistarono la Grecia e la
Macedonia (II sec. a.C.) e ne adottarono gli elementi più
caratteristici del sistema musicale. Dagli ebrei hanno preso i testi
che erano principalmente sacri.
In quanto popolo di condottieri e di dominatori, i romani
preferivano utilizzare la musica soprattutto per incitare i soldati
nelle battaglie, per solennizzare cerimonie ufficiali, di guerra o di
pace, in occasione di parate militari, feste civili, ma anche nei riti
propiziatori. Nel tardo impero si diffuse a Roma la moda dei
concerti strumentali e vocali: i virtuosi erano ricercati e ben pagati
e occupavano un posto di prestigio presso le corti degli imperatori.
I romani utilizzavano principalmente strumenti a fiato come
la tibia, strumento ad ancia doppia simile all'aulos greco, la tuba,
tromba di diversa lunghezza, il corno o buccina.
Sul potere della musica abbiamo scritti di Cicerone. In età imperiale sappiamo
ch'era studiata a corte (lo stesso Nerone cantava accompagnandosi con la
cetra).
Musica, religione e prime Comunità Cristiane
La musica religiosa attingeva tutti i testi dai
salmi della Bibbia e testi ebraici, il canto era
principalmente in lingua latina e veniva
eseguito solamente dai Monaci,
la melodie prendevano spunto dagli
elementi del sistema musicale
Greco. Roma comunque, diventando a fine
secolo uno dei centri di irradiazione del
cristianesimo, favorì la diffusione della
musica dei primi cristiani, la cui più
importante espressione di tutto l'Alto
Medioevo fu il canto corale o gregoriano.
Solo col tempo la musica cominciò ad
essere adottata anche nei banchetti, nei
matrimoni, nei funerali... Il primo documento
di canto cristiano giunto a noi è il Papiro di
Ossirinco, del I-II sec. d.C.: uno xilofono
punteggia una preghiera dedicata alla
Trinità.
Nel IV sec. d.C. si diffonde in occidente l'uso
orientale delle campane.
TEATRO
•
Nel I sec. a.C. la musica e anche il coro cominciarono ad apparire in nuovi tipi di
spettacolo, come ad es. la pantomima, che rappresentava scene di vita quotidiana o
scene storiche e mitologiche.Il primo teatro stabile a Roma fu fatto erigere da
Pompeo nel 55 a.C.Nel 17 a.C. il Carme Secolare di Orazio viene eseguito con canti
e strumenti musicali. Nella società romana la musica perse quell'aspetto di religiosità
che aveva presso molti popoli più antichi e si limitò a scandire le varie fasi della vita
umana. Fu del tutto trascurata la musica melodiosa e patetica, intima e personale.
E' lo storico Flavio Vegezio che descrive l'uso militare di questi strumenti musicali:
"Ogni legione possiede suonatori di tromba, di corno e di buccina. La tromba chiama
i soldati all'assalto e alla ritirata. Quando suonano i corni, a tale segnale rispondono
non i soldati ma i vessilliferi. Ancora le trombe suonano per invitare i soldati a uscire
per qualche missione.Durante la battaglia suonano insieme trombe e corni. La
buccina chiama all'assemblea. E' anche un segno di comando: suona infatti davanti
al generale, e quando si conduce a morte un soldato, per sottolineare che tale
esecuzione si fa per disposizione dell'autorità. Ancora al suono della buccina si
monta o si smonta sia la guardia ordinaria sia quella fuori campo, o quando si va in
missione, o quando si passa in rassegna l'esercito. A questo segnale infine
s'interrompono i lavori.I corni suonano quando occorre far marciare o arrestare i
vessilliferi. Tutti questi segnali si provano durante le esercitazioni e per tutto il
servizio militare"(Le Istituzioni militari, IV sec. d.C.).
Fra gli strumenti a corda ricordiamo la cetra, la lira; a
percussione, timpani, tamburi e cimbali, il sistro, i crotali (specie di nacchere).
Gli Etruschi amavano moltissimo la musica e la danza e solevano
accompagnare con essa tutte le attività della giornata: il lavoro, il desinare, le
cerimonie civili e religiose, la caccia, le gare sportive e persino la guerra.
Un brano della "Storia degli Animali", scritta da Claudio Eliano nel II secolo
riporta che gli Etruschi, quando andavano a caccia di cinghiali e di cervi,
non si servivano solo dei cani e delle reti, ma anche della musica;
essi dispiegavano tutt'intorno le reti per tendere le trappole alle fiere, poi
interveniva un esperto suonatore di flauto per produrre con il suo strumento, una
melodia, la più dolce e armoniosa possibile.
Questa, diffondendosi nella silenziosa pace delle valli e dei boschi
arrivava fino alle cime dei monti,entrando nelle tane e nei giacigli delle fiere.
Quando la melodia giungeva alle orecchie degli animali, questi erano
inizialmente presi dal timore,poi la musica li affascinava fino a farli uscire per
andare incontro a quella voce al cui richiamo non sapevano resistere.
In questo modo le belve dell'Etruria erano trascinate nelle reti dei cacciatori dalla
suggestione della musica.
•
A Roma la musica ebbe per lo più un carattere popolare anche se si
distingueva tra una musica di consumo e una più colta, considerata quasi
un distintivo sociale per le classi più elevate e veniva anche nelle spedizioni
militari. Nella società i musicisti occupavano un posto importante e
facevano pagare prezzi abbastanza alti sia per le lezioni private che per le
esibizioni. Tutti questi aspetti si accentuarono durante la decadenza della
civiltà romana. Nella tragedia e nella commedia latina, ad esempio,
sebbene il coro avesse importanza minore rispetto al teatro greco, parti
cantate si alternavano alla recitazione e la tibia, strumento a fiato
corrispondente al flauto greco, fornito di fori, fabbricato in canna, legno o
avorio, ad ancia semplice o doppia, veniva ampiamente utilizzata per
sostenere, accompagnare e talvolta introdurre il canto. La lunghezza e la
modalità di esecuzione producevano un suono più grave o più acuto, adatto
alle parti rispettivamente più serie o più allegre della rappresentazione. La
diffusione della musica nel teatro produsse la convenzione per la quale il
pubblico, prima dell’entrata del personaggio, poteva già intuire lo svolgersi
degli avvenimenti e spesso il musico restava in scena per tutto il tempo
della rappresentazione muovendosi insieme ai personaggi.
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