Apprendimento
Germano Rossi – ISR 2011/12
G. Rossi - Introduzione alla
psicologia
Apprendimento
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Apprendimento
 L’apprendimento è un concetto
“fondamentale” o “primario”
 Può essere definito come: “un cambiamento
relativamente permanente del
comportamento, che si verifica in risposta
all’esperienza”
 Noi impariamo sempre, nel corso di tutta la
vita, in tutte le situazioni
 Ci sono poi situazioni particolari come quelle
scolastiche
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Apprendimento
 Nei cambiamenti di comportamento
dell’apprendimento non sono inclusi


I cambiamenti dovuti alla crescita
I cambiamenti dovuti a cause accidentali
(incidenti, malattie, alcool, droghe…)
 Tuttavia, anche queste situazioni possono
generare un apprendimento, in certe
condizioni
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Apprendimento
 Esistono due tipi di apprendimento: non
associativo e associativo
 Altre “forme” di apprendimento includono:



Imprinting: rapido apprendimento alla nascita
Modellamento e imitazione: apprendimento
tramite l’osservazione
Apprendimento vicario: assistere ad un
particolare comportamento di altri e acquisirlo
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Apprendimento
 Apprendimento non associativo: è relativo
ad un singolo stimolo e si manifesta in due
modi


Abituazione: riduzione di una risposta
comportamentale ad uno stimolo innocuo
Sensibilizzazione: aumento di una risposta
comportamentale ad uno stimolo intenso
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Apprendimento
 Apprendimento associativo: implica
l’apprendimento di relazioni tra più eventi e
comprende:



Condizionamento classico
Condizionamento operante
Apprendimento complesso
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Condizionamento classico
 Uno stimolo neutro viene associato ad un
altro stimolo tramite presentazioni
concomitanti e ripetute
 Storicamente nasce da Pavlov e dalle sue
ricerche sui cani



Pavlov nota che, quando il cane vede la
ciotola del cibo, inizia a salivare
Allora associa una luce che si accende
quando il cibo arriva
Dopo una serie di associazioni, il cane inizia a
salivare quando la luce si accende
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Condizionamento classico
 Stimolo incondizionato (SI): uno stimolo che elicita
automaticamente una risposta (ciotola)
 Risposta incondizionata (RI): risposta automatica
ad uno stimolo (salivazione)
 Stimolo condizionato (SC): uno stimolo neutro, che
elicita una risposta condizionata tramite
l’associazione con uno stimo incondizionato (luce)
 Risposta condizionata (RC): risposta appresa
(salivazione)
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Condizionamento classico
 In realtà il cane di Pavlov mostrava altre
risposte incondizionate e condizionate:
scodinzolava, abbaiava, saltava
 Quindi l’associazione stimolo-risposta (S-R) è
più complessa di quella che si pensa
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Condizionamento classico
 La situazione di condizionamento S-R è
formata da:



Uno stadio di acquisizione: il tempo di
apprendimento quando viene effettuata
l’associazione S-R
Uno stadio di estinzione: quando vien
interrotta l’associazione S-R
Uno stadio di recupero spontaneo: quando si
ripresenta l’associazione S-R
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Condizionamento classico
 È diffuso in tutte le specie animali (non solo
nell’uomo)
 È particolarmente associato a disturbi
d’ansia, di panico e al disturbo posttraumatico da stress

Esempio: ai bambini in chemioterapia viene
offerto un dolce (un gelato) prima della seduta.
Il bambino associa il gelato alla nausea e ai
disturbi della seduta chemioterapica. Il
bambino tende a non mangiare più gelato
anche in situazioni normali
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Condizionamento classico
 Condizionamento secondario (secondo
livello): uno stimolo neutro associato ad uno
stimo condizionato, diventa a sua volta
condizionato
 Generalizzazione: uno stimolo molto simile a
quello condizionato può fungere da stimolo
condizionato
 Discriminazione: se uno stimolo molto simile
a quello condizionato non è mai associato
allo stimolo incondizionato, si impara a
discriminare gli stimoli
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Condizionamento classico
 L’associazione S-R dipende da fattori cognitivi
 In particolare, l’associazione S-R deve essere
“prevedibile”. Se ad uno stimolo a volte segue quello
incondizionato e a volte no, non si instaura
l’associazione
 Non è però necessario che SI-SC siano sempre
associati. Basta che siano “frequentemente” associati
 Esempio: se il dentista ci dice sempre (o molto
spesso) “non sentirà niente”, ma poi noi sentiamo
dolore, non ci fideremo di lui e ci prepareremo a
sentire dolore tutte le volte; se invece ci dice “con
questa procedura, potrebbe sentire dolore”, noi ci
prepariamo solo in quel momento…
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Condizionamento operante
 Si imparano certe riposte comportamentali
perché operano sull’ambiente nel modo che
noi desideriamo
 Esempio: un neonato nella culla ha una serie
di comportamenti: scalcia, ride, sorride, si
gira… Se ad uno di questi comportamenti
segue un qualcosa di piacevole per lui (una
carezza), tenderà a ripeterla
 Se piange e qualcuno lo prenderà in braccio,
lo rifarà…
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Condizionamento operante
 Il condizionamento operante è basato sui
concetti di “rinforzo positivo” o “premio” e di
“rinforzo negativo” o “punizione”
 La parte “operante” del condizionamento è
che il comportamento che viene premiato o
punito è uno dei tanti comportamenti più o
meno casuali dell’individuo
 Fra il premio (o la punizione) e il
comportamento da rinforzare deve
trascorrere poco tempo (meglio subito)
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Condizionamento operante
 Esempio: un bambino piange quando va a
letto se uno dei genitori non sta con lui.
 Il comportamento si è generato perché i
genitori hanno iniziato a stare con lui e si
sono lasciati condizionare dal suo pianto
(rinforzo positivo)
 Il comportamento può essere rinforzato
negativamente sia smettendo di stare con lui
bruscamente sia progressivamente
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Condizionamento operante
 Altro esempio: a scuola possiamo rinforzare
positivamente comportamenti che gradiamo e
rinforzare negativamente comportamenti
sgraditi
 Il rinforzo positivo può essere qualunque
cosa “gradita” (un apprezzamento verbale, un
sorriso, una lode…)
 Il rinforzo negativo può essere qualunque
cosa “sgradita” (come un leggero rimprovero,
uno guardo arrabbiato…) non
necessariamente una punizione corporale
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Modellamento
 Il comportamento operante si basa sui
comportamenti spontanei
 Non sempre è possibile aspettare che si
manifestino
 Si può allora “premiare” comportamenti che
iniziano una sequenza comportamentale
 Esempio: per portare un bambino a
disegnare, si inizia a premiare l’uso di una
matita, poi qualunque scarabocchio, poi…
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Rinforzi condizionati
 Molti “premi” e “punizioni” sono rinforzi
condizionati
 Un premio in denaro, vale solo se una
persona è stata condizionata a considerare la
possibilità del denaro di essere scambiato
con qualcos’altro
 Non serve a nulla se non si conosce cos’è il
denaro
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Rinforzo parziale
 Con un rinforzo continuo, l’acquisizione del
comportamento è veloce, ma anche
l’estinzione è veloce
 Con il rinforzo parziale, l’acquisizione è più
lenta, ma anche l’estinzione
 In particolare un rinforzo parziale con
frequenza casuale (o variabile)
 La frequenza del rinforzo dipende anche dalla
“potenza” del premio/punizione
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Rinforzo parziale
 Esempio: nel gioco d’azzardo, il premio è
casuale ed ha una frequenza molto basa di
comparsa, ma l’entità del premio è spesso
ingente
 Nel rinforzo parziale gioca un ruolo
importante l’aspetto cognitivo
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Premio / punizione
 La punizione funziona in modo abbastanza
simile al premio
 Ma se la punizione è eccessiva o
proporzionata, possono scattare meccanismi
di difesa
 Il premio è più efficace della punizione
 Il premio rinforza un comportamento
specifico, mentre la punizione blocca
qualunque cosa
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Aspetti cognitivi
 Un condizionamento operante dipende dalla
contiguità del rinforzo
 Ma, una risposta operante è condizionata
solo quando l’organismo interpreta il rinforzo
come controllato dalla sua risposta
 Il controllo è più importante della contiguità
 Una nuova teoria ipotizza che il
condizionamento operante si attiva quando
l’organismo percepisce la coincidenza fra le
sue risposte e il rinforzo.
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Aspetti cognitivi
 Esempio: in un esperimento, tutti i neonati di una
nursery avevano un congegno tipo giostra sulla
propria culla
 Metà di loro aveva un pulsante sotto ad un lato del
cuscino che veniva premuto quando giravano la testa
su quel lato e che metteva in moto il giocattolo
 Il giocattolo dei neonati che non avevano un bottone
si attivava casualmente
 Risultato: i neonati che girando la testa casualmente,
attivavano il giocattolo, imparavano a farlo
volontariamente, ridendo e agitandosi (felici); gli altri
neonati dopo un po’ si abituavano al giocattolo e non
reagivano più.
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Apprendimento complesso
 La prospettiva cognitivista ipotizza che il
punto cruciale dell’apprendimento consiste
nell’abilità dell’organismo di rappresentarsi
mentalmente gli aspetti del mondo e di
operare su queste rappresentazioni mentali
 Questo implica una teoria dell’apprendimento
più complesso
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Apprendimento complesso
 Negli esperimenti con i topi che percorrono
un labirinto a stella con molti bracci alla
ricerca di cibo, i topi imparano in poco tempo
a non percorrere due volte lo stesso braccio,
anche se percorrono i bracci in ordine sparso.
 In pratica non seguono uno schema
“razionale”
 Questo fa tuttavia pensare che abbiano una
qualche forma di “mappa mentale” del
labirinto
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Apprendimento complesso
 Apprendimento per insight (intuizione)
 Esempio: Köhler lavorava con gli scimpanzé. In uno
dei suoi esperimenti, Sultano era in una gabbia e
fuori dalla gabbia, lontano, una banana e un bastone
lungo. Il bastone lungo, un po’ più vicino. Nella
gabbia c’è un bastone corto.
 Sultano tenta di prendere la banana, ma non ci
riesce, osserva a lungo il tutto e poi,
improvvisamente, usa il bastone corto per avvicinare
quello lungo e usare quello lungo per prendere la
banana.
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Apprendimento complesso
 L’intuizione, appare come improvvisa perché
non possiamo “vedere” i processi mentali
sottostanti.
 Ma sembra implicare due fasi:


Fase di problem solving, per arrivare alla
soluzione
Fase di memorizzazione generica, per poter
riusare la soluzione anche n contesti
leggermente diversi
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