Lisbona, Marzo 2000: i capi di Stato e di governo
dell’UE stilano un progetto: basare l’economia
europea sulla conoscenza più competitiva e
dinamica del mondo entro il 2010.
Si decise di puntare su due fattori: CRESCITA E
OCCUPAZIONE.
conseguenze dei due fattori:
•Rilanciare l’economia
•Migliorare la vita politica
Dopo il 2000, il Consiglio Europeo si ritrovò ogni
anno per:
•Approvare nuovi orientamenti;
•Discutere di nuove proposte;
•Rendere più efficaci i metodi di attuazione della
Strategia.
A metà percorso si decise di rilanciare la
Strategia:
Non aveva provocato gli effetti sperati e
l’economia europea aveva perso posizioni nella
classifica delle economie mondiali, invece che
guadagnarne.
Il rilancio:
Ogni Stato membro dovette redigere un piano
nazionale per la crescita e l’occupazione su base
triennale.
Ogni anno la Commissione Europea avrebbe
analizzato i rapporti dei singoli Paesi al fine di
proporre al Consiglio eventuali emendamenti.
L’UE inviò una delegazione in ogni Stato per
facilitare la consultazione e la redazione dei
rapporti.
L’UE fissò 24 orientamenti:
• 6 sulle politiche macroeconomiche imposte
dall’Unione monetaria e dal patto di stabilità;
• 10 sulle politiche microeconomiche riguardanti
la competitività, l’innovazione e l’uso sostenibile
delle risorse;
• 8 sulla promozione del pieno impiego.
Nel 2006 la Commissione Europea presentò un
programma per facilitare l’innovazione nel settore
industriale privato, elemento chiave per la crescita
e l’occupazione;
Invitò gli Stati membri ad attuare le riforme
strutturali nelle aree prioritarie per la società:
trasporti, salute, sicurezza, innovazione ecologica,
ecc.
IL PIANO PER L'INNOVAZIONE, LA CRESCITA E
L'OCCUPAZIONE (PICO)
Per il rilancio della Strategia di Lisbona, l’Italia ha
preparato un Piano, il cosiddetto PICO.
Obiettivi del PICO:
Sono cinque le categorie operative prese come obiettivi
prioritari del Piano in un quadro di stabilità monetaria e
fiscale:
 l'ampliamento dell'area di libera scelta dei cittadini e delle
imprese;
 l'incentivazione della ricerca scientifica e dell'innovazione
tecnologica;
 il rafforzamento dell'istruzione e della formazione del
capitale umano;
 l'adeguamento delle infrastrutture materiali e immateriali;
 la tutela ambientale.
Strumenti da attivare
Il Piano comprende due categorie di interventi:
provvedimenti aventi validità generale per il sistema
economico e progetti specifici con ricadute positive sulla
produttività e competitività dell'economia italiana.
I principali provvedimenti aventi validità generale consistono:
 in una più ampia liberalizzazione dell'offerta nel settore
dei servizi,; una più libera espressione sia del mercato nei
settori indicati dall'Autorità garante della concorrenza e
dalle autorità di settore, sia dei prezzi per l'intera
economia; una più efficace legislazione per prevenire le
frodi in materia comunitaria e per contrastare le
contraffazioni;
 in un miglioramento delle prestazioni della pubblica
amministrazione e un contenimento dei suoi costi;
 nella creazione di un contesto normativo propizio agli
investimenti, all'innovazione e allo sviluppo tramite una
significativa riduzione della quantità di legislazione
esistente ed un miglioramento della sua qualità;
 in una migliore normativa concernente la vita delle
piccole imprese e dei distretti produttivi, allo scopo sia di
accrescere la consapevolezza dell'importanza delle
tecnologie digitali e del loro uso a fini innovativi di
processo e di prodotto;
 nella piena valorizzazione del capitale umano, attraverso
una più efficace organizzazione del sistema di istruzione di
base e superiore e della formazione professionale anche
per il personale delle pubbliche amministrazioni;
 nella creazione o il completamento di reti infrastrutturali
per i collegamenti interni, intraeuropei e internazionali, con
un particolare impegno nella realizzazione delle autostrade
del mare;
 in un'incisiva attuazione della "politica di coesione
europea" volta a ridurre le disparità economiche tra aree
interne all'Unione, con particolare attenzione al Mezzogiorno
d'Italia;
 in una più efficace incorporazione nei processi produttivi
e nell'attività di consumo della domanda di protezione
ambientale.
I principali progetti inclusi nel Piano riguardano:
 il completamento del progetto Galileo per la creazione di
una rete satellitare europea;
 la partecipazione alla realizzazione dei progetti europei
Egnos e Sesame per la gestione del traffico aereo;
 la realizzazione di piattaforme informatiche per la tutela
della salute, lo sviluppo del turismo, l'infomobilità, la
gestione delle banche dati pubbliche e territoriali;
 l'attuazione di 12 programmi strategici di ricerca nei
settori della salute, farmaceutico e bio-medicale, dei sistemi
di manifattura, della motoristica, della cantieristica navale e
aeronautica, della ceramica, delle telecomunicazioni,
dell'agroalimentare, dei trasporti e della logistica avanzata,
dell’JCT e componentistica elettronica e della
microgenerazione energetica;
 la creazione di 12 laboratori di collaborazione pubblicoprivata per lo sviluppo della ricerca nel Mezzogiorno nei
settori della diagnostica medica, dell'energia solare, dei
sistemi avanzati di produzione, dell'e-business, delle biotecnologie, della genomica, dei materiali per usi elettronici,
della bioinformatica applicata alla genomica, dei nuovi
materiali per la mobilità, dell'efficacia dei farmaci, dell'open
source del software, dell'analisi della crosta terrestre;
 lo sviluppo di 24 distretti tecnologici, che estendono
l'esperienza dei distretti industriali italiani a settori ad alto
contenuto tecnologico e potenziale innovativo;
 l'ampliamento e l'uso razionale delle infrastrutture nel
settore energetico e idrico;
 settori di rilevanza strategica aventi ricadute tecnologiche
nei processi produttivi e nel benessere dei cittadini e in
condizione di garantire una migliore tutela ambientale, con
particolare attenzione alle fonti energetiche alternative .
Risorse a disposizione
Le risorse finanziarie pubbliche messe al servizio del Piano
sono in parte già incorporate negli stanziamenti di cassa
previsti in bilancio fino al 2005 e in quelli di competenza
previsti per il triennio 2006-2008.
Complessivamente, nel triennio 2005-2008, il bilancio
statale italiano mette a disposizione, per il rilancio della
Strategia di Lisbona, 46 miliardi di euro complessivi.
Risultati attesi
L'insieme dei provvedimenti e progetti faranno avvicinare le
spese in ricerca e sviluppo all'obiettivo del 3% del PIL
suggerito dalla Commissione, anche se il PICO avanza
riserve sulla significatività di questo parametro in generale e
in particolare per una struttura economica come quella
prevalente in Italia. Più significativa appare invece la stima
effettuata sull'impatto macroeconomico derivante dall’
attuazione del Piano: l'innalzamento del reddito potenziale
attuale è valutato nell'ordine dell' 1 %, con effetti
disinflazionistici strutturali stimati in 30 centesimi di punto e
un parallelo rafforzamento del potere di acquisto salariale.
Si valuta inoltre che esso induca un incremento
dell'occupazione nell'ordine dei 200 mila posti di lavoro, con
una significativa concentrazione tra i giovani.
IL CASO ITALIANO
L’Italia beneficia in questo momento della congiuntura
economica favorevole:
 tasso di crescita sostenuto e vicino al 2%;
 una dinamica inflazionistica assai contenuta;
 un calo significativo della disoccupazione;
 una ripresa delle esportazioni;
 un ritrovato clima di fiducia tra le imprese e tra i
consumatori.
Una insufficiente apertura dei mercati, un pesante onere
regolatorio che grava sull’economia, la scarsa capacità di
crescita delle imprese, la bassa produttività delle risorse
umane, le limitate risorse dedicate alla ricerca e
all’innovazione sono tutti fattori che limitano il potenziale di
crescita dell’Italia.
Gli obiettivi finali delle politiche economiche e sociali
adottate dal Governo sono:
 promozione dello sviluppo;
 crescita del tasso di occupazione;
 riduzione dei dualismi territoriali;
 diminuzione della esclusione sociale.
Si deve ricordare che l’impegno prioritario del Governo è
stato quello di stabilizzare la finanza pubblica. La
dimensione raggiunta dal deficit pubblico ha reso
necessaria una manovra di risanamento.
L’obiettivo di rientrare nei parametri di Maastricht entro il
2007 l’ha resa molto più robusta sul lato delle entrate che
sul lato del contenimento delle spese.
Il governo intende eseguire provvedimenti che sono volti
ad accelerare e migliorare la qualità dello sviluppo.
Lo scopo è di "cambiare marcia" e di modificare le
caratteristiche strutturali dell’economia italiana per
conseguire maggiore crescita, maggiore occupazione e
maggiore equità.
Più in particolare, si intende agire sui cinque obiettivi:
1. - funzionamento dei mercati;
2. - ricerca e innovazione;
3. - occupazione e capitale umano;
4. - infrastrutture;
5. - ambiente e tecnologie.
1.- Migliorare il funzionamento dei mercati significa
favorire l’iniziativa imprenditoriale e accrescere il
benessere dei consumatori
2.- Ricerca e l’innovazione sono i presupposti
dell’avanzamento della frontiera tecnologica, della
crescita della produttività e del miglioramento della
posizione competitiva.
3.- Accrescere la partecipazione al lavoro e favorire
l’investimento in capitale umano sono al centro delle
politiche occupazionali. Il Governo si pone l’obiettivo di
ridurre l’area della inattività, aumentare il tasso di
occupazione, contrastare il lavoro nero, riducendo così il
sottoutilizzo di risorse umane e le forme di
segmentazione che caratterizzano l’economia e la società
italiana.
4.- Potenziare le infrastrutture significa intervenire sulle
infrastrutture fisiche e di servizi di trasporto e logistici,
funzionali a migliorare l’efficienza produttiva e a ridurre i
divari di produttività tra Centro-Nord e Mezzogiorno.
5.- Tutelare l’ambiente, sviluppando tecnologie utili ad
aumentare l’efficienza energetica dei processi produttivi,
rappresenta una opportunità di sviluppo per l’Italia. La
stessa regolamentazione ambientale deve divenire, uno
strumento per aumentare la produttività e sostenere la
competitività delle imprese nel mondo.
L’Italia, al pari e insieme all’Europa, deve competere con
la crescita economica sempre più impetuosa di nuovi
Paesi e con l’impatto sempre più significativo dei mercati
globali sulle economie nazionali.
Una economia innovativa, aperta e concorrenziale è una
economia con un più elevato livello di produttività, con
salari più alti, una più equa distribuzione della ricchezza,
una qualità della vita migliore. Coniugare stato e mercato
per sbloccare l’economia e la società italiana, questa è
la grande opportunità che ci apre la Strategia di Lisbona
e che questo Governo è pronto a sfruttare.