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STATI GENERALI DELL’EDUCAZIONE FISICA
NORMATIVA,
STRUMENTI e PROPOSTE
Bruno Mantovani
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DALLA LETTURA DELLA SITUAZIONE ATTUALE ALLA PROPOSTA PER LA SCUOLA PRIMARIA
I NEURONI DEL
BAMBINO PICCOLO
RAPPORTO SCUOLA - SOCIETÀ
IL CORPO del BAMBINO nella
SOCIETÀ ATTUALE
FILMATO Prof. PEA
QUALE SCUOLA SERVE
SERVE l’EDUCAZIONE FISICA?
SERVE UNA SCUOLA che
NON SERVE LO SPORT
SI, ma QUALE?
PENSI con il CORPO
LE PROPOSTE
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Filmato del Prof. Giuseppe Pea,
Docente di Statistica all’Università di Brescia
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I NEURONI DEL BAMBINO PICCOLO
……..
Veniamo al mondo con una certa quantità di circuiti
prestabiliti, che controllano funzioni vitali come la
respirazione, il battito cardiaco, la capacità di sapere dove
sia il proprio piede anche senza vederlo, e così via. I
ricercatori li chiamano connessioni «indipendenti
dall'esperienza» Il cervello lascia invece altre parti del
suo progetto di costruzione neurale incomplete alla
nascita, nell'attesa che un'esperienza esterna ne diriga lo
sviluppo.
……….
da Il Cervello. Istruzioni per l’uso – John Medina – Bollati Boringhieri
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I NEURONI DEL BAMBINO PICCOLO
Alla nascita, il cervello è in assoluto l'organo meno differenziato; le esperienze
precoci hanno dunque un'enorme importanza nel determinare come i neuroni
vengono collegati fra loro, e nella formazione dei circuiti specifici che danno
origine ai diversi processi mentali. Lo sviluppo delle strutture cerebrali
coinvolge tutta una serie di processi: (1) la crescita dei neuriti, che possono
ramificarsi in regioni localizzate o distribuirsi a diverse aree cerebrali; (2) la
creazione di nuove e più estese connessioni sinaptiche; (3) la formazione, lungo
gli assoni, di una guaina mielinica che aumenta la velocità di conduzione dei
segnali elettrici e quindi rende funzionalmente più efficace il collegamento
delle cellule nervose; (4) cambiamenti a livello delle membrane post-sinaptiche
delle cellule "riceventi", con aggiustamenti nella densità dei recettori e nella
loro sensibilità che portano a una maggiore efficienza delle connessioni; infine,
(5) fenomeni di morte cellulare, e quindi la "potatura" di neuroni e sinapsi - che
può essere legata a una loro mancata utilizzazione o a meccanismi degenerativi
causati da condizioni particolari (per esempio, nel caso di stress cronici).
da: «La mente relazionale» di Siegel pag. 13 - 14
5
I NEURONI DEL BAMBINO PICCOLO
………………
Le connessioni sinaptiche del neonato, risvegliatesi al mondo e appena formatesi,
incominciano a costruire una registrazione neurologica delle sue esperienze tratte
dall'ambiente. Attraverso questo processo, le connessioni delle cellule nervose nel suo
cervello iniziano a formare schemi specifici per creare importanti reticoli neurali, mettendo
il cervello in grado di organizzare le sue molteplici funzioni e di archiviare, recuperare ed
elaborare le informazioni efficacemente. Questo processo viene chiamato apprendimento, e
il cervello del neonato sta apprendendo al ritmo più veloce che mai raggiungerà nella sua
vita. Ad esempio, fin dalla nascita un bambino può udire ogni suono che può udire un
adulto; tuttavia, soltanto le parole che sente ripetutamente usare da sua madre andranno a
costituire i fondamenti della sua lingua nativa.
……………………
Fin dal principio, in un processo chiamato sfoltimento, il cervello è occupato a recidere e a
modificare le connessioni sinaptiche secondo quanto inizia a sapere, ricordare e riconoscere.
Le sinapsi utilizzate di rado si atrofizzeranno, e alla fine saranno recise o sfoltite. Le sinapsi
relative al suono che il neonato sente raramente, ad esempio, saranno rimosse. Molti
genitori che hanno adottato bambini sotto ai due anni provenienti da altri paesi sono
rimasti stupiti dalla velocità con cui questi bambini afferravano la loro nuova lingua,
dimenticando allo stesso tempo il linguaggio nativo se non era parlato nella loro nuova
famiglia".
…………
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da: «Evolvi il tuo cervello» di Dispenza pag. 131
RAPPORTO SCUOLA - SOCIETÀ
L’impostazione dei programmi e dell’organizzazione della scuola, è avvenuta
in un periodo in cui la società era impostata in modo completamente
diverso da quello attuale:
- presenza di un maggiore rapporto con la natura, per il tipo di lavoro più
rurale;
- nelle città la tecnologia era molto ridotta ed i lavori erano più di tipo
manuale, anche nelle professioni, per esempio, come quelle di ufficio;
- i bambini giocavano tantissimo fra di loro, in cortile, con giochi spesso
costruiti con oggetti di recupero, litigavano e si risolvevano fra loro i
problemi;
- i bambini avevano meno contenuti culturali, ma capacità logiche, creative
e spazio-temporali molto sviluppate: conseguenza di questo tipo di società;
- ………
Quando entravano nella scuola, i bambini avevano tutto ciò
che serviva per apprendere al meglio, cioè avevano tutti i
PREREQUISITI necessari
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IL CORPO del BAMBINO nella SOCIETÀ ATTUALE
Il CORPO, questo sconosciuto!
Le difficoltà che emergono dipendono dalla
mancanza di esperienze corporee, dall’inattività,
dallo stare troppo tempo di fronte ai monitor, dai
genitori che risolvono ogni problema, dall’evitare
ogni difficoltà soprattutto corporea, dal rifiuto della
fatica, ……
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SERVE l’EDUCAZIONE FISICA NELLA SCUOLA PRIMARIA?
SI, …… ma QUALE?
Serve un’Educazione Fisica che si
ponga l’obiettivo di far acquisire
quei PREREQUISITI che sono
fondamentali per affrontare la
scolarità normale:
- che lavori per esperienze,
- che sviluppi il problem solving,
- che sviluppi le capacità spazio –
temporali,
- che sviluppi le capacità logiche,
- che sviluppi le capacità relazionali,
- che sviluppi le capacità di fare
squadra e di saper gestire i conflitti,
- Che sviluppi tutte le funzioni
corporee,
- ………..
Serve un’Educazione Fisica gestita da
Docenti che si mettano a
disposizione della scuola per aiutare
gli altri Docenti a:
- pensare all’apprendimento in
termini corporei;
- operare con esperienze pratiche e
laboratoriali in tutte le discipline,
- creare attività interdisciplinari che
possano favorire l’apprendimento
utilizzando più materie per ottenere
lo stesso obiettivo;
- …….
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NON SERVE LO SPORT
È evidente che questo tipo di Educazione Fisica,
indispensabile per i problemi della scuola attuale, non
può essere attuata da un tecnico o da un istruttore
sportivo.
Lo sport non può risolvere questi problemi che
nascono dalla mancanza degli elementi basilari del
movimento, dalla difficoltà nel gestire le sensazioni
personali e nella impossibilità di costruire una propria
identità.
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SERVE UNA SCUOLA che PENSI con il CORPO
Ipotizzare una scuola che pensa con il corpo significa che in ogni
azione didattica e in ogni momento scolastico le parole, le azioni,
le proposte, e quant’altro viene svolto nella vita scolastica, deve
utilizzare forme di comunicazione che utilizzino riferimenti a
concetti corporei, a concetti spaziali, a concetti relazionali, allo
sviluppo di problem solving, ecc. …...
Nella giornata esistono numerosi momenti che possono essere
sempre interpretati come momenti didattici, anche se non
strettamente legati alle materie.
Alcuni esempi possiamo trovarli nei programmi e
nell’organizzazione delle scuole Montessoriane e Steineriane,
che possono esserci utili per comprendere il concetto di pensare
con il corpo.
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LE PROPOSTE ATTUALI
Alcuni segnali sono importantissimi
Nel Disegno di Legge proposto dal Governo, all’interno di un ampio contesto di
trasformazione e di modernizzazione di tutta la scuola italiana, si attua anche un nuovo
modo di concepire l’insegnamento dell’Educazione Fisica.
I punti per noi più importanti si sviluppano nell’art. 2:
- il comma 3 punto g recita:
«potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti improntati ad
uno stile di vita sano, con particolare riferimento all’alimentazione, all’educazione
fisica e allo sport;»
- il comma 15 recita:
«L’insegnamento della musica e dell’educazione fisica nella scuola primaria è
assicurato, nel limite dell’organico disponibile, avvalendosi di docenti abilitati nelle
relative classi di concorso, anche in ruolo in altri gradi di istruzione, in qualità di
specialisti.»
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GRAZIE
Per la vostra pazienza
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