L’occhio
Occhio e simbologia
Occhio nella Bibbia
Occhio nella letteratura
Occhio nei proverbi
Occhio nell’arte
Occhio e la macchina fotografica
Ci sono simboli che, anche in differenti culture e
religioni, rivestono significati riconducibili a
comuni denominatori:
Il SOLE è simbolo di divinità.
Il FUOCO di passione, di potenza creatrice o, al
contrario, distruttrice.
L’OCCHIO di vigilanza o di conoscenza.
L’occhio, organo della percezione sensibile, è universalmente simbolo della
percezione intellettuale.
L’occhio fisico ha la funzione di ricettore della luce.
L’occhio del cuore riceve la luce spirituale: è l’uomo che vede Dio e Dio che vede
l’uomo.
I due occhi si identificano, in alcune antiche culture, con i due astri luminosi:
il sole e la luna.
L’occhio destro corrisponde al Sole, al fuoco, all’origine del cosmo, alla forma,
all’attività, al futuro, all’essenza, alla conoscenza intuitiva immediata, allo spirito, al
cuore, al profeta, al maschile, al padre, al maschio.
L’occhio sinistro corrisponde alla Luna, all’acqua, alla materia, alla passività, al
rinnovamento ciclico, alla sostanza, alla conoscenza riflessiva, all’anima, al cervello,
allo specchio che riflette, al femminile, alla madre, alla femmina.
L’occhio della fronte o terzo occhio è la percezione unificante, la visione sintetica;
il suo sguardo riduce tutto in cenere; esprime il presente senza dimensioni, è l’occhio
della conoscenza, posto al limite fra unità e molteplicità.
L’occhio unico è simbolo dell’essenza e della conoscenza divina,
è l’occhio divino che vede tutto e da cui emana la luce e la vita.
I saggi dell’antichità avevano definito gli occhi come finestre dell’anima.
In realtà ci rivelano anche il nostro stato di salute fisica, le nostre emozioni,
i nostri tratti caratteriali, la personalità e persino i pensieri.
Gli occhi contengono le immagini del corpo,della mente e rappresentano
un riflesso dello spirito;
con gli occhi vediamo il mondo esterno, ma se guardiamo negli occhi una
persona, possiamo vedere anche il riflesso della sua anima.
(Da un’intervista al fisico prof. Andrei Frolov)
L’OCCHIO NELLA BIBBIA
L’OCCHIO DI DIO
Il tema dell’occhio di Dio è il tema del giudizio delle azioni umane che non restano nascoste
ed ingiudicate di fronte agli occhi del creatore.
Dr 6,18:
“fate quel che è giusto e buono agli occhi del Signore…”
Salmo 34,16: “il Signore tiene gli occhi sopra i giusti e alle suppliche loro poggia
ascolto ”
Is 1,5:
“quando voi stendete le vostre mani, distolgo da voi i miei occhi
anche se voi moltiplicate le preghiere, io non le ascolto, le vostre
mani sono piene di sangue”
Gb 36,7:
“ Dio non toglie gli occhi dai giusti”
Tema
dell’occhio è il tema della provvidenza divina. Il popolo di Dio è paragonato alla
pupilla dell’occhio: Dio ne ha cura in modo particolare.
Dt 32,10:
Pr 7,2:
“ lo custodì come pupilla del suo occhio”
“ il mio insegnamento sia come la pupilla dei tuoi occhi ”
Gen 6,8:
“ ma Noè trovò grazie agli occhi del Signore ”
Salmo 32,8:
“ ti farò esperto, ti insegnerò la via, terrò su di te gli occhi miei ”
Salmo 121,1:
“ io levo i miei occhi verso i monti: dove mi verrà il soccorso ”
Salmo 145,15:
“ gli occhi di tutti a te sono rivolti e tu fornisci a loro l’alimento ”
Secondo libro delle cronache 20,12: “non sappiamo che fare: a te sono rivolti i
nostri occhi ”
 Tema correlato al primo è la responsabilità dell’uomo di fronte agli “occhi di Dio”
In vari passi infatti si usa l’espressione “fare ciò che è male agli occhi del Signore”
Pr 22,9: “chi ha l’occhio generoso sarà benedetto”
Pr 30,17: “l’occhio che schernisce il padre e disprezza l’età di sua madre, sia
cavato dai corvi della valle e lo divorino i figli dell’aquila”
 Occhio di Dio significa anche onniscienza di Dio …nell’Apocalisse Dio è l’essere
luminoso più del sole. I suoi occhi sono inoltre 7 e scrutano tutta la terra…
Gli occhi del Signore custodiscono la scienza. Lo sguardo di Dio è il criterio di verità
dell’uomo che prova la fatica e la confusione nello scrutare il mondo.
Zc 4,10:
Ap 5,6:
Pr 15,3:
Pr 5,21:
Pr 22,12:
Sir 39,19:
“ le 7 lucerne rappresentano gli occhi del Signore”
“ l’Agnello aveva 7 occhi”
“ in ogni luogo sono gli occhi del Signore”
“ gli occhi del Signore osservano le vie dell’uomo”
“ gli occhi del Signore proteggono la scienza”
“ non è possibile nascondersi ai suoi occhi”
L’OCCHIO DELL’UOMO
Riferimento spirituale dell’occhio: esso è detto lucerna del corpo da parte di Gesù stesso.
Parlare di occhio è parlare dell’interiorità dell’uomo (Mt 6,22 ss). Parlare di occhio
dell’uomo è parlare delle sue intenzioni (es. Pr 22,9). Occhio diventa semplicemente
sinonimo di spirito in molti passi…per questo, secondo la Bibbia, un uomo lo si può
giudicare dagli occhi…
Ab 1,13:
“ tu dagli occhi così puri che non puoi vedere il male”
Salmo 101,5: “chi ha occhi altezzosi non lo potrò sopportare”
Pr 30,13:
“ una genia dagli occhi alteri e dalle palpebre accigliate”
Cn 6,5:
“ tu mi rapisti il cuore con uno sguardo”
Occhio è immagine del desiderio dell’uomo, spesso senza misura (salmo 119,82..)
per questo l’occhio è detto mai sazio in proverbi 27,20 o Qo 1,8 …
Sir 40,22:
“ l’occhio desidera grazia e bellezza”
Gdt 16,9:
“ il suo sandalo rapì il suo occhio e la sua bellezza imprigionò
la sua anima”
Sir 14,9:
“ l’occhio dell’avaro non si accontenta”
Pr 28,22:
“ l’uomo dall’occhio cupido è impaziente di arricchire”
2Pt 2,14:

“ hanno gli occhi pieni della donna adultera e insaziabili di peccati
adescano le anime vacillanti, hanno il cuore esercitato alla cupidigia,
son figli di maledizione”.
Occhio nella Bibbia è immagine della creaturalità e di vita dell’uomo: è Dio che ha
creato gli occhi di questo (Es salmo 94)
Salmo 123,2: “ a te devo i miei occhi, o Tu che siedi nei cieli”
Salmo 135,16: “ gli idoli non hanno l’uso degli occhi per vedere”
Pr 20,12:
“ l’orecchio ode e l’occhio vede, ma l’uno e l’altro son fatti da Dio”
Numerosi sono i verbi che vengono associati agli occhi dell’uomo:

Occhi che si aprono (vedere, scoprire, nascere, accompagnamento del Signore…)
Tobia 11,13:
“ ti vedo figlio mio, luce dei miei occhi”
Giobbe 42,5:
“ per udito avevo saputo di te, ma ora l’occhio mio ti ha visto”
Isaia 52,8:
“ vedono coi loro occhi il ritorno del Signore a Sion”
Isaia 64,3:
“ nessun occhio ha mai visto nessun Dio fare tanto”
Proverbi 4,25:
Proverbi 3,21:
“ i tuoi occhi guardino in avanti e i tuoi sguardi siano rivolti ai
passi”
“ figlio mio, conserva il consiglio e la prudenza, né s’allontanino.

Occhi che si chiudono (umiltà dell’uomo, morire, ignorare, fatica dell’uomo…)
Gb 22,29:
“ Dio soccorre chi ha gli occhi bassi”
Gen 46,4:
“ Giuseppe ti chiuderà gli occhi”
Lc 24,16:
“ i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo”
Pr 28,27:
“chi chiude gli occhi, avrà grandi maledizioni”

Occhi che lacrimano (tema del dolore)
Gb 17,7:
“ si offusca per il dolore il mio occhio”
Salmo 6,8:
“ i miei occhi si consumano nel dolore”
Salmo 119,136: “ fiumi di lacrime mi scendono dagli occhi”
Ap 21,4:
“ tergerà ogni lacrima dai loro occhi”

Occhi malati (immagine del limite dell’uomo..vecchiaia, morte)
Gen 27,1:
“ gli occhi di Isacco si erano indeboliti”
Salmo 38,11:
“ si spegne la luce dei miei occhi”
1Gv 2,11:
“ le tenebre hanno accecato i suoi occhi”

Occhio strizzato (inganno dell’uomo..)
Pr 16,30:
“ chi socchiude gli occhi medita inganni”
Pr 10,10:
“chi chiude un occhio, causa dolore”
Sir 27,22:
“ chi ammicca con l’occhio trama il male”

Occhi che si pongono su..(tema della protezione e del vegliare..)
Nm 10,31:
“ sarai per noi come gli occhi”
1Re 8,29:
“ siano aperti i tuoi occhi verso questa casa”
1Re 8,52:
“ siano attenti i tuoi occhi alla preghiera”
L’OCCHIO NELLA LETTERATURA
Da sempre lo sguardo di una donna è stato cantato dai poeti, come espressione
dell’anima e “veicolo d’amore”.
Autore: Guido Cavalcanti 1259/1300
Titolo: Chi è questa che ven…
“…Deh!, che rassembla quando li
occhi gira…”
L’autore vede lo sguardo della donna
e ne rimane rapito.
Autore: Dante Alighieri 1265/1321
Titolo: Ne li occhi porta la mia donna amore
“Ne li occhi porta la mia donna amore,
L’autore dice che la sua donna porta l’amore
per che si fa gentil ciò ch’ella mira…”
nello Sguardo, perciò tutto ciò che osserva
diventa nobile.
Autore: Dante Alighieri 1265/1321
Titolo: Tanto gentile e tanto onesta pare
“Mostrasi si’ piacente a chi la mira ,
che da per li occhi una dolcezza al core ,
che’ntender no la può chi non la prova…”
Beatrice si mostra piacevole a chi la guarda
e gli occhi trasmettono a chi la vede, una
dolcezza nel cuore.
Autore: F. Petrarca 1304/1374
Titolo: Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
“...e’l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi…”
Autore: F.Petrarca 1304/1374
Dal Canzoniere
“ Benedetto sia ‘l giorno, e ‘l mese, e l’anno,
e la stagione, e ‘l tempo e l’ora, e ‘l punto,
e ‘l bel paese, e ‘l loco ov’ io fui giunti
da’ duo occhi, che legato m’hanno…”
Autore: A. Poliziano 1454/1494
Titolo: L’apparizione di Simonetta
“..Folgoron gli occhi d’ un dolce sereno,
ove sue face tien Cupido ascose…”
Autore: Charles Baudelaire 1821/1867
Titolo: A una passante
“…Istupidito bevevo nei suoi occhi vividi di
tempesta la dolcezza che incanta e il piacere
che uccide…”
L’autore è imprigionato dalla luce che gli
occhi di lei emanano.
L’autore benedice il momento e il luogo
in cui ha incontrato la donna che l’ha
fatto innamorare perdutamente.
L’autore afferma che negli occhi di
Simonetta ci sia Cupido che tiene accese
le fiaccole dell’amore.
L’autore guarda incantato una passante
e scopre nei suoi occhi la dolcezza che
incanta e l’intensità che può sconvolgere
Autore: Vladimir Majakovskij 1839/1930
Titolo: Tu“
Poi sei venuta tu e t’è bastata un’occhiata
per vedere dietro quel ruggito, dietro quella
corporatura, semplicemente un fanciullo…”
Alla donna amata, è bastata un’occhiata
per capire che dentro l’uomo, c’era
un’anima di fanciullo.
Autore: Vachel Lindsay 1879/ 1931
Titolo: A una ragazza dai capelli d’oro in una città della Louisiana.
“...Se il tuo cuore è buono
L’autore spera che la bellezza degli occhi
Come ora i tuoi giovani occhi.”
rispecchi la purezza del cuore della
ragazza.
Autore: Arthur Rimbaud
Titolo: Vocali
“..O, l’Omega, raggio violetto dei suoi
occhi!”
L’Omega è l’ultima lettera dell’alfabeto
greco e gli occhi della donna amata sono
il simbolo del valore supremo nella vita
del poeta
Autore: David Herbet Lawrence 1885/1930
Titolo: Verde
“...Lei aprì gli occhi, e gli occhi le
Gli occhi di lei sono verdi, luminosi e
brillarono verdi,chiari come dei fiori
il poeta li guarda ogni volta incantato
per la prima volta sbocciati ed ora
paragonandoli a fiori appena sbocciati.
per la prima volta veduti.”
Autore: D. Valeri 1887/1976
Titolo: Giovinetta
“…ma gli occhi grandi, ombrati di viola,
raggiati d’oro, limpidi e inscrutabili,
son più amari degli occhi della sera.”
Gli occhi di un’adolescente, grandi
ombrati di viola, con riflessi dorati,
limpidi e in scrutabili, possono diventare
più cupi della notte.
Autore: U. Saba 1883/1957
Titolo: La fanciulla
“Chi vede te vede una primavera,
uno strano arboscello,che non reca
fiori, ma frutta.”
La fanciulla, come la primavera, porta
speranza, gioia e alcuni aspetti dell’età
matura che si approssima.
Autore: Cesare Pavese 1908/1950
Titolo: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi…
i tuoi occhi saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.”
Quando negli occhi di lei leggerà il
silenzio allora per il poeta, sarà come
morire.
Autore: G.Papini 1881/1956
Titolo: Viola
“…Par che la terra, rifatta stamani
più generosa, più fresca di ieri
voglia specchiarsi negli occhi silvani
tuoi, risplendenti di casti pensieri.”
Autore: P.Neruda 1904/1973
Titolo: Guglielmina
“…Allora entrò Guglielmina
con due bagliori azzurri
che mi trafissero i capelli.”
Autore: Pablo Neruda 1904/1973
Titolo: Il tuo sorriso
“…Dura è la mia lotta e torno con gli
occhi stanchi, a volte, d’aver visto la terra
che cambia ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi…”
Gli occhi della fanciulla , verdi, puri,
sembrano rispecchiare la bellezza di una
natura incontaminata.
L’autore vede lo sguardo di una ragazza
e si sente trafiggere.
l sorriso della donna amata, è per il
poeta fonte di serenità e conforto in
ogni momento della sua esistenza.
L’OCCHIO nei PROVERBI
 Aprire gli occhi.
Accorgersi finalmente, scoprire una realtà insospettata, un inganno.
 Ad occhio e croce.
Per dire approssimativamente, circa, in relazione ad una misura o ad un calcolo
come se fossero eseguiti con un’occhiata affrettata.
 Chi al caso si affida prende un cieco per guida.
Nella vita bisogna fare delle scelte ma senza affidarsi al caso.
 Chiudere un occhio.
Mostrare indulgenza, far finta di non vedere.
 Dare un occhio.
Guardare, sorvegliare, prestare attenzione.
 Lacrime d’erede e’ matto chi ci crede.
Le lacrime di chi eredita, non sempre indicano il dolore per la scomparsa del
parente.
 La gatta frettolosa fece i gattini ciechi.
Quando si fanno cose frettolosamente, va a finire che non si fanno bene.
 L’occhio del padrone ingrassa il cavallo.
Occorre sempre vigilare su ciò che si possiede.
 Nel regno dei cieli anche un guercio è re.
Nell’Aldilà i difetti fisici non contano.
 Non guardare la pagliuzza nell’occhio del tuo vicino, guarda piuttosto la trave
nel tuo.
Prima di guardare i difetti degli altri, dovremmo renderci conto dei nostri.
 Occhio che piange cuore non sente
Ognuno è solo con il proprio dolore.
 Occhio per occhio dente per dente
Risarcire qualcuno con qualcosa di equivalente al danno arrecato.
 Senza denaro non canta un cieco
Il denaro serve a tutti.
 Occhio non vede, cuore non duole
Ciò che accade lontano dalla nostra vista, non ci fa soffrire.
L’OCCHIO e L’ARTE
RUGGERO PIERANTONI
“L’OCCHIO E L’IDEA” ed. Boringhieri
Illusione e piacere.
Durante l’esplorazione visiva, l’occhio spazza l’immagine sostanzialmente con tre
tecniche: un’oscillazione lenta, salti bruschi e veloci e piccole velocissime vibrazioni
locali.
Gli studi di Yarbus e altri molto più recenti, mostrano che esiste una sequenza di
lettura; una volta iniziata l’esplorazione, l’occhio è relativamente poco libero di
seguire i movimenti più svariati, ma finisce per seguire un “itinerario guidato”.
Un dipinto si dice “illusionistico” quando ci suscita l’impressione di aver dinanzi a noi
l’oggetto reale e non una sua rappresentazione bidimensionale.
La prima accezione della parola illusione è “inganno”, nel senso che siamo indotti a
ritenere di essere alla presenza di un oggetto e non della sua rappresentazione.
Un acino d’uva dipinto sembra vero.
La prospettiva è un formidabile mezzo di unificazione dell’immagine , ben presto però
le meraviglie della prospettiva, hanno rivelato tutte le aberrazioni visive cui poteva
condurre il metodo, una volta indagato in tutte le sue possibilità e portato alle
conseguenze estreme.
Esemplare il dipinto di Hans Holbein (1497/1543) “ Gli ambasciatori”, nel quale, uno
strano oggetto fluttuante sul tappeto, tra i due personaggi, si rivela come un teschio
abbastanza macabro, una volta osservato da un punto di vista opportuno.
Si sa, dagli studi della percezione, che i fenomeni della visione sono il risultato di una
progressiva interazione tra le facoltà cerebrali-percettive e la luce, ma contrariamente
alle superstizioni, vedere è tutt’altro che un fatto naturale; basti pensare ad un solo
aneddoto universalmente noto: nel Dicembre del 1895 i fratelli Lumière iniziarono a
proiettare i loro primi esperimenti cinematografici al pubblico dei curiosi disposti a
pagare un franco, per vedere dieci films, della durata di un minuto, al Gran Café del
boulevard des Capucines.
Uno di questi film, “L’arrivée d’un train en gare de la Ciotat”, costrinse il pubblico a
nascondersi sotto le sedie, convinto che il treno apparso sullo schermo sarebbe
arrivato in sala.
L’altro contesto semantico della parola “illusione” è molto diverso: consiste in
un’errata valutazione sia metrica che spaziale di certi enti geometrici che ci vengono
proposti.
Nel secondo caso due segmenti di eguale lunghezza sembrano differenti; due cerchi di
eguale diametro, opportunamente associati ad altri cerchi, appaiono differenti;
segmenti di eguale lunghezza, associati a uno sfondo fortemente scorciato
prospetticamente, appaiono di diversa lunghezza.
In questi casi, l’illusione sembra consistere sostanzialmente nell’errata valutazione di
valori metrici (angoli e lunghezze in particolare).
Un’illusione molto semplice e potente è quella della predominanza della direzione
verticale su quella orizzontale: due segmenti di eguale lunghezza di cui uno sia
verticale e l’altro orizzontale, appaiono diversi e quello verticale nettamente più lungo.
L’OCCHIO E LA MACCHINA
FOTOGRAFICA
Le origini.
La fotografia si basa su due principi fondamentali anticamente conosciuti:
uno dimostra che alcune sostanze sono sensibili ad alcune lunghezze d’onda della luce,
l’altro dimostra che, quando la luce penetra in una camera oscura o in una scatola
attraverso un’apertura, dà un’immagine rovesciata di quello che si trova all’esterno,
davanti all’apertura stessa.
Grazie a questi due principi, col progresso della chimica e dell’ottica, si è arrivati alla
scoperta della fotografia.
L’occhio è l’organo della vista come l’obiettivo fotografico è il sistema ottico per
apparecchi fotografici, costituito da diverse lenti fissate tra loro, destinato a far
convergere i fasci luminosi provenienti dal soggetto traguardato, sulla pellicola
fotografica retrostante.
Nella retina un oggetto illuminato rimanda i raggi di luce nei nostri occhi; i raggi di
luce riflessa proiettano l’immagine capovolta e rimpicciolita sulla retina come, nella
macchina fotografica, la camera oscura: una scatola nella quale, attraverso un foro,
viene a formarsi l’ immagine rovesciata degli oggetti visibili attraverso il foro stesso,
immagine che resta impressa sulla pellicola.
La palpebra ha la funzione importante di ripulire costantemente la cornea attraverso
ghiandole lacrimali, infine la nutre e la protegge.
Il liquido secreto dalla palpebra è costituito dal 98% di acqua e dal 2% di un cocktail
di cloro, fosforo, potassio, sodio, idrati di carbonio, acido citrico ed acido ascorbico,
così come sulle pellicole fotografiche è depositato uno strato di gelatina in cui sono
posti sali d’argento, sotto forma di piccolissimi granuli invisibili a occhio nudo,
sensibili alla luce.
Le palpebre, inoltre, servono per regolare l’ entrata della luce.
Sono due pieghe cutanee mobili che, avvicinandosi tra loro, coprono la parte la parte
anteriore del globo oculare come l’otturatore nella macchina fotografica che regola la
durata dell’ esposizione della pellicola alla luce.
La pupilla è l’orifizio circolare situato al centro dell’iride, attraverso la quale
penetrano nell’occhio i raggi luminosi come il diaframma nella macchina fotografica :
ha lo scopo di regolare l’apertura dell’obbiettivo e quindi la luminosità in rapporto
all’illuminazione del soggetto, alla desiderata profondità di fuoco, al tempo di posa e
alla sensibilità della pellicola.