Organizzazione, controllo e gestione di una Terapia Intensiva di Cardiochirurgia Ciro Scognamiglio (Rianimazione di Cardiochirurgia) A.O.R.N. ”V. Monaldi” di Napoli Azienda di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione Si definisce tale l’Ospedale che possiede almeno tre strutture di alta specialità organizzate in aree funzionali omogenee con un’organizzazione dipartimentale dei servizi (DMS 29/01/1992) CARDIOCHIRURGIA Sala da Risveglio Terapia Intensiva Rianimazione Area Critica Che valuta la criticità dell’ospite in tutte le sue manifestazioni Marketing competitivo  Studio delle esigenze di mercato  Programmazione delle esigenze di mercato  Contesti concorrenziali definiti  Rapporto migliore con la clientela  Adeguamento alle esigenze clienti/utenti  Proiettare l’immagine verso un consenso e una credibilità Marketing relazionale Elasticizzare l’offerta in base alle modificazioni socio-antropologiche del bacino d’utenza  Considerare l’area geografica di appartenenza  Rivalutare le risorse umane e strutturali  Benchmarking strategico (rapporti relazionali)  Riduzione degli attriti per i cambiamenti  Adozione di pratiche innovative  Crescita della responsabilizzazione  Coinvolgimento dei dipendenti Benchmarking strategico (rapporti gestionali)  Crescita della competitività  Definizione di progetti  Aumento degli indici di soddisfazione  Sviluppo della qualità (sotto tutte le forme) Dalle categorie alla catena  Dalle categorie di identificazione citate, si passa alla catena del valore cioè le attività primarie della struttura (Pronto Soccorso, Accettazione, Degenze mediche, Degenze chirurgiche, Prestazioni ambulatoriali, Day Hospital) Chi accede alla struttura?  Patologie valvolari  Patologie coronariche  Patologie da dissezioni  Patologie aneurismatiche  Patologie da dilatazione cardiaca (trap.)  Indagini strumentali cruenti  118 Interdisciplinarietà Per le enormi professionalità afferenti, il centro diventa riferimento per le attività di:  Cardiologia  Emodinamica  Elettrostimolazione  Chirurgia vascolare (e generale)  Diagnostica invasiva Infezioni ospedaliere?  Il coefficiente di infezioni ospedaliere non può oscillare oltre il range dato dall’OMS.  In considerazione dei periodi “caldi” l’OMS considera ottimale una oscillazione tra il 5% e il 7%  Il nostro centro, per l’anno 2003, ha potuto vantare valori più bassi Un incubo lungo una notte! L’attività chirurgica e l’alta tecnologia necessaria per assistenza in Terapia Intensiva sviluppano criteri di emarginazione dati dalla somma dell’esclusione e dell’elusione manifestando:  Delusione  Insoddisfazione  Agitazione  Insofferenza Il potere della “non” integrazione Dal MOBBING al BURNOUT Obiettivi assistenziali  Individuazione della patologia  Applicazione dei processi terapeutici > terapia funzionale > dimensione relazionale Filosofia del Nursing          Abdellah Adam E. Bizier N. Henderson V. Johnson King Levine Nightingale Florence Orem D.          Orlando Parse R.R. Peplau Riehl Rizzo Rosemary Rogers Roy Travelbee Wiedenbach Crazy List 1937 John Everything 1941 Paul Explainable 1959 Mitchell Is One 1963 Patty Foolishness 1972 Pitt Among So Many 1984 Arnold Questions Ogni cosa spiegabile è una sciocchezza fra tante domande Bisogni MASLOW > fisiologici > sicurezza > sociali > stima > autorealizzazione Bisogni HARRINGTON Consapevolezza e delega Impegno e coinvolgimento Partecipazione e leadership Dalla parola alla storia  Malato  > Degente  >> Paziente  >>> Utente  >>>> Cliente CLIENS = Cliente Nell’aziendalizzazione si parla di cliens (che si mette sotto la protezione di qualcuno) dalla parola latina che riporta al nostro “cliente” Processi I processi sono rappresentabili come alberi della qualità Sistema del tutto compensativo L’infermiere si sostituisce del tutto al paziente compensando le attività che il paziente non è in grado di effettuare Sistema in parte compensativo L’infermiere interagisce con le capacità limitate del paziente Sistema educativo di supporto L’infermiere diventa educatore per il corretto reinserimento del paziente nella società Tipi di intervento  Fisioterapici  Analgesici  Psico-sociologici  Antropologici  Di controllo: farmaci dieta Monitorizzazione e controllo del paziente in Rianimazione di Cardiochirurgia Dall’accettazione alla dimissione Accoglienza Completato l’intervento l’ospite viene accompagnato al modulo di Terapia Intensiva con assistenza respiratoria continua ed infusione di farmaci inotropi mediante pompe elettriche computerizzate Accoglienza All’accoglienza dell’ospite provvederanno : Un cardiochirurgo Un anestesista Due infermieri Controllo immediato Uno dei due infermieri avrà cura di :  Registrare l’ospite  Preparare la documentazione  Richiedere un Rx torace  Praticare un ECG  Praticare una emogasanalisi  Controllare l’esatta monitorizzazione del paziente EMOGASANALISI      Ph Pco2 Po2 Hco3 SBC    Hb Ht  K Na Ca Cl  Gluc   Monitoraggio L’infermiere ha in gestione gli apparecchi per monitorare :  L’attività elettrica del cuore  La respirazione  Il bilancio idro – elettrolitico  La diuresi cioè le funzioni vitali che potrebbero risultare compromesse Monitoraggio L’infermiere è la prima persona che deve sapere cogliere ogni segno di miglioramento o di peggioramento  L’osservazione del paziente critico dipende da un nursing attento, da una valutazione costante, da un controllo critico degli strumenti ad esso connessi  Monitoraggio L’infermiere deve avere:  Alto livello di preparazione  Alto livello di conoscenza  Preparazione adeguata  Preparazione responsabile Psicologia (dolore reale e dolori nascosti) L’infermiere:  Deve avere un atteggiamento adeguato  Essere pronto a comunicare  Avere risposte chiare e comprensibili  Rispettare gli ideali del paziente  Deve considerare la persona in tutte le sue dimensioni  Essere al centro di una società multi – etnica Piano Assistenziale In Terapia Intensiva è indispensabile formulare un piano assistenziale :  Che non sia vincolato a stantii protocolli  Che tenga conto dei diversi monitoraggi  Che sia rispondente ai bisogni di igiene e cura posturale  Che sia di prevenzione alle infezioni Piano Assistenziale  Il piano assistenziale comprende il periodo di assistenza tra la pre-estubazione e la postestubazione  Ha cura della corretta gestione del tubo endotracheale  Considera la corretta somministrazione della terapia Assistenza pre-estubazione Nell’immediato post-operatorio il paziente si presenterà con i seguenti presidi:  Tubo orotracheale  Catetere venoso centrale  Due o più vie di infusione periferiche  Due drenaggi mediastinici e, all’occorrenza, uno o due drenaggi pleurici Assistenza pre-estubazione  Una via arteriosa  Il catetere vescicale  Il sondino naso-gastrico  Due o quattro elettrodi intra-cardiaci collegati ad un pace-maker provvisorio Assistenza pre-estubazione Cosa occorre fare all’arrivo del paziente in Terapia Intensiva?  Collegamento al respiratore automatico in MMV  Monitoraggio continuo della pressione arteriosa (PA), della pressione venosa centrale (PVC), elettrocardiografico (ECG) e della temperatura centrale e periferica Assistenza pre-estubazione  Collegamento dei drenaggi al sistema di aspirazione  Controllo delle perdite ematiche e della funzione respiratoria  Monitoraggio orario della diuresi e del bilancio idrico  Collegamento degli elettrodi temporanei al pace-maker esterno Assistenza pre-estubazione  Esecuzione su carta di un ECG completo  Verifica pervietà del drenaggio gastrico  Monitoraggio dell’equilibrio acido-basico e della ventilazione polmonare, fatto con prelievo dalla linea arteriosa, da eseguire con regolarità  Esecuzione di Rx torace non appena i parametri emodinamici si siano stabilizzati Assistenza pre-estubazione  Broncoaspirazione al bisogno  Verifica della pervietà del circuito respiratorio interno (controllare che il tubo oro-tracheale non sia ostruito da coaguli o secrezioni o non sia “sposizionato”)  Manutenzione delle vie venose e arteriose Assistenza pre-estubazione  Controllare il corretto funzionamento delle pompe elettriche computerizzate per l’infusione di farmaci inotropi  Programmare l’esecuzione di un prelievo venoso per gli esami ematochimici con attenzione agli indici della coagulazione e delle infezioni Estubazione  1. 2. 3. L’estubazione, o deconnessione del paziente dal ventilatore automatico, è una manovra difficile e delicata che deve tener conto delle condizioni del soggetto nella sua globalità Guanti sterili Siringa monouso Sondino per broncoaspirazione Estubazione (eventuali problemi)  Agitazione del paziente  Broncostenosi  Tubo orotracheale ostruito da secrezioni  Presenza di sangue  Tubo orotracheale non in sede  Tubo orotracheale bloccato dal sondino naso-gastrico Tubo oro-tracheale Il tubo oro-tracheale :  E’un cilindro aperto da entrambi gli estremi con una curvatura anatomica  E’ provvisto di una cuffia nella parte distale che lo fissa alla trachea  Nella parte prossimale, che sporge dalla bocca, lo collega al respiratore artificiale con una miscela di gas tra 50% e il 60% Intubazione L’intubazione provoca condizioni fisiologiche nuove alterando il riscaldamento e l’umidificazione dei gas ispirati e il normale drenaggio delle secrezioni tracheo-bronchiali  Indipendentemente dalle condizioni che hanno reso necessaria la manovra, la sorveglianza dovrà essere costante e attenta  Intubazione (complicanze)  Estubazione accidentale  Mancata tenuta della cuffia  Ostruzione del tubo tracheale per secrezioni o sanguinamento  Morsicatura o inginocchiamento del tubo per compressione sulla parete Intubazione (problematiche) Le problematiche, favorite da fattori locali dovuti al materiale usato, alle metodiche di connessione al ventilatore e a quelle di nursing, sono:  Edema della glottide,broncospasmo  Disfonia, disfagia  Faringiti, laringiti  Fistole (specie nei pazienti lungodegenti) Intubazione (controllo) La manovra terapeutica che può garantire il fine ottimale dell’intubazione è la tracheobroncoaspirazione che consente la rimozione delle secrezioni presenti nell’albero bronchiale.  Due infermieri  Un infermiere e un medico Rx torace Ufficializza uno “status” iniziale  Valuta una patologia di base nel suo decorso o nelle sue complicanze  Visualizza la posizione dei tubi di drenaggio, cateteri, punti sternali, pneumotoraci, altro……  Rx torace (difficoltà) La difficoltà è quella di eseguire l’esame radiografico nella posizione più corretta possibile e di fare assumere, al paziente, la stessa posizione nei successivi controlli. Da ricordare: dare al paziente una posizione eretta per evidenziare un pneumotorace sospetto o un versamento pleurico (aria verso l’alto e liquido verso il basso) Rx torace (limiti ed errori) Nonostante i protocolli e le indicazioni mirate, i limiti e gli errori di un torace a letto sono:  Potenza limitata  Una distanza breve tra tubo e film  Identificazione errata della silhouette cardiaca data dalla posizione supina Rx torace (limiti ed errori)  Sforzo inspiratorio ridotto  Maggiore insufflazione polmonare data dal ventilatore  Sposizionamento del tronco  Errata attribuzione del radiogramma Linea arteriosa  Consente di monitorare la pressione arteriosa sistemica  Consente di eseguire prelievi ematici per i controlli emogasanalitici, ematochimici e colturali Linea arteriosa E’ una via di accesso arterioso diffusa per la facile reperibilità e per la presenza di anastomosi con l’arteria ulnare  Il catetere deve essere controllato per verificare l’eventuale presenza di fenomeni ischemici e il corretto funzionamento del sistema  Si provvederà alla sua disinfezione periodica  Linee di infusione Il paziente si presenta con , almeno, tre vie di infusione:  Due periferiche  Una giugulare sinistra Linee di infusione (giugulare sinistra) Incannullata con un catetere a tre vie, viene utilizzata per:  Infusione dei liquidi relativi al fabbisogno idrico e calorico quotidiano  Somministrazione della terapia endovenosa  Misurazione della pressione venosa centrale (PVC)  Infusione di farmaci inotropi Linee di infusione (giugulare sinistra)  La velocità di infusione dei liquidi non deve essere inferiore a 10ml/h per non favorire un habitat batterico ed è preferibile usare una pompa peristaltica  Cambio dei rubinetti, filtri, tappini e deflussori ogni 24 ore  Attenzione all’utilizzo contemporaneo di farmaci non compatibili tra loro (Perfan!) e specificare il nome e la concentrazione su ogni pompa di infusione Vie periferiche  Utilizzate per infondere sangue, emoderivati, liquidi di supporto (mai per soluzioni contenenti potassio o inotropi a concentrazione acida o oleosa!!)  Rimosse non appena si riterrà inutile avere altre vie per eventuali situazioni critiche Cateterismo vescicale Il catetere vescicale è utilizzato per monitorare la diuresi oraria e per lo svuotamento della vescica nei pazienti che vanno incontro a fenomeni di ritenzione urinaria Il più usato è il Foley il lattice fissato alla vescica grazie al gonfiaggio di un palloncino situato alla punta distale Cateterismo vescicale A livello prossimale sono presenti due vie:  Una per il gonfiaggio del palloncino  Una per la fuoriuscita dell’urina e che sarà connessa al sistema di raccolta a circuito chiuso Cateterismo vescicale E’ buona regola mantenere il catetere in sito per breve tempo:  Sostituire il sacchetto di raccolta ad ogni dubbio  Pulire il meato urinario con sostanze idonee ogni giorno  Eseguire controlli colturali in situazioni sospette e secondo protocolli Drenaggio toracico Il paziente presenterà due drenaggi mediastinici e due pleurici per aspirare eventuali raccolte ematiche nello spazio pericardico e pleurico, per permettere una riespansione polmonare e per impedire eventuali tamponamenti cardiaci Il sistema di aspirazione utilizza il dispositivo monouso di raccolta chiamato Pleur Evac Drenaggio toracico Prevenire coaguli o “tappi” usando la pratica definita “mungitura”  Medicare i punti di inserzione dei tubi ogni giorno  Eventuali campioni di liquido raccolti saranno controllati microbiologicamente  Drenaggio gastrico  Si arriva allo stomaco mediante un sondino che sfrutta, come via di accesso, la via nasale  Il drenaggio gastrico ha lo scopo di svuotare lo stomaco del ristagno, di accumulo di aria, di provvedere ad una alimentazione liquida, di praticare una terapia orale altrimenti impossibile Monitoraggio elettrocardiografico continuo Si tratta del modello di controllo più diffuso. La funzione cardiaca viene valutata:  In termini di frequenza cardiaca e ritmo cardiaco  In valutazione della funzionalità del sistema cardiaco di conduzione  Nel rilevare le alterazioni della frequenza cardiaca in tempo reale Monitoraggio elettrocardiografico continuo  Nel rilevare le alterazioni del ritmo cardiaco  Nel fare una diagnosi rapida delle aritmie pericolose o potenzialmente fatali Monitoraggio della temperatura Sono due le temperature rilevate e studiate per analizzare la situazione termica del paziente:  La temperatura centrale che riflette la situazione degli organi interni  La temperatura superficiale, o periferica, che identifica lo stato di perfusione del paziente Monitoraggio della Pressione Venosa Centrale (PVC) Il monitoraggio elettronico della Pressione Venosa Centrale (PVC) costituisce una procedura fondamentale per ricavare utili informazioni relative alle condizioni di riempimento del ventricolo destro Monitoraggio della Pressione Venosa Centrale (PVC) Incrementi della PVC possono aversi:  Nel cuore polmonare acuto (da embolia polmonare)  Da infarto miocardico a carico del ventricolo destro  Tamponamento cardiaco  Pericardite costrittiva  Valvulopatia tricuspidalica o polmonare  Aumento del ritmo venoso (da eccessiva infusione di liquidi) Monitoraggio della Pressione Venosa Centrale (PVC) La riduzione della PVC ci indicherà:  Diminuzione della volemia (emorragia, perdita di liquidi corporei di varia natura)  Vasodilatazione venosa (con riduzione del ritmo di sangue al cuore destro) Tecnologia Lo sviluppo tecnologico ci impone una capacità di adattamento ai nuovi presidi ed al loro corretto uso e gestione:  Swan-Ganz  Respiratore Domiciliare  Emofiltrazione  Picco  Contropulsazione Aortica Swan - Ganz  Una volta inserito, il gonfiaggio del palloncino farà apparire l’onda di pressione incuneata PCP  Il rilievo del suo valore è un indice del riempimento e del funzionamento delle sezioni sinistre del cuore e serve per i calcoli emodinamici Respiratore Domiciliare Ormai tutti i Respiratori Domiciliari hanno le stesse caratteristiche degli apparecchi in dotazione presso le strutture ospedaliere Respiratore Domiciliare  Assist Control Ventilation (ACV) – il ventilatore fornisce atti meccanici a frequenza preselezionata  Intermittent Mandatory Ventilation (IMV) – a frequenza preselezionata permette il respiro spontaneo tra un atto meccanico e l’altro senza sovrapporsi alla meccanica e riducendo il rischio di alcalosi e iperventilazione   Pressure Controlled Ventilation (PCV) – ventilazione con ciclaggio a pressione completamente controllata dal ventilatore Pressure Support Ventilation (PSV) – permette di determinare, al paziente in respiro spontaneo, il volume dell’inflazione e la durata del ciclo respiratorio Respiratore Domiciliare  Positive end Expiratory Pressure (PEEP) – Si può aggiungere un dispositivo limitatore di pressione che arresta l’espirazione al raggiungimento di una pressione preselezionata; si può ventilare il paziente con volumi di inflazione elevati e frequenze respiratorie rapide (iperventilazione)  La PEEP migliora lo scambio gassoso diminuendo lo shunt intrapolmonare e aumenta la compliance polmonare Respiratore Domiciliare Continuous Positive Airway Pressure (CPAP) – E’ utilizzata per lo svezzamento del paziente dal respiratore automatico poco prima della sua estubazione e può essere erogata anche attraverso maschere o caschi con valvole pressurizzate regolabili per evitare l’intubazione Emofiltrazione Sfrutta la differenza di pressione che permette al soluto di attraversare una membrana (come avviene nel glomerulo renale). Più facilmente passa l’acqua (ultrafiltrato) che contiene prodotti del metabolismo, elettroliti e aminoacidi Picco Attraverso un catetere posto in arteria femorale si potrà rilevare:  La gittata cardiaca in continuo (CO)  Lo stroke volume (SV)  Le resistenze vascolari sistemiche (SVR)  La pressione arteriosa (PA)  La frequenza cardiaca (HR)  La contrattilità (dPMAX)  Volume di sangue intratoracico (ITBV) o precar.  il danno polmonare (EVLW) Contropulsazione Aortica Il dispositivo è inserito in arteria femorale, fatto avanzare in aorta, con l’estremità appena sotto l’arteria succlavia sinistra Il pallone si sgonfia in sistole e si gonfia in diastole  La metà dei posizionamenti avviene nel postoperatorio  E’ diventato un ausilio per i trapianti cardiaci  Le complicanze: ischemia degli arti inferiori e setticemia Contropulsazione Aortica Indicazioni:  Circolazione extracorporea  Trapianto cardiaco  Infarto miocardico acuto con shock cardiogeno  Insufficienza mitralica acuta  Angina instabile Controindicazioni:  Insufficienza aortica  Dissezione aortica  Protesi in aorta toracica Enzimi  Mioglobina  Troponina I  Troponina T  Ckmb  Ckmm  Ckbb  Ckmb mass 2/3 ore (precocissimo) 6/8 ore (precocissimo) muscolo cardiaco muscoli lisci muscoli cerebrali indicizzato Conclusioni  Perché ? >>>>>>  Conoscenza  Per chi ? >>>>>>  Saper essere  Per cosa ? >>>>>>  Saper fare Infermiere = Manager Sanitario Dal Vomiting (copia) di Abrahamson al Problem solving (soluzione) di Schimdt al Problem finding (trovare) di E. Morin al Problem setting (fissare) e al Just-in-time (disporre del pezzo giusto al momento giusto) [email protected] cellulare 338 9810603