CdL Ingegneria delle Telecomunicazioni/Elettrica/Civile
Economia e Organizzazione Aziendale
Elementi di Economia Aziendale
Prof. Ing. Marco Falagario
[email protected]
1
Programma del Corso
Elementi di economia
• Microeconomia: concetti generali e teoria della domanda e dell’offerta
• Macroeconomia: circuito del reddito e PIL
L’impresa
• Natura giuridica dell’impresa
• Il bilancio e la contabilità generale
• Contabilità industriale
• Budget
• Le funzioni aziendali
Tecniche di programmazione della produzione
• La Work Breakdown Structure
• Il diagramma di Gantt
• CPM e PERT
Cenni di analisi degli investimenti
Appunti del corso
Sameulson, Nordhaus, Economia, McGraw Hill, 2002. Cap. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 20, 21.
Fraquelli, Carelli, Capriello, Ragazzi, Il bilancio per i manager, C.E.A., 2002. Cap. 1, 2.
Costantino, Appunti di economia e organizzazione aziendale, (http://climeg.poliba.it) 2
L’economia
•Scienza della ricchezza o della scarsità? (Thomas Carlyle:
“La scienza triste”)
•“Studio del modo in cui le società utilizzano risorse scarse
per produrre beni utili e di come tali beni vengono distribuiti”
(Paul A. Samuelson)
Efficienza: impossibilità di migliorare
le condizioni di un soggetto senza
peggiorare quelle di qualcun altro (W.
Pareto).
3
Il metodo dell’economia
3. POLITICHE
La politica economica si occupa di controllare o modificare il
comportamento del sistema economico o delle sue componenti.
2. PRINCIPI O TEORIE
La teoria economica elabora generalizzazioni riguardanti il sistema
economico o le sue componenti.
INDUZIONE
DEDUZIONE
1. FATTI
L’economia descrittiva o empirica si occupa della raccolta dei fatti
rilevanti per lo studio di un particolare problema o di uno specifico
aspetto del sistema economico e della verifica delle ipotesi sulla
base di tali fatti per conferire validità scientifica alle teorie.
4
Micro e Macro/1
Microeconomia (A. Smith, 1776): studio del
funzionamento dei singoli mercati.
“The Wealth of Nations”
- come vengono fissati i singoli prezzi;
- meccanismi di determinazione dei prezzi di terra,
lavoro e capitale;
- punti di forza e di debolezza del meccanismo del
mercato.
Teoria della “mano invisibile”
5
Micro e Macro/2
Macroeconomia (J.M. Keynes, 1936): studio del
funzionamento complessivo dei sistemi economici.
“General theory of Employment, Interest and Money”
- cause dei cicli economici in cui si alternano fasi di
elevata disoccupazione e inflazione.
6
Definizioni
Cicli economici:
fluttuazioni del prodotto nazionale, del reddito e della
occupazione totali, di durata variabile tra 2 e 10 anni e
caratterizzate dalla diffusa e simultanea espansione o
contrazione in molti settori dell’economia. (PIL effettivo
aumenta rispetto al potenziale, o diminuisce)
Crescita economica:
aumento della produzione totale di un Paese nel corso del
tempo (periodo di osservazione superiore ai 10 anni)
7
La logica economica
Gli studiosi adottano il metodo scientifico
(osservazione dei fenomeni economici,
ricorso a statistiche e dati storici per
interpretarli).
Errori comuni:
• errore del post hoc;
• ipotesi della parità di altre condizioni;
• errore di composizione (ciò che vale per
una parte del sistema non è detto che valga
8
per l’intero sistema).
Tre problemi
•Cosa produrre? (E in che quantità?)
•Come produrre? (Quali tecnologie?)
•Per chi produrre? (Come distribuire i prodotti?)
Prodotti = beni (materiali) o servizi (immateriali)
9
Economia
Economia positiva:
- perché i medici guadagnano più dei portieri?
- qual è l’impatto dei computer sulla produttività?
Pur trattandosi di domande alle quali è difficile rispondere, la soluzione può essere
ricavata facendo riferimento all’analisi e ai fatti empirici.
Economia normativa:
- si dovrebbe chiedere ai poveri di lavorare se vogliono ricevere i sussidi dello Stato?
- si dovrebbe aumentare la disoccupazione per assicurare che l’inflazione da prezzi
non acceleri troppo?
Si tratta di principi di carattere etico e norme di equità.
10
Gli obiettivi economici
•
•
•
•
•
•
•
•
Crescita economica
Piena occupazione
Efficienza economica
Stabilità di prezzi
Libertà economica
Equa distribuzione del reddito
Sicurezza economica
Bilancia commerciale
11
Economie di mercato e pianificate
Due modi in cui organizzare un sistema economico:
1) Lo Stato prende la maggior parte delle decisioni economiche, e coloro che si
trovano al vertice della gerarchia impartiscono le direttive economiche ai
soggetti situati più in basso;
2) Le decisioni vengono prese dai mercati sui quali gli individui o le imprese
accettano di scambiare input e output, di solito tramite pagamenti in denaro.
Economia di mercato: gli individui e le imprese prendono le
principali decisioni sulla produzione e sul consumo.
Economia pianificata: lo Stato prende tutte le decisioni
relative alla produzione e alla distribuzione.
Economia mista: comprendono alcuni elementi delle
economie di mercato e altri delle economie pianificate.
12
I fattori di produzione (input)
Sono beni e servizi utilizzati dalle imprese nei loro processi produttivi. Un
sistema economico impiega la tecnologia esistente per combinare gli input al
fine di produrre gli output.
• Terra (risorse naturali)
• Lavoro (e knowhow)
• Capitale
(beni
durevoli:
impianti,
infrastrutture, ecc.). Sono beni prodotti al fine
di produrre altri beni.
13
La Frontiera delle Possibilità Produttive
Burro o cannoni?
cannoni
possibile
impossibile
efficiente
burro
14
Definizioni/1
Frontiera delle possibilità produttive:
indica la quantità massima di produzione
ottenibile da un sistema economico, date la
conoscenza tecnologica e la quantità di input di
cui si dispone.
Costo opportunità:
indica il valore del bene o servizio cui si è
rinunciato.
15
Definizioni/2
Efficienza allocativa:
le risorse devono essere destinate alla
produzione dei beni e servizi più richiesti dalla
società.
Efficienza produttiva:
per ottenere i beni e servizi desiderati devono
essere utilizzate le tecniche produttive meno
costose.
16
F.P.P. nel tempo: anno n
investimenti
Consumi o investimenti?
Formicandia
Cicalandia
consumi
17
F.P.P. nel tempo: anno n + 1
investimenti
Consumi o investimenti?
Formicandia
Cicalandia
18
Applicazione della FPP
L’uso alternativo delle risorse (trade-off)
ovvero scelta di allocazione delle risorse.
Esempio il tempo.
19
Il mercato (1)
Un mercato è un luogo (reale o ideale) di
incontro tra venditori (offerta) e acquirenti
(domanda). Risultato dell’incontro è la
determinazione delle quantità e dei prezzi.
I prezzi coordinano le decisioni dei produttori e
dei
consumatori.
Se
p,
acquisti,
produzione; se p , acquisti , produzione .
20
Il mercato (2)
Equilibrio di mercato:
punto in cui la quantità offerta dai venditori è
uguale alla quantità richiesta dai compratori.
I
mercati
operano
simultaneamente per
determinare
un
equilibrio generale di
prezzi e produzione.
prezzo
P*
Q*
quantità
21
Il mercato (3)
• Cosa? c domanda (voto del portafoglio
dei consumatori)
• Come? c concorrenza (tecnologia).
• Per chi? c redditi (prezzo dei fattori di
produzione determinano salari, rendite,
profitti)
22
Il mercato (4)
Cosa?
- consumatori nelle decisioni quotidiane
- consumatori in base a ciò che offrono i
produttori
23
Il mercato (5)
Come?
profitto (ricavo netto) = valore totale delle
vendite – costi totali.
Es.: locomotive a vapore anziché cavalli
(vapore meno costoso per unità di lavoro
utile)
24
Il mercato (6)
Per chi?
dipende dalla domanda e dall’offerta sul
mercato dei fattori di produzione.
Reddito della popolazione = quantità di
fattori (ore di lavoro, ettari di terra,..) * prezzi
dei fattori (salari, rendite,..)
25
I settori economici
- Primario: legato alle
(agricoltura, pesca,..)
risorse
della
terra
- Secondario: legato alla trasformazione dei
beni fisici del settore primario (grano in pasta)
- Terziario: rappresentato dai servizi (biglietto
aereo,..)
26
Tipologie produttive
Prodotti standardizzati (commodities):
processo di approvvigionamento è caratterizzato
da un ridotto numero di flussi informativi e alto
livello di codifica.
Prodotti personalizzati (customizzati):
processo di approvvigionamento è caratterizzato
da transazioni con elevati flussi informativi a
diversi livelli di codifica.
Flusso Informativo
Asset Specific
Product
Commodity
Product
Livello di Codifica
27
Il circuito del mercato
Acquisti
Mercato
degli output
€
Beni e servizi
finali
Famiglie
Mercato
degli input
Lavoro
Terra
Capitale
Prodotti
Imprese
Fattori di
produzione
€
Salario
Rendita
Interesse
28
La mano invisibile
Adam Smith esamina il problema dell’armonia tra profitto
privato e interesse pubblico. Egli sostiene che l’individuo
“agisce esclusivamente per la propria sicurezza e il proprio
tornaconto […]; in questo è guidato da una mano invisibile
che lo porta a perseguire un fine estraneo alle proprie
intenzioni. Nel fare i propri interessi, spesso, promuove
anche quelli della società in maniera molto più efficace di
quando si propone di promuoverli realmente”.
“L’interferenza
dannosa”.
dello
Stato
nell’economia
è
29
Il mercato concorrenziale
perfetto
• In un mercato concorrenziale perfetto viene
massimizzata la produzione di ricchezza
• Il mercato opera come una “mano invisibile” di
distribuzione ottimale delle risorse (A. Smith,
1776)
30
Alcuni parametri fondamentali delle
moderne economie avanzate
• Specializzazione e scambi (globalizzazione)
• Moneta (mezzo di scambio e di misura)
• Capitale (accumulo
produzioni future)
di
ricchezza
per
31
Specializzazione e scambi
Specializzazione:
concentrazione degli sforzi degli individui su un
particolare insieme di attività, affinché ogni individuo o
Paese possa utilizzare al meglio le proprie capacità e
risorse.
 Non tanto e male, ma poco e bene. La divisione del
lavoro.
Vantaggi negli scambi:
 globalizzazione
32
Principio del vantaggio
comparato
Ogni paese avrà un vantaggio se si specializzerà
nella produzione ed esportazione dei beni che
può produrre a un costo relativamente basso (nei
quali è relativamente più efficiente di altri paesi);
al contrario, ogni paese avrà un vantaggio se
importerà i beni che produce ad un costo
relativamente elevato (nei quali è relativamente
meno efficiente di altri paesi).
33
La globalizzazione
Capelli dal
Giappone
Assemblaggio in Indonesia,
Malaysia e Cina (era in
Giappone)
Stampi e vernici dagli USA
Plastica da Taiwan
Cotone per vestiti
dalla Cina
Prezzo di vendita:
10 $
Costi manodopera cinese:
0,35 $
Costi materiali esteri:
0,65 $
Altre spese (trasporto):
1$
34
Profitti MATTEL:
8$
Moneta
Consente agli individui di scambiare gli output specializzati che
producono per ottenere la vasta gamma di beni e servizi prodotti
da altri.
La moneta è:
1. mezzo comune di pagamento
2. lubrificante degli scambi.
Bisogna stare attenti all’inflazione (politica monetaria della Banca
Centrale).
 Oculata gestione nell’offerta di moneta.
35
Capitale (1)
Strumenti di produzione a loro volta prodotti, input durevoli
che sono allo stesso tempo un output del sistema
economico.
Differenze tra i tre fattori produttivi:
lavoro e terra (fattori di produzione primari): l’offerta è
determinata da fattori non economici (tasso di fertilità e
geografia del paese)
capitale: deve essere prodotto, prima di poter essere
utilizzato
Gran parte dell’attività economica consiste nel sacrificare il
consumo presente per incrementare il capitale. Ogni volta che si
36
investe si accresce la produttività futura.
Capitale (2)
Il capitalismo prende il nome dalla capacità degli
individui di possedere e sfruttare il capitale.
Benché la società occidentale sia basata sulla
proprietà privata, i diritti di proprietà sono limitati.
La risorsa più importante (il lavoro) non può
diventare un bene da acquistare e vendere come
fosse una proprietà privata.
37
Il ruolo economico dello stato/1
Economia di mercato >>> beni e servizi
scambiati liberamente.
Problemi:
- inquinamento;
- disoccupazione;
- ricchezza/povertà.
38
Il ruolo economico dello stato/2
• Aumentare
concorrenza
l’efficienza
favorendo
la
• Promuovere l’equità
• Favorire la stabilità
macroeconomica
e
la
crescita
39
Efficienza
Adam Smith riconobbe che le virtù del
meccanismo
del
mercato
si
realizzano
completamente solo quando sono presenti i freni
e gli equilibri imposti dalla
concorrenza perfetta
Situazioni anomale:
- concorrenza imperfetta;
- esternalità;
- beni pubblici.
40
Concorrenza imperfetta
Monopolio.
Il mercato presenta un unico fornitore o
comunque un numero ristretto di fornitori.
RIMEDIO
Leggi antitrust, in generale incentivare la
concorrenza nazionale ed estera.
41
Esternalità
Imprese o individui impongono costi o benefici ad altri
soggetti al di fuori delle relazioni di mercato.
RIMEDIO
Regolamentazioni per controllare le esternalità
quali l’inquinamento atmosferico e idrico.
42
Beni pubblici
Esempio di esternalità positive; sono caratterizzati da:
1. il costo sostenuto per estendere il servizio ad un individuo
è zero;
2. è impossibile impedire agli individui di farne uso.
Prezzo dei beni pubblici: le imposte sui redditi
personali e sulle imprese (non volontarie).
43
Equità
I mercati non producono necessariamente una
distribuzione del reddito che si possa considerare
socialmente equa. È possibile che un’economia di
mercato determini disuguaglianze di reddito e consumo
inaccettabili per gli elettori.
RIMEDIO
Imposizione fiscale progressiva
Trasferimenti pubblici
44
Crescita e stabilità macroeconomiche
Politiche da adottare:
1. politiche fiscali (rappresentano il potere di far pagare
le imposte e di spendere);
2. politiche monetarie (consistono nella determinazione
dell’offerta di moneta e dei tassi di interesse)
45
Riepilogo ruolo dello Stato
Imperfezione
Intervento (esempi)
Concorrenza imperfetta
Antitrust, controllo prezzi
Esternalità negative
Regolamentazioni
Esternalità positive
Opere pubbliche
Cicli economici
Politiche economiche
Sperequazioni
Imposizione fiscale
progressiva, trasferimenti
46
La domanda
La quantità acquistata di un bene dipende dal prezzo
(senso comune e osservazioni scientifiche).
Relazione tra prezzo di mercato di un bene e la
quantità richiesta (a parità di altre condizioni)
scheda di domanda o curva di domanda
Legge della domanda con pendenza
(verificata per qualsiasi tipo di bene).
negativa
47
Curva della domanda
• Effetto sostituzione
• Effetto reddito
prezzo
quantità
48
Definizioni
EFFETTO SOSTITUZIONE:
la tendenza di un consumatore è di consumare un
maggior quantitativo di un bene quando il suo prezzo
relativo scende (sostituendo quel bene ad altri) e di
consumare un minor quantitativo di quel bene quando
il suo prezzo relativo sale (sostituendo quel bene con
altri)
EFFETTO REDDITO:
variazione della quantità domandata di un bene perché
la variazione del prezzo ha l’effetto di mutare il reddito
49
reale del consumatore.
Significato della domanda
La curva di domanda del mercato si ottiene sommando
le quantità domandate da tutti gli individui ad ogni
livello di prezzo.
Es. i computer
50
Determinanti della domanda
•
•
•
•
•
Reddito medio
Dimensioni del mercato
Prodotti correlati (sostitutivi e complementari)
Gusti o preferenze
Influenze particolari
51
Evoluzioni della domanda (1)
prezzo
spostamento della curva
quantità
52
Evoluzioni della domanda (2)
prezzo
spostamento sulla curva
P1
P2
Q1 Q2
quantità
53
Fattori di influenza della domanda nel
settore automobilistico
Fattori di influenza
Esempi nel settore automobilistico
Reddito medio (Rm)
Se Rm, gli acquisti di automobili 
Popolazione (P)
Se P , gli acquisti di automobili 
Prezzi dei beni correlati
Se il prezzo della benzina , la domanda
di automobili 
Gusti
Il possesso di una nuova automobile
diventa uno status symbol
Influenze particolari
Ad es. la disponibilità di mezzi di
trasporto alternativi, la sicurezza delle
automobili, le aspettative sugli aumenti
54
futuri di prezzi
L’offerta
La scheda di offerta di un bene (e la sua
rappresentazione grafica, la curva di offerta) mostra
la relazione esistente tra il prezzo di mercato e la
quantità di tale bene che le imprese desiderano
produrre e vendere, a parità di altri fattori.
Andamento della curva di offerta: crescente
55
Curva dell’offerta
Legge dei rendimenti decrescenti
prezzo
quantità
56
Legge dei rendimenti decrescenti
Aggiungendo quantità addizionali di un input,
mantenendo costanti tutti gli altri, si otterranno
quantità di output sempre minori.
Es. prezzi dei fattori produttivi.
57
Determinanti dell’offerta
• Costo di produzione:
» Prezzi dei fattori produttivi
» Progresso tecnologico
• Prezzi dei beni correlati
• Politiche governative
• Influenze particolari
58
Spostamenti della/sulla curva
prezzo
quantità
59
Fattori di influenza dell’offerta nel settore
automobilistico
Fattori di influenza
Esempi nel settore automobilistico
Tecnologia
La produzione computerizzata riduce i costi
di produzione e l’offerta 
Prezzi degli input
Una riduzione dei salari percepiti dagli operai
del settore abbassa i costi e l’offerta 
Prezzi dei beni correlati
Se il prezzo degli autocarri , l’offerta di
automobili 
Politiche governative
Con l’abolizione dei contingenti e dei dazi
doganali sulle automobili importate l’offerta 
Influenze particolari
Commercio
elettronico
permette
al
consumatore di confrontare modelli e listini e
spinge fuori dal mercato chi vende a prezzi
elevati
60
Equilibrio di domanda e offerta
prezzo
P*
Q*
quantità
61
Perché è un equilibrio stabile?
eccesso di offerta
prezzo
P*
eccesso di domanda
Q*
quantità
62
Il problema dei prezzi amministrati
Prezzo troppo alto: contrabbando
prezzo
P*
Prezzo troppo basso: equo canone
Q*
quantità
63
Rendita del consumatore
e rendita del produttore
prezzo
Rendita del consumatore
P*
Rendita del produttore
Q*
quantità
64
Variazioni della domanda
prezzo
P*
Q*
quantità
65
Variazioni dell’offerta
prezzo
P*
Q*
quantità
66
Effetto su prezzo e quantità di diverse
variazioni di domanda e offerta
Variazione
di Effetto su prezzo e quantità
domanda e offerta
Se D 
La curva di domanda si Prezzo 
sposta verso dx
Quantità 
Se D 
La curva di domanda si Prezzo 
sposta verso sx
Quantità 
Se O 
La curva di offerta si Prezzo 
sposta verso dx
Quantità 
Se O 
La curva di offerta si Prezzo 
sposta verso sx
Quantità 
67
Il monopolio
prezzo
quantità
Il monopolista può decidere il prezzo o la quantità venduta
68
Elasticità di domanda
E=
dQ/Q
P
dP/P
Q
69
Definizione (1)
L’elasticità della domanda rispetto al prezzo è
definita come variazione percentuale della quantità
domandata divisa per la variazione percentuale del
prezzo.
L’elasticità dei singoli beni rispetto al prezzo
dipende da fattori economici, e tende a essere più
elevata per i beni di lusso, quando sono disponibili
beni sostitutivi e quando i consumatori hanno più
tempo per adattare il loro comportamento alla
70
nuova situazione.
Definizione (2)
variazione percentuale della quantità domandata
ED 
variazione percentuale del prezzo
E>1 domanda elastica
E=1 domanda a elasticità unitaria
E<1 domanda anelastica
71
Aspetti fondamentali
dell’elasticità della domanda
1. Elasticità sempre positiva
2. La definizione di elasticità si riferisce a
variazioni percentuali
3. Il significato di P e Q è di quantità medie
4. Elasticità non è sinonimo di pendenza!
72
Esempio
P
110
B
A
90
160
240
Q
(240  160) /[( 240  160) / 2]
ED 
2
(110  90) /[(110  90) / 2]
73
Elasticità della domanda e ricavo
totale
domanda anelastica:
P ↓  RT ↓
domanda elastica:
P ↓  RT ↑
domanda a elasticità unitaria:
P ↑↓  RT = K
Iperbole
P*Q=cost.
74
Elasticità di offerta
L’elasticità dell’offerta rispetto al prezzo è definita
come variazione percentuale della quantità offerta
divisa per la variazione percentuale del prezzo.
variazione percentual e della quantità offerta
EO 
variazione percentual e del prezzo
E>1 offerta elastica
E=1 offerta a elasticità unitaria
E<1 offerta anelastica
75
Fattori d’influenza dell’elasticità
dell’offerta
- Facilità nell’aumentare la produzione (gli input
devono essere facilmente reperibili come ad es.
nell’industria tessile e non limitata come le
miniere d’oro in Sudafrica)
- Periodo di tempo preso in considerazione
76
1° Esempio: i problemi
dell’agricoltura
Domanda anelastica
Un aumento dell’offerta fa diminuire i ricavi dei produttori
77
1° Esempio: soluzione
Per far fronte alla diminuzione dei redditi, gli
agricoltori hanno esercitato pressioni sui
governi.
Misure
di
sostegno,
limitazioni
delle
importazioni tramite l’imposizione di dazi
doganali, sovvenzioni.
I governi adottano misure di sostegno agli
agricoltori per indurli a produrre meno.
78
2° Esempio: imposta sulla benzina
Offerta elastica, domanda anelastica
Il prelievo fiscale danneggia soprattutto i consumatori
79
Utilità
• Jeremy Bentham (1748-1832)
• Utilità = soddisfacimento
• Concetto ordinale e non cardinale (come la
qualità)
• Il paradosso del valore
80
Utilità totale e marginale
Utilità totale
Utilità marginale
UM
UT
0 1
2
3
4
Legge dell’utilità marginale decrescente: all’aumentare del
consumo di un bene, la sua utilità marginale tende a
81
diminuire.
Condizione di equilibrio (1)
Il consumatore che disponga di un reddito R
destinato al consumo di n prodotti lo ripartisce
in maniera tale che risulti:
UM n
UM1 UM 2 UM 3


 ....... 
P1
P2
P3
Pn
Principio di utilità marginali uguali per euro
speso per ciascun bene
82
Condizione di equilibrio (2)
La condizione è necessaria!
Se (UM/P)A, acquisti di A, altri beni 
Se (UM/P)A , acquisti di A , altri beni 
83
La curva di domanda
Perché la pendenza negativa?
Si consideri (UM/P)A con UM=inizialmente
costante.
Se P, (UM/P)  acquisti di A 
Se P, (UM/P)  acquisti di A 
I beni possono essere:
- sostitutivi
- complementari
- indipendenti
84
Il paradosso del valore
“Niente è più utile dell’acqua, ma con essa non
si può acquistare praticamente nulla. Al
contrario, un diamante ha uno scarso valore
d’uso, ma può essere spesso scambiato con
moltissimi altri beni”. (Adam Smith, 1776)
Maggiore è la quantità disponibile di un bene,
meno
desiderabile
sarà l’ultima
unità
consumata.
85
Scelte del consumatore
Vilfredo Pareto (1848-1923) analizza il comportamento
del consumatore attraverso le curve di indifferenza.
Combinazioni Vestiario (qA) Generi alimentari (qB)
A
B
C
D
12
6
4
3
1. Il consumatore preferisce A a B
2. Il consumatore preferisce B ad A
3. Il consumatore è indifferente
2
4
6
8
86
Vestiario
Costruzione della curva di
indifferenza
Combinazioni
qA (vestiario)
qB (generi
alimentari)
A
B
C
D
12
6
4
3
2
4
6
8
La curva di indifferenza è quella curva i cui
punti rappresentano le possibilità di consumo
riguardo le quali il consumatore è indifferente
(sono tutte ugualmente desiderabili).
A
B
C
D
87
Generi alimentari
Legge della sostituzione
Quanto più un bene è scarso, tanto maggiore è il suo
valore relativo di sostituzione; la sua utilità marginale
cresce rispetto all’utilità marginale del bene che è
diventato abbondante.
Il rapporto di sostituzione (anche saggio marginale
di sostituzione) indica la quantità a cui si rinuncia del
bene 1 per sostituirlo con il bene 2.
88
Curva di indifferenza
Pendenza della curva: misura dell’utilità
marginale relativa dei beni, ovvero delle
condizioni di sostituzione.
Q1
Livelli di soddisfacimento
maggiori
Q2
Lo spostamento sulla curva non
provoca
variazioni
di
soddisfacimento dell’individuo; lo
spostamento in direzione nord-est
provoca livelli di soddisfacimento
sempre maggiori.
89
La retta (o vincolo) di bilancio
Q1= R/P1
La retta di bilancio rappresenta
l’ammontare massimo di reddito che il
consumatore
può
destinare
all’acquisto di un determinato paniere
di beni.
Q2= R/P2
90
Retta di bilancio e
massimizzazione dell’utilità totale
Q1= R/P1
Umax c UM1/P1 = UM2/P2
Q2= R/P2
91
Variazione del reddito
Q1= R/P1
Q2= R/P2
92
Variazione di P2
Q1= R/P1
Q2= R/P2
93
Funzione di produzione
La funzione di produzione è la relazione tra
la quantità massima di output ottenibile e la
quantità di input necessaria per ottenerla,
per un determinato livello di conoscenze
tecnologiche.
94
Prodotto totale, medio e
marginale
• Prodotto totale: quantità totale di output
prodotto in unità fisiche.
• Prodotto
marginale:
output
aggiuntivo
conseguente all’aumento di una unità di input,
fermi restando tutti gli altri.
• Prodotto medio: output totale per unità totali di
input.
95
Esempio
Unità di lavoro Prodotto totale Prodotto marginale Prodotto medio
0
0
2000
1
2000
2000
1000
2
3000
1500
500
3
3500
1167
300
4
3800
950
100
5
3900
780
96
Legge dei rendimenti decrescenti
Produzione marginale
Output
Produzione totale
0 1
2
3
4
Input (uno)
0 1
2
3
4
Input (uno)
Aumentando un solo input (e lasciando costanti
tutti gli altri) l’output marginale è decrescente. 97
Rendimenti di scala
Output
Rendimenti di scala
crescenti
(economie di scala)
Rendimenti di
scala costanti
Rendimenti di
scala decrescenti
Input (tutti)
98
Breve periodo e lungo periodo
Affinché la produzione sia efficiente è
necessario disporre di tempo (oltre che degli
input tradizionali come il lavoro).
1. Breve periodo: si possono modificare solo gli
input variabili (materiali e lavoro)
2. Lungo periodo: si possono modificare gli
input variabili e i fattori fissi (capitale)
99
Progresso tecnologico
Il progresso tecnologico si riferisce a miglioramenti dei
processi produttivi di beni e servizi, a variazioni di
prodotti già esistenti o all’introduzione di nuovi prodotti.
Innovazione di processo: migliorano o
vengono introdotte tecniche produttive.
Innovazione di prodotto: vengono
introdotti sul mercato prodotti nuovi o
migliori.
100
Misura delle prestazioni
economiche
Output tot ale
Produttivi tà 
Media ponderata degli input
Es.
Output tot ale
Produttivi tà del lavoro 
Lavoro
101
Tre problemi macroeconomici
- Perché a volte la produzione e l’occupazione
diminuiscono e come si può ridurre la disoccupazione?
- Qual è l’origine dell’inflazione e come si può tenerla
sottocontrollo?
- Come può una nazione aumentare il proprio tasso di
crescita economica?
John Maynard Keynes (1883-1946) – The General
Theory of Employment, Interest and Money
102
Obiettivi della macroeconomia
Obiettivi
Prodotto
Alto livello e crescita rapida
Strumenti
Politica monetaria
Controllo dell’offerta di moneta
che influenza i tassi di interesse
Occupazione
Alto livello di occupazione con Politica fiscale
bassa
disoccupazione Spesa pubblica e imposizione
involontaria
fiscale
Stabilità del livello dei prezzi
con mercati liberi
103
Produzione
Prodotto Interno Lordo (PIL): valore di mercato di tutti
i prodotti finiti realizzati in un paese nel corso di un
determinato periodo (usualmente l’anno).
Due modi per misurarlo:
- PIL nominale;
- PIL reale.
PILN
PILR 
P
PIL Potenziale: produzione realizzabile in condizioni di
elevato (pieno) impiego delle risorse.
104
Disoccupazione (1)
disoccupati
Tasso di disoccupazione =
forza lavoro
x 100
Il tasso di disoccupazione si ottiene calcolando la percentuale di
disoccupati sulla forza lavoro, che comprende tutte le persone
occupate e quelle disoccupate in cerca di impiego, mentre
esclude i disoccupati che non cercano lavoro.
105
Disoccupazione (2)
Dalla sua introduzione all’inizio degli anni ’50, l’indagine svolge un
ruolo di primo piano nella documentazione statistica e nell’analisi
della situazione occupazionale in Italia.
Il campione di circa 77 mila famiglie è intervistato ogni trimestre.
La rilevazione è continua e i risultati sono diffusi a cadenza
trimestrale.
106
Disoccupazione (3)
Persone (migliaia di unità) in cerca di occupazione per
ripartizione geografica
Totale
Centro
2.500
Nord
Mezzogiorno
2.000
1.500
1.000
2003
2004
2005
II
Trimestre
I
Trimestre
III
Trimestre
IV
Trimestre
II
Trimestre
I
Trimestre
IV
Trimestre
III
Trimestre
II
Trimestre
IV
Trimestre
I
Trimestre
III
Trimestre
0
II
Trimestre
500
2006
107
Inflazione
L’indice dei prezzi è una misura del livello medio dei prezzi,
l’inflazione denota un aumento del livello generale dei prezzi e il
tasso di inflazione è la velocità di variazione del livello generale
dei prezzi e si misura:
tasso di inflazione (anno n) 
livello dei prezzi (anno n) - livello dei prezzi (anno n - 1)
100
livello dei prezzi (anno n - 1)
- Indice dei prezzi al consumo (IPC)
- Deflatore del PIL
- Indice dei prezzi all’ingrosso (IPI)
108
Gli indici dei prezzi al consumo (1)
In Italia il calcolo dell’indice è affidato all’Istituto Nazionale di
Statistica.
L’ISTAT produce tre diversi indici dei prezzi al consumo:
1. il NIC misura l’inflazione a livello dell’intero sistema economico.
Per gli organi di governo questo è il parametro di riferimento per la
realizzazione delle politiche economiche;
2. il FOI si riferisce ai consumi dell’insieme delle famiglie che
fanno capo ad un lavoratore dipendente;
3. l’IPCA è stato sviluppato per assicurare una misura
dell’inflazione comparabile a livello europeo.
109
Gli indici dei prezzi al consumo (2)
NIC e FOI si basano sullo stesso paniere ma il peso attribuito a
ogni bene o servizio è diverso, a seconda dell’importanza che
questi rivestono nei consumi della popolazione di riferimento (per
il NIC la popolazione italiana, per il FOI l’insieme delle famiglie
che fanno capo a un operaio o impiegato).
IPCA e NIC hanno la stessa popolazione di riferimento ma IPCA
esclude dal paniere (sulla base di un accordo comunitario) le
lotterie, il lotto, i concorsi pronostici e i servizi relativi alle
assicurazioni sulla vita.
Concetto di prezzo: NIC e FOI prezzo pieno di vendita, IPCA
prezzo effettivamente pagato dal consumatore.
110
Obiettivi della politica macroeconomica
• PIL

• Tasso di Disoccupazione

• Tasso di inflazione
D
111
Strumenti della politica macroeconomica
Uno strumento di politica economica è una variabile
sotto il controllo del governo.
• Politica fiscale o di bilancio
• Politica monetaria
• Politica dei redditi
112
I rapporti internazionali
Esportazioni nette = esportazioni - importazioni
Aspetti fondamentali dei r. i.:
- politiche commerciali;
- gestione della finanza internazionale.
113
Offerta aggregata
• livello dei prezzi e costi
• PIL potenziale
Livello dei
prezzi
• tecnologia
PIL potenziale
• fattori di produzione
PIL reale
114
Domanda aggregata
• livello dei prezzi
Livello dei
prezzi
• politica monetaria
• politica fiscale
PIL reale
115
L’equilibrio macroeconomico
Livello dei
prezzi
PIL potenziale
Inflazione
PIL reale
Disoccupazione
116
Domanda e offerta aggregata
Politica monetaria
Politica fiscale
Altre forze
Produzione (PILR)
Occupazione e
disoccupazione
Livello dei prezzi e costi
Produzione potenziale
Capitale, lavoro,
tecnologia
Prezzi e inflazione
117
Il circuito del reddito
Acquisto beni e servizi finali
Beni e servizi finali
Famiglie
Imprese
Fattori produttivi
Remunerazione dei fattori produttivi
118
PIL e RIL
• PIL = C + I + G + X
•C
•I
•G
•X
= Consumi
= Investimenti
= Spesa pubblica
= Esportazioni nette
• RIL = Reddito Interno Lordo [compresi gli
ammortamenti].
119
PIL = RIL
• Metodo dei costi o dei redditi: misura del RIL
• Metodo del flusso dei prodotti: misura del PIL
• Il problema dei “doppi conteggi”: il Valore
Aggiunto
120
Il valore aggiunto
Fase di produzione Ricavi delle Costo dei beni
vendite
intermedi
Valore aggiunto
(salari, profitti, ecc)
Frumento
23
0
=
23
Farina
53
23
=
30
Impasto per il pane
110
53
=
57
P.f.: pane
190
110
=
80
Totale
376
186
190
121
PIL, prezzi, ammortamenti, G
• PIL reale e PIL nominale
• Il deflatore del PIL
• Investimenti lordi e investimenti netti
• Invest. netti = invest. lordi – ammortamenti
• Composizione di G: spesa pubblica senza
considerare i trasferimenti e gli interessi sul
debito pubblico.
122
Il deflatore: un esempio (1)
Produzione di grano nella nazione X:
1000 quintali l’anno 1 al prezzo di 1 €/quintale
1010 quintali l’anno 2 al prezzo di 2 €/quintale
PILN 1  1000 1  1000€
PILN 2  1010  2  2020€
Il PILN è cresciuto del 102% in un anno!
123
Il deflatore: un esempio (2)
Sia 1 l’anno base  P1=1
Deflatore del PIL P2=2/1.
Il PILR2 è allora
PILR 2
PILN 2 2020


 1010€
P2
2
Il PILR è cresciuto del 1%.
124
Consumo e investimenti
Il consumo rappresenta la componente più importante del PIL
(circa 2/3 del totale). Il settore più in crescita è quello dei servizi.
L’investimento consiste nell’aggiunta di capitale sociale
nazionale di costruzioni, attrezzature, software e scorte nel corso
di un anno. I conti nazionali comprendono in prevalenza il
capitale tangibile (edifici, computer,..), ma trascurano la maggior
parte dei beni intangibili (ricerca e sviluppo, spese di
istruzione,..).
125
La Pubblica Amministrazione
Metodo del flusso di prodotti.
Inclusi beni di consumo (cannoni per l’esercito) e di
investimento (computer e strade), esclusi trasferimenti pubblici
(interesse sul debito pubblico).
Metodo dei costi o dei redditi.
Incluse imposte dirette e indirette.
Le imposte dirette sono quelle applicate direttamente agli
individui e alle imprese, comprendenti le imposte sul reddito,
sui proventi del lavoro e sui profitti. Si contrappongono alle
imposte indirette, che sono applicate ai beni e servizi e quindi
126
solo indirettamente alle persone.
PIL e PNL
• PIL: valore di mercato di tutti i prodotti finiti
realizzati all’interno di un paese nel corso di un
determinato periodo.
• PIN: PIL – ammortamenti degli investimenti
• PNL: valore di mercato di tutti i prodotti
realizzati da fattori di produzione di proprietà dei
cittadini di un paese in un determinato periodo.
127
IPC: un esempio (1)
Tre beni:
- generi alimentari (spesa dei consumatori 20%)
- abitazioni (spesa dei consumatori 50%)
- cure mediche (spesa dei consumatori 30%)
Anno base 2004  si assegna il valore 100 al prezzo di ciascun
bene 
IPC2004  0,2 100  0,5 100  0,3 100  100
128
IPC: un esempio (2)
Nel 2005 aumenti dei prezzi:
- generi alimentari +2%  102
- abitazioni +6%  106
- cure mediche +10%  110
IPC2005  0,2 102  0,5 106  0,3 110  106,4
Il tasso di inflazione nel 2005 è allora:
IPC2005  IPC2004
106,4  100
t.i.2005 
100 
100  6,4%
IPC2004
100
129