CdL Ingegneria delle Telecomunicazioni/Elettrica/Civile Economia e Organizzazione Aziendale Elementi di Economia Aziendale Prof. Ing. Marco Falagario [email protected] 1 Programma del Corso Elementi di economia • Microeconomia: concetti generali e teoria della domanda e dell’offerta • Macroeconomia: circuito del reddito e PIL L’impresa • Natura giuridica dell’impresa • Il bilancio e la contabilità generale • Contabilità industriale • Budget • Le funzioni aziendali Tecniche di programmazione della produzione • La Work Breakdown Structure • Il diagramma di Gantt • CPM e PERT Cenni di analisi degli investimenti Appunti del corso Sameulson, Nordhaus, Economia, McGraw Hill, 2002. Cap. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 20, 21. Fraquelli, Carelli, Capriello, Ragazzi, Il bilancio per i manager, C.E.A., 2002. Cap. 1, 2. Costantino, Appunti di economia e organizzazione aziendale, (http://climeg.poliba.it) 2 L’economia •Scienza della ricchezza o della scarsità? (Thomas Carlyle: “La scienza triste”) •“Studio del modo in cui le società utilizzano risorse scarse per produrre beni utili e di come tali beni vengono distribuiti” (Paul A. Samuelson) Efficienza: impossibilità di migliorare le condizioni di un soggetto senza peggiorare quelle di qualcun altro (W. Pareto). 3 Il metodo dell’economia 3. POLITICHE La politica economica si occupa di controllare o modificare il comportamento del sistema economico o delle sue componenti. 2. PRINCIPI O TEORIE La teoria economica elabora generalizzazioni riguardanti il sistema economico o le sue componenti. INDUZIONE DEDUZIONE 1. FATTI L’economia descrittiva o empirica si occupa della raccolta dei fatti rilevanti per lo studio di un particolare problema o di uno specifico aspetto del sistema economico e della verifica delle ipotesi sulla base di tali fatti per conferire validità scientifica alle teorie. 4 Micro e Macro/1 Microeconomia (A. Smith, 1776): studio del funzionamento dei singoli mercati. “The Wealth of Nations” - come vengono fissati i singoli prezzi; - meccanismi di determinazione dei prezzi di terra, lavoro e capitale; - punti di forza e di debolezza del meccanismo del mercato. Teoria della “mano invisibile” 5 Micro e Macro/2 Macroeconomia (J.M. Keynes, 1936): studio del funzionamento complessivo dei sistemi economici. “General theory of Employment, Interest and Money” - cause dei cicli economici in cui si alternano fasi di elevata disoccupazione e inflazione. 6 Definizioni Cicli economici: fluttuazioni del prodotto nazionale, del reddito e della occupazione totali, di durata variabile tra 2 e 10 anni e caratterizzate dalla diffusa e simultanea espansione o contrazione in molti settori dell’economia. (PIL effettivo aumenta rispetto al potenziale, o diminuisce) Crescita economica: aumento della produzione totale di un Paese nel corso del tempo (periodo di osservazione superiore ai 10 anni) 7 La logica economica Gli studiosi adottano il metodo scientifico (osservazione dei fenomeni economici, ricorso a statistiche e dati storici per interpretarli). Errori comuni: • errore del post hoc; • ipotesi della parità di altre condizioni; • errore di composizione (ciò che vale per una parte del sistema non è detto che valga 8 per l’intero sistema). Tre problemi •Cosa produrre? (E in che quantità?) •Come produrre? (Quali tecnologie?) •Per chi produrre? (Come distribuire i prodotti?) Prodotti = beni (materiali) o servizi (immateriali) 9 Economia Economia positiva: - perché i medici guadagnano più dei portieri? - qual è l’impatto dei computer sulla produttività? Pur trattandosi di domande alle quali è difficile rispondere, la soluzione può essere ricavata facendo riferimento all’analisi e ai fatti empirici. Economia normativa: - si dovrebbe chiedere ai poveri di lavorare se vogliono ricevere i sussidi dello Stato? - si dovrebbe aumentare la disoccupazione per assicurare che l’inflazione da prezzi non acceleri troppo? Si tratta di principi di carattere etico e norme di equità. 10 Gli obiettivi economici • • • • • • • • Crescita economica Piena occupazione Efficienza economica Stabilità di prezzi Libertà economica Equa distribuzione del reddito Sicurezza economica Bilancia commerciale 11 Economie di mercato e pianificate Due modi in cui organizzare un sistema economico: 1) Lo Stato prende la maggior parte delle decisioni economiche, e coloro che si trovano al vertice della gerarchia impartiscono le direttive economiche ai soggetti situati più in basso; 2) Le decisioni vengono prese dai mercati sui quali gli individui o le imprese accettano di scambiare input e output, di solito tramite pagamenti in denaro. Economia di mercato: gli individui e le imprese prendono le principali decisioni sulla produzione e sul consumo. Economia pianificata: lo Stato prende tutte le decisioni relative alla produzione e alla distribuzione. Economia mista: comprendono alcuni elementi delle economie di mercato e altri delle economie pianificate. 12 I fattori di produzione (input) Sono beni e servizi utilizzati dalle imprese nei loro processi produttivi. Un sistema economico impiega la tecnologia esistente per combinare gli input al fine di produrre gli output. • Terra (risorse naturali) • Lavoro (e knowhow) • Capitale (beni durevoli: impianti, infrastrutture, ecc.). Sono beni prodotti al fine di produrre altri beni. 13 La Frontiera delle Possibilità Produttive Burro o cannoni? cannoni possibile impossibile efficiente burro 14 Definizioni/1 Frontiera delle possibilità produttive: indica la quantità massima di produzione ottenibile da un sistema economico, date la conoscenza tecnologica e la quantità di input di cui si dispone. Costo opportunità: indica il valore del bene o servizio cui si è rinunciato. 15 Definizioni/2 Efficienza allocativa: le risorse devono essere destinate alla produzione dei beni e servizi più richiesti dalla società. Efficienza produttiva: per ottenere i beni e servizi desiderati devono essere utilizzate le tecniche produttive meno costose. 16 F.P.P. nel tempo: anno n investimenti Consumi o investimenti? Formicandia Cicalandia consumi 17 F.P.P. nel tempo: anno n + 1 investimenti Consumi o investimenti? Formicandia Cicalandia 18 Applicazione della FPP L’uso alternativo delle risorse (trade-off) ovvero scelta di allocazione delle risorse. Esempio il tempo. 19 Il mercato (1) Un mercato è un luogo (reale o ideale) di incontro tra venditori (offerta) e acquirenti (domanda). Risultato dell’incontro è la determinazione delle quantità e dei prezzi. I prezzi coordinano le decisioni dei produttori e dei consumatori. Se p, acquisti, produzione; se p , acquisti , produzione . 20 Il mercato (2) Equilibrio di mercato: punto in cui la quantità offerta dai venditori è uguale alla quantità richiesta dai compratori. I mercati operano simultaneamente per determinare un equilibrio generale di prezzi e produzione. prezzo P* Q* quantità 21 Il mercato (3) • Cosa? c domanda (voto del portafoglio dei consumatori) • Come? c concorrenza (tecnologia). • Per chi? c redditi (prezzo dei fattori di produzione determinano salari, rendite, profitti) 22 Il mercato (4) Cosa? - consumatori nelle decisioni quotidiane - consumatori in base a ciò che offrono i produttori 23 Il mercato (5) Come? profitto (ricavo netto) = valore totale delle vendite – costi totali. Es.: locomotive a vapore anziché cavalli (vapore meno costoso per unità di lavoro utile) 24 Il mercato (6) Per chi? dipende dalla domanda e dall’offerta sul mercato dei fattori di produzione. Reddito della popolazione = quantità di fattori (ore di lavoro, ettari di terra,..) * prezzi dei fattori (salari, rendite,..) 25 I settori economici - Primario: legato alle (agricoltura, pesca,..) risorse della terra - Secondario: legato alla trasformazione dei beni fisici del settore primario (grano in pasta) - Terziario: rappresentato dai servizi (biglietto aereo,..) 26 Tipologie produttive Prodotti standardizzati (commodities): processo di approvvigionamento è caratterizzato da un ridotto numero di flussi informativi e alto livello di codifica. Prodotti personalizzati (customizzati): processo di approvvigionamento è caratterizzato da transazioni con elevati flussi informativi a diversi livelli di codifica. Flusso Informativo Asset Specific Product Commodity Product Livello di Codifica 27 Il circuito del mercato Acquisti Mercato degli output € Beni e servizi finali Famiglie Mercato degli input Lavoro Terra Capitale Prodotti Imprese Fattori di produzione € Salario Rendita Interesse 28 La mano invisibile Adam Smith esamina il problema dell’armonia tra profitto privato e interesse pubblico. Egli sostiene che l’individuo “agisce esclusivamente per la propria sicurezza e il proprio tornaconto […]; in questo è guidato da una mano invisibile che lo porta a perseguire un fine estraneo alle proprie intenzioni. Nel fare i propri interessi, spesso, promuove anche quelli della società in maniera molto più efficace di quando si propone di promuoverli realmente”. “L’interferenza dannosa”. dello Stato nell’economia è 29 Il mercato concorrenziale perfetto • In un mercato concorrenziale perfetto viene massimizzata la produzione di ricchezza • Il mercato opera come una “mano invisibile” di distribuzione ottimale delle risorse (A. Smith, 1776) 30 Alcuni parametri fondamentali delle moderne economie avanzate • Specializzazione e scambi (globalizzazione) • Moneta (mezzo di scambio e di misura) • Capitale (accumulo produzioni future) di ricchezza per 31 Specializzazione e scambi Specializzazione: concentrazione degli sforzi degli individui su un particolare insieme di attività, affinché ogni individuo o Paese possa utilizzare al meglio le proprie capacità e risorse. Non tanto e male, ma poco e bene. La divisione del lavoro. Vantaggi negli scambi: globalizzazione 32 Principio del vantaggio comparato Ogni paese avrà un vantaggio se si specializzerà nella produzione ed esportazione dei beni che può produrre a un costo relativamente basso (nei quali è relativamente più efficiente di altri paesi); al contrario, ogni paese avrà un vantaggio se importerà i beni che produce ad un costo relativamente elevato (nei quali è relativamente meno efficiente di altri paesi). 33 La globalizzazione Capelli dal Giappone Assemblaggio in Indonesia, Malaysia e Cina (era in Giappone) Stampi e vernici dagli USA Plastica da Taiwan Cotone per vestiti dalla Cina Prezzo di vendita: 10 $ Costi manodopera cinese: 0,35 $ Costi materiali esteri: 0,65 $ Altre spese (trasporto): 1$ 34 Profitti MATTEL: 8$ Moneta Consente agli individui di scambiare gli output specializzati che producono per ottenere la vasta gamma di beni e servizi prodotti da altri. La moneta è: 1. mezzo comune di pagamento 2. lubrificante degli scambi. Bisogna stare attenti all’inflazione (politica monetaria della Banca Centrale). Oculata gestione nell’offerta di moneta. 35 Capitale (1) Strumenti di produzione a loro volta prodotti, input durevoli che sono allo stesso tempo un output del sistema economico. Differenze tra i tre fattori produttivi: lavoro e terra (fattori di produzione primari): l’offerta è determinata da fattori non economici (tasso di fertilità e geografia del paese) capitale: deve essere prodotto, prima di poter essere utilizzato Gran parte dell’attività economica consiste nel sacrificare il consumo presente per incrementare il capitale. Ogni volta che si 36 investe si accresce la produttività futura. Capitale (2) Il capitalismo prende il nome dalla capacità degli individui di possedere e sfruttare il capitale. Benché la società occidentale sia basata sulla proprietà privata, i diritti di proprietà sono limitati. La risorsa più importante (il lavoro) non può diventare un bene da acquistare e vendere come fosse una proprietà privata. 37 Il ruolo economico dello stato/1 Economia di mercato >>> beni e servizi scambiati liberamente. Problemi: - inquinamento; - disoccupazione; - ricchezza/povertà. 38 Il ruolo economico dello stato/2 • Aumentare concorrenza l’efficienza favorendo la • Promuovere l’equità • Favorire la stabilità macroeconomica e la crescita 39 Efficienza Adam Smith riconobbe che le virtù del meccanismo del mercato si realizzano completamente solo quando sono presenti i freni e gli equilibri imposti dalla concorrenza perfetta Situazioni anomale: - concorrenza imperfetta; - esternalità; - beni pubblici. 40 Concorrenza imperfetta Monopolio. Il mercato presenta un unico fornitore o comunque un numero ristretto di fornitori. RIMEDIO Leggi antitrust, in generale incentivare la concorrenza nazionale ed estera. 41 Esternalità Imprese o individui impongono costi o benefici ad altri soggetti al di fuori delle relazioni di mercato. RIMEDIO Regolamentazioni per controllare le esternalità quali l’inquinamento atmosferico e idrico. 42 Beni pubblici Esempio di esternalità positive; sono caratterizzati da: 1. il costo sostenuto per estendere il servizio ad un individuo è zero; 2. è impossibile impedire agli individui di farne uso. Prezzo dei beni pubblici: le imposte sui redditi personali e sulle imprese (non volontarie). 43 Equità I mercati non producono necessariamente una distribuzione del reddito che si possa considerare socialmente equa. È possibile che un’economia di mercato determini disuguaglianze di reddito e consumo inaccettabili per gli elettori. RIMEDIO Imposizione fiscale progressiva Trasferimenti pubblici 44 Crescita e stabilità macroeconomiche Politiche da adottare: 1. politiche fiscali (rappresentano il potere di far pagare le imposte e di spendere); 2. politiche monetarie (consistono nella determinazione dell’offerta di moneta e dei tassi di interesse) 45 Riepilogo ruolo dello Stato Imperfezione Intervento (esempi) Concorrenza imperfetta Antitrust, controllo prezzi Esternalità negative Regolamentazioni Esternalità positive Opere pubbliche Cicli economici Politiche economiche Sperequazioni Imposizione fiscale progressiva, trasferimenti 46 La domanda La quantità acquistata di un bene dipende dal prezzo (senso comune e osservazioni scientifiche). Relazione tra prezzo di mercato di un bene e la quantità richiesta (a parità di altre condizioni) scheda di domanda o curva di domanda Legge della domanda con pendenza (verificata per qualsiasi tipo di bene). negativa 47 Curva della domanda • Effetto sostituzione • Effetto reddito prezzo quantità 48 Definizioni EFFETTO SOSTITUZIONE: la tendenza di un consumatore è di consumare un maggior quantitativo di un bene quando il suo prezzo relativo scende (sostituendo quel bene ad altri) e di consumare un minor quantitativo di quel bene quando il suo prezzo relativo sale (sostituendo quel bene con altri) EFFETTO REDDITO: variazione della quantità domandata di un bene perché la variazione del prezzo ha l’effetto di mutare il reddito 49 reale del consumatore. Significato della domanda La curva di domanda del mercato si ottiene sommando le quantità domandate da tutti gli individui ad ogni livello di prezzo. Es. i computer 50 Determinanti della domanda • • • • • Reddito medio Dimensioni del mercato Prodotti correlati (sostitutivi e complementari) Gusti o preferenze Influenze particolari 51 Evoluzioni della domanda (1) prezzo spostamento della curva quantità 52 Evoluzioni della domanda (2) prezzo spostamento sulla curva P1 P2 Q1 Q2 quantità 53 Fattori di influenza della domanda nel settore automobilistico Fattori di influenza Esempi nel settore automobilistico Reddito medio (Rm) Se Rm, gli acquisti di automobili Popolazione (P) Se P , gli acquisti di automobili Prezzi dei beni correlati Se il prezzo della benzina , la domanda di automobili Gusti Il possesso di una nuova automobile diventa uno status symbol Influenze particolari Ad es. la disponibilità di mezzi di trasporto alternativi, la sicurezza delle automobili, le aspettative sugli aumenti 54 futuri di prezzi L’offerta La scheda di offerta di un bene (e la sua rappresentazione grafica, la curva di offerta) mostra la relazione esistente tra il prezzo di mercato e la quantità di tale bene che le imprese desiderano produrre e vendere, a parità di altri fattori. Andamento della curva di offerta: crescente 55 Curva dell’offerta Legge dei rendimenti decrescenti prezzo quantità 56 Legge dei rendimenti decrescenti Aggiungendo quantità addizionali di un input, mantenendo costanti tutti gli altri, si otterranno quantità di output sempre minori. Es. prezzi dei fattori produttivi. 57 Determinanti dell’offerta • Costo di produzione: » Prezzi dei fattori produttivi » Progresso tecnologico • Prezzi dei beni correlati • Politiche governative • Influenze particolari 58 Spostamenti della/sulla curva prezzo quantità 59 Fattori di influenza dell’offerta nel settore automobilistico Fattori di influenza Esempi nel settore automobilistico Tecnologia La produzione computerizzata riduce i costi di produzione e l’offerta Prezzi degli input Una riduzione dei salari percepiti dagli operai del settore abbassa i costi e l’offerta Prezzi dei beni correlati Se il prezzo degli autocarri , l’offerta di automobili Politiche governative Con l’abolizione dei contingenti e dei dazi doganali sulle automobili importate l’offerta Influenze particolari Commercio elettronico permette al consumatore di confrontare modelli e listini e spinge fuori dal mercato chi vende a prezzi elevati 60 Equilibrio di domanda e offerta prezzo P* Q* quantità 61 Perché è un equilibrio stabile? eccesso di offerta prezzo P* eccesso di domanda Q* quantità 62 Il problema dei prezzi amministrati Prezzo troppo alto: contrabbando prezzo P* Prezzo troppo basso: equo canone Q* quantità 63 Rendita del consumatore e rendita del produttore prezzo Rendita del consumatore P* Rendita del produttore Q* quantità 64 Variazioni della domanda prezzo P* Q* quantità 65 Variazioni dell’offerta prezzo P* Q* quantità 66 Effetto su prezzo e quantità di diverse variazioni di domanda e offerta Variazione di Effetto su prezzo e quantità domanda e offerta Se D La curva di domanda si Prezzo sposta verso dx Quantità Se D La curva di domanda si Prezzo sposta verso sx Quantità Se O La curva di offerta si Prezzo sposta verso dx Quantità Se O La curva di offerta si Prezzo sposta verso sx Quantità 67 Il monopolio prezzo quantità Il monopolista può decidere il prezzo o la quantità venduta 68 Elasticità di domanda E= dQ/Q P dP/P Q 69 Definizione (1) L’elasticità della domanda rispetto al prezzo è definita come variazione percentuale della quantità domandata divisa per la variazione percentuale del prezzo. L’elasticità dei singoli beni rispetto al prezzo dipende da fattori economici, e tende a essere più elevata per i beni di lusso, quando sono disponibili beni sostitutivi e quando i consumatori hanno più tempo per adattare il loro comportamento alla 70 nuova situazione. Definizione (2) variazione percentuale della quantità domandata ED variazione percentuale del prezzo E>1 domanda elastica E=1 domanda a elasticità unitaria E<1 domanda anelastica 71 Aspetti fondamentali dell’elasticità della domanda 1. Elasticità sempre positiva 2. La definizione di elasticità si riferisce a variazioni percentuali 3. Il significato di P e Q è di quantità medie 4. Elasticità non è sinonimo di pendenza! 72 Esempio P 110 B A 90 160 240 Q (240 160) /[( 240 160) / 2] ED 2 (110 90) /[(110 90) / 2] 73 Elasticità della domanda e ricavo totale domanda anelastica: P ↓ RT ↓ domanda elastica: P ↓ RT ↑ domanda a elasticità unitaria: P ↑↓ RT = K Iperbole P*Q=cost. 74 Elasticità di offerta L’elasticità dell’offerta rispetto al prezzo è definita come variazione percentuale della quantità offerta divisa per la variazione percentuale del prezzo. variazione percentual e della quantità offerta EO variazione percentual e del prezzo E>1 offerta elastica E=1 offerta a elasticità unitaria E<1 offerta anelastica 75 Fattori d’influenza dell’elasticità dell’offerta - Facilità nell’aumentare la produzione (gli input devono essere facilmente reperibili come ad es. nell’industria tessile e non limitata come le miniere d’oro in Sudafrica) - Periodo di tempo preso in considerazione 76 1° Esempio: i problemi dell’agricoltura Domanda anelastica Un aumento dell’offerta fa diminuire i ricavi dei produttori 77 1° Esempio: soluzione Per far fronte alla diminuzione dei redditi, gli agricoltori hanno esercitato pressioni sui governi. Misure di sostegno, limitazioni delle importazioni tramite l’imposizione di dazi doganali, sovvenzioni. I governi adottano misure di sostegno agli agricoltori per indurli a produrre meno. 78 2° Esempio: imposta sulla benzina Offerta elastica, domanda anelastica Il prelievo fiscale danneggia soprattutto i consumatori 79 Utilità • Jeremy Bentham (1748-1832) • Utilità = soddisfacimento • Concetto ordinale e non cardinale (come la qualità) • Il paradosso del valore 80 Utilità totale e marginale Utilità totale Utilità marginale UM UT 0 1 2 3 4 Legge dell’utilità marginale decrescente: all’aumentare del consumo di un bene, la sua utilità marginale tende a 81 diminuire. Condizione di equilibrio (1) Il consumatore che disponga di un reddito R destinato al consumo di n prodotti lo ripartisce in maniera tale che risulti: UM n UM1 UM 2 UM 3 ....... P1 P2 P3 Pn Principio di utilità marginali uguali per euro speso per ciascun bene 82 Condizione di equilibrio (2) La condizione è necessaria! Se (UM/P)A, acquisti di A, altri beni Se (UM/P)A , acquisti di A , altri beni 83 La curva di domanda Perché la pendenza negativa? Si consideri (UM/P)A con UM=inizialmente costante. Se P, (UM/P) acquisti di A Se P, (UM/P) acquisti di A I beni possono essere: - sostitutivi - complementari - indipendenti 84 Il paradosso del valore “Niente è più utile dell’acqua, ma con essa non si può acquistare praticamente nulla. Al contrario, un diamante ha uno scarso valore d’uso, ma può essere spesso scambiato con moltissimi altri beni”. (Adam Smith, 1776) Maggiore è la quantità disponibile di un bene, meno desiderabile sarà l’ultima unità consumata. 85 Scelte del consumatore Vilfredo Pareto (1848-1923) analizza il comportamento del consumatore attraverso le curve di indifferenza. Combinazioni Vestiario (qA) Generi alimentari (qB) A B C D 12 6 4 3 1. Il consumatore preferisce A a B 2. Il consumatore preferisce B ad A 3. Il consumatore è indifferente 2 4 6 8 86 Vestiario Costruzione della curva di indifferenza Combinazioni qA (vestiario) qB (generi alimentari) A B C D 12 6 4 3 2 4 6 8 La curva di indifferenza è quella curva i cui punti rappresentano le possibilità di consumo riguardo le quali il consumatore è indifferente (sono tutte ugualmente desiderabili). A B C D 87 Generi alimentari Legge della sostituzione Quanto più un bene è scarso, tanto maggiore è il suo valore relativo di sostituzione; la sua utilità marginale cresce rispetto all’utilità marginale del bene che è diventato abbondante. Il rapporto di sostituzione (anche saggio marginale di sostituzione) indica la quantità a cui si rinuncia del bene 1 per sostituirlo con il bene 2. 88 Curva di indifferenza Pendenza della curva: misura dell’utilità marginale relativa dei beni, ovvero delle condizioni di sostituzione. Q1 Livelli di soddisfacimento maggiori Q2 Lo spostamento sulla curva non provoca variazioni di soddisfacimento dell’individuo; lo spostamento in direzione nord-est provoca livelli di soddisfacimento sempre maggiori. 89 La retta (o vincolo) di bilancio Q1= R/P1 La retta di bilancio rappresenta l’ammontare massimo di reddito che il consumatore può destinare all’acquisto di un determinato paniere di beni. Q2= R/P2 90 Retta di bilancio e massimizzazione dell’utilità totale Q1= R/P1 Umax c UM1/P1 = UM2/P2 Q2= R/P2 91 Variazione del reddito Q1= R/P1 Q2= R/P2 92 Variazione di P2 Q1= R/P1 Q2= R/P2 93 Funzione di produzione La funzione di produzione è la relazione tra la quantità massima di output ottenibile e la quantità di input necessaria per ottenerla, per un determinato livello di conoscenze tecnologiche. 94 Prodotto totale, medio e marginale • Prodotto totale: quantità totale di output prodotto in unità fisiche. • Prodotto marginale: output aggiuntivo conseguente all’aumento di una unità di input, fermi restando tutti gli altri. • Prodotto medio: output totale per unità totali di input. 95 Esempio Unità di lavoro Prodotto totale Prodotto marginale Prodotto medio 0 0 2000 1 2000 2000 1000 2 3000 1500 500 3 3500 1167 300 4 3800 950 100 5 3900 780 96 Legge dei rendimenti decrescenti Produzione marginale Output Produzione totale 0 1 2 3 4 Input (uno) 0 1 2 3 4 Input (uno) Aumentando un solo input (e lasciando costanti tutti gli altri) l’output marginale è decrescente. 97 Rendimenti di scala Output Rendimenti di scala crescenti (economie di scala) Rendimenti di scala costanti Rendimenti di scala decrescenti Input (tutti) 98 Breve periodo e lungo periodo Affinché la produzione sia efficiente è necessario disporre di tempo (oltre che degli input tradizionali come il lavoro). 1. Breve periodo: si possono modificare solo gli input variabili (materiali e lavoro) 2. Lungo periodo: si possono modificare gli input variabili e i fattori fissi (capitale) 99 Progresso tecnologico Il progresso tecnologico si riferisce a miglioramenti dei processi produttivi di beni e servizi, a variazioni di prodotti già esistenti o all’introduzione di nuovi prodotti. Innovazione di processo: migliorano o vengono introdotte tecniche produttive. Innovazione di prodotto: vengono introdotti sul mercato prodotti nuovi o migliori. 100 Misura delle prestazioni economiche Output tot ale Produttivi tà Media ponderata degli input Es. Output tot ale Produttivi tà del lavoro Lavoro 101 Tre problemi macroeconomici - Perché a volte la produzione e l’occupazione diminuiscono e come si può ridurre la disoccupazione? - Qual è l’origine dell’inflazione e come si può tenerla sottocontrollo? - Come può una nazione aumentare il proprio tasso di crescita economica? John Maynard Keynes (1883-1946) – The General Theory of Employment, Interest and Money 102 Obiettivi della macroeconomia Obiettivi Prodotto Alto livello e crescita rapida Strumenti Politica monetaria Controllo dell’offerta di moneta che influenza i tassi di interesse Occupazione Alto livello di occupazione con Politica fiscale bassa disoccupazione Spesa pubblica e imposizione involontaria fiscale Stabilità del livello dei prezzi con mercati liberi 103 Produzione Prodotto Interno Lordo (PIL): valore di mercato di tutti i prodotti finiti realizzati in un paese nel corso di un determinato periodo (usualmente l’anno). Due modi per misurarlo: - PIL nominale; - PIL reale. PILN PILR P PIL Potenziale: produzione realizzabile in condizioni di elevato (pieno) impiego delle risorse. 104 Disoccupazione (1) disoccupati Tasso di disoccupazione = forza lavoro x 100 Il tasso di disoccupazione si ottiene calcolando la percentuale di disoccupati sulla forza lavoro, che comprende tutte le persone occupate e quelle disoccupate in cerca di impiego, mentre esclude i disoccupati che non cercano lavoro. 105 Disoccupazione (2) Dalla sua introduzione all’inizio degli anni ’50, l’indagine svolge un ruolo di primo piano nella documentazione statistica e nell’analisi della situazione occupazionale in Italia. Il campione di circa 77 mila famiglie è intervistato ogni trimestre. La rilevazione è continua e i risultati sono diffusi a cadenza trimestrale. 106 Disoccupazione (3) Persone (migliaia di unità) in cerca di occupazione per ripartizione geografica Totale Centro 2.500 Nord Mezzogiorno 2.000 1.500 1.000 2003 2004 2005 II Trimestre I Trimestre III Trimestre IV Trimestre II Trimestre I Trimestre IV Trimestre III Trimestre II Trimestre IV Trimestre I Trimestre III Trimestre 0 II Trimestre 500 2006 107 Inflazione L’indice dei prezzi è una misura del livello medio dei prezzi, l’inflazione denota un aumento del livello generale dei prezzi e il tasso di inflazione è la velocità di variazione del livello generale dei prezzi e si misura: tasso di inflazione (anno n) livello dei prezzi (anno n) - livello dei prezzi (anno n - 1) 100 livello dei prezzi (anno n - 1) - Indice dei prezzi al consumo (IPC) - Deflatore del PIL - Indice dei prezzi all’ingrosso (IPI) 108 Gli indici dei prezzi al consumo (1) In Italia il calcolo dell’indice è affidato all’Istituto Nazionale di Statistica. L’ISTAT produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: 1. il NIC misura l’inflazione a livello dell’intero sistema economico. Per gli organi di governo questo è il parametro di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche; 2. il FOI si riferisce ai consumi dell’insieme delle famiglie che fanno capo ad un lavoratore dipendente; 3. l’IPCA è stato sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo. 109 Gli indici dei prezzi al consumo (2) NIC e FOI si basano sullo stesso paniere ma il peso attribuito a ogni bene o servizio è diverso, a seconda dell’importanza che questi rivestono nei consumi della popolazione di riferimento (per il NIC la popolazione italiana, per il FOI l’insieme delle famiglie che fanno capo a un operaio o impiegato). IPCA e NIC hanno la stessa popolazione di riferimento ma IPCA esclude dal paniere (sulla base di un accordo comunitario) le lotterie, il lotto, i concorsi pronostici e i servizi relativi alle assicurazioni sulla vita. Concetto di prezzo: NIC e FOI prezzo pieno di vendita, IPCA prezzo effettivamente pagato dal consumatore. 110 Obiettivi della politica macroeconomica • PIL • Tasso di Disoccupazione • Tasso di inflazione D 111 Strumenti della politica macroeconomica Uno strumento di politica economica è una variabile sotto il controllo del governo. • Politica fiscale o di bilancio • Politica monetaria • Politica dei redditi 112 I rapporti internazionali Esportazioni nette = esportazioni - importazioni Aspetti fondamentali dei r. i.: - politiche commerciali; - gestione della finanza internazionale. 113 Offerta aggregata • livello dei prezzi e costi • PIL potenziale Livello dei prezzi • tecnologia PIL potenziale • fattori di produzione PIL reale 114 Domanda aggregata • livello dei prezzi Livello dei prezzi • politica monetaria • politica fiscale PIL reale 115 L’equilibrio macroeconomico Livello dei prezzi PIL potenziale Inflazione PIL reale Disoccupazione 116 Domanda e offerta aggregata Politica monetaria Politica fiscale Altre forze Produzione (PILR) Occupazione e disoccupazione Livello dei prezzi e costi Produzione potenziale Capitale, lavoro, tecnologia Prezzi e inflazione 117 Il circuito del reddito Acquisto beni e servizi finali Beni e servizi finali Famiglie Imprese Fattori produttivi Remunerazione dei fattori produttivi 118 PIL e RIL • PIL = C + I + G + X •C •I •G •X = Consumi = Investimenti = Spesa pubblica = Esportazioni nette • RIL = Reddito Interno Lordo [compresi gli ammortamenti]. 119 PIL = RIL • Metodo dei costi o dei redditi: misura del RIL • Metodo del flusso dei prodotti: misura del PIL • Il problema dei “doppi conteggi”: il Valore Aggiunto 120 Il valore aggiunto Fase di produzione Ricavi delle Costo dei beni vendite intermedi Valore aggiunto (salari, profitti, ecc) Frumento 23 0 = 23 Farina 53 23 = 30 Impasto per il pane 110 53 = 57 P.f.: pane 190 110 = 80 Totale 376 186 190 121 PIL, prezzi, ammortamenti, G • PIL reale e PIL nominale • Il deflatore del PIL • Investimenti lordi e investimenti netti • Invest. netti = invest. lordi – ammortamenti • Composizione di G: spesa pubblica senza considerare i trasferimenti e gli interessi sul debito pubblico. 122 Il deflatore: un esempio (1) Produzione di grano nella nazione X: 1000 quintali l’anno 1 al prezzo di 1 €/quintale 1010 quintali l’anno 2 al prezzo di 2 €/quintale PILN 1 1000 1 1000€ PILN 2 1010 2 2020€ Il PILN è cresciuto del 102% in un anno! 123 Il deflatore: un esempio (2) Sia 1 l’anno base P1=1 Deflatore del PIL P2=2/1. Il PILR2 è allora PILR 2 PILN 2 2020 1010€ P2 2 Il PILR è cresciuto del 1%. 124 Consumo e investimenti Il consumo rappresenta la componente più importante del PIL (circa 2/3 del totale). Il settore più in crescita è quello dei servizi. L’investimento consiste nell’aggiunta di capitale sociale nazionale di costruzioni, attrezzature, software e scorte nel corso di un anno. I conti nazionali comprendono in prevalenza il capitale tangibile (edifici, computer,..), ma trascurano la maggior parte dei beni intangibili (ricerca e sviluppo, spese di istruzione,..). 125 La Pubblica Amministrazione Metodo del flusso di prodotti. Inclusi beni di consumo (cannoni per l’esercito) e di investimento (computer e strade), esclusi trasferimenti pubblici (interesse sul debito pubblico). Metodo dei costi o dei redditi. Incluse imposte dirette e indirette. Le imposte dirette sono quelle applicate direttamente agli individui e alle imprese, comprendenti le imposte sul reddito, sui proventi del lavoro e sui profitti. Si contrappongono alle imposte indirette, che sono applicate ai beni e servizi e quindi 126 solo indirettamente alle persone. PIL e PNL • PIL: valore di mercato di tutti i prodotti finiti realizzati all’interno di un paese nel corso di un determinato periodo. • PIN: PIL – ammortamenti degli investimenti • PNL: valore di mercato di tutti i prodotti realizzati da fattori di produzione di proprietà dei cittadini di un paese in un determinato periodo. 127 IPC: un esempio (1) Tre beni: - generi alimentari (spesa dei consumatori 20%) - abitazioni (spesa dei consumatori 50%) - cure mediche (spesa dei consumatori 30%) Anno base 2004 si assegna il valore 100 al prezzo di ciascun bene IPC2004 0,2 100 0,5 100 0,3 100 100 128 IPC: un esempio (2) Nel 2005 aumenti dei prezzi: - generi alimentari +2% 102 - abitazioni +6% 106 - cure mediche +10% 110 IPC2005 0,2 102 0,5 106 0,3 110 106,4 Il tasso di inflazione nel 2005 è allora: IPC2005 IPC2004 106,4 100 t.i.2005 100 100 6,4% IPC2004 100 129