Visita alla fattoria Attività integrativa al progetto di Educazione Alimentare Scuola Primaria di Ossimo Superiore, Classi I, II, III, IV, V I BAMBINI E LE BAMBINE DELLA SCUOLA PRIMARIA DI OSSIMO SUPERIORE PRESENTANO…. VISITA ALLA AZIENDA AGRICOLA MIORINI VISITA ALLA FATTORIA OGGI 24 OTTOBRE, SIAMO ANDATI A BORNO PER VISITARE UN’ AZIENDA AGRICOLA . Siamo partiti alle ore 9 e tornati alle 12. Quando siamo arrivati alla fattoria abbiamo conosciuto i proprietari, i signori Marilena e Mario. Ci hanno guidati per prima cosa nella stalla per vedere gli animali: c’ erano due maiali, quattro asini, una pecora e tante capre, …secondo noi erano almeno 40! Il signor Mario ci ha descritto le tre razze: le capre bionde tipiche della nostra valle si chiamano “ Bionde dell’Adamello. Quelle marroni con due strisce nere sul musetto si chiamano “Camosciate” e quelle tutte bianche sono di razza “Saanen”. In seguito abbiamo visto mungere le capre: il latte esce dalla mammella a 36°C. Alcuni nostri compagni hanno provato a mungere: Diana, Jenny, Sofia e Lorenzo. Il signor Mario ci ha anche spiegato che nel gregge delle capre c’è un capo ed è sempre una femmina anche se il maschio è più grosso. Il capo è la capra più forte e vigorosa, è quella che vince le battaglie contro tutte le altre e resterà capo finchè un’altra femmina non la batterà. Sappiamo anche che le capre sono sempre nei prati a pascolare, solo in inverno quando la neve copre i prati, restano nella stalla. Anche quando c’è la nebbia vengono portate all’aperto, ma è importante che abbiano il campanello al collo, perché per natura le capre vedono poco e in questo modo riescono a sentirsi tra di loro e rimanere in gruppo senza perdersi. Le capre che abbiamo visto avevano tutte un cartellino sull’orecchio. Sul cartellino c’è un numero che serve per distinguerle e riconoscerle. Infatti due volte all’anno a ciascuna capra viene fatto un prelievo del sangue per controllare se è sana. Il numero, in quel caso, viene usato dal veterinario per capire di quale animale è il sangue da analizzare. La signora Marilena poi ci ha spiegato come si fa il formaggio. Il latte appena munto viene versato in un paiolo e con un termometro si controlla se è alla stessa temperatura corporea dell’animale, cioè circa 36 o 37°C. Se occorre riscaldarlo si accende il fuoco sotto al paiolo. A questo punto si versa nel latte il caglio: una sostanza liquida che deriva dalla pancia degli animali ( ABOMASO ). Dopo circa mezz’ora abbiamo visto che il latte, per effetto del caglio, si era coagulato, sembrava cioè un budino… …e quando diventa così gli si dà il nome di CAGLIATA. Con uno strumento che si chiama TRIS, o in dialetto “RISOLA”, la signora Marilena ha rotto la cagliata e ci ha spiegato che per fare il formaggio poco stagionato, come la formaggella, i pezzi devono rimanere abbastanza grossi ( a chicco di noce ). Per il formaggio stagionato, invece, devono diventare molto piccoli, come chicchi di riso e viene usato uno strumento diverso. In seguito si raccoglie la cagliata con ciotole bucherellate che lasciano uscire il siero. Il siero è un liquido che si dà da bere ai maiali e infatti veniva raccolto in un secchio. Il giorno seguente le forme di formaggio devono essere girate, salate in superficie con sale grosso e messe a riposo sopra un telo. Dopo circa dieci giorni le formaggelle possono essere mangiate e …siccome i signori Mario e Marilena ce le hanno fatte assaggiare, …possiamo assicurare che sono proprio buone!!! GLI ALUNNI DELLA SCUOLA PRIMARIA DI OSSIMO SUPERIORE ANNO SCOLASTICO 2008/09