MARTEDI’ 10 FEBBRAIO 2015 NARRARE LA BIBBIA AI RAGAZZI – 2° INCONTRO IN GESU’ DIO MANIFESTA LA SUA POTENZA SALVIFICA Studio Narrativo di Mc 6,45-53 45E subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. 46Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. 47Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. 48Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro, camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. 49Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: "È un fantasma!", e si misero a gridare, 50perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: "Coraggio, sono io, non abbiate paura!". 51E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, 52perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito. 53Compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Proposta di lettura secondo i criteri dell’analisi narrativa: delimitazione del testo e divisione in scene: Cominciare col determinare la delimitazione di un episodio, seguendo i criteri seguenti: presenza o cambiamento di attori, di tempo e/o di spazio, di tematica. Dividere un episodio in scene, applicando i criteri sopra esposti (cf. traccia prof.ssa Toaldo). Determinare il ruolo rispettivo delle scene (ad es.: presentazione dei personaggi, azioni, complicazioni, svolta del racconto, climax, scioglimento). Il lettore che conosce le convenzioni e le tecniche letterarie del tempo del Nuovo Testamento (tecniche ebraiche ed ellenistiche – ad es. la struttura concentrica del vangelo di Marco) cercherà di individuarle, per vedere come sono riprese, con o senza originalità. Analisi della/e trama/e: Definizione di trama. La trama è la sistematizzazione degli avvenimenti che costituiscono la storia raccontata: questi avvenimenti sono collegati l’uno all’altro tramite il nesso di causalità e inseriti in un processo cronologico. In un’opera drammatica o narrativa, la trama è la struttura delle azioni così come sono disposte e ordinate al fine di produrre un effetto particolare a livello emozionale e artistico. Questa definizione è semplice solo in apparenza, poiché le azioni (siano esse verbali o fisiche) sono compiute dai personaggi e permettono loro di manifestare le proprie qualità morali e psicologiche. Trama e personaggi sono, di conseguenza, dei concetti interdipendenti. La trama può essere di due tipi (compresenti nello stesso racconto): trama di risoluzione (o di situazione): particolare insistenza sul patetico, sul drammatico, sul comico, sui sentimenti, ecc. L’interesse è su ciò che avverrà o accadrà. trama di rivelazione (o di conoscenza): manifestazione progressiva dell’identità di un personaggio o di valori, ecc. A questo livello l’insistenza non è su ciò che accade, ma sul come della rivelazione. Scena iniziale (vv. 45-46) «45E subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. 46Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare.» Osservazioni: • In questi primi versetti abbiamo anzitutto un’indicazione temporale: “e subito”. Ci troviamo quindi dinanzi ad un nuovo episodio nella narrazione che, tuttavia, vista la quasisimultaneità dell’azione, mantiene un certo legame con quanto appena accaduto: la prima moltiplicazione dei pani. Tant’è vero che al v. 52 il narratore (Marco), con una sua intrusione nella storia raccontata, si riferirà proprio a questo episodio per motivare la durezza di cuore dei discepoli. • La trama di risoluzione inizia al v. 45 con la richiesta che Gesù rivolge ai suoi discepoli, che qui figurano come un personaggio collettivo. Possiamo far iniziare a questo punto la trama di risoluzione in quanto viene spontaneo chiedersi: riusciranno i discepoli ad adempiere la richiesta di Gesù? • Le azioni di costringere i discepoli a salire sulla barca, di congedare la folla e di salire sul monte mi pare debbano rientrare nella prima fase del nostro schema in quanto, dal punto di vista temporale, non abbiamo sostanziali cambiamenti di tempo. Annodamento e innesco della tensione (vv. 47-48) «47Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. 48Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro, camminando sul mare, e voleva oltrepassarli.» Osservazioni Al v. 47 vediamo con chiarezza che i discepoli si trovano di sera (= buio), soli in mezzo al mare. Anche Gesù si trova da solo, lontano, a terra. Il vero e proprio annodamento (chiamato anche complicazione) inizia al v. 48, con la menzione di un vento contrario che rende molto difficile la traversata del lago (si tratta di un vero e proprio ostacolo naturale, insieme al buio della notte, all’adempimento dell’intenzione di Gesù). Va notato che in questi primi versetti prevale il punto di vista di Gesù (focalizzazione interna = è lui che vede i discepoli affaticati nel remare). Ciò non toglie che l’annodamento riguardi i discepoli e non Gesù, il quale rimane comunque e sempre padrone della situazione: egli cammina sulle acque probabilmente con l’intento di precederli, quasi per aprire loro la strada in mezzo al turbinio del vento del contrario. A questo punto del racconto si innesca pure la trama di rivelazione. Gesù viene ritratto come colui che è superiore alle forze della natura (tenebra, vento contrario, mare), in quanto viene presentato come in grado di camminare sulle acque dominando gli elementi stessi di una natura che talvolta si dimostra ostile all’uomo. I discepoli invece vengono presentati in tutta la loro fragilità: uomini che non comprendono e che, nonostante abbiano già condiviso un tratto di cammino con Gesù, cadono facilmente preda della paura e della mancanza di fede. Climax (vv. 49-50) «49Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: "È un fantasma!", e si misero a gridare, 50perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: "Coraggio, sono io, non abbiate paura!".» Osservazioni A questo punto giungiamo all’apice della tensione. Il lettore ora percepisce gli eventi a partire dal punto di vista interno ai discepoli, che vedono Gesù camminare sulle acque e pensano che egli sia un fantasma. La loro è una reazione di terrore allo stato puro (“e gridarono”), ulteriormente spiegata nella prima parte del v. 50: “perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti”. Nella seconda parte del v. 50 (“Ma egli subito parlò loro e disse: ‘Coraggio, sono io, non abbiate paura!’”, giungiamo all’apice della trama di rivelazione: attraverso la tecnica dello showing, facendo cioè parlare direttamente il personaggio Gesù, il lettore viene a conoscere in maniera chiara l’identità dello stesso Gesù (le sue parole possono dunque essere interpretate su un duplice livello: letterale e teologico). Scioglimento della tensione (vv. 51-52) «51E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, 52perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.» Lo scioglimento è, per sua stessa definizione, “il momento del racconto in cui cessa la tensione, spesso per trasformazione della situazione iniziale (quella che ha provocato il dramma o la tensione)”. In questi due versetti Gesù sale sulla barca e il vento, ossia il principale elemento che aveva scatenato l’annodamento, cessa improvvisamente. Abbiamo qui un cambiamento rispetto ai versetti precedenti: torna a prevalere il punto di vista del narratore, in modo tale che il lettore sia in grado di considerare gli effetti di quanto appena accaduto. Anche il dramma della paura sembra essere risolto: quello che essi hanno visto camminare sulle acque non è un fantasma come pensavano, ma è davvero Gesù. Rimane tuttavia l’elemento dell’incomprensione, da Marco posta in relazione al fatto dei pani. Di per sé non è chiaro quale sia l’oggetto dell’incomprensione. Probabilmente non è il fatto della moltiplicazione dei pani in se stesso, ma semmai è l’identità di colui che ha moltiplicato i pani, di quello stesso Gesù che i discepoli non sono stati capaci di riconoscere mentre camminava poc’anzi sulle acque. Se dunque abbiamo uno scioglimento della tensione interna a questo episodio, dobbiamo tuttavia accettare di mantenere l’elemento scomodo dell’incomprensione. Proseguendo nella lettura del racconto, sarà proprio la tensione innescata dall’incomprensione che permetterà alla trama del macroracconto di svilupparsi ulteriormente, fino a giungere ad punto di svolta in 8,29, dove Gesù interroga i discepoli circa la sua identità e Pietro, personaggio rappresentativo dei Dodici, risponde: “Tu sei il Cristo”. Esito (v. 53) «53Compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono.» Osservazioni Abbiamo qui il compimento parziale del programma narrativo menzionato all’inizio (Gesù costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsaida). Come risolvere questo problema? Se noi proseguiamo nella lettura del racconto di Marco, noteremo che solo al v. 22 del cap. 8 i discepoli finalmente giungeranno a Betsaida, dove Gesù guarirà a due riprese un uomo cieco. Appena prima dell’arrivo a Betsaida, Gesù torna a discutere con i discepoli sull’argomento della loro incomprensione, collegandola ancora con il fatto della moltiplicazione dei pani, da lui ripetuta una seconda volta (Mc 8,1-10). Inoltre, va ricordato che solo al termine di questo percorso piuttosto accidentato, Pietro arriverà a professare in maniera chiara, almeno sul piano verbale, l’identità di Gesù: “Tu sei il Cristo” (8,29). Questi riferimenti agli episodi successivi sono molto importanti, perché ci permettono di inserire il nostro brano nella più ampia trama narrativa del macro-racconto del vangelo di Marco. Comprendiamo allora che il compimento parziale del programma narrativo al v. 53 può essere inteso come uno stimolo a proseguire nella lettura, creando un effetto di suspense che permetterà al lettore di approfondire ancora meglio la propria conoscenza sia del personaggio “discepoli” che del personaggio “Gesù”. Analisi delle trame Trama di Risoluzione Trama di Rivelazione La trama di risoluzione prende il suo avvio al v. 45, con il comando che Gesù rivolge ai discepoli affinché salgano sulla barca e partano alla volta di Betsaida. Di fatto la trama si conclude con l’approdo dei discepoli a terra (v. 53), anche se in un luogo diverso da quello inizialmente indicato da Gesù. Considerata l’accuratezza con la quale Marco descrive lo svolgersi degli eventi in questo episodio, notiamo che lo showing prevale sul telling. Un’analisi attenta dello showing ci permette di riconoscere un progresso nella rivelazione-conoscenza del personaggio “Gesù” e, in maniera minore, anche del personaggio collettivo “discepoli”, almeno in relazione alla loro incomprensione. Come affermato sopra, la trama di rivelazione giunge al suo apice al v. 50b. La paura e l’incomprensione dei discepoli portano Gesù a rivelare la propria identità, sia attraverso le sue azioni (camminare sul mare), sia attraverso le sue parole (coraggio, sono io, non abbiate paura). Conclusione sull’analisi delle trame Possiamo dunque affermare che la trama di risoluzione è al servizio della trama di rivelazione, in quanto il lettore, avanzando nella lettura dell’episodio, progredisce pure nella conoscenza dei personaggi ed in particolare del personaggio Gesù.