La datazione dei monumenti romani di Catania (II BT 2004

La datazione
dei monumenti romani
di Catania
2 BT L.S. “Boggio Lera” a.s 2004/2005
Coordinamento: Prof. Salvatore Menza
Realizzazione a cura di Luisa Lattuca con la
collaborazione di Giulia Corsaro, Andrea Vittorio
(foto e grafici), Giusi Freni (disegni), Federica
Grasso e Giuliana Privitera (foto)
È possibile datare un monumento
tenendo conto di:
•
•
•
•
Tecniche edilizie
Stile delle decorazioni
Iscrizioni
Documenti scritti che parlano del
monumento
Tecniche edilizie e decorazioni
• il modo di costruire o rivestire i muri degli edifici
e di decorarli cambia di epoca in epoca, in base
ai progressi della tecnica e all’evoluzione del
gusto
• Tecniche e stili mutano sia nel tempo che nello
spazio. Mentre, però, è abbastanza facile
apprezzare la variazione diacronica, la variazione
geografica è, invece, molto lieve
• Roma, infatti, impone il suo stile alle province e le
province desiderano uniformarsi allo stile romano.
Quindi, le stesse caratteristiche tendono, in una
stessa epoca, a ritrovarsi, invariate, in tutto
l’Impero.
• Normalmente, però, la
periferia recepisce con un
certo ritardo le
innovazioni stilistiche
irradiate dal centro.
• La velocità con cui una
città o una provincia
recepisce tali innovazioni
è direttamente
proporzionale alla sua
importanza all’interno
dell’Impero.
Rassegna delle principali
tecniche edilizie
Opus quadratum
• Muratura formata da grossi blocchi di pietra (marmo, tufo,
travertino ecc.) di forma parallelepipeda, disposti gli uni sugli
altri formando una struttura regolare. Questa tecnica fu
usata fin dal periodo arcaico (fine VII-inizi VI sec. a.C.);
• Dopo l’introduzione del calcestruzzo (III sec. a. C.), l’opus
quadratum verrà usato solo come rivestimento di muri in
calcestruzzo o per la costruzione di colonne
Opus quadratum
Opus cementicium
(calcestruzzo)
• Il calcestruzzo romano era un conglomerato di
malta, sassi, scaglie di tufo o di selce. Venne
inventato dai romani nel III sec. a. C., l’epoca in
cui iniziò la loro espansione nel Mediterraneo e
in cui si consolidò un’economia schiavistica
• Si trattava di un materiale edile solido e poco
costoso che poteva essere preparato e utilizzato
dagli schiavi, manodopera a basso costo ma
priva di competenze specialistiche (necessarie,
invece, ad es., per il taglio delle pietre
necessarie all’opus quadratum).
Paramenti
• Il muro in calcestruzzo, però, a differenza
di quello in opus quadratum, era molto
poco elegante.
• Per questo motivo, veniva rivestito, sia
nella parte interna che in quella esterna,
mediante dei paramenti. Il paramento era
una parete formata con pietre e/o mattoni
legati fra loro con della calce o della malta.
Il modo di realizzare i
paramenti cambia nel
tempo e si presta, perciò,
ad essere utilizzato come
elemento di datazione
Opus incertum
• Il paramento più antico è l'opus incertum, nel
quale le pareti sono costruite con piccole pietre
di misura diseguale poste con le facce
combacianti tra loro.
Opus incertum
Opus reticulatum
• L'opus reticulatum è un tessuto perfettamente regolare di
blocchetti di tufo a forma di cuneo a base quadrata, che
creano una trama a forma di rete.
• L'impiego di questo tipo di paramento inizia nel I sec.
a.C. e continua solo fino all'età Giulio-Claudia, quando
prevale l'uso del mattone; da allora fino al II sec. d.C.
viene adoperato nell'opera mista.
Opus reticulatum
Opus mixtum (opera mista)
• Già alla fine della Repubblica era iniziato l'uso di
rinforzare l'opera reticolata con fasce orizzontali di
mattoni o di tegole fratte. In età imperiale questo uso si
perfeziona con l'aggiunta di ammorsature laterali; le
specchiature di opera reticolata sono così inquadrate da
cornici di mattoni. Questa tecnica è diffusa
particolarmente tra l'età flavia e l'età di Antonino Pio
Opus mixtum (opera mista)
Opus testaceum (laterizio)
• Questo genere di muratura è caratterizzato dall'uso di
mattoni d'argilla cotti al sole e legati con malta. I primi
paramenti di tegole fratte (in sostituzione dei paramenti
in opera reticolata) apparvero già alla fine della
Repubblica, ma la massima diffusione dell'architettura e
della decorazione in laterizio si ebbe dall'inizio dell'età
imperiale fino a tutto il III sec. d.C.; costruzioni in laterizio
sono, infatti, sparse ovunque.
Opus testaceum (laterizio)
Opus vittatum (opera listata)
• L'opera listata, in uso saltuariamente (e per di più
associata quasi sempre al laterizio) sin dall'età di
Adriano, diventa, all'inizio del IV sec. d.C., la
tecnica tipica di costruzione. Il paramento è
costituito da fasce di mattoni alternate con
parallelepipedi di tufo, disposti in fasce orizzontali.
Opus vittatum (opera listata)
Principali monumenti romani di Catania
•
•
•
•
Teatro e Odeon (via Teatro Greco)
Anfiteatro (piazza Stesicoro)
Terme dell’Indirizzo
Foro (cortile S. Pantaleo, via SS. Trinità)
Per motivi di tempo, ci concentreremo solo sul teatro,
che dà la possibilità di applicare più metodologie di
datazione
Teatro Romano
Datazione
1. Tecniche edilizie
2. Stile delle decorazioni
3. Iscrizioni
• 1a. tecniche edilizie
Greco o romano?
• Il Teatro antico di Catania, a dispetto della
toponomastica (si trova in via Teatro Greco), è
un teatro romano.
• Alcune caratteristiche, però, come probabili
iscrizioni greche nelle fondamenta e, soprattutto,
il fatto che sia costruito sul fianco della collina
Montevergine, ci fanno supporre che il teatro
romano sorga dove prima si trovava un teatro
greco. I greci, infatti, non costruivano i teatri, ma
li “scavavano” sul fianco di una collina, alla
stessa maniera in cui gli scultori ricavano statue
da blocchi di marmo.
• Nella forma in cui ci appare oggi, però, il
Teatro, come si diceva, è certamente
romano, come è dimostrato da almeno
quattro caratteristiche:
• la sezione più alta della
scalinata (summa cavea) è
costruita senza appoggi
naturali, alla maniera dei
Romani (i Greci, come si è
detto, non costruivano, ma
“scavavano”)
• gli archi e le volte presenti nel
teatro, elementi architettonici
sconosciuti ai greci, sono
tipiche espressioni
dell’architettura romana
• i muri sono di calcestruzzo, un
materiale inventato dai Romani
nel III sec. a. C. e sconosciuto
ai greci
• infine, le pareti del teatro sono
rivestite in opus incertum,
tipico paramento romano,
anch’esso ignoto
all’architettura greca.
• Sapere soltanto che il Teatro di Catania è
romano e non greco ci fornisce, tuttavia,
una datazione ancora molto imprecisa.
• La dominazione romana in Sicilia, infatti, va dal III sec.
a.C. (I guerra punica) alla fine dell’Impero d’occidente
(fine V sec.) o all’età bizantina (inizi VI sec.) o, ancora,
considerando i Bizantini come legittimi continuatori della
tradizione romana, addirittura, fino alla conquista araba
del IX secolo.
Il Teatro
è romano
Terminus post quem
Terminus ante quem
(confine sinistro
dell’intervallo di datazione)
(confine destro dell’intervallo
di datazione)
V sec. d.C.
III sec. a.C.
POST
III a.c
ANTE
0
V d.C.
È possibile ottenere una datazione più precisa
(restringere, cioè, l’intervallo tra terminus post
quem e terminus ante quem) esaminando altri
elementi
• È ragionevole pensare che il terminus post
quem possa essere spostato in avanti fino
all’età in cui Catania diventa colonia
romana, e dunque all’inizio dell’età
augustea (fine I sec. a.C.). Un edificio
importante come un teatro, infatti, è segno
di una romanizzazione già avanzata,
difficilmente credibile nell’epoca in cui
Catania era soltanto municipio latino
POST
III a.c
30
ANTE
0
V d.C.
Questa intuizione è confermata dagli altri elementi di
datazione
Teatro Romano
1b. Tecniche edilizie
L’assenza dell’Opus Reticulatum
• Fu di moda da Augusto a Nerone.
• In particolare, Augusto lo scelse come
paramento caratterizzante del suo principato e,
per questo, ne favorì la diffusione.
• Si tratta di un opus molto costoso, perché la
realizzazione delle piramidi di tufo richiede il
lavoro di scalpellini qualificati
• lo storico R. J. Wilson, in un suo saggio del
1992, ci informa della presenza di questo
paramento a Catania, in una parete del Foro
romano (cortile san Pantaleo). Oggi, però, non
sembra più visibile.
• Questo tipo di opus non è presente in nessun
altro edificio romano di Catania.
Come interpretare l’assenza
dell’opus reticulatum nel Teatro
Romano di Catania?
• Non soltanto la presenza di un paramento può
essere utile a datare un edificio, ma, in certe
circostanze, anche la sua assenza, come in
questo caso.
• Poiché, infatti, il reticulatum era, come si è detto,
il paramento augusteo per eccellenza, e rimase
in voga all’incirca fino alla fine della dinastia
Giulio-Claudia (68 d.C.), è possibile datare
all’epoca augustea il Foro di Catania (in cui il
reticulatum è presente), e il Teatro (in cui il
reticulatum, invece, manca) ad un’epoca
successiva alla dinastia Giulio-Claudia
Dunque, l’ipotesi che il Teatro sia posteriore
al conferimento dello status di colonia è
confermato.
Il terminus post quem si sposta in avanti fino
al 68 d.C. circa.
III a.c
30 a.C.
0
POST
ANTE
68
V d.C.
Teatro Romano
• 2. Stile delle decorazioni
(costolatura di mattoni nella volta)
• Osservando il Teatro Romano, all’interno
delle volte, in alto, troviamo delle
costolature di mattoni.
• Questo tipo di decorazione incominciò a
diffondersi a Roma solo a partire
dall’ultimo quarto del primo sec. d.C. e si
diffuse particolarmente nel secondo secolo
d.C. (Wilson 1992)
• Questa datazione è coerente con
l’assenza dell’opus reticulatum
Teatro Romano
datazione
• 3. Iscrizioni
In alcune architravi del Teatro romano, sono state
rinvenute delle iscrizioni che riportano un nome di
persona:
T. FLAVIUS IONIUS
• Diverse sono le ipotesi di chi fosse costui e in che epoca
sia vissuto.
• Si può ipotizzare che si tratti di un nobile catanese che
abbia contribuito a sovvenzionare la costruzione del
teatro
• Il fatto che il prenome e il nome coincidano con quelli
dell’imperatore Tito (79-81 d.C.) ci fanno pensare che si
tratti di un cittadino che ha ricevuto la cittadinanza
romana durante il principato di Tito, assumendone,
appunto, prenome e nome.
• Il cognomen Ionius, ‘ionico’, è una chiara metonimia per
‘catanese’ o ‘siciliano’.
• È ragionevole credere che, se il Teatro è
stato costruito con il patrocinio di un uomo
vissuto all’epoca dell’imperatore Tito, non
sia stato ultimato oltre l’inizio del II sec.
d.C., che diventa, per noi, il nuovo
terminus ante quem.
• L’iscrizione fornisce, dunque, una
datazione compatibile con quella suggerita
dall’esame della costolatura di mattoni
nella volta e con l’assenza dell’opus
reticulatum.
• Il terminus post quem si sposta in avanti
fino all’epoca flavia.
• Il terminus ante quem si colloca all’inizio
del II secolo
POST
III a.c
30 a.C.
0
68
79
ANTE
II
V d.C.
Conclusioni
• Il Teatro Romano di Catania è un edificio
risalente ad un’epoca compresa fra la fine
del primo e l’inizio del secondo secolo d.C.
Bibliografia
• R.J. A. Wilson, La topografia della Catania
romana. Problemi e prospettive, in Catania
antica, Atti del Convegno della Società Italiana
per lo Studio dell’Antichità Classica (SISAC),
Catania, 23-24 maggio 1992, pp.148-173
• C. Molè, Dinamiche di acculturazione in epoca
augustea, in (a cura di M.Barra Bagnasco, E. De
miro, A. Pinzone) Magna Grecia e Sicilia. Atti
dell’Incontro di Studi, Messina 2-4 dicembre
1996, Messina, DISCAM, 1999, pp. 415-429
• www.romacivica.net