Le interpretazioni del
Fascismo
a cura del prof. Marco Migliardi
Mappa concettuale
Le interpretazioni fasciste:
Mussolini e Volpe
• Iniziamo con quella di Mussolini, che
nell'Enciclopedia Italiana scrisse
"il fascismo fu ed è azione"
• Volpe: Il F. ha 2 anime: gli agrari,
conquistati dal F. col suo
spostamento a destra, e i piccolo
borghesi, che sono la nuova
borghesia lontanissimi dalla vecchia
La teoria liberale:
Croce e la malattia morale
• Una delle 3 teorie classiche
• Il F. non fu né voluto, né sostenuto da
nessuna classe sociale in particolare,
fu solo il frutto di uno smarrimento
collettivo causato dalla guerra
• E’ quindi una parentesi morale
• Secondo molti storici tutte le teorie si
riconducono a questa
La teoria democratico-radicale:
Gobetti - Salvemini
• La seconda delle teorie classiche
• I 2 paesi (I e D) che hanno conosciuto il F.
hanno aspetti storici comuni:
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Unificazione nazionale recente
Sviluppo economico accelerato
Borghesia imprenditoriale debole e timida
Tradizione autoritaria
• Ne deriva una “predisposizione” alla
dittatura, quindi non una parentesi, ma il
risultato di una tendenza presente nella
storia
La teoria marxista:
Togliatti, Gramsci e le tesi di Lione
• La terza teoria classica
• Il F. fa parte di un piano storico delle classi
dirigenti che consiste nell’ immobilizzare e nel
reprimere la classe lavoratrice.
• Piano inevitabile perchè il F. fa parte del codice
genetico della borghesia moderna
• E’ favorito quindi da tutte le classi dirigenti, ma
soprattutto dagli agrari che intendono distruggere
la possibile alleanza fra operai e contadini emersa
dal biennio rosso
• Per combattere il F. è necessaria quindi l’unione di
tutti i proletari
La teoria di Giustizia e Libertà:
Carlo Rosselli
• Il F. non fu voluto dalla borghesia o da una
classe sociale specifica, ma è l’espressione
migliore dei vizi di un paese vigliacco e
ambizioso, pavido e guerrafondaio, egoista
e desideroso di grandezza
• Le origini del F. sono nel DNA del nostro
popolo conformista
• Si allontanava dalle teorie marxiste anche
perché per Rosselli l’opposizione al F.
doveva riunire tutte le forze democratiche,
non solo quelle proletarie
Il giornalismo antifascista:
Missiroli e Salvatorelli
• Il F. è solo in parte risposta al Biennio Rosso
perché in I. non c’è mai stato un vero pericolo di
rivoluzione Socialista
• Infatti dalla guerra non è uscita una forte lotta
interclassista, ma solo tensioni interne alla
borghesia, tra vecchia e nuova b.
• Il F. non era la difesa del capitalismo dal
socialismo, ma fenomeno + complesso di un ceto
sociale che aveva conti in sospeso con tanti
• Salvatorelli riprende al tesi di Missiroli indicando
come cardine del F. la piccola borghesia
• Essa si è trovata incuneata tra capitalisti e classe
operaia e si è ribellata, trovando un sostegno
nell’uomo forte
Le tesi sociologica:
E.Fromm
• Dopo la II guerra mondiale gli studi sulle
società di massa si fanno più importanti
• Si scopre che l’analisi della massa non era
mai stata tenuta in debito conto nelle
precedenti interpretazioni
• “Fuga dalla libertà” di Fromm, dice che si
rinuncia alla libertà in cambio di sicurezza e
di sentirsi parte di una comunità con valori
nuovi e condivisi
Tentativi di revisionismo:
Nolte i 3 volti del fascismo
• Il bolscevismo ha rappresentato l'universalismo
politico più irrispettoso delle realtà nazionali e
culturali, dato che il leninismo ha imposto un modello
unico di uomo e di società.
• I fascismi, al contrario, sono stati, la forma estrema di
particolarismo patriottico e nazionale, che nella loro
forma più radicale (quella del nazionalsocialismo)
sono giunti ad identificare nell'ebreo la quintessenza
dello sradicamento e dell'universalismo, e quindi il
nemico mortale.
• E' questo il motivo della Soluzione finale, che Nolte
rifiuta di considerare unica nella storia. La paragona
allo sterminio dei kulaki di Stalin, anzi dice che ne è
stata una conseguenza
Nolte
• Per lo storico tedesco, il fascismo e il
nazismo non sono stati l'espressione
di una brutale reazione antiproletaria, ma la reazione eccessiva,
fanatica e totalitaria al fanatismo
ideologico e allo sterminazionismo
bolscevico
• Posizione che fu oggetto di molte
critiche
Il “revisionismo” italico:
Renzo De Felice
• Passa per revisionista in quanto nel suo
“Mussolini il duce” non si sofferma sui
caratteri antidemocratici e repressivi del
regime, ma sul consenso interno
• Questa partecipazione delle masse fanno
del F. un unicum fra i vari movimenti
reazionari, un movimento rivoluzionario e
moderno anche perché fa uso dei nuovi
mezzi di comunicazione
Riassumendo…
• Teoria liberale di Benedetto Croce, che considera il f.
una "malattia morale" a seguito della grande guerra
• teoria democratico-radicale di Gaetano Salvemini e
del Partito d'Azione, che considera il f. come un
prodotto logico, inevitabile, degli antichi mali d'Italia
• teoria di tradizione marxista, di Togliatti che
considera il f. come un prodotto della società
capitalista e della reazione della grande borghesia
contro il proletariato attraverso la mobilitazione di
masse piccolo-borghesi
• teoria revisionista di Nolte e di Renzo De Felice, che
intende rivedere il giudizio storico tradizionale sul
nazismo (non un unicum) e sul fascismo,
sottolineandone il consenso raggiunto nella società
italiana e le radici profonde nella situazione del
primo dopoguerra.
Bibliografia
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Tesi del congresso di Lione 1926
L.Salvatorelli “Nazionalfascismo” 1923
P.Togliatti “Lezioni sul Fascismo” 1970
B.Croce “Scritti e discorsi politici” 1963
E.Nolte “I tre volti del Fascismo” 1971
R.De Felice “Mussolini il duce”
• H.Arendt “Le origini del Totalitarismo” 1951