Pregi, virtù e….“scherzi” dell’alimento pesce Consumo medio degli italiani • 14 chilogrammi pro capite all’anno, Consumo medio degli altri Paesi sviluppati • 28 chilogrammi pro capite all’ anno Eppure i nutrizionisti suggeriscono di consumare pesce almeno due volte alla settimana, visti i grandi vantaggi che questo alimento comporta. Nutriente come la carne bovina o di pollo, il pesce risulta molto più digeribile a causa della assenza di tessuto connettivo. Più in generale, per via del suo contenuto di proteine, grassi, sali minerali, vitamine, il pesce si può considerare un alimento di alto valore biologico (proprio come carne e uova). Proteine: rappresentano il 15-20% del prodotto, con una buona composizione di amminoacidi essenziali. Lipidi Vanno mediamente dal 3 all’8% con punte elevate in alcuni pesci • lo sgombro arriva all’11% • l’anguilla addirittura al 23% Il grande vantaggio rappresentato da una alimentazione a base di pesce riguarda soprattutto i suoi oli: • in quasi tutto il pesce sono infatti assenti il colesterolo e i grassi saturi • però è abbondante l’acido linolenico, precursore della serie degli Omega-3, cioè acidi grassi polinsaturi che: abbassano il tasso di colesterolo, rendono il sangue più fluido, cioè più lento a coagularsi, e dunque con meno pericolo di lesioni arteriosclerotiche. • I polinsaturi sono inoltre i costituenti principali di molte strutture biologiche fondamentali. Minerali Nel pesce sono presenti • fosforo, • potassio, • ferro, • iodio, • selenio, • fluoro. Nei molluschi c’è una notevole presenza di zinco. Il calcio si trova prevalentemente in • gamberi, • ostriche • pesci inscatolati (sardine, acciughe, salmone). Vitamine • discreta la quantità di vitamine del gruppo B, soprattutto l’acido nicotinico e la B6, importante per il metabolismo proteico. • Buona la quantità di vitamine liposolubili A, D, E, importanti per occhi, pelle, ossa e denti. Allevati o di cattura? Dal punto di vista della nutrizione il pesce di allevamento apporta proteine della stessa qualità e nella stessa quantità del pesce di cattura. I pesci d’acquacoltura, prodotti in allevamenti intensivi, possono avere una quantità di grasso superiore, rispetto alla specie non allevata: ma i grassi sono sempre della stessa qualità del pesce pescato, cioè essenzialmente ricchi di composti polinsaturi, come gli Omega-3. Ridurre il tenore dei grassi è comunque possibile, a livello di cucina, ricorrendo alla cottura alla griglia o al vapore. Alcune differenze possono esserci, fra pesci allevati e pesci di cattura, nella consistenza delle carni, che appare meno elevata nei prodotti da acquicoltura intensiva: il fatto è dovuto alla ridotta mobilità degli animali, che dunque esercitano di meno le fasce muscolari. Ugualmente, il pesce d’allevamento ha in genere le pinne di forma più regolare ma meno sviluppate. A volte (come nel caso dei branzini) le pinne sono scure, invece che trasparenti, e atrofizzate dallo scarso uso. Infine, l’intestino dei pesci cresciuti in vasca appare vuoto, giacché gli allevatori cessano di nutrirli qualche giorno prima della vendita. Il pesce azzurro Rappresenta il pesce più tipico e diffuso nel mare italiano. Ed anche, dal punto di vista nutrizionale, il più pregiato. La denominazione è di uso generale, e non corrisponde a un gruppo scientificamente definito di specie. Si tratta di pesci migratori, che vivono in grandi branchi, scendendo anche ad oltre 100 metri di profondità. In primavera si trovano più vicini alla costa, mentre se ne allontanano d’autunno. Specie di pesci considerati “AZZURRI” Acciuga o alice Aguglia Alaccia Cicerello Costardella Lanzardo Sardina Sgombro Spratto Suro, o sugherello Non rientrano nella categoria tradizionale, pur essendo effettivamente azzurri di colore: il tonno, l’alalunga, il pesce spada, l’alletterato e la palamita. Il pesce azzurro ha un buon tenore di proteine, e ridotta percentuale di grassi, a parte sgombro e sardina: quest’ultima infatti presenta una quantità di contenuto lipidico che oscilla dal 2 per cento invernale, al 20 per cento estiva. A seconda del tipo di cottura e di presentazione i dati nutrizionali possono variare. Il pesce azzurro viene infatti soggetto soprattutto a frittura, e in questo caso il potere calorico è più elevato. Calorie più elevate anche in caso di acciughe, sardine e sgombri conservati in scatola, sott’olio. L’aggiunta del sale (cloruro di sodio) effettuata per la preparazione dei prodotti comporta inoltre un contenuto di sodio superiore a quello del pesce fresco. Le regole per scegliere bene Per effettuare una scelta consapevole, in fatto di pesce fresco, è bene seguire una serie di regole, dettate dall’esperienza e dalla scienza. • Cercare di conoscere l’area di provenienza del pesce • Cercare di conoscere la data della cattura (molti sistemi di pesca non operano di sabato o domenica) • Verificare il trattamento e la conservazione del pesce: Zone FAO Zone FAO del mediterraneo 37.. • Ricordare che i pesci più grandi hanno carni più compatte, e sapore più marcato • Crostacei, molluschi e gasteropodi andrebbero sempre comprati vivi • Non acquistare frutti di mare senza confezioni con cartellino indicante il centro di spedizione e la data di confezionamento • Ricordare che la dicitura pesce di mare non indica se il pesce è allevato o pescato, ma solo che è “di mare” Le regole per determinare la freschezza del pesce sono più approfondite: Lucentezza: È il primo indicatore di freschezza per pesci, molluschi e crostacei, ed è costante per un paio di giorni. Poi scema, a meno che il pesce non venga mantenuto lucido con continui lavaggi. Occhio: Al momento della pesca è convesso: poi, con il tempo, diminuisce la tensione interna, e l’occhio diventa concavo. È meglio dunque non acquistare pesci con l’occhio concavo. Quando invece l’occhio è molto sporgente può significare che il pesce viveva a grande profondità, ed è stato portato rapidamente in superficie: non c’è problema di qualità. La cornea del pesce fresco è trasparente, la pupilla è nera. La cornea del pesce vecchio è lattiginosa, e la pupilla è grigia. Branchie: Devono essere di colore rosato. Con il tempo diventano invece color avorio. Carni: Il pesce fresco ha tessuti elastici e sodi: premendo sul fianco con un dito, non devono restare segni. Se resta una impronta o una fossetta, meglio non acquistare. Corpo: Il pesce fresco ha il corpo rigido e arcuato, con squame aderenti e carni compatte. Costole e colonna sono aderenti alla parete addominale e ai muscoli dorsali Crostacei: aragoste, astici, canocchie vanno acquistati vivi. Scampi e gamberi sono venduti anche morti, ma se hanno chiazze scure intorno alla testa significa che sono stati pescati già da alcuni giorni: il colore nero dipende infatti dalla decomposizione del cibo che l’animale aveva assunto (l’apparato digerente dei crostacei è appunto nella testa). Dopo la morte, comunque, i crostacei perdono rapidamente acqua, e dunque di consistenza e di peso. Se afferrando un gambero o uno scampo per la testa il corpo penzola stanco o addirittura si stacca, significa che l’animale è morto da molto tempo FRESCO NON FRESCO ODORE tenue, marino, gradito acre, sgradevole ASPETTO GENERALE brillante, metallico, iridescente smorto, senza riflessi CORPO rigido, arcuato flaccido, molle SQUAME aderenti non aderenti PELLE colori vivi, cangianti colori spenti OCCHIO convesso, cornea trasparente, pupilla nera infossato nell'orbita, cornea lattiginosa, pupilla grigia BRANCHIE rosee o rosso sangue, prive di muco giallastre, mucolattiginose CARNI compatte, elastiche, bianche o rosee molli, friabili, con bordo giallastro COSTOLE E aderenti alla parete toracica e ai muscoli non aderenti Sindrome sgombroide - HFP (Histamine Fish Poisoning) ANISAKIS SIMPLEX (Rudolphi, 1809) Anisakis simplex (verme delle aringhe o del pescato) è un nematode implicato nelle infestazioni umane causate dal consumo di prodotti ittici crudi o non sufficientemente trattati. FINE