dott. luisanna fadda

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Salvaguardia e tutela degli habitat;
il bosco
Luisanna Fadda (Coop. Bios)
Seminario
Prevenzione incendi boschivi
INTRODUZIONE: la vegetazione mediterranea
la vegetazione mediterranea è costituita da formazioni sempreverdi di sclerofille, in alcuni
casi anche da conifere
La vegetazione di tipo mediterraneo si sviluppa
in condizioni di:
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Clima temperato caldo (T. tra 14° e 20°)
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Piovosità variabile (tra 300 e 1000 mm.)
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Aridità estiva
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Precipitazioni nevose di carattere
eccezionale
Queste condizioni climatiche si verificano in
almeno cinque diverse parti del mondo:
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Bacino del mediterraneo
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California
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Cile centrale
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Sudafrica
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Australia occidentale
Le formazioni vegetali tipiche presenti in
Sardegna
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Boschi di leccio (Quercus ilex)
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Boschi di roverella (Q. pubescens)
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Boschi di sughera (Q. suber)
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Boschi di pini
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Boschi di ginepri
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Boschi umidi
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Macchia
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Gariga (garric = quercus coccifera )
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Formazioni erbacee
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Vegetazione litoranea
Adattamenti delle piante all’ambiente
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Le piante che vivono nel bacino del mediterraneo devono superare nel corso del ciclo
vitale, le variazioni di uno o più fattori abiotici e biotici; infatti devono sopportare e
adattarsi a due momenti critici: l’inverno a causa delle basse temperature e l’estate
per la forte aridità;
Gli adattamenti possono essere:
- morfologici (variazioni fenotipiche a livello delle foglie, dei rami e del tronco)
- funzionali (variazioni che si presentano nel ciclo biologico; la riproduzione)
Le forme biologiche
Quando i vegetali presentano analogie morfo- funzionali vengono riuniti in gruppi
appartenenti alla stessa forma biologica.
Viene considerato il comportamento della pianta in rapporto alle stagioni critiche,
pertanto la forma biologica è una forma di adattamento e di difesa del vegetale, ed in
particolare delle gemme, che devono superare il freddo invernale e l’aridità nel
periodo estivo
Le forme biologiche
la composizione percentuale delle diverse forme biologiche serve anche a definire lo
spettro biologico, che fornisce indicazioni sul clima della zona considerata
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Fanerofite (piante perenni con gemme
poste in alto al di sopra del suolo)
leccio, corbezzolo
Camefite (piante erbacee
suffrutescenti con gemme poste in
prossimità del suolo)
lavanda
Emicriptofite (piante erbacee perenni
con gemme a livello del suolo e
portamento a rosetta o cespugliose o
con fusto ben sviluppato)
tarassacco, atropa, ranuncolo
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Geofite (piante perenni con gemme
sotterranee, contenute dentro bulbi o
rizomi)
ciclamino, asfodelo
Terofite (piante annuali che superano
la stagione avversa allo stato di seme)
trifolium, plantago
Idrofite (piante perenni acquatiche con
gemme sommerse)
posidonia
Caratteristiche del bosco
- il bosco è un consorzio vegetale costituito da alberi selvatici, disposti su una
notevole estensione di terreno.
- Nelle formazioni spontanee è costituito da alberi di alto fusto, dal sottobosco
fatto di arbusti e da piante erbacee
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In base alla loro costituzione si
classificano in:
- puri (costituiti da una sola specie)
- misti (costituiti da più specie)
Per l’origine
- naturali
- artificiali
- rinaturalizzati
Per la forma del governo
- fustaie (gli alberi si lasciano crescere
ad alto fusto e la rinnovazione avviene
per disseminazione)
- ceduo (gli alberi vengono tagliati
periodicamente e la rinnovazione
avviene dalle ceppaie o dalle sementi
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In base alla conformazione delle foglie
- aghifoglie
- caducifoglie
- misti
Il bosco e le sue funzioni
il bosco assolve molti compiti indispensabili per la vita dell’uomo e del pianeta
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Funzione ecologica
- catturano l’energia del sole
- purificano l’aria
- influenzano la temperatura
- proteggono il terreno
- contribuiscono a purificare l’acqua
che scorre nelle falde
- regolarizza il deflusso dei corsi
d’aqcua
- influenza la velocità del vento
- agisce sulla pedogenesi
- rifugio naturale di molte specie
faunistice e floristiche
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Funzione produttiva
- selvicoltura
- frutti
- cortecce
- resine
- gomme
- funghi
- selvaggina (*)
Funzione ricreativa
i ritmi della vita sempre più frenetici, ci
portano a frequentare durante il tempo
libero degli spazi verdi attrezzati e non
per poterci rigenerare dallo stress e
dall’inquinamento cittadino
Come si evolvono le biocenosi
(Successioni ecologiche)
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Successioni primarie
Quando una biocenosi si instaura in un ambiente che non è mai stato popolato, si
trasforma nel tempo, determinando un succedersi di Comunità o Successioni
primarie
- Pioniere (la prima comunità)
- Serie (le successive)
- Climax (la finale)
Successioni secondarie
Quando una biocenosi si instaura in un ambiente che era già stato popolato, ma i cui
esseri viventi sono stati eliminati da modificazioni climatiche e antropiche, si hanno
successioni secondarie o disclimax
Climax
Termine che indica lo stato più maturo della vegetazione, ma è un termine astratto
soprattutto perchè la vegetazione climax si stabilizza in tempi lunghissimi.
Nelle coste mediterranee infatti il tempo per necessario per ottenere una serie climax
è di mezzo millennio
Caratteristiche delle successioni
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Successione progressiva
suolo nudo
pascolo
colture
gariga
matorrale a pino
macchia
paraclimax
pineta
climax
foresta di sclerofille sempreverdi
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Successione regressiva
Incendi nella vegetazione e loro conseguenze
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Dopo un incendio la vegetazione risulta praticamente distrutta sia come massa
legnosa che erbacea, rimangono solo gli individui in grado di sopravvivere e i semi
conservati nel terreno.
Dopo l'incendio si stabilisce la vegetazione pioniera
Quando l'incendio interessa una foresta (prossima al climax), la ripresa è breve grazie
alle riserve di humus e nutrienti. Nell'arco di 10-20 anni l' aspetto della vegetazione
ritorna simile a quello che aveva prima dell'incendio
In caso di incendi ripetuti la vegetazione è bloccata in uno stadio durevole, in generale
si tratta dell' Erico-Lavanduletum e non si ha la ripresa del climax; in questo caso la
degradazione è irreversibile
Gli incendi ripetuti causauno infatti l'impoverimento del terreno che non è più in grado
di sostenere una vegetazione di tipo arboreo
stadi di degradazione: macchia alta ad eriche, macchia bassa a cisti, pratelli di
terofite
Scomparsa di specie in via di estinzione
Erosione del suolo
Distruzione di nicchie ecologiche, di habitat e di interi ecosistemi
La salvaguardia degli habitat
habitat = ambiente in cui vive una specie
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secondo la direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali,
della flora e della fauna selvatica, vengono elencati una serie di:
habitat naturali di interesse comunitario (allegato A)
- che rischiano di scomparire nella loro area di distribuzione naturale
- che hanno un area di distribuzione ridotta a seguito della loro regressione
- al codice 93 vengono indicate le foreste di sclerofille mediterranee quali: Foresta di Olea e
Ceratonia, Foreste di Quercus suber, Foreste di Q. ilex e Q. Rotundifolia, Foreste di Ilex
aquifolium )
habitat naturali prioritari (allegato A *)
- habitat naturali che rischiano di scomparire definitivamente, per i quali l’unione europea ha una
responsabilità particolare
- al codice 95 vengono indicate le foreste di conifere delle montagne mediterranee quali: Boschi di
Taxus baccata, foreste endemiche di Juniperus spp)
specie di interesse comunitario (allegato B, D, E)
- specie in pericolo
- specie vulnerabili
- specie rare
- specie endemiche
specie prioritarie (allegato B *)
- che rischiano l’estinzione (cervo sardo)
conservazione
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La conservazione e la tutela deve essere rivolta principalmente al mantenimento
delle foreste climax o con un elevato grado di naturalità; ma si deve considerare che
tale ecosistema spesso è povero di specie rare e di endemismi, pertanto si devono
tutelare anche quelle aree in cui la vegetazione (ricca di specie e quindi di
biodiversità ) è il risultato di azioni antropiche.
Tutelare anche le fasi di degradazione quali la macchia e la gariga
Seguire pertanto il criterio della diversità biotica
conservazione del patrimonio genetico attraverso il germoplasma
conservazione = vincoli
tutela = parco
benefici a breve termine per pochi o/e benefici a lungo termine per molti
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