RUOLO E FINALITA’ DELLE ANALISI DI LABORATORIO Le analisi di laboratorio permettono di ricavare da test in vitro su campioni biologici umani ( sangue,urine,fluidi biologici, cellule, ecc),attraverso parametri chimico-fisici, delle informazioni sui processi fisiologici e patologici che avvengono nell’organismo del paziente a diversi livelli di organizzazione strutturale e cioè in organi,tessuti, cellule o anche singole molecole ( DNA e proteine). Attraverso i dati forniti dalle analisi di laboratorio il medico è facilitato a formulare una diagnosi. Le indagini che vengono richieste ai laboratori di analisi possono essere di vari tipi: • Indagini tendenti ad esplorare il funzionamento di organi o vie metaboliche. • Indagini più mirate per valutare alcune funzioni specifiche di natura biochimica • Test di urgenza od emergenza • Test singoli mirati, per seguire il decorso di una malattia o per effettuare il monitoraggio di una terapia. Le indagini diagnostiche si basano su determinazioni qualitative, ma soprattutto quantitative. I campioni biologici sono costituiti da piccole quantità di materiale biologico ( liquidi biologici o tessuti). I liquidi biologici sono ovviamente più accessibili per costituire un campione biologico e quindi essi sono i mezzi più utilizzati nelle analisi di laboratorio. I liquidi biologici più usati sono: il sangue: plasma, siero, eritrociti, leucociti, piastrine. le urine il liquido cerebrospinale il liquido sinoviale il liquido amniotico il latte il sudore le lacrime I liquidi biologici più usati sono: sangue: plasma, siero, eritrociti, leucociti, piastrine urine liquido cerebrospinale liquido sinoviale liquido amniotico latte sudore lacrime saliva succo gastrico E’ possibile comunque utilizzare in alcuni casi anche campioni di tessuti(biopsie) prelevati dall’organismo per effettuare indagini qualitative ma anche quantitative di componenti chimici o biochimici che non possono trovarsi nei fluidi biologici o perché sono macromolecole che non sono in grado di fuoriuscire dalle cellule di cui sono composti i tessuti, sia perché si tratta di sostanze facilmente degradabili e alterabili quando sono al di fuori della cellula. I campioni biologici, perché non si alterino, devono essere conservati a 0-4°C e prima di qualsiasi analisi l’analizzatore ( tecnico di laboratorio ) ne deve verificare l’adeguatezza sia come volume del campione, sia per l’eventuale presenza di composti che possono interferire nelle analisi ( es: siero lattescente dovuto alla presenza di trigliceridi in alte concentrazioni,potrebbe essere stato effettuato il prelievo su paziente non a digiuno ). Queste interferenze devono essere valutate in base alle analisi da effettuare ed eventualmente il campione deve essere rifiutato se si pensa che i risultati possano essere alterati dalle interferenze. LE TRE FASI: • PREANALITICA • ANALITICA • POSTANALITICA PRE-ANALITICA Da dove parte la fase preanalitica? Da una richiesta. Chi formula questa richiesta? Il medico di base,il clinico,il medico di reparto,colui che ha bisogno di informazioni (dati o risposte)che lo aiutino a fare diagnosi, a fornire una terapia o modificarla. Anche il privato cittadino per effettuare un controllo (es: un test di gravidanza). Il medico per fare diagnosi, oltre al consulto medico visivo e tattile, ha la necessità di conoscere determinati parametri fisiologici, che possono essere : NORMALI PATOLOGICI POSITIVI NEGATIVI ASSENTI PRESENTI Questi dati forniti dal laboratorio lo potranno indirizzare verso una patologia piuttosto che un’altra,confermare un sospetto. Da qui l’importanza che riveste il ruolo del Laboratorio e di conseguenza l’affidabilità e la competenza del Tecnico di Laboratorio. I dati da noi forniti possono essere determinanti, oppure indicativi per la richiesta di ulteriori indagini più approfondite e specifiche. PRE-ANALITICA: • RICHIESTA (dati anagrafici,sospetto di diagnosi o diagnosi). • PRELIEVO DEL CAMPIONE • ACCETTAZIONE DELLA RICHIESTA (conforme e non conforme) • STAMPA ETICHETTA CON BARCODE (sono presenti tutti i dati identificativi del paziente) • ACCETTAZIONE DEL CAMPIONE ( conforme e non conforme) • ETICHETTATURA • SMISTAMENTO CAMPIONI • CENTRIFUGAZIONE ( dove necessaria) • SUDDIVISIONE CAMPIONE : ALIQUOTE DALLA PROVETTA MADRE. ANALITICA E’ la fase in cui si analizzano i campioni dopo averli esaminati ed avere segnalato le eventuali non conformità, su apposite schede che verranno poi visionate da un laureato medico, forniscono informazioni che possono giustificare valori patologici( es: un K alto è giustificabile in caso di emolisi). Il campione può essere: coagulato, emolizzato, diluito, lipemico, itterico, lattescente, scarso. Nella fase analitica prima di eseguire qualsiasi esame su uno strumento, il Tecnico di Laboratorio deve preparare lo strumento, effettuando controlli, calibrazioni,controllando lo stato dei reagenti e degli scarichi, solo dopo queste operazioni si potranno caricare i campioni . • Lo strumento stampa dei dati che noi dovremo controllare ed eventualmente ripetere per conferma e poi segnalare al laureato in caso sia patologici. • Una volta ottenuti i dati, questi vengono validati ed inviati alla segreteria del laboratorio. POST-ANALITICA • La segreteria riceve per via telematica i dati validati: • li invia per via telematica o cartaceo ai reparti richiedenti • li stampa e li imbusta se sarà un privato a ritirarli. Nei referti alla voce : note verranno segnalate le eventuali non conformità ( es: camp. non suff.,non idoneo, provetta sbagliata,e così via). Il referto potrà essere completo o parziale. La provetta “madre “ verrà conservata in frigo, sierata e congelata,per alcuni giorni prima di essere buttata nei rifiuti speciali. Le provette si conservano per potere eventualmente eseguire altri analiti o ripetere alcuni esami senza dovere ripungere il paziente. TECNOLOGIE ANALITICHE DI USO CORRENTE Le tecniche di laboratorio più utilizzate sono tecniche strumentali nelle quali l’analita genera un segnale che viene rilevato e misurato da uno strumento. Le tappe previste sono: – Frazionamento del campione con separazione ( purificazione) dell’analita. – Riconoscimento dell’analita nella miscela che lo contiene(es: creatininuria nelle urine) – Reazione con un reattivo specifico per formare il composto che genera un segnale strumentale. – Misura del segnale strumentale. – Trasformazione dell’intensità del segnale strumentale in concentrazione dell’analita, tramite curve di calibrazione. FRAZIONAMENTO DEL CAMPIONE: – PER VIA FISICA CENTRIFUGAZIONE O ULTRACENTRIFUGAZIONE. – PER VIA CHIMICA PRECIPITAZIONE O ESTRAZIONE – PER MIGRAZIONE ( ES: ELETTROFORESI) RICONOSCIMENTO DEL CAMPIONE: – – – – REAZIONE CHIMICA(ANALITA+ REATTIVO). REAZIONE ENZIMATICA ( ENZIMA + SUBSTRATO). REAZIONE IMMUNOCHIMICA(ANTIGENE + ANTICORPO). METODI FISICI(ES: SEPARAZIONE). TECNICHE STRUMENTALI E MISURA DEI SEGNALI: – TECNICHE SPETTROFOTOMETRICHE( assorbimento molecolare:le molecole assorbono energia luminosa ad una certa lunghezza d’onda nel visibile: colorimetria o nell’ultravioletto) . – TECNICHE RADIOISOTOPICHE(isotopi radioattivi,impiegati quasi esclusivamente come marcatori di reazioni antigene-anticorpo,il più usato è lo iodio centoventicinque). Tecniche ottiche: turbidimetria, nefelometria, emissione a fiamma Tecniche elettrochimiche: potenziometria, elettrodi iono-specifici Tecniche biotecnologiche: anticorpi monoclonali, biosensori, DNA ricombinante. Spettrometria di massa. Cromatografia liquida Gascromatografia Citometria a flusso. CURVE di CALIBRAZIONE In qualunque tecnica di analisi strumentale è necessario trasformare il segnale misurato dallo strumento in un valore di concentrazione dell’analita in oggetto, ciò si ottiene tramite i procedimenti di calibrazione. Per effettuare una calibrazione, cioè per costruire una curva di calibrazione, è necessario disporre di alcune soluzione dell’analita in esame a varie concentrazioni i cui valori sono noti in modo molto preciso. Ciascuna di queste soluzioni è sottoposta al procedimento analitico-strumentale in modo identico a quanto fatto per i campioni incogniti. Vengono così rilevati i valori dei segnali generati dalle soluzioni note e riportati in grafico in funzione della concentrazione delle soluzioni dell’analita, costruendo così una curva (o retta) detta : CURVA di CALIBRAZIONE. Tali curve di calibrazione sono poi utilizzate per convertire i valori del segnale strumentale misurato su campioni incogniti nei corrispondenti valori di concentrazione dell’analita. In alcuni casi la funzione: segnale/concentrazione, è lineare in altri casi no, la conversione è più difficile e si utilizzano funzioni matematiche analizzate dal computer. In alcuni casi è possibile una soluzione a concentrazione nota pesando l’analita e sciogliendolo in un solvente acqua, soluzione tampone siero ecc. Quando l’analita non è puro si utilizzano metodiche di calibrazione più complicate.