La centralità della luna
nella lettura popperiana di Parmenide
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
SCUOLA DI DOTTORATO IN FILOSOFIA ED EPISTEMOLOGIA
DOTTORATO IN STORIA, FILOSOFIA E DIDATTICA DELLE SCIENZE
Supervisore: prof. Michele Camerota
Dottorando: Emanuele D’Urso
Bologna – 18 dicembre 2013
La questione cosmologica

La razionalità della filosofia presocratica consiste nell'atteggiamento
critico
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Parmenide “filosofo della natura”: le cinque importanti scoperte
empiriche
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La centralità della luna nella lettura popperiana di Parmenide
Bologna – 18 dicembre 2013
1)
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La sfericità della luna
DK 28 B 10. “Tu conoscerai la natura dell'etere e nell'etere tutte quante
le stelle/ e della pura lampada del sole lucente/ le invisibili opere e
donde ebbero origine,/ e apprenderai le azioni e le vicende della luna
errabonda dall'occhio rotondo/ e la sua natura; e conoscerai così il
cielo che tutto circonda,/ donde ebbe origine, e come Necessità lo
costrinse/ a tenere fermi i confini degli astri”
(I presocratici, a cura di G. Reale, Bompiani, 2006, ediz. 2008, pp. 495-497)
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2)
3)
La ricezione della luce dal sole
L’illusorietà delle fasi lunari

DK 28 B 14. “Splendente di notte di luce proveniente da altro, errante
intorno alla terra”

DK 28 B 15. “....sempre guardando ai raggi di Elio”
(I presocratici, op. cit., p. 499)
Traduzione di Popper: “Bright in the night,/ With the gift of his light,/ Round the Earth she is erring./ Evermore
letting her gaze/ Turn towards Helios' rays”

DK 28 B 21. Aezio II 30, 4. “Sull'immagine della luna, per spiegare la
ragione per cui appare terrigna, Parmenide afferma che ciò dipende dal
fatto che all'elemento igneo si mescola quello tenebroso; per questo
motivo egli la chiama splendente di una luce che proviene da altro”
(Ibid., p. 503)
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4)
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L’identità della stella del mattino
e della stella della sera
DK 28 A 1 § 23. Diogene Laerzio, IX 23. “Pare che per primo abbia
scoperto che Espero e Lucifero sono la medesima cosa”
(I presocratici, op. cit., p. 453)

DK 28 A 40a. Aezio II 15,4. “Parmenide pone per primo nell'etere Eos,
la stella mattutina, che secondo lui è identica a Espero; dopo di essa
pone il sole e sotto di esso gli astri che stanno nella parte ignea, che
chiama cielo”
(Ibid., p. 471)
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5)
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La sfericità della terra
DK 28 A 1 § 21. Diogene Laerzio, IX 21. “Parmenide fu il primo ad
affermare che la terra ha la forma di sfera e che è situata al centro
dell'universo”
(I presocratici, op. cit., p. 451)

DK 28 A 44. Diogene Laerzio, VIII 48. “Pitagora fu il primo che ha
chiamato il cielo cosmo e la terra sferica; secondo Teofrasto è stato
invece Parmenide, e secondo Zenone è stato Esiodo”
(Ibid., p. 471)
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Il problema della connessione tra empirismo
e razionalismo
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Il tema del rifiuto dei sensi rinvia alla relazione tra le due parti del
poema

L’elenchos in B 7. “Infatti, questo non potrà mai imporsi: che siano le
cose che non sono!/ Ma tu da questa via di ricerca allontana il
pensiero,/ né l'abitudine, nata da numerose esperienze, su questa via
ti forzi/ a muovere l'occhio che non vede, l'orecchio che rimbomba/ e
la lingua, ma con la ragione giudica la prova molto discussa/ che da
me ti è stata fornita”
(I presocratici, op. cit., p. 489)
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La dimostrazione intuitiva in B 8
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1) solo l’essere è
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2) il nulla non può essere
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3) il non-essere sarebbe il vuoto
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4) il vuoto non può esistere

5) il mondo è pieno
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6) il movimento è impossibile
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Il confronto con Karl Reinhardt:
la caduta epistemologica
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DK 28 B 8: 50-61. “Qui pongo termine al discorso che si accompagna a
certezza e al pensiero/ intorno alla Verità; da questo punto le opinioni
mortali/ devi apprendere, ascoltando l'ordine seducente delle mie
parole./ Infatti, essi stabilirono di dar nome a due forme/ l'unità delle
quali non è necessaria: in questo si sono ingannati./ Le giudicarono
opposte nelle loro strutture, e stabilirono i segni che le distinguono,/
separatamente gli uni dagli altri: da un lato, posero l'etereo fuoco della
fiamma,/ che è benigno, molto leggero, a sé medesimo da ogni parte
identico,/ e rispetto all'altro, invece, non identico; dall'altro lato,
posero anche l'altro per se stesso,/ come opposto, notte oscura, di
struttura densa e pesante./ Questo ordinamento del mondo, veritiero
in tutto compiutamente ti espongo,/ così che nessuna convinzione dei
mortali potrà fuorviarti”
(I presocratici, op. cit., pp. 493-495)
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Eco della dottrina di Senofane
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DK 28 B 1: 28-30. “Bisogna che tu tutto apprenda:/ e il solido cuore
della Verità ben rotonda,/ e le opinioni dei mortali, nelle quali non c'è
una vera certezza”
(I presocratici, op. cit., p. 481)
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L’interpretazione di Popper
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“Secondo Parmenide, come qui viene interpretato, la degenerazione
consiste nell'attribuire dei nomi a due cose - luce e notte - anziché ad
una sola, la notte, la scura Luna, la scura materia pesante. L'azione
proibita era attribuire un nome alla luce - una realtà che non esiste. È
qui che essi - i mortali, gli intellettuali peccatori, sono andati fuori
strada. Questo errore li ha condotti a credere a delle cose che non
esistono, al vuoto, allo spazio vuoto, e, di conseguenza, al (la
possibilità del) movimento. Pertanto la mia ipotesi distingue la luce
come nome proibito, dalla notte che sarebbe invece permesso: la
realtà in se stessa, senza alcuna luce che gioca su di essa, è scura,
come di per se stessa è scura la Luna”
(Come la luna potrebbe fare un po' di luce sulle due vie di Parmenide ne Il mondo di Parmenide. Alla scoperta
della filosofia presocratica, Casale Monferrato, Piemme, 1998, p. 110. Cfr. Parmenide e la luna all'alba del
pensiero, Reset, n. 23, dicembre 1995, p. 30)
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L’inversione del rapporto luce-notte
Luce:
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non essere
vuoto
non reale
cambiamento
movimento
calore
giovinezza
amore
illusione e desiderio
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Notte:
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essere (oscurità)
pesantezza
corpo-materia
immutabilità
non-movimento
freddo
vecchiaia
morte
unico vero essere: verità
immutabile, permanente,
eterna
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