Introduzione Il lavoro qui proposto è il frutto di un’esperienza didattica fatta nella classe 3^”F” della S.M.S “G.Pascoli” di Aversa, nell’anno scolastico 2007/08. Tale lavoro, che si è concluso con la produzione di questo libro(certamente dilettantesco, ma non privo di pregi), ha avuto come scopo quello di portare i ragazzi a riflettere sul contrastante cammino di un secolo, il “900”, volto da un lato verso il progresso, la civiltà, il benessere, la pace, dall’ altro verso la violenza, lo sterminio, i genocidi, la guerra. Ma soprattutto, ha avuto come scopo primario quello di promuovere, proprio partendo dagli orrori della guerra, un’educazione alla pace. Un’ educazione che, senza dubbio, si rende oggi quanto mai necessaria, perché malgrado la volontà degli Stati di avanzare verso quegli obbiettivi comuni di solidarietà, di collaborazione, di pace, la violenza continua ad esplodere sempre più intorno a noi e la guerra continua ad investire un numero sempre più impressionante di Stati. Ed è proprio il convincimento che spetta soprattutto a noi docenti il compito di lavorare per la pace che spiega il motivo di questa nostra esperienza didattica. Straordinario, devo dire, è stato l’interesse dei ragazzi e sorprendente il loro coinvolgimento, tanto che essi possono a ben ragione, dirsi i veri protagonisti di questo lungo, ma interessante cammino. Pertanto, utile ed importante momento educativo è stato a mio avviso questo lavoro, perché, al di là del risultato raggiunto, ha portato se non altro i ragazzi a comprendere come la guerra sia sempre la denuncia della vittoria finale dell’egoismo, dell’istinto, della parte bestiale che è nell’uomo. Il ‘900 cultura e caratteri “LE STRADE DEL PROGRESSO” Il XX° secolo saluta l’ affermazione della civiltà industriale e l’ esplorazione di nuovi mondi. Nel 1909 l’ americano R.Peary tocca il polo nord. Robert Edwin Peary Robert Edwin Peary è stato un esploratore statunitense che ha sostenuto di aver raggiunto per primo il Polo Nord. Nel 1891-1892, benché ferito ad una gamba, con un lungo tragitto in slitta giunse all'estremo lembo settentrionale dell'isola. Seguirono altre numerose spedizioni in Groenlandia, da una delle quali riportò una meteorite di ferro quasi puro del peso di 700q. Dopo due tentativi nel 1902 e nel 1905, falliti per la stanchezza e le difficoltà, sostenne di essere riuscito a toccare per primo il Polo Nord il 6 aprile 1909. Vi giunse con 4 eschimesi e 40 cani da slitta. Alcuni storici polari ritengono che Peary fosse onesto nella sua convinzione di aver raggiunto il polo, mentre altri sostengono che fu colpevole di falso o di aver deliberatamente esagerato i particolari della sua spedizione finale. Amundsen Roald Roald è stato un esploratore norvegese delle regioni polari. Condusse la prima spedizione capace di raggiungere il Polo Sud nel 1911 – 1912. Amundsen arrivò al polo il 14 dicembre 1911, 35 giorni prima della spedizione guidata da Robert Falcon Scott. In precedenza Amundsen aveva già dato prova del suo valore guidando la spedizione che nel 1905-1906 a bordo della nave Gjöa (o Gjøa) aveva compiuto la prima traversata del Passaggio a Nordovest dalla baia di Baffin allo stretto di Bering. La missione ottenne anche un altro importante risultato scientifico riuscendo a determinare la posizione del polo magnetico boreale Amundsen tentò di raggiungere anche il Polo Nord. Provò prima con gli idrovolanti ma non ebbe successo. Nel 1911 il norvegese A.Roald giunge al polo sud ed apre la strada alla conoscenza dell’ultimo continente ancora inesplorato: l’Antartide. Si ha uno sviluppo rapido e un’intensificazione dei trasporti e delle vie di comunicazioni. Si ampliano le reti ferroviarie e si ha un consistente sviluppo del commercio marittimo, con la messa a punto della turbina a vapore. Che rende più elevate le velocità delle navi e più sicuri gli spostamenti. Progresso tecnologico e scientifico Si ha l’invenzione del telegrafo senza fili(1899) con G.Marconi. Il “Biplano” apre la via allo sviluppo dell’ aviazione.(Flayer). Sulle strade si afferma l’ automobile con il perfezionamento del motore a scoppio. Nascono i gruppi industriali della Mercedes,Peageaut,Ford,Fiat. Entrano in scena nuove fonti energetiche: il petrolio e l’ elettricità, che sostituiscono il carbone ed il vapore. Edison inventa la lampadina elettrica. Lo sviluppo eclante nel settore chimico rivoluziona l’agricoltura,grazie alla diffusione di fertilizzanti artificiali. Nel campo della medicina si registrano scoperte che migliorano le condizioni di salute e fanno calare il tasso di mortalità. Pasteur scopre le origini batteriche di alcune malattie e realizza la vaccinazione curativa. Viene isolato, poi, il bacillo della tubercolosi, il vibrione del colera, il bacillo della lebbra, dei parassiti della malaria e della febbre gialla. Nel campo chirurgico si scoprono i raggi-X che permettono la radiografia e la radioscopia. EINSTEIN “Cambiò il mondo” ….. ma col progresso della scienza e della tecnica si andarono, purtroppo, creando e perfezionando anche nuove e moderne armi: mitragliatrici, fucili a ripetizione, aerei di combattimento, navi corazzate, carri armati, sommergibili, armi chimiche, gas asfissianti e paralizzanti. Nel 1905, con l’ enunciazione delle ipotisi di A.Einstein, che aprì la via all’ utilizzazione dell’<energia nucleare>, si giunse alla costruzione dell’ arma più micidiale inventata dall’ uomo: la bomba atomica! Albert Einstein, nasce il 14 marzo del 1879 a Ulm, in Germania da genitori ebrei non praticanti. Un anno dopo la sua nascita la famiglia si trasferisce a Monaco di Baviera, dove suo padre Hermann apre, col fratello Jacob,una piccola officina elettrotecnica. L’ infanzia di Einstein si svolge nella Germania di Bismarck, un paese in via di massiccia industrializzazione. Nel 1894 la famiglia si trasferisce in Italia per cercarvi miglior fortuna con una fabbrica a Pavia, vicino a Milano. Albert rimase solo a Monaco affinché terminasse l'anno scolastico al ginnasio, poi raggiunse la famiglia. Gli affari della fabbrica cominciarono ad andare male e Hermann esortò il figlio a iscriversi al famoso Istituto Federale di Tecnologia, noto come Politecnico di Zurigo. Non avendo però conseguito un diploma di scuola secondaria superiore, nel 1895 dovette affrontare un esame di ammissione e fu bocciato per insufficienze nelle materie letterarie. Ma ci fu di più il direttore del Politecnico, impressionato dalle non comuni capacità mostrate nelle materie scientifiche, esortò il ragazzo a non rinunciare alle speranze e a ottenere un diploma abilitante per l'iscrizione al Politecnico nella scuola cantonale svizzera progressiva di Aargau. Qui Einstein trovò un'atmosfera ben diversa da quella del ginnasio di Monaco. Nel 1896 può finalmente iscriversi al Politecnico. Lì prende una prima decisione non farà l'ingegnere ma l'insegnante. In una sua dichiarazione dell'epoca dirà, infatti, "Se avrò fortuna nel passare l'esame, andrò a Zurigo. Lì starò per quattro anni per studiare matematica e fisica. Immagino di diventare un insegnante in quei rami delle scienze naturali, scegliendo la parte teorica di esse. Queste sono le ragioni che mi hanno portato a fare questo piano. Soprattutto, è la mia disposizione all'astrazione e al pensiero matematico, e la mia mancanza di immaginazione e di abilità pratica". Nel corso dei suoi studi a Zurigo matura la sua scelta: si dedicherà alla fisica piuttosto che alla matematica. Si laurea nel 1900. Prende dunque la cittadinanza svizzera per assumere un impiego all'Ufficio Brevetti di Berna. Il modesto lavoro gli consente però di dedicare gran parte del suo tempo allo studio della fisica. Nel 1905 pubblica tre studi teorici. Il primo e più importante studio contiene la prima esposizione completa della teoria della relatività ristretta. Il secondo studio, sull'interpretazione dell'effetto fotoelettrico, conteneva un'ipotesi rivoluzionaria sulla natura della luce; egli affermò che in determinate circostanze la radiazione elettromagnetica ha natura corpuscolare, ipotizzando che l'energia trasportata da ogni particella che costituiva il raggio luminoso, denominata fotone, fosse proporzionale alla frequenza della radiazione. Quest'affermazione, in base alla quale l'energia contenuta in un fascio luminoso viene trasferita in unità individuali o quanti, dieci anni dopo fu confermata sperimentalmente da Robert Andrews Millikan. Il terzo e più importante studio è del 1905, e reca il titolo "Elettrodinamica dei corpi in movimento": conteneva la prima esposizione completa della teoria della relatività ristretta, frutto di un lungo e attento studio della meccanica classica di Isaac Newton, delle modalità dell'interazione fra radiazione e materia, e delle caratteristiche dei fenomeni fisici osservati in sistemi in moto relativo l'uno rispetto all'altro. è proprio quest'ultimo studio che gli valse in seguito il premio Nobel per la Fisica nel 1921. Nel 1916 pubblica la memoria: "I fondamenti della teoria della Relatività generale", frutto di oltre dieci anni di studio. Questo lavoro è considerato dal fisico stesso il suo maggior contributo scientifico e si inserisce nella sua ricerca rivolta alla geometrizzazione della fisica. Intanto, nel mondo i conflitti fra le nazioni avevano preso fuoco, tanto da scatenare la prima guerra mondiale. Durante questo periodo fu tra i pochi accademici tedeschi a criticare pubblicamente il coinvolgimento della Germania nella guerra. Tale presa di posizione lo rese vittima di gravi attacchi da parte di gruppi di destra; persino le sue teorie scientifiche vennero messe in ridicolo, in particolare appunto la teoria della relatività. Con l'avvento al potere di Hitler, Einstein fu costretto a emigrare negli Stati Uniti, dove gli venne offerta una cattedra presso l'Institute for Advanced Study di Princeton, nel New Jersey. Di fronte alla minaccia rappresentata dal regime nazista egli rinunciò alle posizioni pacifiste e nel 1939 scrisse assieme a molti altri fisici una famosa lettera indirizzata al presidente Roosevelt, nella quale veniva sottolineata la possibilità di realizzare una bomba atomica. La lettera segnò l'inizio dei piani per la costruzione dell'arma nucleare. Einstein ovviamente disprezzava profondamente la violenza e, conclusi quei terribili anni, s'impegnò attivamente contro la guerra e le persecuzioni razziste, compilando una dichiarazione pacifista contro le armi nucleari. Più volte, poi, ribadì la necessità che gli intellettuali di ogni paese dovessero essere disposti a tutti i sacrifici necessari per preservare la libertà politica e per impiegare le conoscenze scientifiche a scopi pacifici. Morì, a Princeton, il 18 aprile 1955, circondato dai più grandi onori. Si inaugurava con essa un nuovo tipo di morte e Hiroshima, in Giappone, fu la prima città che ne subì gli effetti catastrofici. Seguì, poi, Nagasàki. La scienza cominciava ad essere usata contro l’uomo e l’incubo di un conflitto nucleare accompagna da allora l’umanità. Il ‘900 è stato il secolo dello straordinario sviluppo scientifico e tecnologico, che ha portato ai satelliti, alla bomba atomica, alle telecomunicazioni. Ma è stato anche il secolo che ha visto la fine di tante ideologie politiche nate nell’800. Insieme allo storico Nicola Tranfaglia, abbiamo tentato di ricostruirne brevemente alcuni dei tratti salienti Filosofia dei primi del ’900 Filosofo più importante: Nietzsche Contestava la società capitalistica i suoi valori e i risultati ottenuti grazie alla scienza. Le linee di sviluppo che si affermarono all’inizio del 900 seguirono tutti questa nuova concezione: si opposero al materialismo positivismo ed esaltarono lo spirito. Tra le varie correnti filosofiche che ebbero queste idee: l’intuizionismo di”BELGSON”. neo-idelismo di”CROCE”, programatismo di “JOHN DEWOY” che esaltavano l’intuizione, la volontà,l’esperienza, l’attività dell’uomo. Queste filosofie influirono incisivamente nella cultura del primo 900. L’arte del novecento Alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX le esposizione d’arte (che si susseguivano sempre più numerose), le conferenze culturali, le riviste di moda e d’arte favorirono la diffusione di nuovi linguaggi artistici nei più svariati settori (pittura, scultura, abbigliamento, arredamento, oreficeria e fotografia), attraverso l’uso di tecniche non tradizionali che si avvalevano degli ultimi ritrovati della tecnologia. Nacque infatti in questo periodo un nuovo legame tra industria, arte e vita, che permise alla ricerca artistica di venire applicata alla produzione di largo consumo. Mobili e oggetti di arredamento prendevano forma dopo attente ricerche sulla lavorazione del materiale 8da quello più tradizionale al più innovativo, come il ferro, l’acciaio e, più tardi, il cemento armato) e dopo accurati studi per cercare di creare forme eleganti e raffinate. Un gran numero di elementi decorativi, colline sinuose e motivi floreali inspirati all’arte giapponese, rivestivano gli oggetti più diversi di uso comune: cancelli, insegne pubblicitarie, vasi da fiori, lampade, gioielli ecc. Questo tipo di linguaggio artistico, nato grazie al clima culturale che seguì l’espansione culturale ed economica di fine Ottocento, venne chiamato con nomi diversi a seconda dei paesi in cui si diffuse: Liberty in Italia, Jugendstil in Germania, Secessionismo in Austria, Modern Style in Inghilterra, Modernismo in Spagna e infine Art Nouveau in Francia. Nome, questo, conosciuto in tutte le nazioni perché allora il francese era la lingua usata a livello internazionale e quindi comprensibile a molti; Parigi era il più importante centro culturale di questo periodo. L’Art Nouveau Nell’architettura l’Art Nouveau si espresse particolarmente bene: linee ondulate, elementi decorativi floreali, sperimentazione di nuovi materiali quali la ceramica, le leghe di metallo, il vetro e il cemento armato, furono fra le caratteristiche principali dei nuovi edifici. Ecco innalzarsi a Parigi la Tour Eiffel, interamente in ferro e ghisa, la Mole Antonelliana a Torino e le grandi stazioni ferroviarie, costruite anch’esse in ferro, ghisa e vetro, di Milano, Parigi e Londra. Tra gli architetti più significativi dell’Art Nouveau troviamo il belga Vietor Horta (1867 – 1947) che nel suo capolavoro, La Maeson du Peuple di Bruxelles (“casa del popolo”, ora distrutta), creò soluzioni nuove per “sottrarre peso” alla massa muraria dell’edificio, utilizzando strutture in ferro, vetrate continue e, soprattutto, avvalendosi della linea curva per rendere sfuggenti le prospettive. In Spagna, Antonio Gaudì (1852 – 1926) nella Casa Batlò, nelle decorazioni del Parco Gùell e nella cattedrale della Sagrada Familia ha dato un’interpretazione originale della linea curva. Infatti alla funzione decorativa unì quella strutturale, come nelle famose “colonne inclinate” della Sagrada Familia, create per assorbire i pesi e le spinte, facendo a meno dei tradizionali archi rampanti. Gaudì, inoltre, si servì della ceramica per ottenere vivaci effetti di colore. Anche l’architetto austriaco Otto Vagner (1841 – 1918) contribuì a rinnovare l’architettura dei primi del novecento. In Italia, fra gli esponenti dell’architettura Liberty merita di essere ricordato Giuseppe Sommaruga (1867 – 1917) con il suo Palazzo Castiglioni a Milano, in cui gli elementi decorativi floreali trovano un perfetto equilibrio con una struttura rinascimentale barocca. Per gli oggetti di arredamento, il francese Emile Gallè (1846 – 1904) ideò eleganti vasi in pasta di vetro colorato, adesso ricercati come preziosi pezzi di antiquariato; Louis Tiffany (1848 – 1917) realizzò lampade floreali di squisita fattura, mentre Charles Rennie Mackintosh (1868 – 1928), architetto scozzese, produsse originali sedie e mobili di arredamento. Nella pittura l’artista che interpretò meglio lo spirito del secessionismo austriaco, attraverso l’uso di elementi floreali, decorativi e soprattutto simbolici, fu il viennese Gustav Klimt (1862 – 1918), i cui dipinti sono raffinati oggetti dove protagoniste sono la linea, le forme geometriche e le decorazioni. In Francia un significativo esponente dell’Art Nouveau fu Enri De Toulouse – Lautrec (1864 – 1901). Egli ritrasse la vita notturna della Parigi spensierata di fine ottocento (la cosiddetta “Belle Epoque”). I suoi schizzi, caricature, disegni, pitture e cartelloni pubblicitari, testimoniano, meglio di qualsiasi altra cronaca scritta, i vizi, le virtù e i divertimenti di una società destinata presto a scomparire, travolta dalla prima guerra mondiale. Le avanguardie artistiche in Europa Con l’inizio del XX secolo si aprì un periodo complesso. In Europa si assistette ad un rapido sviluppo tecnologico industriale: si costruì, ad esempio, il primo aereo, e si svilupparono le teorie ottocentesche sulla costruzione dell’automobile. Alla fine della prima guerra mondiale (1914 – 1918) la geografia del continente venne completamente ridisegnata: le monarchie che avevano fino ad allora governato l’Europa andarono in crisi; scomparvero l’impero Austro-Ungarico, l’impero tedesco e quello russo; crebbero i movimenti nazionalisti in Italia e in Germania e tra il 1917 e il 1922 scoppiò la rivoluzione bolscevica in Russia. Di fronte a tanti rivolgimenti, sia in campo politico che in campo economico-industriale, gli artisti sentirono l’esigenza di rompere con la tradizione e trasformare così il loro linguaggio ricercando nuove forme di espressione che potessero meglio rispecchiare i veloci mutamenti in corso. Questi nuovi orientamenti artistici vennero definiti “avanguardie” perché costituiti da un numero ristretto di artisti che cercavano di creare originalissime ipotesi di cambiamento artistico. Si svilupparono così i movimenti dell’Espressionismo in Germania e in Francia, del Cubismo sempre in Francia, del Futurismo in Italia e dell’Astrattismo un po’ in tutta Europa e negli Stati Uniti. Dopo la prima guerra mondiale gli artisti continuarono nella loro sperimentazione, anche se non sempre si riunirono in gruppo (e quindi le ricerche furono condotte in modo sia collettivo che autonomo). Le principali sperimentazioni del primo dopoguerra presero il nome di Tataismo, pittura metaresica e Surrealismo. L’espressionismo: i Fauves Fu nel clima incerto di inizio secolo che si sviluppò, in Francia e Germania contemporaneamente, il movimento pittorico denominato Espressionismo. In Francia questi artisti si chiamarono Fauves (letteralmente significa “belve”), perché caratteristica della loro pittura fu il tono acceso dei colori usati, a cui i pittori davano un valore di aggressività e forza capace di trasformare la forma e il disegno. I Fauves cioè cercavano di esprimere le loro tensioni emotive attraverso e contrasti di colori puri stesi senza armonia e con un disegno volutamente deformato. I rappresentanti di maggior spicco furono Maurice De Vlaminck (1876 – 1958), Andrè De Rain (1880 – 1954), Henri Matisse (1869 – 1954), Georges Rouault (1871 – 1958), Albert Parquet (1875 -1947) e Raoul Dufy (1877 – 1953). Die Brùcke In Germania il movimento espressionista venne chiamato Die Brùcke (“il ponte”) e fu costituito da quattro giovani: Emil Nolde (1867 – 1956), Karl Schmidt-Rottluff (1884 – 1976), Ernst Ludwig Kirchner (1880 – 1938) ed Erick Heckel (1883 – 1970). Più ancora dei Fauves, gli espressionisti tedeschi puntarono decisamente sulla deformazione del disegno e dell’oggetto, realizzata con linee spezzate o con andamenti sinuosi, e usarono tonalità di colori più scuri. I loro soggetti si ispirarono alle maschere e alle sculture africane, con nudi inseriti nel paesaggio per sottolineare la condizione “naturale” dell’uomo, oppure alle scene urbane (piazze, strade, periferie, fabbriche, ponti). Le opere del norvegese Edvard Munch (1865 – 1944) e del belga James Ensor (1860-1949) possono senz’altro collocarsi anch’esse in questa corrente. Munch illustrò l’angosciante solitudine umana: basta guardare il suo Il grido per accorgersi come il pittore sentisse l’esistenza umana desolante: il volto della persona, deformato come in una caricatura, urla tutta la sua angoscia. All’Espressionismo va ricondotta anche l’opera dei pittori austriaci Egon Schiele (1890-1918) e Oskar Kokoschka (18861980), che affrontarono i fatti più crudi della vita finendo per scandalizzare il pubblico dei borghesi benpensanti. Più tardi, con l’avvento del nazismo, la loro arte fu messa al bamdo. Il Cubismo Tra il 1907 e il 1911 Pablo Picasso (1881-1972), Georges Braque (18821963), Juan Gris (1887-1927) e Fernand Lèger (1881-1955) fondarono il Cubismo, uno dei movimenti artistici più innovativi dell’arte moderna. Nella rappresentazione cubista l’unità della visione compositiva viene spezzata: l’immagine è scomposta in tanti frammenti e poi ricomposta su un unico piano, in completa assenza di profondità e di costruzione prospettica. Ne Il portoghese, di Braque, la figura viene mostrata contemporaneamente da diverse angolature, cioè da più punti di vista, offrendoci così una rappresentazione sfaccettata e frantumata. Picasso, giunto a Parigi nel 1904, divenne presto uno degli artefici maggiori della nuova cultura internazionale parigina. Dallo studio delle opere di Cèzanne imparò ad osservare la natura e a leggere gli oggetti come figure “geometriche”. In altre parole, egli si oppose alla semplificazione visiva degli Impressionisti, che appiattivano la natura sulle loro tele, per restituire invece agli oggetti solidità e profondità. Non solo: egli scoprì fosse possibile costruire i soggetti pittorici, un bicchiere così come un volto, con pochissimi elementi (linee curve e spezzate) in grado di suscitare l’immagine reale nella nostra mente. Quadri come Les Demoiselles d’Avignon, il Ritratto di Ambrosie Vollard (1909-1910) e Guernica sono fra le massime espressioni dell’arte moderna per la forte carica emotiva che ci comunicano e per la loro funzione innovativa. Il Futurismo Il Futurismo, nato in Italia come movimento letterario e fondato da Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944), riunì numerosi architetti, musicisti e pittori: tra questi ultimi vi erano Giacomo Balla (1871-1958), Carlo Carrà (18811966), Umberto Boccioni (1882-1916), Luigi Russolo (1885-1947) e Gino Severini (1883-1966). Furono i primi artisti delle avanguardie a stilare, nel 1910, un programma preciso dove furono scritte le indicazioni del tipo di arte che il gruppo aveva intenzione di creare. Il documento – o Manifesto, così fu chiamato - venne firmato da tutti i componenti del movimento e fu poi ampiamente divulgato attraverso conferenze e dibattiti. Secondo i futuristi la nuova realtà della civiltà industriale, dominata dalla macchina e dai miti della velocità e del progresso, doveva essere interpretata attraverso la rappresentazione del movimento e della sua durata temporale. Il soggetto raffigurato, cioè doveva essere descritto in ogni suo movimento, in ogni sua trasformazione dinamica; per questo gli artisti fecero largo uso della linea. Umberto Boccioni, la personalità più significativa del Futurismo, sia in pittura che in scultura, cercò di rappresentare il movimento dei corpi, degli oggetti e l’energia che lo provoca. Boccioni riuscì ad ottenere questi effetti di dinamismo deformando e componendo le forme attraverso il colore e le linee, come in Città che sale, in Stati d’animo e in Dinamismo di un footballer (“calciatore” in inglese). Anche le sculture Forme uniche nella continuità dello spazio, del 1913, e Sviluppo di una bottiglia nello spazio del 1912 sono realizzate con la stessa tecnica. L’Astrattismo Nel 1911 in Germania Vassilij Kandiskij (1866-1944) fondò, insieme a Franz Marc (18801916) e a Paul Klee (1879-1940), un gruppo denominato Blaue Reiter, che significa “Tavaliere azzurro”. Gli artisti appartenenti a questo gruppo riconoscevano piena autonomia ai segni e ai colori che esprimevano direttamente i sentimenti dell’artista senza passare attraverso la rappresentazione della forma reale. Nacque così la pittura astratta, realizzata solo con l’uso dei colori, delle linee e delle forme geometriche. Kandiskij nel 1911 dipinse il primo acquerelle astratto, vale a dire non figurativo, utilizzando semplici linee e macchie di colore liberamente distribuite sulla superficie. L’attento studio degli aspetti compositivi del punto, della linea, dei colori e delle forme continuò negli anni successivi e portò Kandiskij a realizzare opere astratte geometriche che restano fra le più importanti dell’arte contemporanea. Paul Klee trasformò e trasferì in una rappresentazione fantastica e poetica alcune immagini prese dalla realtà, come nel Giardino subacqueo. In seguito diversi pittori studiarono e svilupparono l’Astrattismo, soprattutto gli artisti russi che trovarono una loro via originale e personalissima. Casimir Malevic (1878-1935) e El Lissitskij (18901941) furono fondatori di una corrente chiamata Suprematismo. Nelle loro opere l’espressività si concretizza solo grazie alla rappresentazione di figure geometriche e a precisi rapporti fra i colori e le composizioni. Il pittore olandese Piet Mondrian (1872-1944) fondò, insieme ad un gruppo di artisti connazionali, un movimento simile a quello russo, chiamato De StiJI. Mondrian sviluppò i suoi studi sull’arte astratta fino ad arrivare ad un nuovo principio estetico, il neoplasticismo. Questo principio indicava come forme essenziali i quadrati, i rettangoli e i colori rosso-blu-giallo, il nero e il bianco, che per l’artista “simboleggiavano tutti i colori” e gli elementi dell’universo, mentre le proporzioni dei quadrati erano simboli dell’armonia universale. Il segreto del cinema, la formula che ha consentito a questo di diventare una vera e propria arte, che vanta ormai più di un secolo di vita, consiste forse nella straordinaria capacità che le immagini hanno di impressionare e di coinvolgere lo spettacolo, come un testo scritto, e talvolta ancora di più. Lo spettacolo è una figura che nasce nel Novecento: noi tutti siamo <<spettatori>> a casa, davanti allo schermo televisivo o al cinema, quando sediamo davanti al gigantesco schermo della sala. Il rischio che corriamo tutti è quello di assorbire passivamente le immagini e le scene senza più esercitare il necessario filtro della ragione, che seleziona gli eventi a cui assiste e li valuta mentre li comprende. Per potere assistere alla proiezione di un film, occorre che lo spettatore sia preparato, che non subisca le scene, ma le <<viva>> con partecipazione attiva, con consapevolezza: per fare questo occorre che conosca le tecniche di scrittura filmica, così come per leggere una poesia è opportuno – per valutarla in maniera lucida e fondata – conoscere le regole della poesia, della versificazione, della metrica. Due grandi registi Woody Allen ( Allen Stewart Konigsberg, New York 1935). << I miei film descrivono la New York dei miei sogni, dei miei desideri, a volte dei miei ricordi. Vivo in una zona circoscritta. Una mia isola. Lì mi sento sicuro>> : questo pensa, e fa, il regista più <<metropolitano>> che esista. Nasce da una famiglia ebraica, non porta a compimento gli studi, si improvvisa gagman per la tv, si esibisce nei night, sceneggia nel 1965 un film di Clive Donner ( Ciao, Pussycat), scrive commedie: una di queste – Provaci ancora Sam – diventerà nel 1972 un film con la regia di Herbert Ross e la interpretazione (smarrita e sorniona, come tutte le altre) dello stesso Allen, impegnato una patetica sfida con il fantasma di Humphrey Bogart. Nella regia esordisce nel 1969 con una farsa spassosa (Prendi i soldi e scappa) che lo vede anche interprete, come quasi tutti i film successivi. E con le farse, sgangherate e passabilmente pungenti, continuerà fino al 1977, quando, per lo e Annie, imbastirà una commedia autobiografica zeppa di nevrosi e di tenera autoindulgenza (gli è al fianco Diane Keaton , che per alcuni anni sarà la sua compagna) : quattro Oscar lo premieranno. Qui si apre quella vena riflessiva e autoriflessiva che accompagnerà l’autore lungo tutta la carriera: con il fianco Intertors (1978) si ispira alle atmosfere bergmaniane, con il più articolato Stardust Memories (1980) strizza l’occhio, spiritosamente, a Fellini, ma è solo con splendida elegia newyorchese Manhattan (1979), percorsa trionfalmente dalla musica di Gershwin, che riesce a conciliare cultura, autobiografica e commedia. Ogni volta che ritroverà questo equilibrio, senza smarrire il giusto sarcastico della battuta, otterrà risultati eccellenti o comunque interessanti:Commedia sexy una notte d’estate(1982), la rosa purpureadel Cairo (1985), un film sul cinema e le sue illusioni, lo straordinario Hannah e le sue sorelle(1986), una saga familiare dolce-amara che fa coppia con la successiva in Radio Days (1987), l’agghiacciante referto di Crimini e misfatti (1989), il ricalco espressionistico con echi kafkiani di Ombre e nebbia (1992), la elegante parodia del film gangster Pallottole su Broadway (1994). Tutto gira, a parte Ombre e nebbia, intorno a New York e agli incubi di un intellettuale infelice. Le vicende della vita privata (prima la relazione con Diane Keaton, poi quella con Mia Farrow, bruscamente interrotta, con clamore e scandali,nel 1992) si sublimano poco a poco spiritosamente e dolorosamente insieme, nel ritratto dell’americano in crisi Federico Fellini (Rimini, 1920, Roma 1993) Nel panorama del cinema italiano occupa posizione centrale, simbolo di fantasia e di leggerezza, di umorismo dispettoso, di sentimentalismo. Solo lui possiede, tutte insieme queste doti. Nasce in provincia da una famiglia borghese (padre rappresentante di commercio, madre casalinga) ha poca voglia di studiare(lo mandano dai preti), sa soltanto disegnare. Se ne va di casa, sosta a Firenze, per frequentare Aldo Palazzeschi, raggiunge Roma, disegna vignette per il settimanale satirico Marc’Aurelio, evita il servizio militare e si ritrova sbandato e allegro in una città che affronta seraficamente il dopoguerra. Esegue caricature ai soldati alleati, conosce Aldo fabrizio, lo segue in qualche giro della sua compagnia di varietà. Rossellini lo invita a partecipare alla sceneggiatura di Roma città aperta e di Paisà. Nel 1951, mettendo a frutto l’esperienza fatta con Fabrizi, offre a Lattuada il soggetto per Luci del varietà e ne diventa co-regista. Il primo film suo è Lo sceicco biano (1952) com Alberto Sordi nei panni di un eroe di fotoromanzo. Grazioso. Con I vitelloni (1953), Leone d’argento a Venezia,tutti si accorgono del nuovo autore, ironico e graffiante oltrechè patetico. Ma è verso l’intenerimento che Fellini – dimentico dello <<scherzo>> interpretato per Rossellini nel secondo episodio di Amore (1948) – mostrato di voler procedere. La strada (1954) e Le notti di Cabiria (1957) grondano malinconia e strazi (meno, il bibone del ’55 che sta fra i due e non risparmia sarcasmi agli arricchiti del dopoguerra). Solo con La dolce vita (1959), clamoroso successo mondiale, Palma d’oro a Cannes – è il primo dei molti premi importanti che il regista raccoglierà, fra Oscar, Leoni e coppe – Fellini trova l’equilibrio fra il senimento, l’umorismo, il dramma, la provocazione, la satira. E in 8’/2 riesce a penetrare dietro le quinte del suo mondo, affrondando le mani e lo sguardo, non senza pena, nella biografia di un uomo inquieto: è il suo secondo capolavoro. Il resto è illustrazione sfavillsante spesso (talvolta smorta) del già detto. Giulietta degli spiriti (1965), ASmarcord (1973), Il Casanova di Federico Fellini (1976), il prezioso e angosciato E la nove va (1973) sono le tappe maggiori di una lunga stagione che vedrà ancora lo stanco Ginger e Fred (1985), il patetico Intervista (1987), lo scombinato La vocr della luna (1990). Di questo periodo è uno dei gioielli felliniani, il feroce Prova d’orchestra (1979): ritratto come gli altri, ma migliori di altri (esclusi i capolavori), dell’Italia sospesa fra vecchio e nuovo, tremante e sbuffona. Due grandi attori Italiani SOPHIA LOREN (Sofia Sciocolone, Roma, 1934) Nasce a Roma, figlia illegittima. Finisce a Napoli, dove la vita è fatta di miseria e di arte di arrangiarsi. Ma il miraggio del cinema attrae la madre nella capitale. Invano. Invece, per la sua ragazzina – lunga, magrissima – ci sono concrete possibilità: nel fotoromanzo, fra le modelle e fra le comparse a Cinecittà. I concorsi di bellezza cui partecipa, senza vincerli, la segnalano al produttore Carlo Ponti. Comincia con una Aida (1953) di Clemento Fracassi, ovviamente doppiata da un soprano. Subito dopo è un bel personaggio di popolana nell’insolito musical focloristico Carosello napoletano (1953) di Ettore Giannini, per ritrovarsi l’anno successivo in una figuretta di spavalda pizzaiola in L’oro di Napoli, con la regia di quel De Sica che più di chiunque altro sopra guidarla e ispirarla. Disinvolta e a tratti volgarmente sfacciata, l’attrice disegna due brillanti personaggi di ragazze, per così dire, in carriera (all’italiana), sotto l’affettuosa direzione di un garbato Alessandro Blassetti: Peccato che sia una canagli (1954) e La fortuna di essere donna (1956), due significative commedie. Ponti la porta a Hollywood ma, a parte un certo successo di pubblico, non ne ricava gran cosa: il film meno smorto è Il diavolo in calzoncini rosa (1960) di George Cukor. Sarà De Sica che le farà ottenere una vera e propia consacrazione internazionale con un film tutto italiano e tutto letterario, nello stile del Moravia più spoglio: La ciociara (1960), premio a Cannes, nastro d’ argento e Oscar. Le successive collaborazioni con De Sica sono meno esaltanti ( tranne un episodio di Ieri, oggi e domani, (1963) ma tutte dignitose( con Matrimonio all’ italiana, 1964, da Filumena Marturano di Eduardo, vince un premio al festival di Mosca). Il seguito, con De Sica e con altri, è ordinaria amministrazione, eccettuata la eccellente prova nell’ accorato e drammatico personaggio della casalinga di Una giornata particolare(1977), uno dei film più felici di Ettore Scola. Diva altera, sicura di sè, Sophia Loren combatte gli anni con una costante presenza ovunque conti: al cinema, nella moda, nella pubblicità . Nel 1994 ritrova il vecchio partner Mastrianni per un melanconico duetto in Prèt-a’-porter di Robert Altman. Totò (Antonio De Curtis Gagliardi Griffo Focas Comneno, Napoli 1898-Roma, 1967). Sostiene di discendere dagli imperatori di Bisanzio.E’ il comico-marionetta su cui piu’ si è discusso. Fenomeno quasi inspiegabile di frenesia perfettamente controllata, e di uso raffinato della mimica e del costume( in teatro dove esordisce nel primo dopoguerra, sulle scene della rivista, indossa un tight sformato con i calzoni troppo corti che lasciano scoperti i calzini violentemente colorati), arriva al cinema nel 1937 ma non trova estimatori. Nel secondo dopo guerra le cose cambiano, inspiegabilmente. Il cinema si impadronisce della sua faccia <<snodata>>, del suo corpo che sembra manovrato da fili invisibili e del suo farfugliare in italonapoletano che adotta i nonsensi surrealisti, scaraventandolo in decine di film dal 1947 all’anno della sua morte. Sono vent’anni di successi clamorosi,ininterrotti, dove non contano i registri (in semplice veste di tecnici dei movimenti e delle luci, e di primi spettatori) e solo conta la sua recitazione scardinata e meccanica, saltellone e aforistica: le vicende che, per così dire, interpreta, sono semplici <<veicoli>> per la sua comicità. Alcuni titoli: Fifa e arena (1948), Totò le Makò (1949) – la parodia è uno dei suoi punti di forza-, L’imperatore di Capri (1949), Totò a colori (1952), Siamo uomini o caporali? (1955). Ma ce ne sono cento altri, più o meno equivalenti, talvolta con la presenza di un comicamente ineccepibile Peppino De Filippo in funzione di alter ego. Di tanto in tanto alla <<maestà>> Totò si accostano anche registi veri. De Sica e Monicelli sono i due che meglio lo servono, sebbene lo snaturino, sottraendogli la vena surreale e macchiettistica: con il primo Totò gira un episodio di L’oro di Napoli (1954), con il secondo tratteggia una impagabile figura di ladro in pensione per I soliti ignoti (1958). Pasolini, infine, gli fa indossare il personaggio del rivoluzionario lunare e furbesco (e crudele) per Uccellacci e uccellini (1966) e per due deliziosi – e fortunatamente surreali, azzeccati – episodi da Le streghe (1967) e Capriccio all’italiana (1967) : l’omaggio più appropriato a un razza funambolica. La letteratura del 900 Fra i tanti movimenti letterari sviluppatisi nel corso del xx secolo ricordiamo principalmente il Futurismo ,l’Ermetismo e il Crepuscolarismo; ognuno di essi caratterizzato da un diverso e nuovo modo di pensare che li rendeva estremamente originali. Futurismo Fondato da Filippo Tommaso Marinetti il 20 febbraio del 1909 con la pubblicazione del “Manifeste du futurisme”, il futurismo segnò in particolar modo quasi tutto il secolo del 900 . In questo periodo, infatti , i soliti schemi e pensieri e le solite tematiche e regole grammaticali che caratterizzavano la letteratura subirono profondi cambiamenti sconvolgendola quasi totalmente . I temi principali individuati da Marinetti si rispecchiavano tutti nell’amore per il pericolo, nel culto del coraggio e dell’audacia, nella lotta contro il passato e nell’esaltazione della guerra e dell’aggressività; proprio a proposito di quest’amore verso i conflitti noi ricordiamo la famosa filosofia di Marinetti che vedeva la guerra come la sola igiene del mondo. Altri cambiamenti che il fondatore futurista apportò alla poesia 900esca furono l’abolizione di diverse regole grammaticali, facendo si che nascessero “parole in libertà” capaci di dar vita ad un “immaginazione senza fili”. Il futurismo però non si limitò a modificare soltanto i principi fondamentali della poesia ; un suo intervento ci fu infatti anche nel campo teatrale . In questi vediamo appunto un teatro ricco di improvvisazioni,comicità e serietà misti nello stesso spettacolo, irrealtà, dinamicità e soprattutto sinteticità ed autonomia . Abbiamo poi un tipo di movimento futuristico legato all’ arte nato subito dopo la pubblicazione del manifesto di Marinetti. In questa corrente artistica risaltarono altri famosi futuristi : Boccioni, Severini , Russolo Filippo Tommaso Marinetti Filippo Tommaso Marinetti, nasce ad Alessandria d'Egitto il 22 dicembre 1876, secondogenito dell'avvocato civilista Enrico Marinetti e di Amalia Grolli. Alcuni anni dopo, la famiglia torna in Italia e si stabilisce a Milano. Fin da giovanissimi i fratelli Marinetti manifestano uno smisurato amore per le lettere, ed un temperamento esuberante. Nel 1894 Marinetti consegue il baccalaureato a Parigi e si iscrive alla facoltà di Legge di Pavia già frequentata dal fratello maggiore Leone, che morirà nel 1897 a soli 22 anni a causa di complicazioni cardiache. Trasferitosi all'ateneo di Genova un anno prima della laurea, che conseguirà nel 1899, collabora all'Anthologie revue de France et d'Italie, e vince il concorso parigino dei Samedis populaires con il poemetto La vieux marins. Nel 1902 viene pubblicato il suo primo libro in versi La conquete des étoiles nel quale già si scorgono i primi versi sciolti e quelle figure che caratterizzeranno la letteratura futurista. Vicino all'area politica socialista non vi aderisce mai a pieno per via delle sue idee nazionaliste, e nonostante la pubblicazione sull'Avanti del suo Re Baldoria, riflessione politico satirica. Nel 1905 fonda la rivista Poesia, tramite la quale inizia la sua battaglia per l'affermazione del verso libero, per il quale dapprima incontra un'ostilità diffusa. Il 20 febbraio del 1909 pubblica su Le Figaro' il manifesto del Futurismo, fondato su undici punti che conglobano tutte le arti, il costume e la politica, facendo del futurismo l'unica avanguardia poliedrica. Il futurismo dichiara Marinetti: "E' un movimento anticulturale, antifilosofico, di idee, di intuiti, di istinti, di schiaffi, pugni purificatori e velocizzatori. I futuristi combattono la prudenza diplomatica, il tradizionalismo, il neutralismo, i musei, il culto del libro." La rivista Poesia viene soppressa pochi mesi dopo perché considerata sorpassata dallo stesso Marinetti, il quale conclude la sua pubblicazione facendo apparire sull'ultimo numero il poema futurista Uccidiamo il chiaro di luna, atto d'accusa all'arcaico sentimentalismo dominante nella poesia italiana, e vero e proprio inno alla follia creativa. Da principio, oltre ai frizzanti e provocatori Manifesti, le serate a teatro sono la principale cassa di risonanza del futurismo, il pubblico composto da aristocratici, borghesi e proletari, viene provocato con abilità e maestria e spesso le serate futuriste si concludono con l'intervento delle forze dell'ordine. Da principio, oltre ai frizzanti e provocatori Manifesti, le serate a teatro sono la principale cassa di risonanza del futurismo, il pubblico composto da aristocratici, borghesi e proletari, viene provocato con abilità e maestria e spesso le serate futuriste si concludono con l'intervento delle forze dell'ordine. Nel 1911 allo scoppio del conflitto in Libia, Marinetti, vi si reca come corrispondente per il giornale parigino L'intransigeant, e sui campi di battaglia trova l'ispirazione che consacrerà definitivamente le parole in libertà. Nel 1913, mentre in Italia sempre più artisti aderiscono al futurismo, Marinetti parte per la Russia per un ciclo di conferenze. Nel 1914 pubblica il libro parolibero Zang Tumb tumb. Alla vigilia del primo conflitto mondiale Marinetti ed i futuristi si proclamano accesi interventisti, e partecipano al conflitto, alla fine del quale al leader futurista sono conferite due medaglie al valore militare. Alla fine della prima guerra mondiale Marinetti stipula un programma politico futurista, i suoi intenti rivoluzionari portano alla formazione dei fasci futuristi e alla fondazione del giornale Roma futurista. Nello stesso anno avviene l'incontro con la poetessa e pittrice Benedetta Cappa che nel 1923 diventerà sua moglie, e da cui avrà tre figlie. Nonostante una certa vicinanza all'area comunista e anarchica, Marinetti non è convinto che una rivoluzione bolscevica come quella russa sia prospettabile per il popolo italiano, e ne propone un'analisi nel suo libro Al di là del comunismo pubblicato nel 1920. Il programma politico futurista affascina Mussolini trascinandolo a fare suoi molti degli innumerevoli punti del manifesto programmatico. Nel 1919 alla riunione al San Sepolcro per la cerimonia di fondazione dei fasci dei combattenti, Mussolini si avvale della collaborazione dei futuristi e della loro abilità propagandistica. Nel 1920 Marinetti si allontana dal fascismo, accusandolo di reazionarietà e passatismo, rimanendo comunque una personalità rispettata e piena di considerazione da parte di Mussolini. Durante i primi anni di regime fascista Marinetti intraprende varie tournee all'estero per la divulgazione del futurismo, durante questi suoi viaggi partorisce l'idea per un nuovo tipo di teatro, "regno del chaos e della molteplicità." Il 1922 è l'anno che vede la pubblicazione del, a detta del suo stesso autore, "indefinibile romanzo" Gl'Indomabili, a cui seguiranno altri romanzi e saggi. Nel 1929 viene insignito della carica di letterato d'Italia. Seguono la pubblicazione di poemi ed aeropoemi. Nel 1935 si reca volontario in Africa orientale; di ritorno nel 1936 comincia una lunga serie di studi e sperimentazioni sulle parole in libertà. A luglio del 1942 riparte per il fronte, stavolta nella campagna di Russia. Il suo stato di salute all'arrivo del rigido autunno si aggrava ulteriormente e viene rimpatriato. Nel 1943 dopo la destituzione di Mussolini, con la moglie e le figlie, si trasferisce a Venezia. Verso l'una e venti del 2 dicembre 1944 a Bellagio sul Lago di Como, mentre dimorava in un albergo in attesa di ricovero in una clinica svizzera, muore a causa di una crisi cardiaca; quella stessa mattina all'alba aveva composto i suoi ultimi versi. Di lui ha detto il poeta Ezra Pound: "Marinetti e il futurismo hanno dato un grande impulso a tutta la letteratura europea. Il movimento al quale Joyce, Eliot, io stesso e altri abbiamo dato origine a Londra non sarebbe esistito senza il futurismo". L‘automobile da corsa Veemente dio d’una razza d’acciaio, Automobile ebbra di spazio, che scalpiti e fremi d’angoscia rodendo il morso con striduli denti Formidabile mostro giapponese, dagli occhi di fucina, nutrito di fiamma e d’olî minerali, avido d’orizzonti, di prede siderali Io scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente, scateno i tuoi giganteschi pneumatici, per la danza che tu sai danzare via per le bianche strade di tutto il mondo! Allento finalmente le tue metalliche redini, e tu con voluttà ti slanci nell’Infinito liberatore! All’abbaiare della tua grande voce ecco il sol che tramonta inseguirti veloce accelerando il suo sanguinolento palpito, all’orizzonte Guarda, come galoppa, in fondo ai boschi, laggiù! Che importa, mio dèmone bello? Io sono in tua balìa! Prendimi! Prendimi! Sulla terra assordata, benché tutta vibri d’echi loquaci; sotto il cielo accecato, benché folto di stelle, io vado esasperando la mia febbre ed il mio desiderio, scudisciandoli a gran colpi di spada. E a quando a quando alzo il capo per sentirmi sul collo in soffice stretta le braccia folli del vento, vellutate e freschissime Sono tue quelle braccia ammalianti e lontane che mi attirano, e il vento non è che il tuo alito d’abisso, o Infinito senza fondo che con gioia m’assorbi! Ah! ah! vedo a un tratto mulini neri, dinoccolati, che sembran correr su l’ali di tela vertebrata come su gambe prolisse Ora le montagne già stanno per gettare sulla mia fuga mantelli di sonnolenta frescura, là, a quel sinistro svolto Montagne! Mammut in mostruosa mandra, che pesanti trottate, inarcando le vostre immense groppe, eccovi superate, eccovi avvolte dalla grigia matassa delle nebbie! E odo il vago echeggiante rumore che sulle strade stampano i favolosi stivali da sette leghe dei vostri piedi colossali O montagne dai freschi mantelli turchini! O bei fiumi che respirate beatamente al chiaro di luna! O tenebrose pianure! Io vi sorpasso a galoppo! Su questo mio mostro impazzito! Stelle! mie stelle! l’udite il precipitar dei suoi passi? Udite voi la sua voce, cui la collera spacca la sua voce scoppiante, che abbaia, che abbaia e il tuonar de ’ suoi ferrei polmoni crrrrollanti a prrrrecipizio interrrrrminabilmente? Accetto la sfida, o mie stelle! Più presto! Ancora più presto! E senza posa, né riposo! Molla i freni! Non puoi? Schiàntali, dunque, che il polso del motore centuplichi i suoi slanci! Urrà! Non più contatti con questa terra immonda! Io me ne stacco alfine, ed agilmente volo sull’inebbriante fiume degli astri che si gonfia in piena nel gran letto celeste! FILIPPO TOMMASO MARINETTI IL CREPUSCOLARISMO Nei primi anni del 900 nacque in Italia la corrente letteraria del crepuscolarismo, un movimento caratterizzato da pensieri e opere poetiche particolarmente tristi e malinconiche . I poeti crepuscolari infatti, si consideravano infelici privi di alcuna capacità di nutrire i sentimenti, ed erano ogni giorni sempre più desiderosi di potersi rifugiare nel passato. Nelle loro poesie i temi ricorrenti erano le stazioni ferriovarie, i conventi, la noia della domenica, l’amore con le serve e le malettie. L’ermetismo La poesia ermetica,detta anche poesia pura,si sviluppò negli anni 20 e negli anni 30 del xx secolo. Tutte la ideologie ermetiche si basavano su di un ragionamento centrale , secondo il quale ogni pensiero di un autore non aveva mai una conclusione logica ed ogni parola doveva essere letta sotto un’altra chiave che permetteva di scavare il suo più segreto e remoto significato; infatti con il passar del tempo, le parole erano state private del proprio valore originale coperto da numerose retoriche. Il primo fra tutti i poeti che cercarono il significato nascosto di ogni vocabolo , fu Giuseppe Ungaretti , seguito poi da Quasimodo e Montale. POESIE DELLA GUERRA SUL MURO C’ERA SCRITTO Sul muro c’era scritto col gesso: vogliamo la guerra. Chi l’ha scritto è già caduto. B.BRECHT CHI STA IN ALTO DICE Chi sta in alto dice: si va verso la gloria. Chi sta in basso dice:si va verso la fossa B.BRECHT Alla fronde dei salici E come potevano noi cantare Con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento. Salvatore Quasimodo Uomo del mio tempo Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta. E questo sangue odora come nel giorno Quando il fratello disse all’altro fratello: «Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace, è giunta fino a te, dentro la tua giornata. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue Salite dalla terra, dimenticate i padri: le loro tombe affondano nella cenere, gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore Salvatore Quasimodo Generale il tuo carro armato Generale, il tuo carro armato è una macchina potente. Spiana un bosco e sfracella cento uomini. Ma ha un difetto: ha bisogno di un carrista. Generale, il tuo bombardiere è potente. Vola più rapido di una tempesta e porta più di un elefante. Ma ha un difetto: ha bisogno di un meccanico. Generale, l'uomo fa di tutto. Può volare e può uccidere. Ma ha un difetto: Perdono Hiroshima Perdono, Hiroshima. Perdono per ogni passo che tocca una ferita, apre una cicatrice. Perdono per ogni sguardo, che duole, anche se carezzevole. Perdono per ogni parola che turba il cielo in cui cerchi i tuoi bambini, popoli di bambini che perdesti per sempre. Tomba inesistente. Vento. vento. vento. E' la loro voce che ora piano suona ogni giorno più spenta, solo nel ricordo. Oh, cimiteri inesistenti. inesistenti. inesistenti. Voler piangere e non poter stringere fra le braccia nemmeno un'urna, una tomba almeno. Dove sono i tuoi bambini, Hiroshima? Forse nell'oceano d'argento indifferente. Forse nel mausoleo infinito del cielo. O forse, proprio su questa terra che io calpesto. Ogni passo io lo traccio con timore. Ogni pezzo di terra nasconde una bara. Mi sembra che la terra da me calpestata gridi: - Mamma. Ahi, aria di smalto, dammi le ali, che io mi innalzi leggero per non urtare col passo delle ferite, che l'ala mia tagli l'aria, come d'angelo. Ma sfavillando dalle migliaia di lesioni, si avvicina Hiroshima a me, si avvicina e si china piano e mi fa segno: vieni, amico e vedi ciò che è stato, ciò che è. E narra. (Eugen Jebeleanu) Bombardamento ogni 5 secondi cannoni da assedio sventrare spazio con un accordo tam-tuuumb ammutinamento di 500 echi per azzannarlo sminuzzarlo sparpagliarlo all’infinito Nel centro di quei tam-tuumb spiaccicati (ampiezza 50 chilometri quadrati) balzare scoppi tagli pungi batterie tiro rapido Violenza ferocia regolarità questo basso grave scandere gli strani folli agitatissimi acuti della battaglia Furia affanno orecchie narici occhi aperti attenti stonare professori d’orchestra questi bastonatissimi suooooonare suooooonare Graaaaandi fragori non cancellare precisare ritttttagliandoli rumori più piccoli minutissssssimi rottami di echi nel teatro ampiezza 300 chilometri quadrati Tungia sdraiati dopi ritti Fiumi Maritza Monti Ròalture palchi log- gione 2000 shrapnels sbracciarsi ed esplodere fazzoletti bianchissimi pieni d’oro Tumtumb 2000 granate protese strappare con schianti capigliature tenebre zang-tumb-zang-tuuumtuuumb orchestra dei rumori di guerra gonfiarsi sotto una nota di silenzio tenuta nell’alto cielo pal -lone sferico dorato sorvegliare tiri parco aerostatico Kadi-Keuy . sulla testa ciaack bello vampe vampe vampe Vampe vampe ribalta dei forti dievampe vampe tro quel fumo Sciukri Pascià comunica telefonicamente con 27 forti in turco in tedesco allò Ibrahim Rudolf allô allô attori ruoli echi suggeritori scenari di fumo foreste applausi odore di fieno fango sterco non sento più i miei piedi gelati odore di salnitro odore di marcio Timmmpani flauti clarini dovunque basso alto uccelli cinguettare beatitudine ombrie cip-cip-cip brezza verde mandre don-dan-don-din-béèé tam-tumbtumb tumb tumb-tumb-tumb -tumb vampe vampe forza che gioia vedere udire fiutare tutto tutto taratatatata delle mitragliatrici strillare a perdifiato sotto morsi schiaffi traaktraack frustare pic-pac-pum-tumb bizzzzarie salti altezza 200m. della fucileria Giù giù in fondo all’orchestra stagni diguazzare pungoli carri pluff plaff buoi bufali inpen- impennarsi di cavalli flic flac zing zing sciaaack lari nitriti iiiiii….. scalpiccii tintinnii 3 battaglioni bulgari in marcia croooc-craac [LENTO DUE TEMPI] Sciumi Marita o Karvavena croooc craaac grida degli ufficiali sbataccccchiare come piattttti d’otttttone pan di qua paack di là cing buuum cing ciack [PRESTO] ciaciaciaciaciaak Se questo è un uomo Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per un pezzo di pane Che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d'inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi. » Salvatore Quasimodo Le dittature Fascismo in Italia 1922 Marcia su Roma Formazione del primo ministero Mussolini. 1923 Riforma Gentile. Approvata la riforma scolastica del filosofo Giovanni Gentile,che esalterà il concetto di nazione e di stato. 1924 Il caso Matteotti. Si svolgeranno le elezioni politiche e il partito fascista otterrà la maggioranza. Giacomo Matteotti denuncerà i brogli dei fascisti e verrà rapinato e assassinato. Soppressa la libertà di stampa. 1926 La polizia segreta. Si consolida il potere personale del duce. Abolite tutte le libertà politiche e sindacali. Saranno stabilite dure pene:confino di polizia,pena di morte,tribunale speciale e nascerà la polizia segreta (Ovra). 1929 Concordato Stipulati i Patti Lateranensi tra la Santa Sede e il Governo italiano. La città del Vaticano è riconosciuta Stato indipendente. 1932 Le grandi bonifiche. Con Mussolini ci sarà la bonifica delle paludi Pontine. Verrà fondata la città di Littoria,che nel 1945 si chiamerà Latina 1936 Guerra d’Africa. Le truppe italiane entreranno ad Addis Abeba e l’Italia avrà il suo impero. 1940 La campagna in Grecia. L’Italia invaderà la Grecia durante la seconda guerra mondiale, ma subirà una sconfitta in Albania. 1943 L’armistizio. Il 25 luglio,1943,al Gran consiglio, Mussolini viene messo in minoranza. Il Re ordina il suo arresto e lo fa confinare al Gran Sasso. Viene nominato Badoglio a capo del Governo,il quale annuncia L’8 settembre l’armistizio con le forze dell’asse. Il 23 settembre Mussolini fonda la Repubblica sociale Italiana,con sede a Salò. 1945 Piazzale Loreto. Il 24-25 aprile il duce viene catturato dai partigiani,con Claretta Petacci.Entrambi sono fucilati e i loro corpi vengono esposti in Piazzale Loreto a Milano. NAZISMO IN GERMANIA 30 gennaio 1933 Hitler diventa Cancelliere. Di origine austriaca,Hitler viene nominato 27 febbraio 1933 Pieni poteri. 20 luglio 1933 Accordo con la Chiesa. 15 settembre 1935 Le leggi razziali. Comincia la persecuzione antisemita. Lo sterminio degli ebrei Quando, il 27 gennaio 1945, l’Armata Rossa fece il suo ingresso nel campo di concentramento di Auschwitz, emerse, in tutta la sua drammaticità, l’ orrore per l’ olocausto di un popolo, le cui crude immagini..... ….immortalate dagli operatori sovietici e mostrate al processo di Norimberga, come prova contro i crimini nazisti, sconvolsero il mondo intero . Gli ebrei furono interdetti dagli uffici, dalle libere professioni, dalle scuole ariane, dalle banche; espulsi ed allontanati dalle loro abitazioni, furono rinchiusi in appositi quartieri recintati, i famigerati “ghetti”. ….immortalate dagli operatori sovietici e mostrate al processo di Norimberga, come prova contro i crimini nazisti, sconvolsero il mondo intero . Gli ebrei furono interdetti dagli uffici, dalle libere professioni, dalle scuole ariane, dalle banche; espulsi ed allontanati dalle loro abitazioni, furono rinchiusi in appositi quartieri recintati, i famigerati “ghetti”. 1938 L’Austria diventa tedesca. Riunificazione Austria- Germania. 10 novembre 1938 La”Notte dei cristalli”. Vengono ordinati alle SS e alle SA”atti spontanei”contro gli ebrei. 30000 ebrei verranno arrestati e avviati ai campi di concentramento. 1939 La Polonia invasa. Obbiettivo di Hitler:isolare Danzica e il “corridoio polacco”con una guerra lampo. L’Italia invaderà la Grecia durante la seconda guerra mondiale,ma subirà una sconfitta in Albania. 1943 L’armistizio. Il 25 Luglio,1943,al Gran Consiglio,Mussolini viene messo in minoranza. Il Re ordina il suo arresto e lo fa confinare al Gran Sasso. Viene nominato Badoglio a capo del Governo,il quale annuncia l’8 Settembre l’armistizio con le forze dell’asse. Il 23 Settembre Mussolini fonda la Rep. Sociale Italiana,con sede a Salò. 1940 Hitler attacca la Danimarca e la Norvegia. Calpesta la neutralità dell’Olanda,del Belgio e del Lussemburgo e,dopo aver aggirato la”linea Marginot”invade la Francia ed intra vittorioso a Parigi. 1941 Avanzata verso l’Unione Sovietica. Dopo i primi successi,le truppe tedesche stremate dal freddo e dalla stanchezza,verranno bloccate. 23 Ottobre 1941 L’Olocausto. Campi di sterminio nei Paesi invasi e inizio della”soluzione finale”del problema ebraico. 31 Gennaio 1943 Sconfitta e fine della guerra. A Stalingrado le truppe tedesche furono costrette alla resa! Ritirata. 30 aprile 1945 La fine di Hitler nel bunker con la moglie Eva Braun. Fine di un incubo! Stalinismo in Russia dopo la morte di Lenin,Stalin,col XV Congresso del Partito,diviene capo assoluto del Partito e del Paese. Appena eletto farà espellere dall’Unione Sovietica il suo più accanito oppositore Trotzkij . Per il suo regime dittatoriale si servirà della polizia segreta (GPU) che avrà la sua sede nella “Lubianka”. Nel 1945 parteciperà al Congresso di Yalta,dove gli Stati alleati avviarono una nuova spartizione del Mondo. Dopo essersi assicurato il totale monopolio del potere lancerà la sua nuova politica economica:i piani quinquennali… Nasceranno i”kolkoz”,aziende agricole dove i contadini lavoreranno collettivamente la terra di proprietà statale. Si libererà poi degli oppositori,cioè,dei nemici del socialismo,ordinandone o l’impiccagione o la prigionia nelle terribili carceri siberiane. II° metà del 1900 Una nuova “spartizione nel mondo” Alla fine della II° guerra mondiale, dopo la conferenza di pace del 1946, la Germania verrà divisa in quattro zone di occupazione: francese, inglese, statunitense e sovietica. La stessa capitale, Berlino, verrà divisa in quattro parti. Successivamente, le tre zone occidentali della Germania verranno unificate e nascerà la Repubblica Federale tedesca(con capitale Bonn). Nella parte orientale, invece, sotto la sfera sovietica, nascerà la Repubblica Democratica tedesca, (con capitale Berlino), a regime comunista. L’Austria si separò dalla Germania e divenne uno stato indipendente, anche se il suo territorio fu sottoposto all’occupazione delle Potenze vincitrici. L’Europa si divise in due: Europa orientale, (filo-sovietica) e l’Europa occidentale(con i Paesi alleati degli USA e, tra questi, l’Italia). Nasce l’ONU L’ONU , Organizzazione delle Nazioni Unite, nacque nel 1946 con lo scopo di mantenere la pace in tutti i Paesi del mondo. I primi Stati che vi aderirono furono quelli che uscirono vincitori dalla II° guerra mondiale. L’Italia vi entrò a far parte solo nel 1955. L’ONU ha la sua sede a New York nel famoso “palazzo di vetro”. Dopo la II° guerra mondiale nacquero anche delle organizzazioni comunitarie europee:la “CECA” ( Comunità Europea Carbone e Acciaio)1951, la “CEE”( Comunità Economica Europea o “MEC”). Lo scopo era quello di realizzare una più stretta collaborazione fra i vari Paesi così da aumentare il peso politico ed economico dell’Europa. La Germania divisa ( L’età della guerra fredda) Repubblica Federale Tedesca(RFT) o Germania occidentale, legata agli USA ed inserita nella NATO; nello stesso anno le regioni occupate dall’URSS costituirono la Repubblica Democratica Tedesca(RDT) o Germania orientale, alleate dall’URSS. I due blocchi contrapposti AMERICA (NATO= PATTO ATLANTICO DEL NORD, 1949) I PAESI CHE VI ADERIRONO: 1)CANADA 2)FRANCIA 3)INGHILTERRA 4)NORVEGIA 5)DANIMARCA 6)ISLANDA 7)PORTOGALLO 8)BELGIO 9)OLANDA 10)LUSSEMBURGO 11)ITALIA(1951) 12)REP:FEDERALE TEDESCA 13)SPAGNA(1982) 14)GRECIA E TURCHIA URSS PATTO DI VERSAVIA I PAESI CHE LO FIRMARONO 1)UNGHERIA 2)POLONIA 3)CECOSLOVACCHI 4)BULGARIA 5)REP.FED.TEDESCA 6)ROMANIA “GUERRA FREDDA” Tra USA e URSS, dopo la II° guerra mondiale, comincerà quella che sarà definita, a ben ragione, la “guerra fredda” per indicare il clima di differenza e di ostilità che si verrà a creare tra i due Paesi. Il mondo si dividerà in due blocchi:l’URSS, da un lato, con la sua potenza militare e il suo regime comunista(esteso, dopo il conflitto, a tutti i Paesi dell’Europa orientale che erano stati liberati dall’armato rossa: Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria e la Repubblica Democratica tedesca). Dall’altro lato l’USA che raccolse i Paesi dell’Europa occidentale, con un governo democratico ed una economia di tipo capitalistico. Nacquero anche alleanze militari separate:da una parte la NATO(patto atlantico del nord) con molti Paesi dell’Europa occidentale, tra cui l’Italia ,alleati con l’USA . Dall’altra l’URSS e i Paesi filo-sovietici con il patto di Varsavia(1955). Col “Piano Marshall”, inoltre, l’America creerà un blocco contrapposto, sul piano economico, ai Paesi sovietici e al loro governo comunista. Il blocco comunista creerà il “Comecon”. Il muro di Berlino(1961) rappresenterà simbolicamente la linea di separazione tra i due blocchi. Inizierà la “corsa agli armamenti” la svolta decisiva a questo stato di tensione arriverà con la morte di Stalin. Gli succederà a Kruscev. Quest’ultimo inaugurerà una nuova fase nei rapporti tra i due blocchi. Denuncerà e condannerà del governo stalinista e produrrà una profonda trasformazione nella società sovietica. Approfitteranno di questo nuovo corso i Paesi dell’Est. Qui inizieranno una serie di agitazioni. Ma la Russia confermerà il suo controllo politico e militare su questi Paesi satelliti: Polonia, Ungheria,Romania. Nel 1962, nonostante il clima di “distensione” tra i due blocchi, il mondo fu sull’orlo di una guerra atomica. Il governo sovietico con quello cubano aveva deciso l’installazione di missili nucleari sovietici a Cuba. (L’accordo avvenne tra kruscev e Castro, che, con una rivoluzione,aveva portato nel suo Paese il comunismo). L’America dispose subito un blocco navale per impedire l’ingresso di armi sovietiche nell’isola. Tutto si concluse con un accordo tra kruscev e il Presidente americano Kennedy. Referendum: scacco a RE Il 2 giugno 1946, a distanza di poco più di un anno dalla fine della guerra, l’Italia diede benservito alla monarchia scegliendo di diventare una Repubblica. A deciderlo fu uno scarto di due milioni di voti. Ma non mancarono i sospetti di clamorosi brogli. Ascesa e caduta dell’ultimo re d’Italia <<Abdico alla Corona del Regno d’Italia in favore di mio figlio Umberto di Savoia Principe di Piemonte. Vittorio Emanuele . Napoli, 9 maggio 1946>>. Con queste poche righe il re d’Italia lasciò il trono.Ma il suo successore restò in carica soltanto pochi giorni:il 2 giugno, infatti,gli italiani avrebbero votato per la Repubblica. Corriere della sera è nata la repubblica italiana MODERNE APOCALISSI Tra le più gravi apocalissi che hanno macchiato in modo indelebile l’avventura umana sul pianeta non possiamo dimenticare l’olocausto ebraico e il genocidio atomico di Hiroshima e Nagasàki. Per ciò che riguarda il primo lo sterminio degli ebrei,riteniamo utile riportare una deposizione di Rudolf Hoss, capo delle SS tedesche, sulla “Soluzione finale” fatta a Norimberga, durante lo storico processo. Egli disse: La <<soluzione finale>> del problema ebraico significava il completo sterminio di tutti gli ebrei d’Europa. Mi fu dato l’ordine, nel Giugno del 1941 di creare, ad Aushwitz, installazioni per lo sterminio: Belzec, Treblinka e Wolzek…. Feci una visita a quello di Treblinka per vedere come si produceva allo sterminio LA SOLUZIONE FINALE Il comandante del campo di treblinka mi disse di aver liquidato 80 000 persone nel corso di semestre. Era stato incaricato di liquidare prima tutti gli ebrei provenienti dal ghetto di Varsavia. Egli usava monossido di carbonio. Ma io non ritenni che i suoi metodi fossero molto efficienti, per cui quando ad Auschwitz organizzai i locali per lo sterminio utilizzai i ciclon B, acido prussico in cristalli che veniva fatto cadere nelle camere della morte da una piccola apertura. Per uccidere coloro che vi si trovavano bastavano da tre a quindici minuti, a seconda delle condizioni atmosferiche. Sapevamo che le persone erano morte quando le grida cessavano. In genere, aspettavamo una mezz’ora prima di aprire le porte e portar via i cadaveri. Poi i nostri commandos speciali toglievano loro gli anelli e i denti d’oro. Rispetto a Treblinka un altro progresso fu la costruzione di camere a gas che contenevamo duemila persone alla volta,mentre a Treblinka le dieci camere a gas potevano servire solo per duecento ognuna. IL GENOCIDIO ATOMICO: HIRISHIMA IL GIORNO DOPO Esistono deserti di sabbia , deserti di pietre, deserti di ghiaccio, ma Hiroshima,o per essere esatti il luogo dove un tempo sorgeva Hiroshima, alla fine di Agosto era un deserto di una nuova specie, mai vista prima: u deserto atomico, creato dall’homo sapiens, che sotto la superficie nero-grigia serbava ancora le tracce della sua attività, i miseri resti della sua specie. A poco a poco, i sopravvissuti venuti da fuori a ricercare tra le rovine i parenti e gli amici, si erano via via ritirati dal <<cerchio mortale>> della bomba a due, tre fino a quattro chilometri dal centro dei suoi effetti più violenti. Le vie della pace Le poesie della pace La non violenza ”L’odio paralizza la vita, l’amore, la libertà,l’odio confonde la vita, l’amore l’armonizza, l’odio oscura la vita, l’amore la illumina” Martin Luther King GANDHI Se da una guerra ci sarà un vincitore, la vittoria vera sarà una morte vivente per la Nazione che riuscirà vittoriosa. Le canzoni della pace La guerra di Piero Dormi sepolto in un campo di grano, non e' la rosa, non e' il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi. "Lungo le sponde del mio torrente voglio che scendano i lucci argentati, non più i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente". Così dicevi ed era d'Inverno e come gli altri, verso l'inferno te ne vai triste come chi deve ed il vento ti sputa in faccia la neve. Fermati Piero, fermati adesso, lascia che il vento ti passi un po' addosso, dei morti in battaglia ti porti la voce, chi diede la vita ebbe in cambio una croce. Ma tu non lo udisti ed il tempo passava con le stagioni a passo di "java" ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di Primavera. E mentre marciavi con l'anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore. Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora, fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue. "E se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire, ma il tempo a me resterà per vedere, vedere gli occhi d'un uomo che muore". E mentre gli usi questa premura quello si volta, ti vede, ha paura ed imbracciata l'artiglieria non ti ricambia la cortesia. Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti i un solo momento che il tempo non ti sarebbe bastato a chieder perdono per ogni peccato. Cadesti a terra, senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato ritorno. "Ninetta mia, crepare di Maggio ci vuole tanto, troppo coraggio. Ninetta bella diritto all'Inferno avrei preferito andarci in Inverno". E mentre il grano ti stava a sentire dentro le mani stringevi il fucile, dentro la bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al sole. Dormi sepolto in un campo di grano, non e' la rosa, non e' il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi. Fabrizio de andrè John lennon Imagine there's no heaven It's easy if you try No hell below us Above us only sky Imagine all the people Living for today... Imagine there's no countries It isn't hard to do Nothing to kill or die for And no religion too Imagine all the people Living life in peace... You may say I'm a dreamer But I'm not the only one I hope someday you'll join us And the world will be as one Imagine no possessions I wonder if you can No need for greed or hunger A brotherhood of man Imagine all the people Sharing all the world... You may say I'm a dreamer But I'm not the only one Traduzione imagine di John Lennon Immagina non ci sia il Paradiso prova, è facile Nessun inferno sotto i piedi Sopra di noi solo il Cielo Immagina che la gente viva al presente... Immagina non ci siano paesi non è difficile Niente per cui uccidere e morire e nessuna religione Immagina che tutti vivano la loro vita in pace... Puoi dire che sono un sognatore ma non sono il solo Spero che ti unirai anche tu un giorno e che il mondo diventi uno Immagina un mondo senza possessi mi chiedo se ci riesci senza necessità di avidità o fame La fratellanza tra gli uomini Immagina tutta le gente condividere il mondo intero... Puoi dire che sono un sognatore ma non sono il solo Spero che ti unirai anche tu un giorno e che il mondo diventi uno Prima guerra mondiale 28 giugno 1914 Sarajevo L’ arciduca Francesco Ferdinando venne ucciso con la moglie a Sarajevo da un giovane studente bosniaco, che, come tutti i nazionalisti, mirava alla creazione di un unico, grande Stato slavo sotto la direzione della Serbia. (Questa faceva parte della regione balcanica, alla quale erano interessate l’ Austria e la Russia. Famosa “Questione d’ oriente”!). Immediata fu la reazione dell’ Austria che inviò un ultimatum alla Serbia, considerata responsabile dell’ attentato. La Serbia ritenne quel ultimatum inaccettabile e lo rifiutò. Il 28 luglio 1914, l’ Austria dichiarò guerra alla Serbia. La follia della guerra “ fallimento della ragione e della pietà” Cause. In Europa, agli inizi del 1900, esistevano fra gli Stati molte rivalità e molte tensioni. Diversi i motivi: 1.Lo scontro di interessi per il controllo dei possedimenti coloniali, che aveva determinato in ogni Stato una corsa agli armamenti, con enormi vantaggi delle industrie belliche. 2.La forte e crescente ambizione di ogni Stato di espandersi e di costruirsi un proprio Impero. 3.L’affermazione, all’interno di ogni Nazione, di ideologie, come il Nazionalismo e il Razzismo, con le quali si esaltava la superiorità di una Nazione su un’altra e si sosteneva l’esistenza di razze inferiori. 4.Il desiderio della Germania e della Russia di riunire nel proprio Stato tutti i popoli di origine tedesca e slava (pangermanesimo = tutto Germania e panslavismo = tutto Russia). 5.La tendenza degli Stati ad occupare quei territori dell’Impero Turco ormai in disfacimento: la famosa “Questione d’Oriente”. 6.La nascita in Europa di due blocchi contrapposti: la triplice intesa (Russia,Francia e Inghilterra) e la triplice alleanza (Italia,Austria e Germania). 7.L’Irredentismo che interessava tutti i popoli sottomessi al dominio straniero. Prima guerra mondiale La scintilla 1914: l’ erede al trono austro- ungarico, Francesco Ferdinando, venne ucciso con la moglie Sarajevo da un giovane studente bosniaco che, mirava alla creazione di un unico grande stato Slavo sotto la direzione della Serbia ( questa faceva parte della regione balcanica, alla quale erano interessate soprattutto l’ Austria e la Russia. Famosa “Questione d’ Oriente “). Immediata fu la reazione dell’ Austria che inviò un ultimatum alla Serbia considerata responsabile dell’ attentato. La Serbia ritenne quel ultimatum inaccettabile e lo rifiutò. Il 28 luglio 1914 l ‘ Austria dichiarò guerra alla Serbia. -1914- Scatta il gioco delle alleanze e iniziarono le dichiarazioni di guerra. - La Russia si schiera con la Serbia. - - la Germania si schierata con l’ Austria(che era unita insieme all’ Italia dalla triplice Alleanza). - L’ Italia resta neutrale. 1917 disfatta di Caporetto e Rivoluzione Russa La rivoluzione RUSSA • Mentre ancora infuria la prima guerra mondiale , l’ impero russo viene travolto da una rivoluzione promossa dai contadini, operai e soldati. All’ origine della rivolta stanno la protesta verso il governo assolutista dello zar, il malcontento per le miserie condizione di vita del popolo e l’ insofferenza dell’ esercito di fronte a un conflitto sempre più disastroso. Con la vittoria dei bolscevichi di Lenin , che sconfiggono in una guerra civile le ultime resistenze controrivoluzionarie, nasce l’Unione Sovietica, il primo Stato nel mondo a struttura socialista. La Rivoluzione Russa • Contadini,operai e soldati scendono in piazza per protestare contro il governo assolutista dello zar e per le misere condizioni di vita. In più ,i soldati chiedevano la fine della guerra ( le 5 giornate di Pietrogrado) . • La rivolta si trasformò in una vera e propria rivoluzione! • In soli 5 giorni cadeva un regime secolare. Lo zar NICOLA II fu costretto ad abdicare e arrestato con la famiglia. GOVERNO PROVVISORIO che cercò di instaurare un regime di tipo liberale. Questo è contrastato dai “ SOVIET” (assemblee di soldati e operai). Ciò rende la situazione assai instabile. Ritorno di Lenin, capo del partito bolscevico , dall’esilio. Kerenskij al governo. Ottobre 1917: seconda rivoluzione. I Bolscevichi attaccano e conquistano Pietrogrado. Repubblica socialista. Primeggiano, nel nuovo governo (formato per la maggior parte da comunisti), oltre a Lenin, Trotzkij e Stalin. Elezioni: Lenin non ha la maggioranza dei voti e di fronte il risultato negativo, scioglie il Parlamento e accentra nelle sue mani tutti i poteri DECIDE SUBITO IL RITIRO DELLA RUSSIA DALLA GUERRA con la “pace di Brest-Litovsk”, 1918. Con essa la Russia è costretta a riconoscere l’ indipendenza dell’ Estonia, della Lettonia, della Lituania, della Polonia e della Finlandia. Pace con la Germania. GUERRA CIVILE : tra “armate bianche” (formate da coloro che erano contrari ai bolscevichi ) e “armate rosse” ( esercito bolscevico). La guerra durò dal 1918 al 1920 e si concluse con la vittoria dei bolscevichi. 1922: nasce l’URSS ( Unione della Repubblica Socialiste Sovietiche con capitale Mosca). 1924: muore Lenin. La successione fu disputata accanitamente da Stalin e Trotzkij. Prevalse Stalin: inizio di una feroce dittatura. 2° Guerra Mondiale -Il 1° settembre 1938 inizia la 2° guerra mondiale con l’attacco della Germania alla Polonia. -Il 3 settembre entrano in guerra la Francia che fu attaccata dalla Danimarca e dalla Norvegia mentre la Finlandia è attaccata dalla Russia. Nonostante tutte le protezioni che la Francia aveva creato,la Germania riesce ad entrare nella nazione occupando solo una parte. Il paese (la Francia) venne divisa in 2 parti: -parte della Francia cioè Parigi era occupata direttamente dai tedeschi. -altra parte della Francia cioè Vichy era occupata indirettamente dai nazisti Tutto questo successe dopo l’armistizio Intanto il generale De Guelle incoraggiava il popolo tramite radio,perché fu costretto a scappare dalla nazione,dicendo:”abbiamo perso una battaglia ma non una guerra” Fallisce il tentativo tedesco Hitler voleva attaccare l’isola della Gran Bretagna con l’aviazione,le città inglesi subirono grandi bombardamenti,ma gli inglesi non cedettero,anche perché avevano dei radar che individuavano gli aerei in arrivo. Cosi hitler riceve la prima sconfitta in Inghilterra L’insuccesso italiano in Grecia è risolto dall’intervento della Germania • Nel 1939 l’Italia si trovava in uno stato di “belligeranza” e dopo essere entrata in guerra e dopo l’attacco e in africa contro i popoli inglesi 1940 attacca la Grecia che riuscì a sconfiggerla solo grazie all’aiuto della Germania che occupò tutta la penisola Balcanica. • Poi anche in africa riuscimmo a vincere questa battaglia grazie ai tedeschi. • Dopo le tante sconfitte Mussolini rinuncia al suo sogno coloniale Hitler ordina a tradimento l’invasione dell’unione sovietica • Il 22 giugno senza neppure dichiarare guerra hitler penetra in Russia. • L’armata però riuscì a bloccare hitler e alla fine del 1941 il conflitto coinvolge tutte le nazioni e diventa MONDIALE Il patto tripartito • Nel 1940 Il Giappone,l’Italia e la Germania formano il patto tripartito. • L’11 dicembre 1941 Roosvelt dichiara guerra al giappone ,con questa dichiarazione anche l’Italia e la Germania entrano in guerra. • Questa dichiarazione era una conseguenza dell’attacco del Giappone a Pearl Hurbor (base navale americana) • Nel 1942 tutta l’Europa era sotto il controllo della Germania dopo di che nascono i movimenti partigiani che avevano la voglia di resistere e di lottarr contro i fascisti che abusavano la povera gente e nemici MODERNE APOCALISSI Tra le più gravi apocalissi che hanno macchiato in modo indelebile l’avventura umana sul pianeta non possiamo dimenticare l’olocausto ebraico e il genocidio atomico di Hiroshima e Nagasàki. Per ciò che riguarda il primo lo sterminio degli ebrei,riteniamo utile riportare una deposizione di Rudolf Hoss, capo delle SS tedesche, sulla “Soluzione finale” fatta a Norimberga, durante lo storico processo. Egli disse: La <<soluzione finale>> del problema ebraico significava il completo sterminio di tutti gli ebrei d’Europa. Mi fu dato l’ordine, nel Giugno del 1941 di creare, ad Aushwitz, installazioni per lo sterminio: Belzec, Treblinka e Wolzek…. Feci una visita a quello di Treblinka per vedere come si produceva allo sterminio LA SOLUZIONE FINALE Il comandante del campo di treblinka mi disse di aver liquidato 80 000 persone nel corso di semestre. Era stato incaricato di liquidare prima tutti gli ebrei provenienti dal ghetto di Varsavia. Egli usava monossido di carbonio. Ma io non ritenni che i suoi metodi fossero molto efficienti, per cui quando ad Auschwitz organizzai i locali per lo sterminio utilizzai i ciclon B, acido prussico in cristalli che veniva fatto cadere nelle camere della morte da una piccola apertura. Per uccidere coloro che vi si trovavano bastavano da tre a quindici minuti, a seconda delle condizioni atmosferiche. Sapevamo che le persone erano morte quando le grida cessavano. In genere, aspettavamo una mezz’ora prima di aprire le porte e portar via i cadaveri. Poi i nostri commandos speciali toglievano loro gli anelli e i denti d’oro. Rispetto a Treblinka un altro progresso fu la costruzione di camere a gas che contenevamo duemila persone alla volta,mentre a Treblinka le dieci camere a gas potevano servire solo per duecento ognuna. IL GENOCIDIO ATOMICO: HIRISHIMA IL GIORNO DOPO Esistono deserti di sabbia , deserti di pietre, deserti di ghiaccio, ma Hiroshima,o per essere esatti il luogo dove un tempo sorgeva Hiroshima, alla fine di Agosto era un deserto di una nuova specie, mai vista prima: u deserto atomico, creato dall’homo sapiens, che sotto la superficie nero-grigia serbava ancora le tracce della sua attività, i miseri resti della sua specie. A poco a poco, i sopravvissuti venuti da fuori a ricercare tra le rovine i parenti e gli amici, si erano via via ritirati dal <<cerchio mortale>> della bomba a due, tre fino a quattro chilometri dal centro dei suoi effetti più violenti.