AMBIENTE e SVILUPPO
1.
Il rapporto ambiente-sviluppo è una
questione relativamente recente
2.
Entrambi i concetti sono ambigui
- sia sul piano teorico-concettuale
- sia sul piano delle politiche
SVILUPPO: una varietà di concezioni
• Sviluppo e Concetti vicini:
Sviluppo/Crescita/Evoluzione/Progresso
• Lo sviluppo secondo il Paradigma della modernizzazione
“lo sviluppo economico (industriale e tecnologico) assicura da solo il
progresso sociale e il benessere dell’uomo”
• Lo sviluppo secondo il Paradigma della dipendenza
“sviluppo e sottosviluppo sono due processi correlati”
Sviluppo “alternativo”
Interpretazione contrapposta a quella
tradizionale la cui idea centrale è:
“la superiorità dei modelli di sviluppo su piccola
scala, decentralizzati, ecologici, a dimensione
d’uomo, stabili”
Sviluppo dall’alto
Top-down
Sviluppo dal basso
Bottom-up
Tecnocentrismo
Approccio tecnocentrico:
• Natura come valore
strumentale
• Sviluppo inteso come
crescita economica
• Mancanza di
consapevolezza
ecologica
Ecocentrismo
Approccio ecocentrico:
• Natura come modello e
guida
• Sviluppo fondato su
modelli alternativi,
decentralizzati, basati
sulle diversità culturali e
tecnologiche
• Riconoscimento
dipendenza dai servizi
forniti dalla natura
Come ci si è collocati rispetto ai
due estremi?
APPROCCI
• Riparazione/Protezione ambientale
(anni 60)
• Gestione delle risorse e del rischio
(fine70/ fine 80)
• Sviluppo sostenibile (fine 80 ….)
Approccio riparazione/protezione
• Nasce come reazione al diffondersi degli
effetti negativi sull’ambiente (inquinamenti)
• Visto come necessità di un compromesso
tra ecologia e crescita economica
• Approccio di tipo regolativo della P.A. con
prescrizioni nei confronti degli
inquinatori(“comando e controllo“)
• NEPA (National Environmental Policy Act)
31.12.1969
Approccio della gestione delle
risorse e del rischio ambientale
(anni 70-fine anni 80)
• 1972 Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente
Umano
• Ricerca e sviluppo di nuove tecnologie per
incrementare la conservazione delle risorse
(soprattutto energetiche)
• Presa di coscienza necessità di fronteggiare
situazioni di rischio a fronte di eventi catastrofici
di orgine industriale (Seveso, 1976..)
• Politiche ambientali che considerano i costi delle
risorse naturali (“chi inquina paga”, “chi usa
paga”)
La Conferenza di Stoccolma
(1972)
I risultati raggiunti:
• Istituzione dell’UNEP (United Nation Environment
Programme)
• Il problema ecologico è un problema globale
• Dichiarazione di Stoccolma e Piano d’Azione
Gli obiettivi individuati:
- libertà, uguaglianza e diritto ad adeguate
condizioni di vita
- protezione, preservazione ed opportuna
razionalizzazione delle risorse naturali a beneficio
delle generazioni future
- ruolo centrale della conservazione della natura
nella definzione di leggi e politiche economiche
Sviluppo sostenibile (fine anni ‘80)
• 1987 Rapporto della Commissione
“Brundtland” (Our Common Future)
• 1992 Vertice mondiale di Rio de Janeiro
sull’Ambiente e lo Sviluppo (Earth Summit)
• 1997 19a Assemblea Generale delle
Nazioni Unite (Rio+5 )
• 2002 Vertice Mondiale di Johannesburg
sullo Sviluppo Sostenibile (Rio+10)
Il Rapporto Brundtland (1987)
• 1983 Istituzione della Commissione Mondiale
sull’Ambiente e lo Sviluppo
• 1987 Il Rapporto e la definizione dello sviluppo
sostenibile, attualmente più condivisa:
“ lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente
senza compromettere la capacità delle
generazioni future di soddisfare i propri“
Rio Earth Summit (1992)
L’approccio innovativo:
Per la prima volta gruppi di giovani, donne,
popolazioni indigene, organizzazioni non
governative, autorità locali, sindacati,
associazioni imprenditoriali, la comunità
tecnica e scientifica, gli agricoltori e i
rappresentanti delle istituzioni nazionali ed
internazionali si sono riunite allo stesso tavolo
a discutere di SOSTENIBILITA’
Rio Earth Summit
I risultati raggiunti:
• Dichiarazione sull’Ambiente e lo Sviluppo
• Agenda 21
• Dichiarazione dei principi sulle foreste
• Convenzione quadro sui cambiamenti
climatici
• Convenzione sulla diversità biologica
La Dichiarazione sull’Ambiente e
lo Sviluppo
• Definisce in 27 punti principi e doveri delle
nazioni riguardo allo sviluppo sostenibile
• Introduce due principi:
- principio di precauzione
- principio “chi inquina paga”
Agenda 21
• Applicazione dei Principi della
Dichiarazione di Rio
• E’ composta di 40 capitoli, raggruppati in 4
sezioni:
1) Dimensioni sociale ed economica
2) Conservazione e gestione delle
risorse
3) Rafforzamento del ruolo degli
“attori” principali
4) Strumenti di attuazione
Principi dello sviluppo sostenibile
• Integrità dell’ecosistema
• Efficienza dell’economia
• Equità sociale
Integrità dell’ecosistema
• Salvaguardia degli ecosistemi e della
biodiversità
• Corretta utilizzazione delle risorse non
rinnovabili
• Conservazione della capacità
dell’ambiente di assorbire rifiuti e
inquinanti (capacità di carico)
Efficienza dell’economia
• E’ tanto più alta quanto più è ridotto l’uso
di risorse non rinnovabili e maggiore è
l’uso di risorse rinnovabili (facendo
attenzione che il tasso d’uso non ecceda il
tasso di rigenerazione naturale).
Equità sociale
• Equità tra le popolazioni in un determinato
momento storico (equità intragenerazionale):uguale diritto di tutti i
popoli di partecipare allo sviluppo
• Equità tra le diverse generazioni (equità
inter-generazionale): il benessere del
presente non deve compromettere quello
delle future generazioni
Sostenibilità debole o forte?
La differenza si basa
sulla possibilità o meno di compensazione
tra
•
gli stock di capitale naturale (stock di
risorse ambientali che svolgono dei servizi
per l’uomo) e
•
quelli di capitale sociale (prodotto
dall’uomo.
Sostenibilità debole
Secondo questa visione
•
una società è sostenibile se non
decresce l’insieme delle ricchezze
materiali costituite dagli stock di capitale
naturale e di quello sociale (considerati in
modo aggregato)
•
si considera che il capitale naturale
possa essere interamente sostituito da
quello sociale
Sostenibilità debole
“la crescita economica tradizionale è
avvenuta in questo modo, con le macchine
che hanno sostituito la forza animale,
l’elettricità che ha rimpiazzato il legname
come combustibile, i fertilizzanti naturali di
sintesi che hanno preso il posto di quelli
organici”
Pearce-Turner,
Economia delle risorse naturali e dell’ambiente, 1989
Sostenibilità forte
Secondo questa visione:
• devono essere mantenuti costanti gli
stock di capitale naturale,
indipendentemente dal capitale sociale,
prodotto dall’uomo,
•
perché molti beni ambientali non
possono essere attualmente sostituiti
(ozono, biodiversità): una volta distrutti
non esistono più
Sostenibilità forte
• Incertezza sulle modalità di funzionamento
degli ecosistemi
( es. ruolo delle foreste nella regolazione
del clima) e sui costi-benefici della loro
sostituzione
• Irreversibilità del processo di sostituzione
del capitale naturale (bio-diversità, foreste
tropicali, ozono)
Sostenibilità forte
Se si accetta questa visione della sostenibilità, si devono
rispettare 3 regole:
 Usare le risorse rinnovabili ad un tasso d’uso non
superiore al tasso di rigenerazione
 Usare risorse non-rinnovabili ad un tasso d’uso che sia
compatibile con la possibilità della loro sostituzione
(tecnologia, uso di risorse rinnovabili…)
 Mantenere il flusso di rifiuti al di sotto della capacità di
assimilazione dell’ambiente
Accordi Internazionali
formalizzati dopo Rio
• 1993 Convenzione sul Cambiamento
Climatico
• 1994 Convenzione sulla Desertificazione
• 1995 Convenzione sulla Conservazione
degli stock ittici
• 1997 Protocollo di Kyoto sul
cambiamento climatico
• 1998 Conferenza di Buenos Aires sul
cambiamento climatico
Protocollo di Kyoto
37 Paesi industrializzati lo hanno
sottoscritto ad esclusione degli U.S.A.
Obiettivo principale:
Riduzione entro il 2012 delle proprie
emissioni dei gas serra del 5% rispetto
al livello del 1990
Johannesburg 2002
•
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•
La posta in gioco
Sovrappopolamento della Terra
Aumento delle disparità fra ricchi e
poveri e fra Nord e Sud del mondo
Superamento della capacità di carico
Depauperamento irreversibile della
base delle risorse ecologiche
Emergenze sanitarie
Soddisfazione dei bisogni delle
generazioni future
Johannesburg 2002
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•
Obiettivi strategici
Equità e partecipazione
Integrazione e coerenza a livello
internazionale
Obiettivi ambientali e di sviluppo
Azione efficace a livello nazionale e
monitoraggio internazionale - strategie
nazionali per lo sviluppo sostenibile
Johannesburg 2002
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•
•
Temi Chiave
Proteggere la base delle risorse naturali
dello sviluppo economico
Integrare l’ambiente e la lotta contro la
povertà
Rendere sostenibile la globalizzazione
Assicurare il buon governo ed una
maggiore partecipazione
Johannesburg 2002
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•
•
Principali problemi incontrati
nell’attuazione dell’agenda di Rio
Mancata trasformazione dei modelli di
consumo e produzione insostenibili
Insufficienza delle risorse finanziarie
Insufficienza delle risposte politiche da
parte delle istituzioni internazionali
Insufficienza delle risposte e delle
capacita’ dei livelli di governo nazionale
Johannesburg 2002
Gli strumenti da rafforzare
• Aiuti pubblici (finanziari) allo sviluppo
sostenibile
• Trasferimento tecnologico
• Creazione di capacità di governo locale
Johannesburg 2002
Raccomandazioni condivise dalle
organizzazioni coinvolte
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•
Utilizzare un approccio multisettoriale
Assumere una prospettiva di ampio respiro
Non rinegoziare i risultati di Rio ‘92
Promuovere un “new global deal ”
Indirizzarsi verso nuove sfide ed obiettivi specifici
Raccomandazione dell’Unione Europea
• Definire obiettivi con targets quantificabili e
monitorabili