Cnosso
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Il palazzo
De Cnoso
Posizione geografica
Conseguenze della
posizione geografica
Mito del Minotauro
Lingua cultura e religione
Popolazione
Funzione prevalente
Economia
Approfondimento storico
Ipertesto:
– Il palazzo di Cnosso
– Posizione geografica e
conseguenze derivanti
– Mito del Minotauro
– La popolazione e la
religione
– Lineare A e lineare B
– Agricoltura e commercio
marittimo
• Il Palazzo di Cnosso era centro politico, religioso ed
economico dell’impero marittimo minoico.
• Era costituito da più piani con una pianta molto complessa ed
intricata.
• Vi erano uffici di amministrazione dell’ economia, frantoi per
la spremitura delle olive, forni per la cottura della
ceramica...
• Il palazzo è un tipico esempio dell’architettura cretese:
esprime leggerezza attraverso l’uso di porte, finestre, logge
e terrazze.
De Cnoso
In insula Creta, opulenta urbs Cnosus,
dominatrix maris nostri, erat: ei enim
magna classis erat.
Apud magnificam domum regis, gentes
Cnosi vitam modicam agebant et bonos
mores colebant.
Palatium Cnosi delineatum est ab
architecto Daedalo et Labirynthum
vocabatur, ob suam compositam formam.
In Labiryntho, Minotaurus, monstrum
hominis corpore et tauri capite in vincula
tenebatur. Is homines edebat; quapropter
urbs Athenae pueros VII, puellasque VII
hostias mittebat.
Magnae divitiae Cnoso erant, maxime in
agricultura et in mercatura; enim incolae
Cretae periti nautae et mercatores erant.
Urbs Cnosus a populis Graecis post
violentum terrae motum deleta est
Posizione geografica
• Cnosso si trova nella parte centrale dell’isola di
Creta. L’isola è caratterizzata da coste
alte e frastagliate, bagnate dal
Mar Egeo. Ci sono poche zone
pianeggianti, attraverso
le quali scorrono pochi
e brevi fiumi.
Conseguenze derivanti
dalla
posizione geografica
Cnosso ora non esiste più. Si suppone che fu
distrutta da una calamità naturale: un
terremoto oppure un’ eruzione vulcanica.
Mito del Minotauro
Il mito del Minotauro ci dà informazioni
sulla storia della civiltà cretese. Il
Minotauro era un orrendo mostro con la
testa di toro e il corpo di uomo, confinato
dal re Minosse in un labirinto. Fu ucciso da
Teseo,eroe ateniese che si ribellò ai
sacrifici umani imposti dalla civiltà cretese
ad Atene per la necessità di sfamare il
Minotauro. L’uccisione del mostro
rappresenta simbolicamente la ribellione di
Atene nei confronti di Creta.
Lingua Cultura e Religione
• La conoscenza della lingua minoica è
scarsa a causa del numero ridotto di
documenti che ci sono pervenuti.
• I documenti scoperti durante il
novecento a Creta presentano diverse
forme di scrittura, le più importanti
sono la lineare A e lineare B.
Popolazione
• Le culture di Creta e Micene, per molti
aspetti sono strettamente legate tra di loro e
rappresentano due antiche civiltà in parte
contemporanee che fiorirono l’una nell’isola di
Creta e l’altra nella Grecia preellenica. Le due
civiltà, oltre ad avere in comune moltissime
caratteristiche culturali, avevano una lingua
molto simile e si pensa che i cretesi e i micenei
abbiano uno stesso ceppo di origine. I caratteri
della popolazione cretese richiamano molto i
caratteri tipici mediterranei con persone
generalmente snelle, capigliatura principalmente
bruna e pelle olivastra.
Funzione prevalente
• Abitata già nel neolitico, Cnosso ebbe la
funzione di essere un florido centro della
civiltà minoica. Intorno al 2000 a.C., infatti,
fu costruito un grande palazzo che era sintomo
dell'egemonia di Cnosso su Creta e su tutto il
mar Egeo.
• Grazie alla fiorente produttività della città,
che era diventata la più importante nell’isola
insieme a Festo, gli abitanti di Cnosso
cominciarono ad avere rapporti economici e
commerciali con le civiltà dell’Asia. Essendo al
centro della civiltà cretese vi erano infine
numerosissimi artigiani, commercianti e orefici
che alloggiavano nella città e presso il palazzo.
Economia
• Le attività principali di Cnosso
furono l’agricoltura e il commercio
marittimo. Il terreno fertile,
anche se montuoso, produceva:
grano, mais, frumento, orzo,
fichi, olivi e viti.
• L’attività commerciale fu molto
fiorente specialmente con le città
dell’Asia minore
Approfondimento storico
• La civiltà cretese,diversamente da
molte altre, vedeva la vita come un
passaggio fugace. Ecco perché
probabilmente non ci è pervenuto nessun
ritratto dei re cretesi, e perché le
tombe dei defunti avevano una
struttura modesta e semplice.
Il palazzo di Cnosso
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Il palazzo di Cnosso era centro politico, religioso ed economico dell’impero marittimo minoico. Esso
ricopriva una superficie di 22.000 mq ed era costituito da più piani con una pianta molto complessa
ed intricata.
Il primo palazzo fu costruito attorno al 2000 a.C. e fu probabilmente distrutto da un forte
terremoto intorno al 1628 a.C., dovuto alla catastrofica eruzione vulcanica di Thera, l’odierna
isola di Santorini.
All’inizio del XVI secolo a.C., in seguito alla distruzione fu edificato un nuovo palazzo sulle rovine
del precedente. Il “secondo palazzo” è stato eretto su lievi pendii e larghi basamenti di pietra.
Presentava un gran numero di stanze che si sviluppavano intorno all’ampio cortile centrale, nel
quale, durante le feste, si esibivano ginnasti che volteggiavano sui tori, animali sacri per i cretesi.
A dare l’idea dell’immensità del palazzo basta ricordare la grandissima quantità di artigiani che
entro le mura attendevano alle loro fatiche.
Là vi erano anche uffici di amministrazione dell’economia, frantoi per la spremitura delle olive e
forni per la cottura della ceramica, laboratori per la fabbricazione delle anfore, stanze per la
scrittura e magazzini.
La struttura e l’organizzazione del palazzo ricorda quella dei palazzi del Vicino Oriente, che non
erano però forniti di acqua corrente nei locali da bagno.
Nel palazzo di Cnosso l’acqua veniva introdotta per mezzo di tubature di terracotta collegate con
grandi cisterne mentre efficienti impianti di illuminazione ad olio forniva la luce dopo il tramonto
del sole.
I dislivelli erano vinti da scalinate di struttura originale non caratteristica di alcun altro popolo
del Vicino Oriente antico.
Il palazzo reale della città è un tipico esempio dell’architettura cretese, che ha saputo infondere
alle sue creazioni un’originalissima idea di leggerezza, attraverso l’uso di porte,
finestre,monumentali logge e terrazze
La stanza più importante del palazzo era la sala del trono, dove il sovrano, che risiedeva con la
sua famiglia negli appartamenti reali del palazzo, riceveva gli ambasciatori stranieri e la gente del
popolo che chiedeva udienza; come tutte le stanze del palazzo anche la stanza del trono era
intonacata e decorata con affreschi variopinti che rappresentavano scene di vita quotidiano o
motivi floreali e animali.
Posizione geografica e
conseguenze derivanti
Creta è un’isola montagnosa con numerosi porti naturali. Le costa sono
perlopiù alte e frastagliate, con profonde insenature, soprattutto nella
parte settentrionale.
Le zone pianeggianti scarseggiano, mentre sono numerosi i fiumi, dal
corso breve e di carattere torrentizio.
L’isola di Creta si trova a Sud rispetto alla Grecia ed è separata da
essa dalla sezione di Mar Egeo denominata Mar di Creta.
La città di Cnosso è situata nella parte centrale dell’ isola di Creta, a
5 km dal porto di Iraklion a 6 km dal mare, sul fiume Katsaba.
Oggi non esiste più, ne rimangono solo le rovine. Si suppone che la fine
di questa città sia dovuta a calamità naturali, infatti Creta si trova in
una zona altamente sismica ed è soggetta anche a fenomeni di eruzione
vulcani. Per questo si pensa che la civiltà cretese, come la città di
Cnosso, sia stata distrutta a causa di queste calamità naturali.
Mito del Minotauro
Minosse, re di Creta, pregò Poseidone di inviargli un toro, segno dell'apprezzamento degli dei
verso di lui in qualità di sovrano. In cambio promise di sacrificarlo in onore del dio.
Poseidone acconsentì e gli mandò un bellissimo e possente toro bianco di valore inestimabile.
Vista la bellezza dell'animale, Minosse decise di tenerlo per le sue mandrie.
Poseidone, per punirlo, fece innamorare perdutamente del toro Pasifae, moglie di Minosse:ella
desiderò ardentemente accoppiarsi con esso, perciò si nascose dentro una giovenca di legno
costruita per lei dall'artista di corte Dedalo.
Dall'unione mostruosa nacque il Minotauro, termine che unisce, appunto, il prefisso "minos" ( re)
con il suffisso "tauro" (che significa toro). Il Minotauro aveva corpo umanoide e bipede, ma aveva
zoccoli, pelliccia bovina, coda e testa di toro. Era selvaggio e feroce, perché dominato dall'istinto
animale.
Minosse fece rinchiudere il Minotauro nel Labirinto costruito da Dedalo e la città di Atene,
sottomessa a Creta, doveva inviare ogni anno (secondo altre fonti: ogni tre o ogni nove anni) sette
fanciulli e sette fanciulle da offrire in pasto al Minotauro.
Tèseo, eroe figlio del re ateniese Egeo, si offrì di far parte del gruppo di questi giovani per
sconfiggere il Minotauro.
Arianna, figlia di Minosse e Pasifae, si innamorò di lui e gli diede un gomitolo (di filo rosso, che gli
avrebbe permesso di non perdersi una volta entrato nel labirinto. Quando Teseo giunse dinanzi al
minotauro, attese che si addormentasse e poi lo pugnalò.
Uscito dal labirinto Tèseo salpò con Arianna alla volta di Atene, montando vele bianche in segno di
vittoria. Ma poi abbandonò la fanciulla dormiente su un'isola deserta,l'isola di Nasso.
Il motivo di tale atto è controverso. Si dice che l’eroe si fosse invaghito di un’altra o che si
sentisse in imbarazzo a ritornare in patria con la figlia del nemico, oppure che venne intimorito da
Dionisos in sogno, che gli intimò di lasciarla là, per poi raggiungerla ancora dormiente e farla sua
sposa. Arianna, rimasta sola, pianse, fino a quando apparve al suo cospetto il dio Dioniso.
Poseidone, adirato contro Tèseo, inviò una tempesta, che squarciò le vele bianche della nave,
costringendo l'eroe ateniese a sostituirle con quelle nere. Infatti a Teseo, prima di partire, fu
raccomandato da suo padre Ègeo di portare due tipi di vele, e di montare al ritorno le vele
bianche in caso di vittoria, e, in caso di sconfitta, di issare quelle nere.
Ègeo, vedendo all'orizzonte le vele nere, si gettò disperato nel mare, il quale poi dal suo nome fu
chiamato mare di Ègeo o, appunto, Mar Egèo.
La popolazione e la religione
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Popolazione:
Sappiamo che a Creta abitava una popolazione che proveniva forse dalla penisola
anatolica.
I Cretesi parlavano una lingua sconosciuta e, come ci mostrano le raffigurazioni
pittoriche, fisicamente erano persone del Mediterraneo di modesta statura, colorito
scuro e capelli neri.
Dettero origine ad una civiltà raffinata e originale, che prende il nome da un suo mitico
re, Minosse.
I cretesi non avevano bisogno di fortificazioni di fortificazione per difendersi dai nemici
sia perché erano largamente protetti dalle loro flotte e dal mare, sia perché erano un
popolo pacifico. Non erano impegnati in guerre di conquista e quindi non temevano
attacchi o invasioni.
Religione:
Nelle città cretesi i riti religiosi erano incentrati sul culto della fertilità e venivano
praticati all’aperto, nei boschi, vicino alle sorgenti, sulla cima delle montagne, nelle
grotte per propiziare agli abitanti i doni della natura.
Un recente ritrovamento archeologico ha fatto pensare che, in casi eccezionali, i cretesi
costruissero anche dei templi di vaste dimensioni.
La religione Cretese su affermò come religione predominante tra il XXII e il XV secolo
quando Creta era il centro più importante. In questo periodo i Cretesi veneravano divinità
femminili, in particolare la dea dei serpenti madre della terra e signora degli animali.
Avevano quindi una concezione religiose naturalistica. Un altro simbolo di forza e potenza
generatrice era il Toro, animale sacro riprodotto continuamente nelle opere d’arte
Cretesi.
Lineare A e Lineare B
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La conoscenza della lingua minoica parlata e scritta è scarsa, a causa del piccolo numero di documenti
trovati. Inoltre non si sa se la lingua scritta in geroglifici cretese sia effettivamente minoica.
I documenti scoperti a Creta nel secolo scorso presentano diverse forme di scrittura, le più importanti
sono: la lineare A e la lineare B.
La prima forma di scrittura, usata nell’isola precedentemente al XX secolo a.C., fu quella pittografica,
incisa su sigilli e gemme.
Dal periodo medio Minoico fu utilizzato un sistema di scrittura fonetico, la lineare A, che utilizzava i
geroglifici precedenti in forma più schematica e semplificata, limitandosi a delimitare i contorni.
La lineare A è un sistema di scrittura indecifrata, utilizzata nell’isola durante il secondo millennio
a.C., approssimativamente tra il 1750 a.C. e il 1450 a.C.: è composta da segni che si svolgono da
sinistra verso destra.
I reperti su qui si trovano iscrizioni in lineare A comprendono, oltre a numerose tavolette di argilla
anche oggetti di pietra e bronzo.
L’insieme più numeroso di documenti recanti questo genere di scrittura è quello di Haghia Traida
(Santa Trinità), dal nome dell’edificio adiacente agli scavi nei pressi di Festo.
Consiste in circa 150 tavolette di argilla recanti elenchi di merci o prodotti agricoli.
Un tipo di scrittura correlata ad essa è la lineare B, una forma antica della lingua greca, decifrata da
un ricercatore linguistico.
I due tipi di scrittura hanno in comune molti simboli, utilizzando le sillabe della lineare B degli scritti
di lineare A, si ottengono parole che non hanno relazione con alcun linguaggio conosciuto.
Nel periodo Miceneo la lineare A venne sostituita dalla lineare B. Nel 1900 circa 4000 tavolette
sono state scoperte negli scavi di Cnosso. Altre testimonianze di questa scrittura furono rinvenute in
Grecia, a Pilo, Micene e Tebe.
La lineare B è scritta da sinistra a destra e conta circa 200 segni. Si tratta di una scrittura arcaica
e abbastanza rudimentale che non evidenzia abbastanza bene i fenomeni fonetici del Miceneo. Per la
maggior parte delle tavolette scritte in lineare B sembrano rappresentare inventari di beni o risorse.
Ci sono poi iscrizioni su oggetti religiosi associati al culto.
L’agricoltura e il commercio
marittimo
Le attività principali di Cnosso, malgrado la conformazione geografica molto montuosa, furono
l’agricoltura, favorita da un terreno fertile e rigoglioso ed il commercio marittimo, sfruttato
al meglio dagli abitanti che producevano: grano, mais, frumento, orzo, fichi, olivi e viti.
I cretesi svilupparono un rivoluzionario sistema di coltura chiamato “policoltura mediterranea”,
che garantiva la continuità del corso dell’anno e la coltivazione di più piante allo stesso tempo,
ciò garantiva una maggior varietà, continuità e quantità nel raccolto. Offriva anche protezione
contro scarsi raccolti di ogni singola coltura e manteneva la fertilità dei campi.
I prodotti agricoli venivano depositati in apposite stanze del palazzo: molta parte veniva
consumata dal popolo e tanta altra era commerciata con i paesi dell’Asia Minore, della
penisola ellenica e del nord Africa.
L’’attività commerciale, grazie anche alla posizione geografica dell’isola, fu molto fiorente
specialmente con le città dell’Asia minore.
Gli abitanti di Cnosso, come del resto gli altri Cretesi, commerciavano frutti della terra
prodotti esclusivamente dalla loro isola, prodotti artigianali come le anfore di ceramica e i
vasi di argilla di cui i cretesi erano particolarmente abili nel creare.
Cnosso divenne una città molto ricca e la sua flotta navale, grazie ai suoi numerosi e frequenti
trasporti di prodotti, divenne numeroso e potente e riuscì ad avere il controllo assoluto su
tutto il mediterraneo.