BES:
bisogni educativi
speciali
Fabrizia Monfrino
[email protected]
Bussoleno, 30 settembre 2013
Brainstorming Liceo “N.Rosa”
Cosa s’intende per BES? (chi sono
secondo voi gli alunni BES?)
La normativa
Art. 34 della Costituzione: La scuola è aperta a
tutti ( inclusione ).
L. 53/2003 Personalizzazione dei piani di studio.
Direttiva Ministeriale del 27/12/2012. “ Strumenti
d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e
organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”.
Circ. Ministeriale n.8 del 6/3/2013 Indicazioni operative.
Nota MIUR n.01551 del 27/6/2013: l’attuale a.s. dovrà
essere utilizzato per sperimentare e monitorare
procedure, metodologie e pratiche anche organizzative.
BES: BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Comprendono:
- Studenti disabili L.104/92 ;
- Studenti DSA ( Disturbi Specifici d’Apprendimento)
L.170/2010
- Studenti ADHD ( Sindrome da deficit di attenzione e
iperattività );
- Studenti con svantaggio socioeconomico, linguistico,
culturale..
L’ASPETTO DI NOVITA’
Lo svantaggio culturale e socioeconomico o personale
“ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare
Bisogni Educativi Speciali:
• per motivi fisici, biologici, fisiologici
• per motivi psicologici,
• per motivi sociali,
rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e
personalizzata risposta.
• Alunni di origine straniera di recente immigrazione e, in specie, coloro
che sono entrati nel nostro sistema scolastico nell’ultimo anno. “
BES: le diverse difficoltà
Difficoltà emozionali: timidezza, collera, ansia, inibizione,
depressione, disturbi della personalità, psicosi.
Difficoltà comportamentali: aggressività, bullismo, disturbi del
comportamento alimentare, disturbi della condotta, oppositività, delinquenza,
uso di droghe.
Ambito relazionale: isolamento, passività, eccessiva dipendenza.
Ambito familiare: famiglie disgregate, in conflitto, trascuranti, con
episodi di abuso, maltrattamento, con esperienze di lutto o carcerazione.
Affidi, adozioni. Difficoltà sociali, economiche, culturali, linguistiche.
Come procedere?
“Le varie tipologie di BES dovranno essere
individuate sulla base di elementi oggettivi ovvero
di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e
didattiche.
Occorre attivare percorsi individualizzati e
personalizzati, oltre che adottare strumenti
compensativi e misure dispensative…per il tempo
strettamente necessario ”
In assenza di certificazione?
Per ciò che concerne i bisogni educativi speciali relativi all’Area dello
svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale la circolare MIUR
n. 8 del 6 marzo 2013 fa riferimento per l’individuazione a elementi
oggettivi come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi
sociali.
Dalla circolare: Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il
Consiglio di classe o il team dei docenti motiveranno
opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di
considerazioni pedagogiche e didattiche; ciò al fine di evitare
contenzioso.
L’obiettivo è garantire il successo formativo e l’inclusione di tutti gli
studenti, tutelando la scuola nelle eventuali situazioni di conflittualità.
BES secondo ICF
La C.M.n.8 del 6/3/2013 precisa che “ Ci si potrà avvalere dell’approccio fondato sul modello ICF dell’OMS
e dei relativi concetti di barriere e facilitatori.”
“Il Bisogno Educativo Speciale (Special Educational Need) è qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento,
permanente o transitoria, in ambito educativo e/o apprenditivo, dovuta all’interazione dei vari fattori
di salute secondo il modello ICF ( International Classification of Functioning, OMS, 2002) e che
necessita di educazione speciale individualizzata”.
Dalla visione globale della salute e dal funzionamento umano introdotto dall’ICF possiamo
identificare alcune origini e intrecci dei BES. Secondo l’0MS, infatti, la situazione di una
persona va letta e compresa profondamente in modo olistico e complesso, da diverse
prospettive e in modo interconnesso.
IL modello ICF ci aiuta a leggere le diverse situazioni di difficoltà degli alunni: alcune di esse
saranno caratterizzate da problemi biologici, corporei e di capacità; altre da problemi
contestuali ambientali, di capacità e di partecipazione; altre da difficoltà di partecipazione
sociale.
* Ianes D. (2005), Bisogni educativi speciali e inclusione, Trento, Erickson.
Ianes D. (2005), Bisogni educativi speciali e inclusione (CD-ROM), Trento, Erickson.
L’alunno che viene conosciuto e compreso,nella complessità dei suoi bisogni, attraverso il modello
ICF, può evidenziare difficoltà specifiche in vari ambiti:
Bisogni Educativi Speciali da
“CONDIZIONI FISICHE ” difficili :
ospedalizzazioni
• malattie acute/croniche (diabete, allergie, ecc.)
• lesioni
• fragilità
• anomalie cromosomiche
Bisogni Educativi Speciali da menomazioni
nelle “ STRUTTURE CORPOREE ” :
• mancanza di arti
• mancanza o anomalie in varie parti
anatomiche
• altre anomalie strutturali
Bisogni Educativi Speciali da deficit nelle
FUNZIONI CORPOREE:
• difficoltà cognitive
(attenzione, memoria, ecc.)
• difficoltà sensoriali: deficit visivi
• difficoltà motorie
Bisogni Educativi Speciali da ostacoli presenti
nei FATTORI CONTESTUALI AMBIENTALI :
famiglia problematica
• pregiudizi ed ostilità culturali
• difficoltà socioeconomiche
• ambienti deprivati/devianti
• scarsità di servizi
• scarsa preparazione/disponibilità degli
insegnanti
• materiali di apprendimento inadeguati.
Bisogni Educativi Speciali da ostacoli presenti
nei FATTORI CONTESTUALI PERSONALI :
problemi emozionali
• problemi comportamentali
• scarsa autostima
• scarsa autoefficacia
• stili attributivi distorti
• scarsa motivazione
• difficoltà nell’identità e nel progetto di Sé
Bisogni Educativi Speciali da difficoltà nelle
“ ATTIVITA’ PERSONALI ”
Cioè scarse capacità di:
• apprendimento
• applicazione delle conoscenze
• pianificazione delle azioni
• autoregolazione
• comunicazione/linguaggi
• interazione/relazione
• autonomia personale/sociale
Bisogni Educativi Speciali da difficoltà od
ostacoli nella PARTECIPAZIONE SOCIALE
• difficoltà nel rivestire i vari ruoli nei
contesti dell’istruzione
(integrazione nelle attività scolastiche)
• difficoltà nel rivestire i vari ruoli nei
contesti della vita extrascolastica e di
comunità
BES: BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI = situazioni varie, di
diverse origini, anche transitorie.
BEN: BISOGNI EDUCATIVI NORMALI =
sviluppo delle competenze, appartenenza sociale, identità autonoma,
valorizzazione e autostima, accettazione.
Ogni bambino ha diritto ad una
“NORMALITÀ PIÙ SPECIALE” :
più sensibile, più attenta e metodologicamente più ricca.
Strategia per l’apprendimento degli
alunni BES
Tenuto conto che i DSA e gli alunni con svantaggio
socioeconomico, linguistico o culturale non hanno
diritto all’insegnante di sostegno in quanto non
rientrano nella L.104/92, tutti i docenti devono
attivarsi per un‘osservazione attenta-intenzionalefinalizzata, all’inizio di ogni anno scolastico. Si
tratta di una premessa al processo di insegnamento
apprendimento per pianificare i successivi
interventi didattico-pedagogici.
Alunni stranieri di recente immigrazione
- Attivazione di percorsi individualizzati e personalizzati.
- E’ necessario adottare strumenti compensativi e misure
dispensative
- E’ necessario monitorare l’efficacia degli interventi
affinchè siano messi in atto per il tempo strettamente
necessario
- In ogni caso, non si potrà accedere alla dispensa dalle prove
scritte di lingua straniera se non in presenza di uno specifico
disturbo clinicamente diagnosticato, secondo quanto previsto
dall’art.6 del DM n. 5669 del 12 luglio 2011( Decreto
attuativo della L. 170/2010 sui DSA) e dalle allegate Linee
guida
DM n. 5669 del 12 luglio 2011 DSA
- Art. 6 Forme di verifica e valutazione
La valutazione periodica e finale deve essere coerente
con gli interventi pedagogico-didattici di cui ai precedenti
articoli.
Le Commissioni (sensibilizzate): riservano ai candidati
DSA tempi più lunghi, assicurano l’utilizzo di idonei
strumenti compensativi e adottano criteri valutativi attenti
più ai contenuti che alla forma. Le prove orali, sostitutive
delle prove scritte, in sede di esami di Stato ( I° e II°) sono
stabilite dalle Commissioni sulla base della
documentazione fornita dai Consigli di classe.
Apprendimento delle lingue straniere
Privilegiare l’espressione orale. Le prove scritte sono progettate,
presentate e valutate secondo modalità compatibili con le difficoltà
connesse ai DSA.
Art.6 comma 5 elenca tutte le condizioni in cui si possono dispensare
gli alunni DSA dalle prestazioni scritte: certificazione di DSA recante
esplicita richiesta di dispensa dalle prove scritte; richiesta di dispensa
presentata dalla famiglia; approvazione da parte del Consiglio di
classe che confermi la dispensa temporanea o permanente; modalità
e contenuti delle prove orali in sede di esami sono stabilite dalle
Commissioni sulla base della documentazione fornita dai Consigli di
classe; i candidati conseguono il titolo valido per l’iscrizione
alla scuola secondaria di II° grado o università.
Art. 6 comma 6 Solo in casi di particolare
gravità del DSA, anche in comorbilità con altri
disturbi o patologie risultanti dal certificato
diagnostico, l’alunno può, su richiesta della
famiglia e conseguente approvazione del
Consiglio di classe, essere esonerato
dall’insegnamento delle lingue straniere e
seguire un percorso didattico differenziato, MA in
sede di esami il candidato con DSA sosterrà
prove differenziate finalizzate solo al rilascio
dell’attestazione di cui all’art.13 del D.P.R n.
323/1998
Brainstorning
Cosa si intende per scuola inclusiva?
Il paradigma inclusivo
La scuola inclusiva favorisce l’apprendimento di tutti gli alunni
Una scuola inclusiva è un atto di responsabilità civile e umana.
Dal “vecchio” concetto di integrazione (consentire e facilitare al “diverso” la
maggior partecipazione possibile alla vita scolastica degli “altri”) a quello di
inclusione (strutturare i contesti educativi in modo tale che siano adeguati alla
partecipazione di tutti, ciascuno con le proprie modalità) .
Dall’ integrazione all’ inclusione vuol dire non semplicemente “ fare posto” a
tutti e alle loro differenze, ma affermare e mettere ciascun alunno al centro
dell’azione educativa.
Applicare il principio di inclusione implica un ripensamento del concetto di
curricolo, che non può essere considerato come un monolite di cose da sapere, ma
va inteso come ricerca flessibile e personalizzata della massima competenza
possibile per ciascun alunno, partendo dalla situazione in cui si trova.
I principi chiave dell’inclusione
• Accettare la diversità
• Immaginare una scuola diversa
• Assicurare la partecipazione attiva
• Sviluppare pratiche di collaborazione
• La diversità è una caratteristica essenziale della condizione umana
• L’inclusione non vuol dire assicurare un posto in classe. Essere
inclusivi richiede uno sforzo continuo che assicuri una partecipazione
attiva dell’alunno nell’ambito pedagogico e sociale.
• L’inclusione è un processo continuo che richiede il supporto di tutti gli
interessati cioè tutta la comunità scolastica
• Una scuola inclusiva è una scuola diversa che impara da se stessa e
promuove il cambiamento e lo sviluppo
Didattica inclusiva
CREARE un clima inclusivo: accettazione e rispetto delle diversità
ADATTARE stile insegnamento, materiali, tempi, tecnologie
MODIFICARE strategie in itinere
SVILUPPARE didattica metacognitiva
TROVARE punti di contatto tra le programmazioni (classe e
individualizzata)
SVILUPPARE approccio cooperativo
VALORIZZARE tutte le forme espressive
FAVORIRE la creazioni di reti relazionali (famiglia, territorio,
specialisti…)
INTRODURRE nuove metodologie Cooperative Learning e Tutoring
CATEGORIE DI RISORSE: per una
DIDATTICA INCLUSIVA
Le categorie di risorse che il C.d.c. o il team docenti può attivare, sono presentate in una
sequenza consigliata, ispirata al principio della “speciale normalità”.
Sensibilizzazione generale
Organizzazione scolastica generale
Spazi e architettura
Alleanze extrascolastiche
Formazione e aggiornamento
Documentazione
Didattica comune
Didattica individuale
Percorsi educativi e relazionali comuni/ individuali
Ausili, tecnologie e materiali speciali
Interventi di assistenza e di aiuto personale
Interventi riabilitativi
Interventi sanitari e terapeutici
Risorse da attivare sulla classe
-
Sensibilizzazione generale favorire una cultura dell’integrazione e della inclusione
(attività di informazione, conoscenza)
-
Organizzazione scolastica generale
formazione classi , flessibilità orario
-
Spazi e architettura
-
Alleanze extrascolastiche
-
Formazione e aggiornamento
-
Documentazione
-
Didattica individuale (rapporto1/1 o alunno tutor)
-
Uso di tecnologie
-
Modelli di apprendimento cooperativo
-
Didattica comune per problemi reali (forte componente di attivazione e scoperta),
individuare punti di contatto tra le competenze del curricolo e quelle dell’alunno,
adattamento degli obiettivi curricolari anche in presenza di scarse competenze, percorsi
educativi e relazionali comuni , laboratori creativi, espressivi, produttivi.
-
Gruppi omogenei rispetto a un problema/compito
-
Gruppi eterogenei rispetto a un problema/compito Es: laboratorio “costruzione del libro”,
laboratorio di fotografia, laboratorio di giornalismo…
-
Raccolta di buone pratiche
articolazione spazi interni, posizione banchi
risorse educative e formative
per copiare o modificare idee e strategie
PDP: Piano Didattico Personalizzato
Secondo la C.M. n.8 del 6/3/2013 “ Il PDP ha lo scopo di definire, monitorare e
documentare – secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e
partecipata - le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli
apprendimenti”
La prospettiva della personalizzazione comporta l’attenzione ai:linguaggi, riti, simboli
della quotidianità scolastica.
La personalizzazione richiede: di attivare interazioni collaborative, di promuovere
pratiche di peer education e di attivare una pluralità di strategie.
La personalizzazione comporta: Fiducia nella possibilità dell’alunno di crescere.
Ascolto delle dinamiche di crescita, degli interessi, delle risposte.
Accompagnamento dei passi, delle ‘fatiche’.
La personalizzazione comporta: l’attenzione alla pluralità delle dimensioni della
persona;la necessità di un’attenzione continua e di una osservazione e descrizione
specifica
La personalizzazione spinge la scuola a superare l’ottica individualistica e l’ottica
autoreferenziale. Le parole chiave diventano perciò tre:
- partecipazione;
- coinvolgimento della famiglia;
- rete con il territorio.
Il PDP
In questa nuova e più ampia ottica, il Piano Didattico Personalizzato
non può più essere inteso come mera esplicitazione di strumenti
compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA.
Esso è lo strumento in cui si potranno includere:
- progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi
attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni
con BES, privi di qualsivoglia certificazione diagnostica,
abbisognano),
- strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a
compensazioni o dispense, a carattere squisitamente
didattico-strumentale.
La compilazione del PDP viene effettuata dopo un periodo di osservazione
dell’allievo, deliberato in Consiglio di classe. Firmato dal Dirigente Scolastico,
dai docenti e dalla famiglia.
Quali informazioni dovrebbe contenere il PDP?
1. Dati relativi all’alunno (dati anagrafici) e alla diagnosi
specialistica
2. Caratteristiche del processo di apprendimento (punti di forza e
di debolezza)
3. Strategie metodologiche e didattiche adottate
4. Strumenti compensativi e dispensativi
5. Criteri e modalità di verifica e valutazione dell’apprendimento
6. Patto con la famiglia (compiti a casa, eventuali riduzioni…)
Format Miur
Piano Didattico Personalizzato
ISTITUZIONE SCOLASTICA:
……………………………………………
ANNO SCOLASTICO:
………………………………………………
ALUNNO:
………………………………………………….
DATI GENERALI
Nome e Cognome
Data di nascita
Classe
Insegnante referente
Diagnosi medico-specialistica
da…
presso…
redatta in data…
Interventi pregressi e/o contemporanei al percorso scolastico effettuati da…
presso…
periodo e frequenza…..
modalità….
Scolarizzazione pregressa
Documentazione relativa alla scolarizzazione e alla didattica nella scuola precedente
Rapporti scuola-famiglia
FUNZIONAMENTO DELLE ABILITÀ DI LETTURA, SCRITTURA E CALCOLO
Lettura
Elementi
desunti dalla
diagnosi
Elementi desunti
dall’osservazion
e in classe
Elementi
desunti dalla
diagnosi
Elementi desunti
dall’osservazion
e in classe
Velocità
Correttezza
Comprensione
Scrittura
Grafia
Tipologia di
errori
Produzione
Elementi desunti
dalla diagnosi
Calcolo
Elementi desunti
dall’osservazione in
classe
Mentale
Per iscritto
Eventuali disturbi nell'area motorio-prassica:
Ulteriori disturbi associati:
Altro
Bilinguismo o italiano L2:
Livello di autonomia:
3. DIDATTICA PERSONALIZZATA
Strategie e metodi di insegnamento:
Macroarea linguisticoespressiva
Macroarea logico-matematicascientifica
Macroarea storico-geograficasociale
Misure dispensative/strumenti compensativi/tempi aggiuntivi:
Macroarea linguisticoespressiva
Macroarea logico-matematicascientifica
Macroarea storico-geograficasociale
4. VALUTAZIONE
L'alunno, nella valutazione delle diverse discipline, si avvarrà di:
Disciplina
Italiano
Matematica
Lingua
Inglese
…..
…..
Misure
dispensative
Strumenti
compensativi
Tempi
aggiuntivi
Lavori di gruppo
1. Individuazione di priorità nella definizione di BES
2. Scheda di osservazione/rilevazione dei BES
3. Analisi di PDP MIUR, discussione in gruppo ed
elaborazione di una proposta operativa di PDP
4. Analisi di PDP MIUR, discussione in gruppo ed
elaborazione di una proposta operativa di PDP