FOTOGRAFIA FILOSOFIA ARTE: EVOLUZIONI, RIVOLUZIONI, CONTAMINAZIONI NEL SISTEMA LINGUISTICO FOTOGRAFICO Gaetano Interlandi FOTOGRAFIA FILOSOFIA ARTE: “Non colui che ignora l’alfabeto, bensì colui che ignora la fotografia, sarà l’analfabeta del futuro”. (Walter Benjamin, “Piccola storia della fotografia”in L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Einaudi,2000, pag.77) “L’invenzione della fotografia è un evento storico Tanto decisivo quanto l’invenzione della scrittura. Con la scrittura ha inizio la storia in senso stretto, precisamente come lotta contro l’idolatria. Con la fotografia ha inizio la”poststoria”, e precisamente come lotta contro la testolatria”. (Vilém Flusser, “Per una filosofia della fotografia”, B. Mondadori, Milano, 2006, pag.16) FOTOGRAFIA FILOSOFIA ARTE: La frase di Benjamin, posta in epigrafe, mi ha fatto riflettere molto. L’alfabeto costituisce le basi di ogni linguaggio, permette alle persone di comunicare, di esprimersi e consente la trasmissione transgenerazionale del sapere nei vari ambiti dell’attività umana. La fotografia apre una nuova era nella storia, quella che chiamiamo l’era della civiltà delle immagini che si è imposta sull’era precedente della civiltà della scrittura. V. Flusser, nel saggio citato in epigrafe, ipotizza che nella storia dell’umanità sono rintracciabili due cesure fondamentali che hanno cambiato radicalmente la cultura: la prima è avvenuta all’incirca nel secondo millennio a.C. e si può riassumere sotto la voce “invenzione della scrittura lineare”; la seconda, cui stiamo assistendo, si può denominare sotto la voce di “invenzione delle immagine tecniche”. FOTOGRAFIA FILOSOFIA ARTE: Flusser ipotizza che la cultura e dunque l’esistenza umana sia in procinto di subire una trasformazione strutturale radicale. Una buona conoscenza dell’alfabeto e della lingua è fondamentale, ad es. nel caso di uno scrittore, per poter creare un racconto o un romanzo ed esprimere per mezzo della scrittura, con un personale stile narrativo, i propri pensieri , sentimenti e la propria visione delle cose del mondo. La conoscenza del linguaggio fotografico, allo stesso modo, è fondamentale per chi vive nella civiltà delle immagini, per comunicare, creare, esprimere, con uno stile personale, pensieri, fantasie, sentimenti,e dunque una propria visione degli accadimenti della vita. FOTOGRAFIA FILOSOFIA ARTE: Il linguaggio fotografico, come gli altri linguaggi espressivi che vivono nella storia, è soggetto a cambiamenti e trasformazioni; il linguaggio fotografico,anzi, per il fatto di essere legato strettamente al mezzo fotografico che è di natura tecnologica, è soggetto a cambiamenti più rapidi e ad esiti imprevedibili per le conseguenze che può innescare a cascata sul tessuto sociale ed economico. (Basti pensare all’impatto sociale del cambiamento dalla pellicola analogica al digitale). FOTOGRAFIA FILOSOFIA ARTE: Il sistema linguistico fotografico comprende: il mezzo espressivo, cioè l’apparecchio fotografico, gli strumenti di sviluppo e di stampa per la fotografia analogica. Il computer e i vari software di elaborazione e di stampa per il digitale. Tutti questi strumenti sono di natura tecnologica; il linguaggio fotografico, che è di natura essenzialmente culturale e che interpreta,valuta ed esprime giudizi sull’opera fotografica (semiotica della fotografia, usi sociali delle immagini,ecc.). FOTOGRAFIA FILOSOFIA ARTE: “ Dal punto di vista espressivo, l’evoluzione del mezzo fotografico è strettamente legata alla trasformazione tecnica che lo ha caratterizzato nel corso degli anni. Linguaggio fotografico e tecnica sono le rotaie di un unico binario e per questo affrontano il loro percorso l’uno accanto all’altra determinando forme espressive nuove capaci di generare un modello di interpretazione della realtà che va ben oltre la semplice registrazione del reale”. (Valentina Cusano, “Fotografia e Arte. Evoluzione del linguaggio fotografico dalla nascita della fotografia alla Digital Art, Clueb, Bologna, 2006, pag. 18) FOTOGRAFIA FILOSOFIA ARTE: Da Niepce ad oggi si è assistito a cambiamenti e trasformazioni che hanno suscitato ogni volta reazioni prima di rigetto delle novità e poi gradualmente di accettazione. L’evoluzione tecnologica è inarrestabile ed è alla base del progresso della società. Ogni nuova evoluzione tecnologica comporta anche un’evoluzione nelle forme estetiche; anzicchè nascondere la testa sotto la sabbia e rimanere ancorati a vecchi modelli con il misconoscere le potenzialità insite nel progresso tecnologico diventa sempre più opportuno assumere un atteggiamento di adeguamento consapevole alle nuove modalità tecniche per nuovi risultati estetici. Il mondo cambia velocemente e anche le nostre capacità percettive si devono adeguare. La fotografia ha innescato quattro grandi rivoluzioni: La prima rivoluzione è stata l’invenzione della fotografia che ha dato l’avvio a una nuova era, quella dell’immagine tecnica, innescando cambiamenti profondi in tutti i settori dell’attività umana. Nella scoperta della fotografia si realizza lo spirito dell’illuminismo, del primato della ragione sulla natura. La seconda rivoluzione ha riguardato la figura dell’artista e il ruolo dell’arte nella società. L’impressionismo, il cubismo, il dadaismo,e gli altri movimenti successivi o contemporanei, danno l’avvio alla ricerca pittorica, non più subordinata alla rappresentazione della realtà, ma orientata alla ricerca di nuove forme espressive, sia dello stesso dispositivo pittorico, sia della soggettività dell’artista. La fotografia ha innescato quattro grandi rivoluzioni: La terza rivoluzione riguarda l’evoluzione tecnologica del mezzo fotografico analogico(fotocamera, processi di sviluppo, stampa, elaborazioni in camera oscura). La quarta rivoluzione riguarda la scoperta del digitale e, per la fotografia, il passaggio dall’analogico al digitale che ha determinato un cambiamento radicale. “Nella storia dell’immagine, il passaggio dall’analogico al digitale instaura una rottura che nel suo principio è equivalente all’arma atomica nella storia degli armamenti o alla manipolazione genetica della biologia. Da via d’accesso all’immateriale, l’immagine informatizzata diventa essa stessa immateriale, informazione quantificata, algoritmo, matrice di numeri modificabile a volontà e all’infinito tramite operazione di calcolo. Allora quel che coglie la vista non è più nient’altro che un modello logico matematico, stabilizzato provvisoriamente”. (R.Debray, “Vita e morte dell’immagine.Una storia dello sguardo in Occidente”, Il Castoro, Milano,1992,pag.231 ) Scheda Fotografia Quanti sforzi sono stati compiuti e quanto sudore è stato versato per anni e anni nel tentativo di dimostrare come, nonostante il principio dell’impronta, la fotografia sia un atto linguistico di ricostruzione del reale: attraverso l’inquadratura, l’obiettivo, la luce, il tempo, la pellicola e chissà cos’altro ancora……. Il digitale ha spazzato via tutti i problemi che in precedenza obbligavano a tortuosi percorsi di aggiramento e ciò che prima doveva essere guadagnato col coltello in un durissimo corpo a corpo con lo statuto indicale della fotografia analogica, ora pare potersi raggiungere senza alcuna fatica grazie allo statuto iconico della fotografia digitale (Claudio Marra, “La falsa rivoluzione del digitale” In “Forse in una fotografia Teorie e poetiche fino al digitale”, pag.68 Clueb editore, Bologna, 2002) Antenati della fotografia 1558 Giovanni Battista Della Porta scrive il “Magiae Naturalis”, un celebre saggio in cui spiega e suggerisce l’utilità per il disegno della Comera Obscura. Della camera Oscura già ne avevano parlato Aristotile (IV sec. A.C.) ed era stata descritta dallo scienziato arabo Alhazen (X XI Sec). Viene descritta anche da Bacone(XIII sec) e Leonardo da Vinci (XVI sec); Gerardo Cardano (1550) descrive la possibilità dell’inserimento di una lente convessa nel foro della camera e Daniele Barbaro (1568) inserisce il Diaframma per graduare la quantità di luce che entra nella camera. Questo excursus dimostra quanto sia antico il sogno dell’uomo di rappresentare e fissare un’immagine. 1° Rivoluzione, nascita ed evoluzione della tecnica fotografica Dal contributo di due filoni di conoscenza e ricerca scientifica, l’ottica meccanica e la chimica, nasce la fotografia. 1827 Niepce riesce a fissare un'immagine (“Veduta dalla finestra a” Le Grass”) in modo permanente su una lastra di peltro utilizzando una resina fotosensibile, il bitume di giudea. "L'invenzione della tecnica fotografica era debitrice tanto della pratica dei points de vue realizzata con la camera oscura, quanto dello sfruttamento di una resina fotosensibile, detta "Bitume di Giudea“, con la quale Niépce aveva ottenuto delle fotoincisioni e che permise finalmente la fissazione permanente su una superficie di un'immagine prima latente." ( F.Mazzurelli "Formato tessera", pag.11, Mondadori,2003) 1837 Louis Mandé Daguerre, portando avanti le sperimentazioni di Nièpce, realizza la prima foto che chiamerà Dagherrotipo: si tratta di una natura morta fotografata nel suo studio e impressionata su una lastra di rame argentato. 1° Rivoluzione, nascita ed evoluzione della tecnica fotografica 7 Gennaio 1839 nascita ufficiale della fotografia all’Accademia delle Scienze di Parigi che attribuisce alle scoperte di Daguerre l’invenzione della fotografia. Il limite del Dagherrotipo è che non poteva essere riprodotto, in quanto il negativo impressionato dalla luce veniva distrutto. 25 Gennaio 1839 Fox Talbot presentava alla Royal Institution il suo nuovo procedimento basato sulla tecnica del negativo- positivo che chiamerà Calotipo e che permetteva la riproduzione di molte copie. Famose le sue foto, “La porta aperta” e la “scala” pubblicate in “The Pencil of Nature”. Fox Talbot, su suggerimento dell’amico inventore J.F.W.Herschel, introduce i termini di fotografia e di negativopositivo,che soppianteranno gli altri termini (eliografia, dagherrotipia, disegno fotogenico) 1851 viene inventato il procedimento al Collodio umido che soppianterà sia il dagherrotipo che il calotipo 1852 A.A.Martin inventa il Ferrotipo, primo procedimento di stampa istantaneo che verrà utilizzato per più di un secolo 1° Rivoluzione, nascita ed evoluzione della tecnica fotografica 1858 Andrè Adolphe Disdèri brevetta la Carte de Visite, un nuovo formato fotografico di piccole dimensioni, a un costo accessibile, che consente di ottenere nella stessa seduta sin a 8 pose. La fotografia si diffonde rapidamente e diventa un’industria. 1871 scoperta dei negativi alla gelatina o dell’emulsione asciutta, che soppianterà definitivamente le tecniche precedenti e segna l’inizio dell’era moderna della fotografia. 1888 Viene messa in commercio la Kodak, prima fotocamera commerciale, apparecchio portatile, facile da usare, leggero ed economico, venduto già carico con 100 fotografie e dopo aver scattato le immagini il rullino con tutto l’apparecchio veniva spedito in fabbrica per lo sviluppo e la stampa. 1941 Viene introdotto il principio del negativo-positivo nella fotografia a colori con la pellicola Kodacolor. 1947 Viene commercializzata la pellicola Ektacolor che permette al fotografo di sviluppare da se stesso i negativi a colori. 1947 Viene presentata la Polaroid fotocamera istantanea. 1° Rivoluzione, nascita ed evoluzione della tecnica fotografica 1972 La Bell System USA annuncia per la prima volta l’uso di un sensore ottico CCD (Charge Coupled Device, dispositivo ad accoppiamento di carica) in una fotocamera. Il CCD è un circuito integrato di silicio del tipo MOS (metallo-ossido-semiconduttore), costituito da un substrato di silicio(SiO2) su cui viene creata una matrice di elettrodi molto ravvicinati. L’espressione “accoppiamento di carica” si riferisce al sistema mediante il quale le cariche generate dal segnale (che possono essere i fotoelettroni creati da un’immagine che colpisce la matrice del CCD) vengono trasferite da un elettrodo al successivo. Il trasferimento si ottiene aumentando il voltaggio nel secondo elettrodo e riducendolo nel primo. Alternando i livelli di tensione negli elettrodi è possibile trasportare le cariche lungo una matrice composta da un enorme numero di elettrodi, praticamente senza alcuna perdita e con rumore minimo. Tre elettrodi formano un pixel le cui dimensioni sono tipicamente di 0,009mm (9 micron, 9millesimi di millimitro). L’evoluzione del mercato digitale e della tecnologia digitale è in continua espansione e si prevedono in un futuro prossimo ulteriori miglioramenti soprattutto in riferimento al miglioramento del sensore CMOS (complementary metal oxide semiconductor) che potrebbe sostituire sul mercato il sensore CCD.( “Dizionario della fotografia”, a cura di Robin Lenman, Einaudi,2008, pag. 235) 1990 Adobe Photoshop viene commercializzato per la prima volta un software per l’elaborazione di immagini digitali in ambiente Macintosh e nel 1993 in ambiente Windows. Ricerca e Sperimentazione con la fotografia analogica “Fotografare significa trasformare” (Heinrich Schwarz, “Arte e Fotografia”, Boringhieri,Torino, 1992,pag.3) 1850 Fotografia artistica o Pittorialismo, è una corrente fotografica che si sviluppò nella seconda metà dell’ottocento. I rapprsentanti più importanti sono: O.G.Rejlander, H.P. Robinson, D.O.Hill, R.Adamson, G.Le Gray, J.M.Cameron La fotografia pittorialista si colloca come fenomeno storico nel tardo ottocento. Il termine descrive quel tipo di fotografia che si ispirava alle arti maggiori, la pittura, in opposizione alla fotografia con fini documentaristici e scientifici. Viene utilizzata la stampa con la gomma bicromata, il procedimento alla gelatina,, la manipolazione di negativi e stampe, l’uso dello sfuocato. J.M. Cameron valorizzò per prima lo sfuocato perché da al fotografo la libertà di rappresentare la sua visione soggettiva del reale e mette in secondo piano la nitidezza dell’immagine, che in questo senso, non è più una necessità primaria. “ Cos’è il fuoco?e chi ha il diritto di dire qual è il fuoco giusto? “ si chiedeva La Cameron in una lettera del 1864, in riferimento alle accuse mosse alle sue foto perché fuori fuoco. Ricerca e Sperimentazione con la fotografia analogica “Fotografare significa trasformare” (Heinrich Schwarz, “Arte e Fotografia”, Boringhieri,Torino, 1992,pag.3) 1869 H.P.Robinson pubblica“Pictorial Effect in Photograpy” dove vennero enunciati i principi del Pittorialismo. 1902 Photo-Secesion, Movimento di fotografi artisti fondato da A.Stieglitz, E.Steichen,C.White,e altri 1904 Straight Photografy o Fotografia diretta. Il critico d’arte Sadakichi Hartmann in una recensione alla mostra di Photo-Secession al Carnegie Institute, scriveva “ io mi oppongo e sempre mi opporrò a fare uso del pennello, a imbrattare con le dita o scarabocchiare, scalfire e sgorbiare sulla lastra, nonché al procedimento con la gomma bicromata e con la glicerina, se tali mezzi sono usati soltanto per creare effetti confusi e indistinti…Voglio che la fotografia pittorica sia riconosciuta come arte bella..ma sono altrettanto convinto che lo si può raggiungere soltanto con la fotografia pura”. Ricerca e Sperimentazione con la fotografia analogica “Fotografare significa trasformare” (Heinrich Schwarz, “Arte e Fotografia”, Boringhieri,Torino, 1992,pag.3) 1905 Gallery 291, galleria fondata da Stieglitz a New Work, sede del movimento di photo-Secesion, che ospitò oltre alle opere dei fotografi anche le opere dei principali artisti moderni: Cezanne, Matisse, Picasso, Brancusi, e altri 1903-1917 Camera Work, pubblicata da A.Stieglitz 1927 Equivalent di A.Stiegiltz 1920 circa Rayografie di Man Ray 1920 circa Shadografia di Cristian Shad 1932 Gruppo F64, costituito in California nel da E.Weston, A.Adams, P.Strand. 1956 Chimigramma di Perre Cordier 1960 Pop Art. Eleva le immagini fotografiche dei Mass Media a opere d’Arte 1971-1972 Verifiche di Ugo Mulas Arte concettuale anni “70: sulla scia di Duchamp sostiene che il ruolo dell’artista non è produrre oggetti bensì concetti visivi, realizzati con i materiali più idonei a prescindere dal loro valore. Ricerca e Sperimentazione con la fotografia analogica “Fotografare significa trasformare” (Heinrich Schwarz, “Arte e Fotografia”, Boringhieri,Torino, 1992,pag.3) L’evoluzione delle tecniche fotografiche si rivelano gradualmente in grado di rappresentare qualunque tipo di immagine. Dopo la prima guerra mondiale Cristian Schad, Moholy-Nagy e Man Ray, insiemi ad altri artisti, realizzano le prime immagini fotografiche astratte sperimentando delle tecniche nuove, alcune denominate con il nome di chi le aveva utilizzato per prima: Shadografie, rayografie, la solarizzazione, le esposizioni multiple, il cliché-verre, il fotomontaggio e il brulage. I movimenti artistici del primo novecento (Surrealismo, costruttivismo e altri) accolsero queste nuove tecniche e riconobbero alle opere un valore artistico, contribuendo alla promozione e alla divulgazione della fotografia astratta,che ebbe un riconoscimento a livello internazionale per la ricerca di nuove realtà e nuovi modi espressivi. Negli anni “50 Otto Steiner, in Germania, fu promotore del gruppo “Fotoform” che perseguiva l’esplorazione e la ricerca dell’immaginario astratto attraverso un tipo di fotografia che definì “Subjektive fotografie”. Steinert influenzò un’intera generazione di fotografi. Gottfried Jager , fotografo e storico dell’arte, conia il termine di “Fotografia generativa” per indicare la nuova corrente artistica in cui rientravano il luminogramma di Kilian Breier e il chimigramma (tecnica ibrida tra pittura e fotografia per creare immagini astratte) di Pierre Cordier. Ricerca e Sperimentazione con la fotografia analogica “Fotografare significa trasformare” (Heinrich Schwarz, “Arte e Fotografia”, Boringhieri,Torino, 1992,pag.3) In Italia è Luigi Veronesi ad iniziare dal 1937 a produrre opere fotografiche astratte utilizzando varie tecniche. Lo seguono Franco Grignani, Nino Migliori, Paolo Monti, Mario Giacomelli, Ugo Mulas, Franco Fontana,Olivo Barbieri, Paolo Gioli,Roberto Masotti, Silvio Wolf. Il rapporto tra Fotografia ed Arte. La tecnica fotografica è stata un’evoluzione della camera ottica (chiamata anche camera oscura) che veniva utilizzata dagli artisti per il disegno e dunque venne subito considerata come un mezzo al servizio del disegno che sostituiva l’immagine manuale con una più precisa, più economica e meccanica, l’immagine fotografica, che aveva una finalità pratica. La caratteristica della fotografia di dare una rappresentazione della realtà più fedele rispetto al disegno e alla pittura venne considerata come fattore meccanico che ostacolava il manifestarsi della soggettività e creatività che invece è carattere fondante di ogni opera d’arte. L’affinità dell’immagine fotografica con la pittura comportò subito una rivalità ambigua tra i due mezzi espressivi. E’ noto il giudizio espresso nel 1859 da Baudelaire sulla fotografia e il dibattito che ha attraversato tutto l’800 e parte del “900 tra sostenitori e detrattori della connotazione artistica della fotografia tanto da definire il loro rapporto con l’espressione infelice “un combattimento per l’immagine”. ( Daniela Palazzoli, Combattimento per un’immagine,Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna, 1973) Ricerca e Sperimentazione con la fotografia analogica “Fotografare significa trasformare” (Heinrich Schwarz, “Arte e Fotografia”, Boringhieri,Torino, 1992,pag.3) Non venne colta allora l’evidenza che la fotografia, sin dalla sua nascita, presentava notevoli differenze iconografiche rispetto alla pittura accademica del tempo ancora legata a una produzione classica e di carattere storico, come si evince osservando le fotografie dei primi decenni di W.H.Fox Talbot, M.B.Brady, R.Fenton, R.Adamson e D.O. Hill, Nadar, J.M.Cameron, L.Carol,H.Le Secq, F. Beato, T.O’Sullivan, E.Muybridge, E.Atget, G.Duchenne de Boulogne. (Angela Madesani, “Soria della fotografia”,B. Mondadori,Milano,2005) Ricerca e sperimentazione con la fotografia digitale (Digital Art, Net Art, New Media Art) Quella che, con un ossimoro, viene chiamata “fotografia digitale” è, in realtà una cosa ben diversa dalla fotografia e con questa non ha più nulla a che fare (Mario Costa “Della fotografia senza soggetto. Per una teoria dell’oggetto estetico tecnologico” Costa e Nolan, 2008,Milano, pag 101) 1. 2. L’irruzione del digitale in fotografia ne ha cambiato la natura. Diversamente dalle evoluzioni precedenti, le differenze tra fotografia chimica ed elettronica non sono più di grado, ma c’è una cesura più profonda. Costa sintetizza in tre punti questa cesura: “ la perdita radicale del referente e la sua dissoluzione nella memoria di macchina: l’illusione analogica è eliminata del tutto, il rimando a una realtà qualunque si fa non essenziale, il Ca-a-ètè di Barthes viene meno per sempre; il referente numerizzato è un referente composto comunque per sintesi e per esso valgono tutte le caratteristiche di irrealtà proprie delle immagini sintetiche; La vocazione formale e superficiale (una forma su una superficie): le caratteristiche metamorfosanti del referente digitalizzato svelano la vocazione all’autocostituzione dell’immagine che si organizza secondo una logica a essa interna e immanente; DIGITAL ART Con la comparsa del digitale la grafica subisce un impulso allo sviluppo di nuovi software che letteralmente rivoluzionano lo statuto della grafica tradizionale. Nuovi artisti sperimentano linguaggi e tecniche multimediali mescolando linguaggi fino ad allora settoriali nelle singole discipline: fotografia, scrittura, grafica, musica animazione . Oggi sta cambiando la grammatica del linguaggio fotografico perchè cambiano gli strumenti e cambia anche il canale di diffusione del messaggio che non è più solo la rivista, il giornale ma è anche il Web, la rete multimediale di internet e dei siti ricchi di risorse e non solo visive. E’ormai inevitabile convergere sul multimediale dove testo, foto e video si fondono in un solo strumento narrativo, per di più concepito da una sola persona e non da tre, come accadeva una volta (giornalista, fotografo, cameraman). La mutazione nel linguaggio sta gradualmente contagiando i giovani che si affacciano al mondo dell’immagine e sta portando a nuove soluzioni,a nuove idee e a nuove creazioni. DIGITAL ART Oggi sta cambiando la grammatica del linguaggio fotografico perchè cambiano gli strumenti e cambia anche il canale di diffusione del messaggio che non è più solo la rivista, il giornale ma è anche il Web, la rete multimediale di internet e dei siti ricchi di risorse e non solo visive. E’ormai inevitabile convergere sul multimediale dove testo, foto e video si fondono in un solo strumento narrativo, per di più concepito da una sola persona e non da tre, come accadeva una volta (giornalista, fotografo, cameraman). La mutazione nel linguaggio sta gradualmente contagiando i giovani che si affacciano al mondo dell’immagine e sta portando a nuove soluzioni,a nuove idee e a nuove creazioni. La figura emergente di professionista o artista nel campo dell’immagine deve sapere dominare tutti gli strumenti multimediali. Le nuove tecniche offrono nuove possibilità espressive e danno vita ad immagini multimediali che integrano fotografie, tecnosculture, videoanimazioni per mezzo di sistemi vettoriali e tridimensionali. Il pensiero/progetto è di tipo concettuale e permette ai singoli artisti di esprimere contenuti filosofici e semiotici. DIGITAL ART Artisti come Matteo Basilè, Cristina Chiappini, Mario Canali, Fabrizio Plessi ed altri ancora hanno creato il concetto di “Sublime Tecnologico”, che è strettamente collegato ai nuovi linguaggi multimediali, superando le tradizionali categorie artistiche. L’Arte Digitale mostra lo stato antropologico dell’uomo post-contemporaneo, smaterializzandolo nelle composizioni virtuali che a un tempo negano la presenza della realtà del soggetto mentre lo immettono in una dimensione creativa di altri mondi e altre realtà. La molteplicità dei canali coinvolti nelle opere multimediali (canale visivo, uditivo, sonoro, testuale, fotografico, cinestesico) immergono in una realtà sincrona e sinestesica, che poi è la realtà quotidiana di ognuno di noi che riceve e produce stimoli per mezzo di tutti i canali sensoriali che permettono di conoscere ed esplorare il mondo esterno a noi. L’Arte Digitale per la sua complessità richiede grande impegno, energia e sensibilità sia verso le forme che verso i contenuti. Alcuni musei importanti a livello mondiale quali il Guggenheim e il Whitney museum, hanno allestito al loro interno sezioni dedicate all’Arte Digitale. Ricerca e Sperimentazione con la fotografia analogica “Fotografare significa trasformare” (Heinrich Schwarz, “Arte e Fotografia”, Boringhieri,Torino, 1992,pag.3) Non venne colta allora l’evidenza che la fotografia, sin dalla sua nascita, presentava notevoli differenze iconografiche rispetto alla pittura accademica del tempo ancora legata a una produzione classica e di carattere storico, come si evince osservando le fotografie dei primi decenni di W.H.Fox Talbot, M.B.Brady, R.Fenton, R.Adamson e D.O. Hill, Nadar, J.M.Cameron, L.Carol,H.Le Secq, F. Beato, T.O’Sullivan, E.Muybridge, E.Atget, G.Duchenne de Boulogne. (Angela Madesani, “Soria della fotografia”,B. Mondadori,Milano,2005) Scheda Arte “ La fotografia sta alla pittura come l’automobile sta al cavallo” (Man Ray,”Tutti gli scritti”, Feltrinelli, Milano, 1981) La Rivoluzione Dadaista "In nessun periodo storico le arti hanno subito così tante e tali trasformazioni come nei primi quarant'anni del xx secolo. Questa radicale trasformazione ha coinvolto tutte le discipline, a ogni livello: dalle tecniche allo stile, dai materiali ai contenuti……................. E' possibile individuare alcuni punti comuni, che caratterizzano l'arte della prima parte del secolo. Innanzitutto vengono abbattute le rigide differenze e le gerarchie tra le singole discipline.......I futuristi,i cubisti e ancor più i dadaisti ne sono i maggiori: essi mischiano le tecniche, si servono del collage, degli inserimenti di fotografie, ritagli di giornali e materiali vari e diversi, naturali o artificiali, umili o nobili, anche in rilievo, tanto da creare delle opere d'arte a metà strada tra la pittura e la scultura. (La Storia dell’Arte, introduzione, Vol.17, Mondadori Electa, Milano,2006, pag.19) Scheda Arte “ La fotografia sta alla pittura come l’automobile sta al cavallo” (Man Ray,”Tutti gli scritti”, Feltrinelli, Milano, 1981) La Rivoluzione Dadaista L’avvio lo da l’impressionismo, Monet e Manet, la pittura viene liberata dall’ossessione per la oggettività, di rappresentazione del reale. Liberandosi dal vincolo dell’oggetto il colore è ora sotto il vincolo della percezione,che è sempre mutevole, e gradualmente si libererà dalla necessità della rappresentazione oggettiva, assumendo il ruolo della soggettività con sempre più pregnanza. Il processo di autonomizzazzione del dispositivo della pittura e di una riflessione e ricerca sul suo senso è avviato e il percorso terminerà con l’astrazione pura e assoluta. Ancora più significativa, soprattutto per i suoi effetti dirompenti ed eversivi, è l'invenzione da parte di Marcel Duchamp, del ready- made: l’artista non esegue personalmente l’opera d’arte, ma usa oggetti già fatti, che non vanno più considerati in base al fine per sono stati inizialmente costruiti, ma hanno una nuova funzione e significati diversi…..L’artista non viene più considerato per la sua abilità manuale…..ma per le sue doti creative, per la sua abilità nell’inventare e trasmettere con le sue opere concetti ed emozioni universali. Scheda Arte “ La fotografia sta alla pittura come l’automobile sta al cavallo” (Man Ray,”Tutti gli scritti”, Feltrinelli, Milano, 1981) La Rivoluzione Dadaista “Riproduzione del reale tale e quale e meccanicità produttiva” non vengono più considerate, dal 1913 in poi (data in cui Duchamp elabora il primo ready-made), criteri discriminanti per il riconoscimento dell’artisticità, anzi nel sistema Duchampiano tali criteri assumono un significato qualificante l’artisticità. Duchamp valorizza il valore estetico rispetto al valore d’uso e cambia il contesto di relazioni per rafforzare il valore estetico. La pittura aveva reagito all’invenzione della fotografia individuando un suo spazio di sopravvivenza e aprendo nuove strade al dispositivo interno della pittura. Ma anche in fotografia avviene un processo simile. Scheda Filosofia-Semiotica I recenti studi di semiotica fotografica hanno evidenziato i limiti dell'analisi fatta da R.Barthes, da C.S. Peirce e da A.J. Greimas. La storica dell’arte americana, Rosalinda Krauss, (nel suo libro “Teoria e storia della fotografia”, B. Mondadori, Milano, 1996, pag.2) muove una critica a Barthes e a Benjamin affermando che i loro testi (La Camera Chiara, Einaudi, 1980, e “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”, Einaudi,1966) non possono essere considerati saggi sulla fotografia quanto piuttosto opere in cui la fotografia è un pretesto per parlare di altro. Allo stesso modo il semiologo G. Marrone afferma che Barthes , in La Camera chiara va alla ricerca di un al di là dell’immagine e che l’immagine fotografica gli è utile per parlare di se e della morte “. L’oggetto principale della ricerca di La Camera chiara è mutato: non è più la fotografia, come apparentemente continua a sembrare, ma qualcosa che solo attraverso la fotografia è possibile discutere: in modo quasi heideggeriano la morte” ( “ Il Sistema Barthes”, Bompiani, 1994, pag.210). Barthes ontologizza la fotografia. Scheda Filosofia-Semiotica In direzione diversa si muovono altri autori, Bourdieu, Floch e Schaeffer, “quella di non lavorare sul mero rappresentato, né sul segno, ma al di sotto e al di sopra di esso: da una parte la lettura plastica (Floch) e dall’altra, il testo fotografico deve essere inteso come costruito dai generi, dalle pratiche e dagli statuti. In questa direzione….vanno Floch(1986) e Schaeffer (1987), i quali tentano di trovare una dei differenti funzionamenti dell’immagine partendo dai diversi statuti e pratiche fruitive della fotografia, piuttosto che dalla molteplicità del rappresentato.” (Maria Giulia Dondero , Geografia della ricerca semiotica sulla fotografia, in “Semiotica della fotografia”,Guaraldi editore, Rimini,2008, pag.2) Floch teorizza una concezione unica della fotografia e un suo specifico riferito alle diverse estetiche testuali e alle diverse pratiche fruitive. Quadrato semiotico di Floch: costruisce quattro concezioni possibili della fotografia a partire dalla categoria semantica dell’opposizione tra Valori d’Uso e Valori di base o Utopici. Scheda Filosofia-Semiotica “Storiografi” Fotografia-testimonianza Mezzo (Valori d’uso) Valori Pratici Valori Critici Fotografia-tecnica “Bricoleur” “Artisti” Fotografia - Opera vs Fine (Valori di base) Valori Utopici Valori Ludici Fotografia-divertimento “Amatori” Scheda Filosofia-Semiotica La diversità delle concezioni della fotografia non è riducibile all’opposizione Valori d’uso-Valori di base. Se si considera la fotografia come un linguaggio che si riferisce alla realtà emerge un’altra grande opposizione a seconda della funzione interpretativa o costruttiva che si assegna al linguaggio. Se si considera tale opposizione una categoria semantica, allora è possibile proiettarla su un quadrato semiotico e si può così arrivare a ipotizzare una seconda ipotesi di topografia delle teorie e delle estetiche fotografiche. Le quattro estetiche fotografiche di Floch riferite alla pertinentizzazione funzionale della fotografia che descrivono differenti costruzioni testuali di lettura nel rapporto tra linguaggio e realtà: Scheda Filosofia-Semiotica Fotografia Referenziale Funzione interpretativa Funzione costruttiva negata Fotografia Sostanziale Fotografia Mitica vs Funzione costruttiva Funzione interpretativa negata Fotografia Obliqua Utilizzando questa griglia semiotica di lettura Floch propone una descrizione di 5 opere fotografiche: Fox-Terrier sul pont des Arts (1953) di R.Doisneau, L’arena di Valencia (1933) di H.Cartier Bresson, Il Ponte di terza classe (1907) di A. Stieglitz La fotografia secondo il filosofo Vilém Flusser Flusser nel suo testo “Per una filosofia della fotografia” sottopone definisce quattro concetti la cui conoscenza è fondamentale per orientarsi nei vari settori conoscitivi dell’uomo, tra cui anche quello della fotografia: Immagine Apparecchio Programma Informazione Avanza l’ipotesi secondo la quale gli uomini della civiltà dell’immagine stanno cominciando a pensare in base a categorie fotografiche e che le strutture fondamentali dell’esistenza si trasformano. Ciò perché l’uomo d’oggi, postindustriale, dall’alienazione delle macchine è passato alla civiltà dell’immagine e il rischio non è più l’alienazione ma il condizionamento e la perdita della libertà conseguente alla idolatria pervasiva che caratterizza l’odierna civiltà. La fotografia secondo il filosofo Vilém Flusser L’automazione e la programmazione degli automatismi col rendere la vita più facile rischiano di togliere all’uomo la libertà e di alienarlo nell’elettronica che sta occupando sempre più gli spazi della vita. Il progresso delle conoscenze scientifiche e della tecnica da significato positivo e di liberazione che può avere rischia di trasformarsi in perdita di libertà. “ Possiamo osservare ovunque che apparecchi di ogni genere stanno per programmare la nostra vita secondo un’ostinata automazione; che gli uomini scaricano il lavoro sulle macchine automatiche e che la maggior parte della società comincia ad occuparsi di giocare con simboli vuoti nel “settore terziario”; che l’interesse esistenziale si sposta dal mondo delle cose all’universo dei simboli e che i valori si trasferiscono dalle cose alle informazioni. Che i nostri pensieri, sentimenti, desideri e azioni si robotizzano; che “vivere” Significa alimentare apparecchi ed esserne alimentati. La fotografia secondo il filosofo Vilém Flusser Insomma che tutto diventa assurdo. Dove si trova la libertà umana? E poi scopriamo che vi sono uomini che forse sanno rispondere a tale domanda: i fotografi, nel senso che il presente studio ha conferito a questo termine. Su piccola scala essi sono già ora uomini del futuro, un futuro dominato dagli apparecchi. I loro gesti sono programmati dall’apparecchio fotografico, essi giocano con i simboli, sono impiegati nel “settore terziario”, s’interessano alle informazioni, creano cose prive di valore. E ciò nonostante ritengono che la loro attività sia tutt’altro che assurda e credono di agire liberamente. Il compito della filosofia della fotografia è interrogare i fotografi sulla libertà,esaminarne la pratica alla ricerca della libertà”. Flusser si riferisce ai fotografi sperimentali perché essi sanno perfettamente che “immagine”,”apparecchio”, “programma” e informazione sono i problemi fondamentali con i quali confrontarsi e riescono a: La fotografia secondo il filosofo Vilém Flusser raggirare l’ostinazione dell’apparecchio; introdurre clandestinamente nel suo programma intenzioni umane che non vi erano previste; costringere l’apparecchio a generare qualcosa di imprevisto, di improbabile, di informativo; disprezzare l’apparecchio e quanto da esso generato e distogliere in generale l’interesse dalla cosa, per concentrarlo sull’informazione; La libertà è la strategia per sottomettere caso e necessità all’intenzione umana. Libertà significa giocare contro l’apparecchio e il suo programma per ottenere immagini non programmate. La fotografia secondo il filosofo Vilém Flusser La filosofia della fotografia per Flusser è necessaria per i seguenti motivi: per portare alla coscienza la pratica fotografica; la pratica fotografica così concepita appare un modello di libertà nel contesto gemerale postindustriale; la pratica fotografica mostra come sia possibile aprire spazi di libertà in apparecchi programmati e programmanti, dove per definizione non c’è libertà ma condizionamento. La filosofia della fotografia permette di riflettere sulla possibilità della libertà e del senso della vita di fronte alla contingenza della morte. LA NEUROESTETICA Conclusioni Ho fatto un viaggio lungo e affascinante attraversando 180 anni di storia della fotografia. Molte cose sono cambiate dal 1839 ad oggi e molte cose ancora cambieranno a una velocità esponenziale con il digitale, un giovane neanche ventenne. Rivoluzioni ed evoluzioni si sono avvicendate. In tutto ciò la tecnologia l’ha fatta da padrone aumentando il potere e il controllo della razionalità umana sulla natura. La percezione estetica si è trasformata con le trasformazioni delle tecnologie. Si sono evoluti , assieme alle tecniche, anche i linguaggi e le analisi semiotiche e filosofiche sulla fotografia. Assistiamo oggi alla convergenza e contaminazione tra discipline e tecniche con lo sviluppo del multimediale e di nuovi software sempre più potenti che danno possibilità espressive maggiori alla creatività dell’uomo. Un atteggiamento mentale di elasticità, curiosità e apertura verso le nuove realtà è più che mai necessario oggi, se si vuole crescere e non rimanere intrappolati nella illusione di ripetizione di retoriche visive stantie. Ugo Mulas, "La Fotografia", 2007, Einaudi,Torino, pag.9 Mi piace concludere con una riflessione di Mulas “Così a un certo punto, ho cominciato delle operazioni sganciate dagli altri, sganciate dalla mia volontà di essere testimoni e di raccogliere l'esperienza altrui, per vedere che cos'è questo sentirsi soli di fronte al fare, che cos'è non cercare più dei puntelli, non cercare più negli altri la verità, ma trovarla soltanto in se stessi, e capire che cos'è questo mestiere, analizzarne le singole operazioni, smontarlo come si fa con una macchina, per conoscerla. Ho dedicato a Niepce questo primo lavoro, perchè la prima cosa con la quale mi sono trovato a fare i conti è stata proprio la pellicola, la superficie sensibile, l'elemento cardine chiave di tutto il mio mestiere, che è poi il nucleo intorno al quale ha preso corpo l'invenzione di Niepce. E' una verifica che è prima di tutto un omaggio, un gesto di gratitudine, un dare a Niepce quello che è di Niepce. Per una volta il mezzo, la superficie sensibile, diventa protagonista; non rappresenta altro che se stesso”. FINE PRESENTAZIONE GRAZIE Gaetano Interlandi