La corteccia cerebrale è uno strato laminare continuo che rappresenta la parte più esterna del telencefalo negli esseri vertebrati. È formata dai neuroni, dalla glia e da fibre nervose senza mielina. La corteccia cerebrale umana è spessa 2-4 mm e gioca un ruolo centrale in meccanismi mentali complicati come la memoria, la concentrazione, il pensiero, il linguaggio e la coscienza.. Nei mammiferi come gli esseri umani, la superficie della corteccia cerebrale presenta una grande quantità di scanalature, chiamate 'solchi'. La parte filogeneticamente più antica della corteccia cerebrale, l'ippocampo, si differenzia in cinque strati, mentre la più recente neocorteccia in sei principalmente. Relative variazioni nella voluminosita' o nel tipo di cellule (tra gli altri parametri) ci permettono di distinguere tra differenti campi 'architettonici' della neocorteccia. • Connessioni della corteccia cerebrale I neuroni che formano la corteccia cerebrale possono avere connessioni cortico-corticali con neuroni di altre aree della corteccia stessa, o connessioni cortico-sottocorticali con strutture più interne dell'encefalo, come il talamo, il cervelletto o i nuclei della base. Molte delle stimolazioni sensoriali raggiungono la corteccia cerebrale indirettamente attraverso differenti gruppi del talamo. Questo è il caso del tatto, della vista e dell'udito ma non dell'olfatto, che arriva direttamente alla corteccia olfattiva. La maggior parte delle connessioni (75%) non arrivano alla corteccia cerebrale grazie a strutture subcorticali, bensì dalla corteccia stessa. Formazione e modificazione della corteccia • La corteccia si forma dal processo di gastrulazione, che trasforma poche cellule embrionali in una copia miniaturizzata dell'organismo in formazione. Quindi si forma la placca neurale, ossia un abbozzo del sistema nervoso, che gradualmente si espande, dando luogo a diverse regioni nelle quali inizia la differenziazione cellulare. Tre vescicole si distinguono e sono il prosencefalo, il mesencefalo e il romboencefalo; dopo circa quattro settimane il prosencefalo crea due regioni diverse: la prima diviene una struttura stratificata che formerà la corteccia cerebrale, mentre la seconda forma un vasto agglomerato di gruppi di cellule nervose separati da sostanza bianca, i gangli della base. Quando viene raggiunta una certa soglia, le cellule cominciano a differenziarsi per giungere alla maturazione, altre migrano per formare quella che poi diverrà la materia grigia della corteccia. Una volta che si formano sei strati di cellule la placca corticale si trasforma in corteccia. I neuroni incominciano a caratterizzarsi formando l'assone e i dendriti. • Lo spessore della corteccia non rimane inalterato, durante la vita della persona, in quanto, in relazione all'età e allo sviluppo, si hanno precise modificazioni, responsabili, tra l'altro, di periodi di particolare "verve" emotiva e di conseguenti variazioni nel tono dell'umore. • In particolare, il neonato ha una corteccia cerebrale con un numero di connessioni tra neuroni pari a quella di un cervello adulto; all'età di 2-3 anni si verifica un progressivo inspessimento della stessa, con una moltiplicazione esponenziale delle connessioni sinaptiche ed un consistente aumento del volume della corteccia .Non a caso è proprio in questo periodo che il cervello umano è paragonabile a una "spugna", pronto ad assorbire quantità considerevoli di nozioni. • Questo numero di connessioni sinaptiche, con il relativo spessore • corticale di circa 6 mm di sostanza grigia, rimane tale più o meno sino all'età di 12-13 anni, età in cui, il tono dell'umore degli adolescenti è molto labile, passano facilmente dall'esaltazione e dal buon umore, a fasi di depressione e forte insicurezza, soprattutto a causa degli sbalzi ormonali e del fatto che determinate zone della corteccia non sono ancora stabilizzate. All'età di 16-17 si verifica un progressivo ridimensionamento della corteccia, con eliminazione di un determinato numero di connessioni sinaptiche: è il periodo in cui il cervello inizia la cosiddetta specializzazione delle aree, ovvero ogni individuo inizierà a capire più precisamente quali sono le proprie attitudini, predisposizioni e preferenze nei vari campi della vita (sociale, di studio, lavorativo ecc...); durante questa fase possono essere eliminate sino al 50% delle connessioni sinaptiche instauratesi durante l'infanzia. • Queste scoperte, riguardo le modificazioni della corteccia, hanno potuto far luce sulle dinamiche dello sviluppo di particolari patologie psichiatriche come la schizofrenia e la psicosi in genere: sembra infatti che, gli individui che sviluppano tali patologie, abbiano subito, durante l'adolescenza, a causa probabilmente di qualche errore nel codice genetico, di una eccessiva eliminazione di connessioni sinaptiche ed una conseguente eccessiva riduzione delle capacità della corteccia cerebrale (ricordiamo infatti che in essa trova sede il "senso della responsabilità", "il senso del giusto sbagliato", vi sono aree del controllo degli impulsi primari ecc...). • Paul Broca fu il primo a sostenere l'esistenza di una asimmetria funzionale tra gli emisferi cerebrali dell'uomo e a ritenere che, nella maggioranza degli individui, l'emisfero sinistro presiedesse alla facoltà del linguaggio articolato. Seguirono altre ricerche, soprattutto l'osservazione di pazienti affetti da lesioni di uno o dell'altro emisfero cerebrale. • Il cervello umano, come quello dei vertebrati, è formato da due metà simmetriche, gli emisferi cerebrali, i quali sono collegati dal punto di vista anatomico attraverso i sistemi commessurali che permettono così il funzionamento unitario. I due emisferi svolgono funzioni diverse e regolano attività differenti. Essi possiedono quindi una specializzazione e un modo di operare propri che si evidenziano quando, per vari motivi, le connessioni interemisferiche sono interrotte. • I primi studi sulle asimmetrie strutturali si sono occupati delle differenze nel peso e volume dei due emisferi. Questi studi però non hanno fornito delle prove consistenti sulle presunte differenze anatomiche. Si devono a Geschwind e Levitsky (1968) le prime ricerche sistematiche in questo settore. Per ciò che riguarda le asimmetrie funzionali i due emisferi cerebrali rappresentano simbolicamente il modello di coppia di opposti che interagiscono e costituiscono un'unica unità funzionale per l'adattamento e lo sviluppo del sistema uomo. Uno degli aspetti più interessanti del nostro cervello riguarda la caratteristica configurazione bicomportamentale della corteccia cerebrale rappresentata dai suoi due emisferi, che sono le strutture nervose più recenti (neocortex); esse sono quasi identiche e poste in maniera speculare l'una rispetto all'altra. Nel XIX secolo le osservazioni del medico antropologo Paul Broca lo portarono ad affermare che noi parliamo con l'emisfero sinistro. L'emisfero destro è stato meno studiato, probabilmente a causa della sua relativa asintomaticità nel caso di lesioni cerebrali e solo da pochi anni è stata studiata a fondo la sua peculiarità per le prestazioni visivo-spaziali. • Da un punto di vista funzionale questo emisfero è specializzato • • • • nell'elaborazione degli stimoli visivi, nella rappresentazione mentale dello spazio e del tempo, nel riconoscimento dei volti non conosciuti, nel riconoscimento delle espressioni facciali, cioè espressione di stati emotivi, nella percezione e nella produzione della musica. E' indubbio che i due emisferi funzionino come un'unica struttura e abbiano una certa specificità anche nel funzionamento a livello superiore. L'abilità di comprendere il linguaggio è una caratteristica della nostra specie e gli studi fin qui eseguiti hanno portato ad una migliore configurazione e definizione di molteplici varianti .L'emisfero sinistro sembra essere maggiormente interessato nella decodificazione e produzione di componenti fonologiche, morfologiche, sintattiche e lessicali, mentre l'emisfero destro è coinvolto nell'interpretazione dei significati impliciti. Le aree specifiche del linguaggio sono situate nell'emisfero dominante (sinistro) e comprendono: l'area corticale anteriore di Broca; l'area corticale posteriore di Wernicke; l'area corticale superiore. Tuttavia, all'elaborazione del linguaggio partecipano anche il giro angolare e sopramarginale (aree 39-40 di Brodman) e le aree associative parietali di sinistra . Anche le strutture sottocorticali sono interessate alla produzione del linguaggio.L'area di Wernicke è specializzata nell'uso del codice fonemico della lingua, mentre l'area di Broca presiede alla combinazione dei fonemi per comporre parole. • La lobotomia è un intervento di psicochirurgia conosciuto anche come • • lobectomia o leucotomia. Consiste nel recidere le connessioni della corteccia prefrontale dell'encefalo. Può essere eseguita con la variante dell'asportazione o distruzione diretta di esse. Il risultato più riscontrato è il cambiamento radicale della personalità. La lobotomia era usata in passato per trattare una vasta gamma di malattie psichiatriche come la schizofrenia, la depressione, la psicosi maniaco-depressiva o disturbi derivati dall'ansia. Oggi la lobotomia viene praticata, in una forma meno distruttiva e più selettiva, in casi di epilessia se il paziente è farmaco-resistente, e prende il nome di: leucotomia temporale anteriore. Storia Nel 1890, il Dr. Sarles praticò lobotomie parziali su sei pazienti in un ospedale psichiatrico in Svizzera. Creò dei fori con un trapano nel cranio ed estrasse parti dei lobi frontali. Un paziente morì durante l'operazione ed un altro venne trovato morto in un fiume dieci giorni dopo essere stato follato. Gli altri manifestarono comportamenti alterati. La prima lobotomia umana controllata venne praticata dal medico e neurologo portoghese Antonio Egas Moniz nel 1936. Il suo metodo prevedeva la trapanazione in vari punti del cranio e la distruzione del tessuto connettivo dei lobi frontali mediante iniezioni di alcol all'interno di essi. Moniz vinse il Premio Nobel per la medicina nel 1949 per questa tecnica. La procedura venne messa a punto da alcuni psichiatri britannici come Eric Cunningham Dax e fu esportata negli Stati Uniti da Walter Freeman e James W. Watts che modificarono il nome da leucotomia in lobotomia. • Freeman, senza l'appoggio di Watts, sviluppò una versione che prevedeva di • • raggiungere il tessuto del lobo frontale attraverso i dotti lacrimali. Nella lobotomia transorbitale, veniva usato un maglio per permettere al punteruolo chirurgico (ovvero una sorta di rompighiaccio lungo 20 cm e spesso 5 mm) di trapassare lo strato osseo appena al di sopra della palpebra. Il punteruolo veniva quindi mosso energicamente al fine di danneggiare il lobo frontale. Questa tecnica poteva essere eseguita ambulatorialmente, invece che in sala operatoria, e richiedeva soltanto pochi minuti. Freeman raccomandava questa procedura anche ai pazienti con lievi sintomi e come risultato, la praticò su migliaia di persone. La lobotomia è stata a lungo criticata da esponenti del settore medico. Con l'avvento negli anni cinquanta della clorpromazina, tale pratica cominciò a sembrare barbarica e cadde rapidamente in disuso. Nel 1977, il Congresso degli Stati Uniti creò la Commissione Nazionale per la Protezione dei Soggetti Umani della Ricerca Biomedica e Comportamentale (National Committee for the Protection of Human Subjects of Biomedical and Behavioral Research) che aveva il compito di indagare sui rapporti tra la psicochirurgia, incluse le tecniche della lobotomia, e la possibilità che fosse utilizzata per controllare le minoranze e restringere i diritti individuali, così come il fatto che potesse avere degli effetti eticamente non corretti. La conclusione fu che in generale la psicochirugia ebbe degli effetti positivi. Comunque, crebbero le proccupazioni sulla lobotomia, dato che in molte nazioni, come la Germania, il Giappone e molti stati americani venne proibita. La lobotomia veniva all'epoca praticata legalmente in Finlandia, Svezia, Spagna, India, Belgio, Olanda, nel Regno unito e in alcuni centri controllati negli Stati Uniti. Venne abbandonata quasi completamente all'inizio degli anni settanta, ma alcuni paesi hanno continuato ad applicarla su scala drasticamente ridotta anche negli anni ottanta. • Casi celebri • Rosemary Kennedy, sorella di John Fitzgerald Kennedy, all'età di 23 • • • • • anni fu sottoposta alla lobotomia quando suo padre si lamentò con i medici degli sbalzi di umore della figlia e dell'interesse che ella aveva per i ragazzi. Il padre, inoltre, nascose l'operazione al resto della famiglia. L'intervento in sé produsse gli effetti desiderati, ma ridusse Rosemary ad uno stadio cerebralmente infantile, divenne incontinente e trascorreva ore a fissare le pareti. Le sue abilità verbali si ridussero a parole senza senso. Sua sorella Eunice Kennedy Shriver fondò nel 1968 la "Special Olympics" in suo onore. A Howard Dully venne praticata una lobotomia all'età di dodici anni perché la sua matrigna dichiarò che aveva paura di lui. Lo stesso Dully ha detto: «Mi sono sempre sentito diverso, mi chiedo se manca qualcosa nella mia anima. Non ho memoria dell'operazione»; Ellen Ionesco smise di avere istinti suicidi; Anna Ruth Channels si sottopose alla lobotomia per curare dei mal di testa, che effettivamente non si ripresentarono dopo l'intervento, ma anche lei regredì ad uno stato infantile; Helen Mortenson come risultato ebbe un'emorragia cerebrale e morì dopo l'operazione; Frances Farmer, attrice di cinema e teatro, venne considerata incapace di intendere e di volere e venne operata dopo anni di trattamenti psichiatrici in clinica. Esistono però dubbi sulla veridicità del fatto. • A) Pezzo esportato • B) Organo (fegato) ancora da operare