Parte I (I Sensori) I sensori induttivi di prossimità •I sensori a correnti parassite, sfruttano il fenomeno dell’induzione di correnti parassite su un opportuno target, per sbilanciare un ponte. •L’intervallo di funzionamento va da 0.25 a 30 mm (sensori di prossimità) Parte I (I Sensori) I sensori induttivi di prossimità •Intervallo di misura: 0.25, 30 mm; •Non linearità migliore di 0.5%; •Frequenza di eccitazione 1MHz; •Risoluzione 0.0001 mm. 2 Parte I (I Sensori) I sensori capacitivi E’ possibile, in teoria, variare una capacità, in funzione di uno spostamento cambiando uno dei parametri che forniscono il valore di una capacità: A C o r x Le soluzioni che si basano sul cambiamento del dielettrico vengono raramente utilizzate per difficoltà costruttive. Si ricorre al cambiamento della distanza per valori molto grandi e molto piccoli del misurando. 3 I dispositivi che si basano sulla variazione dell’area sono adatti per applicazioni intermedie (1÷ 10 cm). Parte I (I Sensori) I sensori capacitivi Nonostante alcuni problemi di tipo elettrico, i sensori capacitivi hanno delle caratteristiche metrologiche che li rendono apprezzabili (basso carico meccanico, semplicità costruttiva, elevata stabilità). La forma più comune di sensore capacitivo è a facce piane parallele. Per esso si ha: A C o r x Oppure, se si usa un capacitore con n piatti: A C o r n 1 x e quindi, rispettivamente: dC A dC A o r 2 ; o r 2 n 1 dx x dx x Valori tipici di C vanno da 1 pF a 500 pF, con una frequenza maggiore di 10 kHz, per ridurre il valore dell’impedenza d’uscita del sensore. Parte I (I Sensori) I sensori capacitivi I sensori capacitivi: •Hanno una vita media molto maggiore rispetto ai potenziometri in quanto non sono soggetti ad usura per strofinio; •Hanno un campo di misura circa doppio rispetto a quello dei sensori induttivi; •Producono verso l’esterno un campo elettromagnetico molto minore. •Esistono delle configurazioni differenziali che eliminano il problema della non linearità. 5 Parte I (I sensori) I sensori capacitivi Infatti si ha: A A C1 ; C2 dz dz Vr 1 C2 V1 Vr 1 1 jC1 C1 C2 jC1 jC2 V2 Vr 1 1 jC1 jC2 1 C1 Vr j C 2 C1 C2 1 / d z V1 Vr Vr 1 / d z 1 / d z 1 / d z V2 Vr Vr 1 / d z 1 / d z dz 2d dz 2d z d z d z V1 V2 Vr Vr 2d d 2d 6 Parte I (I Sensori) I sensori capacitivi •I sensori capacitivi coprivano nel 1999 il 3.1% del mercato US. •Applicazioni tipiche capacitivi sono: dei sensori •Sensori di prossimità (comprese le applicazioni di riconoscimento presenza umana e veicoli); •Misure di altre grandezze (flusso, livello, etc.) •Realizzazione di interruttori. NB: un buon testo sui sensori capacitivi è Capacitive Sensors, Larry K. Baxter, IEEE Press. 7 Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici •I sensori piezoelettrici si basano sulla proprietà di alcuni materiali di accumulare cariche alla superficie per effetto di carichi meccanici e viceversa (a differenza dei sensori capacitivi sono dei dispositivi attivi). •I sensori piezoelettrici godono di: •Elevata rigidità •Elevata frequenza naturale (fino a 500 kHz) •Grande dinamica (migliore di 108) •Stabilità, riproducibilità e linearità •Ampio campo di temperatura •Elevata insensibilità elettromagnetici esterni. ai campi Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici I sensori piezoelettrici non possono misurare fenomeni statici per lunghi intervalli di tempo a causa della resistenza di dispersione e delle correnti di perdita verso i 9 componenti elettronici attivi. Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici •La piezoelettricità è legata a delle asimmetrie della struttura cristallografica dei materiali. •I materiali che presentano l’effetto piezoelettrico sono dei dielettrici e possono essere: cristalli naturali (quarzo e tomalina), ceramiche ferroelettriche (è richiesto un processo di polarizzazione) e 10 film polimerici. Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici I fenomeni piezoelettrici vennero scoperti nel 1880-1881 da Jacques e Pierre Curie. Essi vengono descritti mediante le equazioni piezoelettriche. Si consideri il caso schematico di un parallelepipedo di materiale dielettrico. Se il materiale non è piezoelettrico, applicando una forza esterna si ha: 11 Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici F l T Y YS A l 1 S sT ; s Y Applicando contemporaneamente una differenza di potenziale V tra i due elettrodi, si ha: D E 0 E P D vettore spostamento elettrico P vettore di polarizzaz ione 12 Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici Se il materiale è piezoelettrico occorre introdurre anche gli effetti mutui: D dT T E S s ET dE T costante dielettric a a stress costante s T cedevolezz a a campo elettrico costante d (C/N) è detta costante piezoelett rica 13 Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici E D T dT T D T gT S d S T E E E E eE s s s g d T coeff. piezoelett rico di tensione d e E coeff. piezoelett rico di deformazio ne s Viene introdotto anche un coefficiente di accoppiamento elettromeccanico: k g e d 2 s T E 14 Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici ESEMPIO 1: Per il titanato di piombo si ha: d=-44pC/N; T=600o; g=-8(mV/m)/(N/m2); Si vuole calcolare la tensione sviluppata (a circuito aperto) da un carico di 1000 N su un papallelepipedo di 1 cm di lato. 15 Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici SOLUZIONE: Essendo in condizioni di circuito aperto si ha: D0 E dT T 44 10 1000 /(. 01) 12 2 600 8.85 1012 82.9 kV/m V E h 82.8 1000 / 100 828 V 16 Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici ESEMPIO 2: iSi vuole calcolare la deformazione prodotta sullo stesso dispositivo quando si applica una differenza di potenziale pari a V=1kV, in assenza di carico meccanico. SOLUZIONE T 0 44 10 1000 S dE 4.4 10 12 6 0.01 4.4με 6 8 h 4.4 10 0.01 4.4 10 44nm 17 Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici In realtà nel caso di un dispositivo reale le azioni meccaniche possono avvenire secondo sei diversi assi (tre per tensionecompressione e tre per sollecitazioni di torsione). E’ necessario quindi ricorrere a una rappresentazione matriciale. 18 Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici Nel caso di assenza di fenomeno piezoelettrico le relazioni diventano: Si sij T j Di ij E j i 1, 2, 3 j 1,..,6 i, j 1, 2, 3 E in presenza di effetto piezoelettrico si ha: Si sij T j sik Ek Di im Em d in Tn j , n 1, ...,6 i, k , m 1, 2, 3 d ij d ji im 0 per i m 19 Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici Per un tipico dispositivo riportati i seguenti parametri vengono Tale materiale genera ad esempio in reazione a uno stress torsionale di 1N/m2 applicato attorno all’asse 2 (direzione 5), una densità di carica pari a 515 pC/m2 su due elettrodi collegati al materiale in corrispondenza della 20 direzione 1. Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici Per i materiali più comuni valgono i valori riportati in tabella per le caratteristiche piezoelettriche. 21 Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici •Anche i sensori piezoelettrici vengono utilizzati per realizzare sensori di sistemi di deformazioni in tre direzioni (rosette piezoelettriche). NB: Informazioni sui sensori piezoelettrici si possono trovare in G. Gautschi, Piezoelectric Sensorics, Springer Edt. Parte I (I Sensori) I sensori piezoelettrici •La connessione con un dispositivo di misura dei sensori piezoelettrici crea problemi, a causa della loro elevata impedenza d’uscita. 23 Parte I (I Sensori) I sensori optoelettrici Esistono vari sensori optoelettrici, tutti hanno in comune la proprietà di influire in modo trascurabile sul misurando. Esempi di tali dispositivi sono: •il sensore Fotonic. • I vettori e/o le matrici di fotodiodi. Parte I (I Sensori) I sensori optoelettrici Il sensore Fotonic Utilizza fibre ottiche per inviare un fascio luminoso al target. Il segnale riflesso viene catturato da fibre ottiche riceventi. 25 Parte I (I Sensori) I sensori optoelettrici Si ottiene in tal modo un sensore di prossimità ad elevata sensibilità. 26 Parte I (I Sensori) I sensori a ultasuoni I sensori ad ultasuoni usano la misura del tempo di volo (TOF) di un’onda di pressione ad ultrasuoni per la misura della distanza. Reflected beam z S O Transmitted beam A S h A Receiver Target y 2h TOF vs 27 Parte I (I Sensori) I sensori a ultasuoni Il ricevitore e il trasmettitore vengono realizzati con: ceramiche piezoelettriche polimeri Operanti a una temperatura inferiore alla temperatura di Curie. Lo stesso dispositivo può funzionare da trasmettitore e ricevitore del segnale di eco. Si utilizzano generalmente dispositivi risonanti a frequenza tipica di 40kHz. 28 Parte I (I Sensori) I sensori a ultasuoni Tali sensori sono carattetizzati da un basso costo (qualche euro). Principali cause d’incertezza sono la risoluzione (limitata a qualche dalla lunghezza d’onda del segnale ad ultrasuoni). la dipendenza della velocità del suono in aria dalla temperatura. 29 Parte I (I Sensori) Gli encoder Gli encoder hanno il vantaggio di fornire un’uscita direttamente sotto forma digitale. Esisono encoder per •Misure angolari •Misure di spostamento rettilineo Parte I (I Sensori) Gli encoder Tutti gli encoder sono caratterizzati da strutture geometriche regolari che permettono di determinare la posizione dell’organo cui è vincolato il sensore. Esistono sistemi: • Ottici •Elettromagnetici 31 Parte I (I Sensori) Gli encoder Gli encoder hanno il vantaggio di fornire un’uscita direttamente sotto forma digitale. Esisono tre tipi di encoder: •Encoder tachimetrico •Encoder incrementale •Encoder assoluto. 32