morte misteriosa al museo delle scienze

LA GAZZETTA DEI
MORTE MISTERIOSA AL MUSEO DELLE SCIENZE
UN BOTANICO CURIOSO,
MA ALLE PRIME ARMI
Così viene descritto da colleghi ed amici
Mario Palmieri, trovato morto l'altro ieri al
Museo delle Scienze.
Gli inquirenti hanno scoperto che Palmieri aveva
recentemente visitato l'Orto botanico “Carmela
Cortini” dell’Università di Camerino, dove si era
dedicato alla raccolta di piante presenti nella
secolare struttura.
Per approfondire
la notizia, clicca
sulla foto.
L'ARBUSTO DELLA
SETTIMANA
Continua la nostra carrellata fra le piante da
giardino più intriganti e decorative
Venite a scoprire questa nuova, importante essenza
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UN PO' DI STORIA
La sfortunata esperienza delle armate
napoleoniche in Spagna
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UN BOTANICO CURIOSO, MA
INESPERTO
Gli inquirenti hanno redatto un elenco delle specie vegetali raccolte da Palmieri all'Orto
botanico pochi giorni prima di morire. Alcune di queste specie vengono comunemente coltivate
nei nostri parchi e giardini, ma, non conoscendole nei particolari, Palmieri potrebbe aver
raccolto ed utilizzato una pianta molto velenosa.
Ma andiamo con ordine. Si tratta di 5 specie differenti, alcune più note, altre meno:
alloro (Laurus nobilis), pittosporo (Pittosporum tobira), oleandro (Nerium oleander), fico (Ficus
carica) e palma nana (Chamaerops humilis).
Cerchiamo di capire meglio come sono fatti.
L'alloro ha foglie con margini un po' ondulati e fortemente aromatiche, tanto da essere
utilizzate in cucina.
Il pittosporo ha invece foglie con apice arrotondato, riunite in gruppi in cima ai rametti
giovani. I suoi fiori sono molto graditi dalle api!
L'oleandro presenta foglie con lamina lanceolata, acuta all'apice, larga un paio di centimetri e
lunga fino a 15.
Il fico ha foglie divise in lobi, che troviamo spesso a coprie le nudità di antiche statue. Di
questa pianta conosciamo la prelibatezza dei frutti ed il lattice, che può essere caustico, cioè
causare bruciori sulla pelle.
La palma nana, infine, sempre più rara in natura, presenta foglie disposte in corone all’apice
dei fusti, divise in strisce.
Può qualcuna di queste piante aver avuto un ruolo nella morte di Palmieri?
L'ARBUSTO DELLA
SETTIMANA
Parliamo oggi nella nostra rubrica di uno degli arbusti più
utilizzati nell'allestimento di giardini ornamentali.
È abbastanza facile da riconoscere, grazie alle foglie
lanceolate. Per la bellezza dei suoi fiori e per la varietà di
colori viene coltivata per abbellire giardini e alberare le
strade: date un'occhiata anche alla vicina Autostrada
“Adriatica”, li troverete nell'aiuola spartitraffico ed anche ai
lati della carreggiata!
Eppure, fin dall'antichità, la pianta in questione era
considerata una pianta funeraria, probabilmente perchè era
già nota la sua tossicità: Plinio affermava che era in grado di
uccidere i serpenti e che, se accostato ad un animale selvatico,
ne provocava l'intorpidimento. Apuleio narra, nelle sue
"Metamorfosi", che Lucio, trasformato in asino, mentre
cercava le rose che dovevano restituirgli le sembianze umane,
fu ingannato dai fiori di oleandro: fortunatamente, prima di
addentarlo, si accorse della sua pericolosità. Nelle campagne
di alcune regioni italiane la pianta viene chiamata "ammazza
cavallo" o "ammazza l'asino".
Durante una delle vittoriose campagne militari in un paese del Mediterraneo all’inizio
dell'800, i soldati di Napoleone incorsero in un mortale infortunio. Alcuni di loro,
provenienti dalle più lontane lande dell'Europa settentrionale, pagarono a caro
prezzo l'inesperienza e la mancata conoscenza delle piante mediterranee.
Sembra che, come riportato da diversi documenti, avendo a disposizione carne
fresca da cuocere alla brace, i soldati utilizzarono come spiedini su cui infilare i
gustosi bocconcini alcuni rametti di una pianta ben nota dalle nostre parti e molto
utilizzata in parchi e giardini.
In tanti morirono, ma la
vicenda, purtroppo, non
sembra aver insegnato molto...