Medicalizzazione della vita e della società

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presso il Museo Pietro Cavoti, Palazzo della
Cultura, Piazza Alighieri, 51 – Galatina (LE)
Venerdì, 20 gennaio ore 18:00
Medicalizzazione della vita e della società:
un approccio critico al mondo del farmaco
RELATORE: Michele Stursi
DI COSA PARLEREMO
Il concetto di medicalizzazione non appartiene alla
medicina, nascendo piuttosto dall’esigenza della
sociologia di spiegare un fenomeno, sempre crescente,
d’invadenza della medicina in campi di pertinenza non
medica e che, secondo questi studiosi, ha portato
alcune condizioni umane, una volta considerate
normali, ad essere viste come patologiche (le cosiddette
non-malattie). Si chiedono infatti Maturo e Conrad nel
saggio Medicalizzazione della vita (vedi letture
consigliate): un bambino molto vivace e rumoroso è un
bambino malato? Sentirsi un po' in imbarazzo quando si conoscono persone nuove è sintomo di
depressione? Alternare giorni gioiosi ad altri nei quali si è più riflessivi significa essere bipolari? Il
seno piccolo deve essere "curato"? A settanta anni si dovrebbe avere la sessualità di un ventenne?
Per concentrarci meglio dovremmo comprarci delle amfetamine?
Senza ombra di dubbio esiste un eccessivo ricorso alle pratiche mediche (“La gente rinuncia alla
vita pur di ottenere quante più cure possibili”, Nemesi medica, di Ivan Illich) e con estrema facilità e
leggerezza si tende ad assumere medicinali, ovvero sostanze in grado di esercitare degli effetti sugli
organismi viventi (sempre Illich afferma che “La scelta del farmaco è una funzione della cultura,
l’abuso una funzione dell’uomo"). Ma è giusto incriminare per questo esclusivamente l’industria
farmaceutica, vista come l’impero del male, pronta ad ogni nefandezza pur di fare profitto sulla
gente? L’immagine che ci viene fornita è unica oppure è solo il frutto, come spesso avviene, di una
campagna mediatica contro il colosso del farmaceutico? Quale responsabilità hanno invece nello
sviluppo del processo di medicalizzazione della vita i medici, le istituzioni, i media e soprattutto i
pazienti?
Cercheremo, quindi, di descrivere in maniera oggettiva (ovvero con il supporto di dati, studi e
documenti) il concetto di medicalizzazione; cercheremo di capire il ruolo dell’industria
farmaceutica nel mercato del farmaco e, per quanto difficile, proporremo alcune soluzioni da poter
adottare per correggere quella discrasia nella percezione tra un farmaco e l’industria che lo produce.
Fermo restando che gente disposta a truffare per portare avanti i propri interessi ed arricchirsi a
spese degli altri esiste in ogni campo e non solo nel farmaceutico.
PER APPROFONDIRE
Letture consigliate:
 Antonio Maturo, Peter Conrad, La medicalizzazione della vita, Franco Angeli Edizioni,
pp.320 (2011)
 Ivan Illich, Nemesi medica. L’espropriazione della salute, Mondadori, pp.331 (2004)
 Paolo Vineis, Nerina Dirindin, In buona salute. Dieci argomenti per difendere la sanità
pubblica, Einaudi, pp.125 (2004)
 Fabrizio Gianfrate, Marketing farmaceutico. Peculiarità strategiche e operative, Tecniche
Nuove, pp.135 (2008)
 Decreto Legislativo 24 aprile 2006 n.219. Attuazione della direttiva 2001/83/CE (e
successive direttive di modifica) relativa ad un codice comunitario concernente i medicinali
per uso umano, nonché della direttiva 2003/94/CE
 Ivan Cavicchi, Sanità e medicina: tra valori e regole, in Francesco Coluccia (a cura), Il
mondo della salute tra cambiamenti e sfide educative, Arti Grafiche Favia, pp.127 (2010)
Film:
 Knock, ovvero il trionfo della medicina. Commedia in b/n di Guy Lefranc, con Louis
Jouvet, Pierre Renoir, Jean Brochard. Francia, 1950. Durata: 98’
Di seguito la traduzione e riduzione radiofonica in 30’ di Randone Belisario della commedia Knock
o il trionfo della medicina di Jules Romains, con Alberto Lupo. Regia di Carlo Di Stefano.
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