Assistenza infermieristica a pazienti affetti da alcoolismo Carmine Cataldo Fase di accoglienza in reparto ospedaliero In soggetti alcolisti in trattamento ospedaliero non è di alcuna utilità l’assunzione di atteggiamenti moralistici, paternalistici o colpevolizzanti. Se da un lato bisogna evitare le relazioni pseudoamicali, dall’altro bisogna che l’infermiere deve mostrare rispetto per la persona, mostrando considerazione e comprensione . In sintesi l’infermiere deve saper accogliere il soggetto, creando subito un ambiente quanto più possibile rassicurante Fase terapeutica La gestione della fase acuta, sapendo che è una fase transitoria dell’alcolismo, comporta la somministrazione di farmaci prescritti dal medico, prelievi ematici e cura di eventuali lesioni cutanee provocatesi dal paziente in fase di alcolismo acuto. Bisogna quindi essere pronti a medicazioni o in casi gravi preparare la persona ad eventuali interventi chirurgici. Spesso gli interventi devono essere tempestivi, tenendo conto della possibilità che insorgano possibili conseguenze psichiatriche, specie nei momenti di crisi da astinenza alcolica, a cui bisogna rispondere con prontezza d’intervento. Infatti la valutazione oggettiva della persona in trattamento dimostra spesso l’insorgere di sintomatologie tipo iperattività, aumento della frequenza cardiaca, tremori alle mani, nausea, vomito, agitazione psicomotoria, ansia, crisi di grande male e delirium tremens. Assistenza e sostegno nell’insufficienza respiratoria Le implicazioni della funzione respiratoria possono verificarsi a carico dell’alcolista per l’insorgenza di conati di vomito con emissione di cibi e liquidi ingeriti precedentemente. L’infermiere presta costante attenzione all’evolversi di tali fenomeni, onde prevenire l’ostruzione delle vie aeree e quindi il possibile soffocamento del paziente. E’ necessario controllarne la respirazione ed i parametri vitali, in special modo nei soggetti colpiti da coma etilico o comunque in fasi di marcata incoscienza. Assistenza all’alimentazione Le persone dedite al potus in genere presentano carenze fisiche dovute ad alimentazione scorretta o addirittura a scarsa alimentazione, quindi è opportuno seguire, dopo la fase acuta, il tipo di alimentazione da somministrare al paziente e la quantità di cibo ingerita per poterlo avviare verso un’alimentazione corretta, sforzandolo nei periodi di inappetenza. Sostegno psicologico La persona alcolista a volte entra in contatto con l’ambiente ospedaliero solo quando è presente una condizione di abuso cronico dell’alcool, così come la famiglia stessa che viene coinvolta in una soluzione terapeutica del caso. E’ opportuno allora cercare di prestare attenzione alle fasi di comportamento dell’alcolista, rassicurandolo nelle fasi di depressione o di smarrimento, fornendogli sostegno psicologico e rassicurazioni per il futuro. Igiene e cura del paziente alcolista L’alcolista in generale si presenta trasandato, poco attento al modo di vestire e di presentarsi, per cui già il suo comportamento implica scarsa cura della persona e conseguentemente scarsa igiene del corpo. E’ opportuno quindi valutare l’intervento sull’igiene della persona nelle varie possibili fasi. La fase acuta dell’alcolismo a volte presenta sintomatologie tipo incontinenza urinaria o vomito alimentare, per cui è necessario dedicare al paziente sorveglianza sull’igiene e sul ricambio di biancheria in collaborazione con la sua famiglia. Rapporti con i familiari La famiglia dell’alcolista è parte integrante dell’aiuto assistenziale da fornire al soggetto in fase critica e nelle fasi successive. La famiglia serve a ricreare un ambiente rassicurante intorno all’etilista, mitigando depressioni e colpevolizzazioni che potrebbero rallentare il miglioramento dello stato clinico del soggetto E’ sicuramente vantaggioso per un progetto assistenziale creare rapporto fra operatore sanitario e familiari. La conoscenza delle abitudini dell’alcolista può facilitare le condizioni di assistenza, creando le condizioni per ridargli, oltre che la salute, la fiducia nell’avvenire.