AGIRE CON NUOVE PROSPETTIVE
La legittimità
dell’uso della forza
tra bisogno di sicurezza
e bisogno di fiducia
PREMESSA
Tema tra dimensione soggettiva e
piano generale
Ambivalenza dei termini: necessità di
chiarezza del loro senso
Uso legittimo della forza: questione da
declinare rispetto all’esercizio della
giurisdizione e nelle pratiche di
legalità
QUALCHE DEFINIZIONE POSSIBILE
 Sicurezza
sociale: condizione del singolo di
protezione e prevenzione dalle minacce
all’ordine sociale in cui vive.
 Diritto: complesso di norme che fungono da
strumento per regolare i rapporti tra
persone e comporre i conflitti al fine di
garantire quell’ordine sociale.
 Giustizia:
funzione dello Stato di
applicazione delle norme per tutelare i
diritti.
.
QUALE ORDINE SOCIALE
 tre
?
significati uno stesso riferimento:
l’ordine sociale, qui da intendere come
complesso di principi e valori condivisi su
cui si fonda la convivenza.
 Se il bisogno di sicurezza è fondato sulla
paura, l’attenzione è su ciò che si ritiene una
minaccia.
 Per dare un contenuto e un perimetro al
complesso di valori che chiamo ordine
sociale ci vuole fiducia che i valori condivisi
siano riconoscibili e tutelabili.
LEGALITÀ E SICUREZZA:
QUALE DEL DIRITTO ?
 Invocare
la legalità come risposta ai bisogni
di sicurezza non basta.
 Il
diritto è strumento che presuppone
principi da tutelare (dimensione operativa),
anche con la forza (dimensione coercitiva).
 Non
esistono regole valide in ogni tempo e
per
tutti
(positivismo
giuridico)
e
l’omogeneità dei valori è una chimera, vista
la pluralità di ordinamenti (dimensione
relativa).
VALORI COSTITUZIONALI
E ORDINE SOCIALE
 La
nostra società ha codificato alcuni
principi
espressione
di
un
patto
fondamentale su cui si ordinarsi;
I
principi costituzionali esito di un
confronto tra tradizioni culturali e ideologie
diverse;
 Costituzione come complesso di valori
fondanti la convivenza, ma anche cornice
di norme per progetti di società diversi,
che possono competere tra loro.
LEGITTIMITÀ DELL’USO DELLA
FORZA
 La
legittimità dell’uso della forza nella
giurisdizione si misura nella capacità della
giustizia di tutelare i valori di convivenza.
 L’ordine
sociale si misura con la capacità di
essere riconosciuto e accettato dai cittadini,
fonte di legittimazione e ultimi destinatari, e
con la sua coerenza con i valori
costituzionali.
POLITICITA’ DEL PROBLEMA
 Necessità
di capire quali sono i beni da
tutelare e quali sono i vuoti di tutela, in
una prospettiva dinamica ed evolutiva della
società,
 cifra politica della questione, rispetto alla
quale l’intervento giudiziario appare
selettivo e tardivo.
 Se i problemi diventano emergenze e si
procede senza un progetto coerente la
risposta diventa inadeguata.
CARCERAZIONE PREVENTIVA…
 Il
discorso pubblico oscilla da sempre tra
pulsioni securitarie e censure in nome del
garantismo;
 Principi
costituzionali in tema di libertà e
carcerazione preventiva: artt. 2, 13, 27 Cost.
 Necessità
che la carcerazione preventiva
non sia anticipazione della pena ed abbia
carattere eccezionale.
CARCERAZIONE PREVENTIVA…
 Realtà
distante dai principi: approccio
connotato da emergenzialità e poca
coerenza: tra “pacchetti sicurezza” e
“tintinnar di manette”.
 In mancanza di una visione organica della
funzione
giurisdizionale,
carcerazione
preventiva vista come solo momento di
effettività di una giustizia che non
funziona;
 giudice come erogatore di sicurezza e non
garante dei diritti.
QUESTIONE DELLA PENA….
 Principi
costituzionali: concezione della
pena non solo secondo una funzione
retributiva
(castigo)
o
utilitaristica
(prevenzione);
 La pena deve tendere alla rieducazione del
reo (art. 27 Cost.);
 connotazione necessaria della pena a patto
che la si assoggetti ad un controllo continuo
del proprio limite;
 necessità di superare la centralità del
carcere (rischio di recidiva e impedimento al
reinserimento nella società).
QUESTIONE DELLA PENA….
 Percorsi
alternativi per una giustizia che
assume anche una finalità riparativa: dove
centrale non è solo il castigo o l’utilità
sociale, ma la relazione come faticosa
ricostruzione del rapporto infranto tra
colpevole e vittima.
 Un problema di strumenti giuridici (ora
maggiormente a disposizione) e di
atteggiamenti culturali nuovi (più ardui da
assumere).
 E’ un problema di senso ed efficacia al
sistema.
PER UNA GIUSTIZIA CREDIBILE
Necessità di una tensione, di uno sforzo a
far diventare il momento giurisdizionale
uno spazio privilegiato di ricerca della
verità che legittimi l’uso dei suoi poteri
coercitivi senza tradire il senso ultimo della
giustizia, cioè quello di ricomporre un
equilibrio sociale violato, dare effettività alla
tutela di diritti che hanno subito una
lesione, porre le condizioni per il
superamento di conflitti.
QUALCHE SPUNTO DI SINTESI..
 La
risposta al legittimo bisogno di sicurezza
e ordine ha senso se si muove in un
orizzonte riconoscibile di valori di
convivenza;
 In una prospettiva dinamica, pluralistica
ed evolutiva della società, ciò richiede
atteggiamenti di responsabilità e dialogo;
 Solo così è possibile avere fiducia nelle
regole, quale strumento anche coercitivo di
tutela di questi valori (legalità come fedeltà
ai valori di convivenza).
QUALCHE SPUNTO SI SINTESI..
 Il
progetto entro cui individuare i valori e
gli strumenti di tutela richiede coerenza con
i
principi
costituzionali
ed
un
bilanciamento di interessi e principi;
 Una
giustizia credibile è quella che esercita i
suoi poteri per dare effettività alla tutela
dei diritti e diventa, come fine ultimo, lotta
alle ingiustizie.