CHE COS’È
L’AUTISMO?
Spettro Autistico
• L’autismo infantile viene attualmente inserito
nell’ambito dei Disturbi pervasivi o
Generalizzati dello sviluppo con la terminologia
di “Disturbo Autistico”.
• In effetti il disturbo si evolve fin dai primi
atti fisiologici, in stretta connessione con lo
sviluppo e risulta ‘pervasivo’ al punto di
inficiare tutte le aree evolutive, comprese
aree, almeno inizialmente indenni, come la
motricità e l’attività cognitiva.
Un unico spettro
• La categoria Disturbi dello Spettro Autistico
include il Disturbo Autistico (autismo), Sindrome
di Asperger, Disturbo disintegrativo dell´infanzia,
e disturbi pervasivi dello sviluppo non altrimenti
specificati.
• La differenziazione dello spettro autistico
rispetto allo sviluppo tipico e ad altri disturbi non
nello spettro è fatta con validità ed efficacia;
mentre la distinzione tra i diversi disturbi è stata
trovata inconsistente nel tempo, variabile tra i
diversi luoghi in cui è stata effettuata la diagnosi,
e spesso associata alla severità, livello linguistico o
intelligenza invece che alle caratteristiche
specifiche dei diversi disturbi.
Un unico spettro
• Poiché l´autismo è definito come un insieme
comune di comportamenti, è meglio
rappresentato da una singola categoria
diagnostica che si possa adattare alle
presentazioni cliniche individuali (es.
severità, abilità verbale e altre) e alle
condizioni associate (es. disordini genetici
conosciuti, epilessia, disabilità intellettuale
e altre).
Sindrome di Asperger
• La sindrome di Asperger (SA) è considerata
un disturbo dello Spettro Autistico.
• Si presenta con compromissione qualitativa
dell'interazione sociale, modelli comportamentali
stereotipati, attività e interessi limitati e nessun
ritardo clinicamente significativo nello sviluppo
cognitivo e del linguaggio.
• Verbosità unilaterale, prosodia ristretta e goffaggine
fisica sono tipici della condizione, ma non sono
elementi necessari per la diagnosi.
• La Sindrome di Asperger, nella revisione più attuale
(DSM V) viene definita Autismo ad alto
funzionamento.
Disturbo Generalizzato
dello Sviluppo NAS
• Il Disturbo generalizzato (pervasivo)
dello sviluppo non altrimenti
specificato è una delle condizioni che
fanno parte dello Spettro Autistico
ed è usato per descrivere gli individui
che non superano appieno i
criteri specifici per l´Autismo o la
Sindrome di Asperger.
Disturbo Generalizzato
dello Sviluppo NAS
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Il DGS-NAS riguarda i ritardi del linguaggio
I bambini con DGS-NAS hanno un loro modo tutto
particolare di interagire, diverso da quello che si osserva
in Asperger e Autismo
Il DGS-NAS è intermedio tra Asperger e Autismo
Il DGS-NAS è più lieve dell´Autismo
Il DGS-NAS è più lieve dell´Asperger
Il DGS-NAS è autismo lieve
Il DGS-NAS riguarda l´alto funzionamento
Il DGS-NAS riguarda il bassissimo funzionamento e il
ritardo mentale
Disturbi Multisistemici
dello Sviluppo (DMSS)
• Tali bambini presentano difficoltà di interazione
sociale ed emotiva, difficoltà ad iniziare e/o
mantenere una comunicazione o un rapporto di
scambio comunicativo adeguato e, comportamenti
ripetitivi, stereotipati con difficoltà di
elaborazione e integrazione sensoriale.
• In pratica si può dire che i bambini che
presentano DMSS hanno le stesse ed identiche
caratteristiche di chi è affetto dal Disturbo
Pervasivo dello Sviluppo (DPS).
• La differenza tra i DMSS e i DPS sta nel fatto
che nei primi è presente una evoluzione positiva
dei “sintomi” grazie ad un buon trattamento.
Disturbo Autistico,
Classificazioni
• Le definizioni e le classificazioni
maggiormente condivise e utilizzate a
livello internazionale (DSM IV-TR e V
e ICD-10), si basano principalmente
sulla descrizione del comportamento
tipico del disturbo autistico.
Disturbo Autistico nel
DSM-IV e V
• Compromissione qualitativa
nell’interazione sociale (come la
compromissione nell’uso di
comportamenti non verbali, come lo
sguardo diretto, l’espressione mimica,
posture, gesti, ecc…)
Disturbo Autistico nel
DSM-IV e V
• Compromissione qualitativa della comunicazione
(un esempio è il ritardo o totale mancanza dello
sviluppo del linguaggio parlato, senza tentativi
di trovare forme di comunicazione alternative
o, se presente linguaggio adeguato,
compromissione nella capacità di iniziare e
sostenere una conversazione, uso di un
linguaggio stereotipato/ripetitivo, mancanza di
giochi di simulazione o di imitazione sociale)
Disturbo Autistico nel
DSM-IV e V
• Modalità di comportamento, interessi
e attività ristretti, ripetitivi e
stereotipati
(anomali interessi ristretti e
stereotipati, sottomissione rigida a
rituali specifici, manierismi motori
stereotipati e ripetitivi).
Disturbo Autistico
nell’ICD-10
L’Autismo Infantile viene definito come
una sindrome caratterizzata da:
• presenza di una compromissione dello
sviluppo che si manifesta prima dei 3 anni
• un tipo caratteristico di funzionamento
anormale nelle aree dell’interazione sociale,
della comunicazione e del comportamento,
che è limitato, stereotipato e ripetitivo.
Fobie e disturbi del
sonno
• È frequente che i bambini autistici
mostrino una varietà di altri problemi
non specifici, come: fobie, disturbi
del sonno e dell’alimentazione,
aggressività (anche auto-diretta) e
reazioni di collera.
Le difficoltà di interagire con
l’altro sviluppando
l’intersoggettività
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Il bambino con autismo nasce con deficit più o meno gravi nella predisposizione
normalmente innata ad entrare in contatto con gli altri, principalmente i suoi genitori e
con difficoltà sviluppa le varie capacità di inter-soggettività, quali:
Attenzione congiunta;
Imitazione;
Emozione congiunta;
Intenzione congiunta;
Scambio di turni (ad esempio anche nel gioco);
Interazione sociale.
Quando un bambino è colpito da autismo, questi comportamenti che costituiscono
l’inter-soggettività (sia primaria che secondaria), possono non comparire o comparire
in ritardo o in forma deviata. Possono inoltre essere aggravati da deficit sensoriali e/o
motori, oppure avere uno sviluppo molto lento. Inoltre, in queste situazioni di
difficoltà, non avviene nemmeno la maturazione sociale, ossia quel tipo di motivazione
in grado di stimolare la ricerca di esperienze inter-soggettive che portano alla
sperimentazione e all’acquisizione delle abilità sociali. Sono compromesse anche le
capacità di condividere emozioni e stati mentali, di portare avanti interazioni
finalizzate, di elaborare ‘simbolizzazioni’, specialmente nella rappresentazione mentale
di situazioni e regole sociali, di sviluppare competenze/abilità relazionali.
Le difficoltà cognitive di conoscere e
comprendere gli stati mentali
propri e altrui e i loro rapporti con i
comportamenti
Il bambino con autismo sembra incapace di riflettere su
ciò che accade nella propria mente, comprendendone le
varie attività cognitive, meta-cognitive, affettive,
motivazionali, nelle loro differenze e nei loro rapporti
con eventi e comportamenti, oltre che con ulteriori
stati mentali. In altre parole, il bambino con un deficit
di “teoria della mente”, come viene definita questa
particolare condizione, è carente rispetto alle proprie
dimensioni psicologiche e, soprattutto, incapace di
‘leggere la mente’ dell’altro. Incapace di sentire e
comprendere ciò che l’altro pensa, sente, desidera e di
come, queste attività mentali, incidono sui
comportamenti dell’interlocutore.
“Teoria della mente”
Il concetto di “teoria della mente” fa quindi
riferimento:
all’abilità di inferire gli stati mentali degli altri,
vale a dire i loro pensieri, opinioni, desideri,
intenzioni e così via, e nell’abilità di usare tali
informazioni per interpretare ciò che essi dicono,
dando significato al loro comportamento e
prevedendo ciò che faranno in seguito.
(Howlin, Baron-Cohen e Jadwin, 1999)
“Teoria della mente”
• Nell’iter evolutivo, il bambino apprende,
interagendo con gli altri, come i suoi stati
mentali vengono definiti, come vengono messi in
rapporto ai suoi comportamenti, come sono gli
stati mentali degli altri e come questi si
rapportano ai loro comportamenti. Si sviluppa
cioè la capacità di ‘meta-rappresentazione
mentale’. Il processo normalmente inizia intorno
ai 4 anni d’età.
Tendenza a
concentrarsi sul particolare a spese
dell’immagine generale
(Teoria della coerenza centrale debole)
• Il bambino con autismo è fortemente attratto e ancorato
ai dettagli degli oggetti e delle situazioni che incontra.
Egli elabora l’esperienza in modo frammentato,
segmentato, senza ricostruire un tutto sensato e
coerente, una figura ‘significativa’.
• Una caratteristica chiave dello stile cognitivo nell’autismo
è il ‘pensare in dettagli’, cioè un’estrema sensibilità ai
particolari, da rilevare e combinare in gran numero prima
di riuscire a trarne un insieme unitario e dotato di senso.
Deficit funzioni esecutive
• Il bambino con autismo trova rilevanti
difficoltà nelle cosiddette ‘funzioni esecutive’
(capacità di pianificazione superiore e di
autoregolazione meta-cognitiva), per cui
mantiene attiva continuativamente l’attenzione
con grande difficoltà, formula
difficoltosamente piani di azione e li porta
avanti altrettanto incostantemente
Deficit di pianificazione
• E’ stato suggerito che il disordine sia
caratterizzato da una più generale
difficoltà nei sistemi responsabili del
controllo e della pianificazione del
comportamento.
Deficit di comunicazione
• Il bambino con autismo presenta un deficit
nell’intento comunicativo e, cioè, nella ‘volontà’ e
nella ‘disponibilità’ di coinvolgere un altro nei
propri interessi e nei propri stati d’animo e
significati.
• Deficit di produzione e ricezione verbale, con
frequenti gergolalie, ecolalie immediate e
differite, stereotipie verbali e inversioni
pronominali.
Gioco
• L’area del gioco è fortemente
compromessa, sia per quanto riguarda i
giochi con una fondamentale base
interattiva, ma anche per quanto riguarda
i giochi di finzione, in cui il bambino
‘trasforma’ una cosa in un’altra e la fa
diventare simbolo di altro (gioco
simbolico).
Interesse selettivo
• Spesso il bambino con autismo ha interessi
selettivi e ristretti, per poche cose o
situazioni o, addirittura, parti di oggetti. Su
questi aspetti può dimostrare un interesse
totale, ossessivo e rigido: nel caso non possa
perseguire tale interesse vivrà con emozioni
negative forti questa frustrazione.
Rituali, compulsioni
• Può anche sottoporsi a lunghi rituali e
abitudini compulsive, con lo scopo di
esercitare un totale controllo sull’ambiente e
sull’ansia da cambiamento improvviso e da
imprevedibilità. In molti casi, dunque, la
ricerca di stabilità e di regolarità
dell’ambiente e delle routine è fondamentale.
• In alcuni casi si presentano anche
comportamenti auto-aggressivi o eteroaggressivi, che spesso hanno una funzionalità
comunicativa.
‘Isole di abilità’
Vi sono alcune abilità tipiche della maggior parte
delle persone con autismo:
• il pensiero visivo;
• la capacità di seguire delle routine;
• la capacità di eseguire consegne visive o scritte;
• la capacità di cogliere i dettagli;
• La precisione;
• la capacità di usare congegni elettronici;
• l’incapacità di mentire.
Autismo e livello
cognitivo
• Basso Funzionamento: RM (QI<70) in comorbidità nel
70%-90% dei casi.
• Alto funzionamento: diagnosi operativa per soggetti
che soddisfano i criteri diagnostici dell’autismo e
hanno:
1. Linguaggio verbale nella norma;
2. QI > 70.
3. soddisfacente funzionamento adattivo generale.
• QI nella norma <5% ma spesso si tratta di abilità
bizzarre, innate, con limitato utilizzo pratico.
Talenti
• Alcune persone con autismo presentano
inoltre “isole di abilità”, talora eccezionali:
conoscenza approfondita di uno specifico
argomento (astronomia, matematica,
statistica, informatica,...); memoria,
soprattutto visiva, eccezionale (calendari,
luoghi,...); talenti artistici (musica,
pittura,...).
Autismo e disturbi
associati
Metodiche di indagine
Metodi Riabilitativi
Metodi Riabilitativi
– Autismo, è scontro sulle nuove linee guida
Bocciati dall'Istituto Superiore di Sanità tutti
i modelli terapeutici per curare la malattia.
Salvo solo l'approccio «comportamentale»
(Corriere della sera, 26 gennaio 2012)
– Le nuove linee guida dell’Istituto Superiore di
Sanità hanno bocciato tutte le metodiche
utilizzate per curare la malattia salvandone solo
una. La cosiddetta ABA (Applied Behaviour
Intervention). Per le altre non esiste ancora
una sufficiente documentazione scientifica.
L’intervento funziona se…
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È precoce
È intensivo
Ha programmi adattati a tutte le età
È cucito su misura
Il rapporto operatore/paziente è il più basso possibile
Le famiglie sono attivamente coinvolte
Gli obiettivi, pur diversi, devono coinvolgere le aree chiave
del disturbo: comunicazione, socializzazione, comportamento
adattivo
Si utilizzano strategie ispirate al modello cognitivocomportamentale
Considera punti di forza e di debolezza
Prevede attiva generalizzazione
Prepara il passaggio all’età adulta
Prevede periodiche rivalutazioni e aggiustamenti del piano
educativo.